ATTUALITA

VACCINI / DUE SCIENZIATI INDIANI SCOPRONO LE CARTE TRUCCATE DI GLAXO

Il colosso farmaceutico britannico e numero uno dei vaccini a livello mondiale, GlaxoSmithKline, trucca le carte.
Alcuni ricercatori indiani, infatti, hanno scoperto che un recente rapporto inviato all’EMA, l’Agenzia europea per il farmaco, contiene dati incompleti e fuorvianti: quindi tali da non fornire un attendibile profilo circa la sicurezza di un vaccino, Infanrix Hexa.
 
QUEI RICERCATORI FICCANASO
Fino al momento in cui due ricercatori indiani, Jacob Pulijel e Christina Sathyamala, hanno scoperto delle anomalie in un rapporto trasmesso dalla casa produttrice, GSK, ad EMA, l’Agenzia per mesi al centro delle polemiche per la sede trasferita da Londra (dove tra l’altro c’è il quartier generale di GSK) ad Amsterdam, mentre Milano è rimasta clamorosamente esclusa.
In particolare i due scienziati hanno passato ai raggi x il rapporto periodico sulla sicurezza, il cosiddetto PSUR, contenente dati sul vaccino prodotto da Glaxo, aggiornati a tutto il 2015.
Si tratta di un report “riservato”, che per fortuna i due sono riusciti ad ottenere grazie alla legge sull’informazione che vige in India (certo più avanzata di quella esistente oggi in Italia, a botte di querele penali e citazioni civili milionarie).
In sostanza, secondo quanto ricostruito, sono stati taroccati i numeri sui decessi post vaccino.
Un fatto – se confermato – di eccezionale gravità.
Vediamo cosa è successo.
Si tratta di un prodotto-combinazione di svariati vaccini: vale a dire contro difterite, tetano, pertosse, epatite B, polio e influenza di tipo B.
GSK, ovvero GlaxoSmithKline, lo ha immesso sul mercato nel 2005, lo stesso anno in cui è entrato nel circuito commerciale un altro prodotto simile, Hexavax, realizzato da Sanofi Pasteur, la casa ‘rivale’ sul fronte dei vaccini: ebbene, nel 2005 Sanofi ha dovuto ritirarlo perchè alcune verifiche successive hanno dimostrato un aumento nelle morti di bimbi a 48 ore dall’assunzione.
Cosa succede ora per Infanrix?
Qualcosa di simile, solo che fino ad oggi tutto è rimasto ben nascosto.
Pulijel e Sathyamala sostengono poi che la casa produttrice del vaccino “deve spiegare le cifre che ha presentato alle autorità regolatorie.
Fino ad ora ha sostenuto che le morti riportate dopo il vaccino sono ‘coincidenti’ e che avrebbero avuto luogo anche se non ci fossero state le vaccinazioni”.
I due ricercatori sottolineano che la loro analisi ha dimostrato e portato alla luce un dato clamoroso e drammatico: ben l’83 per cento delle morti prese in esame è avvenuto immediatamente dopo la vaccinazione, cioè nei primi 10 giorni. E solo il 17 per cento si è verificato nei successivi 10 giorni.
Quindi, “se si fosse trattato di morti ‘coincidenti’, non si sarebbero tutte raggruppate subito dopo la vaccinazione, ma sarebbero state distribuite uniformemente nel periodo di 20 giorni”.
Durissimo un altro commento degli scienziati indiani.
“Qualsiasi argomento – precisano – secondo cui le morti improvvise dopo la vaccinazione sono compensate dalle vite salvate dal vaccino, non è accettabile: allo stesso modo in cui sarebbe considerato illecito uccidere una persona per usare i suoi organi per salvare altre 5 persone”.
Non è finita.
Il j’accuse va avanti: “Celare le morti dopo le vaccinazioni può impedire o ritardare le valutazioni dei profili di sicurezza e ciò può portare a decessi inutili e difficilmente giustificabili  sotto il profilo etico”.
GLAXO PIGLIATUTTO 
E mettono in guardia anche le autorità indiane circa l’importazione di vaccini dagli Usa e dall’Europa, chiedendo il massimo rigore da parte del “Drug Controller General of India” e una revisione dell’attuale politica di approvazione autorizzativa all’import.
D’altro canto l’India è all’avanguardia sul fronte della produzione pubblica di vaccini, con il Serum Institute of India.
Va ricordato che ad inizio anni ’80 anche l’Italia poteva contare su un grosso polo nazionale di produzione: la vecchia e prestigiosa Sclavo, passata a inizio anni ’80 all’Eni e da questa smistata alla sua divisione chimico-farmaceutica, Anic.
A fine anni ’80, poi, Eni passò il suo gioiello Sclavo al gruppo Marcucci, già oligopolista degli emoderivati e all’epoca sotto la protettiva ala di Sua Sanità Francesco De Lorenzo.
MA a chi ha poi fatto un sol boccone di Sclavo
GlaxoSmithKline, of course: nel momento in cui il gruppo Marcucci ha deciso di tuffarsi a capofitto nei mari ‘rossi’ e miliardari.
Veleggiando a bordo della sua corazzata Kedrion, che qualche anno fa ha celebrato l’ingresso nel suo azionariato (ben il 25 per cento) della nuova Iri di casa nostra, la Cassa Depositi e Prestiti, che ha ‘investito’ nella lavorazione e nel commercio di sangue ben 100 milioni di euro.
Torniamo a bomba.
Farà sapere ad EMA (e non solo) i dati reali sul suo vaccino Big Glaxo?
Sarà in grado di fornire prove tangibili sui profili di rischio del suo Infanrix Hexa?
O dovremo aspettare il prossimo report?
E poi. Come mai EMA nel frattempo sta a guardare?
Timorosa di disturbare il Manovratore?
O troppo impegnata nel trasloco da Londra ad Amsterdam?
 
Un lettore medico:
L’EMA questa sconosciuta.
Dopo che Strasburgo ha zittito l’Italia una volta per tutte, ecco che il miracolo si è compiuto.
Nessuno è morto di morbillo nelle ultime settimane. Aspettiamo di vedere la punizione che la lorenzin (perchè di questo passo rimarrà al dicastero ancora per molto)  darà alle big farma.
Sarà contenuta nella frase :i vaccini non sono così efficaci, lo dice la commissione parlamentare (questa viene tenuta in un cassetto pronta all’uso).
Sono più che convinto che finirà così
Buon lavoro
Dr Luca G. L.
 
articolo proposto da Enrico Pillon e tratto da (CLICCA QUI)

VATICANO, TARCISIO BERTONE VIVRA’ NEL SUO SUPER ATTICO.

Sabato 14 ottobre, in nome di Sua Santità papa Francesco sarà emessa la sentenza del processo penale di primo grado sulla ristrutturazione del mega attico del cardinale Tarcisio Bertone.
L’accusa del pm vaticano è di peculato per distrazione dei fondi della Fondazione Bambino Gesù utilizzati per i lavori di sistemazione dell’appartamento del Segretario di Stato di Benedetto XVI.
Ben 422mila euro, fatture alla mano, per rendere confortevole la dimora, tutt’altro che modesta, del porporato salesiano.
Alla sbarra ci sono l’ex presidente e l’ex tesoriere della Fondazione Bambino Gesù, Giuseppe Profiti e Massimo Spina. Ma soltanto per il primo il pm ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e una multa di cinquemila euro. Al di là di quella che sarà la sentenza penale, non calerà il sipario su questa triste vicenda (per usare un eufemismo) che ha macchiato indelebilmente il Vaticano, aggiungendosi a tanti altri gravi scandali degli ultimi decenni, il pontificato di Joseph Ratzinger e la congregazione religiosa dei salesiani, di cui Bertone è uno dei maggiori esponenti.
Ma soprattutto non sarà una sentenza penale, né di condanna, né di assoluzione, a risolvere il problema morale che gravita attorno a questa vicenda che giustamente il pm vaticano nella sua requisitoria davanti ai giudici ha definito “opaca”.
Qualunque sarà la sorte degli imputati, Bertone continuerà a vivere tranquillamente e indisturbato nel suo mega attico e nessuno gliene chiederà conto.
Nessuno gli intimerà lo sfratto, magari facendogli subentrare numerose famiglie di profughi che bussano alle porte dell’Europa fuggendo da violenze, guerre, fame e persecuzioni.
No, il problema morale non sarà risolto da una sentenza penale di primo grado alla quale, molto probabilmente, seguirà un processo di appello.
Il problema morale rimarrà in una sorta di limbo aleggiando al terzo piano del Palazzo San Carlo in Vaticano, lì dove si trova l’attico di Bertone, proprio accanto alla residenza papale di Casa Santa Marta.
Se dunque, come è abbastanza evidente, un processo penale come quello che si è consumato nella città leonina non può consegnare alla storia una sentenza riparatoria del grande scandalo avvenuto, la domanda è una sola: perché, dopo Vatileaks 2, si è incorsi nuovamente in quella che rischia di apparire una vera e propria deriva giudiziaria?
Tra l’altro, nessuno ha pensato che fosse più che doveroso chiamare nell’aula del tribunale sia il beneficiario del mega attico, ovvero Bertone, sia il presidente del governatorato dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello.
La testimonianza di quest’ultimo, infatti, avrebbe forse contribuito a chiarire il doppio pagamento dei lavori che, stando a quando emerso durante Vatileaks 2, sono stati saldati sia dalla Fondazione Bambino Gesù, sia dal governatorato.
Ma, dopo ben otto udienze, il mistero paradossalmente è diventato ancora più fitto.
Dov’è, dunque, la trasparenza che si invocava all’inizio di questo processo penale?
Dove è la soluzione allo scandalo?
Dov’è la sentenza riparatoria?
Non sarebbe stato molto più semplice sfrattare l’illustre inquilino e riequilibrare uno dei peggiori scandali degli ultimi anni?
Per amor di verità bisogna ammettere che da questa vicenda Bertone ne è uscito malissimo sia dal punto di vista dell’immagine, sia dal punto di vista economico avendo dovuto risarcire per i lavori fatti sia il Governatorato (307mila euro), sia la Fondazione Bambino Gesù (150mila euro).
Al porporato la ristrutturazione del suo attico è quindi costata ben 457mila euro.
Se dopo aver regnato per sette anni accanto a Benedetto XVI il cardinale avesse deciso, una volta congedato da Francesco, di andare a vivere fuori dal Vaticano, magari lontano da Roma, in una casa del suo ordine salesiano, sarebbe sicuramente stato trattato coi guanti bianchi.
E allora perché ostinarsi a vivere all’interno dei sacri palazzi?
Perché davanti allo scandalo mediatico scoppiato urbi et orbi non ha pensato di correre ai ripari lasciando l’attico con un gesto riparatorio che lo avrebbe sicuramente nobilitato?
E ancora: perché nessuno glielo ha chiesto?
E perché oggi nessuno glielo chiede?
Solo così sarà fatta davvero giustizia.
Non a parole, ma coi fatti.
 
articolo proposto da Benedetto a tratto da (CLICCA QUI)
 
 
 

RUSSIA: ” COME POSSIAMO COLPIRE L’OCCIDENTE IN MODO DOLOROSO ? “

"La Russia deve trovare le debolezze dell'Occidente e contribuire alla moltiplicazione dei suoi problemi. In generale dobbiamo sostenere tutto ciò che causa loro instabilità".
“Il problema è che cerchiamo sempre di battere l'Occidente sul campo economico dove le forze della Russia e le loro non sono uguali.
A disposizione dell'Occidente sono tutti i mercati di vendita, la valuta mondiale e la produzione.
Infine, conserviamo ancora denaro in titoli di stato statunitensi.
È controproducente cercare di rispondere in queste condizioni nello stesso modo in cui l'Occidente lo fa con noi, esclusivamente attraverso divieti economici.
Non gli faremo molto male, mentre noi stessi ci assoggettiamo a restrizioni ingiustificate. È necessario agire in modo più intelligente”.
E’ quando si legge in un analisi a firma di Ilya Craft, pubblicato oggi in evidenza sull'agenzia di informazione russa Novosti.
Il testo si trova soltanto in russo e non è stato tradotto sulle edizioni internazionali della Ria Novosti.
Leggiamo il testo scevri da ogni pregiudizio.
L’analisi è lucida, diretta.
L’autore non lesina critiche al disegno di legge sulle “Contromisure da adottare in risposta alle azioni ostili degli Stati Uniti” che sarà discusso il prossimo mese, suggerendo dove colpire l’Occidente.
Potremmo dividere il testo in due parti: la prima è di natura economica, la seconda ha un valore prettamente strategico.
E’ difficile non ricollegare alcuni passaggi di Ilya Craft ai testi sull’offensiva strategica di Von Clausewitz qui definito come “scontro politico strategico”.
Russia: Rispondere in modo intelligente e doloroso
Come può la Russia rispondere in modo intelligente e doloroso all'Occidente (Как Россия может умно и больно ответить Западу).
“La Duma ha preparato un disegno di legge sulle contromisure da adottare in risposta alle azioni ostili degli Stati Uniti d'America e/o di altri Stati esteri che sarà discusso a maggio.
Lo scopo del disegno di legge è proteggere gli interessi e la sicurezza della Russia, i diritti e le libertà dei suoi cittadini, prevenire e reprimere le azioni illegali e ostili da parte degli Stati Uniti e di altri Stati esteri.
Questi ultimi sono intesi come quei paesi che hanno aderito alle azioni degli Stati Uniti e hanno imposto sanzioni contro la Russia.
Il disegno di legge definisce un elenco di misure e autorizza il governo ed il presidente per la loro specifica applicazione”.
Quali sono queste misure?
“Capacità di vietare l'importazione di alcool e tabacco, software ed apparecchiature.
Restrizioni per gli stranieri nel settore nucleare, aerospaziale e missilistico.
Aumento delle tariffe per i servizi di navigazione per i vettori stranieri che sorvolano lo spazio aereo della Russia.
Restrizioni per gli stranieri che effettuano servizi di consulenza, revisione e servizi legali.
Tuttavia è improbabile che queste misure indubbiamente corrette possano causare gravi danni all'economia occidentale.
Il fatto è che la Russia non è un partner commerciale di importanza critica per gli Stati Uniti.
Allo stesso tempo il disegno di legge contiene disposizioni piuttosto controverse riguardanti il ​​divieto di importare medicinali stranieri. Il divieto sull'importazione dei medicinali è effettuato in base alla lista dei farmaci e preparati determinati dal governo russo. Il divieto non si applica alle medicine e ai farmaci i cui analoghi non sono prodotti nella Federazione Russa e /o all'estero”.
L’autore non condivide il divieto sull'importazione di medicinali poiché troppo generico: “Che dire dei diabetici che dipendono dall'insulina?
Formalmente, questo farmaco viene prodotto in Russia, ma il mercato dipende ancora da forniture esterne.
Infine il restringimento della scelta dei farmaci porterà ad una diminuzione della concorrenza e, di conseguenza, ad un aumento del prezzo.
Il risultato sarà una diminuzione della qualità dei farmaci”.
“Le industrie farmaceutiche sono diverse da quelle alimentari.
Questo è un mercato più ristretto e certamente high-tech”
“Il disegno di legge propone di rimuovere la protezione legale dei marchi appartenenti a soggetti o entri stranieri.
Sul territorio della Russia chiunque potrebbe contrassegnare i propri prodotti con questi simboli o importare merci contraffatte dall'estero.
Non dobbiamo dimenticare che la Russia fa parte della Convenzione di Parigi e dell'Accordo sui diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio ed a molte altre convenzioni internazionali che richiedono la protezione di marchi stranieri”.
“In secondo luogo, non è del tutto chiaro come funzionerà la legge.
Saremo in grado di produrre quei prodotti da soli se possedessimo la tecnologia senza il permesso del detentore del copyright?
Quali tecnologie possiede la Russia con marchi stranieri?
Possiamo, per esempio, copiare l’iPhone?
Sembra che la legge si ispiri all’esperienza con la Cina dove tutti i beni stranieri sono copiati.
Il consumatore si confonderà, il valore del marchio collasserà perché al posto del prodotto previsto otterrà qualcosa di completamente diverso.
Tutti sapranno che il produttore è diverso.
Non sarà possibile estrarre un beneficio a pieno titolo, ma solo danneggiare i produttori stranieri che operano in Russia.
Non dimentichiamo che decine di migliaia di persone lavorano nelle loro imprese.
Dove le sistemeremo se il proprietario del marchio decide di tagliare il personale a causa di perdite?
È improbabile che gli autori del disegno di legge abbiano preso in considerazione tutte queste conseguenze”.
Per ferire l'Occidente (Сделать больно Западу)
“Cosa possiamo fare per procurare dolore all’Occidente non causando allo stesso tempo del male a noi stessi?
Il problema è che cerchiamo sempre di battere l'Occidente sul campo economico, cioè dove le nostre forze e le loro non sono uguali.
A disposizione dell'Occidente tutti i mercati di vendita, la valuta mondiale, la produzione.
Infine, conserviamo ancora denaro in titoli di stato statunitensi.
È controproducente cercare di rispondere in queste condizioni nello stesso modo in cui l'Occidente lo fa con noi.
Attraverso divieti economici non faremo molto male, ma noi stessi ci assoggettiamo a restrizioni ingiustificate.
È necessario agire in modo più intelligente.
Piuttosto che divieti sull'importazione di alcol, serve uno scontro politico strategico ( стратегическое политическое противостояние), una strategia globale di opposizione”.
Lo scontro politico strategico proposto da Ilya Craft si riferisce chiaramente alla “strategia delle falle” di epoca sovietica che prevedeva la creazione di tensioni geopolitiche, sostegno dell'opposizione comunista in Occidente, attacchi a punti problematici e zone di influenza del nemico.
Tali azioni costringevano l'Occidente a spendere risorse per “tappare le falle”.
“La Russia deve imparare a cercare le debolezze nemiche e in ogni modo contribuire alla moltiplicazione dei suoi problemi.
Danneggiare sia le zone di influenza occidentali che nel suo stesso territorio, sostenendo ad esempio il diritto delle nazioni all'autodeterminazione e in generale a tutto ciò che causa instabilità.
Ad esempio: in Russia non c'è motivo di sostenere le sanzioni contro la Corea del Nord se noi stessi siamo inseriti nella lista dei nemici degli Stati Uniti.
Per fare ciò dobbiamo finalmente rinunciare alle false speranze di concordare con l'aggressore e sviluppare una strategia a lungo termine che riconosca ufficialmente lo scontro con l'Occidente ed i modi più efficaci di combattere.
È necessario una semplice reazione all'illegalità del nemico per riprendere l'iniziativa ed anticipare le zioni”.
Как Россия может умно и больно ответить Западу
Lo “scontro politico strategico” invocato dall’autore ricorda l’essenza dell’offensiva strategica enunciata da Carl Von Clausewitz.
Nel testo vi sono chiari riferimenti al concetto di logoramento ed attrito del teorico prussiano.
Ad esempio le zone di influenza occidentali da colpire corrispondono a quelli che Clausewitx chiamava centri gravitazionali che possono essere diversa natura (culturali, economici, politici, militari, etc…etc…).
Identificare quindi i centri gravitazionali del dispositivo nemico con la determinazione necessaria a mettere in moto “il complesso organismo del proprio esercito” per dirigerlo senza esitazione verso quel punto preciso.
L’esercito non va inteso in senso letterale poiché è evidente il dominio di quinta generazione.
Ilya Craft consiglia di sostenere l'instabilità nell’Occidente ed in maniera del tutto chiara afferma che la possibile nuova strategia prevista nel disegno di legge fallirà.
L’instabilità è un’anomalia che richiede una costante presenza che genera spossatezza.
In Clausewitz la spossatezza è provocata “dall’esaurimento delle forze fisiche e della volontà, mediante un’azione nel tempo”.
La riduzione della volontà nemica che avviene tramite il logoramento, dipende chiaramente dalla natura politica della potenza avversaria.
Le azioni inutili, dispendiose e non vantaggiose devono lasciare spazio alla consapevolezza.
Quest’ultima intesa come la capcità di individuare chiaramente quelle strutture cardine nemiche, logorando e creando attrito nello stato avversario.
La capacità di creare e sfruttare diversi strumenti destinati ad estendere quel particolare tipo di risultato qualora l’occasione di presentasse, poiché la natura dell’obiettivo è chiara.
Il testo pubblicato questa mattina sulla Ria Novosti invoca una presenza persistente riallineata contro una minaccia che mina obiettivi che possono accrescere il danno nel tempo.
Suggerendo di incoraggiare “l’autodeterminazione nelle popolazioni occidentali” si propone di strutturare una strategia che possa instillare quella che è nota come "resistenza sistematica".
Non bisogna lasciarsi trarre in inganno dalle definizioni.
La resistenza è una forma d’attacco mediante la quale si distrugge gradualmente la forza e la volontà del nemico fino a quando non sarà obbligato a rinunciare al suo intendimento (sanzionare la Russia).
L’intenzione negativa che forma la base della pura resistenza è il mezzo più naturale di sorpassare l’avversario nella durata della lotta e, cioè, di spossarlo.
Sono molteplici le interpretazioni al testo pubblicato questa mattina sulla Ria Novosti.
L’ultima parte è senza dubbio quella più interessante.
L’autore non propone una strategia offensiva preventiva poiché ritiene la Russia sotto attacco.
Suggerisce invece di ricalibrare le azioni difensive contro l’Occidente, ad oggi ritenute non efficaci poiché indirizzate contro obiettivi non determinanti.
Plasmare cioè l’attacco sul contesto dinamico poiché forze e capacità diverse (Occidente/Russia) non potranno adottare le medesime azioni sperando di ottenere lo stesso risultato.
Da rilevare che nel testo non vi è fa alcun riferimento all’utilizzo delle armi: l’efficacia superiore non appartiene al mezzo ma allo scopo.
Anche questo è un concetto di Carl Von Clausewitz.
 
Articolo segnalato da Enrio Pillon e tratto da (CLICCA QUI)
 

GEORGE SOROS: IL DOCUMENTO CHE RIVELA IL SUO PIANO IMMIGRAZIONE

È uno degli uomini più ricchi del mondo e ha una precisa agenda politica.
Su cui non bada a spese.
Parliamo del finanziere americano, George Soros.
È uno degli uomini più ricchi del mondo e ha una precisa agenda politica.
Su cui non bada a spese. Parliamo del finanziere americano, di origine ungherese, George Soros, quasi 88 anni, che mira alla «società aperta», un mondo in cui, cancellate le frontiere, non vi sia più ostacolo allo spostamento di persone e merci sotto il potere della grande finanza.
Da tempo Soros ostacola le scelte sovraniste di molti Paesi, soprattutto europei, che intendono salvaguardare indipendenza e identità etnico-culturale.
L’ultimo episodio, proprio ieri, quando la stampa britannica ha divulgato che proprio Soros sarebbe fra i maggiori finanziatori della campagna «The Best for Britain», guidata da Lord Malloch Brown, che vorrebbe convincere l’opinione pubblica inglese e il Parlamento a stracciare il risultato del referendum popolare sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, indicendo una seconda consultazione.
Difficile che Londra pigi davvero il tasto replay sulla Brexit, dopo tempo e fatica spesi nei negoziati per il divorzio da Bruxelles, ma il finanziere ci crede, se è vero che ha versato per la campagna filo-Ue un assegno da 400.000 sterline, ovvero 450.000 euro.
Già a gennaio al forum di Davos, Soros stesso diceva: «Mi piacerebbe vedere la Gran Bretagna rimanere membro della Ue, o almeno rientrarci».
Nella stessa sede aveva anche lanciato strali verso il presidente americano Donald Trump: «È un pericolo per il mondo e verrà spazzato via entro il 2020 o forse prima».
Parole che non stupiscono, avendo egli donato nel 2016 ben 10,5 milioni di dollari per la campagna elettorale di Hillary Clinton.
Soros usa come strumento la Open Society Foundation, la sua «Fondazione Società Aperta», nei tentativi di influenzare la politica in casa altrui.
Su un patrimonio stimato in 24,5 miliardi di dollari, il nababbo ne ha trasferito la gran maggioranza, ovvero 18 miliardi, nelle casse della sua fondazione (nel novembre 2017 il Wall Street Journal aveva così definito la mossa di Soros: «È il maggior storno fiscale mai visto nella storia degli Usa e nessuno, a destra e a sinistra, ha battuto ciglio»).
Gran parte di questi soldi, 420 milioni di euro, hanno foraggiato una longa manus in Ungheria, la Central European University con sede a Budapest, che attacca le politiche del primo ministro magiaro Viktor Orban in termini di limitazione dei flussi migratori.
Il governo ungherese sostiene che il miliardario premerebbe su Bruxelles con quello che è stato battezzato «piano Soros», ovvero convincere l’Ue a distribuire un milione di immigrati l’anno in tutti i territori della comunità, in più obbligando gli stati membri a investire per ogni immigrato una cifra di 28.000 euro l’anno in welfare.
Orban ha però varato una legge contro la fondazione di Soros, stabilendo che ogni ong che incameri più di 24.000 euro di donazione all’anno deve pubblicare l’elenco di tutti i suoi finanziatori e se stranieri, deve registrarsi come ong straniera.
In Russia, addirittura, a Putin è toccato nel novembre 2015 mettere al bando la Open Society, accusata di propaganda sovversiva, e dopo che la fondazione vi aveva speso ben 100 milioni di euro nell’arco di vari anni, ufficialmente in programmi di educazione.
Anche Israele teme l’ingerenza del finanziere, tanto che il 4 febbraio il premier Netanyahu lo ha accusato di finanziare le proteste contro il rimpatrio dei clandestini africani.
Articolo segnalato da Benedetto e tratto da (CLICCA QUI)
 

LETTERA APERTA AL VERGOGNOSO ORDINE DEI MEDICI

Lettera aperta al Vergognoso Ordine dei Medici
(esattamente all'ordine di chi?)
Così, dopo il dr. Gava ed il Dr. Miedico, avete avuto il coraggio di radiare pure la Dottoressa Lesmo; uno dei pochi medici con la schiena dritta ancora presenti in Italia che si distingue dalla massa dei vostri ignavi colleghi: credo sia questo il famoso "effetto gregge" di cui si sente tanto cianciare… Bravi!
E perchè mai l'avreste radiata?
Per delitto di opinione?
Per lesa maestà vaccinale?
Correggetemi se sbaglio, ma non mi risulta che abbiate mai radiato alcuno dei vostri colleghi criminali: né i pluriomicidi condannati in via definitiva e detenuti in carcere, né, mi pare, l'allegra schiera di vostri colleghi che rompevano femori per impiantare protesi o che ridevano al telefono mentre raccontavano di come sfondavano vagine ed altre amenità che affollano giornali e telegiornali quasi ogni santo giorno, né la larga pletora di vostri colleghi condannati per corruzione, comparaggio, falso in atto pubblico e via discorrendo, a partire dall'Ex ministro De Lorenzo con la sua condanna per la tangente da 600 milioni intascata per rendere obbligatoria quell'oscena vaccinazione antiepatite B che rimane tuttora obbligatoria.
Bravi!
Non è che mi meravigli più di tanto, anzi, in fondo è giusto così: in mancanza di qualsivoglia giustificazione deontologica, logica, morale ma, prima ancora, di comune buon senso a questo vostro vergognoso comportamento, l'unica spiegazione che resta è che preferiate la compagnia dei criminali prezzolati e degli omicidi a quella dei medici scrupolosi e fedeli al giuramento di Ippocrate.
Mi auguro di campare abbastanza da vedervi processati da un tribunale per questo vostro vergognoso comportamento e di vedere un giorno sui libri di storia dei miei nipoti stigmatizzata questa vergognosa pagina della storia della medicina.
Ma, soprattutto, mi auguro che il vostro sguazzare in queste meschine pratiche nostalgiche della Santa Inquisizione non vi lasci il tempo di posare mano su qualche incauto e sprovveduto paziente!
Il mio più sentito ribrezzo e la mia più profonda disistima.
Plinio Chiesa
La Dott.ssa Gabriella Lesmo,  ha un figlio di 25 anni "con il cervello rovinato da una reazione avversa alle vaccinazioni".
Radiata per il mancato rispetto del codice deontologico per dichiarazioni pubbliche che “possono scoraggiare i genitori dal vaccinare i figli”, prima tra tutte la “possibile correlazione tra vaccini e autismo”.
Tesi sostenuta dalla Dott.ssa Lesmo.
In una intervista racconta "Mio figlio a 7 mesi era seduto sul seggiolone e capiva perfettamente quello che gli dicevamo. Nel 1992, subito dopo la vaccinazione, non sapeva più di essere al mondo. Con il passare del tempo è riuscito a riconquistare gradi di autonomia, ma è tuttora disabile".
La Dott.ssa Lesmo, pediatra, è specializzata in Anestesia e Rianimazione, dal 2004 libera professionista al centro medico Luganocare di Noranco in Ticino.
 
Articolo proposto da Benedetto e tratto da (CLICCA QUI)
 

TAR BRESCIA – LA RICHIESTA DI INFORMAZIONI SOSPENDE L’OBBLIGO DI VACCINAZIONE DEI FIGLI

Tar Brescia: la richiesta di informazioni sospende l’obbligo di vaccinazione dei figli.
La richiesta di informazioni sui vaccini, la loro sicurezza e il rischio di reazioni avverse blocca l’esclusione da scuola dei bimbi non vaccinati fino a quando la Asl non risponde. 
L’ordinanza 248/2018 depositata ieri apre un’altra breccia nella griglia degli obblighi fissati dalla legge Lorenzin. 
La storia è complicata, e bisogna raccontarla per capirne gli snodi. 
Nelle scorse settimane il Comune di Lovere aveva escluso un bambino dall’asilo nido perché la famiglia non aveva provveduto alle vaccinazioni o alla loro prenotazione entro il 10 marzo, data fissata dalla legge. 
Il Tar Brescia, con un primo decreto presidenziale, aveva sospeso il provvedimento del Comune, in attesa della decisione di merito messa in calendario per oggi.
La nuova ordinanza slitta al 9 maggio
Con la nuova ordinanza, l’ultima parola slitta ancora, al 9 maggio, ma è la ragione del rinvio a essere cruciale. 
Tra la famiglia e l’azienda sanitaria è in corso da mesi una battaglia a suon di lettere. 
L’inizio risale al 12 ottobre, quando la famiglia è stata convocata per la vaccinazione.
 La convocazione è andata a vuoto, i diretti interessati sostengono di non aver ricevuto la richiesta e si è arrivati alla seconda chiamata, tramite raccomandata, il 13 marzo. 
A quel punto la famiglia ha risposto con una domanda, chiedendo lumi sui vaccini, la loro sicurezza e gli eventuali rischi correlati.
La richiesta di informazione sospende l’obbligo.
Questa domanda, secondo i giudici amministrativi bresciani, rientrerebbe negli obblighi di informazione a carico delle strutture pubbliche previsti dall'articolo 2 della legge Lorenzin, che in realtà parla solo di «iniziative di comunicazione istituzionale» promosse dal ministero. 
Fatto sta che, nella lettura del Tar, la richiesta di informazione sospende l’obbligo per le famiglie di vaccinare i figli, e l’obbligo per le strutture scolastiche di escludere i non vaccinati. 
Fino alla prossima puntata.

Articolo segnalato da Marco Rigato e tratto da (CLICCA QUI)

 

CASO “SKRIPAL” – OPINIONE DELL’AMBASCIATA RUSSIA IN ITALIA.

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Commento dell'Ambasciata Russa in Italia in relazione alla decisione di espellere funzionari di rappresentanze russe all'estero
È con profondo rammarico che abbiamo recepito la decisione di espellere due funzionari di rappresentanze russe in Italia.
Peraltro non ci è stata fornita alcuna prova del loro coinvolgimento in attività incompatibili con lo status di diplomatico.
Tale eclatante gesto, prettamente politico, è stato spiegato con la necessità di attuare la decisione assunta dal Consiglio Europeo relativamente alla famigerata solidarietà euroatlantica con Londra.
Naturalmente questo atto non resterà senza risposta da parte nostra.
Considerando illegittimi i riferimenti al cosiddetto «affare Skripal» – un'aperta provocazione della Gran Bretagna, – rileviamo che questo gesto di inimicizia di Roma è in netto contrasto con la plurisecolare tradizione di buone e stabili relazioni russo-italiane, introduce un elemento di sfiducia in quel dialogo pragmatico che non si è mai interrotto neanche quando la UE ha adottato la politica sanzionatoria, indebolisce i positivi sviluppi potenziali della cooperazione bilaterale.
Vorremmo ricordare che anche nel periodo della contrapposizione ideologica della «guerra fredda» tra Occidente e Unione Sovietica, l'Italia si è fatta guidare prima di tutto da una propria visione dell'opportunità politica e non da pareri imposti dall'esterno.
Attiriamo l'attenzione sul fatto che questa iniziativa è stata intrapresa da un Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana formalmente dimissionario.
Auspichiamo che il nuovo governo del paese, espressione dell’esito delle elezioni parlamentari, voglia perseguire con decisione una politica di sostegno al dialogo costruttivo e di sviluppo della collaborazione in tutti i campi con la Russia.
 
 
VERGOGNA ITALIA!
Dove sono le prove della responsabilità del Governo Russo circa il caso "Skripal"?
Ma come si può pretendere che un Governo di una Nazione possa rispondere ad altri governi su fatti di cui vi è solo la presunzione di responsabilità e nessuna prova diretta?
Almeno un pò di decenza sarebbe doverosa … o vi dovete sempre sottomettere al volere di altri?
Noi speriamo di liberarci presto dalla dominazione straniera italiana e di poter intraprendere un rapporto diplomatico franco e corretto nei confronti soprattutto della Nazione Russa e di tutte le altre Nazioni che amano agire in trasparenza e nel rispetto reciproco.
W il Popolo Russo, W il Popolo Veneto.
WSM
Venetia, 30.03.2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 

STRANE COSE ACCADONO AI PAESI EUROPEI CHE RESISTONO ALL’ASSALTO DI GEORGE SOROS

Strane cose accadono nell’Europa orientale e centrale che non vengono menzionate nei media.
Due capi di stato, i premiers della Slovenia e della Slovacchia, hanno rassegnato le dimissioni quasi contemporaneamente.
Il primo ministro slovacco Robert Fico è stato vittima dello scandalo per l’omicidio di Jan Kuciak, un giornalista che stava indagando sulla corruzione del governo.
Il primo ministro ha dovuto dimettersi durante le proteste di massa.
Fico era noto per il suo sostegno a un rafforzamento del Visegrad Group (il gruppo dei paesi dell’Est anti-EU). 
Lui stesso si era opposto a Bruxelles su molte questioni.
Vale la pena notare che Fico è il premier europeo ha chiesto di abolire le sanzioni e migliorare i rapporti con Mosca.
Il premier era fermamente convinto che la Russia fosse un partner affidabile per l’energia .
Sarà una coincidenza che sia stato costretto a rassegnare le dimissioni in mezzo alla campagna anti-Russia innescata dal caso Skripal e altre storie chiaramente inventate utilizzate come falsi pretesti per incessanti attacchi contro Mosca?
Fico non era forse considerato una minaccia per la cosiddetta unità dell’UE contro la Russia?
Lo era sicuramente.
Il primo ministro slovacco non ha nascosto il fatto che la sua decisione è stata presa sotto forte pressione .
L’estromissione è stata progettata da forze esterne, incluso il miliardario “filantropo” George Soros.
Ad esempio, il presidente slovacco Andrej Kiska ha avuto un incontro privato con il miliardario nel settembre 2017.
Si è trattato di una conversazione privata.
Nessun diplomatico slovacco era presente durante l’incontro.
Non si sa quali siano stati gli argomenti trattati.
Secondo il ministro degli Esteri slovacco, Miroslav Lajčák, “George Soros è un uomo che ha avuto una grande influenza sullo sviluppo dell’Europa centrale e orientale e oltre.
Questo è un fatto che non può essere messo in discussione.
“Il premier ungherese Viktor Orbán ha detto questo sull’evento:”
George Soros e la sua rete stanno sfruttando ogni possibile occasione per rovesciare i governi che stanno resistendo all’immigrazione “.
Il premier sloveno Miro Cerar è stato attaccato da Soros per la sua opposizione alla politica dell’UE in materia di immigrazione.
George Soros non nascondeva il fatto di essere un ardente avversario della posizione di Miro Cerar.
“E ‘un obbligo per l’Europa a ricevere i migranti”, come il finanziere statunitense ha preteso di insegnare agli europei.
Ora anche il premier sloveno deve dimettersi, dopo che i risultati di un referendum su un progetto economico chiave sono stati annullati dalla Corte Suprema e gli attacchi dei media sulla sua posizione riguardo ai richiedenti asilo si sono intensificati.
Con Cerar non più al timone, il movimento di opposizione alla dittatura di Bruxelles si è indebolito.
Chi è il prossimo?
Probabilmente l’Ungheria, che è diventata un bersaglio per gli attacchi di Soros .
Il miliardario americano ha investito oltre $ 400 milioni nel suo paese natale dal 1989. 
Ha anche annunciato la sua intenzione di influenzare la campagna elettorale ungherese e ha impiegato 2.000 persone a tale scopo.
Il governo vuole che le sue proposte di leggi ” Stop Soros ” diventino leggi.
Senza dubbio l’Ungheria verrà attaccata duramente per essersi opposta alla rete del finanziatore.
Bruxelles solleverà una protesta e si lamenterà, criticando il “regime antidemocratico” che governa il paese.
Le prossime elezioni parlamentari in Ungheria si terranno l’8 aprile 2018.
Sarà una dura lotta per preservare l’indipendenza e allo stesso tempo contrastare i tentativi di imporre la pressione degli Stati Uniti attraverso le ONG e le istituzioni educative sostenute da Soros.
Le attività di Soros sono anche consolidate nella Repubblica Ceca.
Il presidente ceco Milos Zeman ha accusato i gruppi affiliati a Soros di intromettersi negli affari interni della sua nazione (anche Zeman è un forte oppositore di Bruxelles).
Inoltre Il finanziere esorta l’UE a fare pressioni sulla Polonia per costringerla a “preservare lo stato di diritto” (secondo la UE sarebbe violato dalle nuove leggi emanate dal governo di Varsavia).
Anche la Macedonia, il piccolo stato, resiste alle attività sovversive, ispirate dalla rete del miliardario, che mirano ad un cambio di regime.
La “rete Soros” ha una grande influenza sul Parlamento europeo e altre istituzioni.
La lista scandalosa degli alleati di Soros comprende 226 deputati al Parlamento su 751.
Un terzo dei membri – pensateci!
Se quella non è corruzione, allora che cos’è?
I legislatori che sono influenzati dall’estero ballano al ritmo di Soros.
Fanno quello che gli viene detto, che include l’isteria anti-Russia e il favoreggiamento delle migrazioni.
Mosca ha una sua storia di rapporti con la rete Soros.
Nel 2015, l’Open Society Institute di George Soros è stato espulso da quel paese come “organizzazione indesiderabile” che era stata istituita per rafforzare l’influenza degli Stati Uniti nel paese slavo.
Sarebbe davvero ingenuo pensare che Soros agisca da solo.
È un segreto di Pulcinella che il governo degli Stati Uniti interferisce in modo flagrante negli affari interni di altri paesi usando il miliardario come veicolo o quinta colonna.
L’Europa è un concorrente degli Stati Uniti che deve essere indebolito. 
L’USAID e la rete di Soros collaborano spesso per perseguire obiettivi comuni. 
Nel marzo 2017, sei senatori statunitensi hanno firmato una lettera in cui chiedevano al Dipartimento di Stato di esaminare i finanziamenti governativi delle organizzazioni sostenute da Soros.
Ma quegli sforzi non sono andati da nessuna parte, Foggy Bottom è sempre dalla parte di Soros , qualunque cosa accada.
Molti paesi europei sono impegnati in una feroce battaglia per proteggere la loro indipendenza.
L’impero del finanziere sta tentennando un po ‘per conquistare l’Europa con tangenti e sovversive versate dalla sua rete di ONG.
Questi paesi dell’Est Europa e la Russia stanno resistendo alla stessa minaccia.
Forse è questo il motivo per cui le sanzioni contro la Russia sono così impopolari tra molti politici dell’Europa orientale.
La Bonino premiata da George Soros
Nota: La rete di Soros è estesa anche in Italia in modo palese ed occulto, si tratta di una rete estesa ed intricata con vari collegamenti e diramazioni.
Questa include ex ministri come la Bonino (esteri) e la Kyenge (ex ministro integrazione), entrambe direttamente responsabili per la gestione dei flussi migratori accettati dall’Italia negli ultimi anni, oltre a vari esponenti del PD e della sinistra.
Vengono finanziati anche gruppi che sostengono la manipolazione e la censura sui media in tema di migranti, il supporto legale e pubblicazioni varie.
I bilanci sono pubblicati solo in pochi casi.
Soros-network
Il perno principale della rete è la Open Society ed la finalità è quella di usare leggi anti-discriminazioni per promuovere l’abolizione dei confini e l’immigrazione illimitata.
L’idea è apertamente dichiarata nei manifesti di diverse organizzazioni.
Altro tema ricorrente è quella della promozione del proprio approccio estremista come ‘’basato sui fatti’’ e ‘’di buon senso’’ per mantenere un’aura di credibilità scientifica, tuttavia suggerendo interpretazioni soggettive ed ideologiche dei dati o omettendo informazioni.
Un esempio è la richiesta di omettere la nazionalità dei criminali, l’equivalente di ammettere che il problema esiste, ma non si deve parlarne.
L’atteggiamento è tipico di regimi totalitari, non democratici e certamente non ‘’società aperte’’.
Un’altro obiettivo della rete ultimamamente è quello di ottenere lapprovazione dello Jus Soli dal Parlamento italiano.
Inoltre sono in azione una serie di ONG che agevolano il trasferimento dei migranti nel Mediterraneo dal nord Africa alle coste italiane.
Tramite fondi, pubblicazioni, conferenze, ricerche o canali di informazione per i migranti, la rete produce un efficace sostegno per i migranti, indipendentemente dal fatto che siano legali o meno.
A questo si aggiunge una attività di propaganda per le migraizoni fatta in alcuni paesi dell’Africa sub sahariana.
Traduzione e nota: Luciano Lago
 
Articolo segnalato da Bendetto e tratto da (CLICCA QUI)
 

ALIMENTAZIONE E TUMORI ECCO LA VERITÀ NASCOSTA

Alimentazione e tumori ecco tutta la verità nascosta dalla medicina ufficiale.
La vera causa dei tumori si nasconde proprio nei cibi che mangiamo tutti i giorni, in questo video l'autore del best seller "Vivere 120 anni" Adriano Panzironi ci svela questa verità.
 
https://youtu.be/e-jjcu6G-Ls
 

LA LOBBY DEL LATTE IN POLVERE CONVINCE LE DONNE A NON ALLATTARE

Il mercato del latte in polvere è molto redditizio, ma dare questo prodotto ai bambini può essere a volte pericoloso perché nelle zone più povere del mondo non sempre l’acqua è di ottima qualità, e può veicolare malattie.
Ma stando a quanto denuncia un’inchiesta condotta dal Guardian e da Save the Children, queste considerazioni non sembrerebbero interessare molto le grandi multinazionali del settore.
Nonostante il codice internazionale dell’Organizzazione mondiale della sanità lo proibisca, i big del settore userebbero metodi aggressivi, clandestini e spesso illegali per indirizzare le madri nelle zone più povere del mondo a scegliere il latte in polvere per l’allattamento.
Come riporta Europa Today in alcune delle aree più povere delle Filippine venivano offerti a medici, ostetriche e operatori sanitari locali viaggi gratuiti per conferenze, pasti, biglietti per spettacoli e cinema e persino per il gioco d’azzardo online, per guadagnare la loro lealtà e fare consigliare alle loro assistite l’utilizzo di latte in polvere.
E, guarda caso in quelle stesse aree delle Filippine le percentuali di allattamento esclusivo al seno nei primi sei mesi di vita del bambino sono bassissime, solo il 34%.
Qui, secondo quanto riferito dal quotidiano britannico, le multinazionali distribuiscono opuscoli sull’alimentazione infantile alle madri, che sembrano essere consigli medici, ma in realtà raccomandano marche di formule specifiche e talvolta hanno addirittura dei buoni sconto.
E con ottimi risultati.
Il codice internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità impedisce esplicitamente alle aziende del settore di prendere direttamente di mira madri e operatori sanitari e limita la pubblicità.
Soprattutto nei Paesi più poveri queste pratiche sono sconsigliate perché c’è un maggior rischio per i piccoli di contrarre polmonite e diarrea e, con la mancanza di accesso alle cure sanitarie, le madri sono meno informate sui benefici dell’allattamento al seno.
In Messico solo il 31% dei bambini è allattato esclusivamente al seno per i primi sei mesi: qui il 50% delle madri ha dichiarato di aver ricevuto latte in polvere direttamente dal proprio medico.
In Cile il 75% di medici, infermieri e ostetriche negli ospedali ha riferito che ci sono costantemente visite di rappresentanti delle aziende del settore nelle strutture ospedaliere.
La replica della Nestlé
Le aziende dal canto loro hanno negato le accuse.
“Questa immagine non rappresenta la cultura e le pratiche commerciali di Nestlé”, ha scritto l’azienda in una nota in cui assicura che “la prima e più fondamentale espressione del nostro rispetto per le madri e i bambini è il supporto per l’allattamento al seno, il rispetto della legge e le nostre procedure rigorose”.
 
Articolo segnalato da Benedetto e tratto da (CLICCA QUI)
 
 

LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI SOTTO ATTACCO: PARTONO LE PRIVATIZZAZIONI

Oggi Padoan ha proposto di cedere una quota rilevante della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), di cui il Tesoro detiene l’82,77%, per abbattere il debito pubblico.
Lo annuncia l’articolo de Il Fatto dicendo che il Governo “punta a cedere entro fine anno una nuova tranche di Poste e a portare in Borsa le Frecce delle Ferrovie dello Stato”.
Il Governo intende cedere il 15% di CDP a qualche banca d’affari della City di Londra, di quelle dove in genere finiscono i Ministri dell’Economia o i dirigenti del Tesoro quando terminano la propria carriera politica (…), e rimborsare circa 5 miliardi di euro di debito pubblico in modo da rientrare nei vincoli imposti dall’UE.
Ma si può rimborsare il debito pubblico cedendo aziende e industrie strategiche di Stato?
Analizziamo due dati chiave.
Nei 15 anni che vanno dal 2001 al 2016 la liquidità primaria in Italia, data dalle monete, dalle banconote e dai conti correnti bancari (detta anche M1) è cresciuta di 520 miliardi di Euro.
Nello stesso periodo, il debito pubblico dello Stato è cresciuto di 598 miliardi di Euro (dati Bankitalia).
Tenendo conto che una parte dell’incremento del debito pubblico si deve al pagamento di interessi passivi e che parte di questi interessi vanno a beneficio di soggetti non residenti che quindi drenano liquidità dal Paese, possiamo concludere che l’incremento di debito pubblico negli ultimi 15 anni si rapporta quasi perfettamente all’incremento di liquidità netta nell’economia domestica (liquidità netta cioè dopo la fuoriuscita dovuta al pagamento di interessi a soggetti non residenti).
Non è una sorpresa.
In un sistema di moneta-debito quale è l’Euro-sistema, l’ammontare di debito pubblico è sostanzialmente pari alla massa monetaria in circolazione.
Basta immaginare uno Stato che si formasse da zero, senza debito e senza moneta e che aderisse all’Eurozona.
Cosa farebbe il primo giorno?
Emetterebbe obbligazioni sottoscritte dalle banche, iscriverebbe un debito pubblico nel bilancio del Tesoro e con la liquidità raccolta farebbe spesa pubblica in modo da mettere la massa monetaria nelle mani di famiglie ed imprese.
Ecco come nasce il debito pubblico (la semplificazione del linguaggio ha finalità esplicative).
Dunque, quando il Ministro Padoan ci racconta che intende rimborsare 5 miliardi di debito pubblico in realtà sta dicendoci un’altra cosa: che intende drenare il sistema Italia di 5 miliardi.
Se non fosse così, chiedo al Ministro di spiegare a tutti come poteva l’Italia negli ultimi 15 anni introdurre 520 miliardi di liquidità primaria nel sistema economico senza fare debito?
Ecco, io vorrei che il Ministro Padoan rispondesse a questa semplice domanda e che inoltre illustrasse come pensa di far crescere la liquidità primaria nei prossimi 20 anni, senza aumentare il debito pubblico.
Pensa di svendere altri pezzi dello Stato?
Cioè, intende cedere lo Stato italiano per dotarci della moneta che servirà a scambiare beni e servizi?
Mi permetto un consiglio al Ministro Padoan: visto che il debito è aumentato a fronte di carta e impulsi elettronici, perché non restituiamo parte di questa carta e di impulsi elettronici – anziché pezzi di Stato – sostituendoli con strumenti monetari paralleli controllati dalla Repubblica, come peraltro vorrebbe l’art. 47 della Costituzione (“La Repubblica controlla il credito….”)? (“Le basi economiche di un new deal italiano”)
Ma c’è dell’altro.
Non solo il Ministro Padoan vuole drenare liquidità dal Paese facendolo passare come rimborso di debito pubblico, quindi come qualcosa di virtuoso anziché di scellerato, ma vuole anche farlo attraverso la cessione del 15% del più importante strumento di governo dell’economia che lo Stato italiano ha ancora a disposizione.
Infatti, la Cassa Depositi e Prestiti è l’ultimo vero baluardo che resta per sperare di ricostruire una sovranità industriale, economica e monetaria nel Paese.
Detiene oltre 240 miliardi di Euro di depositi postali, eroga già crediti al sistema impresa, possiede partecipazioni strategiche in Terna, Eni, Snam, Poste, Fincantieri, Saipem, Italgas ed altre aziende strategiche dalle quali si potrebbe ripartire per impostare una politica industriale, ed inoltre potrebbe essere il perno per l’emissione di una moneta parallela che ci consenta di de-finanziarizzare il Paese e diminuire gradualmente l’impiego di Euro (“De-finanziarizzare l’economia”).
Corre l’obbligo di ricordare al Ministro Padoan che nel far questo violerebbe almeno due fondamentali articoli della Costituzione italiana, il 43 ed il 47.
L’art. 43 stabilisce che “A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire…allo Stato…determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia…. ed abbiano carattere di preminente interesse generale”.
Ministro Padoan, non le sembra, tanto per citarne due, che ENI e SNAM siano classificabili come “fonti di energia”?
L’art 47 stabilisce che “La Repubblica ….favorisce l’accesso del risparmio popolare … al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.
Non le sembra, dunque, Ministro Padoan che la Cassa Depositi e Prestiti, che vuol dire Fincantieri, Saipen ed Italgas, per citarne alcune, rientri nei “grandi complessi produttivi del Paese”?
E dunque, perché cederla alle banche d’affari della City di Londra anziché riservarla al “risparmio popolare”?
Per chi lo avesse dimenticato, Padoan è lo stesso che ha rifiutato di costituirsi parte civile nel processo di Trani contro le agenzie di rating, su invito del PM Michele Ruggiero, dal che potevano ricevere il pagamento di ingenti danni erariali che la Corte dei Conti ha stimato in oltre 120 miliardi di Euro (“Sentenza storica a Trani..”).
Teniamolo bene a mente.
La difesa della Cassa Depositi e Prestiti, ed il suo rilancio come banca pubblica (“Una banca pubblica per rilanciare il Paese“), sono un’altra delle trincee dove ci giochiamo uno degli ultimi brandelli di sovranità nonché la vera chance di risorgere.
Alberto Micalizzi
 
Articolo proposto da Benedetto e tratto da (CLICCA QUI)
 

VITTIMA DEI BULLI PER LA SUA CONDIZIONE FISICA CAUSATA DA UN DANNO DA VACCINO. MICHELE SI È TOLTO LA VITA

“ Mio figlio si è ucciso per colpa dei bulli ”, la straziante denuncia della mamma di Michele
di Antonio Palma
Il 17enne Michele Ruffino si è tolto la vita gettandosi da un ponte, ora la madre e il padre denunciano: “Mio figlio è stato vittima dei bulli, sono loro che me lo hanno ammazzato. 
Lo hanno deriso fino all’ultimo anche al funerale”
“Si è ucciso perché voleva un amico della sua età e riceveva solo porte in faccia e prese in giro”, così  Maria Catrambone Raso, assieme al marito Aldo Ruffino, hanno deciso di denunciare pubblicamente gli atti di bullismo che avrebbero portato il figlio 17enne Michele Ruffino  a uccidersi il 23 febbraio scorso gettandosi dal ponte di Alpignano, nell’area metropolitana di Torino.
Una decisione sofferta e arrivata dopo giorni di dolore straziante vissuti nel dubbio se chiudersi ed elaborare da soli quanto accaduto o rivelare a tutti il calvario vissuto del figlio. 
“Mio figlio è stato vittima dei bulli, l’ha ucciso chi lo umiliava, sono loro che me lo hanno ammazzato. 
Lo hanno fatto fino all’ultimo anche al funerale” accusa senza mezzi termini la madre di Michele, rivelando un episodio sconcertante: “Uno di quei ragazzini ha guardato la foto di mio figlio al funerale e ha detto che da vivo era molto più brutto. 
Chi lo ha ascoltato si è sentito gelare il sangue nelle vene”.
Secondo la donna tutto sarebbe iniziato con i problemi di salute di Michele a causa di un vaccino fatto quando aveva solo sei mesi che gli ha causato problemi motori alle braccia e alle gambe. 
“Una sentenza ha stabilito che Michele ha subito un danno da vaccino.
Non riusciva a muoversi con naturalezza, anche se con gli anni eravamo riusciti a superare i suoi problemi. 
I suoi compagni di classe invece lo deridevano. 
Dicevano che cadeva sempre, qualcuno lo chiamava handicappato”, ha raccontato la donna, aggiungendo: “Voleva solo una pacca sulla spalla, una parola amica. 
Invece oggi siamo qui: disperati. 
Non vogliamo vendetta, ma se c’è qualcuno che ha sbagliato deve pagare”.
“Lui aveva voglia di vivere, cercava una pacca sulla spalla, un amico, una ragazza.  
Ma ha trovato solo risate cattive e porte in faccia”, ha proseguito la 51enne ricordando che Michele sognava di diventare pasticcere e studiava per questo ma aveva diverse passioni come il nuoto e la palestra.
“Se mio figlio non avesse avuto problemi di salute, sarebbe ancora qui” accusa ancora la mamma di Michele, rivelando anche alcune lettere di addio che il giovane, che avrebbe compiuto 18 anni a ottobre, ha lasciato sul suo computer. 
“Ti scrivo questa lettera, la mia ultima lettera. 
Si hai capito bene, perché non credo di riuscirci più.
Ho intenzione di mollare. 
Questo ragazzo moro piange davanti allo specchio e non trova nessuno dietro di sé che gli dica ‘ehi oggi sei maledettamente bello’” si legge nell’ultima nota prima del suicidio.
Prima però vi erano stati altri scritti analoghi in cui il giovane annunciava l’intento di farla finita a dimostrazione di una situazione per lui ingestibile. 
La madre ha sporto denuncia ai carabinieri e portato il computer agli investigatori. 
“Era un appassionato di internet e andava molto spesso sui canali Youtube dove aveva allacciato rapporti con vari coetanei. 
Anche a loro aveva confidato la voglia di farla finita” ha raccontato Maria. 
Sul caso indagano ora i carabinieri anche se al momento in procura non esiste ancora un fascicolo con una ipotesi di reato.
Fonte: fanpage.it
via Informare per Resistere
Articolo segnalato da Benedetto e tratto da (CLICCA QUI)
 
 
 

ACCORDO PER LA RIDUZIONE DEI SALARI E L’AUMENTO DEGLI ORARI; SINDACATO VENDUTO AL GRANDE CAPITALE…

L’accordo sul sistema contrattuale firmato con scene di giubilo comune tra i vertici di CgilCislUil e quelli di Confindustria è la peggiore politica di austerità fatta contratto. 
Esso conclude un percorso iniziato nel 2009 da un’ intesa che la Cgil inizialmente non sottoscrisse, salvo poi cambiare idea successivamente. 
L’ultimo contratto dei metalmeccanici sottoscritto anche dalla Fiom – il peggiore della storia della categoria con zero aumenti salariali, la flessibilità a go go e i fondi sanitari- ha dato il via libera definitivo a quest’intesa.
L’accordo programma la riduzione dei salari impedendo di chiedere aumenti nei contratti nazionali e legando rigidamente quelli aziendali ai massimi profitti dell’impresa. 
Nello stesso tempo flessibilità e precarietà sono assunti come elementi costitutivi del rapporto di lavoro. 
E l’orario di lavoro e l’intensità della prestazione possono solo aumentare. 
Questa è la nuova costituzione delle relazioni sindacali e l’organizzazione che non l’accetta vedrà messo in discussione il suo stesso diritto ad esistere. 
Un accordo liberticida contro tutti i diritti dei lavoratori.
I metalmeccanici tedeschi hanno raggiunto le 28 ore settimanali con aumento dei salari. 
L’accordo sul sistema contrattuale italiano non solo impedisce che simili risultati possano essere mai acquisiti, ma vieta persino che possano essere richiesti. 
La piattaforma della IgMetall nel sistema sottoscritto da Camusso e compagnia sarebbe semplicemente fuorilegge. 
Neppure i vertici della UE avrebbero saputo imporre ai lavoratori italiani un sistema così capace di farli lavorare sempre di più e guadagnare sempre di meno.
CgilCislUil e Confindustria cancellano la possibilità per i lavoratori di ottenere contratti degni di questo nome, ma si mettono definitivamente assieme in affari. 
Fondi pensione, sanità privata, formazione e traffici vari sul lavoro, di questo si occuperanno davvero.
Alla firma dell’intesa i leader sindacali e confindustriali si sono abbracciati e hanno fatto sapere alla politica che essa non deve occuparsi di loro, che i lavoratori sono roba loro. 
Pensano così di essersi salvati dal crollo del PD, partito che, pur con finte polemiche, hanno sempre sostenuto.
Hanno organizzato un sindacato unico di regime in cui padroni e vertici sindacali operano affratellati in una sola corporazione.
E hanno offerto i servigi di questo “sindacato” al nuovo governo, qualunque esso sia purché sia responsabile.
Questo accordo della vergogna, sottoscritto senza neanche un’assemblea nei luoghi di lavoro, è come la controriforma costituzionale di Renzi. 
E deve fare la stessa fine. 
Combattere e rovesciare il sindacato CGILCISLUILCONFINDISTRIA è oggi indispensabile per riconquistare diritti, salario e libertà in tutto il modo del lavoro.
 
Articolo segnalato da Benedetto e tratto da (CLICCA QUI)

PS : Guardate questa foto, non hanno neanche il senso del decoro..

 

FRANCIA, L’EX PRESIDENTE NICOLAS SARKOZY IN STATO DI FERMO

Francia, Nicolas Sarkozy in stato di fermoFrancia, Nicolas Sarkozy in stato di fermo
Sarkozy insieme all'ex vice presidente Usa Al Gore (ap)
L'ex presidente è sotto interrogatorio della polizia su presunti finanziamenti illeciti alla sua campagna elettorale del 2007, probabilmente legati alla Libia di Gheddafi
PARIGI
La storia della guerra in Libia e il fantasma di Gheddafi continuano a perseguitare Nicolas Sarkozy. 
L'ex Presidente è da stamattina in stato di fermo dai magistrati anti-corruzione di Nanterre nell'ambito dell'inchiesta sul presunto finanziamento della sua campagna elettorale del 2007 – la prima in cui era candidato all’Eliseo – da parte dell’allora potentissimo raìs libico.
Le prime accuse erano state rivelate dal sito Mediapart sei anni fa e documentate in un libro uscito qualche mese fa dal titolo “Avec les compliments du Guide” firmato da due cronisti del sito Fabrice Arfi e Karl Laske. I giornalisti avevano raccontato di borse piene di banconote passate da Tripoli e Parigi, bonifici sospetti, lettere con promesse di milioni di euro per favorire l’elezione dell’allora leader della destra francese, fino ai ricatti, le minacce e la guerra scatenata da Sarkozy. Nelle varie ricostruzioni si parla di finanziamenti di quasi 50 milioni di euro in diversi pagamenti cash. 
L'ex capo di Stato ha sempre smentito le accuse. 
Dall'autunno 2016 si è ritirato dalla vita politica dopo la sconfitta alle primarie del centrodestra. Sarkozy è già stato rinviato a giudizio per non aver rispettato le regole sul finanziamento della sua campagna elettorale del 2012, avendo speso circa 20 milioni in più rispetto al tetto dei 22,5 milioni consentiti per legge.
Dal 2013 i magistrati francesi indagano sul presunto finanziamento da Tripoli a Parigi. 
L'inchiesta ha proceduto a rilento, anche per la morte di Gheddafi e di molti suoi fedelissimi. 
Un nuovo colpo di accelerazione è arrivato a gennaio con l'arresto all'aeroporto londinese di Heathrow dell'uomo d'affari francese Alexandre Djouhri con un mandato di arresto internazionale emesso dalla Francia: sarebbe stato lui a fare da tramite per il denaro ricevuto dall'ex leader libico.
L'udienza per l'estradizione inizierà il 17 aprile.
 
Articolo su segnalazione di Benedetto e tratto da (CLICCA QUI)

FINAL FANTASY XV

VENEZIA NON HA NULLA A CHE FARE CON L'ITALIA.
Ed ecco un videogioco del genere fantasy che ci racconta di una Venezia del futuro.
Final Fantasy è una delle leggende di lunga vita dello storia dei videogiochi e siamo arrivati alla versione XV.
Nel videogioco la città di Altissia è presentata come una Venezia del futuro e non solo perché viene definita la "città sull'acqua" ma perché rispecchia i suoi canali, le gondole, i suoi ponti, le caratteristiche architetture veneziane e la sua cattedrale è sagomata con la Basilica di San Marco.
La trama di FINAL FANTASY XV è un lungo viaggio tra amici per riuscire a riconquistare un reame rubato …
proprio come il regno d'italia ha rubato Venezia e la sua Serenissima Repubblica con la frode e l'inganno.
In alcuni articoli viene riferito che Hajime Tabata, game director di Final Fantasy XV, circa  vent’anni fa compì un lungo viaggio in italia, partendo da Milano e passando per Venezia, Firenze, Roma sino ad arrivare a Napoli; fu quest’esperienza a dargli l’ispirazione di questo quindicesimo capitolo.
In alcuni articoli promozionali del videogioco si parla di Venezia come se facesse parte dell'italia.
Si dice che lo stesso Hajime Tabata avrebbe cercato di ricostruire la "tipica atmosfera italiana" negli scenari del gioco tra architettura e arte culinaria, con una città ispirata del tutto a Venezia ed elementi tipici della cucina napoletana, di cui il director è perdutamente innamorato.
Ecco proprio due realtà di due civiltà colonizzate ancora oggi dallo stato straniero occupante italiano e che nulla può vantare a proprio merito.
La civiltà Veneta, di cui Venezia è una significativa portavoce non ha nulla a che fare con l'italia che da poco più di un centinaio d'anni occupa illegalmente e illecitamente i suoi territori.
Venezia non l'hanno fatto di certo gli italiani.
Venezia è e rimane ancora oggi la capitale della Serenissima Repubblica Veneta e non è certo quella che erroneamente viene definita il capoluogo veneto, che è solo una regione nell'ambito illegale italiano.
Ecco un tipico esempio di neo/colonialismo tendente a frodare le nuove generazioni dell'identità del proprio Popolo nascondendo la verità e cercando di appropriarsi della civiltà veneta e di altre Nazioni pre-unitarie.
Ed è così che la frode continua.
Ma, tanto per essere chiari … Venezia non è italia e non lo sarà mai.
WSM
Venetia 19 marzo 2018
Sergio Bortotto
Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto
e del Governo Veneto Provvisorio.
 
 
Nel negozio Funbox Videogiochi & Fumetti sito in via O. Marinali nr.69 a Bassano del Grappa potete trovare oltre ai vostri videogiochi preferiti anche alcune copie del nostro libro "LIBERO POPOLO IN LIBERA PATRIA", il racconto di una storia vera che come una leggenda rispecchia un pò la trama della lotta intrapresa dal Principi Lucis Noctis Caelum per riconquistare il regno rubato.
 
 

LA RUSSIA A THERESA MAY: “NON ABBIAMO PAURA DI TE”

di Jonas E. Alexis
 
“Theresa May aveva dato all’amministrazione di Vladimir Putin un termine fino a mezzanotte di martedì per spiegare come un’ex spia sia stata avvelenata a Salisbury, altrimenti avrebbe concluso che è stato un ‘uso illegale della forza’ da parte dello stato russo contro il Regno Unito.”
Questo è simile alla vecchia tattica, “Hai smesso di picchiare tua moglie?
” Se dici di sì, allora hai appena ammesso di essere colpevole di aver commesso un crimine.
Se dici di no, allora sei ancora colpevole di aver commesso un crimine.
L’accusa promiscua di Theresa May non funzionerà mai in un mondo sano dove le regole di evidenza sono rispettate e applicate in modo coerente.
Semplicemente non puoi accusare qualcuno di un crimine e pretendere che la stessa persona produca prove che non è colpevole.
Semplicemente non si sommano.
In realtà, non è necessario essere un politico o un avvocato per rendersi conto che la posizione di May è semplicemente folle.
Questa sembra essere una delle ragioni per cui la Russia non sta prendendo sul serio le accuse della May im modo palese.
Quello che gli agenti dellla May e del nuovo ordine mondiale devono fare è semplicemente questo: produrre prove rigorose che dimostrino che la Russia è colpevole.
Ma c’è qualcos’altro in questa storia.
Quando nel maggio 2016 era stato chiesto alla May se fosse pronta ad autorizzare uno bombardamento nucleare su migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini in Medio Oriente, lei aveva risposto dicendo:
” Sì!
L’unico punto di dissuasione è che i nostri nemici devono sapere che noi saremo pronti a usarlo”.
In un mondo razionale, questo è inesplicabile.
Facciamo solo qualche esperimento mentale qui.
Supponiamo che la Russia sia colpevole.
Potrebbe essere che la Russia stava semplicemente seguendo la visione prevalente della May?
Potrebbe essere che la Russia stia effettivamente universalizzando l’ideologia della May?
La Theresa May è pronta per usare le armi nucleari su migliaia di nemici percepiti come tali, ma altri paesi non possono fare lo stesso!
In che modo hanno eletto questi personaggi (come la May) come leader del cosiddetto mondo libero?
Questo non è nemmeno un fatto di equazioni differenziali o fisica matematica.
Questo è il senso comune che si applica a ogni essere umano sul pianeta.
Quello che stiamo vedendo qui è che gli agenti del Nuovo Ordine Mondiale (NWO) come la May sono disperati perché la Russia li ha umiliati in Siria.
Gli agenti del NWO stanno ancora perpetuando il coro che Assad deve andare via.
Ma Assad, la Russia e l’ran stanno ancora esponendo i mercanti di guerra nella regione.
Quanto tempo ci è voluto dagli Stati Uniti per cancellare l’Iraq?
Solo pochi mesi.
Libia?
Solo pochi mesi.
Ma la Siria?
Bene, sia la Russia che l’Iran stanno dicendo che l’imperialismo anglo USA ha già fatto abbastanza danni.
Alla May e agli altri burattini del regime sionista ovviamente non piace.
Pertanto, stanno evocando scenari non plausibili per mantenere viva e sana la spedizione sionista nei paesi del Medio Oriente.
Ma la Russia non sta prendendo sul serio quelle persone.
Fonte: Veterans Today
Traduzione: Luciano Lago
Articolo segnalato da Benedetto, tratto da (CLICCA QUI)
 
 

SINDACO NON CONFORME … ALL’ITALIA? RIDIAMOCI SU!

Szumski diffidato dalla Prefettura: "Sindaco non conforme"
Arrivata la missiva che lo invita a tenere "atteggiamenti più conformi come sindaco"
 
SANTA LUCIA DI PIAVE
Il sindaco di Santa Lucia Riccardo Szumski diffidato dalla Prefettura. 
Lo ha reso noto lo stesso primo cittadino sul proprio profilo Facebook: “Lo Stato mi ha ufficialmente diffidato come sindaco non conforme” ha scritto oggi nel primo pomeriggio.
Szumski è stato invitato infatti a tenere “atteggiamenti più conformi come sindaco”, ha chiarito l’interessato. 
Non è dato sapere molto di più sulla conformità a cui la Prefettura ha invitato il primo cittadino santalucese, che ha preferito non divulgare la lettera.
“Mi sto informando con i miei legali” ha annunciato Szumski, che ha reso nota l’intenzione di rispondere alla missiva inviata dalla Prefettura.
E’ possibile che l’invito si riferisca alle esternazioni (anche social) del sindaco, da sempre molto critico nei confronti dell’atteggiamento tenuto dallo Stato nei confronti degli enti locali.
Intanto Szumski ha incassato la solita solidarietà su Facebook: tantissimi infatti i commenti pro-sindaco, che sulla piazza virtuale riscuote sempre grande successo. 
Anche in questo caso tanti cittadini di Santa Lucia si sono schierati dalla sua parte: in molti commenti compare la sigla “wsm” (viva san Marco), tipica degli indipendentisti veneti.
 
Articolo segnalato da BENEDETTO
Tratto da (CLICCA QUI)
 

IL BUON GOVERNO DI VLADIMIR PUTIN PAGA: IL 71,9 PER CENTO DEI RUSSI LO VOTA

Vladimir Putin, secondo i primi exit-poll, è in testa col 71,9 per cento dei consensi.
L’affluenza, alle 19, era del 60 per cento, ma coi dati definitivi aumenterà ancora.
L’appello del pregiudicato Navalni a non andare a votare è caduto nel vuoto, i russi hanno preferito scegliere il loro presidente.
Putin si avvia così trionfalmente al sui quarto mandato.
Erano in funzione oltre centomila seggi per oltre 100 milioni di aventi diritto al voto.
E’ stato insomma accolto dello “zar” ad andare a votare: ieri Putin aveva sollecitato i russi ad andare a votare alle elezioni presidenziali per uno degli otto candidati in lizza.
“E’ la volontà dei russi, la volontà di ogni cittadino russo, a determinare quale sarà la strada che prenderà il nostro Paese”, ha dichiarato Putin in un appello video trasmesso dalle televisioni ieri sera in cui sottolinea che chi non vota, “chi evita di decidere personalmente come adempiere alla sua libertà di scegliere il futuro della nostra amata e grande Russia”, deve sapere che “le scelte saranno fatte senza tenere a conto la sua opinione”.
I russi sono l’”unica fonte di potere” del Paese, ha aggiunto confermando che il capo si identifica con il popolo.
“Noi russi abbiamo sempre scelto da soli il loro destino, abbiamo sempre fatto le cose seguendo la nostra coscienza, la nostra idea di verità e giustizia e ci ha sempre indirizzato il nostro amore per la madrepatria.
E’ il nostro carattere nazionale riconosciuto in tutto il mondo”, ha concluso.
Secondo con l’11 per cento il comunista Grudinin
Secondo è arrivato il 57enne Pavel Grudinin, fra le poche novità delle elezioni, candidato del Partito comunista, scelto dopo che il 73enne segretario Gennadi Ziuganov (candidato alle elezioni presidenziali nel 2012, nel 2008, nel 2000 e nel 1996) ha fatto un passo indietro.
Novità come candidato alle presidenziali, ma non un volto nuovo della politica.
In passato ha fatto parte di Russia unita, con cui è stato eletto nella regione di Mosca per tre mandati alla Duma e con cui ha rotto dopo che non ha sostenuto la sua candidatura per la presidenza di distretto.
Dopo la rottura, Grudinin ha anche provato a stringere un’alleanza con il Partito liberal democratico di Vladimir Zhirinovsky, arrivato terzo, secondo gli exit-poll .
I suoi rapporti con la verticale del potere della regione di Mosca sono considerati buoni.
Grudinin è il direttore della cooperativa Sovkhoz Lenin, trasformata con successo da fattoria collettiva a impresa fiorente, ancor di più grazie alle sanzioni e allo slancio dell’agricoltura in Russia negli ultimi anni.
E’ un populista comunista, le cui aspre critiche alle autorità, associate alle promesse di condizioni migliori di vita, hanno colto l’interesse di gruppi trasversali, tanto che sono fioccate in campagna elettorale nei suoi confronti accuse di conti all’estero.

 

PREMIER DELL’OLANDA AVVISA FRANCIA E GERMANIA: NON DEVONO IMPORRE RIFORME DELLA UE CONTRO LA VOLONTA’ DI STATI MEMBRI!

AMSTERDAM
Se non è una frattura verticale nella Ue, molto poco ci manca.
Non è mai accaduto in passato che una nazione del nord Europa, del calibro dell’Olanda, prendesse una netta posizione contraria ai governi di Parigi e Berlino sul tema cardinale della struttura dell’Unione europea  e dei ruoli delle nazioni che ne fanno parte.
“Germania e Francia non dovrebbero cercare di imporre le proprie riforme dell’Unione Europea contro la volontà degli altri Stati membri”: lo ha affermato il premier olandese Mark Rutte, intervistato dal settimanale tedesco Der Spiegel.
“Nell’Ue esiste la libertà di movimento, e ovviamente il governo tedesco può incontrare quello francese anche non in nostra presenza, ma ciò non significa che noi e altri Paesi dell’Ue si debba essere d’accordo su quello che decidono tedeschi e francesi: non staremo certo a dire di sì a qualsiasi cosa”, ha avvertito Rutte.
Il premier olandese si è più volte detto contrario specialmente ad alcune delle proposte di riforma avanzate dal presidente francese Emmanuel Macron, che incontra oggi la Cancelliera tedesca Angela Merkel, e in particolare sulla creazione di un Ministro delle Finanze europeo.
“Credo che in primo luogo sia responsabilità di ogni singolo Paese membro dell’Ue essere preparati ad un’eventuale crisi, e una solida politica finanziaria costituisca la precauzione migliore” ha sottolineato Rutte, contrario anche ad aumentare il contributo olandese all’Ue per compensare il “buco” di bilancio creato dalla Brexit e incline piuttosto a dei tagli di spesa.
La chiara posizione del premier olandese Rutte è diametralmente contraria a quella della Merkel, il cui programma di coalizione prevede invece l’aumento dei contributi nonostante la Germania – come l’Olanda – sia un contributore netto dell’Ue.
Rutte non è peraltro l’unico critico delle riforme accarezzate da Berlino e Parigi: la scorsa settimana i Ministri delle Finanze di otto Paesi (Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Svezia e Olanda) hanno firmato un comunicato congiunto a favore di “riforme strutturali” mirate al rafforzamento della stabilità economica dell’Ue.
Riforme quali completare l’unione bancaria, secondo le otto nazioni firmatarie, dovrebbero avere la priorità sulle “proposte di ampio respiro” come quelle difese da Macron e volute contemporaneamente dalla Merkel.
L’unione bancaria, va ricordato, prevederebbe garanzie a livello almeno dell’Eurozona per i depositi dei correntisti di tutte le banche presenti, di fatto distribuendo il rischio di possibili bancarotte fra tutte le nazioni che aderiscono all’euro, in modo che i salvataggi siano a carico di tutti e non solo dei singoli stati come avviene ora.
E come è avvenuto in Italia con i noti dissesti bancari come quello di Banca Etruria.
 
Segnalato da Benedetto
Tratto da (CLICCA QUI)
 

Netherlands’ Prime Minister Mark Rutte holds a news conference during an EU Summit at the European Council headquarters in Brussels, Belgium December 15, 2016. REUTERS/Eric Vidal