ATTUALITA

STORICO DISCORSO DI VIKTOR ORBAN: ESISTE UN PIANO CONTRO L’EUROPA.

Storico discorso di Viktor Orban: “Esiste un piano per realizzare una Europa nelle mani di una popolazione cosmopolita con preminenza mussulmana”
“Circa 27 anni addietro avevamo pensato che il nostro futuro fosse in Europa.
Attualmente, noi siamo il futuro dell’Europa”, ha dichiarato questa mattina il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban, nel corso della 28a edizione della Università Libera di Tusnádfürdő.
Nel suo discorso annuale, Orban ha manifestato l’idea che le elezioni parlamentari che si svolgeranno la prossima primavera nel paese avranno una importante dimensione europea.
“Quello che accadrà in Ungheria avrà importanti implicazioni per l’insieme dell’Europa, perchè oggi una Ungheria forte gioca un ruolo decisivo nella battaglia per evitare la scristianizzazione dell’Europa”, ha segnalato.
Orban ha considerato allo stesso modo che un paese forte non può permettersi un declino demografico. “I paesi più forti sono quelli che sono in grado di mantenersi biologicamente.
Perchè l’Ungheria abbia un futuro deve mantenere una tassa di fecondità di 2,1 figli per famiglia”.
Orban ha sottolineato che uno Stato forte necessita di un buon livello di sicurezza, inclusa la protezione delle sue frontiere e la lotta contro il terrorirismo, così come il mantenimento di un forte senso di identità culturale”.
In contrasto con questi principi, ha indicato l’Europa, vittima a suo giudizio di un cambiamento culturale e demografico di imprevedibili conseguenze.
“L’Immigrazione non apporterà alcuna soluzione ai problemi economici.
Cercare di rimediare la scarsezza di mano d’opera mediante l’importazione di immigrati è come se, nel mezzo di un naufragio, ti metti a consumare acqua di mare.
E’ anche quella acqua ma il problema lo farà aumentare”, ha sostenuto il primo ministro ungherese.
In particolare Orban ha voluto mostrarsi molto franco e deciso circa le sfide della integrazione di un gran numero di immigrati mussulmani nella nostra cultura cristiana. ”
Non possiamo mantenere i nostri ideali solidali nelle nostre nazioni quando esistano gruppi etnici che pretendono di modificare la cultura europea.
Non possiamo mantenere i nostri ideali nel mezzo di collettività che si oppongono all’esistenza ed alla cultura europea, perchè il risultato finale sarebbe catastrofico”, ha sottolineato Orban.
“La sfida nei prossimi decenni è se l’Europa continuerà appartenendo agli europei.
Se l’Ungheria continuerà ad essere la terra degli ungheresi, se la Germania continuerà ad essere la terra dei tedeschi, se la Francia continuerà ad essere la terra dei francesi, se l’Italia seguirà ad essere la terra degli italiani”, ha aggiunto il leader magiaro, criticando in questo senso i burocrati europei dell’Impero mondialista di George Soros nell’opporsi alla volontà delle nazioni.
Oggi gli interessi di George Soros sono meglio rappresentati a Brusseles ed a Washington, DC che non a Tel Aviv, ha affermato Orban, il quale ha respinto che le critiche fatte allo speculatore ebreo di origine ungherese facciano parte di teorie cospirative.
“Esiste un piano di Soros, che lui stesso ha scritto”.
 
Miogranti sul confine ungherese

Secondo Orban, detto piano consisterebbe nel trasferire un milione di migranti nel territorio dell’Unione Europea.
” Al loro arrivo devono ricevere 15.000 milioni di euro per mantenere così l’effetto di aspirazione.
Questo importo è maggiore del reddito promedio degli ungheresi. Soros pretende che gli immigrati siano distribuiti per tutti i paesi dell’Unione Europea. Proteggere le nostre frontiere di fronte all’entrata di questi migranti illegali ha comportato un grande sforzo economico. L’Europa si è caricata di una piccola parte di questo costo.
Oggi la Germania si trova sull’orlo della bancarotta, così che non ci vengano più a parlare di mancanza di solidarietà dell’Ungheria”, ha segnalato.
“Se l’Europa vuole continuare ad esssere attuabile, deve recuperare la sua sovranità e liberarsi dell’Impero di Soros”, ha ribadito Orban.
Orban si è inoltre pronunciato per una riforma dell’Unione Europea e di ritornare alla forma originaria prevista dai trattati costitutivi.
“Le Nazioni Unite devono proteggere le frontiere dell’Europa.
Questo può suonare duro, ma quelli che sono entrati illegalmente in Europa devono essere espulsi.
l’Europa non può seguitare ad essere un continente senza protezione delle frontiere”, ha proclamato il primo ministro ungherese.
Orban si è augurato inoltre che i leaders europei sappiano essere all’altezza delle loro responsabilità (anche se ne dubita) e che l’Europa deve recuperare la sua competitività, garantire la pace, aprirsi agli stati balcanici e risolvere i suoi problemi esterni con la Russia e la Turchia.
Orban ha ribadito alla necessità di opporsi al progetto di scristianizzazione del Continente e che si sappia resistere all’attacco ideologico in atto da parte dei liberisti e degli intellettuali, denunciando come anche i partiti socialdemocratici abbiano rinunciato a difendere i diritti dei lavoratori nazionali. Loro sono tutti impegnati a difendere gli interessi economici del neoliberismo”, ha denunciato il presidente ungherese.
Secondo Orban esiste in piano per mettere il territorio europeo nelle mani di una popolazione cosmopolita, in modo predominante mussumana, un piano di sostituzione di popoli.
“La riuscita di questo piano richiede una Europa scristianizzata, goveni burocratici e senza anima”, ha avvertito il leader magiaro. (……….)
Siamo noi il principale ostacolo per la realizzzazione del piano Soros”, ha dichiarato Orban, insistendo che il principale ostacolo sarà quello di affrontare i partiti dell’opposizione del suo paese. Noi dobbiamo in primo luogo misurarci con la “rete di Soros”, gli eurocrati di Bruxelles ed i loro media.
Conosciamo le loro tattiche, basate sul ricatto, sulla diffamazione e sul giornalismo prostituito ai grandi interessi”.
Orban ha avvisato che molto in gioco in questa sfida: non soltanto nell’ambito nazionale ma anche a livello europeo.
“Da 27 anni pensiamo al nostro futuro in Europa,.
Oggi siamo il futuro dell’Europa”, ha concluso lo statista magiaro.
 
Fonte: Alerta Digital
Traduzione e sintesi: Luciano Lago – Controinformazione
 
Tratto da (CLICCA QUI)
 

UN’ALTRA VERITÀ SU HITLER

LA VERITA' SU HITLER.
Ricosruzione storica di fatti realmente accaduti.
La vera storia! la storia che ci hanno raccontato a scuola è falsa.
Hitler e i Nazional-Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. ecco perché scoppiò la seconda guerra mondiale.
Questo breve video mostra accadimenti storici veri, la storia che ci hanno raccontato a scuola è falsa.
Buone riflessioni!

NO AI VACCINI OBBLIGATORI

In Svezia sono riusciti a far togliere ogni obbligo vaccinale e denunciano pubblicamente gli intrecci di interessi tra governi anche stranieri e case farmaceutiche. 
 
 
TESTO DEL MESSAGGIO (tradotto in italiano)
 
Ove la legge n 73/2017 venisse approvata, il Governo Italiano starebbe violando delle leggi internazionali.
Membri del Parlamento Italiano, del Senato e del Governo, chiedo gentilmente la vostra attenzione.
Questa è una lettera aperta nel formato di un video. 
Ci è giunta notizia che il Parlamento Italiano sta per erogare una nuova legge riguardante l'obbligo, o più precisamente l'imposizione forzata, delle vaccinazioni. Si tratta di una pesante violazione delle leggi dell'Unione Europea.
Se proseguirete in questa intenzione ed emanerete ulteriori leggi che rendano obbligatorie vaccinazioni, agiremo affinché siate perseguiti per questo e affinché l'Italia sia severamente punita dall'Unione Europea ed eventualmente persino espulsa dai membri dell'Unione Europea.
Parlo a nome di diverse organizzazioni e cittadini di molti paesi che non si tireranno indietro. 
Agiremo insieme promuovendo azioni legali per fermare gli organi governativi italiani dal proseguire nel dar corso a questo decreto che viola gravemente leggi preminenti.
Allo stesso modo agiremo legalmente contro qualsiasi Stato dell'Unione Europea che provasse ad emanare leggi vaccinali obbligatorie e incostituzionali.
In Svezia abbiamo condotto una strenua opposizione al decreto vaccinale – In Svezia non vi sono vaccinazioni forzate né obbligatorie.
L'unico reale motivo dietro questa agenda vaccinale è la stretta collaborazione tra governi e corporazioni farmaceutiche come GlaxoSmithKline.
In Svezia il segretario del Ministero della Sanità è della Glaxo e il vostro Direttore Generale per la Prevenzione, Ranieri Guerra, era CEO della Fondazione GlaxoSmithKline.
Se non avete ancora scacciato la Glaxo e altre corporazioni, già denunciate come vere e proprie mafie dagli stessi esperti del settore medico, allora è venuto il momento di farlo!
I governi non dovrebbero fare affari e comperare vaccini e altri prodotti farmaceutici da corporazioni che infrangono ripetutamente la legge – e oggi il Governo Italiano ha intenzione infrangere le preminenti leggi europee? 
E altre leggi internazionali?
Il decreto vaccinale n 73/2017 è anticostituzionale e viola leggi internazionali.
Sapete che la GlaxoSmithKline è stata condannata a risarcire 3 miliardi di dollari dopo aver ammesso la peggiore frode nella sanità della storia – che ha coinvolto anche bambini. 
E se non bastasse GlaxoSmithKline è stata condannata per una vaccinazione sperimentale che ha portato alla morte di 14 bambini.
Vi chiedo di riflettere e di riflettere attentamente.
 
A TUTTI I CITTADINI DELLA UE
Non ubbidite a vaccinazioni obbligatorie.
I governi non hanno alcun diritto di obbligarvi a vaccinare voi o i vostri figli e se ci provano sono antidemocratici.
Dite loro che verranno perseguiti e non hanno alcun diritto di inoculare ai vostri bambini alcun tipo di trattamento medico senza il vostro consenso informato.
Lo Stato non possiede i vostri figli.
I vostri figli non sono proprietà dello Stato.
Chiamiamo tutti i difensori dei diritti umani, gli uomini di legge, i politici e i leader a prendere posizione e unirsi in questa lotta per la libertà in Europa.
Non cederemo i nostri figli ai governi in affari con la Glaxo, che detiene il record assoluto di condanne per frode sanitaria.
Spezzate queste corde – siate liberi!
Nessuna iniezione farmaceutica che comporti dei rischi può essere obbligatoria.
Dateci notizia di ogni abuso di tipo vaccinale e muoveremo azione legale al vostro fianco. 
Potrebbe essere il più grande caso giudiziario della storia.
 
( grazie a Stefano Re )
 
 

VACCINAZIONI TRA SCIENZA E DIRITTO

ILLUMINANTI RIFLESSIONI DI UN GRANDE GIURISTA
Vaccinazioni: tra Scienza e Diritto del dott. BENIAMINO DEIDDA 
(Direttore della Scuola Superiore di Magistratura, ex Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze)
"Mi pare necessario premettere che il mio approccio alla questione che è oggetto di questo dibattito non è ideologico e che affronterò i problemi esclusivamente dal punto di vista giuridico, cercando di coglierne le implicazioni. Per il giurista il dato di partenza è la norma e la disciplina positiva che da essa discende. Certo, poi le norme possono essere discusse e possono essere cambiate. Ma darsi da fare per modificarle è compito dei cittadini, dei partiti, delle associazioni, non del giurista. Per il giurista la norma è il punto di riferimento e con essa bisogna fare i conti.
Nel nostro caso il panorama normativo è semplice. Con leggi che si sono succedute nell'arco di molti anni sono state dichiarate obbligatorie quattro vaccinazioni. Nel tempo altre se ne sono aggiunte, ma il legislatore non le ha definite obbligatorie, ma solo 'raccomandate'. Devo dire che mi sfugge la diversa natura delle due categorie di vaccinazioni, ma forse questo dipende dalla mia ignoranza in materia. Mi pare di capire che per un profano ' raccomandare' una vaccinazione debba avere il significato di prevenire le conseguenze dannose di alcune malattie. Sotto questo profilo l'obbligatorietà limitata ad alcuni vaccini e non ad altri non discende da una graduazione di importanza; sembra più il portato di un atteggiamento strategico del legislatore che è andato mutando nel corso degli anni.
Il mio intervento si propone di esaminare le caratteristiche della obbligatorietà delle vaccinazioni e delle sanzioni previste per legge, la sostenibilità dell'obbligo alla luce delle norme costituzionali e le possibili interpretazioni alla luce della giurisprudenza.
Rispetto ad un recente passato, sembra indubbia la tendenza, che si registra in diversi paesi occidentali, ad una sensibile diminuzione della copertura vaccinale per le vaccinazioni più comuni. Ciò ha indotto le autorità pubbliche a mettere in campo alcune discutibili strategie per contrastare questo fenomeno.
Voglio ricordare che con la diffusione dei primi vaccini, il legislatore negli anni '60 previde la obbligatorietà delle vaccinazioni per difterite, tetano e poliomielite con specifiche sanzioni penali a carico dei genitori che omettessero di vaccinare i propri figli e con l'obbligo per le scuole di verificare l'avvenuta vaccinazione come presupposto della frequenza scolastica. Con la legge di depenalizzazione 689/81, il reato di omessa vaccinazione fu trasformato in illecito amministrativo, tanto che l'ultimo obbligo di vaccinazione contro l'epatite B, introdotto con legge n. 165/1991, fu sanzionato solo in via amministrativa.
Dopo di allora il Ministero della salute ed il legislatore, anche alla luce della riforma sanitaria introdotta con la legge n. 833/1978, hanno cambiato strategia, puntando sull'informazione e sulla persuasione, piuttosto che sulla repressione. E' questa la ragione che spiega perchè i vaccini introdotti successivamente (contro pertosse, meningite, varicella, ecc.) sono solo raccomandati e non obbligatori. Questo nuovo atteggiamento ha indotto il legislatore a sopprimere con il DPR n. 355/1999 il divieto di frequenza scolastica per i non vaccinati, che francamente era poco in linea con il principio costituzionale dell'istruzione obbligatoria per tutti i minori.
Ho brevemente ricapitolato questi passaggi, per sottolineare la preoccupazione che destano alcune recenti prese di posizione di molte autorità pubbliche centrali e regionali dirette a contrastare il calo delle vaccinazioni registrato nel nostro paese. Si parla di rinvigorire l'applicazione delle sanzioni (che il alcune regioni sono da tempo disapplicate), di reintrodurre il divieto di frequenza scolastica per i non vaccinati e addirittura di prevedere sanzioni disciplinari, fino alla radiazione, per i medici che facciano propaganda antivaccinista. E, infine, si vorrebbe introdurre la coercizione della vaccinazione ad opera del Sindaco che si servirebbe dei poteri attribuitigli dall'art. 117 del D.Lgs. 112/1998.
Mi limito a dire che quei poteri di intervento presuppongono che sia già in atto un'epidemia e che dunque sia urgente intervenire, il che è difficilmente conciliabile con le ordinarie campagne preventive di vaccinazione. Il Sindaco potrebbe certo emanare un'ordinanza ripetitiva dell'obbligo previsto dalla legge, ma l'eventuale violazione non sarebbe sanzionabile con l'art. 650 del codice penale, come ha già riconosciuto la I Sez. della Cassazione con sentenza n. 2671 del 12 dicembre 1990.
Queste difficoltà di concreta attuazione degli obblighi hanno indotto taluno a ricorrere al Tribunale dei minori sul presupposto che i genitori che non rispettano l'obbligo di vaccinare i figli sarebbero inidonei ad esercitare la responsabilità genitoriale. Devo dire che finora i Tribunali dei minori non hanno generalmente effettuato interventi determinati dal mero rifiuto delle vaccinazioni, a meno che non emergessero elementi di trascuratezza nella cura e nell'educazione dei minori.
Questa posizione assunta dalla magistratura minorile (le cui ragioni sono ben illustrate nel protocollo intervenuto tra la Regione Lombardia e il Tribunale dei Minori di Milano), ci introduce alla questione di fondo: se, cioè, sia coercibile l'obbligo di eseguire le vaccinazioni alla luce dell'ordinamento giuridico vigente.
La risposta negativa è imposta da una corretta interpretazione dell'art. 32 della Costituzione, secondo cui “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Dunque l'obbligo di sottoporsi ad un determinato trattamento è possibile solo se previsto da una legge ordinaria. La legge peraltro è vincolata ad un ulteriore limite: nel senso che in nessun caso possono essere violati “i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Per pacifica interpretazione l'art. 32 C. tutela una delle massime espressioni della libertà, quella di non essere sottoposti a cure o terapie che non siano liberamente scelte o accettate. E' generalmente condivisa l'opinione che solo uno stato di necessità per la salute pubblica consenta al legislatore l'imposizione di un trattamento sanitario. Secondo questa impostazione, dunque, l'articolo 32 C. consente di contemperare il diritto individuale alla salute e alle cure liberamente scelte con l'interesse alla salute dell'intera collettività. Tale contemperamento però, secondo l'interpretazione della Corte Costituzionale contenuta nella sentenza 308/1990, permette anche l'imposizione di trattamenti sanitari obbligatori, ma non postula il sacrificio della salute individuale a quella collettiva. Ciò significa che è sempre fatto salvo il diritto individuale alla salute, anche di fronte al generico interesse collettivo: nel nostro caso perciò il provato pericolo per la salute individuale consentirebbe l'esonero dall'obbligo di vaccinazione.
A proposito di principi contenuti nel nostro ordinamento, c'è da aggiungere che l'eventuale introduzione della vaccinazione coatta per legge nel nostro ordinamento sarebbe preclusa dalla Convenzione di Oviedo, recepita in Italia con legge n.145/2001, che, com'è noto, ha stabilito il fondamentale principio dell'autodeterminazione in materia di salute. Il motivo del contrasto con la Convenzione è che, essendo la vaccinazione un trattamento preventivo proposto a persone sane, in questo ambito non si può configurare lo stato di necessità, cioè l'unica situazione per la quale non è richiesto il consenso del paziente o del suo rappresentante legale.
A questo proposito è stato posto un problema di una qualche importanza. Si è detto da parte di qualcuno: l'autodeterminazione va bene, ma l'autodeterminazione riguarda sé stessi, non i propri figli minori, dunque la tutela della salute dei minori non può essere lasciata all'apprezzamento dei genitori, ma va salvaguardata con l'intervento del giudice o dell'autorità sanitaria. Si tratterebbe perciò di integrare la volontà del minore, che non ha capacità giuridica, con l'intervento di una autorità pubblica che si sostituisce ai genitori. Questa obiezione ha tratto qualche vantaggio da alcune pronunzie della Corte di Cassazione che, decidendo in tema di vaccinazioni obbligatorie, ha rilevato che la vaccinazione non può essere rifiutata per una generica convinzione o per ignoranza del genitore: devono essere di volta in volta indicate specifiche ragioni che rendono la vaccinazione pericolosa per la salute del minore (Cass. Sez. I, 18.7.03 n. 11226, Cass. 8.7.05 n. 14384 e Cass. Sez. II, 26.6.06 n.1474 ).
Tuttavia l'interpretazione volta a sostituire la volontà del genitore con quella di un organo pubblico ha scarse possibilità di prevalere, dal momento che esiste nel nostro ordinamento l'incontestabile principio che la volontà dell'incapace è sostituita da quella del suo rappresentante legale, che è l'unico autorizzato a darle voce. Fino a che dunque non si pone nel nulla quella rappresentanza, saranno i genitori ad esprimere la volontà del minore. L'autodeterminazione si realizza appunto con riguardo alla salute del minore attraverso la scelta dei suoi genitori.
Sulla scorta di questo equivoco si è fatto talvolta ricorso al giudice dei minori invocando l'art. 333 del cod. civ., che consente l'intervento del giudice quando i genitori con il loro comportamento pregiudicano i beni fondamentali del minore. Non sono mancate le pronunzie di alcuni giudici che hanno ravvisato nel rifiuto delle vaccinazioni una condotta pregiudizievole per il minore, ma l'atteggiamento prevalente nella giurisprudenza è quello di rimettere all'apprezzamento dei genitori l'opportunità di vaccinare o meno i figli minori, secondo le proprie convinzioni o conoscenze.
Se questa conclusione è pacifica per quanto riguarda le vaccinazioni raccomandate, la logica giuridica vorrebbe che la medesima disciplina venisse applicata per quelle obbligatorie. Abbiamo già visto che esse non si differenziano nel merito e che l'obbligatorietà o la raccomandabilità derivano dal diverso momento storico in cui vennero prescritte. Ma per tutte le vaccinazioni valgono, senza differenze, i principi costituzionali della libertà di scelta e di autodeterminazione. La conclusione dal punto di vista giuridico non può che essere questa: l'obbligo giuridico della vaccinazione e la conseguente repressione non reggono di fronte ad una interpretazione delle norme costituzionalmente orientata, come dimostrano del resto le prassi vigenti nella gran parte delle Regioni italiane dove l'obbligo e le relative sanzioni sono generalmente disapplicati.
Si impone invece una scelta di diverso tipo, che non può che essere quella della informazione e della responsabilità, evitando che si perseguano interessi diversi da quelli della protezione della salute di tutti.
L'ultima questione alla quale vorrei fare cenno è relativa agli obblighi e alle responsabilità del medico in materia di vaccinazioni. Periodicamente sui mezzi di informazione si apprende che viene stigmatizzata l'azione di alcuni medici impegnati a mettere in evidenza le criticità o i possibili rischi di una vaccinazione di massa indiscriminata, praticata senza indagini mirate e senza la necessaria prudenza. Si rimprovera loro di 'remare contro' le indicazioni che provengono dalle autorità sanitarie e spesso si minacciano sanzioni disciplinari per coloro che coltivano il dubbio sulla bontà, sempre e comunque, di tutte le vaccinazioni.
Su questi punti è bene ricordare alcuni principii che non possono essere disattesi.
E' vero innanzitutto che i medici nell'esercizio della professione devono attenersi alle conoscenze scientifiche e devono seguire le linee guida e le buone pratiche accreditate e condivise dalla comunità scientifica. Non sarebbe accettabile (e non gioverebbe alla credibilità della medicina) che ogni singolo si lasciasse guidare solo dalle proprie idee più o meno avanzate o bislacche. In questo senso il decreto Balduzzi, con il suo riferimento alle buone pratiche pacificamente accreditate dalla comunità scientifica, costituisce una garanzia per gli stessi medici e li pone al riparo dalle conclusioni un po' balzane di qualche giudice o consulente del giudice.
Ma è anche chiaro che l'elaborazione delle linee guida e delle migliori pratiche vive di confronti, di test, di conferme e di prove che sono frutto della libera ricerca in medicina. Tutto questo ha bisogno della partecipazione di tutti, delle discipline specialistiche come della medicina generale, senza preclusioni e senza anatemi. Il terreno più adatto per favorire la buona elaborazione di percorsi preventivi, diagnostici o terapeutici, ecc. è costituito dalla libertà garantita nell'articolo 33 della Costituzione: “l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”.
Ne consegue che soffocare il dissenso su questa o quella terapia, quando esso sia fondato su ragionevoli dubbi o sul dibattito esistente in un certo momento storico è un atto scriteriato. Nè può essere limitato il dissenso o la libertà di ricerca solo perchè le autorità sanitarie hanno scelto una via piuttosto che un altra
Ma – si sente obiettare – se uno lavora per il SSN non può tenere atteggiamenti che contraddicono le scelte del servizio cui appartiene. Non discuto gli aspetti contrattuali dei rapporti che legano i medici al SSN, ma sostengo che anche questi medici godono delle garanzie costituzionali nell'esercizio della loro professione. Minacciare sanzioni a coloro che, per motivate ragioni scientifiche, non si allineano alle decisioni o alle conclusioni delle autorità sanitarie non è rispettoso della libertà di ciascuno. E' chiaro che proprio il confronto libero tra le varie posizioni determinerà infine le scelte più appropriate, ma non è certo soffocando il dissenso che si raggiungerà la migliore protezione della salute individuale e collettiva.
Beniamino Deidda ex Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze".

L'OBIEZIONE ATTIVA VALE ASSOLUTAMENTE ANCORA !
Proprio alla luce del Decreto sulle vaccinazioni, la pratica dell'OBIEZIONE ATTIVA ha ancora più importanza.
Per cui va ancora praticata bene, secondo le indicazioni già fornite dal Comilva a suo tempo.
Quindi : chi non intende vaccinare i propri figli, deve pertanto comunque prendere posizione con asl e Sindaco con racc.ta a.r., e non nascondersi .
Deve partecipare al colloquio informativo a cui l'asl convoca subito dopo, e deve valutare bene se firmare il modello di DISSENSO INFORMATO che la asl propone.
Manteniamo sempre questo atteggiamento civico corretto e responsabile.
L'Obiezione Attiva serve a questo.

Come genitore dovete dichiararvi totalmente a favore delle vaccinazioni ma basta che vi rifiutate di firmare la liberatoria (non siete medici, non conoscete gli effetti dei vaccini, non spetta a voi firmarla) per far andare in tilt il sistema.
Nessun operatore si prenderà la briga di vaccinare i vostri figli e nessun giudice potrà condannarvi in quanto voi vi dichiarate a favore dei vaccini e delle leggi ma vi rifiutate semplicemente di firmare una liberatoria.
Non sono medico, non conosco la composizione dei vaccini e non conosco gli eventuali effetti secondari e quindi non firmo per prendermi la responsabilità di un prodotto che non ho preparato e non conosco.
Ma puoi fare ancora di più: chiedere alla asl che venga fatto al paziente un test preliminare, anche sul DNA (test che peraltro fanno negli altri paesi europei) per stabilire, prima dell'inoculazione, potenziali allergie o reazioni avverse. La ASL è TENUTA a farlo. Ovviamente con tempi biblici.

PATRIA POTESTÀ (ora Responsabilità Genitoriale)
Il decreto varato dal governo, oltre ai profili di ingiustizia e incostituzionalità, non può in alcun modo statuire sulla responsabilità genitoriale (ex patria potestà)
Tale profilo è rimesso unicamente al Tribunale per i Minorenni, che è tenuto a valutare la diligenza e cura genitoriale.
Non solo quindi non c'è alcun automatismo, ma di solito il tribunale minorile statuisce in favore degli obiettori, ritenuti genitori responsabili, diligenti e scrupolosi
Avvocato Luca Ventaloro

 
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GHIANDOLA PINEALE ECCO COSE’

Il prof. Paolo Lissoni parla della Ghiandola Pineale.
Lissoni, di origini milanesi, è attualmente dirigente medico presso il servizio di Oncologia Medica del reparto di Radioterapia Oncologica dell'ospedale San Gerardo di Monza.
Ha inoltre nel proprio curriculum più di cinquecento pubblicazioni scientifiche e collaborazioni con le maggiori riviste internazionali di medicina. 
Nel 2003 ha ricevuto il premio dal National Cancer Institute di Washington per le sue ricerche nel campo della Neuroimmunoterapia dei Tumori. Punto focale del lavoro di Lissoni è concepire il malato secondo una visione trinitaria: un insieme di corpo, psiche e spirito e non solamente come un corpo colpito da una patologia.
 

Tratto da (CLICCA QUI)

 

PUTIN, MANDATO D’ARRESTO PER GEORGE SOROS PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’!

Il premier russo Putin difende il proprio Paese dalle intromissioni esterne: emesso un mandato di cattura nei confronti del banchiere ebreo-ungherese Soros, accusato di speculare sul Rublo e di finanziare l'opposizione al Governo in vista delle elezioni di marzo
La Russia ha ufficialmente dichiarato che il miliardario George Soros è un uomo ricercato nel loro paese, lui e le sue organizzazioni sono una "minaccia alla sicurezza nazionale russa".
Putin ha preso questa decisione lo scorso anno a causa del fatto che Soros ha contribuito a distruggere  l'economia russa nel primi anni del 1990. 
Matt Taibbi del Rolling Stone ha detto di Goldman Sachs sei anni fa:
"La prima cosa che dovete sapere su Goldman Sachs è che è ovunque ,è la più potente banca d'investimento del mondo è un grande calamaro, vampiro avvolto intorno al volto dell'umanità, inesorabilmente trascina nel suo imbuto di sangue  tutto ciò che odora di soldi.
"In effetti, la storia della recente crisi finanziaria, che funge anche da una storia del rapido declino e la caduta dell'impero americano di  improvvisamente truffati, si legge come un Chi è Chi di laureati di Goldman Sachs."
Ovviamente Soros vuole essere come Goldman Sachs. Phil Butler lo rappresenta bene quando dice: "George Soros ha un dito in ogni torta politica. 
Se c'è una crisi nel nostro mondo, è una scommessa sicura che ha avuto una mano in esso ".
Si può dire che Soros e Goldman Sachs sono parte ideologicamente della stessa fratellanza.
La loro strategia è un po 'diversa, ma il risultato finale è la distruzione della vita attraverso il sistema economico (sia esso il capitalismo o socialismo) e la manipolazione politica.
Ecco perché Soros sembra pensare che egli è invincibile. 
Egli pensa di poter spostare il pianeta politico ed economico in pochi battiti di ciglia e nessuno gli può dire di smettere.In realtà, egli scrive libri come The Alchemy of Finance. Soros crede di poter uccidere la stabilità politica in tutta l'Europa e  in America senza che  nessuno possa sfidarlo
Soros è sicuramente vecchio, ma lui non vuole essere obsoleto.
La sua organizzazione è stata recentemente scoperta a condurre operazioni segrete volte a destabilizzare la Russia.
Ecco una citazione interessante dai file trapelate di Open Society Foundation Soros ':
"La nostra inclinazione è di impegnarci in attività  con gli attori che comprendono e contrastano il sostegno russo ai movimenti in difesa dei valori tradizionali … nomi e cognomi da noi è problematico:.
Siamo anche nel business di incanalare denaro in altri paesi per usarli per scopi politici"
 
traduzione di Alfredo d'Ecclesia
FONTE INGLESE: http://viralliberty.com/putinl-arrest-warrant-george-soros/
 

IL TIROLO E LO SPETTRO DELL’INVASIONE DA SUD

Il governatore del Tirolo agita lo spettro dell’invasione dal sud
Günther Platter, governatore del Tirolo, ha il chiodo fisso dei profughi che potrebbero arrivare dall’Italia. A giorni alterni ne evoca la minaccia, benché ormai non se ne vedano da queste parti dal 2015. Se, di tanto in tanto, sulla stampa austriaca (e, per ricaduta, su quella italiana) si riparla della chiusura del Brennero, il merito è tutto suo.
Che l’Italia sia la sponda naturale di approdo di quanti fuggono dall’Africa è un dato di fatto. Che gli sbarchi nelle ultime settimane siano aumentati è fuori discussione. Ma ormai da tempo l’Italia sta facendo il proprio dovere, nel rispetto degli impegni presi a livello europeo, e registra tutti quelli che arrivano e poi, bene o male, se ne fa carico. Alcuni sfuggono ai controlli, perché sono richiedenti asilo in attesa di sapere che ne sarà di loro, e non possono essere trattati come fossero prigionieri. Chi sfugge punta dritto al nord. Ma quando arriva al Brennero, in treno o con altri mezzi di fortuna, viene fermato dalle pattuglie di polizia e, se mette piede in Austria, viene riconsegnato all’Italia.
Le pattuglie sono miste, con poliziotti austriaci e italiani, che operano insieme. Alle volte si aggiungono anche poliziotti tedeschi. Tutti dicono che il sistema di controlli funziona alla perfezione e che il travaso di profughi dall’Italia all’Austria, attraverso il Tirolo, è azzerato o quasi. Lo dicono i ministri degli Interni dei due Paesi, quando si incontrano, lo dice il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher (che è la controparte italiana del governatore di Innsbruck Platter), lo ha riconosciuto il presidente della Repubblica austriaca, Alexander Van der Bellen, in occasione della sua recente visita a Roma.
E pur tuttavia Platter non la smette di evocare la minaccia di un’invasione da sud. Lo ha fatto di nuovo l’altro ieri, negli incontri che ha avuto a Roma con il sottosegretario per l’immigrazione, Domenico Manzione, e con il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. Lo accompagnava il presidente della Provincia di Bolzano Kompatscher.
In quell’occasione il governatore tirolese ha sottolineato come la crisi del profughi non sia stata superata e come, anzi, il numero degli sbarchi sulle coste italiane sia fortemente aumentato da gennaio. “Gli ingressi sono cresciuti del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – ha osservato Platter – Perciò servono vigilanza e massicci controlli da parte dell’Italia, affinché siano impediti ingressi illegali in Tirolo”.
Il governatore ha ribadito questi concetti ieri mattina intervenendo nel servizio radiofonico dell’Orf “Morgenjournal”. Ha detto che “i controlli a sud del Brennero devono essere fortemente intensificati” e ha sostenuto la necessità di creare centri di asilo in Libia. “Così come l’Italia non può essere lasciata sola – ha detto – così l’Italia e l’Europa devono aiutare la Libia”. Detto questo, Platter ha ritornato a battere sul suo solito chiodo: “Se l’Italia ricomincia a rimandare avanti i profughi, come è già accaduto in passato, allora si dovranno ripristinare i controlli direttamente al Brennero”. Insomma, di nuovo la minaccia di chiudere il confine lungo la più importante via di comunicazione – stradale, autostradale e ferroviaria – tra l’Italia, l’Austria e il Centro Europa.
Quanto l’allarmismo di Platter sia fuori tempo e ingiustificato lo dimostra il fatto che il suo collega carinziano, Peter Kaiser, non è altrettanto agitato, benché anche il valico di Tarvisio corra gli stessi rischi del Brennero. Si sa che in futuro un problema di transiti alle frontiere potrebbe ripresentarsi e per questo sono state adottate misure per essere pronti a intervenire in caso di emergenza, ma perché agitare questo spettro anche quando l’emergenza non c'è? L’unica spiegazione è che Platter lo faccia per ragioni di politica interna: per guadagnare consensi non c’è nulla meglio che inventare una minaccia e mostrare a tutti che si è determinati ad affrontarla.
 
NELLA FOTO, il governatore del Tirolo, Günther Platter.

L’UNGHERIA ALL’ITALIA … CHIUDETE I PORTI!

Migranti, dopo l'Austria ecco Orban. "Italia chiuda i porti". 
Gentiloni: "Non accettiamo lezioni improbabili" 
Il giorno dopo la richiesta dell'austriaco Kurz ad Alfano di bloccare i migranti a Lampedusa, il premier ungherese anticipa il contenuto di una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Gentiloni dai leader del gruppo di Visegrad, comprendente anche Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca.
"Se i porti non verranno chiusi il problema diventerà ingestibile: tedeschi e austriaci chiuderanno presto le loro frontiere".
Rapporto Oim: aumentato del 600% il numero delle migranti arrivate in Italia a rischio sfruttamento sessuale

Secca la replica del presidente del Consiglio: "Dai Paesi dell'Ue abbiamo diritto di pretendere solidarietà, non accettiamo lezioni, tanto meno possiamo accettare parole minacciose. Noi facciamo il nostro dovere, pretendiamo che l'Europa intera lo faccia al fianco dell'Italia invece di dare improbabili lezioni al nostro Paese. L'Italia – ha sottolineato Gentiloni – è un Paese impegnato a farsi carico di non alimentare odi e paure, impegnato a farsi carico di un peso che dovrebbe essere più condiviso in Europa".
Orban ha anticipato il contenuto della missiva in un'intervista alla radio pubblica. I quattro di Visegrad fanno una serie di proposte al governo italiano. In particolare, ribadiscono la necessità che "i veri richiedenti asilo" siano "identificati prima di entrare in Ue". "Le nostre frontiere esterne devono essere protette", affermano. Per questo i quattro leader spiegano, "l'Ue ed i suoi Stati dovrebbero mobilitare risorse finanziarie e di altro genere per creare condizioni sicure e umane in hotspot o centri di accoglienza fuori dall'Ue", e offrono un "contributo significativo".
"Il flusso immigratorio deve essere fermato in Libia" e "se non verranno chiusi i porti ai migranti – scrivono i leader del V4 – il problema diventerà ingestibile, dato che tedeschi e austriaci chiuderanno presto le loro frontiere". All'obiezione che in Libia non esiste un potere pronto a mettere in atto il piano italiano (portare sulle coste libiche la linea di confine a Sud dell'Europa fermando lì i migranti in centri supervisionati da Onu e ong) e a collaborare con l'Ue per fermare i trafficanti, Orban risponde: "Penso ad azioni militari". Il premier ungherese critica infine anche le stesse organizzazioni non governative che stanno aiutando i profughi in mare e per le quali l'Ungheria fronteggia una nuova procedura di infrazione dalla Commissione Ue per la sualegge anti-ong. "Sono finanziate ed appoggiate da George Soros", il miliardario americano di origine ungherese, secondo il premier di Budapest.
Rievocando il "muro", Orban spiega che nel 2015, all'epoca della crisi dei flussi lungo la rotta balcanica, l'Ungheria aspettò tre mesi una soluzione europea e poiché, questa non arrivava, chiuse le frontiere e modificò le leggi. "E' ciò che consiglio di fare a tutti", ha aggiunto Orban, perché l'assistenza Ue è inefficace. "Non abbiamo bisogno di una politica comune europea sui migranti, e non abbiamo bisogno di un'agenzia comune europea per i migranti, perché porteranno soltanto caos, difficoltà e sofferenza". Presto, secondo Orban e il V4, lo faranno anche Austria e Germania, che "ne hanno abbastanza". E se lo faranno "tutti i migranti che arrivano da Sud resteranno in Italia. Per questo l'Italia dovrebbe smettere di far sbarcare i migranti nei suoi porti".
E' solo il caso di ricordare che la Commissione europea ha aperto la procedura di infrazione a carico di Slovacchia, Polonia e Ungheria per essersi sottratti agli impegni assunti nel 2015 per l'accoglienza di una quota di richiedenti asilo per alleggerire il peso dell'emergenza sostenuto da Italia e Grecia. Quanto all'Austria, sebbene abbia evitato la stessa procedura, la Commissione è ben consapevole della sua influenza sul V4 e giudica le posizione non collaborativa del blocco dell'Europa centrale puramente ispirato da tornaconti elettorali interni. Esattamente quanto ha affermato lo stesso Alfano rispetto alla richiesta austriaca di bloccare i migranti a Lampedusa.
Mentre l'Italia attende che l'Europa si dimostri tale manifestandole concreta solidarietà, gli sbarchi proseguono e il fenomeno migratorio si arricchisce di nuove e drammatiche sfumature. L'organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha diffuso il suo nuovo rapporto, intitolato "La tratta di esseri umani attraverso la rotta del mediterraneo centrale". Da cui emerge che negli ultimi di tre anni il numero delle potenziali vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale arrivate via mare in italia è aumentato del 600%. Lo studio è basato sui dati raccolti dall'agenzia Onu presso i luoghi di sbarco e nei centri di accoglienza per migranti nelle regioni del Sud dell'Italia. L'incremento, secondo Oim, è continuato anche nei primi sei mesi del 2017 e coinvolge ragazze sempre più giovani, spesso minorenni, che diventano oggetto di violenza e di abusi già durante il viaggio verso l'Europa. In particolare, il fenomeno riguarda circa l'80% delle ragazze arrivate dalla Nigeria, il cui numero è passato da 1.500 nel 2014 a oltre 11.000 nel 2016.
 
Tratto da (CLICCA QUI)
 
 

LA VERGOGNOSA BUFALA DELLA MORTE DI CONCETTA IOLANDA CANDIDO

Riceviamo e pubblichiamo:
Buongiorno, 
leggendo le ultime news del sito mlnv ho letto l'articolo dove si dichiarava che Concetta Candido era morta ma la notizia trapelata anche in diversi social e siti non è corretta, bensì le condizioni della Sig.ra grazie a Dio stanno migliorando.
Vi linko due articoli e vi saluto caramente …
G J
1° link (VEDI QUI)
LA BUONA NOTIZIA. Disoccupata si dà fuoco all’Inps: Concetta è sveglia e cosciente
La donna è ancora in prognosi riservata al Cto, vari gli interventi di ricostruzione del tessuto cutaneo
E’ sveglia e cosciente Concetta Candido, la 46enne di Settimo Torineseche lo scorso 27 giugno si è data fuoco negli uffici dell’Inps di corso Giulio Cesare a Torino.
Attualmente la donna è ancora ricoverata al centro grandi ustionati del Cto di Torino è intubata e la sua prognosi è ancora riservata.
Adesso i medici stanno effettuando degli interventi di ricostruzione del tessuto cutaneo della donna.
2° Link (VEDI QUI)
LA VERGOGNOSA BUFALA DELLA MORTE DI CONCETTA IOLANDA CANDIDO
​«Morta la donna che la settimana scorsa si era data fuoco davanti all’INPS».
La notizia, palesemente falsa, corre sui social come Facebook. Non è vero nulla.
Fortunatamente Concetta Iolanda Candido è ancora viva. la notizia della sua “morte” non appare in nessuna agenzia e giornale qualificato.
La 46enne di Settimo Torinese si è data fuoco davanti agli sportelli dell’ufficio Inps di corso Giulio Cesare 290.
Si trova ricoverata al Centro Grani
Ustionati del Cto.
Ha ustioni sul torace, sulle braccia e sul volto. Prima del folle gesto ha urlato del suo licenziamento.
La donna lavorava in una birreria e il 13 gennaio scorso era stata licenziata.
Non trovava più un lavoro.
«Qualche figlio di madre nota e padre ignoto – commenta Giuseppe, un utente – ha scritto che la donna che si è data fuoco davanti la sede INPS di Torino non ce l’ha fatta.
La notizia è falsa».
Concetta Iolanda Candido – spiega il ragazzo – ha carattere, l’ha sempre avuto e sta lottando per sopravvivere.
Eventuali notizie su Concetta Iolanda Candido le rilasciamo noi della famiglia o l’ospedale».

 

L’ARTE DELLA GUERRA: LUCI E OMBRE DEL TRATTATO ONU SULLE ARMI NUCLEARI.

L'ENNESIMA VERGOGNA ITALIANARisultati immagini per ARMI NUCLEARI

a cura di Manlio Dinucci
voce Margherita Furlan
editing Stefano Citrigno

Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, adottato a grande maggioranza dalle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, costituisce una pietra miliare nella presa di coscienza che una guerra nucleare avrebbe conseguenze catastrofiche per l’intera umanità. Ma con dei limiti importanti. Non aderisce al Trattato nessuno degli stati in possesso di armi nucleari: gli Stati uniti e le altre due potenze nucleari della Nato, Francia e Gran Bretagna, che possiedono complessivamente circa 8000 testate nucleari; la Russia che ne possiede altrettante;
Cina, Israele, India, Pakistan e Nord Corea, con arsenali minori ma non per questo trascurabili. Non aderiscono al Trattato neppure gli altri membri della Nato, in particolare Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia che ospitano bombe nucleari statunitensi. L’Olanda, dopo aver partecipato ai negoziati, ha espresso parere contrario al momento del voto. Non aderiscono al Trattato complessivamente 73 stati membri delle Nazioni Unite, tra cui emergono i principali partner Usa/Nato: Ucraina, Giappone e Australia. Perché il Trattato adottato dalle Nazioni Unite (ma ignorato dall’Italia) non resti sulla carta dunque, si deve pretendere che l’Italia osservi il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, definito dal governo Gentiloni «pilastro del disarmo», ossia pretendere la completa denuclearizzazione del nostro territorio nazionale.

 

CONCETTA CANDIDO … MORTA NEL SILENZIO DEI MEDIA ITALIANI

R.I.P.Concetta
Intanto Concetta Candido,la donna che si è data fuoco nella sede dell'INPS perchè non riceveva il sussidio di disoccupazione, è morta.Le ustioni sul 70% del corpo erano troppo gravi.
Nessuno parla di te,
della tua disperazione,
nessuna trasmissione,
nessun Talk show,
NESSUNO!
 
 
alcuni commenti da facebook:
  • Lory: Che tristezza R.I.P
  • Graziella: C'è chi prende nove milioni di euro e chi si uccide per la disperazione che bel governo abbiamo ci sta bene visto che li votiamo questi porci
  • Anna Maria: Io condivido questo strazio e spero che anche i miei amici lo facciano.
  • Dario: un' altro omicidio di stato
  • Giuliana: R.I.P. amen
  • Adriano: governo dell'infamia non era extracomunitaria e quindi chi se ne frega se un ITALIANO muore per la tua demenza delinquenziale !!

 

ONORE A UN INDIPENDENTISTA… MORTO DODDORE MELONI

La morte di Doddore Meloni è un'indecenza tutta italiana.
L'indegna carcerazione imposta dalle autorità d'occupazione straniere italiane per le sue legittime rivendicazioni lo ha condotto alla morte con lo sciopero della fame.
Onore a uomo giusto, dunque, che ha combattuto fino all'ultimo l'infame e aggressiva presenza dello stato straniero italiano.
Non basta il varo dell'ennesima nuova legge, questa volta sulla tortura, con la quale l'italia tenta di incipriarsi la coscienza perché il supplizio e la sofferenza che impone ai Popoli che opprime e uccide, prima o poi le se ritorcerà contro … è la legge del contrappasso.
Vivrete e mangerete fango.
Vergogna italia.
WSM
Venetia 6 luglio 2017
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
vedi anche:

IL GOVERNO USA – ECCO PERCHE’ ABBIAMO UCCISO ALDO MORO.

«La decisione di far uccidere Moro non venne presa alla leggera.
Ne discutemmo a lungo, perché a nessuno piace sacrificare delle vite.
Ma Cossiga mantenne ferma la rotta e così arrivammo a una soluzione molto difficile, soprattutto per lui.
Con la sua morte impedimmo a Berlinguer di arrivare al potere e di evitare così la destabilizzazione dell’Italia e dell’Europa».
Così parlò nel 2006 Steve Pieczenik, il consigliere di Stato USA, chiamato al fianco di Francesco Cossiga per risolvere la condizione di crisi, in un’intervista pubblicata in Francia dal giornalista Emmanuel Amara, nel libro Nous avons tué Aldo Moro. 
Ancora prima il 16 marzo del 2001 in una precedente dichiarazione rilasciata a Italy Daily, lo stesso Pieczenik disse che il suo compito per conto del governo di Washington era stato quello 
«
di stabilizzare l’Italia in modo che la Dc non cedesse.
La paura degli americani era che un cedimento della Dc avrebbe portato consenso al Pci, già vicino a ottenere la maggioranza.
In situazioni normali, nonostante le tante crisi di governo, l’Italia era sempre stata saldamente in mano alla Dc.
Ma adesso, con Moro che dava segni di cedimento, la situazione era a rischio.
Venne pertanto presa la decisione di non trattare.
Politicamente non c’era altra scelta.
Questo però significa che Moro sarebbe stato giustiziato.
Il fatto è che lui non era indispensabile ai fini della stabilità dell’Italia».
Queste dichiarazioni di un esponente ufficiale del governo United States of America (assistente del segretario di Stato sotto Kissinger, Vance, Schultz, Baker) di dominio pubblico da tempo, anzi il 9 marzo 2008 sono peraltro state riportate dal quotidiano La Stampa (“Ho manipolato le br per far uccidere Moro”).
E non sono mai state smentite da Cossiga e Andreotti.
Ma allora, come mai la magistratura italiana, ovvero la procura della Repubblica di Roma, non convoca Steve Pieczenik?
Proprio Pieczenik nei primi anni Settanta fu chiamato da Henry Kissinger a lavorare da consulente presso il ministero degli Esteri con l’approvazione di Nixon.
Kissinger aveva minacciato di morte Aldo Moro.
Kissinger ai giorni nostri è stato ricevuto come se niente fosse da Giorgio Napolitano, quello eletto da onorevoli illegittimi, che ha piazzato ben tre governi abusivi, ossia Monti, Letta, Renzi (sentenza della Corte costituzionale numero 1 del gennaio 2014) che il popolo “sovrano” non ha votato.
L’ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana Giovanni Galloni il 5 luglio 2005, in un’intervista nella trasmissione NEXT di Rainews24, disse che poche settimane prima del rapimento, Moro gli confidò, discutendo della difficoltà di trovare i covi delle BR, di essere a conoscenza del fatto che sia i servizi americani che quelli israeliani avevano degli infiltrati nelle BR, ma che gli italiani non erano tenuti al corrente di queste attività che sarebbero potute essere d’aiuto nell’individuare i covi dei brigatisti.
Galloni sostenne anche che vi furono parecchie difficoltà a mettersi in contatto con i servizi statunitensi durante i giorni del rapimento, ma che alcune informazioni potevano tuttavia essere arrivate dagli USA:
«Pecorelli scrisse che il 15 marzo 1978 sarebbe accaduto un fatto molto grave in Italia e si scoprì dopo che Moro doveva essere rapito il giorno prima (…) l’assassinio di Pecorelli potrebbe essere stato determinato dalle cose che il giornalista era in grado di rivelare».
Lo stesso Galloni aveva già effettuato dichiarazioni simili durante un’audizione alla Commissione Stragi il 22 luglio 1998, in cui affermò anche che durante un suo viaggio negli USA del 1976 gli era stato fatto presente che, per motivi strategici (il timore di perdere le basi militari su suolo italiano, che erano la prima linea di difesa in caso di invasione dell’Europa da parte sovietica) gli Stati Uniti erano contrari ad un governo aperto ai comunisti come quello a cui puntava Moro:
«Quindi, l’entrata dei comunisti in Italia nel Governo o nella maggioranza era una questione strategica, di vita o di morte, “life or death” come dissero, per gli Stati Uniti d’America, perché se fossero arrivati i comunisti al Governo in Italia sicuramente loro sarebbero stati cacciati da quelle basi e questo non lo potevano permettere a nessun costo.
Qui si verificavano le divisioni tra colombe e falchi.
I falchi affermavano in modo minaccioso che questo non lo avrebbero mai permesso, costi quel che costi, per cui vedevo dietro questa affermazione colpi di Stato, insurrezioni e cose del genere».
La prigione di Aldo Moro, nel cuore di Roma, ovvero nel quartiere ebraico, ad un soffio da via Caetani dove il 9 maggio 1978 fu ritrovato il corpo senza vita dello statista, era ben nota al governo di allora (Cossiga e Andreotti). Il 16 marzo 1978 la strage di via Fani fu compiuta da uomini dei servizi segreti italiani.
Era presente in loco il colonnello Guglielmi.
Quei cosiddetti brigatisti rossi non sapevano neanche tenere in mano un’arma giocattolo, figuriamoci sparare con armi vere e assassinare due carabinieri e tre poliziotti.
Mai come allora gli apparati di cosiddetta sicurezza italiana unitamente alle forze dell’ordine, mostrarono una così grande inettitudine voluta.
I brigatisti grazie a una trattativa segreta con lo Stato tricolore sono oggi tutti liberi.
Come se la spassano adesso Valerio Morucci (vari ergastoli), Mario Moretti (condannato a 6 ergastoli) e Barbara Balzerani?
A proposito: le carte sulla vicenda Moro, in barba alla legge vigente, sono ancora sottoposte all’impermeabile segreto di Stato, nonostante i proclami propagandistici di Renzi.
Anche per questo siamo una colonia a stelle e strisce, un’Italietta delle banane eterodiretta dall’estero, a sovranità inesistente.
Riferimenti: 
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=ALDO+MORO
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=napolitano
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=kissinger
FONTE: sulatestagiannilannes.blogspot.it
Tratto da (CLICCA QUI)
 
ALDO MORO

LE 7 COSE CHE IL FISCO ITALIANO NON PUO’ PIGNORARE

Passate le consegne da Equitalia all'Agenzia delle Entrate, non sono cambiate le regole della riscossione nei confronti di chi non paga le tasse.
Chi ha quindi cartelle esattoriali in arretrato, ricorda il portale di informazione e consulenza legale 'La legge per tutti', deve fare attenzione, sapendo comunque che ci sono alcune cose che non possono essere pignorate. 

– Capitolo CASA
Il pignoramento immobiliare, che nel privato è consentito per qualsiasi cifra e a discrezione del creditore, nel caso dei debiti erariali invece è soggetto a una serie di limiti:
– non si può ipotecare le casa se il debito del contribuente è inferiore a 20mila euro. In ogni caso, prima dell’ipoteca, è necessario inviare un preavviso almeno 30 giorni prima;
– non si può pignorare la casa se il debito complessivamente accumulato dal contribuente è inferiore a 120mila euro e la somma di tutti gli immobili di sua proprietà è inferiore a 120mila euro. In ogni caso, prima del pignoramento è necessario iscrivere l'ipoteca e, dopo di questa, attendere 6 mesi;
– non si può pignorare la casa se il debitore non possiede (anche per quote) altri immobili oltre a quello in questione e sempre a condizione che questo sia quello di residenza, accatastato a civile abitazione e non di lusso (ossia non A/8 e A/9). Per cui, in questo caso, se anche il contribuente ha un debito superiore a 120mila euro non rischia la casa.
In sintesi, si legge sul portale, una casa non è pignorabile se (alternativamente):
– il debito è inferiore a 120mila euro o la somma degli immobili del debitore non supera 120mila euro;
– la casa è l'unico immobile di proprietà del debitore, purché vi abbia fissato la residenza, non sia di lusso e sia accatastato come civile abitazione.
Se la casa è invece inserita nel fondo patrimoniale, sottolinea 'La legge per tutti', non è al sicuro: "I più recenti sviluppi giurisprudenziali intendono i debiti fiscali come contratti per i bisogni della famiglia e, come tali, sono insensibili allo schermo del fondo patrimoniale". Quindi, "il fisco può pignorare la casa che il debitore abbia conferito nel fondo".

– Capitolo STIPENDIO
Se viene notificato un pignoramento in banca, l'ultimo stipendio o l'ultima pensione accreditata non possono essere pignorati e restano integralmente a disposizione.
Il pignoramento dello stipendio può avvenire presso il datore di lavoro, prima che questi lo eroghi materialmente al dipendente, oppure quando ormai è stato accreditato in banca. In entrambi i casi, però, lo stipendio può essere pignorato fino a massimo un quinto.
Se il pignoramento dello stipendio avviene in banca, non può toccare tutti i risparmi ivi accumulati se sono inferiori a 1.344,21 euro; il pignoramento si estende solo alla parte eccedente tale soglia.

– Capitolo PENSIONE
Come per il pignoramento dello stipendio, anche quello della pensione può avvenire presso l'ente di previdenza, prima che questo lo eroghi al pensionato oppure quando ormai è stato accreditato in banca. Nei due casi, però, la pensione può essere pignorata fino a massimo un quinto.
Se la pensione viene pignorata presso l'ente di previdenza, il quinto pignorabile va calcolato al netto del cosiddetto 'minimo vitale' (o di 'sopravvivenza') che è pari a 1,5 volte l’assegno sociale: 672,10 euro. Questo vuol dire, spiega il sito legale, "dalla mensilità della pensione si detrae prima il minimo vitale e poi si calcola il quinto pignorabile".

– Capitolo BENI DI FAMIGLIA
Alcuni beni non possono essere pignorati. "Il codice li chiama 'beni assolutamente impignorabili' e sono: letti, tavoli da pranzo con le relative sedie, armadi guardaroba, cassettoni, frigorifero, stufe, fornelli di cucina anche se a gas o elettrici, lavatrice, utensili di casa e di cucina insieme ad un mobile idoneo a contenerli" si legge sul portale. Beni che, "in quanto indispensabili al debitore e alle persone della sua famiglia con lui conviventi, non possono essere asportati dall’ufficiale giudiziario, a condizione che non abbiano un significativo pregio artistico o di antiquariato".

– Capitolo AUTO DI LAVORO
Se l'auto serve per lavorare e il contribuente è un imprenditore o un professionista, il fermo auto non può essere disposto.

– Capitolo POLIZZE VITA
Le polizze vita sono assolutamente impignorabili da parte di qualsiasi creditore, non solo dal fisco.

– Capitolo CONTO CORRENTE e CASA COINTESTATI
Tutti i beni cointestati possono essere pignorati ma entro massimo la metà. Se il bene può essere diviso in natura (si pensi a un conto corrente o a una villetta bifamiliare) si procede in tal senso e il fisco sottopone ad esecuzione forzata solo il 50% di proprietà del debitore. Altrimenti, il bene si vende per intero (si pensi a un appartamento e una metà del ricavato viene restituita al contitolare non debitore).

Tratto da (CLICCA QUI)