COMUNICATI

2012.06.09 – BREVI CENNI STORICI SUI PRESUPPOSTI GIURIDICI DEL “M.L.N.V”


(di Enrico Zanardo)

Contrariamente a quanto viene supposto da certe fonti il “Movimento di Liberazione Nazionale Veneto” fonda i suoi presupposti non solo su di una tradizione storica,etnica, linguistica sociale ed economica avvallata da molti siti archeologici (basti pensare all’Altino preromana) ma anche fonda la sua identità secolare in un riconoscimento sancito dal diritto Comunitario Europeo.
Il soggetto giuridico in questione è il popolo Veneto da intendersi come identità sociale linguistica e culturale facente a capo all’antica repubblica di Venezia: vediamo i tratti salienti delle vicende storico-giuridiche che portarono all’occupazione forzoso coercitiva dell’Antica Serrenissima.
“Tutti questi fatti spinsero infine i magistrati veneziani di Terraferma ad autorizzare la parziale mobilitazione delle cernide e l’apprestamento difensivo di Verona, principale piazzaforte militare.
Gli occupanti francesi furono inizialmente costretti a salvaguardare le apparenze, acconsentendo a non interferire con le forze veneziane intente a riprendere il controllo delle città della lombardia veneta.
In questo sostenute dall’accordo stipulato il 1º aprile, con cui Venezia accondiscendeva al pagamento di un milione di lire al mese a Napoleone per il finanziamento della sua campagna contro l’Austria.
In tal modo la Repubblica sperava infatti di favorire al contempo una rapida conclusione del conflitto, con il conseguente sgombero degli occupanti, e l’acquisto di una certa libertà d’azione contro i rivoluzionari lombardi.
Di fronte però al diffondersi delle sollevazioni popolari a favore di Venezia e alla rapida avanzata delle truppe venete, i francesi furono costretti a soccorrere i giacobini lombardi, svelando definitivamente le loro reali intenzioni.
Il 6 aprile un drappello di cavalleria veneziana venne fatto prigioniero a tradimento dai francesi e condotto a Brescia.
L’8 aprile il Senato fu informato di scorrerie compiute fin alle porte di Legnago da rivoluzionari bresciani dotati di divise francesi.
Il 9 aprile un proclama napoleonico invitò la popolazione della Terraferma ad abbandonare il governo di Venezia, che si era sino a quel momento premurato della sicurezza della sola capitale.
Contemporaneamente il generale Junot ricevette dal Bonaparte una lettera in cui si lamentava la generale sollevazione antifrancese della Terraferma veneta.
Il 10 aprile, quindi, i francesi, dopo aver catturato una nave veneziana carica di armamenti sul Garda, accusarono Venezia di aver rotto la neutralità istigando gli abitanti delle valli bresciane e bergamasche alla rivolta anti-giacobina. Il generale Miollis accusò l’aggressione subita da un battaglione di volontari polacchi che era intervenuto in uno degli scontri.
Il 12 aprile venne ordinata poi la massima vigilanza nei porti veneti per la sempre più frequente presenza di navi da guerra francesi.
Il 15 aprile, infine, l’ambasciatore di Napoleone a Venezia informò la Signoria dell’intenzione francese di sostenere e promuovere le rivolte contro il tirannico governo della Repubblica.
Questa rispose emanando un bando per imporre a tutti i sudditi la calma e il rispetto della neutralità.
Il 17 aprile 1797 Napoleone firmò a Leoben, in Stiria, un preliminare di pace con i rappresentanti dell’imperatoreFrancesco II.
Nelle clausole segrete annesse al trattato egli già disponeva la cessione dei Domini di Terraferma all’Impero in cambio dello sgombero dei Paesi Bassi da parte di quest’ultimo.
Nello stesso giorno, però, a Verona la situazione precipitò.
La popolazione e parte delle truppe venete acquartierate, stanche dell’oppressione e dell’arroganza dei francesi, insorsero.
L’episodio, noto come pasque Veronesi, costrinse in breve le truppe d’occupazione alla difensiva, spingendole a rinchiudersi nei forti posti a presidio della città.
Nonostante poi fosse stata nuovamentente rinnovata la proibizione all’ingresso di navi da guerra straniere nelle acque di Venezia, avvisando prontamente del fatto la Francia, il
20 aprile la fregata francese Le Libérateur d’Italie tentò di forzare il porto del Lido, nel probabile tentativo di saggiarne le difese.
In risposta, le potenti artiglierie del forte di Sant’Andrea distrussero la nave, uccidendone il comandante.
Il governo della Repubblica non seppe tuttavia sfruttare la situazione di momentaneo vantaggio e, sperando ancora di evitare un conflitto aperto, seppure a prezzo della perdita dei possedimenti terrestri, si rifiutò di mobilitare l’esercito e di inviare rinforzi a Verona.
Questa, infine, il 24 aprile fu costretta ad arrendersi.
Il 25 aprile, festa di San Marco, di fronte agli sbigottiti emissari veneti giunti a Graz, Napoleone, asserendo di possedere ottantamila uomini in armi e venti cannoniere pronte a rovesciare Venezia, lanciò una tremenda minaccia:
« Io non voglio più Inquisizione, non voglio Senato, sarò un Attila per lo Stato Veneto. »
Nella stessa occasione il generale accusava Venezia di aver rifiutato l’alleanza con la Francia, che le avrebbe consentito la riacquisizione delle città ribelli, al solo scopo di poter mantenere i propri uomini in armi e poter così in caso tagliare la via della ritirata ai francesi in caso di sconfitta.
Nei giorni successivi, l’armata napoleonica procedette quindi alla definitiva occupazione della Terraferma, arrivando ai margini della laguna.
Il 30 aprile una lettera di Napoleone, ormai attestatosi a Palmanova, informò la Signoria dell’intenzione da parte del generale di modificare la forma di governo della Repubblica, pur offrendosi di mantenerne la sostanza.
L’ultimatum concesso era di quattro giorni.
Nonostante tutti i tentativi di giungere ad una conciliazione, tanto che il 1º maggio Napoleone, ormai attestatosi a Marghera, era stato informato dell’intenzione veneziana di rivedere l’ordinamento costituzionale in senso più democratico, il 2 maggio giunse ugualmente la dichiarazione di guerra da parte francese.
Al contrario, il 3 maggio, Venezia revocò l’ordine generale di reclutamento per le cernide della Dalmazia.
Poi, nell’ennesimo tentativo di placare Napoleone il 4 maggio, con 704 voti favorevoli, 12 contrari e 26 astenuti, il Maggior Consiglio deliberò l’accettazione delle richieste francesi, accondiscendendo all’arresto del castellano di Sant’Andrea di Lio, responsabile dell’affondamento del Le Liberateur d’Italie, e dei Tre Inquisitori di Stato, magistratura particolarmente invisa ai rivoluzionari in quanto suprema garanzia del sistema oligarchico veneziano.
L’8 maggio il Doge si dichiarò pronto a deporre le insegne nelle mani dei capi giacobini, invitando nel contempo tutte le magistrature allo stesso passo. Tutto questo nonostante il consigliere ducaleFrancesco Pesaro lo spronasse a fuggire a Zara, possedimento ancora sicuro.
Venezia d’altra parte disponeva ancora della propria potente flotta e dei fedeli possedimenti istriani e dalmati, oltre che delle intatte difese della città e della laguna.
Nel corpo della nobiltà serpeggiava però il terrore di una possibile rivolta popolare.
L’ordine diramato fu quindi quello di smobilitare le fedeli truppe di Schiavoni presenti in città.
Lo stesso Pesaro sfuggì all’arresto, ordinato per ingraziarsi Napoleone, lasciando Venezia
La mattina 12 maggio, tra voci di congiure e dell’imminente attacco francese, il Maggior Consiglio della Repubblica si riunì per l’ultima volta.
Nonostante alla seduta fossero presenti soli 513 dei mille e duecento patrizi aventi diritto e mancasse quindi il numero legale, il doge, Ludovico Manin, aprì la seduta .
Risulta chiaro quindi come dal punto di vista della normatività mancasse il numero legale di Membri del Maggior Consiglio atto allo scioglimento della Serenissima, inoltre tengo a sottolineare come      “de iure et de facto” quella francese risulta un occupazione armata del suolo aggravata da atti coercitivi contro la libertà della sua popolazione.
Interessante notare anche la storicità dell istituzione della “Cernida” più volte citata nel suddetto passo.
 
Proseguiamo il nostro itinerario giuridico nella leggitimità delle rivendicazioni atte dal movimento:”IL Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici”, datato New York 16 dicembre 1966 d entrato in vigore il 23 Marzo 1976.
 
PARTE PRIMA
Articolo 1
Tutti i popoli hanno il diritto all’autodeterminazione.In virtùdi questo diritto decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico sociale e culturale.
 
Articolo 2
Per raggiungere i propri fini. Tutti i popoli possono disporre liberamente delle proprie ricchezze e delle proprie risorse naturali senza pregiudizio degli obblighi derivanti dalla cooperazzione economica internazionale,fondata sul principio del mutuo interesse e dal diritto internazionale.
In nessun caso un popolo può essere privato dei mezzi per la propria sussistenza.
 
Articolo 3
Gli Stati Parte del presente Patto,ivi compresi quelli che sono responsabili dell’amministrazione di territori non autonomi e di territori in amministrazione fiduciaria,debbono promuovere l’attuazione del diritto di autodeterminazione dei popoli e rispettare tale diritto,in conformità alle disposizioni delle Nazioni Unite.

2012.06.07 – COMUNICATO – RIBADIAMO: IL MLNV PROSEGUE ANCHE DA SOLO VERSO L’INDIPENDENZA

Un Movimento di Liberazione Nazionale, nel costituirsi secondo i termini previsti dalle norme del diritto internazionale, agisce per legge al pari di un qualsiasi altro stato, lo fa in nome e per conto di un intero Popolo anche senza l’indispensabile consenso popolare previsto in condizioni di reale democrazia.
Un Movimento di Liberazione Nazionale, infatti, quale “Soggetto di diritto” riconosciuto dalle norme internazionali agisce in quanto tale perché qualificato dalla legittimazione internazionale, basata sul diritto all’autodeterminazione di un Popolo sottomesso a dominazione straniera, colonizzazione o da uno stato razzista (ed è impensabile che un Popolo sottoposto a simili regimi possa esprimere liberamente il proprio dissenso).
Il MLNV, pertanto, nel dar seguito ai propri doveri nei confronti della Serenissima Patria, adempiuti formalmente e rimanendo con inflessibile osservanza nell’alveo delle norme del diritto internazionale e uniformandosi al principio di stretta legalità, ha costituito il Governo Provvisorio, perché il Popolo Veneto è nella condizione di non dover elemosinare a nessuno il diritto di essere ciò che è: da sempre un Popolo, e una Nazione per oltre un millennio.
Il Governo Provvisorio è dunque la “naturale” evoluzione di un Movimento di Liberazione Nazionale e anch’esso non è istituito sulla base del consenso popolare ma dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977.
Tale norma dispone infatti che i Popoli, come tutti i Soggetti di diritto internazionale (ivi compreso un Movimento di Liberazione Nazionale), devono disporre di un apparato istituzionale che possa almeno gestire le loro relazioni internazionali.
In sostanza, il MLNV, costituitosi secondo le norme del diritto internazionale e divenuto “Soggetto di diritto” riconosciuto dalle norme internazionali, può agire in quanto tale perché qualificato dalla legittimazione internazionale, basata sul diritto all’autodeterminazione del Popolo Veneto; per fare ciò deve dotarsi di un apparato istituzionale così come previsto dall’96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977.
Ecco dunque la necessità di istituire il Governo Provvisorio.
Infatti l’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977 stabilisce che un Movimento di Liberazione Nazionale, per agire quale Soggetto di diritto, deve dotarsi di un “apparato istituzionale” ovvero di una amministrazione governativa.
Il MLNV, considerata l’enorme responsabilità gravata dall’interesse supremo della Nazione Veneta di veder ripristinata l’incondizionata e totale sovranità per il Popolo Veneto sulle proprie Terre ha così reso noto a pubblica menzione di aver concluso le prime due delle tre fasi del proprio programma operativo, chiamando tutti i Patrioti a condividere incarichi, mansioni e competenze nell’ambito del Governo Provvisorio.
Dopo una riunione congiunta e compartecipata, tenutasi a Vicenza il 25 febbraio u.s., è stato riaffermato il principio cardine che accomuna tutti i Patrioti ovvero la Patria da liberare dall’occupazione straniera italiana.
Ferma e condivisa è stata poi la convinzione che il ripristino di sovranità del nostro Popolo parta dal reciproco riconoscimento d’identità in un’unità di Nazioni libere e sovrane sulle proprie Terre d’origine.
Per ultimo è sembrata infranta la barriera che voleva frammentati gli intenti delle Organizzazioni indipendentiste … quanto da tutti è stato fatto e si sta facendo viene riconosciuto quale “valore aggiunto” per la condivisione di ruoli e compiti nell’ambito del Governo Veneto Provvisorio.
Purtroppo l’intento del MLNV ha sortito solo una mera condivisione d’intenti ma nei fatti non ha prodotto alcun risultato.
Ed è così che ancora una volta, l’inerzia e un’abbondante dose di soggettivismo e di irragionevole presunzione non consente ancora di vedere la partecipazione diretta di quanti si proclamano indipendentisti.
Ciascuno si proclama migliore degli altri e sbandierando la propria presunta verità determinata da irragionevoli ma talvolta anche folli legittimazioni gli indipendentisti proseguono nel loro sogno incapaci di abbracciare e condividere il percorso fatto dal MLNV e che è stato loro offerto senza condizione alcuna.
Oggi, pertanto, il MLNV, avendo cura di dar seguito ai propri doveri nei confronti della Serenissima Patria, prosegue con l’istituzione del Governo Provvisorio confidando direttamente e solo nel Popolo Veneto i cui cittadini sono tutti chiamati a condividerne incarichi, mansioni e competenze, ciascuno secondo le proprie possibilità.
Venetia, venerdì 30 marzo 2012
Viva San Marco.
Il Presidente del MLNV
Sergio Bortotto

NESSUN AVVOCATO RAPPRESENTA IL MLNV AL PROCESSO ITALIANO SULLA POLISIA!

siamo stati informati della presenza di un legale in rappresentanza del MLNV all’udienza odierna presso il tribunale straniero italiano a Treviso riunitosi per una decisione sull’inchiesta farsa della Polizia Nazionale Veneta dopo la scottante ordinanza della corte istituzionale italiana del dicembre dello scorso anno.
Nel ribadire pubblicamente il divieto e il monito espresso ripetutamente e più volte a qualsiasi legale di rappresentare questo MLNV in qualsivoglia procedimento legale in ambito italiano, intendiamo sottolineare che qualsiasi iniziativa intrapresa in tal senso non è riconosciuta, né voluta da questo MLNV che NON PUO’, NON DEVE e NON VUOLE riconoscere qualsiasi istituzione dello stato straniero occupante italiano.
L’italia è uno stato canaglia che occupa la nostra PATRIA ed è nostro NEMICO.
Ai Veneti che proni sono presenti all’udienza e anelano il “perdono” o la “comprensione” dello stato straniero italiano ribadiamo il nostro dissenso e disprezzo per l’incoerenza che ancora una volta palesano nel dichiararsi indipendentisti.
L’indipendenza della Patria non si elemosina e va ripristinata, con le buone o con le cattive… fosse anche col sacrificio della nostra stessa vita.

 

 

Sergio Bortotto Presidente del MLNV
P.S.: siamo stati informati che in occasione di tale circostanza l’Avvocato MENEGON Cristian avrebbe riferito ai presenti informazioni confidenziali ricevute da elementi della digos italiana circa l’imminente intenzione di provvedere all’arresto del Presidente del MLNV Sergio Bortotto.
Preso atto della cialtroneria di simili dichiarazioni che oltre a palesare l’eventuale gravissima violazione dei diritti umani, civili e politici costituirebbe un’ulteriore manifesto atto di aggressione e di guerra contro questo MLNV e il Popolo Veneto, siamo ad ammonire le autorità straniere italiane dal porre in essere ancora una volta qualsivoglia limitazione alle libertà fondamentali di qualsiasi cittadino del Popolo Veneto.
Le istituzioni straniere italiane, presenti sui territori della nostra Patria, sono ammonite… “attenzione che il cerino su un mare di benzina è gia accesso da tempo”… non provocate l’inferno dal quale non ne uscireste, perchè la sommossa di un Popolo non riuscireste a fermarla.
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV.

2012.05.24 – TERRORISMO MEDIATICO… TERRORISMO DI STATO (ITALIANO)

Così, come si beve in fretta un caffè al bar, “l’Espresso” ha sprecato l’opportunità che pensava di essersi preso.
Dopotutto il presupposto di quest’inchiesta giornalistica è “la rivolta fiscale in italia”… argomento che riflette marginalmente l’impegno che si è preso il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto che è quello di liberare la Patria dall’occupazione straniera italiana … ma questo è meglio che i Veneti non lo sappiano, ovviamente.
TERRORISMO MEDIATICO… TERRORISMO DI STATO (ITALIANO)
Siamo alle solite, la stampa di regime ci presenta per quello che non siamo.
Il Sig.MANFELLOTTO direttore de l’ Espresso presenta oggi 24.05.2012 il reportage di Fabrizio Gatti che uscirà nel numero di domani e fatto anche sul Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto.
Ancora una volta viene usato il solito cliché di esaltati ai limiti del terrorismo e avezzi alla violenza.
Anche in questa presentazione, come spesso accade nei regimi antidemocratici e illiberali lo strumento mediatico inquina il messaggio autentico e patriottico che il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto cerca di divulgare e che non ha nulla di violento ed è rigorosamente legale e legittimo.
In questa breve e insensata presentazione il MLNV viene associato con la propria immagine ad una MILIZIA ANTITASSE.
L’Espresso dedica addirittura al MLNV la copertina del numero di domani con un titolo fuorviante e spregiudicatamente falso.
Se l’inchiesta di Fabrizio Gatti ha portato alla luce l’esistenza di milizie antitasse, così come sembra indicare il direttore de l’Espresso, noi non lo sappiamo ma sicuamente il MLNV non ha tempo da perdere con le questioni italiane (rivolta fiscale) perché rivendica la liberazione della Patria (Repubblica Veneta) occupata dallo stato straniero italiano.
E’ evidente infine che il MLNV non condannerà mai un cittadino veneto che si rifiuta di pagare le tasse ad uno stato straniero che occupa la sua Patria anche se lo dovesse fare con l’estremo uso della forza.
Speriamo nell’onestà professionale del giornalista Fabrizio GATTI di cui leggeremo l’articolo domani.
Ed ecco come il direttore presenta il reportage di Fabrizio Gatti:
“c’è chi aprofitta un po’ della protesta e della rivolta che c’è in molte parti del paese (??? sicuramente si riferisce all’italia ignorando il fatto che qui italia non è) dovuta al pagamento di tasse che naturalmente sono aumentate e cresciute… c’è la protesta di chi non ce la fa a pagare e poi purtroppo c’è anche la protesta di chi usa strumenti e mezzi inaccettabili come la violenza (siamo curiosi di vedere chi sta usando strumenti e mezzi inaccettabili come la violenza…i cittadini veneti, noi del MLNV o le forze di occupazione italiane armate fino ai denti anche con mitra e manganelli?).
Fabrizio Gatti ha fatto una ricerca nel nord-est (???) che spesso è culla e laboratorio di fenomeni politici originali e ha scoperto che esistono delle milizie (???) vere e proprie che in qualche modo si offrono di appoggiare la rivolta fiscale e arrivano addirittua come vedrete nelle prossime ore in un video che lo stesso Gatti ha girato e minacciano addirittura la possibilità di appoggiare chi addirittura dovesse usare le armi contro chi chieda il pagamento delle tasse.
Sono naturalmente episodi limitati ma come spesso succede scattano, potrebbero scattare, possono scattare fenomeni imitativi quando c’è una crisi sociale in atto…
Noi speriamo di no però abbiamo fatto il nostro dovere di cronisti e abbiamo raccontato una vicenda molto originale, naturalmente esclusiva, e a questa abbiamo dedicato la copertina de l’ Espresso LE MILIZIE ANTITASSE avvertendo di questo rischio e di questo pericolo.”

2012.05.25 – COMUNICATO AT ONU E GOVERNO ITALIANO

2012.05.25 ore 16.10:
pochi minuti fa un giornalista di ANTENNA 3 mi ha invitato per una breve registrazione da inviare in onda al telegiornale di questa sera, nel cui corso si darà risalto all’articolo apparso su L’Espresso di oggi.
Ecco la risposta del MLNV:
– Al Segretario Generale Onu New York
– All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
– Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
– Al Governo italiano a mezzo Prefettura di Treviso
Il Governo Provvisorio della Repubblica Veneta, quale apparato istituzionale del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto ai sensi dell’art.96 paragrafo 3 del 1° Protocollo di Ginevra del 1977, al fine di evitare fuorvianti e ingannevoli disinformazioni precisa quanto segue:
Il settimanale italiano “l’Espresso” ha sprecato l’opportunità che pensava di essersi preso.
C’è da considerare il presupposto di quest’inchiesta giornalistica che è “la rivolta fiscale in italia”… argomento che riflette solo marginalmente l’impegno che si è preso il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto che è quello di liberare la Patria dall’occupazione straniera italiana … ma questo per la stampa italiana, sembra sia meglio che i Veneti non lo debbano sapere.
Le iscrizioni a ruolo giudiziario inviate dal MLNV a rappresentati di istituzioni straniere italiane, al governo italiano e alle Nazioni Unite non sono minacce ma atti formali per assicurare i responsabili dei crimini compiuti contro il Popolo Veneto (tra l’altro previsti e puniti dalle stesse leggi penali italiane) alla Giustizia Veneta, non appena sarà ripristinata la legittima sovranità del Popolo Veneto sui territori della propria Patria ad oggi ancora illecitamamente e illegittimamente occupati dallo stato straniero italiano.
La Giustizia Veneta non è giustizialismo o giustizia sommaria, ma la Giustizia che sarà esercitata da legittimi Organi Giudiziari della ripristinata Repubblica Veneta.
Il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto non è una milizia ma un soggetto di diritto internazionale ed agisce ed agirà sempre secondo le norme del diritto internazionale che l’italia con i ripetuti attacchi al MLNV ha dimostrato di violare ripetutamente.
Il nostro fronte di resistenza è la legge internazionale, non condividiamo attentati di alcun genere e tantomeno violenze gratuite, comprese quelle italiane perpetrate contro il MLNV e gli altri cittadini del Popolo Veneto.
Viva San Marco
Venetia, 25 maggio 2012
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV
Tutti i Movimenti di Liberazione Nazionale sono soggetti di diritto internazionale che trovano il loro fondamento giuridico nel principio di autodeterminazione dei Popoli trascritto per la prima volta nell’art.1 paragrafo 2 della Carta delle Nazioni Unite del 1945, agiscono sul piano inernazionale al pari di un qualsiasi stato e in nome di un intero Popolo.

2012.05.27 – COMUNICATO – PRECISAZIONI SUL MLNV

27.05.2012 – COMUNICATO:
Colgo l’occasione per ribadire che il MLNV, così come i Movimenti di Liberazione Nazionali sorgono e si costituiscono sulla base del diritto internazionale per il riconosciuto diritto all’autodeterminazione di un Popolo occupato da uno stato straniero.
Il MLNV non cerca aderenti, non fa proselitismo in quanto tale o come forza politicamente impegnata in democratiche competizioni elettorali con altri partiti… nulla di tutto questo, (tant’è che la registrazione all’Anagrafe del Popolo Veneto non è un iscrizione al MLNV).
Il MLNV ha un ruolo “puramente tecnico” e che solo un Movimento di Liberazione Nazionale può fare in nome di un intero Popolo.
Suo compito è la rivendicazione del diritto all’autodeterminazione denunciando l’occupazione della propria Patria da parte di uno stato straniero… situazione questa che non ha scadenze in termini di tempo (non esiste l’uso capione nel diritto internazionale) e tale diritto (la rivendicazione) va esercitato secondo i criteri stabiliti dalle norme del diritto internazionale.
Il MLNV dunque non persegue tale fine allo scopo di costituirsi come forza politica e/o di governo… ma avvia e gestisce solo una fase di transizione (quella dall’occupazione alla liberazione della Patria) per portare il Popolo Veneto alle sue prime libere elezioni dopo centocinquant’anni d’occupazione… fatto questo il MLNV non ha più motivo di esistere e rimette il proprio mandato nelle mani dei legittimi rappresentanti eletti dal Popolo.
Ecco perchè il Governo Provvisorio del MLNV è un governo di transizione ed è previsto dal 1° Protocollo di Ginevra art.96 paragrafo 3… perchè non è un governo che si erge sulla base del consenso popolare e proprio perchè tale consenso non può ancora essere espresso liberamente.
L’unica ambizione del MLNV è quella della liberazione della Patria, non ha ambizioni politiche e sicuramente rimette ad altri tale responsabilità, ma questo sembra difficile comprenderlo.
Tutto il resto, al MLNV non può e non deve interessare perchè ci spingerebbe fuori dai “binari” del diritto entro il quale sta portando avanti la battaglia per il ripristino di sovranità del Popolo Veneto.
Ai Veneti e a quanti intendono sostenerli in questa battaglia, chiediamo solo di registrarsi all’Anagrafe del Popolo Veneto costituita sotto l’egida del MLNV perchè tale registgrazione costituisce l’espressione di una dichiarazione d’identità… IO SONO VENETO!
Questa è l’unica ed autentica espressione di consenso che il MLNV cerca, ma non è un consenso rivolto al MLNV quanto al Popolo Veneto, è il risveglio della coscienza di un Popolo che comincia a capire di non essere mai diventato italiano come vogliono farci credere.
Viva San Marco
Sergio Bortotto Presidente del MLNV

2012.06.07 – SI AL MOVIMENTO LIBERTARIO

AFFAMIAMO LO STATO NEMICO CHE CI OCCUPA.
Ecco una battaglia che il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto consiglia di sostenere.
Anche se “combattuta in ambito italiano” è comunque una valida opportunità per allargare il fronte di resistenza contro lo stato straniero occupante italiano che non ha alcun diritto di appropriarsi delle nostre risorse, dei nostri beni e della nostra stessa vita.
Finiamola col matenere il parassitismo italiano con i nostri soldi.
Le tasse che ci impongo di pagare sono illegali e illecitamente pretese da uno stato straniero che ci occupa, ci colonizza ed è estremamente razzista nei confronti del Popolo Veneto, della sua identità, cultura e storia millenaria.
Il Popolo Veneto nulla ha da condividere soprattutto con la squallida immagine che oggi come oggi lo stato italiano da di sè stesso.
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV

WWW.MOVIMENTOLIBERTARIO.COM


La battaglia di un imprenditore che non vuol fare il gabelliere per lo Stato.
Tutti i soldi in busta paga
LA BATTAGLIA CONTRO IL SOSTITUTO D’IMPOSTA
Sostieni anche tu Giorgio Fidenato. Skype
Il Movimento libertario è un soggetto politico che ha come scopo quello di ridurre lo Stato ai suoi minimi termini, al fine di dare spazio alla libera interazione fra individui, o comunità consensuali di individui, che sul mercato cercano soddisfazione dei propri bisogni.
Il Movimento Libertario si contraddistingue per tre tipi di azione:
1-Diffusione culturale.
Continuando quanto già fatto negli ultimi dieci anni, il Movimento Libertario dovrà sempre essere il motore della diffusione della cultura libertaria, ovvero del liberismo in economia (laissez faire) e del liberalismo più coerente in politica.
Convegni, incontri, dibattiti e altro sono parte della nostra attività.
Il motto è: Ciascuno è libero di fare ciò che ritiene per sé giusto, senza aggredire nessuno e senza aggredire i diritti di proprietà altrui;
2-Azione politica.
Il Movimento Libertario è un soggetto politico che potrà decidere di partecipare alle competizioni politiche (a diversi livelli), al fine di far sentire la propria voce e diffondere le proprie idee. Insomma, usare la politica per diffondere cultura libertaria e far prendere coscienza alle persone di buona volontà che lo Stato è una finzione che obbliga a vivere tutti alle spalle di tutti gli altri.
3-Movimentismo.
E’ la caratteristica peculiare che sta iscritta nel nostro nome, nel nostro dna.
Il Movimento Libertario scenderà per le strade e inviterà la società civile a riconquistare i propri diritti naturali alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità.
Ci batteremo contro il fisco, contro la burocrazia, contro la voracità e il parassitismo statale.
Il Movimento Libertario vuole coagulare attorno a sé una massa critica di soggetti produttori e affrontare, pacificamente, ma senza timori, i gabellieri e i satrapi che ci stanno riducendo in schiavitù, vivendo alle nostre spalle.
Né di destra, né di sinistra, né di centro.
Semplicemente liberi e meglio!
Leonardo Facco

2012.06.07 – L’IMBECILLE DI TURNO… CHI LO CONOSCE?

CHI L’HA VISTO?
Ecco uno dei soliti delatori che per avere un pò di visibilità mediatica spara a zero contro il MLNV.
Eppure quest’uomo, non è mai stato visto ad una riunione del MLNV, noi non lo conosciamo, non sappiamo chi sia eppure ecco li pronto a farsi intervistare e sparare giudizi contro di noi quando non sa neppure quello che dice e se lo dice lo fa solo sulla base di quello che legge dai giornali o dai servizi di regime.
“… QUELLO CHE FA QUESTA GENTE CHE VA IN GIRO IN DIVISA SUPERMILITARIZZATE (???) CON I CARABINIERI CHE GLI CORRONO DIETRO NON VA BENE…” ma attenzione, ecco la sparata che palesa tutte le contraddizzioni di fondo di simili personaggi, perchè l’importante è disinformare e far credere alla gente e ai Veneti che l’unico percorso possibile è quello dei partiti che si candidano a elezioni… elezioni italiane, ovviamente: infatti dice ancora “…SOPRATTUTTO PER QUELLI CHE SI VOGLIONO PRESENTARE ALLE ELEZIONI CHE NON VOGLIONO FARSI MISCHIARE CON STI QUA’…”.
Qualcuno sa dirci chi è questo emerito imbecille???
Almeno lo ivitiamo a qualche riunione del MLNV così si chiarisce le idee.

2012.06.07 – TERRORISMO MEDIATICO… TERRORISMO DI STATO (ITALIANO)

Così, come si beve in fretta un caffè al bar, “l’Espresso” ha sprecato l’opportunità che pensava di essersi preso.
Dopotutto il presupposto di quest’inchiesta giornalistica è “la rivolta fiscale in italia”… argomento che riflette marginalmente l’impegno che si è preso il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto che è quello di liberare la Patria dall’occupazione straniera italiana … ma questo è meglio che i Veneti non lo sappiano, ovviamente.
TERRORISMO MEDIATICO… TERRORISMO DI STATO (ITALIANO)
Siamo alle solite, la stampa di regime ci presenta per quello che non siamo.
Il Sig.MANFELLOTTO direttore de l’ Espresso presenta oggi 24.05.2012 il reportage di Fabrizio Gatti che uscirà nel numero di domani e fatto anche sul Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto.
Ancora una volta viene usato il solito cliché di esaltati ai limiti del terrorismo e avezzi alla violenza.
Anche in questa presentazione, come spesso accade nei regimi antidemocratici e illiberali lo strumento mediatico inquina il messaggio autentico e patriottico che il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto cerca di divulgare e che non ha nulla di violento ed è rigorosamente legale e legittimo.
In questa breve e insensata presentazione il MLNV viene associato con la propria immagine ad una MILIZIA ANTITASSE.
L’Espresso dedica addirittura al MLNV la copertina del numero di domani con un titolo fuorviante e spregiudicatamente falso.
Se l’inchiesta di Fabrizio Gatti ha portato alla luce l’esistenza di milizie antitasse, così come sembra indicare il direttore de l’Espresso, noi non lo sappiamo ma sicuamente il MLNV non ha tempo da perdere con le questioni italiane (rivolta fiscale) perché rivendica la liberazione della Patria (Repubblica Veneta) occupata dallo stato straniero italiano.
E’ evidente infine che il MLNV non condannerà mai un cittadino veneto che si rifiuta di pagare le tasse ad uno stato straniero che occupa la sua Patria anche se lo dovesse fare con l’estremo uso della forza.
Speriamo nell’onestà professionale del giornalista Fabrizio GATTI di cui leggeremo l’articolo domani.
Ed ecco come il direttore presenta il reportage di Fabrizio Gatti:
“c’è chi aprofitta un po’ della protesta e della rivolta che c’è in molte parti del paese (??? sicuramente si riferisce all’italia ignorando il fatto che qui italia non è) dovuta al pagamento di tasse che naturalmente sono aumentate e cresciute… c’è la protesta di chi non ce la fa a pagare e poi purtroppo c’è anche la protesta di chi usa strumenti e mezzi inaccettabili come la violenza (siamo curiosi di vedere chi sta usando strumenti e mezzi inaccettabili come la violenza…i cittadini veneti, noi del MLNV o le forze di occupazione italiane armate fino ai denti anche con mitra e manganelli?).
Fabrizio Gatti ha fatto una ricerca nel nord-est (???) che spesso è culla e laboratorio di fenomeni politici originali e ha scoperto che esistono delle milizie (???) vere e proprie che in qualche modo si offrono di appoggiare la rivolta fiscale e arrivano addirittua come vedrete nelle prossime ore in un video che lo stesso Gatti ha girato e minacciano addirittura la possibilità di appoggiare chi addirittura dovesse usare le armi contro chi chieda il pagamento delle tasse.
Sono naturalmente episodi limitati ma come spesso succede scattano, potrebbero scattare, possono scattare fenomeni imitativi quando c’è una crisi sociale in atto…
Noi speriamo di no però abbiamo fatto il nostro dovere di cronisti e abbiamo raccontato una vicenda molto originale, naturalmente esclusiva, e a questa abbiamo dedicato la copertina de l’ Espresso LE MILIZIE ANTITASSE avvertendo di questo rischio e di questo pericolo.”

2012.06.01 – L’INTERVISTA RICHIESTA DAL QUOTIDIANO “LIBERO”


 ecco le domande nell’intervista richiesta dal giornale “LIBERO”.
da un’email ricevuta dalla Segreteria di Stato il 30 maggio 2012: 
Buongiorno, sono A.G. (nome e cognome per esteso), collaboratore del quotidiano Libero.
Come da accordi col sig. Sergio Bortotto, chiedo gentilmente alla segreteria di poter organizzare un’intervista con lui (possibilmente entro venerdì mattina) per approfondire la vostra attività, comprendere le dinamiche del vostro movimento, chi ne fa parte ed eventualmente commentare la recente pubblicazione de l’Espresso.
Possibilmente sarebbe interessante scambiare qualche battuta anche con altri esponenti del vostro movimento.
In attesa di risposta,
Cordialità,
A.G. (nome e cognome per esteso)

Come è organizzato il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto?
Per capire com’è organizzato il MLNV è necessario capire prima di tutto cos’è un Movimento di Liberazione Nazionale che sono soggetti di diritto internazionale, qualificati dalla loro legittimazione internazionale fondata sul diritto all’autodeterminazione di un Popolo.
I Movimenti di Liberazione Nazionali sorgono e si costituiscono sulla base del diritto internazionale per il riconosciuto diritto all’autodeterminazione di un Popolo occupato da uno stato straniero.
Il MLNV non cerca aderenti, non fa proselitismo in quanto tale o come forza politicamente impegnata in democratiche competizioni elettorali con altri partiti… nulla di tutto questo, (tant’è che la registrazione all’Anagrafe del Popolo Veneto non è un iscrizione al MLNV).
Il MLNV ha un ruolo “puramente tecnico” e che solo un Movimento di Liberazione Nazionale può fare in nome di un intero Popolo.
Suo compito è la rivendicazione del diritto all’autodeterminazione denunciando l’occupazione della propria Patria da parte di uno stato straniero… situazione questa che non ha scadenze in termini di tempo (non esiste l’uso capione nel diritto internazionale) e tale diritto (la rivendicazione) va esercitato secondo i criteri stabiliti dalle norme del diritto internazionale.
Il MLNV dunque non persegue tale fine allo scopo di costituirsi come forza politica e/o di potere… ma avvia e gestisce solo una fase di transizione (quella dall’occupazione alla liberazione della Patria) per portare il Popolo Veneto alle sue prime libere elezioni dopo centocinquant’anni d’occupazione… fatto questo il MLNV non ha più motivo di esistere e rimette il proprio mandato nelle mani dei legittimi rappresentanti eletti dal Popolo.
Ecco perchè il Governo Provvisorio del MLNV è un governo di transizione ed è previsto dal 1° Protocollo di Ginevra art.96 paragrafo 3… perchè non è un governo che si erge sulla base del consenso popolare e proprio perchè tale consenso non può ancora essere espresso liberamente.
L’unica ambizione del MLNV è quella della liberazione della Patria, non ha ambizioni politiche e sicuramente rimette ad altri tale responsabilità, ma questo sembra difficile comprenderlo.
Tutto il resto, al MLNV non può e non deve interessare perchè ci spingerebbe fuori dai “binari” del diritto entro il quale sta portando avanti la battaglia per il ripristino di sovranità del Popolo Veneto.
 
Quanti siete?
Il MLNV non cerca aderenti, non fa proselitismo in quanto tale o come forza politicamente impegnata in democratiche competizioni elettorali con altri partiti… nulla di tutto questo, (tant’è che la registrazione all’Anagrafe del Popolo Veneto non è un iscrizione al MLNV).
Ai Veneti e a quanti intendono sostenerli in questa battaglia, chiediamo solo di registrarsi all’Anagrafe del Popolo Veneto costituita sotto l’egida del MLNV perchè tale registrazione costituisce l’espressione di una dichiarazione d’identità… IO SONO VENETO!
Questa è l’unica ed autentica espressione di consenso che il MLNV cerca, ma non è un consenso rivolto al MLNV quanto al Popolo Veneto, è il risveglio della coscienza di un Popolo che comincia a capire di non essere mai diventato italiano come vogliono farci credere.
 
Qual è la vostra struttura gerarchica?
La nostra struttura è organizzata così come previsto dal diritto internazionale e l’evoluzione naturale dell’organizzazione stessa del MLNV è rappresentata dal Governo Provvisorio strutturato come tutti i governi delle Nazioni democratiche del mondo.
 
Tra di voi ci sono comandanti di polizia locale con un passato da pubblico ministero onorario ed ex poliziotti.
Italiani di giorno e indipendentisti veneti la sera.
Chi prende i soldi dallo Stato poi rivendica l’indipendenza del Veneto, un controsenso, non vi pare?
Come ex poliziotto non prendo alcunchè dallo stato italiano, non percepisco alcuna pensione nonostante i miei 22 anni di servizio (stranamente è tutto sparito) e il dott. Paolo Gallina, Comandante di Polizia Locale percepisce il suo stipendio da un ente locale… se i cittadini di tale Comune non lo ritenessero una persona degna di ciò che fa per la loro comunià avrebbero gia chiesto il suo allontanamento, cosa che invece è stata invano e ripetutamente e arrogantemente pretesa dalle istituzioni straniere italiane che non hanno alcuna rappresentatività del Popolo di quella Comunità.
Il nostro operato è svolto nella massima trasparenza e non è affatto svolto la sera o di notte così come si vuol far credere.
La contraddizzione peggiore è prendere consapevolezza di non essere mai diventati italiani e non far nulla per riappropriarci della nostra sovranità e questo è un diritto, non una pretesa o un azzardo… a rivendicarlo non c’è nulla di contraddittorio.
 
Vi hanno chiamati “estremisti” e “milizie antitasse”, definizioni che sul vostro sito internet contestate…
Se, come dite, rifiutate ogni forma di violenza, che senso ha minacciare l’uso dei fucili contro la Finanza o Equitalia?
«Li femo a tochi» avete detto, parlando della Digos.
Non vi sembra di cavalcare soltanto un malcontento popolare proprio come per anni ha fatto la Lega, da cui prendete sempre le distanze?
Se è da estremisti riconoscere la propria Patria occupata da uno stato straniero allora lo siamo… ma fate attenzione perché essere decisi e pronti ad usare la forza non significa per questo essere dei violenti.
E’ forse sinonimo di violenza la legittima difesa?
Chi agisce realmente con violenza?
Sono le forze di occupazione straniere italiane che irrompono in abitazioni, aziende e luoghi di lavoro dei Cittadini Veneti con mitra e armi da guerra e manganelli.
Chi oggi è vessato ed esasperato dalla pressione fiscale lo è anche da un regime poliziesco che non rispetta i più elementari diritti civili, umani e politici dei cittadini.
L’inchiesta sulla Polisia Nationale Veneta ne è un esempio indelebile, così come tanti altri.
Se il Popolo Veneto prendesse coscienza che realmente non è mai diventato italiano e che questa “bufala” è solo un pretesto per sfruttarci e colonizzarci, credo che le cose cambierebbero immediatamente.
Infatti le autorità di occupazione italiane temono che si sappia proprio questo… che ci sia il risveglio di coscienza del Popolo Veneto.
Nessuno di noi ha minacciato l’uso di fucili contro la finanza ed equitalia ma il Governo Veneto non potrà mai condannare un Cittadino Veneto che per opporsi ad una rapina (perché il prelievo forzoso di tasse da parte d’italia altro non è che una rapina vera e propria) difende i propri beni e i propri familiari anche con l’uso della forza.
Se dei gendarmi stranieri armati di mitra e manganelli venissero a casa vostra ad espropriarvi dei vostri beni per conto di un’autorità straniera è violento chi si oppone a tanta prepotenza o chi costringe il cittadino a difendersi?
La frase “li femo a tochi” riferita alla digos è smembrata dal contesto principale in cui è stata detta e questo è un tipico esempio di “straw man argument”, cioè un argomento ingannevole usato per controbattere un argomento più serio.
Il dott. Paolo Gallina ha usato tale espressione riferendosi a quanto successo nella rivoluzione rumena e in particolare ad una scena trasmessa dalla tv e nella quale si vedeva un miliziano della famigerata securitate rumena (la polizia politica della Romania comunista) catturato dalla folla inferocita… tutto il suo addestramento a nulla è servito per sottrarlo al linciaggio;   questo è stato ribadito perché è giusto che si sappia che quando un Popolo si solleva neppure i carri-armati possono fermarlo.
 
C’è chi vi definisce degli esaltati, capaci soltanto a parole… Voi cosa rispondete?
Un passo del vangelo recita testualmente:”…Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?… Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?… Il sale è buono, ma se anche il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si salerà? Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per intendere, intenda.” Dal Vangelo secondo Luca (14, 28-35).
La risposta a questi delatori è molto semplice.
Non basta avere dei mattoni per costruire una torre e non basta avere diecimila o centomila uomini per fare un’esercito… ci vuole un progetto, ci vuole una strategia.
Veramente pensate che basti liberarsi dall’italia per ripristinare la sovranità del Popolo Veneto?
Certo che no, tant’è che il Governo Provvisorio prevede i lavori di una Costituente;    sta lavorando ad una proposta di carta costituzionale da sottoporre alla Costituente e al Popolo Veneto.
Prevede anche l’istituzione provvisoria di un organo indipendente di controllo dell’attività del Governo Provvisorio in questa fase di transizione e formato da cittadini del Popolo Veneto… così come prevede l’istituzione di una provvisoria e indipendente Alta Corte di Giustizia composta da giuristi ed esperti che abbiano anche funzioni di consulta e di un’ulteriore grado di controllo dell’attività del Governo Provvisorio.
Per ultimo potremo anche dire che crediamo nel detto:”uccide più la penna che la spada”.
 
Avete in mente qualche clamorosa iniziativa anti-tasse?
Il Governo Provvisorio varerà presto un decreto, che sarà notificato anche al governo straniero italiano e alle Nazioni Unite e che prevederà l’espulsione della guardia di finanza e di tutti gli uffici ed enti di natura fiscale dai propri territori.
Il decreto inoltre estenderà il divieto di circolare armati sui territori della Repubblica Veneta a tutte le autorità straniere presenti sui nostri territori salvo specifica deroga autorizzativa del Dipartimento degli Interni e della Difesa Nazionale;   questo divieto sarà esteso anche alle forze armate italiane e straniere, compresa l’eurogendfor (la gendarmeria europea che attualmente ha sede alla caserma Chinotto a Vicenza).
 
In passato avete appoggiato qualche iniziativa in merito?
Il MLNV e così ora il Governo Provvisorio agiscono e si raffrontano a livello istituzionale con gli altri stati perché agiscono al pari degli stati.
Appoggieremo sicuramente tutte le iniziative di tipo indipendentista reclamate dai Popoli occupati da stati stranieri, in particolare dai Popoli delle Nazioni pre-unitarie italiane ma siamo decisamente contro ogni tipo di attentanto e di violenza gratuita contro chiunque.
 
In Veneto ormai è un proliferare di sigle indipendentiste, e ognuna cerca di prevalere sull’altra.
Alla luce degli scarsi risultati ottenuti alle ultime elezioni amministrative, non sarebbe più conveniente, per voi, fare fronte comune e mettere da parte le divisioni, tipiche dei partiti e dei movimenti italiani che tanto criticate?
Intanto il proliferare delle sigle indipendentiste è sicuramente anche frutto della rinascita del sentimento nazionale del Popolo Veneto che dimostra di non essere stato distrutto dopo centocinquant’anni di occupazione italiana.
Il MLNV, come si è detto, non ha lo scopo di costituirsi come forza politica e/o di potere… ma avvia e gestisce solo una fase di transizione (quella dall’occupazione alla liberazione della Patria) per portare il Popolo Veneto alle sue prime libere elezioni dopo centocinquant’anni d’occupazione… fatto questo il MLNV non ha più motivo di esistere e rimette il proprio mandato nelle mani dei legittimi rappresentanti eletti dal Popolo.
Un tentativo per riunire tutti gli indipendentisti seriamente impegnati nella lotta di liberazione e ripristino di sovranità è stato fatto con una riunione congiunta a Vicenza il 25 febbraio u.s. e con l’incondizionata offerta del MLNV a condividere con tutti la partecipazione ai lavori del Governo Provvisorio.
La partecipazione ai lavori è stata quindi estesa ai cittadini che venendo a conoscenza del progetto del MLNV che si sta attuando attraverso il Governo Provvisorio si dimostrano molto più lungimiranti degli “indipendentisti di professione”.
Taluni di questi probabilmente hanno molto più da perdere che da guadagnare con la liberazione della Patria.
 
Il presidente Bortotto dice di non pagare le tasse e di non riconoscere la magistratura italiana.
A quanto si legge, risulta che sia imputato nel processo sulla “Polisia veneta”.
Se dovesse essere condannato, come reagirebbe il vostro movimento?
Per essere sincero non è l’unico procedimento in cui sono indagato.
Lo sono per le presunte minacce che il medico della polizia di stato italiana Marco Sartore della Questura di Treviso, (quello che aveva falsificato il referto medico adottato come pretesto per la mia destituzione dalla polizia di stato italiana nel 2000)  avrebbe ricevuto con tre missive anonime… (francamente non ho tempo da perdere con queste fesserie).
Lo sono inoltre per la presunta ricettazione di un tricolore rubato a Venezia da tale Albert Gardin che avrebbe dichiarato di aver ammainato il drappo straniero italiano e di averlo poi spedito alla Polisia Nationale Veneta, cosa mai avvenuta consti che sembra essere stato nel frattempo restituito dal responsabile.
A tal proposito non possiamo che ribadire che tra le norme consuetudinarie applicabili ai movimenti di liberazione nazionale vi sono, oltre al diritto all’autodeterminazione dei popoli, anche quello di stipulare trattati internazionali e che sono destinatari delle norme sulla protezione e immunità degli individui che agiscono per conto loro.
Il MLNV, quale soggetto di diritto internazionale, non può essere soggetto né assoggettabile – per sua natura – alla giurisdizione dello stato straniero occupante italiano.
Tali atti dello stato straniero italiano configurano secondo le norme del diritto internazionale veri e propri atti di aggressione e atti di guerra contro il MLNV.
 
Tra di voi ci sono padri di famiglia.
Qual è il messaggio che volete far passare ai vostri figli?
Le istituzioni italiane si ostinano a raccontare favole, come quelle sul risorgimento italiano che è in realtà un mito inesistente.
Veri e propri genocidi, massacri, campi di concentramento e l’esodo di popoli sono il marchio indelebile e il prezzo di questa falsa unità d’italia.
La mistificazione dei 150 anni dell’unità d’italia è un insulto alle vittime innocenti, ai combattenti e patrioti che hanno difeso, anche con l’estremo sacrificio della vita, le loro Patrie.
Il MLNV nel proprio sito ha dedicato un capitolo alle verità storiche a imperitura memoria delle Nazioni, dei Popoli e di coloro che l’italia ha voluto cancellare dalla storia.
E inoltre:
O.N.U. – PATTO INTERNAZIONALE RELATIVO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI
NEW YORK 16 DICEMBRE 1966 – (Ratificato dall’Italia con la legge 881/77 del 25 ottobre 1977)
Parte Prima
Articolo 1
Tutti i popoli hanno diritto di autodeterminazione.
In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale.
(il Popolo Veneto è detentore di tali diritti)
Per raggiungere i loro fini, tutti i popoli possono disporre liberamente delle proprie ricchezze e delle proprie risorse naturali senza pregiudizio degli obblighi derivanti dalla cooperazione economica internazionale, fondata sul principio del mutuo interesse, e dal diritto internazionale.
In nessun caso un popolo può essere privato dei propri mezzi di sussistenza.
(il Popolo Veneto è detentore di tali diritti)
Gli Stati parti del presente Patto, ivi compresi quelli che sono responsabili dell’amministrazione di territori non autonomi e di territori in amministrazione fiduciaria, debbono promuovere l’attuazione del diritto di autodeterminazione dei popoli e rispettare tale diritto, in conformità alle disposizioni dello Statuto delle Nazioni Unite.
(l’Italia deve promuovere e rispettare il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto)
Parte Seconda
Articolo 2
Ciascuno degli Stati parti del presente Patto, si impegna a rispettare e garantire a tutti gli individui che si trovino sul suo territorio e siano sottoposti alla sua giurisdizione i diritti riconosciuti nel presente Patto, senza distinzione alcuna, sia essa fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua, la religione, l’opinione pubblica o qualsiasi altra opinione, l’origine nazionale o sociale, la condizione economica, la nascita o qualsiasi altra condizione.
(l’Italia deve rispettare e garantire tali diritti senza alcuna distinzione)
Ciascuno degli Stati parti del presente patto, si impegna a compiere, in armonia con le proprie procedure costituzionale e con le disposizioni del presente Patto, i passi necessari per l’adozione delle misure legislative o d’altro genere che possano occorrere per rendere effettivi i diritti riconosciuti nel presente Patto, qualora non vi provvedano già le misure, legislative e d’altro genere, in vigore.
(l’Italia si è impegnata a rendere effettivi tali diritti riconosciuti al Popolo Veneto).
 
Venetia, 1 giugno 2012
 
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV
e Presidente del Governo Provvisorio.

2012.06.01 – INDIPENDENTISTI ANTI-ITALIANI, UNO STATO NELLO STATO


Scritto da Giulio Todescan il 1 giugno 2012.

Inserito su LA SETTIMANA, POLITICA
Un mese fa hanno creato un «governo provvisorio», che si è riunito per la prima volta a Vicenza il 17 maggio.
Il MLNV – Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto – la considera la «fase tre».
La fase uno è stata la rivendicazione di autodeterminazione depositata nel dicembre 2010 alla sede dell’Onu, a Ginevra.
Fase due: «ultimatum all’Italia».
«E’ scaduto il 31 dicembre del 2010 – dice Sergio Bortotto, presidente del «governo provvisorio» – Abbiamo atteso che lo Stato italiano facesse opposizione al nostro atto, in cui li denunciamo come forza occupante della nostra patria.
Ma ci hanno ignorati, ci considerano quattro gatti.
Ma attenzione, il fatto di ignorarci produce diritto, per quanto ci riguarda costituisce un fatto giuridico».
Via alla fase tre, dunque: costituzione di «istituzioni» come il governo provvisorio, richiesta di riconoscimento da parte di stati esteri, carte d’identità targate MLNV, e in un futuro non troppo lontano anche un «codice unico», per far pagare le tasse dei venti direttamente sul conto corrente del movimento.
«Le tasse al governo italiano sono illegali – afferma Bortotto – L’Italia è uno stato straniero che ci occupa, Imu e Iva sono tasse illegali, anche la Finanza che va in giro a fare i controlli degli scontrini è illegale».
Il MLNV non è solo uno dei tanti gruppuscoli della galassia venetista.
E’ il più radicale, rifiuta di partecipare alle elezioni e non riconosce le autorità italiane.
La scorsa settimana è finito in prima pagina del settimanale L’Espresso con un’inchiesta di Fabrizio Gatti e un titolo forte: «Le milizia antitasse».
Gatti ha seguito con taccuino e videocamera per dieci giorni i militanti tra Vicenza e Treviso, trascrivendo parole forti contro Equitalia e le tasse, allusioni alle armi.
«L’Espresso ha dato una versione di parte, sbagliata – dice Bortotto – Ma dopo la pubblicazione abbiamo registrato un aumento delle adesioni al nostro anagrafe, c’è una spinta.
I veneti sono sensibili al problema delle tasse ma non solo, iniziano a capire ciò che rappresentiamo».
Bortotto è vicentino di nascita e vive a Treviso dal 1989, è stato ispettore di polizia fino al 2000, quando ne è uscito per problemi di incompatibilità: «Sono diventato indipendentista quando ho visto che stare nell’ambito italiano non serviva a niente – racconta –
In polizia subivo un mobbing incredibile perché facevo il mio dovere, sono andato fino al Consiglio di Stato ma ho perso.
Avevo denunciato i superiori per peculato, droga, contrabbando».
Bortotto viene dalla «Polisia Veneta»: nel 2009 insieme ad altri dodici viene accusato di associazione paramilitare quando a Cittadella il gruppo viene bloccato dalla Digos mentre vestiti in divisa e camminando col passo dell’oca per un «atto dimostrativo» nei confronti del presidente della Regione Luca Zaia.
Nella casa di uno di loro, Paolo Gallina, viene trovato un arsenale di armi.
Ora è in corso il processo, ma il MLNV non riconosce i giudici italiani.
Nel frattempo raccolgono adesioni tramite un «anagrafe del popolo veneto» on line, dove si può auto-certificare di far parte del popolo veneto.
«Non posso rivelare da quante persone è formato il movimento – continua Bortotto – Siamo un movimento di liberazione, esattamente come quelli dell’Africa e dell’Asia degli anni Sessanta.
La Repubblica Veneta, a rigor di legge, non ha mai cessato di esistere, rivendichiamo la liberazione dallo stato italiano occupante».
Già oggi i dirigenti del movimento – come il coordinatore per Vicenza e responsabile del dipartimento Esteri, Gabriele Perucca – hanno riconsegnato la carta d’identità italiana, e girano con documenti autoprodotti, con tanto di immagine del leone di S. Marco armato di spada e scudo.
Quando li fermano, alla polizia italiana rispondono che non li riconoscono come autorità, e si appellano all’Onu, al patto sui diritti civili e politici approvato nel 1966 e ratificato in Italia con la legge 881 del 1977.
Nella galassia indipendentista veneta c’è movimento: qualche mese fa era emerso Veneto Stato (ne avevamo parlato in gennaio) che, sull’onda del declino leghista, ha rilanciato il sogno indipendentista con la proposta di un referendum sul modello della Scozia.
Ma alle urne delle amministrative il boom non c’è stato, e il movimento è diviso, come è tipico in queste formazioni dilaniate da rivalità e gelosie.
«Rispettiamo Veneto Stato, ma politicamente stanno sbagliando tutto – commentano dal MLNV –
La Costituzione italiana non consente l’indipendenza tramite referendum, la Regione verrebbe commissariata all’istante dallo Stato centrale».
L’unica via, ripetono, è quella «legale» della richiesta di riconoscimento internazionale del «governo provvisorio» veneto da parte di altre entità nazionali.
E la «Polisia veneta»?
La rivendicano con orgoglio: «Il movimento nasce da quell’esperienza, la stiamo per costruire, la dobbiamo costruire.
Se lo Stato italiano continua a rimanere qua e non alza i tacchi, prima o poi si arriverà allo scontro».
Intanto dal repertorio della Serenissima hanno rispolverato le Cernide, le milizie territoriali veneziane, sorta di ronde ante litteram, con compiti di «difesa e protezione civile».
Sul sito del movimento ne sono registrate una ventina, di cui otto nella provincia di Vicenza, che spartisce il grosso dei nuclei con Treviso.
Ma la futura «polizia» sarà armata?
«Ovvio, in quale Stato la polizia non ha le armi? – risponde Bortotto –
Se la polizia nascerà quando sarà ancora in atto l’occupante straniera, lo valuteremo a tempo debito.
Speriamo che l’Italia si fermi in tempo e che non voglia replicare qui quello che è successo vent’anni fa nei Balcani.
articolo commentato online dal Presidente del MLNV alle ore 13.02 del 1 giugno 2012.
E’ necessario anche in questo caso fare subito chiarezza su alcuni aspetti:
01 – le armi sequestrate al Vice Presidente del MLNV, dott. Paolo GALLINA, (Comandante Ufficiale di Polizia Locale) erano tutte regolarmente detenute; le armi da collezione e di servizio sono state rubate dagli inquirenti italiani con il pretesto della perquisizione e gli sono servite per la successiva sceneggiata mediatica in televisione (lo stesso verbale della digos di Treviso di quel giorno che alle ore 13.30 conferma “armi legalmente detenute” … come può un questore che rilascia le autorizzazioni non esserne a conoscenza?).
In sostanza non è mai esistito alcun arsenale della Polisia Nationale Veneta e la cosa peggiore, vigliacca e spudoratamente criminale è che nel dire quello che hanno detto, gli inquirenti italiani sapevano di mentire all’opinione pubblica.
E’ evidente che il tentativo posto in essere non era legato a motivi di sicurezza pubblica ma politico, anzi di una spregiudicata e criminale repressione politica.
2) – E’ infatti risultato patetico il tentativo di inquisire dei Patrioti sulla base di una legge del 1947 (una legge varata appena dopo la seconda guerra mondiale per impedire il proliferare di gruppi armati) per costituzione di associazione paramilitare, una norma che oltre ad essere stata abrogata e poi non si sa come reintegrata, nulla ha a che vedere con le intenzioni del MLNV e negli stessi fatti contestati.
L’insostenibilità delle accuse formulate da digos e procura italiana a Treviso dovevano in qualche modo essere sostenute almeno da una certa potenzialità offensiva del MLNV, ma dal momento che non erano state trovate armi, (se non quelle legalmente detenute da un ufficiale di Polizia Locale) si rendeva necessario inscenare in tutta fretta un pretesto;   non a caso la Digos, in una “ulteriore” perquisizione del garages del dott. Paolo Gallina (il Comandante della Polizia Locale) stranamente trovavano poi alcuni proietteli incompatibili con i calibri delle armi in dotazione e la detenzione di un numero maggiore di colpi consentiti… ma guarda che coincidenza.
Con tale pretesto si è poi dato vita alla sceneggiata mediatica con tanto di presunto arsenale di armi attribuito al MLNV e agli altri cittadini del Popolo Veneto che non avevano mai neppure avuto modo di aver visto quelle stesse armi.
3) – non bastando ancora, gli inquirenti italiani si sono letteralmente inventati e non si comprende sulla base di quale elementi probatori, le teoria del complotto o del presunto tentativo di attentato all’allora (2009) Ministro italiano Luca Zaia.
E’ chiaro che un simile pretesto doveva servire a sostenere il teorema accusatorio e la presunta potenzialità offensiva del MLNV, tant’è che oltre a non esserci stato alcun attentato, si è cercato di attribuire al MLNV e quindi alla Polisia Veneta, l’intenzione di provvedervi in occasione della propria apparizione alla “festa dei Veneti” del settembre 2009.
Nove giovani che indossavano una tuta usata dai meccanici della RAF inglese con sovrapposta la scritta POLISIA si erano recati sul posto come concordato con gli organizzatori per collaborare ad un servizio antincendio;   nel portarsi presso lo “stand” espositivo condiviso dalla Life e dalle Istituzioni di Autogoverno del Popolo Veneto (Istituzioni dalle quali era stato varato il progetto Polisia Nationale Veneta), nessuno è stato fermato dalla digos, bensì osteggiati dagli organizzatori (per noi palesemente sostenitori del partito italiano Lega Nord).
Per mera opportunità si è così deciso di rinunciare alla presenza sul posto e andarsene ma nessuno di quei giovani ha marciato al passo dell’oca (molti indossavano scarpe da tennis e molti non avevano neppure mai fatto il servizio militare).
4) – forse dimenticate anche di dire che la corte costituzionale italiana, con l’ordinanza 341/2011 ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 2268, comma 1, numero 297, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), sollevata in riferimento agli artt. 18, 25, secondo comma, e 76 della Costituzione, dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Treviso e ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 14, commi 14 e 14-ter, della legge 28 novembre 2005, n. 246 (Semplificazione e riassetto normativo per l’anno 2005) e, per l’effetto, dell’articolo 2268, comma 1, numero 297), del d.lgs. n. 66 del 2010, sollevata in riferimento all’art. 76 della Costituzione, dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Treviso… così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 12 dicembre 2011.
(potete vedere l’ordinanza sul sito del MLNV: http://www.mlnv.org/main/?p=6948).

2012.05.31 – E LA TRIBUNA INSISTE CON GLI ARTICOLI SPAZZATURA.


Oggi 31 maggio 2012 il giornaletto "LA TRIBUNA" di Treviso insiste con gli articoli spazzatura contro il MLNV e il Governo Provvisorio.
Oltre a porre in essere reiterate diffamazioni aggravate a mezzo stampa, anche con la pubblicazione della foto delle armi sequestrate al Vice Presidente del MLNV, dott. Paolo GALLINA, tutte regolarmente detenute e rubate dagli inquirenti italiani nell'occasione dell'inchiesta farsa sulla Polisia Nasionale Veneta, nella didascalia il giornaletto recita: "l'arsenale della Polisia".
Il Governo Provvisorio della Repubblica Veneta diffida la direzione della Tribuna dal persistere nell'attività di diffamazione aggravata a mezzo stampa del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto attribuendogli responsabilità che non sono state provate giudizialmente neppure in ambito italiano… (non esiste infatti nessun arsenale della Polisia tant'è che non ne fa menzione neppure il famigerato ex procuratore straniero italiano Fojadelli nella sua calunniosa richiesta di rinvio a giudizio).
Tanto per essere chiari, l'inchiesta farsa degli inquirenti italiani non ha smantellato alcunchè, compresa la Polisia Veneta di cui tanto vi riempite la bocca senza neppur sapere di cosa state parlando.
Nella foto di repertorio, il dirigente della digos italiana a Treviso, il questore italiano a Treviso e l'ex procuratore capo italiano a Treviso, tutte autorità d'occupazione straniere e che esercitano le loro funzioni illegalmente e illecitamente sui territori della nostra Patria, (che non è l'Italia ma la Repubblica Veneta), si beano ostentando un'inesistente arsenale di armi.
Solo dei delinquenti abusano dello strumento mediatico per criminalizzare dei cittadini onesti creando ad hoc una sceneggiata televisiva per attribuire al MLNV e agli altri cittadini del Popolo Veneto responsabilità che non sono neppure in grado di provare.
La cosa peggiore, vigliacca e spudoratamente criminale è che nel dire quello che hanno detto sapevano di mentire all'opinione pubblica.
Nel recente intervento di qualche sera fa, al telegiornale di Antenna 3, il prefetto di Treviso ha dichiarato che gli appartenenti al MLNV sono innoqui e inoffensivi.
Il questore Carmine Damiano, in un articolo del Gazzettino dell'altro ieri asserisce che gli appartenenti al MLNV non sono dei criminali.
Non si capisce allora perchè oggi la "tribuna di Treviso" insiste con le diffamazioni aggravate contro il MLNV riproponendo un cliché inesistente e fuorviante.
Non si comprende altresì come il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica riunitosi in prefettura a Treviso possa giustificare l'attribuzione di scorte a questi magistrati se il MLNV non è per loro pericoloso.
E' strano che si trovino fondi da spendere in simili servizi quando altri ben più importanti vengono lesinati alla cittadinanza.
Come abbiamo gia avuto modo di ribadiere per iscritto il MLNV non condivide e non appoggia nessun tipo di attentato alle persone e/o alle istituzione anche se straniere e dello stato occupante italiano.
Il MLNV persegue il ripristino di sovranità del Popolo Veneto attraverso il diritto internazionale e nonostante gli sia riconosciuto il diritto di usare la forza per difendersi e difendere i cittadini del Popolo Veneto e per liberare la Patria dall'occupazione straniera italiana sta ancora operando pazientamente e con fermezza entro i limiti di un confronto civile e pacato ma che l'italia insiste ad ignorare.
Ricordatevi che è l'italia ad aver posto in essere atti di guerra contro il MLNV proprio con quanto fatto contro la Polisia Veneta e di questo i responsabili, prima o poi ne renderanno conto alla Giustizia Veneta.
I crimini contro il Popolo Veneto, contro l'integrità territoriale della Nazione Veneta e contro il MLNV sono delitti previsti dalle norme del diritto internazionale… il giornaletto "LA TRIBUNA" di Treviso e le argute menti delle autorità straniere italiane lo sanno benissimo e infatti dolosamente evitano di parlarne nei loro articoli o nei loro interventi.
Quando il mio cane fa i suoi bisogni sull'erba li raccolgo in un sacchetto e li metto dove devono stare… nella spazzatura, da oggi per farlo userò la Tribuna.
Sergio Bortotto Presidente del MLNV
 
 

2012.05.31 – PATTI TRA INDIPENDENTISTI? MEGLIO FARLI PRIMA!

di ENZO TRENTIN
Ai giornalisti capita spesso di frequentare riunioni, conferenze, convegni.
Quasi sempre il loro lavoro e relazionare sui personaggi, i dibattiti, gli argomenti.
Meno spesso sono chiamati ad intervenire essi stessi.
Per cui capita di sentire l’accorato intervento di un presidente di partito indipendentista che si affanna – non a torto – a sostenere che bisogna andarcene al più presto dall’Italia.
Che non importa avere prima un quadro istituzionale già pronto.
Egli si chiede, con parole disperate: «Chi mai dovrebbe approvare una nuova Costituzione?».
Tra il pubblico qualcuno gli risponde: «Il popolo sovrano!».
Ma il nostro stenta a capire.
Eppure se guardiamo ad eventi lontani nel tempo fu proprio così che nacquero nuove nazioni. E qui, più che altri eventi, ci piace ricordare la nascita della Svizzera.
Il patto Grütli è del 1291, e ci appare senz’altro come una breve carta costituzionale, atta a regolare rapporti fra comunità determinate a unirsi attorno a regole comuni, non soltanto a fini di resistenza contro nemici comuni, contro possibili invasori, ma per poter far valere princìpi comuni, ai quali tutte richiamarsi, per poter affrontare entro un certo ambito comuni destini, per veder sortire un comune progresso civile e politico, nel limite delle rispettive autonomie.
Il patto è molto più di un “patto di alleanza”: è un riconoscersi in una comune logica di vita civile, di scelte politiche.
Venne stipulato “in princìpio del mese d’agosto” del 1291, sulle rive del lago oggi detto dei Quattro Cantoni, nei prati della pianura del Grütli, “nell’interesse comune, per durare, se il Signore lo consente, in perpetuo” (il testo del patto – in lingua latina – si richiama tuttavia, per rinnovarla, a un’antica, già giurata confederazione: antiquam confederationis formam juramento vallatam innovanda).
Le tre comunità originarie affermarono il loro diritto ad autodeterminare il modo di governarsi, in nome di tutti gli abitanti delle tre valli, anche dei non liberi.
Questi ultimi sono cosi soggetti prima di tutto all’alleanza confederale sancita dal patto, e poi ai rispettivi signori che continuano a servire.
Il patto supera cosi i confini del diritto feudale e afferma in embrione la natura dello Stato moderno.
Ciò che è meno noto al grande pubblico è che per molti anni fu considerato quale atto fondativo non già il Patto di Grütli, bensì quello detto di Brunnen.
Tale nuovo patto prende le mosse dalla battaglia di Morgarten, che nel mattino del 15 novembre 1315, vide di fronte da una parte le truppe asburgiche – più numerose e che contavano su di una ben addestrata cavalleria – capeggiate dal duca Leopoldo d’Asburgo, figlio dell’imperatore Alberto, e dall’altra l’esercito montanaro dei Waldstätten.
Fu la Legnano elvetica. I fanti forestali, sul loro terreno, batterono la cavalleria asburgica che aveva baldanzosamente puntato verso Svitto.
Nacque la fama dell’imbattibilità della fanteria svizzera.
Leopoldo, che aveva congegnato un attacco su tre lati seguendo un brillante piano strategico, fu battuto sul tempo dall’attacco svittese, salvò a stento la vita, e la sua cavalleria fu in buona parte annientata e posta in fuga precipitosa.
Emilio R. Papa nella sua Storia della Svizzera edita da Bompiani, c’informa che A suggellare il trionfo confederale, dopo qualche settimana dalla vittoria, il 9 dicembre, i tre cantoni confermarono il patto del 1291, stringendo un nuovo giuramento e ampliando i contenuti della loro alleanza-unione.
Il nuovo patto, detto di Brunnen, dal luogo ove venne stilata la nuova, potremmo dire, carta costituzionale, è in lingua tedesca, e non è più un patto segreto, è un atto pubblico. Esso contiene una clausola estremamente qualificante: il divieto per i tre cantoni di contrarre alleanze separate.
Da tale rilievo ha preso il via una oziosa questione storiografica. Se la nascita della Confederazione non debba essere collocata a Brunnen anziché nei prati del Grütli, spostata in avanti di cinque lustri a un dì presso, atteso che oltretutto fu il patto di Brunnen quello conosciuto per quasi cinquecento anni, mentre il patto del Grütli fu dimenticato durante un cosi lungo periodo.
Il nuovo patto non è più un accordo giurato da notabili: è un insieme di grandi norme che saranno lette e giurate – e lo saranno per secoli – in ogni Landsgemeinde, dai confederati. Dai confederati: Eidgenossen, dicono già i documenti, uomini uniti per giuramento.
Insomma, non che ce ne fosse proprio bisogno, ma qui c’è la prova documentale che un nuovo soggetto istituzionale indipendente nasce su precisi accordi, a priori, non come diceva il presidente del partito indipendentista sopraccitato: «prima ci liberiamo, poi pensiamo al resto!»
E cosa può produrre un tale metodo?
Bene!
Tra le tante cose che potremmo scrivere, ci piace invece rimandare a quanto ebbe a scrivere Giancarlo Dillena, direttore del Corriere del Ticino nell’editoriale pubblicato il 31 Luglio 2010 per la festa del 1 di Agosto, compleanno della Confederazione Svizzera.
Egli titola: Perchè amo questo Paese.
«La patria è dove si sta bene», recita un moto latino.
Semplice, quasi banale.
Ma, come ricordava Tolstoj, le grandi idee sono spesso semplici.
Se riferisco questa frase alla mia esperienza – non perché più significativa di altre, ma perché è quella che conosco meglio – devo riconoscere che l’assunto vale: amo questo Paese innanzitutto perché ci sto bene.
Perché mi ha dato un’infanzia, una giovinezza e quel che è seguito nel segno della pace, della tranquillità, della sicurezza.
Senza i travagli, i conflitti, il sangue che hanno conosciuto i nostri vicini.
Il che, la storia insegna, è tutt’altro che scontato.
Ma amo questo Paese anche perché mi ha insegnato a vivere e condividere alcuni valori fondamentali: libertà, democrazia, convivenza nella diversità di lingue e di mentalità.
E mi ha insegnato l’importanza non solo di conquistarli e difenderli, ma anche e soprattutto di praticarli quotidianamente, con costanza, pazienza e moderazione.
Nella consapevolezza che si fondano certo sulla salvaguardia dei miei diritti, ma altrettanto sul rispetto di quelli degli altri e sulla ricerca di un comune terreno d’intesa.
Un esercizio quotidiano faticoso, a volte difficile, che richiede soprattutto pazienza e perseveranza.
E che porta spesso a dover accettare dei compromessi.
Parola sgradita a chi si accontenta degli stereotipi.
Non a chi è consapevole del suo significato originario, cioè «mettere insieme per uno scopo».
E Se lo scopo è il bene comune, nel rispetto delle differenze e delle prerogative di ciascuno, e uno scopo nobile.
Amo questo Paese perché ha saputo coltivare queste virtù.
Frutto non certo di quella pretesa «superiorità» che altri, intorno a noi, hanno sovente rivendicato, con nefande conseguenze per tutti.
No, queste virtù sono essenzialmente il frutto della necessità.
Piccolo, privo di petrolio, di una grande flotta, di un impero coloniale, questo Paese ha dovuto cercare altri modi per non farsi inghiottire e per dare pane, sicurezza e dignità ai propri cittadini.
Non per questo e diventato perfetto, per carità.
E non per questo è autorizzato a credersi migliore degli altri.
In molte cose ha tanto da imparare da chi ha esperienze storiche, sociali, umane diverse dalle sue.
Ma ciò non per dimenticare o peggio rigettare le sue, bensì per cercare, ancora una volta di trarne il meglio.
Per questo amo il mio Paese.
Lo amo anche quando le diversità linguistiche e soprattutto quelle fra mentalità diventano un ostacolo alla comprensione reciproca.
Lo amo anche quando, come esponente di una minoranza, devo fare i conti con i «clichés» e i pregiudizi della maggioranza.
Lo amo anche quando una scelta politica lo conduce nella direzione opposta a quella che vorrei.
Perché so che, finché rimarrà fedele a se stesso, mi darà comunque altre opportunità di esprimere e far valere il mio punto di vista.
Ci sono momenti in cui, lo ammetto, questo Paese lo amo un po’ meno.
Quando si lascia prendere dalle opposte nevrosi.
Quella della «cittadella assediata» che nutre l’illusione vagamente medievale, di salvare sé stessa e i suoi valori fondanti semplicemente richiudendosi entro le proprie mura.
Ma ancor di più quella, opposta segnata dall’ossessiva autoflagellazione e dall’altrettanto ossessiva ansia di gettare a mare quello che siamo stati e quello che siamo, per correre affannosamente incontro non si sa bene a che cosa.
Vorrei che il mio Paese si liberasse da queste nevrosi.
Che sapesse guardarsi dentro, senza illusioni e presunzioni, ma anche senza stupidi complessi, ritrovando e rinvigorendo ciò che ha fatto e ancora oggi può fare la sua forza.
E che proprio per questo potesse guardarsi intorno senza paura, con disponibilità e capacità di tenere il passo con un mondo che cambia.
Un Paese aperto, perché saldamente e fieramente ancorato al meglio di se stesso, della sua storia, dei suoi valori.
Un Paese da consegnare alle nuove generazioni con la fiduciosa certezza di dare loro un luogo in cui «state bene» insieme.
Cioè una Patria.
Quale direttore di giornale italiano è in grado di scrivere, senza mentire, che ama questo Paese innanzitutto perché ci sta bene?
Senza travagli, e conflitti sociali e guerreggiati?
Per questo, quindi, è necessario che gli indipendentisti s’impegnino di più sulla strada della redazione di “Patti”, e spendano meno risorse in infruttuosi e scarsi risultati elettorali che comunque li porterebbero ad amministrare con regole che hanno dimostrato di non funzionare.

2012.05.27 – “MILIZIA ANTITASSE”: LA VERA STORIA DEL MLNV


da un articolo de L’INDIPENDENZA.COM
 
26 maggio 2012
di CARLO MELINA (tratto da qui)
I negri puzzano, gli ebrei rubano, i veneti evadono.
Lo stereotipo è stato riproposto con gusto prima da un articolo cosiddetto “d’inchiesta” vergato da Fabrizio Gatti su L’Espresso (anche se somiglia più ad un racconto fantasy), poi da un servizio di Silvia Brasca, andato in onda ieri sera per il Tg di La7.
Riproposto appunto, per smentire l’unica realtà: i veneti sono occupati.
Occupati dal 1866 per mano di uno stato coloniale che si è impossessato del loro territorio grazie ad un referendum truffa (“burletta”, l’ha definito Montanelli), con voto palese e, conseguentemente, risultato bulgaro.
Uno stato che li sfrutta (140 miliardi di residuo fiscale dal 2001 al 2009).
E poi volentieri li dileggia, rappresentandoli ora come servi, i maschi, ora come puttanelle, le femmine.
Perché altro non sono gli italiani delle Venezie: un popolo pavido e abietto, che, per rinvigorire la retorica centralista, a scapito di ogni rivendicazione indipendentista – rivendicazione che la crisi economica e il ritrovato senso di appartenenza veneto rendono sempre più pericolosa – sono stati chiamati in causa, ovviamente a sproposito, da uno dei più acclamati turisti della notizia: Fabrizio Gatti.
Trasferitosi in Veneto per 10 giorni 10, Gatti ha seguito gli esponenti del Movimento di Liberazione Nazionale del popolo Veneto (una delle decine di sigle indipendentiste e, senza togliere alcun merito agli uomini di Bortotto, anche una delle meno rappresentative in termini di consenso popolare).
Il risultato?
Tre paginette di stereotipi, slogan e nessuna attenzione analitica a quella che è la vera proposta del movimento, peraltro deriso, in perfetto stile italiano – quella del MLNV, secondo Gatti, “sembra una storia da raccontare per ridere al bar”.
Il tutto a spese di un editore che campa con soldi pubblici – quindi anche veneti – e che ha appena ricevuto una multa da 225 milioni di euro per evasione fiscale.
Oltre la trama intessuta da Gatti, tuttavia, c’è un gruppo di persone (di cui lo stesso Gatti aveva dichiarato a Bortotto di di aver capito la vocazione, evidentemente dimenticata al momento della stesura del testo) che ha idee chiare e progetti legali, oltre che pacifici.
Progetti che qui, con l’aiuto di Gabriele Perucca, portavoce di MLNV, vogliamo riassumere.
“I veneti specialmente quella parte che sta dietro al MLNV – spiega Perucca al telefono – non sono evasori. Semplicemente non vogliono pagare le tasse allo stato italiano, che li affama.”
Grato, seppur in parte, per la visibilità ricevuta grazie a L’Espresso, Perucca ricorda che il percorso del MLNV “ha presa immediata: noi vogliamo liberare la patria, appellandoci alle norme del diritto internazionale.
Senza il ricorso alla violenza.
Le divise, descritte come tenute militari, altre non sono che dei gilet comprati in un magazzino.
Io non le ho mai indossate, per esempio.
Ci fa piacere che la copertina di un settimanale così venduto si occupi di noi, perché ci dà visibilità.
Ma non ci stiamo ad essere assimilati ad organizzazioni terroristiche o paramilitari”.
Perché allora una polisia veneta?
“Noi abbiamo fondato un movimento di liberazione come previsto e richiesto dai tratti Onu e dalle convenzione di Ginevra (art 96.3 primo protocollo del 1977).
In quanto movimento di liberazione – chiarisce Perucca – ci siamo dotati di organismi propri dopo aver notificato all’Onu il nostro stato di occupazione da parte di uno stato coloniale.
Abbiamo quindi formato un governo provvisorio, richiesto il riconoscimento da parte di stati terzi, formato le prime cernidi (gruppi civili di autodifesa del territorio), un’anagrafe e un ufficio di pubblica sicurezza, che però, in quanto tale, lavora solo a livello teorico.
Per quello che ci riguarda, non abbiamo nessun legame con anarchici o terroristi.
E non spareremo mai un colpo a nessuno – conclude, nella speranza che, se non Gatti, qualche collega de L’Espresso recepisca il messaggio.

colgo l’occasione per ribadire che il MLNV, così come i Movimenti di Liberazione Nazionali sorgono e si costituiscono sulla base del diritto internazionale per il riconosciuto diritto all’autodeterminazione di un Popolo occupato da uno stato straniero.
Il MLNV non cerca aderenti, non fa proselitismo in quanto tale o come forza politicamente impegnata in democratiche competizioni elettorali con altri partiti… nulla di tutto questo, (tant’è che la registrazione all’Anagrafe del Popolo Veneto non è un iscrizione al MLNV).
Il MLNV ha un ruolo “puramente tecnico” e che solo un Movimento di Liberazione Nazionale può fare in nome di un intero Popolo.
Suo compito è la rivendicazione del diritto all’autodeterminazione denunciando l’occupazione della propria Patria da parte di uno stato straniero… situazione questa che non ha scadenze in termini di tempo (non esiste l’uso capione nel diritto internazionale) e tale diritto (la rivendicazione) va esercitato secondo i criteri stabiliti dalle norme del diritto internazionale.
Il MLNV dunque non persegue tale fine allo scopo di costituirsi come forza politica e/o di governo… ma avvia e gestisce solo una fase di transizione (quella dall’occupazione alla liberazione della Patria) per portare il Popolo Veneto alle sue prime libere elezioni dopo centocinquant’anni d’occupazione… fatto questo il MLNV non ha più motivo di esistere e rimette il proprio mandato nelle mani dei legittimi rappresentanti eletti dal Popolo.
Ecco perchè il Governo Provvisorio del MLNV è un governo di transizione ed è previsto dal 1° Protocollo di Ginevra art.96 paragrafo 3… perchè non è un governo che si erge sulla base del consenso popolare e proprio perchè tale consenso non può ancora essere espresso liberamente.
L’unica ambizione del MLNV è quella della liberazione della Patria, non ha ambizioni politiche e sicuramente rimette ad altri tale responsabilità, ma questo sembra difficile comprenderlo.
Tutto il resto, al MLNV non può e non deve interessare perchè ci spingerebbe fuori dai “binari” del diritto entro il quale sta portando avanti la battaglia per il ripristino di sovranità del Popolo Veneto.
Ai Veneti e a quanti intendono sostenerli in questa battaglia, chiediamo solo di registrarsi all’Anagrafe del Popolo Veneto costituita sotto l’egida del MLNV perchè tale registgrazione costituisce l’espressione di una dichiarazione d’identità… IO SONO VENETO!
Questa è l’unica ed autentica espressione di consenso che il MLNV cerca, ma non è un consenso rivolto al MLNV quanto al Popolo Veneto, è il risveglio della coscienza di un Popolo che comincia a capire di non essere mai diventato italiano come vogliono farci credere.
Viva San Marco
Sergio Bortotto Presidente del MLNV


2012.05.26 – L’INVENZIONE DEL GOVERNO NASIONAE VENETO…

Pubblichiamo anche quest’ennesima fesseria del governo nasionae veneto.
De Pieri e Company non sanno proprio più cosa inventarsi… di certo stanno gettando la maschera.
Governo Nasionae Veneto:
I rischi del Percorso Internazionalista.
pubblicata da Governo Nasionae Veneto il giorno lunedì 21 maggio 2012 alle ore 12.21.

I rischi del Percorso Internazionalista… ossia quei Veneti che, in buona fede ed entusiasti, ci venderanno tutti…
Articolo di Paolo Pegorin, Segr. Gov.Nas.Veneto

Il Gov.Nas.Veneto è costituito da Veneti, che per Primi, ( sempre pronti a ribadire che sono stati i primi e notate con la P maiscuola… come se ai sensi e per gli effetti delle norme del diritto internazionale questo volesse dire qualcosa 
) hanno protocollato, in sede O.N.U., la rinuncia alla cittadinanza italiana e presentano il Popolo Veneto come Comunità avente autonomia giuridica e legittimata ad un percorso verso l’autodeterminazione.
L’Anagrafe Storica del Popolo Veneto è lo strumento con cui attuare l’unità di tutto il Popolo Veneto, al di là delle frontiere politiche, per una Comunità, che possa essere Titolare della Sovranità Originaria sui Territori Veneti.
Non seguire il nostro percorso (come il MLNV) non è solo esporsi, ma aver esposto Tutti i Veneti ad un rischio enorme.
Se non ben coesi, preparati, uniti, la pretesa di diventare l’organo rappresentativo dei Veneti tramite un’investitura ottenuta da un Ente Sovranazionale Straniero (promotori di una controproducente strategia simile sono il Movimento di Librazione Nazionale del Popolo Veneto), cioè l’O.N.U., è permettere un’intromissione dei Poteri Forti.
Questi Poteri Forti sono i paesi che guideranno il processo di riconoscimento, in primis:
1.Russia (sul cui imperialismo politico-economico non c’è dubbio),
2.America (a cui il Veneto sta a cuore per le basi militari),
3.Francia (intenzionata a costruire centrali nucleari nel territorio per il rimborso del debito nei loro confronti),
4.Cina (protezione dei propri interessi economici a scapito degli Italiani, figuriamoci dei Veneti),
5.Gran Bretagna (interessata alla destabilizzazione dell’Euro).
Il Governo Nasionae Veneto è completamente estraneo ad una strategia tanto azzardata, (ma che strano, ma non dicono di essere stati i primi a protocollare presso l’ONU le loro richieste???).
Il Gov.Nas.Veneto confida nell’Anagrafe Storica del Popolo Veneto perché realizza una Comunità Veneta ( e, come scritto assurdamente nel loro sito, la loro anagrafe è di proprietà del presidente del governo nasionae veneto!!!  come se l’identità dei Veneti dovesse essere di proprietà di un governo o di una fazione politica ), autonoma di per se stessa e non provvisoria nelle proprie istituzioni (c’è da chiedersi se questi signori abbiano il ben che minimo di cultura giuridica delle norme del diritto internazionale e del percorso che può fare solo un Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto che si istituisce governo provvisorio ai sensi dell’art.6 paragrafo 3 del 1° protocollo di Ginevra… non può essere diversamente e c’è da chiedersi chi a loro li abbia mai votati per ergersi governo nasionale del Popolo Veneto).
Tale Comunità non sarebbe alla ricerca di una legittimazione della rappresentanza da parte dell’O.N.U., ma dell’ammissione tra le Nazioni del Mondo.
Allo stesso tempo, l’interruzione di ogni collaborazione con MLNV è determinata dai toni accesi con cui si contraddistingue la via per l’Indipendenza. Queste sono esempi di estrapolazioni di quanto era il 11.05.2012 sul sito di questo Movimento: «Ai Veneti che proni sono presenti all’udienza e anelano il “perdono” o la “comprensione” dello stato straniero italiano ribadiamo il nostro dissenso e disprezzo per l’incoerenza che ancora una volta palesano nel dichiararsi indipendentisti», «L’indipendenza della Patria non si elemosina e va ripristinata, con le buone o con le cattive…fosse anche col sacrificio della nostra stessa vita. Sergio Bortotto Presidente del MLNV», «ecco una risposta ad un legale italiano… se insistono, prepariamoci ad uno “scontro frontale” con le autorità d’occupazione straniere italiane… ai veneti collaborazionisti un monito… “ attenti risponderete presto delle vostre responsabilità”».
Veneti, può esistere una comunità (comunità??? il caro De Pieri presidente del governo nasionale veneto ha palesemente dimostrato in molte occasioni l’ignoranza culturale in cui si dibatte e il razzismo che neppure nasconde pubblicamente
) unita da disprezzo e incitamento alla violenza?
Così parlavano i rivoluzionari comunisti degli anni ’60 a cui si ispira il MLNV (come no, proprio il MLNV si ispira al comunismo… ma va??? eppure il MLNV è attacato ripetutamente da tutte le frangie della sinistra italiota, come mai???).
Nonostante in altri articoli il Sig. Daniele Quaglia si definisca pacifista, intende, questo signore, che essere pacifisti non dipende dal rifiuto esclusivo dell’uso delle armi, ma anche dal rifiuto dell’uso di discriminazioni, minacce e intimidazioni?
O è un concetto troppo difficile?
Veneti, ma quanto la disperazione e la sfiducia in voi stessi vi ha fatto scendere in basso!? (ecco i soliti padreterni che giudicano gli altri Veneti che non condividono la loro miopia intellettuale e politica). 
Questi sono indici del fallimento completo di una moralità giuridica! (il razzismo no???, l’ignoranza e la grettezza no???)
Lo strumento di pace, (nessun strumento di pace può essere di proprietà del presidente di un fantomatico governo nasionale veneto) l’Anagrafe Storica del Popolo Veneto, è la premessa per la progressiva estensione e collaborazione che il Popolo Veneto deve realizzare.
Le Anagrafi Venete, finora, hanno creato divisioni poiché volte a ripartire le persone numericamente in fazioni di atteggiamento fascistico “o con noi o contro di noi”.
Noi… ci affidiamo al nostro venetissimo: “Ti co Nu, Nu co Ti”. (no… grazie, con la vostra iprocrisia non ho intenzione di spartire alcunché neppure i valori indipendentisti perchè tutti noi ricordiamo molto bene il coraggio da leone sbandierato dal presidente del governo nasionale veneto Gabriele De Pieri nella sua fatifica frase: … ndè vanti vojaltri che mi ve vardo, sto par da drio non se sa mai… bell’esempio di patriottismo marciano.)
Serenisimamente
Le contraddizzioni in questo articoletto sono spudoratamente palesi.
Invitiamo i Veneti a non cadere nel falso proselitismo e nel buonismo di questi signori che ripetutamente e in molte occasioni hanno manifestato apertamente una grettezza e un’inciviltà pari e degna solo del razzismo che alberga nel loro animo.
Viva San Marco.
Sergio Bortotto,
Presidente del MLNV

2012.03.15 – 855 NUOVI FINANZIERI… DI CUI BEN 600 SCHIERATI AL NORD !

Fonte informative riferiscono che la GdF è stata incrementata di ben 855 nuove unità.
Di queste 855 nuove reclute ben 600 sarebbero state dislocate nel norditalia.
Di queste 600 unità, ben 400 sarebbero state dislocate nei territori della Repubblica Veneta.
L'occupazione militare della nostra Patria da parte dello stato straniero italiano persiste in modo colonialista.
Pronti a difenderci ad oltranza perchè ricordiamoci che la Guardia di Finanza è un corpo di polizia militarmente organizzato dello stato straniero italiano che non può agire sui nostri territori se non in difetto assoluto di giurisdizione e solo uno stato canaglia, qual'è l'italia, pur sapendolo, persiste con tali atti di aggressione e di predazione nei confronti del Popolo Veneto.
Noi diciamo NO a questi predatori stranieri!
Noi diciamo NO a qualsiasi tassa allo stato straniero occupante italiano!
Il nostro fronte della resistenza parte e si consoliderà proprio da qui.
La nostra è una trincea di legalità e la loro un'aggressione colonialista.
Il Governo Veneto Provvisorio sta per vararare un decreto di espulsione del Corpo della Guardia di Finanza e di altre istituzioni straniere italiane dai territori della Repubblica Veneta.
I cittadini del Popolo Veneto hanno il pieno diritto di difendersi e non saranno perseguiti dalla Giustizia Veneta se dovessero essere costretti a ricorrere all'uso della forza per difendersi e difendere i propri familiari, conoscenti, amici, vicini di casa e i rispettivi beni.
 
Venetia, 14 marzo 2012
 
Il Presidente del MLNV
Sergio Bortotto

28.02.2012 – ANTENNA 3 “INCONTRA” IL MLNV … MA CENSURA L’INTERVISTA!

 
DISINFORMARE E' PUR SEMPRE IL MIGLIOR MODO PER COMANDARE…
 
Siamo appena stati intervistati da giornalisti di Antenna 3 sul progetto del Governo Veneto Provvisorio e abbiamo avuto modo di ribadire il contesto in cui opera il MLNV che non è un partito e che la convergenza di coordinamento con tutte le altre forze indipendentiste poterà ad una anagrafe congiunta perchè l'obbiettivo è la dichiarazione di appartenenza al Popolo Veneto e fare in modo che i cittadini veneti si rendano conto che giuridicamente e di fatto non sono mai diventati italiani.
Alla provocatoria domanda se il Governo Provvisorio sarà un'istituzione illegale è stato ribadito che sono le istituzioni italiane ad essere illegalmente presenti sul territorio della Repubblica Veneta che occupano illegalmente e illecitamente.
Per quanto riguarda l'inchiesta sulla Polizia Nazionale Veneta è stato ribadito che se per l'italia tutto sembra essere finito con una presunta archiviazione, per noi non lo è e i responsabili saranno assicurati alla Giustizia Veneta in ogni luogo e in ogni dove per i gravi crimini compiuti contro il Popolo Veneto… la giornalista ha sortito ritenendo questa dichiarazione una minaccia… è stato quindi ribadito che voler assicurare dei delinquenti alla Giustizia Veneta non è una minaccia ma una certezza… la giornalista ha quindi ribadito che una simile affermazione essendo diffamatoria non poteva essere divulgata… alla stessa è stato replicato che ci si augura l'integrale divulgazione dell'intervista e che io risponderò volentieri alla Giustizia Veneta dell'eventuale diffamazione a carico di Carmine Damiano (Questore di Treviso) e del Fojadelli (ex Procuratore Capo a Treviso) a fronte dei crimini commessi dolosamente da questi delinquenti e dal concorso di responsabilità di non pochi media circa l'abuso dello strumento mediatico utilizzato proprio dagli italiani per attaccare questo MLNV e le Istituzioni di Autogoverno con i risultati di un'inchiesta farsa che oggi sono sotto gli  occhi di tutti.
Viva San Marco.
Sergio Bortotto Presidente del MLNV

Ovviamente, come prevedibile, l'intervista non è mai andata in onda… eh eh eh !!!

CI INONDANO DI INUTILI NOTIZIE E OCCULTANO QUELLO CHE NON E' COMODO DIVULGARE!

 

A PROPOSITODI ANTENNA 3: CLICCA QUI

2012.02.23 – A BRESCIA E VICENZA DUE RIUNIONI INDIPENDENTISTE

 
A Vicenza, invece, il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (M.L.N.V.) sta organizzando per sabato 25 febbraio alle ore 15.00 presso il Boscolo Hotel de la Ville in Viale Verona 12 a Vicenza, una riunione aperta a tutti i responsabili ed i delegati dei movimenti venetisti attivi nel territorio che hanno come obiettivo l’Indipendenza della nostra Patria e la libertà del Popolo Veneto.

tratto da L'INDIPENDENZA.COM

2012.03.05 – RIINA JUNIOR A PADOVA… NO, GRAZIE!!!

 
Siamo alle solite.
Lo stato straniero italiano, abituato ad esportare la propria spazzatura, torna a insozzare le nostre Terre  con provvedimenti gravissimi.
Ovviamente non condividiamo i toni del partito italiano leghista, abituato da molti anni a sbraitare e a non concludere un bel nulla.
Certi personaggi non meritano in effetti neppure di stare in Sicilia o a "casa loro" perchè i Siciliani non sono affatto mafiosi e Riina junior non merita probabilmente neppure la cittadinanza siciliana… non è neppure un pessimo prodotto del sud come sembra voler ribadire qualche esponente del partito italiano lega nord … tali commenti sottolineano la precaria intelligenza in proposito e quanto il partito lega nord continui anch'esso ad infangare la nostra Patria con giudizi ed espressioni che nulla hanno a che fare con il Popolo Veneto… se l'ignoranza fosse sinonimo di mafia il biasimevole e zotico pensiero leghista dovrebbe scomparire dalle Terre di San Marco per le medesime ragioni.
Ancora meno valgono per noi i commenti dei sinistroidi amministratori padovani … il degrado e la criminalità presente in queste nostre Terre dimostrano da sole il risultato della loro pessima condotta.
Non ci interessa neppure il buonismo del sacerdote e di tale Tina Ciccarelli … i rischi per la vostra onlus e le vostre velleità umanitarie non fanno parte delle scelte di vita del Popolo Veneto.
Appena il Governo Veneto Provvisorio sarà instaurato, speriamo emetta un provvedimento di espulsione per tale soggetto e sappia adottare i necessari provvedimenti per prevenire simili iniziative… anche a carico di onlus sponsorizzate dallo stato straniero italiano, ovviamente.
Il MLNV condanna pertanto la pretesa dello stato straniero italiano di mafiosizzare le nostre Terre con provvedimenti che non gli competono … e questo non è un avvertimento, ma un monito da prendere seriamente in considerazione.
ATTENTO MALEDETTO GOVERNO STRANIERO ITALIANO … ATTENTO!!!
Sergio Bortotto Presidente del MLNV
04.03.2012 da un articolo del Mattino di Padova
 
Riina junior a Padova.
La Lega: «Attentato al nord», Zanonato: «Lo gestiremo»

Reazioni diverse alla decisione dei giudici palermitani di dare il via libera al trasloco del figlio del boss in Veneto.
La onlus che lo ospiterà: «Lavorerà per mantenersi»

PADOVA.
«Non commento le decisioni della magistratura.
Anche quella su Riina è una misura giudiziaria e bisogna rispettarla».
E' il secco commento del sindaco Flavio Zanonato, alla decisione dei giudici siciliani di consentire al figlio del «boss dei boss» di vivere in regime di sorveglianza speciale accolto da una onlus padovana.
«Faremo in modo che le cose siano gestite nella maniera giusta – taglia corto Zanonato – senza creare alcun problema».
Chi invece ha contestato duramente la decisione è il leader della Lega Nord Umberto Bossi, che ha parlato di «un attentato contro il nord, che il nord dovrebbe punire con la pena di morte per le conseguenze che avrà nella nostra società: rapine, violenze e mafia».
Parlando in un comizio, Bossi ha incolpato della decisione il governo Monti, che «ha fatto tornare il soggiorno obbligato», ma «non accetteremo – ha avvertito – di essere invasi ancora una volta dai mafiosi».
E se il governatore Luca Zaia ripete il suo no «a ogni forma di ospitalità imposta», a rendere ancor più esplicito il pensiero della Lega è lo “sceriffo” Giancarlo Gentilini: «Riina Jr – dice il vice sindaco di Treviso – è un prodotto della mafia, è spazzatura del sud, un loro pessimo prodotto che è giusto che resti al suo posto, al sud».
La presenza del figlio del boss in una regione e in una città che già negli anni '70 videro nascere la Mafia del Brenta, proprio dal contatto tra la criminalità locale ed esponenti di Cosa Nostra, preoccupa anche un magistrato di lunga esperienza, già alla Dda di Venezia, come Francesco Saverio Pavone.
«Ammesso che Salvatore Riina voglia rifarsi una vita – sottolinea – non si capisce perché abbia scelto il Veneto, e Padova in particolare, quando avrebbe potuto, da uomo del sud, scegliere un posto più vicino alle proprie radici pur allontanandosi dalla famiglia».
A tracciare il percorso di recupero che attende Riina junior è Tina Ciccarelli, responsabile della olnus che gestirà la sua permanenza.
«Salvatore non lo conosco, non gli ho mai parlato – spiega – la sua ospitalità da noi è stata per così dire “sponsorizzata” da un sacerdote e dalla sua avvocatessa.
Mi hanno detto che è tanto cambiato, che vuole togliersi il fardello del nome che porta e del suo passato, che è bravo negli studi».
«Staremo a vedere – aggiunge – ho ascoltato e preso atto ma aspetto i fatti; questa vicenda è una sfida anche per la nostra onlus e forse pure un rischio ma siamo pronti a correrlo, fa parte delle nostre scelte di vita».
Riina Jr. a Padova seguirà i corsi di Economia e commercio al Bo, ma «dovrà guadagnarsi l'ospitalità – avverte Ciccarelli – non vogliamo nulla dalla sua famiglia quindi lavorerà per mantenersi».
E poi, come prevede la Onlus, distribuirà viveri ed indumenti ai poveri come volontario: «un bagno di umiltà – commenta la direttrice – che fa sempre bene».
Bizzotto (Lega): "Gli faremo trovare il foglio di via". 
''Per il figlio del boss della mafia – avverte Mara Bizzotto, europarlamentare della Lega – abbiamo pronto il foglio di via dalla nostra Regione, resti a casa sua e non venga a rompere da noi''.
''In Veneto non lo vogliamo, non siamo e non vogliamo diventare la colonia di mafiosi ed ex criminali – spiega Bizzotto -.
Il giorno in cui Riina junior dovesse arrivare a Padova, gli faremo trovare un bel comitato d'accoglienza in modo che capisca chiaramente come per noi Veneti egli risulti un personaggio fortemente indesiderato e sgradito''.
''Il rampollo di casa Riina farebbe bene a rimanere in Sicilia, nel suo habitat a Corleone – conclude Bizzotto -.
Sono sicura che nel suo paese si troverebbe molto più a suo agio rispetto ad una terra, quella Veneta, che lo rifiuta e che non vuole avere niente a che spartire con la mafia e con personaggi legati a Cosa Nostra''.
Ruzzante (Pd): "Da Lega solita esibizione di muscoli".
''Com'era facile prevedere, dopo che il Tribunale ha autorizzato Giuseppe Salvatore Riina, il figlio dello storico boss di Cosa Nostra, a trasferire la sede del proprio soggiorno a Padova, molti esponenti della Lega Nord hanno colto l'occasione al balzo per lanciare le loro dichiarazioni di contrarietà e sdegno, una più roboante dell'altra''.
Lo afferma il consigliere regionale veneto del Pd Piero Ruzzante sul trasferimento a Padova di Salvatore Riina.
''La solita parata di muscoli ad uso e consumo della propaganda – avverte Ruzzante -, a cui in questi anni abbiamo assistito innumerevoli volte, con naturalmente, in prima fila il segretario nazionale, Umberto Bossi, che addirittura parla di 'attentato al nord' e di 'fucilazione per i mafiosi'''.
''Francamente pensiamo che questo modo di fare politica sia ridicolo e si commenti da solo – rileva Ruzzante -.
Pensiamo anche che le decisioni e le misure decise dalla magistratura vadano sempre accettate e rispettate, soprattutto in tema di mafia''.
''Il Pd lo ha sempre fatto, anche alla Camera dei deputati – conclude -, non facendo mancare il suo voto favorevole, per esempio, nelle due volte in cui la Magistratura ha chiesto di poter procedere all'arresto dell'on. Nicola Cosentino, indagato per reati gravissimi di Camorra''.
Pdl Veneto: "Consiglio regionale prenda posizione".
''Non possiamo permettere che un soggetto dal passato cosi' ingombrante si stabilisca in Veneto.
Come Pdl chiederemo al Consiglio regionale di prendere una posizione politica contro l'arrivo di Giuseppe Salvatore Riina nella nostra regione''.
A dirlo sono il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Dario Bond e il suo vice Piergiorgio Cortelazzo.
''E' vero che i diritti individuali vanno preservati – rilevano i due esponenti del Pdl – ma è altrettanto indubbio che una comunità deve tutelarsi con i mezzi che ha a disposizione''.
''E' inutile nascondersi dietro a un dito e fare i garantisti a tutti i costi – aggiungono -.
I veneti e i padovani in particolare sono preoccupati perché in ballo c'è il futuro di un tessuto economico-sociale solido, pulito e onesto''.
''In questi mesi si è parlato del rischio concreto di infiltrazioni mafiose.
Già si sono viste, in operazioni anche recenti – rilevano Bond e Cortellazzo -, le prime manifestazioni pratiche di come Cosa nostra sia presente nel Nord e nel Nordest''. ''Per questo – dicono i due esponenti del Pdl – dobbiamo essere uniti nel lanciare un segnale politico unitario e forte''.
 

2012.02.27 – COMUNICATO SU RIUNIONE CONGIUNTA DEL 25.02.2012

 
Venetie, lunedì 27 febbraio 2012
Oggetto: COMUNICATO.
 
La riunione congiunta dei rappresentanti delle Organizzazioni indipendentiste tenutasi a Vicenza il 25 febbraio u.s. ha innanzitutto riaffermato il principio cardine che accomuna tutti ed è la Patria da liberare dall’occupazione straniera italiana.
Ferma e condivisa è stata poi la convinzione che il ripristino di sovranità del nostro Popolo parte dal reciproco riconoscimento d’identità in un’unità di Nazioni libere e sovrane sulle proprie terre d’origine.
Difficile ma non impossibile risulta armonizzare il percorso della competizione elettorale in ambito italiano laddove il fine non si discosta dal principio cardine del ripristino di sovranità.
Per ultimo si è frantumata la barriera che fino ad oggi ha voluto far apparire frammentati gli intenti delle Organizzazioni indipendentiste;    la valorizzazione di quanto da tutti è stato fatto e si sta facendo è invece il “collante” per la condivisione di ruoli e compiti nell’ambito del Governo Veneto Provvisorio.
Non possiamo permetterci di sprecare le risorse che abbiamo a disposizione perché insieme possiamo raggiungere l’obbiettivo e che passerà sicuramente anche attraverso la presa di coscienza del Popolo Veneto di non essere italiano;   l’impegno per tutti è la ricerca del consenso che si esprimerà nell’adesione di ciascun cittadino all’Anagrafe che sarà congiunta ed espressione di una coalizione di Popolo che pur seguendo percorsi diversi insieme vuole tornare libero e sovrano.
In sostanza:
1)il principio cardine che accomuna tutti è la Patria da liberare da un’occupazione straniera;
2)l’autodeterminazione del nostro Popolo si radica e si identifica in un’unità di pluralità di Nazioni libere e sovrane sulle proprie terre d’origine;
3)tutti i percorsi intrapresi dalle Organizzazioni indipendentiste sono originati dalla necessità di perseguire il fine ultimo dell’indipendenza del nostro Popolo;
4)quello che appare come una frammentazione d’intenti è in realtà il “collante” dell’anello mancante … la valorizzazione di quanto si sta facendo passa attraverso la condivisione di ruoli e compiti in un progetto comune che si chiama Governo Veneto Provvisorio e che abbia anche il dovere prioritario di perseguire il consenso popolare attraverso il risveglio dell’identità nazionale del nostro Popolo.
Ora non ci resta altro da fare che applicare il principio di effettività e traslare in pratica questi buoni propositi.
Noi siamo ciò che decidiamo di essere, liberi di essere ciò che siamo, siamo un Popolo, siamo una Nazione.
Viva San Marco
Sergio Bortotto Presidente del MLNV