COMUNICATI

LA SPARATORIA IN TRIBUNALE A MILANO … E LA CASTA FA SUBITO QUADRATO

Lo abbiamo sentito tutti, i media hanno dedicato titoli, prime pagine, notiziari e approfondimenti sui gravi accadimenti al tribunale italiano a Milano.
Ci sono delle persone uccise, ferite, una persona in fuga e poi arrestata e ovviamente una miriade di giornalisti, testimoni, commentatori, specialisti del crimine, poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili urbani e guardie giurate, passanti e normali cittadini in preda al panico e tutti ben in mostra nel palcoscenico mediatico, condito magistralmente da fiumi di parole, una marea di commenti e opinioni.
Ancora una volta, però è la casta a rubare la scena, sempre pronta a propinare il proprio veleno aprofittando di ogni utile occasione per trasformare loro in "vittime" e il cittadino esasperato in un criminale.
La cosa più oscena e scandalosa è più terribile di quello che è successo al tribunale italiano a Milano … è la reazione della casta del potere che ha fatto quadrato contro l'uccisione del magistrato.
A cominciare dal capo dello stato straniero italiano Mattarella non c'è stato uno di questi "signori" che si sia preoccupato di domandarsi perché un cittadino sia esploso in questa reazione omicida.
Ci sono moltissimi normali cittadini, lavoratori e imprenditori portati al collasso, derubati dei propri beni, violentati nella propria vita privata, demoliti nella propria dignità e reputazione da uno stato canaglia e ladro … ma finché si suicidano la casta non si scompone.
Chi ha armato veramente la mano di quel cittadino ?
E' inquietante prendere atto di quanto sia ipocritca questa gente, di quanto siano simili ai sepolcri imbiancati e ai farisei additati dal Cristo duemila anni fa.
WSM
Venetia, 11 aprile 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Ma intanto ecco come la realtà contraddice la casta:
soldi-mazzettaLatina, retata al tribunale fallimentare: arrestati magistrato, cancelliere, sottufficiale Gdf, tre commercialisti.
"In qualche maniera ‘sti soldi li devo riciclà come cazzo faccio sennò?", spiegava ad un uomo di sua fiducia il giudice Antonio Lollo, finito in manette insieme ad altre sette persone.
Secondo l’accusa vi era un consolidato sistema corruttivo, grazie al quale i consulenti nominati dal magistrato gli corrispondevano una percentuale dei compensi che lui stessi gli aveva liquidato.
Orologi, gioielli, viaggi e mazzette alla vecchia maniera.
Per un totale di un milione di euro.
Questo era il prezzo – ricostruito dalla Procura di Perugia – per aggiustare i fallimenti davanti ad un giudice di Latina, Antonio Lollo, arrestato venerdì dalla squadra mobile, insieme ad altre sette persone.
“Volevo fare una sorta di tetris con gli smeraldi, gli orecchini e un anello… se ci hai o con rubini, preferisco lo smeraldo… mi piacerebbe l’idea di un anello, diamanti, smeraldo, tutti smeraldi, un bel bracciale”, spiegava il magistrato – intercettato – al gioielliere di fiducia nella centrale Via Cavour di Roma, mentre sceglieva il miglior regalo per la moglie (anche lei arrestata).
Acquisti che per gli investigatori servivano a ripulire i soldi che Lollo avrebbe ricevuto illecitamente da alcuni commercialisti, nominati consulenti per gestire fallimenti milionari nella zona di Latina: “Prima mi ero già comprato una casa, due, non lo posso fare, a chi cazzo le intesto … in qualche maniera ‘sti soldi li devo riciclà come cazzo faccio sennò?”, spiegava ad un consulente di sua fiducia.
Alla fine di una complessa inchiesta condotta congiuntamente dalle procure di Latina e Perugia (competente per i reati commessi dai magistrati laziali) oltre al giudice sono finiti agli arresti un cancelliere, un sottufficiale della Guardia di Finanza in servizio presso la Polizia giudiziaria della Procura di Latina, due commercialisti e un imprenditore.
I reati contestati vanno dalla corruzione, alla corruzione in atti giudiziari, alla concussione, all’induzione indebita a dare o promettere denaro od altra utilità, alla turbativa d’asta, al falso ed alla rivelazione di segreto nonché all’accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale.
Secondo l’accusa nel Tribunale di Latina vi era un consolidato sistema corruttivo, grazie al quale i consulenti nominati dal giudice nelle singole procedure concorsuali, abitualmente corrispondevano a quest’ultimo una percentuale  dei compensi a loro liquidati dal giudice stesso.
Un sistema oliato, che sarebbe stato promosso dallo stesso magistrato, che vedeva – alla fine – la “sterilizzazione” dei fondi delle società finite in concordato o fallimento, con un danno per i creditori.
In sostanza – secondo l’accusa – i conti di molte imprese sarebbero svuotati, mentre i curatori passavano una percentuale dei guadagni al magistrato. I passaggi ricostruiti dal Gip che ha emesso le misure cautelari mostrano un meccanismo quasi perfetto. Per prima cosa Lollo suggeriva ai futuri liquidatori come far arrivare i fascicoli sulla sua scrivania: bastava cambiare la sede sociale prima di presentare i libri in Tribunale, scegliendo la capitale pontina come sede legale.
Per essere sicuri di ottenere l’assegnazione del procedimento al giudice Lollo, i commercialisti arrestati cambiavano poi lo stesso nome della società, sapendo che al magistrato toccavano i fascicoli sulle ditte comprese tra la lettera A e la G.
Antonio Lollo – da anni in servizio al Tribunale di Latina – avrebbe creato, secondo l’accusa, una fitta rete di complicità, in grado di avere informazioni confidenziali anche sulle eventuali indagini in corso.
Il maresciallo della finanza Roberto Menduti, arrestato insieme al giudice, secondo la squadra mobile di Latina, avrebbe consultato abusivamente il registro della Procura, su richiesta di Lollo, per verificare l’esistenza di indagini sul gruppo.
Una circostanza che ha portato i magistrati della Procura di Perugia a contestare l’accesso abusivo a sistemi informatici.
ed ecco l'ipocrisia fatta parola

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È una ferita profonda, per la magistratura italiana: questa mattina un uomo ha aperto il fuoco al Tribunale di Milano, uccidendo tre persone e ferendone un'altra.
Tra i morti per la sparatoria il giudice fallimentare Fernando Ciampi, ucciso in un'aula al terzo piano del Palazzo di Giustizia del capoluogo ambrosiano. Immediate le reazioni di cordoglio di tutta la magistratura italiana.
A partire dal primo magistrato d'Italia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "I magistrati, come i responsabili di altre funzioni, sono sempre in prima linea, e ciò li rende particolarmente esposti.
Anche per questo va respinta con chiarezza ogni forma, anche strisciante, di discredito nei loro confronti", ha denunciato il Capo dello Stato parlando al plenum straordinario del Csm a Milano.
"È con grande commozione che prendo parola in questa seduta straordinaria, dopo l'assurda vicenda accaduta questa mattina al Tribunale di Milano – ha dichiarato commosso Mattarella che, ricordiamo, ha lavorato per anni come magistrato prima dell'elezione al Colle – Siamo qui per onorare la memoria di Fernando Ciampi, giudice probo rigoroso e intransigente.
Un altro magistrato, l'ennesimo, caduto nell'esercizio delle sue funzioni.
Esprimo solidarietà ai feriti, ai familiari dell'avv. Lorenzo Claris Appiani, che stava svolgendo l'importante funzione di testimone, e a quelli dell'altra vittima, Giorgio Erba, prendendo parte al loro terribile dolore. Dolore tanto più lacerante in quanto gli assassinii si sono verificati in un luogo dedicato al rispetto della legge e all'affermazione della giustizia".
L'Anm, dal proprio profilo Twitter, ha espresso "profondo sgomento e dolore" per i fatti di Milano, mentre il presidente Rodolfo Sabelli ha chiesto di "non sollevare polemiche" rispetto alla questione della sicurezza.

L'uomo infatti si sarebbe introdotto all'interno del tribunale con una pistola: rimane ancora da chiarire la dinamica con cui l'arma è stata introdotta all'interno del Palazzo di Giustizia.

L'ex magistrato Gherardo Colombo, intervistato da Sky, si è detto "frastornato e sconvolto" dall'accaduto: "Conoscevo personalmente il giudice Ciampi, che si possa morire così, mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, è assurdo – ha spiegato l'ex toga – Questo episodio è rivelatore di un clima che c'è oggi contro la magistratura. Non dico che vi sia un collegamento, me ne guardo bene, ma certamente questa continua sottovalutazione del ruolo, di svalutazione dei magistrati, contribuisce a creare un clima."
Interpellato in merito alla questione della sicurezza, Colombo ha detto di "non riuscire a spiegarsi" la vistosa falla nei controlli: "Sia l'entrata per il pubblico, sia quella per avvocati e magistrati sono controllate in modo rigoroso."
Nel pomeriggio, a chiedere di non alimentare polemiche sul tema della sicurezza è stato anche il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini: "Questo è il giorno del dolore, non delle polemiche su come è potuto accadere un fatto di tale gravità, su come è stato consentito a una persona di entrare nel Palazzo di giustizia e colpire mortalmente", ha detto il magistrato.
"Quello consumato oggi è un atto criminale gravissimo. Soprattutto per il luogo nel quale è accaduto: un tribunale della Repubblica tra i più frequentati è stato incredibilmente violato nel corso di un'udienza celebrata per amministrare giustizia in nome del popolo", ha dichiarato il numero due del Consiglio Superiore, invocando il diritto alla sicurezza per tutti gli operatori della giustizia. Contestualmente la toga ha annunciato che domani una delegazione del Csm parteciperà all'assemblea indetta a Milano dall'Anm.
Tratto da (CLICC QUI)
Mattarella con i giudici: “Basta discredito sulle toghe”Sgomenti, clima pesante contro di noi”
Magistrati e Presidenza della Repubblica in coro: “Siamo affranti e sgomenti, ma bisogna porre fine al clima pesante che si è instaurato contro la magistratura”. 
È una ferita profonda, per la magistratura italiana: questa mattina un uomo ha aperto il fuoco al Tribunale di Milano, uccidendo tre persone e ferendone un’altra.

 
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Tra i morti per la sparatoria il giudice fallimentare Fernando Ciampi, ucciso in un’aula al terzo piano del Palazzo di Giustizia del capoluogo ambrosiano. Immediate le reazioni di cordoglio di tutta la magistratura italiana.
A partire dal primo magistrato d’Italia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “I magistrati, come i responsabili di altre funzioni, sono sempre in prima linea, e ciò li rende particolarmente esposti. Anche per questo va respinta con chiarezza ogni forma, anche strisciante, di discredito nei loro confronti”, ha denunciato il Capo dello Stato parlando al plenum straordinario del Csm a Milano.
“È con grande commozione che prendo parola in questa seduta straordinaria, dopo l’assurda vicenda accaduta questa mattina al Tribunale di Milano – ha dichiarato commosso Mattarella che, ricordiamo, ha lavorato per anni come magistrato prima dell’elezione al Colle – Siamo qui per onorare la memoria di Fernando Ciampi, giudice probo rigoroso e intransigente. Un altro magistrato, l’ennesimo, caduto nell’esercizio delle sue funzioni.
Esprimo solidarietà ai feriti, ai familiari dell’avv. Lorenzo Claris Appiani, che stava svolgendo l’importante funzione di testimone, e a quelli dell’altra vittima, Giorgio Erba, prendendo parte al loro terribile dolore.
Dolore tanto più lacerante in quanto gli assassinii si sono verificati in un luogo dedicato al rispetto della legge e all’affermazione della giustizia”
L’Anm, dal proprio profilo Twitter, ha espresso “profondo sgomento e dolore” per i fatti di Milano, mentre il presidente Rodolfo Sabelli ha chiesto di “non sollevare polemiche” rispetto alla questione della sicurezza.
 
 

 

 

 

L’uomo infatti si sarebbe introdotto all’interno del tribunale con una pistola: rimane ancora da chiarire la dinamica con cui l’arma è stata introdotta all’interno del Palazzo di Giustizia.
L’ex magistrato Gherardo Colombo, intervistato da Sky, si è detto “frastornato e sconvolto” dall’accaduto: “Conoscevo personalmente il giudice Ciampi, che si possa morire così, mentre si sta svolgendo il proprio lavoro, è assurdo – ha spiegato l’ex toga – Questo episodio è rivelatore di un clima che c’è oggi contro la magistratura.
Non dico che vi sia un collegamento, me ne guardo bene, ma certamente questa continua sottovalutazione del ruolo, di svalutazione dei magistrati, contribuisce a creare un clima.”
Interpellato in merito alla questione della sicurezza, Colombo ha detto di “non riuscire a spiegarsi” la vistosa falla nei controlli: “Sia l’entrata per il pubblico, sia quella per avvocati e magistrati sono controllate in modo rigoroso.”
Nel pomeriggio, a chiedere di non alimentare polemiche sul tema della sicurezza è stato anche il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini: “Questo è il giorno del dolore, non delle polemiche su come è potuto accadere un fatto di tale gravità, su come è stato consentito a una persona di entrare nel Palazzo di giustizia e colpire mortalmente”, ha detto il magistrato.
“Quello consumato oggi è un atto criminale gravissimo.
Soprattutto per il luogo nel quale è accaduto: un tribunale della Repubblica tra i più frequentati è stato incredibilmente violato nel corso di un’udienza celebrata per amministrare giustizia in nome del popolo”, ha dichiarato il numero due del Consiglio Superiore, invocando il diritto alla sicurezza per tutti gli operatori della giustizia.
Contestualmente la toga ha annunciato che domani una delegazione del Csm parteciperà all’assemblea indetta a Milano dall’Anm.
9 aprile 2015
Fonte IlGiornale
Tratto da (CLICCA QUI)

ITALIA CONDANNATA PER TORTURE DURANTE IL G8 DI GENOVA

angelino-alfanoMentre il ministro dell'interno Angelino ALFANO dello stato straniero occupante italiano sbraita e indecorosamente si costituisce parte civile nel processo farsa contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (alias per loro "Polisia Veneta"), e altri Patrioti, chiedendo addirittura 10 milioni di euro per danno all'immagine internazionale della sua italietta, la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l'italia e la sua polizia per "TORTURA".
A Genova ci fu tortura. Quattordici anni dopo la violenta repressione delle manifestazioni no global da parte della polizia italiana, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per i fatti avvenuti nella scuola Diaz durante il G8 del 2001. Nell’incursione della polizia 82 persone furono ferite e 93 arrestate.

I magistrati europei hanno accolto il ricorso presentato da Arnaldo Cestaro che all’epoca aveva 61 anni. Il signor Cestaro fu aggredito da alcuni agenti tanto da dover essere operato. Un trattamento che deve essere considerato come “tortura” secondo i magistrati. Ora l’Italia dovrà pagare al signor Cestaro un risarcimento di 45000 euro per danni morali.
Ma la Corte è andata oltre ed ha denunciato l’inadeguatezza della legislazione penale italiana che non prevede il reato di “tortura”. Una lacuna che ha permesso ai responsabili del pestaggio di non essere condannati.
La proposta per introdurre il reato di tortura nel codice penale è in discussione al Parlamento italiano da quasi 2 anni.
Il provvedimento, che potrebbe essere approvato entro l’estate, prevede l’introduzione del reato di tortura come reato comune con pene da 4 a 10 anni di carcere. E’ prevista una aggravante nel caso la tortura venga perpetrata da un pubblico ufficiale con le pene che vanno dai 5 ai 12 anni.
Dopo il verdetto Daniele Vicari, regista del film “Diaz- Dont’ Clean Up This Blood” ha twittato con amarezza “Che tristezza che deve essere un’entità esterna come la Corte di Strasburgo a spiegarci che alla Diaz ci fu tortura”.
Tratto da (CLICCA QUI)
Alfano-Angelino-foto-Olycom

VATICANO, SEMPRE PIU’ IGNORANTE O …

Ecco, siamo alle solite.
La cricca dei potentati, Vaticano spa compreso, che teme il  manifestarsi dell'identità di un Popolo oppresso dall'italia.
Ma si sa, con i soldi (anche quelli rapinati a noi Veneti) che lo stato straniero italiano elargisce ogni anno alla chiesa cattolica romana è presto capito il motivo.
Caro pontefice, attendiamo le sue scuse nei confronti del Popolo Veneto visto che i suoi sgherri hanno umiliato la millenaria bandiera di una Nazione Cristiana ritenendola pretestuosamente quella di un partito politico italiano.
La cristianità deve moltisismo alla Serenissima Repubblica di Venezia.
Non dimentichi "Lepanto" e i nostri antenati morti, feriti e sacrificati anche in quella battaglia, non dimentichi pontefice e abbia più coraggio e ascolti veramente anche chi è oppresso dallo stato straniero, occupante, colonizzatore e razzista nei confronti del Popolo Veneto, qual'è l'italia.
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da un post di facebook
questa xe grossa…
L'atto di prevaricazione compiuto dai gendarmi presenti di fronte San Pietro, nei confronti di fedeli veneziani, che sono venuti ad omaggiare Sua Santità è di una stoltaggine che lascia allibiti.
Far riporre il simbolo della fedeltà dei Veneti alla chiesa cattolica, spacciandolo per una bandiera della Lega ci ha lasciato attoniti.
Non credo che il nostro Patriarca avrebbe approvato: nei giorni scorsi proprio Lui ha accolto un manipolo di militi veneti di un reggimento storico con le divise indossate nel 1797, proprio davanti alle spoglie di quel Marco Evangelista, sotto le cui ali i Veneti hanno versato il loro sangue nel corso dei secoli per salvare la Fede dell'Europa intera.
Sarò lieto di pubblicare la vostra risposta, se ci sarà.
Grazie.
Millo Bozzolan
seren del Grappa.
 

E LA REPUBLICCA DI ABKHAZIA A MILANO FA PAURA ALLA GEORGIA

Siamo felici per la Repubblica di Abkazia ma devo in parte dissentire circa le rassicuranti parole del Suo rappresentante ufficiale in italia dr. Mauro Murgia, e cioè: "… a Parte il fatto che in Italia si e' liberi di manifestare ed esprimere solidarietà ai popoli ingiustamente sottoposti a restrizioni e al mancato riconoscimento…".
L'italia non è affatto quel paese libero e democratico che si vuol far credere, basti vedere i ripetuti attacchi commessi illegalmente contro i Movimenti di Liberazione Nazionale Veneto, Sardo e Siciliano.
Siamo solidali con il Popolo della Repubblica di Abkhazia ma non possiamo sostenere in alcun modo la falsa retorica italiana, quella tipica di uno stato occupante mafioso e colonizzatore e responsabile di una politica istituzionale razzista e del colonialismo culturale che esercita contro i Popoli e le Nazioni che ancora oggi sottomette.
WSM
Venetia 16 marzo 2015
10750468_10200225926168875_1998520905416843087_oSergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

DICHIARAZIONE DEL RAPPRESENTANTE UFFICIALE DELLA REPUBBLICA DELLA ABKHAZIA IN ITALIA DR. MAURO MURGIA, IN MERITO ALLE PROTESTE GEORGIANE PER LE INIZIATIVE ABKHAZE A MILANO.
La Notizia che il Ministro degli esteri della Georgia, ha incaricato l'Ambasciatore georgiano in Italia,di manifestare al Ministero esteri italiano,la rabbia georgiana, perche' il nostro Paese ha permesso lo svolgimento di una manifestazione della Repubblica della Abkhazia, a Milano,il 6 gennaio,giorno della Epifania,in piazza Duomo,con la presenza di decine di migliaia di cittadini,si commenta da se e dimostra la miseria culturale e l'arroganza che caratterizza il modo di agire dei governanti georgiani.
A Parte il fatto che in Italia si e' liberi di manifestare ed esprimere solidarieta ai popoli ingiustamente sottoposti a restrizioni e al mancato riconoscimento,ancora una volta si tratta di una inaccettabile e vergognosa intromissione negli affari interni di un Paese., i Georgiani a parole si dichiarano per il confronto,per la correttezza ecc,anzi,con una faccia di bronzo,vanno anche a Parigi per la manifestazione a favore della liberta' di espressione,contro tutte le censure e poi,quando gli abkhazi si presentano e spiegano le proprie ragioni,rinnegano quanto affermato. 
Hanno avuto paura di uno stand in piazza Duomo,perche' c'era la bandiera abkhaza e una scritta "Repubblica della Abkhazia". 
Hanno avuto paura di una scritta e dei color di una bandiera. 
Subito,come tutte le altre volte, a piangere presso la nostra Farnesina, perche' gli abkhazi hanno amici in Italia. 
Devono capire, che gli amici italiani della Abkhazia non sono i potenti di turno,i politici che non vedono la realta',quelli legati mani e piedi agli usa e ai paesi europei russofobi,antidemocratici,filo nazi-ucraini. 
No, gli amici italiani sono tanti e non hanno nessun rapporto con gli sponsor georgiani. 
Sono amici che, con il proprio impegno giornaliero e disinteressato,si battono perche' l'Abkhazia abbia il giusto riconoscimento internazionale affinche' ,il popolo abkhazo non venga mortificato nei propri diritti. 
Il Ministro georgiano,l'ambasciatore ed altri ,possono protestare,fare note ed altro ma,ormai devono aver compreso che indietro non si torna. 
L'Italia e' amica della Abkhazia.
Il Popolo italiano,nei settori popolari e democratici si schiera con l'Abkhazia,contro la protervia arrogante georgiana. 
Decine di citta' hanno firmato protocolli di amicizia,altre stanno per farlo e non basteranno le note al ministero esteri italiano. 
Possiamo prendere,oggi,un impegno: l'Abkhazia sara' presente all'expo 2015 a Milano.

Se ci avessero detto, 4 anni fa,che il 6 gennaio 2015,giorno dell'Epifania,in piazza del Duomo a Milano,l'Abkhazia sarebbe stata presente con un suo stand,con la sua grande bandiera,e sotto uno striscione " La Repubblica della Abkhazia", visto da oltre 1.000.000 di persone,e visitato per chiedere,domandare da decine di migliaia di persone che avrebbero fatto esaurire in poco tempo tutto il materiale preparato,si sarebbe potuto pensare ad un sogno. 
Oggi,6 gennaio 2015,Epifania,in occasione della straordinaria festa dello sport in piazza Duomo,il sogno si e' realizzato. 
L'Abkhazia, magica, lontana, sconosciuta si è materializzata nella piazza più bella ed importante d'Italia, con una attenzione incredibile e con il suo rappresentante ufficiale che ha parlato sul palco, mentre centinaia di migliaia di persone, in tutta la piazza ascoltavano il racconto della sua bellezza .
Grazie ai milanesi, grazie agli organizzatori, grazie alla Abkhazia.
Enrico Deliperi

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SOLIDARIETA’ AL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE SARDO – OGGI ANCORA SOTTO ATTACCO ITALIANO.

angelino-alfanoApprendiamo dell'ulteriore attacco sferrato oggi dallo stato straniero italiano contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Sardo.
Analoghe sono le modalità operative a quelle adottate contro il MLNV e poste in essere dalle autorità e dalle forze di occupazione straniere italiane
Al Popolo Sardo e al MLNS tutta la nostra vicinanza e solidarietà nella comune lotta di liberazione dall'oppressore italico.
Nella speranza che stati terzi dimostrino maggiore sensibilità rispetto all'inaliebabile bisogno di libertà dei Popoli sottomessi dallo stato straniero italiano, lanciamo un ulteriore appello affinché questi atti di aggressione e di palese intolleranza riguardo al diritto di autodeterminazione, costituiscano monito severo contro il colonialismo e l'occupazione italiana.
WSM
Venetia, 13 marzo 2015
Sergio Bortotto Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 

L’IMPERIALISMO CULTURALE ITALIANO NON SI SMENTISCE

OGGETTO: reiterata politica istituzionale razzista, discriminatoria e colonialista posta in essere dalle autorità d’occupazione straniere italiane contro il Popolo Veneto.
 
Al governo dello stato straniero italiano d’occupazione
 
Al prefetto straniero italiano
Piazza dei Signori, 22 – 31100 Treviso – VENETO
 
At O.N.U. – UN Headquarters
United Nations Plaza 44th St n°777, New York, NY 10017 – USA
 
At O.N.U. – UNO Palais des Nations
Avenue da la Paix n°14, Portail de Pregny, 1202 Genève – SWITZERLAND
International Court of Justice
Peace Palace – Carnegieplein 2 – 2517 KJ The Hague – The Netherlands
 
Agli Stati terzi in relazione e confinanti con la Repubblica Veneta
 
e per quanto a praticarsi  
 
Divisione Federale Investigativa
Provveditorato Generale di Polizia Giudiziaria
Dipartimento di Giustizia – sede –
 
2012.07.26 - DECRETO NR.02 DEL GVPIn data 12 marzo 2015 questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) è entrato in possesso di un documento a firma del prefetto straniero italiano illegalmente sedente in Treviso (Tv) – VENETO, e avente per oggetto “esposizione delle bandiere e uso del dialetto veneto in atti ufficiali del comune” e indirizzato al Sindaco del Comune di Resana (Tv) – VENETO.
Nell’atto in questione il prefetto Augusta Marrosu, ha espresso gravi preclusioni circa l’esposizione del Gonfalone di San Marco (Bandiera Nazionale Veneta) in ambienti e luoghi anche pubblici di quella Municipalità.
Nell’esigere una corretta applicazione di norme straniere italiane (legge 22 del 5 febbraio 1998 – e D.p.r.7 aprile 2000 nr.121) pretende di imporre il tricolore italiano come fosse una bandiera nazionale e definendo un dialetto (italiano) la lingua veneta.
È palese la grave offesa arrecata alla Serenissima Repubblica di Venezia e al Popolo Veneto, alle sue tradizioni, ai suoi usi e costumi.
Tipico esempio d’imperialismo culturale, palesemente e sistematicamente praticato dalle autorità d’occupazione straniere italiane ed esercitato con l’arrogante pretesa di imporre i loro valori etici e culturali ritenendoli superiori a quelli del sottomesso Popolo Veneto.
Il prefetto straniero italiano rivela per di più una notevole incoerenza nel precisare che la bandiera marciana non è né il simbolo del Comune di Resana (Tv) né della regione veneto (altra istituzione amministrativa periferica italiana) e per tal motivo non avrebbe alcun titolo per campeggiare su un edificio pubblico che riferisce essere espressione a tutti gli effetti della repubblica italiana.
A questo prefetto italiano ricordiamo che non c’è alcun edificio nei Territori della Serenissima Repubblica di Venezia che possa abbassarsi allo spregevole e disprezzabile compito di rappresentare lo stato straniero occupante italiano.
Non sono gli edifici occupati a rappresentare la repubblica italiana ma le sue istituzioni straniere che vi s’insediano come un cancro in un corpo sano.
La pretesa di servirsi di strutture, d’immobili e di estorcere denaro con tasse e balzelli e quant’altro, non li rende padroni di nulla … sono e rimangono degli stranieri colonizzatori e razzisti nei confronti del Popolo Veneto.
Si desume inoltre una profonda contraddizione nelle pretese del prefetto straniero italiano e che rende irrilevante ogni ostentazione di eccepire sull’esposizione della Bandiera Nazionale della Serenissima Repubblica di Venezia.
La menzionata normativa italiana esaurisce la sua competenza riguardo ai modi di esposizione delle sole bandiere straniere italiane, fossero anche rappresentative di enti periferici e locali.
Appare pertanto evidente che non avendo alcuna competenza in merito alla Bandiera Nazionale della Serenissima Repubblica Veneta, la pretesa rimozione del prefetto straniero italiano manifesta solo l’arrogante atteggiamento di razzismo istituzionale e di colonialismo culturale.
La rimozione è pretesa perché il Gonfalone di San Marco rappresenta la Nazione Veneta occupata e il Popolo Veneto oppresso e angariato dallo stato occupante italiano.
A buon intenditore poche parole.
La Divisione Federale Investigativa del Provveditorato Generale di Polizia Giudiziaria del Dipartimento di Giustizia provvederà all'iscrizione a ruolo giudiziario del prefetto straniero italiano per assicurarlo alla Giustizia Veneta nei tempi e modi che si riterrà di adottare.
WSM
Venetia 13 marzo 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
MA PERCHE’ NON FANNO A CARRIERA A CASA LORO ???
PREFETTO ITALIANO A TREVISOIl prefetto straniero italiano di stanza a Treviso (TV) – VENETO
Maria Augusta Marrosu è nata a Salerno il 30 settembre 1953.
Già Presidente della Commissione Territoriale per il Riconoscimento dello Status di Rifugiato di Gorizia dall'aprile del 2006, si è laureata in Scienze politiche all'Università di Bologna con 110 e lode.
Conosce il territorio della Provincia di Gorizia per aver ricoperto già nel 1983 l'incarico di Capo di Gabinetto della Prefettura.
Il suo curriculum inizia con un posto di ricercatrice al Cnr di Roma.
Nel 1979 entra al Ministero dell'Interno prendendo servizio alla Prefettura di Trieste.
In seguito al terremoto in Irpinia, presta servizio presso la Prefettura di Salerno per un breve periodo.
Dal gennaio 1981 all'agosto 1983 lavora al Commissariato di Governo del Friuli-Venezia Giulia. Contemporaneamente (ottobre '81-febbraio '82) è vice commissario straordinario alla Provincia di Trieste. Nel 1983 è a Gorizia come Capo di Gabinetto e l'anno seguente rientra alla prefettura del capoluogo giuliano. Dal 1985 al 1994 è di nuovo al Commissariato di Governo del Friuli-Venezia Giulia.
Nel 1990 partecipa al corso della Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno per l'ammissione alla dirigenza.
È Capo di Gabinetto della prefettura prima a Trieste (1992), poi a Udine (1994). Dopo una parentesi a Tricesimo come vicecommissario straordinario, nel 1997 è promossa viceprefetto.
Nel capoluogo friulano è viceprefetto vicario dal 1998 ed è stata viceprefetto reggente negli anni 2001-2003.
Tra gli incarichi da lei ricoperti ci sono le presidenze di diverse commissioni, tra cui quella Circondariale di Udine e Tolmezzo.
Prefetto di Gorizia dal 20.08.2008 al 29.12.2013
Prefetto di Treviso dal 30.12.2013

WIKIPEDIA ITALIA – IGNORANZA O MALAFEDE SUI MOVIMENTI DI LIBERAZIONE NAZIONALE ?

asino ignoranteSiamo forse di fronte all’ennesima manovra di manipolazione e di condizionamento dell’informazione da parte del regime d’occupazione italiano?
L’enciclopedia “libera” Wikipedia-italia asserisce che i Movimenti di Liberazione Nazionale sono soggetti di diritto internazionale se esercitano di fatto il controllo su di un territorio e una popolazione, in luogo dello stato che ha la sovranità formale.
Ecco la citazione (che trovate a questo indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Soggetto_di_diritto):
“…Sono soggetti del diritto internazionale: … i Movimenti di liberazione nazionale che esercitano di fatto il controllo su di un territorio e una popolazione, in luogo dello stato che ha la sovranità formale.
Precisiamo:
In realtà, a differenza dei movimenti insurrezionali, per il riconoscimento di status internazionale ai movimenti di liberazione nazionale non c'è bisogno del controllo effettivo sul territorio.
In molti casi, infatti, capita che questi vengano ospitati dagli Stati limitrofi e da qui conducano le loro battaglie.
Ovviamente l'obiettivo finale dei movimenti è l'acquisizione dell'autorità sul territorio, quindi l'elemento territoriale acquista importanza, ma in prospettiva.
Per acquisire lo status internazionale, comunque, i movimenti hanno bisogno di un apparato organizzativo in grado di gestire le relazioni internazionali.
L’articolo 96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977 dispone infatti che i popoli, come tutti i soggetti di diritto internazionale (ivi compreso il Movimento di Liberazione Nazionale), devono disporre di un apparato istituzionale che possa gestire le loro relazioni internazionali.
Tra le norme consuetudinarie applicabili ai movimenti di liberazione nazionale vi sono, oltre al diritto all'autodeterminazione dei popoli, anche quello di stipulare trattati internazionali e sono destinatari delle norme sulla protezione e immunità degli individui che agiscono per conto loro.
WSM
Venetia, 12 marzo 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 
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2015.03.08 – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA … AUGURI!

SI FESTEGGIANO LE RICORRENZE MA SI REPRIMONO I DIRITTI 2

 

 

 

 

E FINSERO FELICI E CONTENTI.
L'italia dimostra come sempre una grande ipocrisia nel celebrare le feste e le ricorrenze anche per il riconoscimento di diritti fondamentali, come quelli rivendicati dalle donne.
Nel frattempo, come per le donne di allora, oggi l'italia con ripugnante ipocrisia ignora il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto.
Per tali ragioni anche in questa occasione vogliamo festeggiare le donne ricordando il coraggio e la determinazione di alcune donne venete … le “done de Besica e Loria” durante l’insorgenza contro le autorità d’occupazione napoleoniche di allora … la combattitività delle "loriate" e delle "bessegate" da un appunto sul diario di Pietro Basso, "sartor" di Asolo che l'8 luglio 1809 scrive "Le done de Loria, accordate con quele de Besega, le a desfà la municipalità" …“correva l' 8 luglio di 205 anni fa quando le donne di Loria e Bessica hanno scritto un capitolo dell'insorgenza veneta contro il regime napoleonico.”
Auguri a tutte le Donne.
WSM
Venetia 8 marzo 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

Come ogni anno anche nel 2015, l’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, che in Italia molti conoscono come la Festa della donna.
In molti credono che questa ricorrenza nasca in memoria di alcune operaie morte nel rogo del 1908 della Cotton, una fabbrica di New York. Non è vero.
La Giornata Internazionale della Donna è infatti nata un anno più tardi, nel 1909 (sempre negli Usa), per merito del Partito Socialista americano che, il 28 febbraio, diede vita a una manifestazione per il diritto di voto delle donne.
Successivamente, tra il novembre 1908 e il febbraio 1909, migliaia di operaie di New York scioperarono per settimane: chiedevano un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro.
E così, nel 1910 l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista, decise di istituire una giornata dedicata alle donne.
Ma la data che cambiò il corso di questa storia fu il  25 marzo del 1911 quando nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio e 146 lavoratori (soprattutto donne) morirono.
La data dell’8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna qualche anno più tardi, nel 1917: un gruppo di donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra; le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca scelsero l’8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell’Operaia.
Il simbolo, come noto, è la mimosa.
Perché?
Semplice: è uno dei pochi fiori che fiorisce a marzo.
La Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.
Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922, dove si svolge ancora oggi.

Clara_zetkinIl «Woman's Day» negli Stati Uniti (1908-1909)
Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni – tra i quali i maggiori dirigenti marxisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès – vennero discusse tesi sull'atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne.
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l'introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne».
Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L'uguaglianza), divenne l'organo dell'Internazionale delle donne socialiste.
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione».
Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l'assenza dell'oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna.
Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell'iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l'ultima domenica di febbraio 1909 all'organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile».

Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909.
Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910.
Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman's Day.Ladies_tailors_strikers
La Conferenza di Copenaghen (1910)
Il Woman's Day tenuto a New York il successivo 28 febbraio venne impostato come manifestazione che unisse le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata manifestazione della giornata della donna, proposero alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 – due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista – di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione».
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei – Germania, Austria, Svizzera e Danimarca – la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste.
Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848, durante la rivoluzione, il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria.
Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne».
In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi, così come a Vienna, dove alcune manifestanti portarono con sé delle bandiere rosse (simbolo della Comune) per commemorare i caduti di quell'insurrezione.
In Svezia si svolse il 1º maggio 1911, in concomitanza con le manifestazioni per la Giornata del lavoro.
La manifestazione non fu ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti; l'anno seguente gli organizzatori vennero arrestati, impedendo di fatto l'organizzazione dell'evento.
In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914.

L'8 marzo 1917
Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio.
Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'otto marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.

La confusione sulle origini della ricorrenza e l'ufficializzazione dell'ONU.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione.
Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica).
Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.
Con la risoluzione 3010 (XXVII) del 18 dicembre 1972[17], ricordando i 25 anni trascorsi dalla prima sessione della Commissione sulla condizione delle Donne (svolta a Lake Success, nella Contea di Nassau, tra il 10 ed il 24 febbraio 1947), l'ONU proclamò il 1975 "Anno Internazionale delle Donne".
Questo venne seguito, il 15 dicembre 1975, dalla proclamazione del "Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace" ("United Nations Decade for Women: Equality, Development and Peace", 1976-1985), tramite la risoluzione 3520 (XXX)[18].
Il 16 dicembre 1977, con la risoluzione 32/142 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite propose ad ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all'anno "Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale" ("United Nations Day for Women's Rights and International Peace") e di comunicare la decisione presa al Segretario generale.
Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
L'8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, divenne la data ufficiale di molte nazioni.
 

UN VERO E PROPRIO ATTENTATO DA PARTE DEI CARABINIERI ITALIANI.

tumblr_lsdpdpYNdj1qbyhe7o1_500C’è stata segnalata poco fa l’aggressione subita da Deborah, moglie di Gianni, entrambi militanti del MLNV e membri del direttivo, attuata da carabinieri stranieri italiani nel tentativo di notificare un provvedimento giudiziario delle medesime autorità d’occupazione.
Secondo le prime indiscrezioni, i militari stranieri italiani dell’arma dei carabinieri della stazione di Montebelluna (TV), nonostante fossero già stati diffidati più volte a non insistere con i loro tentativi di notifica, azzardati ripetutamente anche nelle scorse giornate, avrebbero oggi tentato di introdursi a forza nell’abitazione privata della coppia.
Da sola in casa, ma decisa ad opporre la necessaria e doverosa resistenza agli abusi degli italiani, la Deborah è riuscita a respingere il tentativo di violazione aggravata del domicilio e di impedire la chiusura della porta d’ingresso ostacolata a forza dai militari.
Viene segnalato in particolare il gravissimo comportamento tenuto dal sottufficiale dei carabinieri italiani CARATOZZOLO (per ora non meglio identificato) che si sarebbe reso responsabile dell’aggressione patita dalla Deborah attraverso un vero e proprio agguato tesegli nelle scale condominiali e la successiva aggressione per entrare forzatamente in casa.
Nell’occasione la Deborah sembra aver patito le conseguenze verbali e fisiche dell’attentato posto in essere dai carabinieri italiani e al momento al vaglio dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale.
Un esempio da prendere in considerazione per ritrovare il coraggio di far valere i propri diritti … una donna veneta che ricorda le “done de Besica e Loria” durante l’insorgenza contro le autorità d’occupazione napoleoniche di allora … la combattitività delle "loriate" e delle "bessegate" da un appunto sul diario di Pietro Basso, "sartor" di Asolo che l'8 luglio 1809 scrive "Le done de Loria, accordate con quele de Besega, le a desfà la municipalità" …correva l' 8 luglio di 205 anni fa quando le donne di Loria e Bessica hanno scritto un capitolo dell'insorgenza veneta contro il regime napoleonico.”
Il graduato dei carabinieri stranieri italiani sarà iscritto a ruolo giudiziario e assicurato alla Giustizia Veneta nei tempi e modi che si riterrà di adottare.
In attesa di ulteriori ragguagli non posso ignorare di quanta fortuna abbiano goduto i militari stranieri italiani per la mancata presenza in casa del marito di Deborah, Gianni.
Non va sottovalutata inoltre la strategia della resistenza legale e legittima che il MLNV oppone alle forze e alle autorità d'occupazione straniere italiane, sopratutto attraverso il rigetto di notifica di ogni loro atto, negando loro ogni consenso e impedendo anche la ricezione di qualsiasi loro atto … ricordate che nessuno vi può obbligare a firmare e/o a ricervere documenti.
WSM
Venetia, 26 febbraio 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 

LA RIDICOLA PRETESA DELLO STATO ITALIANO DI ESSERE RISARCITO PER DANNI ALL’IMMAGINE.

L’ambiguità, la doppiezza e la falsità dell’autorità d’occupazione dello stato straniero italiano la vediamo e la sopportiamo tutti i giorni.mafioso italiano con lupara
La notizia della costituzione di parte civile del ministero dell’interno straniero italiano nel loro processo/farsa contro il MLNV e altri cittadini del Popolo Veneto, è l’ennesimo insulto alla nostra intelligenza.
Scaltri e camaleontici doppiogiochisti tentano di abituarci ai due pesi e alle due misure dei loro paradossi dove, (la cronaca di questi giorni ne è testimone), anche il peggiore aggressore si trasforma nella vittima di chi si difende, dove i militanti del MLNV che reclamano un diritto sono spacciati mediaticamente come soggetti di elevata pericolosità sociale e un pluripregiudicato che accoltella due carabinieri è rilasciato perché ritenuto non pericoloso.
È il dispotismo italiano che propina una cultura di massa concepita dai mezzi di comunicazione da loro controllati.
Sperano che la gente ancora si pieghi e si adegui all’omogeneizzazione dei falsi bisogni che ci rifilano e, quando non basta, fanno intendere che è meglio non aver problemi … “perché così fan tutti”.
Sono le catene dei moderni negrieri di una popolazione forzata all’obbedienza, esasperata e impaurita dall’incontenibilità delle conseguenze dei gravi disagi sociali cui è esposta di proposito.
Il messaggio italiano è chiaro … non può esserci alternativa  alla sua dominazione razzista e colonialista … è il male minore anche rispetto a qualsiasi aspirazione di autodeterminazione che non può costituire scenario diverso o un’opzione aggiuntiva all’abisso nel quale ci strano precipitando.
Ma l'italia ha fatto male i suoi conti … noi Veneti siamo diversi e mentre la classe politica italiana è destinata ad una fine ingloriosa, i Veneti torneranno ad essere ciò che sono … un Popolo e una Nazione, libera da questa mafia, libera da questa italia.
« La «massificazione» è l'opera di spersonalizzazione spirituale e morale dell'individuo perseguita per ovvi motivi dai regimi totalitari o come diretta conseguenza della civiltà dei consumi Devoto – Oli »).
WSM
Venetia, 20 febbraio 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

messaggio per il ministro dell'interno straniero italiano Angelino ALFANO:
e io aggungo… "va a laorar molton"!

LA TESTIMONIANZA DI UNA "PERICOLOSSIMA VENETA".
Dopo il breve e solitario esordio di Eden TV di ieri sera, pensavo che la nostra vicenda fosse stata ripresa soltanto dalla piccola televisione di Vidor, data la scarsa importanza che avevo dato alla “unificazione dei due processi” a carico del MLNV.
Si dà il caso, infatti, che poco più di un mese fa sia apparsa sui quotidiani locali una “breve”, che dava per imminente l’archiviazione della vicenda.
Con l’arrivo di nuove persone al Tribunale di Treviso, ignare dei fatti che dal 2009 vedono indiziate persone oneste di “gravissimi reati”, si è buttata nuova benzina sulla brace prossima allo spegnimento, e il fuoco ha ripreso vigore.
Immancabile la risonanza sui media locali, che – talvolta con zelo sospetto –  da sei anni danno risalto alla vicenda, riconducibile unicamente alla civile e legittima rivendicazione messa in atto dal MLNV per ottenere l’indipendenza delle Terre dell’ex Serenissima attraverso il riconoscimento della loro arbitraria occupazione.
Una questione per la quale gli inquirenti italiani, cavalcando la menzogna, dopo sei anni di azioni scomposte e abusi di ogni tipo, dopo avere provocato gravissimi danni all’immagine di persone perbene e disgregato le loro famiglie, insistono nel perseguire reati inesistenti, pur sapendo che il percorso intrapreso dal Movimento, oltreché da amor patrio, è legittimato da norme internazionali a suo tempo recepite anche dall’Italia.
Forse che si può reprimere e punire la speranza di cambiare la propria condizione e quella dei propri figli, di sottrarsi all’assetto di uno stato che ha dato ampie prove di insipienza, ingiustizia e nocumento?
Che ci ha coperti di debiti e ridicolo di fronte al mondo?
Dobbiamo forse riconoscere allo stato italiano un potere che non ha?
In un regime democratico, il potere discende da una delega del cittadino, che ha il diritto di ritirarla, quando è palese il demerito con cui viene usata.
Il cittadino ha il pieno diritto di cambiare la propria organizzazione e condizione, di darsi nuove leggi e nuovi confini.
Lo dice la filosofia della politica, è nei testi di studio.
Se così non fosse, saremmo all’età della pietra.
L’Italia, ormai in disgregazione, dovrà rinunciare al Veneto: è questione di tempo, è scritto nella Storia che verrà.
Ad ogni nuovo maltrattamento inflitto a un Veneto, dieci, cento veneti si uniranno alla Causa comune.
Con buona pace dei qualunquisti, dei soloni, e delle ipocrite sanguisughe.
Nel sito del MLNV (www.mlnv.org) tutto è descritto e documentato nei dettagli, ai quali non aggiungo nulla, se non la mia personale indignazione.
Viva San Marco.
Ricevuto da:Marca Gioiosa di Giuliana Merotto

"e secondo il ministro dell'interno italiano saremo noi del MLNV ad infangare l'immagine internazionale del suo stato perché rivendichiamo il diritto di autodeterminazione per il Popolo Veneto" … ma a laorar molton!
ed ecco cosa gira su facebook
Filippine, arrestato diplomatico italiano.
L’accusa: «Ha violato la legge sulla tutela dei minori»
​L’ambasciatore italiano in Turkmenistan è stato fermato e successivamente arrestato dalla polizia di Manila, nelle Filippine, con l’accusa di aver violato una legge delle Filippine sulla tutela dei minori del 1972.
Secondo la polizia, nella vicenda sarebbero coinvolti tre bambini.
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L’ambasciatore Daniele Bosio, 46 anni, di Taranto, come prevede la legge locale è stato sentito entro 36 ore dal fermo dal giudice che ha confermato il suo arresto.
Il fermo è avvenuto in base a una denuncia.
Bosio, che si trovava nelle Filippine per una breve vacanza, respinge le accuse.
La Farnesina si è subito attivata tramite l’ambasciata per chiarire le circostanze del fermo assicurando la «massima trasparenza e rigore» sul caso e fornendo «ogni assistenza legale, come si fa in tutti i casi di fermi o arresti di connazionali».
Tratto da (CLICCA QUI).

 


2015.02.18 - IL GAZZETTINO - INFANGA L'ITALIA, LO STATO CHIEDE I DANNI ALLA POLISIA2015.02.18 - LA TRIBUNA - POLISIA VENETA, LO STATO CHIEDE I DANNI

POLISIA VENETA – IL PROCESSO CHE NON RIESCONO A FARE – ITALIAN CARNIVAL

Noi riaffermiamo con la forza e il coraggio dei giusti che il MLNV prosegue nella sua lotta di liberazione della Serenissima Patria.
E la saga continua.
Quando i posteri leggeranno l'epopea del MLNV avranno di che riflettere e sorridere.
Per l’ennesima volta il processo al MLNV non viene celebrato.
Il MLNV, alias “Polisia Veneta” per la stampa italiana, ancora una volta si dimostra un baluardo inespugnabile per le autorità d’occupazione straniere italiane e il suo fronte di resistenza si fortifica giorno dopo giorno.
Come sciacalli e avvoltoi tentano di sbranarci … ma il MLNV si dimostra una preda non facile per loro.
La trama d’insidie non è certo finita ma perfino gli impostori non vivono in eterno e mentre costoro digrignano i loro denti dalla rabbia noi riaffermiamo con la forza e il coraggio dei giusti che il MLNV prosegue nella sua lotta di liberazione della Serenissima Patria.
Un GRAZIE sincero a quanti in Patria e dall'Estero stanno sostenendo il MLNV e il Popolo Veneto.
WSM
Venetia, 17 febbraio 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

ai lettori le dovute considerazioni:

Fotografia (1)

ed ecco le vere "armi" del MLNV:


OGGETTO:  Autorità Giudiziaria straniera italiana a Treviso – contestazione del difetto assoluto di giurisdizione per materia e territorio. -Divieto trattamento dati personali. -Inosservanza delle Carta delle Nazioni Unite e di altre norme del diritto internazionale da parte di forze e autorità d’occupazione dello stato straniero italiano.
 
at
  • Presidente del Consiglio dei Ministri dello stato italiano
  • Presidente del Tribunale straniero italiano d’occupazione a Treviso
  • Procuratore presso il Tribunale straniero italiano d’occupazione a Treviso
  • Stati terzi.
  • O.N.U. – UN Headquarters
    United Nations Plaza 44th St n°777, New York, NY 10017 – USA
  • O.N.U. – UNO Palais des Nations
    Avenue da la Paix n°14, Portail de Pregny, 1202 Genève – SWITZERLAND
  • International Court of Justice
    Peace Palace – Carnegieplein 2 – 2517 KJ The Hague – The Netherlands
  • INTERNATIONAL CRIMINAL COURT
    Maanweg 174, 2516 AB Den Haag – Netherlands
  • INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE PEACE PALACE
    Carnegieplein 2 2517 KJ The Hague – Netherlands
  • O.N.U.
    Human Rights Committee – Petitions Team
    Office of the High Commissioner for Human Rights
    United Nations Office at Geneva – 1211 Geneva 10, Switzerland
 
SI FA RIFERIMENTO
al procedimento penale nr.1993/12.M.U. e a tutti gli altri instaurati dalle forze e dalle autorità d’occupazione straniere italiane presenti sui territori della Serenissima Repubblica di Venezia contro il MLNV e i Cittadini del Popolo Veneto.

PREMESSO
il 17 febbraio p.v. il tribunale straniero italiano a Treviso darà inizio ad uno dei numerosi processi penali contro il MLNV.
Lo stato straniero e le sue autorità di occupazione insistono a ignorare il contestato difetto assoluto di giurisdizione del Giudice straniero italiano che non potrà mai risolvere alcuna controversia nei confronti del Popolo Veneto in posizione di terzietà rispetto alle parti e di indifferenza riguardo all'esito della controversia.
Permane anche la violazione dello stesso principio di legalità, altro caposaldo di uno stato di diritto, per il quale anche i giudici italiani devono esercitare le sole potestà loro conferite dalla legge, (vedasi legge nr.881/77, con la quale lo stato italiano ha ratificato i Patti di New York del 1966, e l’art.1.2 della Carta delle Nazioni Unite).
Le autorità d’occupazione straniere italiane sono determinate a condannare i militanti del direttivo di questo MLNV, nonostante le accuse siano palesemente infondate e calunniose, comunque sostenute da una procedura arbitraria e in spregio alle stesse norme del codice di procedura penale italiano.
Sono previsti e minacciati dodici anni di carcere per i vertici del MLNV, che per l’italia avrebbero costituito un’associazione paramilitare in violazione di un decreto legislativo del 1948.
Questo MLNV non ha mai posseduto armi, non ha mai partecipato a manifestazioni di tipo politico, né di alcun altro tipo.
Il percorso del MLNV è quello dettato dalle norme del diritto internazionale e non vi si è mai discostato, attenendosi al massimo rispetto dei principi umani, civili e politici.
Lo stato straniero italiano teme il rifiorire del sentimento nazionale del Popolo Veneto, che anela al ripristino totale di sovranità dopo l’illegale e illegittima occupazione militare della propria Patria, la Serenissima Repubblica di Venezia.
Il Popolo Veneto è esausto dell’occupazione straniera italiana, dell’ostinata politica razzista posta in essere contro le sue tradizioni, la sua cultura, la sua lingua ed è esasperato dall’assidua politica colonialista posta in essere con il dominio economico su tutte le risorse umane, finanziarie, fiscali, economiche, patrimoniali, naturali, paesaggistiche, faunistiche, storiche e artistiche.

PRESO ATTO
che il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), dando seguito all’adempimento dei propri doveri nei confronti della Serenissima Patria, rimanendo con inflessibile osservanza nell’alveo delle norme del diritto internazionale e uniformandosi al principio di stretta legalità, per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio (GVP) istituito ai sensi e per gli effetti dell’articolo 96 paragrafo 3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, soggetto di diritto internazionale qualificato dalla legittimazione internazionale basata sul diritto all'autodeterminazione del Popolo Veneto e legittimato ad agire in nome dell’intero Popolo Veneto,

HA NOTIFICATO
allo stato straniero italiano e a pubblica menzione anche con la pubblicazione all'Albo Ufficiale del Governo Veneto Provvisorio avvenuta in data 15 maggio 2014 il rigetto di ogni notifica prodotta dalle autorità d’occupazione straniere italiane sui territori della Repubblica Veneta

VISTE
  • le Dichiarazioni di Sovranità Personale e di Nazionalità Veneta resa liberamente, con coscienza e volontà e che attraverso di essa ogni Cittadino del Popolo Veneto ha manifestamente esercitato il diritto e potere di rappresentare se stesso/a;
  • si è riconosciuto/a Veneto/a per diritto naturale identificandosi nel Popolo Veneto quale comunità di Genti Venete liberamente accomunate da un duraturo sentimento di appartenenza, avente un riferimento comune ad una propria cultura, lingua e una propria tradizione storica e sviluppate su un territorio geograficamente determinato costituito dalle proprie terre d’origine;
  • si riconosce di Nazionalità Veneta quale espressione dell’identità del Popolo Veneto di cui sente e dichiara di far parte;
  • riconosce come la propria Nazionalità Veneta sia conforme e si manifesti con il concetto di Nazione Veneta, destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità;
  • ha esercitato il diritto e potere di essere rappresentato/a e governato/a esclusivamente da questo Governo Veneto Provvisorio (GVP), istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, quale unica autorità nazionale da loro legalmente riconosciuta sui territori occupati della Serenissima Repubblica Veneta, attribuendone valore e forza legale derivante dal mutuo consenso e per i soli fini per il quale è stato costituito;
RICHIAMATI
  •  la “Denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Veneta da parte dello stato straniero italiano – Rivendicazione di sovranità del Popolo Veneto” di questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) in data 27.09.2010 e depositata alla sede O.N.U. di Ginevra in data 28.09.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011;
  • l’Ultimatum del MLNV del 13.12.2010 notificato allo stato straniero, colonialista e razzista italiano e alla sede O.N.U. di Ginevra in data 14.12.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011;
DIMOSTRATO
  • che il sistema commerciale globale è basato sul sistema UCC, ovvero lo Uniform Commercial Code (UCC), il registro dei regolamenti che disciplina le modalità a cui il commercio internazionale deve attenersi;
  • che lo stato straniero italiano risulta registrato alla Securities and Exchange Commission (SEC) dall’anno 1934 come Corporation di diritto privato e che quindi è a tutti gli effetti una Private Company;
  • che come tale lo stato straniero italiano non è una Repubblica libera e sovrana;
  • che lo stato straniero italiano, in quanto Corporation di diritto privato – Private Company, pretende di possedere il diritto di proprietà delle persone sin dal momento della loro nascita riducendole di fatto in condizione di asservimento e schiavitù;
  • che anche il governo dello stato straniero occupante italiano registrato alla SEC, è un Governo Aziendale (Governo Corporativo) – società corporativa privata (corporation), che agisce relativamente al Trust governativo, rivestendo cioè il ruolo di beneficiario e non quello di fiduciario;
E CHE PER L'EFFETTO
contestazioni, debiti e crediti, atti giudiziari, accuse in generale o altre richieste – sono di fatto orientati dalle norme del commercio, poiché i governi sono società corporative private – corporations che devono attenersi alle regole del diritto commerciale;

PRESO ANCHE ATTO
  • che il One People’s Public Trust (OPPT) ha depositato presso l’UCC dei documenti con i quali si sostiene e si dimostra come tutte le corporations – società corporative private,
  • in maniera consapevole, volontaria e intenzionale, hanno commesso frode, tradimento e messa in schiavitù col possedere, operare e favorire sistemi monetari privati e sistemi operativi di schiavitù usati contro le persone a loro insaputa, senza specifico consenso e senza consenso intenzionale (“schiavizzazione sistematica dei cittadini, senza il loro consenso consapevole, volontario ed intenzionale”);
  • che tali documenti, anche in quanto depositati all’UCC entro i termini, hanno dato la possibilità di replica alle suddette corporazioni;
  • che, tuttavia, pur con il deposito dei suddetti documenti all’UCC nei termini, è mancata la confutazione delle ragioni addotte dall’OPPT entro i previsti termini di scadenza e, per l’effetto, le stesse ragioni addotte e gli stessi documenti UCC sono diventati subito operativi e sono assurti a legge;
  • che, pertanto, le diverse corporazioni quali Banche e Governi, non avendo confutato alcuna delle accuse contenute nei documenti, dovranno attenersi di conseguenza alle nuove disposizioni dell’UCC che precludono alle stesse corporazioni ogni atto, contratto o provvedimento che, pur se stipulati e/o posti in essere, non sono produttivi di alcun risultato né di alcun effetto giuridico e quindi sono nulli “de facto”, ovvero tamquam non esset;
  • che per tali motivi l’OPPT nel chiedere giustizia per i suddetti reati di frode, tradimento e messa in schiavitù, ha scelto di pignorare e dismettere tutte le corporations, le banche e i governi responsabili, di confiscarne infrastrutture ed assets, tra cui tutto l’oro e l’argento di proprietà del sistema bancario, e di riconsegnarli in mano all’Unico Popolo (One People);
  • che, per l’effetto, le diverse corporazioni quali Banche e Governi dovranno in particolare attenersi alle seguenti nuove disposizioni dell’UCC: CANCELLAZIONE DEI GOVERNI SULLA CARTA – RIF.  DICHIARAZIONE DEI FATTI: UCC Doc. n. 2012127914 del 28 novembre 2012, CANCELLAZIONE DELLE BANCHE SULLA CARTA – RIF. TRUE BILL: WA DC UCC Doc. n. 2012114776 del 24 ottobre 2012;
  •     che come dall’ordine pubblico UCC 1-103, dalla Legge Universale e dalla Legge di Governo strutturata negli incartamenti OPPT/UCC Rif. WA DC rif. Doc. n. 2012113593, “Le persone che operano per tutte queste ex istituzioni, sia in maniera consapevole o inconsapevole, agiscono sotto la propria responsabilità e come entità individuali, non avendo alcuna rete di protezione corporativa.”;
AVENDO RECEPITO E CONFORMANDOSI
  • al principio naturale per cui ogni essere umano è Persona ed espressione della propria personalità derivante dalla propria originale individualità;
  • al principio naturale per cui ogni Persona è sovrana di sé stessa e unica titolare della propria identità;
  • al principio naturale per cui l’esistenza di ogni Persona costituisce un imprescindibile diritto naturale universalmente efficace e come tale non può che essere libera;
  • al principio naturale per cui ogni Persona è libera di scegliere di non far parte di una società per la quale non nutra sentimenti di appartenenza, non identificando con essa le proprie radici etniche e un comune riferimento culturale, di lingua, tradizioni e storia;
  • alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789;
  • alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata a Parigi il 10 dicembre 1948;
  • al principio di autodeterminazione dei Popoli che è stato accettato e inscritto nell'articolo 1.2 della Carta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (firmata a San Francisco il 26 giugno 1945 ed entrata in vigore il 24 ottobre 1945);
  • al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici – New York 16 dicembre 1966, ratificato anche dallo stato italiano con legge 881/77 del 25 ottobre 1977;
  • al principio di uguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei Popoli di cui alla risoluzione dell’Assemblea Generale dell’O.N.U. nr.2625 del 24.10.1970;
  • ai principi stipulati con la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Helsinki, 1 agosto 1975)
SI RIBADISCE
  • che il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto, vero e proprio soggetto di diritto internazionale, per sua natura non può essere soggetto, né assoggettabile, alla giurisdizione dello stato straniero occupante italiano;
  • che in fatto e in diritto lo stato italiano sul Territorio della Repubblica di Venezia rimane ad oggi uno stato straniero occupante, a nulla rilevando sotto il profilo della legittimazione dell’esercizio della sua sovranità sui Territori della Repubblica di Venezia gli anni di illecita e illegittima occupazione razzista e colonialista;
  • che tutti gli atti e/o i provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana nei Territori occupati della Repubblica Veneta sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio;
  • che ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da una qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica straniera italiana di occupazione, sui Territori della Repubblica Veneta è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset;
  • che lo stesso stato straniero occupante razzista e colonialista italiano ha sancito l’illiceità e l’illegalità della permanenza della sua occupazione sui Territori della Repubblica di Venezia con il decreto legislativo 13.12.2010, n. 212, in vigore dal 16 dicembre 2010, che ha espressamente abrogato a tutti gli effetti il regio decreto italiano 04.11.1866, n. 3300, “col quale le provincie della Venezia e di Mantova fanno parte integrante del regno d’italia”;
  • che non esiste prova documentata che ogni singola Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto sia un cittadino italiano e che abbia firmato un contratto regolarmente valido con l’entità correntemente identificata con il nome di “stato italiano” e che la obblighi a seguire le sue emanazioni politiche, penali, civili, commerciali, fiscali, stradali e qualsivoglia altra sua norma;
E SI RIBADISCE INOLTRE
che qualsiasi relazione determina uguali doveri fra le parti rispetto anche all’illegale e illegittima possibilità e pretesa di asservimento e sottomissione in schiavitù in qualsivoglia maniera e forma di qualsiasi Persona umana;

IN CONSEGUENZA DI CIO'
tutti gli effetti di atti giuridici, posti in essere da qualsiasi autorità di occupazione straniera italiana, sia pubblici che privati, recettizi e non, normativi e precettivi, discrezionali, dovuti e necessari, compresi quelli di provvedimenti amministrativi e giurisdizionali siano essi unilaterali, bilaterali, plurilaterali e collegiali, non possono produrre asservimento e sottomissione in schiavitù in qualsivoglia maniera e forma di qualsiasi Persona umana e sono a tutti gli effetti inesistenti, ovvero “tamquam non esset”, in ogni caso nulli
Questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio (GVP)

ATTESTA E CERTIFICA
che ogni Persona che abbia fatto la propria Dichiarazione di Sovranità Personale e di Nazionalità Veneta non è e non può essere di proprietà privata dello stato straniero italiano, né può essere in qualsivoglia maniera da esso asservita e sfruttata come pretenderebbe il governo straniero italiano registrato alla SEC quale Governo Aziendale (Governo Corporativo) – società corporativa privata (corporation) e che agisce relativamente al Trust governativo, rivestendo cioè il ruolo di beneficiario e non quello di fiduciario;   per l’effetto, ogni Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto non può essere un trust dello stato straniero italiano e quindi non può essere associata e/o identificata mediante il nome registrato all’anagrafe dello stato straniero italiano e quindi non può essere privata della capacità giuridica, della cittadinanza Veneta e del suo nome.

SI VIETA IL TRATTAMENTO
dei dati personali di ogni Persona di nazionalità Veneta e deve intendersi negato il consenso all’utilizzo del nome per il trattamento dei dati personali nonché la raccolta, elaborazione, raffronto, modificazione, comunicazione e la loro diffusione agli agenti, ai rappresentanti, ai funzionari, agli organi e a qualsiasi “autorità” e/o ente e/o società privata e/o pubblica facente parte o che agisce in nome e per conto dello stato straniero occupante italiano anche in qualità di “ex Corporation” e se ne chiede l’immediata cancellazione da qualsiasi banca dati, sia digitale che cartacea.

SI RIPORTANO
gli illeciti reiteratamente commessi dagli inquirenti stranieri italiani contro il MLNV, i suoi militanti e Cittadini del Popolo Veneto:
  • reiterate violazioni dell’Ultimatum del MLNV;
  • illeciti internazionali, quali reiterati atti di forza, di aggressione e di guerra contro il MLNV, contro i membri del suo Direttivo e contro gli altri militanti del MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto, mediante gli strumentali, razzisti, calunniosi, pretestuosi e persecutori procedimenti-farsa penali italiani
  • illeciti a sfondo razzista, politico e discriminatorio posti in essere con premeditazione e con dolo specifico, in particolare mediante i procedimenti farsa italiani n. 5416/2009 e n. 1993/2012 anche in palese violazione delle stesse norme di legge penali e di procedura penale italiane, tra i quali:
  • violazioni di domicilio con armi da guerra;
  • illegali perquisizioni personali e locali presso le private dimore;
  •  sequestri di persona aggravati;
  • reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche sugli indagati appartenenti al MLNV sottoposti illegalmente a grave limitazione della libertà personale in quanto sequestrati, segregati e sorvegliati a vista per molte ore negli uffici della sezione politica della polizia di stato straniera italiana a Treviso;
  • subornazioni di testi, sottoposti ad atti intimidatori e minacce;
  • calunnie aggravate;
  • reiterate falsità ideologiche in atti;
  • diffamazioni aggravate a mezzo stampa, radiotelevisione e altri organi di informazione;
  • attività illegale di spionaggio;
  • interferenze illecite ed indebite nella vita privata e nelle comunicazioni private;
  • pubblicazione illecita di intercettazioni telefoniche sugli organi di stampa e di informazione;
  • furto delle identità personali, con illegali rilievi fotodattiloscopici;
  • furto di beni ed effetti personali di tutti gli appartenenti al MLNV, e “sequestri” a sfondo razzista quali i furti delle bandiere di San Marco, ovvero della Repubblica Veneta, e furti di brochures, biglietti da visita e altro materiale informativo del MLNV, e furti dei giubbetti da lavoro “DPI” (dispositivi di protezione di individuale) recanti il logo del MLNV; inoltre, furti di beni ed effetti personali, quali personal computer, nonché dati, materiali e supporti informatici, illegalmente sottratti;
  • appropriazione indebita dei suddetti beni ed effetti personali illegalmente sottratti (rubati);
  • omissioni di denuncia da parte di chiunque legalmente obbligato dei crimini commessi dagli stessi inquirenti italiani;
  • reiterate omissioni e rifiuti di atti di ufficio;
  • l’aver omesso di dare contezza di tutti gli atti, di tutte le operazioni tecniche eseguite e di tutta l’attività complessivamente posta in essere dagli inquirenti italiani su tutti i suddetti beni ed effetti personali illegalmente sottratti, e quindi su modalità e luogo di custodia, nomina custode, apposizione e/o rimozione dei sigilli (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
  • l’aver omesso di dare contezza di tutte le operazioni tecniche eseguite sugli strumenti e supporti informatici illegalmente sottratti, quali ad esempio tutte le attività di spionaggio e di estrazione dei dati informatici presenti nei supporti informatici, nonché accensioni, consultazioni, visualizzazioni ed estrazioni di files e di altri dati dai personal computer (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
  • abusi d’ufficio;
  • associazione per delinquere finalizzata a commettere i predetti crimini a sfondo razziale e politico contro i membri del Direttivo del MLNV, altri militanti del MLNV e contro altri cittadini del Popolo Veneto;
  • tutti gli altri crimini ravvisabili de plano nelle razziste, calunniose e persecutorie attività poliziesco-giudiziarie straniere italiane, riconducibili anche ai procedimenti penali italiani n. 5416/09 e n. 1993/2012;
  • un'intensa e illegale attività persecutoria poliziesco giudiziaria e di spionaggio eseguita e diretta contro i membri del Direttivo del MLNV, contro altri militanti del MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto;
  • violazioni dei fondamentali diritti umani, civili e politici di tutti i suddetti militanti del MLNV e di altri Cittadini del Popolo Veneto in totale ed evidente spregio alle stesse norme del "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici"adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966, e ratificato dallo stato straniero italiano con legge n. 881/77, ed in evidente spregio alle stesse norme della Costituzione italiana.
Circostanze aggravanti:
  • l’aver agito in difetto assoluto di giurisdizione nel Territorio della Repubblica Veneta;
  • l’aver agito in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio;
  • l’aver commesso i suddetti crimini con abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti la propria pubblica funzione.
Responsabilità attribuibili:
  • atti di forza e di aggressione dello stato straniero italiano a mezzo di suoi funzionari contro la sovranità del Popolo Veneto e contro l’integrità territoriale della Nazione Veneta, con l’aggravante derivante dalla condizione illegale di occupazione e di colonizzazione della Nazione Veneta;
  • atti di provocazione nei confronti del MLNV.
APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA.
Si rammenta che le violazioni e gli illeciti commessi da agenti/organi/funzionari stranieri italiani contro cittadini del Popolo Veneto e/o contro il MLNV e i suoi militanti integrano illeciti internazionali imputabili anche allo stato italiano.
Atteso il principio di responsabilità collettiva contemplato dal diritto internazionale, la responsabilità per qualsiasi violazione del diritto internazionale commessa da un qualsiasi organo dello stato straniero occupante italiano si intende estesa all’intera comunità statale e quindi allo stesso stato, che possono patire le conseguenze dell’illecito;
Per l’effetto, allo stato straniero occupante italiano è estesa la responsabilità di tutti tali atti di imputazione e di qualsiasi atto di aggressione, di forza e/o di guerra posto in essere contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e/o contro i cittadini del Popolo Veneto.

E’ prevista la pubblicazione del presente atto a mezzo ALBO UFFICIALE del Governo Veneto Provvisorio con valore di notificazione, l’iscrizione a ruolo giudiziario dei responsabili ancora non registrati e a integrazione delle precedenti denunce, segnalazioni e comunicazioni varie pervenute.

Con onore e rispetto.
Viva San Marco
Venetia, 13 febbraio 2015
Sergio Bortotto Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

CONTESTAZIONE DIFETTO ASSOLUTO DI GIURISDIZIONE DEL TRIBUNALE STRANIERO ITALIANO A TREVISO

OGGETTO:  Autorità Giudiziaria straniera italiana a Treviso – contestazione del difetto assoluto di giurisdizione per materia e territorio. -Divieto trattamento dati personali. -Inosservanza delle Carta delle Nazioni Unite e di altre norme del diritto internazionale da parte di forze e autorità d’occupazione dello stato straniero italiano.
 
at
  • Presidente del Consiglio dei Ministri dello stato italiano
  • Presidente del Tribunale straniero italiano d’occupazione a Treviso
  • Procuratore presso il Tribunale straniero italiano d’occupazione a Treviso
  • Stati terzi.
  • O.N.U. – UN Headquarters
    United Nations Plaza 44th St n°777, New York, NY 10017 – USA
  • O.N.U. – UNO Palais des Nations
    Avenue da la Paix n°14, Portail de Pregny, 1202 Genève – SWITZERLAND
  • International Court of Justice
    Peace Palace – Carnegieplein 2 – 2517 KJ The Hague – The Netherlands
  • INTERNATIONAL CRIMINAL COURT
    Maanweg 174, 2516 AB Den Haag – Netherlands
  • INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE PEACE PALACE
    Carnegieplein 2 2517 KJ The Hague – Netherlands
  • O.N.U.
    Human Rights Committee – Petitions Team
    Office of the High Commissioner for Human Rights
    United Nations Office at Geneva – 1211 Geneva 10, Switzerland
 
SI FA RIFERIMENTO
al procedimento penale nr.1993/12.M.U. e a tutti gli altri instaurati dalle forze e dalle autorità d’occupazione straniere italiane presenti sui territori della Serenissima Repubblica di Venezia contro il MLNV e i Cittadini del Popolo Veneto.

PREMESSO
il 17 febbraio p.v. il tribunale straniero italiano a Treviso darà inizio ad uno dei numerosi processi penali contro il MLNV.
Lo stato straniero e le sue autorità di occupazione insistono a ignorare il contestato difetto assoluto di giurisdizione del Giudice straniero italiano che non potrà mai risolvere alcuna controversia nei confronti del Popolo Veneto in posizione di terzietà rispetto alle parti e di indifferenza riguardo all'esito della controversia.
Permane anche la violazione dello stesso principio di legalità, altro caposaldo di uno stato di diritto, per il quale anche i giudici italiani devono esercitare le sole potestà loro conferite dalla legge, (vedasi legge nr.881/77, con la quale lo stato italiano ha ratificato i Patti di New York del 1966, e l’art.1.2 della Carta delle Nazioni Unite).
Le autorità d’occupazione straniere italiane sono determinate a condannare i militanti del direttivo di questo MLNV, nonostante le accuse siano palesemente infondate e calunniose, comunque sostenute da una procedura arbitraria e in spregio alle stesse norme del codice di procedura penale italiano.
Sono previsti e minacciati dodici anni di carcere per i vertici del MLNV, che per l’italia avrebbero costituito un’associazione paramilitare in violazione di un decreto legislativo del 1948.
Questo MLNV non ha mai posseduto armi, non ha mai partecipato a manifestazioni di tipo politico, né di alcun altro tipo.
Il percorso del MLNV è quello dettato dalle norme del diritto internazionale e non vi si è mai discostato, attenendosi al massimo rispetto dei principi umani, civili e politici.
Lo stato straniero italiano teme il rifiorire del sentimento nazionale del Popolo Veneto, che anela al ripristino totale di sovranità dopo l’illegale e illegittima occupazione militare della propria Patria, la Serenissima Repubblica di Venezia.
Il Popolo Veneto è esausto dell’occupazione straniera italiana, dell’ostinata politica razzista posta in essere contro le sue tradizioni, la sua cultura, la sua lingua ed è esasperato dall’assidua politica colonialista posta in essere con il dominio economico su tutte le risorse umane, finanziarie, fiscali, economiche, patrimoniali, naturali, paesaggistiche, faunistiche, storiche e artistiche.

PRESO ATTO
che il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), dando seguito all’adempimento dei propri doveri nei confronti della Serenissima Patria, rimanendo con inflessibile osservanza nell’alveo delle norme del diritto internazionale e uniformandosi al principio di stretta legalità, per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio (GVP) istituito ai sensi e per gli effetti dell’articolo 96 paragrafo 3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, soggetto di diritto internazionale qualificato dalla legittimazione internazionale basata sul diritto all'autodeterminazione del Popolo Veneto e legittimato ad agire in nome dell’intero Popolo Veneto,

HA NOTIFICATO
allo stato straniero italiano e a pubblica menzione anche con la pubblicazione all'Albo Ufficiale del Governo Veneto Provvisorio avvenuta in data 15 maggio 2014 il rigetto di ogni notifica prodotta dalle autorità d’occupazione straniere italiane sui territori della Repubblica Veneta

VISTE
  • le Dichiarazioni di Sovranità Personale e di Nazionalità Veneta resa liberamente, con coscienza e volontà e che attraverso di essa ogni Cittadino del Popolo Veneto ha manifestamente esercitato il diritto e potere di rappresentare se stesso/a;
  • si è riconosciuto/a Veneto/a per diritto naturale identificandosi nel Popolo Veneto quale comunità di Genti Venete liberamente accomunate da un duraturo sentimento di appartenenza, avente un riferimento comune ad una propria cultura, lingua e una propria tradizione storica e sviluppate su un territorio geograficamente determinato costituito dalle proprie terre d’origine;
  • si riconosce di Nazionalità Veneta quale espressione dell’identità del Popolo Veneto di cui sente e dichiara di far parte;
  • riconosce come la propria Nazionalità Veneta sia conforme e si manifesti con il concetto di Nazione Veneta, destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità;
  • ha esercitato il diritto e potere di essere rappresentato/a e governato/a esclusivamente da questo Governo Veneto Provvisorio (GVP), istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, quale unica autorità nazionale da loro legalmente riconosciuta sui territori occupati della Serenissima Repubblica Veneta, attribuendone valore e forza legale derivante dal mutuo consenso e per i soli fini per il quale è stato costituito;
RICHIAMATI
  •  la “Denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Veneta da parte dello stato straniero italiano – Rivendicazione di sovranità del Popolo Veneto” di questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) in data 27.09.2010 e depositata alla sede O.N.U. di Ginevra in data 28.09.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011;
  • l’Ultimatum del MLNV del 13.12.2010 notificato allo stato straniero, colonialista e razzista italiano e alla sede O.N.U. di Ginevra in data 14.12.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011;
DIMOSTRATO
  • che il sistema commerciale globale è basato sul sistema UCC, ovvero lo Uniform Commercial Code (UCC), il registro dei regolamenti che disciplina le modalità a cui il commercio internazionale deve attenersi;
  • che lo stato straniero italiano risulta registrato alla Securities and Exchange Commission (SEC) dall’anno 1934 come Corporation di diritto privato e che quindi è a tutti gli effetti una Private Company;
  • che come tale lo stato straniero italiano non è una Repubblica libera e sovrana;
  • che lo stato straniero italiano, in quanto Corporation di diritto privato – Private Company, pretende di possedere il diritto di proprietà delle persone sin dal momento della loro nascita riducendole di fatto in condizione di asservimento e schiavitù;
  • che anche il governo dello stato straniero occupante italiano registrato alla SEC, è un Governo Aziendale (Governo Corporativo) – società corporativa privata (corporation), che agisce relativamente al Trust governativo, rivestendo cioè il ruolo di beneficiario e non quello di fiduciario;
E CHE PER L'EFFETTO
contestazioni, debiti e crediti, atti giudiziari, accuse in generale o altre richieste – sono di fatto orientati dalle norme del commercio, poiché i governi sono società corporative private – corporations che devono attenersi alle regole del diritto commerciale;

PRESO ANCHE ATTO
  • che il One People’s Public Trust (OPPT) ha depositato presso l’UCC dei documenti con i quali si sostiene e si dimostra come tutte le corporations – società corporative private,
  • in maniera consapevole, volontaria e intenzionale, hanno commesso frode, tradimento e messa in schiavitù col possedere, operare e favorire sistemi monetari privati e sistemi operativi di schiavitù usati contro le persone a loro insaputa, senza specifico consenso e senza consenso intenzionale (“schiavizzazione sistematica dei cittadini, senza il loro consenso consapevole, volontario ed intenzionale”);
  • che tali documenti, anche in quanto depositati all’UCC entro i termini, hanno dato la possibilità di replica alle suddette corporazioni;
  • che, tuttavia, pur con il deposito dei suddetti documenti all’UCC nei termini, è mancata la confutazione delle ragioni addotte dall’OPPT entro i previsti termini di scadenza e, per l’effetto, le stesse ragioni addotte e gli stessi documenti UCC sono diventati subito operativi e sono assurti a legge;
  • che, pertanto, le diverse corporazioni quali Banche e Governi, non avendo confutato alcuna delle accuse contenute nei documenti, dovranno attenersi di conseguenza alle nuove disposizioni dell’UCC che precludono alle stesse corporazioni ogni atto, contratto o provvedimento che, pur se stipulati e/o posti in essere, non sono produttivi di alcun risultato né di alcun effetto giuridico e quindi sono nulli “de facto”, ovvero tamquam non esset;
  • che per tali motivi l’OPPT nel chiedere giustizia per i suddetti reati di frode, tradimento e messa in schiavitù, ha scelto di pignorare e dismettere tutte le corporations, le banche e i governi responsabili, di confiscarne infrastrutture ed assets, tra cui tutto l’oro e l’argento di proprietà del sistema bancario, e di riconsegnarli in mano all’Unico Popolo (One People);
  • che, per l’effetto, le diverse corporazioni quali Banche e Governi dovranno in particolare attenersi alle seguenti nuove disposizioni dell’UCC: CANCELLAZIONE DEI GOVERNI SULLA CARTA – RIF.  DICHIARAZIONE DEI FATTI: UCC Doc. n. 2012127914 del 28 novembre 2012, CANCELLAZIONE DELLE BANCHE SULLA CARTA – RIF. TRUE BILL: WA DC UCC Doc. n. 2012114776 del 24 ottobre 2012;
  •     che come dall’ordine pubblico UCC 1-103, dalla Legge Universale e dalla Legge di Governo strutturata negli incartamenti OPPT/UCC Rif. WA DC rif. Doc. n. 2012113593, “Le persone che operano per tutte queste ex istituzioni, sia in maniera consapevole o inconsapevole, agiscono sotto la propria responsabilità e come entità individuali, non avendo alcuna rete di protezione corporativa.”;
AVENDO RECEPITO E CONFORMANDOSI
  • al principio naturale per cui ogni essere umano è Persona ed espressione della propria personalità derivante dalla propria originale individualità;
  • al principio naturale per cui ogni Persona è sovrana di sé stessa e unica titolare della propria identità;
  • al principio naturale per cui l’esistenza di ogni Persona costituisce un imprescindibile diritto naturale universalmente efficace e come tale non può che essere libera;
  • al principio naturale per cui ogni Persona è libera di scegliere di non far parte di una società per la quale non nutra sentimenti di appartenenza, non identificando con essa le proprie radici etniche e un comune riferimento culturale, di lingua, tradizioni e storia;
  • alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789;
  • alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata a Parigi il 10 dicembre 1948;
  • al principio di autodeterminazione dei Popoli che è stato accettato e inscritto nell'articolo 1.2 della Carta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (firmata a San Francisco il 26 giugno 1945 ed entrata in vigore il 24 ottobre 1945);
  • al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici – New York 16 dicembre 1966, ratificato anche dallo stato italiano con legge 881/77 del 25 ottobre 1977;
  • al principio di uguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei Popoli di cui alla risoluzione dell’Assemblea Generale dell’O.N.U. nr.2625 del 24.10.1970;
  • ai principi stipulati con la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Helsinki, 1 agosto 1975)
SI RIBADISCE
  • che il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto, vero e proprio soggetto di diritto internazionale, per sua natura non può essere soggetto, né assoggettabile, alla giurisdizione dello stato straniero occupante italiano;
  • che in fatto e in diritto lo stato italiano sul Territorio della Repubblica di Venezia rimane ad oggi uno stato straniero occupante, a nulla rilevando sotto il profilo della legittimazione dell’esercizio della sua sovranità sui Territori della Repubblica di Venezia gli anni di illecita e illegittima occupazione razzista e colonialista;
  • che tutti gli atti e/o i provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana nei Territori occupati della Repubblica Veneta sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio;
  • che ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da una qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica straniera italiana di occupazione, sui Territori della Repubblica Veneta è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset;
  • che lo stesso stato straniero occupante razzista e colonialista italiano ha sancito l’illiceità e l’illegalità della permanenza della sua occupazione sui Territori della Repubblica di Venezia con il decreto legislativo 13.12.2010, n. 212, in vigore dal 16 dicembre 2010, che ha espressamente abrogato a tutti gli effetti il regio decreto italiano 04.11.1866, n. 3300, “col quale le provincie della Venezia e di Mantova fanno parte integrante del regno d’italia”;
  • che non esiste prova documentata che ogni singola Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto sia un cittadino italiano e che abbia firmato un contratto regolarmente valido con l’entità correntemente identificata con il nome di “stato italiano” e che la obblighi a seguire le sue emanazioni politiche, penali, civili, commerciali, fiscali, stradali e qualsivoglia altra sua norma;
E SI RIBADISCE INOLTRE
che qualsiasi relazione determina uguali doveri fra le parti rispetto anche all’illegale e illegittima possibilità e pretesa di asservimento e sottomissione in schiavitù in qualsivoglia maniera e forma di qualsiasi Persona umana;

IN CONSEGUENZA DI CIO'
tutti gli effetti di atti giuridici, posti in essere da qualsiasi autorità di occupazione straniera italiana, sia pubblici che privati, recettizi e non, normativi e precettivi, discrezionali, dovuti e necessari, compresi quelli di provvedimenti amministrativi e giurisdizionali siano essi unilaterali, bilaterali, plurilaterali e collegiali, non possono produrre asservimento e sottomissione in schiavitù in qualsivoglia maniera e forma di qualsiasi Persona umana e sono a tutti gli effetti inesistenti, ovvero “tamquam non esset”, in ogni caso nulli
Questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio (GVP)

ATTESTA E CERTIFICA
che ogni Persona che abbia fatto la propria Dichiarazione di Sovranità Personale e di Nazionalità Veneta non è e non può essere di proprietà privata dello stato straniero italiano, né può essere in qualsivoglia maniera da esso asservita e sfruttata come pretenderebbe il governo straniero italiano registrato alla SEC quale Governo Aziendale (Governo Corporativo) – società corporativa privata (corporation) e che agisce relativamente al Trust governativo, rivestendo cioè il ruolo di beneficiario e non quello di fiduciario;   per l’effetto, ogni Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto non può essere un trust dello stato straniero italiano e quindi non può essere associata e/o identificata mediante il nome registrato all’anagrafe dello stato straniero italiano e quindi non può essere privata della capacità giuridica, della cittadinanza Veneta e del suo nome.

SI VIETA IL TRATTAMENTO
dei dati personali di ogni Persona di nazionalità Veneta e deve intendersi negato il consenso all’utilizzo del nome per il trattamento dei dati personali nonché la raccolta, elaborazione, raffronto, modificazione, comunicazione e la loro diffusione agli agenti, ai rappresentanti, ai funzionari, agli organi e a qualsiasi “autorità” e/o ente e/o società privata e/o pubblica facente parte o che agisce in nome e per conto dello stato straniero occupante italiano anche in qualità di “ex Corporation” e se ne chiede l’immediata cancellazione da qualsiasi banca dati, sia digitale che cartacea.

SI RIPORTANO
gli illeciti reiteratamente commessi dagli inquirenti stranieri italiani contro il MLNV, i suoi militanti e Cittadini del Popolo Veneto:
  • reiterate violazioni dell’Ultimatum del MLNV;
  • illeciti internazionali, quali reiterati atti di forza, di aggressione e di guerra contro il MLNV, contro i membri del suo Direttivo e contro gli altri militanti del MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto, mediante gli strumentali, razzisti, calunniosi, pretestuosi e persecutori procedimenti-farsa penali italiani
  • illeciti a sfondo razzista, politico e discriminatorio posti in essere con premeditazione e con dolo specifico, in particolare mediante i procedimenti farsa italiani n. 5416/2009 e n. 1993/2012 anche in palese violazione delle stesse norme di legge penali e di procedura penale italiane, tra i quali:
  • violazioni di domicilio con armi da guerra;
  • illegali perquisizioni personali e locali presso le private dimore;
  •  sequestri di persona aggravati;
  • reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche sugli indagati appartenenti al MLNV sottoposti illegalmente a grave limitazione della libertà personale in quanto sequestrati, segregati e sorvegliati a vista per molte ore negli uffici della sezione politica della polizia di stato straniera italiana a Treviso;
  • subornazioni di testi, sottoposti ad atti intimidatori e minacce;
  • calunnie aggravate;
  • reiterate falsità ideologiche in atti;
  • diffamazioni aggravate a mezzo stampa, radiotelevisione e altri organi di informazione;
  • attività illegale di spionaggio;
  • interferenze illecite ed indebite nella vita privata e nelle comunicazioni private;
  • pubblicazione illecita di intercettazioni telefoniche sugli organi di stampa e di informazione;
  • furto delle identità personali, con illegali rilievi fotodattiloscopici;
  • furto di beni ed effetti personali di tutti gli appartenenti al MLNV, e “sequestri” a sfondo razzista quali i furti delle bandiere di San Marco, ovvero della Repubblica Veneta, e furti di brochures, biglietti da visita e altro materiale informativo del MLNV, e furti dei giubbetti da lavoro “DPI” (dispositivi di protezione di individuale) recanti il logo del MLNV; inoltre, furti di beni ed effetti personali, quali personal computer, nonché dati, materiali e supporti informatici, illegalmente sottratti;
  • appropriazione indebita dei suddetti beni ed effetti personali illegalmente sottratti (rubati);
  • omissioni di denuncia da parte di chiunque legalmente obbligato dei crimini commessi dagli stessi inquirenti italiani;
  • reiterate omissioni e rifiuti di atti di ufficio;
  • l’aver omesso di dare contezza di tutti gli atti, di tutte le operazioni tecniche eseguite e di tutta l’attività complessivamente posta in essere dagli inquirenti italiani su tutti i suddetti beni ed effetti personali illegalmente sottratti, e quindi su modalità e luogo di custodia, nomina custode, apposizione e/o rimozione dei sigilli (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
  • l’aver omesso di dare contezza di tutte le operazioni tecniche eseguite sugli strumenti e supporti informatici illegalmente sottratti, quali ad esempio tutte le attività di spionaggio e di estrazione dei dati informatici presenti nei supporti informatici, nonché accensioni, consultazioni, visualizzazioni ed estrazioni di files e di altri dati dai personal computer (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
  • abusi d’ufficio;
  • associazione per delinquere finalizzata a commettere i predetti crimini a sfondo razziale e politico contro i membri del Direttivo del MLNV, altri militanti del MLNV e contro altri cittadini del Popolo Veneto;
  • tutti gli altri crimini ravvisabili de plano nelle razziste, calunniose e persecutorie attività poliziesco-giudiziarie straniere italiane, riconducibili anche ai procedimenti penali italiani n. 5416/09 e n. 1993/2012;
  • un'intensa e illegale attività persecutoria poliziesco giudiziaria e di spionaggio eseguita e diretta contro i membri del Direttivo del MLNV, contro altri militanti del MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto;
  • violazioni dei fondamentali diritti umani, civili e politici di tutti i suddetti militanti del MLNV e di altri Cittadini del Popolo Veneto in totale ed evidente spregio alle stesse norme del "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici"adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966, e ratificato dallo stato straniero italiano con legge n. 881/77, ed in evidente spregio alle stesse norme della Costituzione italiana.
Circostanze aggravanti:
  • l’aver agito in difetto assoluto di giurisdizione nel Territorio della Repubblica Veneta;
  • l’aver agito in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio;
  • l’aver commesso i suddetti crimini con abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti la propria pubblica funzione.
Responsabilità attribuibili:
  • atti di forza e di aggressione dello stato straniero italiano a mezzo di suoi funzionari contro la sovranità del Popolo Veneto e contro l’integrità territoriale della Nazione Veneta, con l’aggravante derivante dalla condizione illegale di occupazione e di colonizzazione della Nazione Veneta;
  • atti di provocazione nei confronti del MLNV.
APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA.
Si rammenta che le violazioni e gli illeciti commessi da agenti/organi/funzionari stranieri italiani contro cittadini del Popolo Veneto e/o contro il MLNV e i suoi militanti integrano illeciti internazionali imputabili anche allo stato italiano.
Atteso il principio di responsabilità collettiva contemplato dal diritto internazionale, la responsabilità per qualsiasi violazione del diritto internazionale commessa da un qualsiasi organo dello stato straniero occupante italiano si intende estesa all’intera comunità statale e quindi allo stesso stato, che possono patire le conseguenze dell’illecito;
Per l’effetto, allo stato straniero occupante italiano è estesa la responsabilità di tutti tali atti di imputazione e di qualsiasi atto di aggressione, di forza e/o di guerra posto in essere contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e/o contro i cittadini del Popolo Veneto.

E’ prevista la pubblicazione del presente atto a mezzo ALBO UFFICIALE del Governo Veneto Provvisorio con valore di notificazione, l’iscrizione a ruolo giudiziario dei responsabili ancora non registrati e a integrazione delle precedenti denunce, segnalazioni e comunicazioni varie pervenute.

Con onore e rispetto.
Viva San Marco
Venetia, 13 febbraio 2015
Sergio Bortotto Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

 

CASO OLIVIERO TOSCANI E LE OFFESE AI VENETI – IL MLNV RIFIUTA L’INTERVISTA A “LA ZANZARA” DI RADIO 24

È di poco fa la richiesta della redazione di RADIO 24 – programma LA ZANZARA di intervenire in diretta per essere intervistato a proposito del caso suscitato dalle irriguardose e offensive 19371687-abstract-backgroundespressioni contro i Veneti da parte di Oliviero Toscani.
L'intervista è stata rifiutata per non alimentare inutili polemiche e per non amplificare il sarcasmo contro i Veneti che già in precedenti interviste i due conduttori hanno palesemente manifestato.
Considerato inoltre che l’intervista avrebbe avuto per argomento anche le dichiarazioni a “difesa dei Veneti” dell’attuale governatore leghista della regione “veneto” (ente straniero italiano), si è deciso di non dar corso per non alimentare la ricercata visibilità del politico sempre pronto a cavalcare ogni opportunità in vista delle prossime elezioni straniere italiane.
Per quanto riguarda il Toscani, questo Governo Veneto Provvisorio ha avviato la procedura per la sua iscrizione a ruolo giudiziario in modo da poterlo assicurare alla Giustizia Veneti nei tempi e modi che si andranno a determinare col suo ricostituirsi.
Noi, non dimentichiamo.
WSM
Venetia, 5 febbraio 2015
Sergio Bortotto Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

ANCORA UNA VOLTA UN BIZZARRO TENTATIVO DI NOTIFICARE UN PROVVEDIMENTO GIUDIZIARIO

Immagine1È di poco fa il bizzarro tentativo di notificare per la terza o quarta volta il medesimo provvedimento giudiziario a mio carico.
I carabinieri italiani di stanza a Villorba (Tv) presentatisi in ufficio si sono visti rifiutare la notifica dell’atto emesso dall’autorità giudiziaria straniera italiana.
Ma cortesia e fermezza a quanto pare non sempre sono sufficienti.
È disdicevole e arbitrario il tentativo posto in essere dai carabinieri italiani perché a fronte del mio diniego hanno tentato di lasciare nella posta il documento giudiziario e, non riuscendoci, hanno tentato di abbandonarlo per terra davanti all’ufficio.
Ma come mai questa insistenza?
L’ostinazione con la quale si tenta di notificare un provvedimento straniero italiano è dovuta al fatto che i militi, ben a conoscenza del legittimo rifiuto che si vedono opporre, attestano di avervi provveduto scrivendo che il destinatario “si rifiuta di firmare, ma riceve copia”.
Niente di più falso.
Io non ho ricevuto alcuna copia e non intendo ricevere mai più nessuna copia di atti stranieri italiani.
Il MLNV e il Governo Veneto Provvisorio non riconoscono alcuna validità legale degli atti emessi dalle autorità d’occupazione straniere italiane, quindi inutile che vengano notificati.
Rifiutare e rigettare la notifica di un provvedimento straniero italiano, qualunque esso sia, è un diritto e un dovere per ogni Cittadino del Popolo Veneto.
L’ulteriore tentativo di forzare la notifica adducendo a pretesto il compimento di un dovere è stato osteggiato notificando ai militari la propria dichiarazione di sovranità personale e di nazionalità veneta e la copia del decreto nr.1emesso il 1 giugno 2012 dal Governo Veneto Provvisorio che recita:
Il MLNV, quale soggetto di diritto internazionale, per sua natura non può essere soggetto, né assoggettabile, alla giurisdizione dello stato straniero occupante italiano.
Parimenti, sui territori della Repubblica Veneta, lo stato straniero italiano non ha competenza né giurisdizione alcuna.
E’ fatto pertanto monito e diffida ad ogni autorità, ente, organo, funzionario o delegato del suddetto stato, dall’ignorare la predetta prescrizione e/o di porre in essere atti e azioni tali dall’impedire o limitare anche parzialmente e in qualsivoglia maniera le libertà fondamentali dei Cittadini del Popolo Veneto.
La violazione del decreto costituisce reato federale per violazione della sovranità del Popolo Veneto, illecito internazionale e violazione dell'ultimatum notificato dal MLNV al governo straniero italiano e all'ONU in data 14.12.2010 nonché violazione dei fondamentali diritti umani, civili e politici dei Cittadini del Popolo Veneto in totale ed evidente spregio alle stesse norme del "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici" adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966, e ratificato anche dallo stato italiano con legge n. 881/77.
Il Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Sergio Bortotto
Ai carabinieri italiani ricordiamo infine che anche il loro codice penale, agli artt. 476, 477 e 478, prevedono tra distinte fattispecie di falsificazione materiale ovvero contraffazione e alterazione commesse dal pubblico ufficiale, aventi a oggetto rispettivamente atti pubblici, certificati o autorizzazioni amministrative e copie autentiche di atti pubblici o privati e attestati del contenuto di atti.
L'art. 479, inoltre, punisce il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta in un atto pubblico fatti non veritieri.
L'art. 480 punisce invece il pubblico ufficiale che commetta la falsificazione ideologica in certificati o in autorizzazioni amministrative.
Ricordo inoltre che la violenza privata è il delitto previsto dall'art. 610 Codice Penale secondo cui: Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a 4 anni.
Inviterei inoltre i due giovani militari italiani ad evitare pessime figure limitando le proprie disquisizioni di diritto a questioni per le quali possano almeno sostenere un costruttivo ed elementare confronto … tutto il resto è solo fiato sprecato.
WSM
Venetia, 28 gennaio 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 

2015.01.23 – ATTENZIONE AL “TERRORISMO DI STATO” MADE IN ITALY.

Siamo forse alle “battute finali” della sceneggiata mediatico/giudiziaria architettata contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto?
IMG_2503Recentemente le forze d’occupazione straniere italiane e i soliti menestrelli di turno hanno enfatizzato l’evento parlando addirittura di un maxi-processo, di solito riservato a mafiosi o pericolosi terroristi
La notizia inutilmente destinata turbare il sonno dei cittadini è sfumata senza guadagnare neppure l’attenzione del MLNV che non dimentica nulla e nessuno.
Non avremmo dunque voluto perdere tempo con simili facezie, ma in un momento in cui le autorità d’occupazione straniere italiane, dopo sei anni, tentano di dare un senso alla montatura giudiziaria di cui sono responsabili, non è possibile che il MLNV si ritrovi “casualmente” tra le mani dei documenti riservatissimi della questura di Treviso e riguardanti questioni di ordine pubblico e obbiettivi sensibili.
Dopo l’attentato di Parigi e altri efferati episodi, questo appare come l’ennesimo tentativo di inquinare il legittimo percorso del MLNV e di creare falsi presupposti per perseguirlo ancora più duramente.
Siamo forse al terrorismo di stato?
WSM
Venetia, 23 gennaio 2016
SERGIO BORTOTTO Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Definizione di “terrorismo di stato”:
uno Stato può decidere di ricorrervi contro i suoi stessi cittadini, a fini repressivi per eliminare direttamente un gruppo politico, o per eliminarlo come interlocutore politico e togliergli credibilità davanti all'opinione pubblica incolpandolo di atti commessi da terzi (operazioni False flag), oppure per intimidire e far emigrare una popolazione che non desidera (pulizia etnica), per creare uno stato di emergenza che giustifica una deriva autoritaria con la sospensione e deroga delle Costituzioni in nome della sicurezza nazionale.
Un ulteriore modo, proprio degli stati e non replicabile da soggetti non statali, di fare terrorismo è l'istituire un ordinamento giuridico e di pubblica sicurezza estremamente punitivi: tramite organizzazioni di polizia segreta e regolamenti molto rigidi si instaura un clima di paura in cui ogni cittadino diventa passibile di punizione, in pratica "colpevole fino a prova contraria".
Tratto da Wikipedia
e poi i criminali saremmo noi???

LA STRAGE DI PARIGI … COME SEMPRE UN ATTACCO ALLA LIBERTA’!

INDIGNAZIONE, RABBIA, CORDOGLIO.
Non rassegniamoci alla violenza imposta a tutti i costi
perché chi arma la mano del carnefice, è spesso chi poi lo condanna.
Chi ti vuole nutrire è spesso chi ti affama.
Chi ti vuole difendere è talvolta chi ti deruba.
Ogni tirannia nutre il sistema che lo alimenta
e alle volte si fa scudo della sua stessa violenza
per giustificare la repressione feroce del dissenso.
Non abbandoniamo le nostre idee,
non rinunciamo alle nostre opinioni,
non discostiamoci dalla voglia di verità,
non svendiamo la nostra obbiettività
e non barattiamo la nostra libertà.
Assassino è chi uccide
ma il crimine non ha Patria né colore politico
sopruso è … e ingiustizia rimane!
In memoria delle VERE VITTIME.
WSM
Venetia, 8 gennaio 2015
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP
https://www.mlnv.org/news/?p=24931


LE PREPLESSITA', LE CONTRADDIZZIOINI… (CLICCA QUI)


2015.01.06 – SI CONSOLIDA LA COLLABORAZIONE COL GOVERNO DI DONECK

Proponiamo anche l'altra e-mail qui pervenuta.

2015.01

e la nostra precedente risposta:
 
Spett.
Sig. Anton Ehin,
Presidente del Comitato delle Comunicazioni Sociali presso il Consiglio dei Ministri della Repubblica Popolare di Donetk.
La presente in risposta alla Vostra e-mail del 25 dicembre u.s. per ringraziarVi dell’attenzione posta al nostro Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto.
La Vostra proposta di collaborazione ci onora.
Siamo sinceramente preoccupati per quanto sta succedendo da Voi ma vogliamo assicurarVi che nonostante la deviata informazione mediatica occidentale la popolazione è scettica sulla versione ufficiale fornita dai media dello stato italiano ed europei.
Nel confermarVi tutta la nostra disponibilità e cooperazione abbiamo subito dedicato nel sito ufficiale del MLNV uno spazio specifico alla Vostra Repubblica (*).
Pertanto, qualunque notizia circa la legittima Vostra versione dei fatti o iniziativa che ritenente necessaria attuare siamo a Vostra disposizione.
Il MLNV, per il tramite del Governo Veneto Provvisorio, ratificherà  a breve il riconoscimento ufficiale della Vostra Repubblica Popolare di Donetsk, con la reciproca speranza di poter intraprendere amichevoli relazioni culturali e sociali.
Con onore e rispetto.
Viva San Marco
Venetia, 29 dicembre 2014
Sergio Bortotto Presidente del MLNV e del GVP
 

 

 

 

 

 

 

NAZIONALISTI FRIULANI: ANCORA ITALIANI CONTRO LE NOSTRE TRADIZIONI.

RICEVIAMO E SUBITO PUBBLICHIAMO
succede a Udine in Terra Friulana
10500461_292523210951393_3370346394054188921_nIl Preside del Liceo "Stellini" di Udine, Santoro, ha detto basta ad una tradizione che si ripeteva da 40 anni e non ha autorizzato la "LECTIO BREVIS" prevista per martedì prossimo per celebrare la Messa di Natale.
Noi Nazionalisti Friulani oggi eravamo presenti in strada per DIFENDERE le NOSTRE TRADIZIONI e per dire BASTA ai servi del mondialismo marxista-sionista che stanno distruggendo la nostra identità, le nostre radici, la nostra cultura.
È chiaro che la Messa di Natale, nelle scuole dove non l'hanno abolita come nelle nostre parrocchie, non viene più vissuta come la vivevamo i nostri nonni e bisnonni.
Nel passato era un momento di preghiera, di comunione, di riflessione, di incontro, di redenzione.
Tutta questa spiritualità e cultura è stata spazziata via dal mondialismo perché l'individuo con una forte identità e fede è forte, per questo è scomodo e viene combattuto.
La società di oggi crede in un solo dio: il denaro.
E per il denaro è disposta a tutto, compreso l'imbrogliare e perfino l'uccidere.
Se vogliamo avere una speranza di futuro dobbiamo recuperare e difendere le nostre tradizioni, solo così ci salveremo.
Tratto da (CLICCA QUI)
10856545_334737400063307_5827780997855595208_oIN CENTINAIA ALLA MESSA DELLO STELLINI
bene ottima risposta da parte di tutti dopo le polemiche con il dirigente dello Stellini
Informazioni
Se condividi la battaglia in difesa del nostro Popolo, registrati cliccando sul seguente link https://www.facebook.com/naz.friulani/app_206541889369118
Missione
NAZIONALISTI FRIULANI: per la difesa e la salvaguardia della nostra Terra e del nostro Popolo.

http://www.mlnv.org/main/2014/09/18/2014-09-18-n-f-nazionalisti-friulani/
I Nazionalisti Friulani sono una rete apartitica di cittadini nata con l'obiettivo di difendere e valorizzare il nostro territorio ed il nostro popolo.
Cittadini stanchi di essere ignorati dalla politica, di vedere il Friuli depredato e razziato dalla delinquenza e molte lavoratori disoccupati e con poche prospettive, di assistere a continui tagli alla sanità, alla scuola oltre che a politiche inadeguate sul turismo ed alla mancanza di iniziative per riattivare l'edilizia.
In pochi mesi dalla nascita del gruppo, i Nazionalisti Friulani hanno superato quota 5.000 sostenitori e sono il primo gruppo politico sul web in Friuli Venezia Giulia.
L'impegno dei Nazionalisti Friulani è in difesa del nostro Popolo, dei nostri valori, della nostra identità, del nostro patrimonio culturale e spirituale; significa orgoglio e senso di appartenenza, rispetto e valorizzazione degli usi, costumi e tradizioni dei friulani.
La situazione che stiamo vivendo è paradossale.
Da un lato gli aiuti sociali benevoli nei confronti degli stranieri e dall'altro i friulani, che hanno da generazioni costruito il territorio di oggi, che non arrivano alla fine del mese.
Da un lato la delinquenza, dove quasi il 60% dei detenuti in FVG è straniero, e dall'altro il cittadino friulano che viene depredato da furti, rapine e violenze ed il cui Stato non riesce a garantire una adeguata sicurezza e protezione. Da un lato chi lavora nell'illegalità e nell'inganno e dall'altro invece i cittadini onesti che devono chiudere l'attività a causa di tasse troppo elevate, balzelli, burocrazia, inefficienze, taglio dei servizi.
I Nazionalisti Friulani respingono questo modello di società individualistica, dominato dalle banche, dalle finanza internazionale, dagli affaristi. Un modello che pone le proprie basi sull'egoismo, sul consumismo sfrenato, sul capitalismo senza regole, sull'immigrazionismo e che ha portato alla precariato, alla disoccupazione, al degrado e all'essere schiavi del debito e dell'interesse. Noi riteniamo che questa società vada radicalmente cambiata e ciò è possibile attraverso l’impegno del Popolo unito: VOLERE E' POTERE!
Uniti ce la faremo!
Se condividi la battaglia in difesa del nostro Popolo e della nostra identità, registrati cliccando sul seguente link https://www.facebook.com/naz.friulani/app_206541889369118

INIZIA LA CAMPAGNA PER LE REGIONALI IN VENETO … E SUBITO SI ATTACCA IL MLNV!

Immagine26Nel pomeriggio di oggi ho ricevuto una telefonata da una giornalista del Corriere del Veneto, che ha voluto intervistarmi riguardo al "nostro" rinvio a giudizio relativo alla prima inchiesta sulla Polisia Veneta del 2009.
Lo avrebbe deciso questa mattina il G.u.p. Casciarri (l’ennesimo esperto giudice italiano di lampante origine veneta) del tribunale straniero a Treviso.
Premesso che nessuno nel MLNV ha tempo da perdere con queste amenità tutte italiane, alla giornalista ha ribadito che si tratta di decisioni di autorità d'occupazione straniere e che non ci riguardano … noi non siamo italiani ma Veneti.
Alla perplessità della giornalista  ha fatto seguito la solita confusa allusione alle armi  che i gli inquirenti italiani hanno usato come pretesto per etichettare il MLNV con un’organizzazione eversiva.
Se quelle armi fossero state veramente in dotazione al MLNV, e per gli scopi che ci vogliono attribuire, probabilmente né noi né molti di coloro che sono venuti a perquisire abitazioni ed uffici oggi sarebbero vivi.
È significativo notare come all’avvio di qualsiasi campagna elettorale si acuisce la strumentalizzazione mediatico/giudiziaria contro il MLNV.
È successo nel 2009, con la prima inchiesta sulla Polisia Veneta, coniata ad arte dal sistema mafioso politico italiano che ha addirittura agevolato l’attenzione mediatica su un’inesistente attentato al candidato leghista alla presidenza dell’ente straniero italiano della regione veneto.
In un clima da “guerra fredda” e con il crescente astensionismo di voti alle ultime elezioni c’è da chiedersi cosa oggi si inventeranno per attirare l’attenzione su questi provinciali “poveri politicanti italiani” e cosa si inventeranno per far si che i Veneti si spaventino del MLNV.
Non posso a questo punto che riprendere quanto già detto in un precedente comunicato:
sono scandalosi, pretestuosi e calunniosi i ripetuti attacchi commessi dalle istituzioni di occupazione straniere italiane, ed è altrettanto scandaloso l’assoluto disinteresse e l’opportunistica indulgenza dei ciarlatani e vanagloriosi politicanti “venetisti”.
Nello sconsolante e frammentato scenario indipendentista veneto il MLNV, a differenza di molte altre realtà, mantiene fede al proprio legittimo e legale percorso con costante, immutabile e coerenza d’impegno riguardo al diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto.
Il MLNV evita i facili “galleggiamenti politici”, sfida e contesta le ambizioni partitocratiche dei falsi indipendentisti che con pretestuoso trasformismo si candidano in competizioni elettorali straniere italiane.
Il MLNV detesta e rifiuta ogni deriva violenta che violi il rispetto dei diritti umani, civili e politici delle persone ed evita e non vuole avere a che fare con quanti arrogantemente si ergono quali unici eredi della Serenissima Patria, quanti esigono e pretendono che gli si riconosca un’inesistente ed egemonico primato di supremazia.
Il MLNV non ha tempo per competere o emulare altri indipendentisti perché è talmente singolare e mirato il proprio percorso che non può neppure permettersi il lusso di rincorrere quella visibilità mediatica che altri sembrano agognare.
Il MLNV disprezza e ripudia gli impostori, i saltimbanchi e gli imbonitori di turno che in malafede danno false speranze e ingannano il Popolo Veneto con illusionistici percorsi indipendentisti.
Agli italiani e ai non pochi ciarlatani che non risparmiano ridondanti e magniloquenti giudizi e opinioni sul MLNV consigliamo infine di ignorarci e di farsene una ragione … non siamo e non vogliamo essere come loro.
Per concludere vogliamo ricordare a tutti quei veneti che si candiano a qualsiasi elezione italiana o ricorrono anche a  espedienti referendari italiani che per noi sono dei TRADITORI DELLA PATRIA .
WSM
Venetia, 18.12.2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP
ma cossa disei sti qua … cambia cossa che xe dal 2009 che i tenta de processarne sto stato mafioso italiano … pagliacci !
Polisia veneta, si cambia … In sei vanno a processo
Per gruppo paramilitare.
Gallina: «Una decisione assurda»
TREVISO Anche se il reato di associazione paramilitare è stato per un periodo cancellato, vanno processati i vertici del Movimento di liberazione nazionale che, secondo la procura di Treviso, nel 2009 avrebbero organizzato la Polisia Veneta. Lo ha deciso il gup Bruno Casciarri, con una sentenza che manda alla sbarra Daniele Quaglia, l’ex poliziotto Sergio Bortotto, il comandante dei vigili urbani di Cornuda Paolo Gallina, la madre Giuliana Merotto, Danilo Zambon e Dino Zorzi. La prima udienza è fissata per il 7 gennaio 2016, a sette anni da quando la Digos, aveva intercettato durante una manifestazione nel Padovano, il gruppo «Polisia Veneta» che sfilava con tanto di divise.
Il procuratore Fojadelli chiese il rinvio a giudizio per sei. Ma l’udienza preliminare si concluse con il trasferimento degli atti alla Corte Costituzionale perché nel frattempo il dispositivo Calderoli aveva cancellato il reato e la procura aveva presentato un’eccezione di costituzionalità respinta dalla Corte per «manifesta inammissibilità » ma riproposta nel 2012. Giovedì la decisione del gup secondo cui il fatto che il reato sia stato reintrodotto di fatto lo fa «rivivere». «Una decisione assurda – commenta Gallina -. Non abbiamo commesso nessun reato».
Tratto da "la corriera del Veneto" ops scussero … da IL CORRIERE DEL VENETO (CLICCA QUI)

Treviso, va a processo la "polisia veneta"

Il gup di Treviso Bruno Casciarri ha disposto oggi il rinvio a giudizio per il reato di associazione paramilitare di sei componenti della cosiddetta «Polisia Veneta», un gruppo che si proponeva compiti di polizia per conto di un movimento venetista venuto alla luce nel trevigiano nel 2009.
All’epoca, nel corso di alcune perquisizioni, furono trovate armi e munizioni.
L’organizzazione, guidata da un comandante di polizia locale ed alla quale apparteneva pure un ex poliziotto, non aveva mancato di mettersi in evidenza anche nel corso di una manifestazione in provincia di Padova.
La richiesta di rinvio a giudizio inizialmente formulata dall’allora procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli, non ebbe seguito per la depenalizzazione del reato introdotta dall’allora ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, salvo essere in seguito annullata.
Il caso della ’Polisia Veneta' è stato esaminato dalla Corte Costituzionale due volte, con un’apertura, nell’ultimo caso, che ha permesso al giudice trevigiano di arrivare al rinvio a giudizio.
La prima udienza è fissata per il 7 gennaio 2016.
Tratto da IL GIORNALE DI VICENZA (CLICCA QUI)

18/12/2014
Dopo due pronunce della Corte Costituzionale, il gup dispone il rinvio a giudizio
LA POLISIA VENETA DEVE ESSERE PROCESSATA: IN SEI A GIUDIZIO
L'associazione paramilitare ere stata abrogata e poi reinserita

 

TREVISO
– (gp)
Costituire un'associazione paramilitare è reato.
Gli appartenenti alla cosiddetta Polisia Veneta devono dunque essere processati e rischiano una condanna, se venisse provata la loro colpevolezza, fino a cinque anni di reclusione.
Sembrava destinato all'archiviazione, ma il processo a carico dei sei imputati nel primo filone dell'inchiesta sulla Polisia Veneta si dovrà celebrare: la prima udienza è stata fissata il 7 gennaio 2016.
Sotto accusa ci sono Daniele Quaglia, colui che nell’organizzazione avrebbe ricoperto l’incarico di governatore del popolo veneto, Sergio Bortotto, con l'incarico di ministro degli Interni e di capo della polizia, Paolo Gallina, comandante dei vigili urbani di Cornuda nella vita reale e generale della polizia veneta in quella dell’Autogoverno, la madre Giuliana Merotto, Danilo Zambon, 65 anni di San Fior, savio dell’Alta Corte di Giustizia e Dino Zorzi, 45 anni di Trevignano, colonnello della Polisia.
Sulla vicenda si era pronunciata per due volte la Corte Costituzionale.
La questione è complessa, ma la sostanza è abbastanza semplice: il reato di associazione militare con scopi indirettamente politici era stato abrogato nel marzo 2010 con il decreto legislativo n.43 del 1948, firmato dall'allora Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli.
La Procura di Treviso aveva sollevato un'eccezione di costituzionalità riguardo al fatto se fosse o meno corretto abrogare un reato con un decreto legislativo.
Incassato il “no” da Roma (ovvero che l'abrogazione era costituzionalmente corretta), il processo sembrava destinato a chiudersi con un'assoluzione, ma nel maggio 2012, quando era stata fissata la nuova udienza preliminare, il reato era stato nel frattempo reintrodotto.
A questo punto l'allora gup Elena Rossi decise di rispedire le carte per la seconda volta alla Corte Costituzionale perchè si pronunciasse nuovamente.
L'esito è arrivato e il nodo da sciogliere era solo uno: posto che il reato è tornato a essere reato secondo la legge, c'è stato un lasso di tempo (dall'abrogazione alla reintroduzione) in cui non sarebbe perseguibile.
Il gup Bruno Casciarri, con una sentenza in punta di diritto, ha stabilito che il presunto reato, essendo stato commesso anche prima del periodo di vuoto legislativo, deve essere perseguito.

Tratto da RADIO VENETO UNO (CLICCA QUI)

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