COMUNICATI

ECCO IL DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO EMESSO DAL TRIBUNALE STRANIERO ITALIANO CONTRO IL MLNV … OGGI LE COMICHE.


Avendo necessità di far comprendere quanto l'italia stia insistentemente e spudoratamente violando precise norme di diritto internazionale, della sua costituzione e delle sue stesse leggi, ​alleghiamo copia originale del decreto di rinvio a giudizio emesso dal tribunale straniero italiano a Treviso contro alcuni membri del direttivo di questo MLNV.

E' talmente grottesca la farsa poliziesco/giudiziaria messa in piedi da questi banditi che anche un imbecille capirebbe l'assuridtà delle accuse.
Tale decreto evidenza anche il disimpegno in questa operazione di polizia e magistratura straniera italiana di altre provincie.
Taluni membri del Direttivo di questo MLNV, infatti, pur rivestendo posizioni apicali e avendo partecipato in egual modo e misura a tutte le attività, ed essendo stati indagati e aver subito le vessazioni gravissime degli sgherri italiani, non sono però stati rinviati a giudizio … strano ma non è un caso che tutti loro non siano residenti nella provincia trevigiana.
Ecco il documento del tribunale straniero italiano:
 
2014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.1
2014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.22014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.32014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.4
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed ecco gli illeciti che invece il MLNV contesterà allo stato straniero italiano in sede di Corte Internazionale di Giustizia:
 
GRAVISSIMI ILLECITI INTERNAZIONALI, quali reiterati atti di forza, di aggressione e di guerra contro il MLNV, contro i membri del suo Direttivo e contro altri appartenenti al MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto ed in particolare: 
  1. il PATTO INTERNAZIONALE  RELATIVO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI alla firma a NEW YORK il 16 dicembre 1966 e ratificato dall'italia con la legge 881/77 del 25 ottobre 1977;
  2. la RISOLUZIONE N.2625 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 24.10.1970;
  3. i principi sanciti nella CONFERENZA SULLA SICUREZZA E LA COOPERAZIONE IN EUROPA avvenuta ad Helsinki il 1 agosto 1975;
 
GRAVISSIMI ILLECITI A SFONDO RAZZISTA, POLITICO E DISCRIMINATORI posti in essere con premeditazione e con dolo specifico contro i membri del Direttivo del MLNV, contro altri appartenenti al MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto
 
VIOLAZIONI DI DOMICILIO CON ARMI DA GUERRA;
 
ILLEGALI PERQUISIZIONI PERSONALI E LOCALI presso le private dimore;
 
SEQUESTRI DI PERSONA AGGRAVATI;
 
REITERATE MINACCE;
 
INTERROGATORI INFORMALI;
 
VIOLENZE MORALI E PSICOLOGICHE sugli indagati appartenenti al MLNV sottoposti illegalmente a grave limitazione della libertà personale in quanto sequestrati, segregati e sorvegliati a vista per molte ore negli uffici della sezione politica della polizia di stato straniera italiana a Treviso;
 
SUBORNAZIONI DI TESTI, sottoposti ad atti intimidatori e minacce;
 
CALUNNIE AGGRAVATE;
 
REITERATE FALSITÀ IDEOLOGICHE IN ATTI;
 
DIFFAMAZIONI AGGRAVATE A MEZZO STAMPA, RADIOTELEVISIONE E ALTRI ORGANI DI INFORMAZIONE;
 
ATTIVITÀ ILLEGALE DI SPIONAGGIO;
 
INTERFERENZE ILLECITE ED INDEBITE NELLA VITA PRIVATA E NELLE COMUNICAZIONI PRIVATE;
 
PUBBLICAZIONE ILLECITA DI INTERCETTAZIONI TELEFONICHE SUGLI ORGANI DI STAMPA E DI INFORMAZIONE;
 
FURTO DELLE IDENTITÀ PERSONALI, con illegali rilievi foto-dattiloscopici;
 
FURTO DI BENI ED EFFETTI PERSONALI (beni ed effetti personali, nonché dati, materiali e supporti informatici, illegalmente sottratti);
 
APPROPRIAZIONE INDEBITA DEI SUDDETTI BENI ED EFFETTI PERSONALI illegalmente sottratti;
 
OMISSIONI DI DENUNCIA dei crimini commessi dagli stessi inquirenti italiani;
 
REITERATE OMISSIONI E RIFIUTI DI ATTI DI UFFICIO;
 
OMISSIONI D’ATTI D’UFFICIO per aver omesso di dare contezza di tutti gli atti, di tutte le operazioni tecniche eseguite e di tutta l’attività complessivamente posta in essere dagli inquirenti italiani su tutti i suddetti beni ed effetti personali illegalmente sottratti, e quindi su modalità e luogo di custodia, nomina custode, apposizione e/o rimozione dei sigilli (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
 
OMISSIONI D’ATTI D’UFFICIO per aver omesso di dare altresì contezza di tutte le operazioni tecniche eseguite sugli strumenti e supporti informatici illegalmente sottratti, quali ad esempio tutte le attività di spionaggio e di estrazione dei dati informatici presenti nei supporti informatici, nonché accensioni, consultazioni, visualizzazioni ed estrazioni di files e di altri dati dai personal computer (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
 
ABUSI D’UFFICIO;
 
ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE finalizzata a commettere i predetti crimini a sfondo razziale e politico contro i membri del Direttivo del MLNV e contro altri cittadini del Popolo Veneto;
 
REITERATA VIOLAZIONE DELL’ART.294 DEL CODICE PENALE ITALIANO per aver ripetutamente attentato ai diritti politici del cittadino per aver usato violenza, minaccia ed inganno, nel tentativo di impedire in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico.
 
VIOLALZIONE DELL'ART.10 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA.
 
WSM
Venetia, 27 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 

iscrizioni a ruolo giudiziario per le vicende "Polisia Veneta":

… più tutti gli operatori della polizia di stato straniera italiana che si sono contraddistinti per i gravi abusi commessi nell'esercizio delle loro funzioni.

Ma non dimentichiamo e non dimenticheremo… guardate bene in faccia questi che per noi sono veri e propri delinquenti stranieri italiani.
 
0 carmine damiano
iuliano flaviano
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LA RESA DEI CONTI
 

LA CASTA SI RIFA’ IL TRUCCO E ADESSO MIRA AD IMPADRONIRSI DEL MLNV

 

734557_414343795307983_568864042_nImprovvissamente l'attenzione dei "venetisti" (non dei Patrioti) si focalizza sul MLNV e Gabriele Perucca, già nel MLNV, poi con la Life, poi con l'autogoverno di Quaglia e Gardin, poi nei Comitati del 9 Dicembre (è sicuramente un Patriota che si da molto da fare), adesso torna con la proposta di costituire un "comitato di liberazione nazionale".
"…ci vuole CLN formato e condiviso da tutti i movimenti indipendentisti che porti avanti un minimo comun denominatore che si chiama DICHIARAZIONE UNILATERALE DI INDIPENDENZA.
Andate avanti anche con ciò che state già facendo con il MLNV, nessuno dice il contrario.
Ma qui dobbiamo portare in campo dei numeri concreti che non mi sembra ad oggi il MLNV abbia.
Insieme si costruisce la Repubblica Veneta.
È una occasione storica…"
e ancora
"… Sergio per l'indipendenza de facto ci vogliono i numeri.
E ad oggi, con tutta la stima che tu sai ho per te, i numeri il MLNV non è riuscito a portarli.
Il riconoscimento c'è se esiste una base numerica a supportarlo.
La condivisione di un percorso minimo creato da tutti è l'unico modo per portare dei numeri ed il consenso.
Se ciascuno di noi non fa un passo indietro rispetto a quello che ha portato avanti fino ad oggi, capendo che esiste solo l'obiettivo finale, non ne usciamo.
L'incontro è fissato per venerdì.
Se creiamo un CLN condiviso da tutti il riconoscimento da parte delle istituzioni internazionali sarà immediato…"

Io continuo a noi capire la posizione di Gabriele Perucca e il perché si dovrebbe costituire un nuovo Movimento di Liberazione Nazionale.
Si sa benissimo che  il MLNV come tutti i Movimenti di Liberazione Nazionale non si costituisce sulla base del consenso popolare ma sul diritto all'autodeterminazione del Popolo Veneto e che solo un movimento di liberazione nazionale può rivendicare.
Se vuole i numeri perché non confluire e sostenere il MLNV ??? 

avvoltoioPersonalmente non lascerò che il MLNV cada in mano rapaci che da vent'anni hanno solo lavorato per la propria immagine e in senso partiocratico e politico italiano.
A tutti i Veneti di buona volontà ribadisco che il MLNV è aperto a qualsiasi collaborazione ma solo a queste regole o si rischia di distrugge tutto.
E poi son stufo che ci venga servita la solita retorica e ci venga fatta la morale in nome della Patria … non c'è affatto bisogno di fare un passo indietro è necessario farne uno verso il MLNV che in tutti questi anni è ancora qui a differenza del proliferare delle sigle e di falsi movimenti indipendentisti.
Giù le mani dal MLNV.
WSM
Venetia, 24 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio


 

DAL PLEBISCITO AL PARTITO

 

"Niente di nuovo sul fronte occidentale", si chiude il sipario sul sondaggio virtuale indetto da plebiscito.eu, e si apre quello sul solito palcoscenico: la politica italiota.

Dopo i risultati eclatanti ma impossibili da verificare, in quanto prodotti internamente e mai sottoposti a verifica di terzi, su cui si può avanzare il beneficio del dubbio, ma difficilmente quello del buonsenso, ecco arrivare la notizia che sorprenderà i più, ma lascia assolutamente indifferente chi tratta la liberazione della Patria come una cosa seria.
1529992_639293416138058_733887819_oSi apprende infatti dalla stampa che sarà lanciato l'ennesimo partito italiano sedicente indipendentista (non perdiamo tempo a contarli, ma dovrebbero sfiorare la decina), ad opera degli organizzatori di plebiscito.eu, comunque volti già noti nell'ambiente partitico. Il partito si chiamerà Veneto Sì, e sinceramente finisce qui il nostro interesse per l'argomento, di qualsiasi natura esso sia, un partito italiano è assolutamente controproducente alla Causa, e sarebbe quindi l'ennesimo spreco di risorse e tempo argomentare su di esso.
Torniamo invece sul sondaggio, giusto per chiarire, al netto della veridicità dei suoi risultati (ripetiamo, impossibile da verificare al momento), perché esso è fine a se stesso da ogni prospettiva lo si guardi.
Dal punto di vista del Popolo Veneto, esso è inutile, in quanto indetto utilizzando le liste elettorali della regione veneto italiana, il che è profondamente scorretto per alcuni semplici motivi:
  1. La regione veneto NON RAPPRESENTA il Popolo Veneto con i propri residenti, né i suoi confini territoriali
  2. Se un Veneto si fosse visto togliere, o avesse rinunciato, come i membri del MLNV, alla cittadinanza italiana, e quindi non potesse, o non volesse (come è suo dovere) votare in ambito italiano, sarebbe stato escluso dalla consultazione
  3. Non è possibile esprimersi su un diritto fondamentale, l'art.15 dei Diritti Umani indica come diritto fondamentale quello alla Nazionalità, quindi i Veneti hanno diritto alla Nazionalità Veneta, che nel 1866 gli venne tolta, e questo non può essere precluso da una votazione, indipendentemente dal risultato della stessa.
​Dal punto di vista italiano, esso è un semplice sondaggio sull'opinione dei cittadini residenti nella regione veneto, ma se per assurdo lo si volesse far passare come referendum esso diventa illegale per i seguenti motivi
  1. L'italia non ammette la secessione di parti di territorio su cui essa si considera sovrana
  2. L'ordinamento italiano non ammette referendum legislativi, propositivi o deliberativi
  3. Le regioni italiane non hanno competenze internazionali
  4. Le regioni amministrative degli stati non possono appellarsi all'autodeterminazione
  5. Un referendum non può essere indetto da soggetti privati
​Non c'è molto altro da aggiungere, a parte lo scoramento per l'ennesima presa in giro, da parte di quelli che ormai possono essere definiti "i soliti noti", pronti a svendere la credibilità, l'onestà e la dignità dei Veneti per raggiungere poco onorevoli fini, come gli scranni dell'amministrazione occupante italiana e i ghiotti emolumenti annessi, pagati con i beni estorti al Popolo Veneto e a tutti gli altri Popoli della penisola da più di un secolo.
WSM

Venetia, 24 Marzo 2014

Davide Giaretta

Vice Presidente del Governo Veneto Provvisorio 

LA STAFFETTA DEL POPOLO VENETO

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La sesta edizione della staffetta "da San Marco a San Marco" ha toccato l'ultima tappa domenica 24 marzo con l'arrivo nella nostra storica capitale; l'accoglienza in Basilica affievolisce lo sforzo che ha accumunato un sempre maggiore numero di Veneti, accorsi da tutto il territorio.
Se fino ad ora si è trattato di una sfida per avvicinare il popolo Veneto alla propria realtà, in futuro questo splendido evento farà da sfondo al contesto del turismo itinerante diventando un peregrinaggio aperto tutto l'anno, con un suo preciso tracciato descritto da tappe importanti che da troppo tempo non godono del meritato prestigio religioso e storico.
Abbiamo incontrato sindaci, semplici cittadini e fieri veneti che ci hanno accolto con una calorosa stretta di mano; pochi si sono permessi di negare un saluto alla moltitudine di gonfaloni che fieri tagliavano il vento.
Dall'energia sprigionata in questi istanti si coglie la forza del risveglio di un popolo; il silenzio rotto solo dai profondi respiri avvicina più di profonde e consumate discussioni, senza simboli, slogan e tristi insistenze abbiamo vissuto l'arrivo della bella stagione col sorriso sulle labbra e la convinzione di essere in marcia verso la nostra millenaria meta.
Ci salutiamo con l'augurio di assaporare le prossime edizioni da uomini liberi nella nostra amata patria veneta.
WSM
Venetia 24 marzo 2014
Montanari Matteo
Provveditore Generale e Capo Dipartimento del Governo Veneto Provvisorio 

POLITICANTI ALLA GUIDA DELL’INDIPENDENTISMO VENETO? L’INGANNO E’ DIETRO L’ANGOLO?


C'è da crederci.
Come gli unici e autentici paladini dell'indipendenza del Veneto, dopo essersi rifatto il trucco, ecco i soliti "venetisti" o italoveneti che fino all'altro ieri si sono inutilmente candidati alle elezioni politico/amministrative italiane.
Al Popolo Veneto viene propinato il referendum di plebiscito.eu come fosse la soluzione e non per ciò che è in realtà … un sondaggio.
Se tale operazione mediatica, costosissima, pianificata ed elaborata con l'aiuto sicuramente delle istituzioni italiane (come hanno fatto ad usufruire dei dati anagrafici dei cittadini???) se, come si diceva, tale operazione fosse stata realmente proposta per il sondaggio che è, l'avremo forse sostenuta tutti.
Ma essere chiari e trasparenti è un rischio che in politica è meglio non correre ed è meglio forzare il consenso popolare spacciando l'operazione facendo credere ai votanti che il loro SI o il NO possa determinarne o meno il cambiamento proposto.
ASSETATO NEL DESERTO 2Ma questa consultazione ha lo stesso valore di un miraggio.
Pensate ad una persona stremata ed assetata nel deserto alla quale si chiede se vuole un bel bicchiere d'acqua fresca che gli si fa vedere in una foto … ovvio che direbbe di si, ma quell'immagine non lo disseterebbe.
Il fatto poi che questa consultazione sia limitata alla regione veneto, espressione di un ente territoriale italiano, la dice lunga sulle vere intenzioni dei promotori …  perché la regione veneto non ha nulla ha a che vedere con la Repubblica Veneta i cui territori sono molto più vasti.
E' evidente il compromesso che si tenta di nascondere con questa operazione, potere in cambio di una sovranità del Popolo Veneto limitata ad una parte dei propri territori.
Il ripristino di sovranità del Popolo Veneto su tutte le proprie terre sarebbe l'inevitabile fallimento del sistema italia e porterebbe sicuramente al ripristino di sovranità di altri territori di Nazioni ancora oggi occupate dallo stato straniero italiano, pensiamo ai territorio di Trieste, ai territori del Trentino e dell' Alto Adige, alla Repubblica Ligure, alla Nazione Siciliana e a quella della Sardegna, alla Napolitania … e così via.
La dice lunga inoltre l'improprio accostamento mediatico che ancora una volta viene fatto tra il MLNV e la Polisia Veneta e "stranamente" tutto questo succede sempre in prossimità di tornate elettorali.
Ancora una volta i politicanti e caregari di turno cavalcano la falsa operazione politico/giudiziaria italiana scatenata contro il MLNV per autocelebrarsi e pronti a  "sacrificare" dei patrioti il cui percorso giuridico intrapreso da molto fastidio e deve essere da loro e solo da loro portato a termine … l'ambizione del potere è più forte dei doveri nei confronti della Serenissima Patria.
Non a caso questi falsi profeti parlano di costituzione di un governo provvisorio che, diversamente da come è stato costituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell'art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, non può essere costituito sulla base del consenso popolare perchè il diritto all'autodeterminazone non prevede quel tipo di percorso.
Strano a dirsi, ma ancora una volta l'italia sembra proprio perpetuare un falso plebiscito già estorto nel 1866 e che nonostante l'ovvio consenso popolare per lo stato straniero occupante non avrebbe alcun valore giuridico.
Non ci si libera da una tirannia per sottomettersi ad un'altra.
WSM
Venetia, 19 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
La regione veneto non è occupata, è un ente amministrativo italiano. 
Ancora non l'avete capito vero?
Che tutto serve per legittimare la regione, e quindi far passare l'idea che i Veneti non sono un Popolo, ma i residenti della regione veneto… non vi entra in testa, è un trucco palese che nessuno vede e che sarebbe una vittoria schiacciante per l'italia, perché riconoscere un suo ente amministrativo, nonché conferirgli una rappresentatività, farebbe finire tutto sotto giurisdizione italiana, e come ben sapete, la legge italiana non ammette, e questa volta la ragione sarebbe dalla sua parte, la secessione (quindi non la liberazione, applicabile solo al Popolo Veneto) di una sua porzione. 
Esattamente come non lo farà la Spagna con la Catalogna, finché non cambieranno registro anche loro.
"I Veneti, a volte indicati anche come Venetici, antichi Veneti o Paleoveneti per distinguerli dagli odierni abitanti del Veneto, erano una popolazione indoeuropea che si stanziò nell'Italia nord-orientale dopo la metà del II millennio a.C. e sviluppò una propria originale civiltà nel corso del millennio successivo."
Lo spiega anche Wikipedia, ma per molti è un concetto inarrivabile…
Davide Giaretta, Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Ecco l'articolo tratto da (CLICCA QUI):

Venezia lascia l’Italia la bolla (e balla) che sta contagiando i media stranieri

Bbc senza filtri, l'analisi del Daily Express, il Sunday morning ma nemmeno una riga sui giornali italiani
«Il Veneto vota per dividersi da Roma» ci informa la Bbc, la più autorevole tra le televisioni europee. 
Il Daily Express, un secolo e spicci di storia del giornalismo britannico, nel titolo ci mette anche un tentativo di analisi politica: «Come il voto di Venezia può cambiare faccia all'Italia», sottotitolo guarda te «cosa succede al gioiello che per un millennio ha brillato nell'Adriatico come centro globale del commercio e incrocio di culture». 
Il Sunday morning, in stile anglosassone tradizionale, resta sulla notizia: «Venice wants to leave Italy», Venezia vuole lasciare l'Italia. 
Punto. 
E i grandi giornali italiani? 
A lunedì nemmeno una riga, scelta sottolineata dai venetisti come evidente tentativo di boicottaggio. 
Colpa (anche) nostra, colpa di vent'anni di comunicati arrivati nelle redazioni e firmati da fantomatici ministri degli esteri, presidenti del consiglio, diplomatici di ogni ordine e grado che ci hanno relazionato su decreti e manovre di un Veneto indipendente che è sempre esistito. 
Non in area parlamentare, ma nelle teste di movimenti locali che hanno preso zero virgola alle elezioni, separandosi e scontrandosi tra loro, fino ad arrivare alla polverizzazione e in qualche caso alla scissione dell'atomo.
Insomma, un po' facevano sorridere e un po' preoccupare quando un Jack Frusciante qualsiasi usciva improvvisamente dal gruppo e combinava guai: tipo fondare una «polisia veneta» con le armi, attualmente fascicolo d'inchiesta con otto rinvii a giudizio; tipo sparare a un direttore di banca per poi dichiararsi prigioniero politico. 
Eventi che ci riportano ancor più indietro nel tempo, se non ai primi attentati ai tralicci degli indipendentisti, almeno all’assalto al campanile di San Marco dei Serenissimi. 
Ma non sono questi i veri venetisti di oggi, sono piuttosto un agglomerato di movimenti pacifici. 
Gli atomi si stano ricomponendo. 
Attorno a questo referendum che di istituzionale non ha nulla si stanno addensando anche cellule e persino pezzi di tessuto. 
Perché al di là del misunderstanding anglosassone – la balla-bolla mediatica pare si debba alla coincidenza del referendum in Crimea e a una serie di interviste che Lega e venetisti hanno concesso alla tivù russa quasi che il referendum digitale fosse davvero determinante – è anche vero che a forza di parlarne qualcosa potrebbe cambiare. Quelli che per vent'anni sono stati considerati deliri sono già argomento di dibattito politico in Consiglio regionale. 
Con la Lega, il partito guida in Regione, che, mentre da un lato offre una copertura culturale ai movimenti e chiede il referendum, dall'altro si distingue asserendo di volerci arrivare nel rispetto delle leggi. 
Le parole sono pietre scriveva Carlo Levi più di mezzo secolo fa, lasciano il segno.
Per ora hanno fatto un cumulo che si vede a distanza. 
E a quanto pare qualcuno lo scambia già per montagna.
18 marzo 2014
Alessandro Baschieri

Altro articolo tratto da (CLICCA QUI) … e non mancano i pregiudizi sulla volontà del Popolo Veneto da parte degli italiani.
 
«Indipendenza, 700 mila voti»
Scontro sul referendum digitale
Pd, Forza Italia e Radicali: «Non è una cosa seria».
Finanziatori ignoti, a controllare misteriosi «osservatori internazionali»
 
VENEZIA
Il Veneto come la Catalogna, come la Scozia, come le Fiandre. 
Come la Crimea. 
Uno Stato indipendente e sovrano. 
Serenissima Repubblica nel Terzo Millenio. 
Una suggestione che mette radici nel protoleghismo degli anni Ottanta e, complici le dispute recenti tra Russia e Ucraina sulle rive del Mar Nero, arriva a far capolino sulle pagine del Los Angeles Time e del Guardian, del Daily Mail e del Sunday Express, perfino sugli schermi della Bbc. 
Non è un caso che i membri di Plebiscito.eu facciano sfoggio della benedizione di Franco Rocchetta, il padre della Liga «madre di tutte le leghe»: il cordone ombelicale da lì parte, per arrivare sino all’oggi. 
Sono loro ad aver allestito il primo referendum indipendentista della storia del Veneto, quello che si sta celebrando in queste ore (è iniziato domenica, terminerà venerdì sera) tra tastiere, cornette e seggi improvvisati. 
Dicono di aver superato i 700 mila voti. 
Un’enormità, se è vero.
E d’altronde la congiunzione astrale è irripetibile per gli irriducibili del leone di San Marco: il dibattito sul diritto all’autodeterminazione (animato nientemeno che dallo «zar» Vladimir Putin), l’imminenza del voto catalano (sarà il 25 novembre), i rinnovati aneliti secessionisti della Lega Nord in affanno elettorale, le spinte autonomiste cavalcate da Beppe Grillo (ricordate la mappetta sul blog con i granducati?). 
E’ arrivato perfino l’appoggio (pro referendum, non pro indipendenza) di 185 Comuni… Il refrain sui «21 miliardi lasciati ogni anno dal Veneto a Roma», ai tempi della crisi nera, rischia di rivelarsi una tentazione irresistibile di fronte alla scheda virtuale costruita da Plebiscito. eu: «Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica federale indipendente e sovrana?». 
Vinceranno i sì oppure i no? 
E’ facile immaginarlo mentre è difficile crederci. 
Certo è che Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu dopo essere passato per una moltitudine di movimenti venetisti (la litigiosità di questo pezzo di mondo è proverbiale e ne ha limitato ogni ambizione elettorale), ieri sembrava ad un passo dal colpaccio: «Stiamo andando benissimo. 
La volontà del popolo veneto è inequivocabile, non potrà essere snobbata o sottovalutata».
Dal governatore Luca Zaia, innanzitutto: il principale rappresentante istituzionale del Veneto sta flirtando da settimane con gli indipendentisti (si dice stia allestendo una lista a tema in vista della sua ricandidatura nel 2015), forse convinto anche dalle spinte del segretario federale del Carroccio Matteo Salvini che sull’argomento sta costruendo tutta la campagna elettorale delle Europee (forse non è un caso che proprio nelle ex roccaforti padane di Vicenza e Treviso il referendum stia andando per la maggiore). «Appoggio qualunque iniziativa in tal senso – ha detto – ma non firmo nulla perché per me conta solo ciò di cui si discute in consiglio regionale. 
Non illudo i veneti, parlo per atti formali». 
Con ciò lasciando intendere di non aver votato online, mentre molti leghisti ieri facevano a gara ad esibire su Facebook l’immagine della schermata che conferma l’avvenuta partecipazione. 
Ma a che punto sta «l’atto formale» di cui parla Zaia? 
In realtà si tratta di due proposte di legge insabbiate da tempo in commissione Affari istituzionali. 
La prima è l’ormai celeberrima legge presentata da Stefano Valdegamberi di Futuro Popolare, che se approvata dà automaticamente avvio all’iter di convocazione del referendum secessionista. 
La seconda, dall’afflato meno rivoluzionario, è quella firmata da Costantino Toniolo, presidente della commissione in quota Ncd, che punta a chiedere ai veneti se vogliano o meno «più autonomia» da Roma. «Appena finita la sessione del bilancio – fa sapere Toniolo – si passerà alla discussione di queste proposte. 
Potremmo anche scegliere di celebrare un unico referendum con due distinti quesiti sulla scheda: indipendenza o autonomia? ».
Gli indipendentisti non ci credono più di tanto (i precedenti rimasti nei cassetti di Palazzo Ferro Fini si sprecano) per cui si sono organizzati per conto loro, facendo leva sulle risorse della Rete con un escamotage suggerito dagli stessi costituzionalisti interpellati dal consiglio, che hanno già messo in guardia sul rischio scioglimento per attentanto alla Costituzione nel caso di un voto formale in aula. 
Busato sa come fare: è titolare di un’impresa, Digitnut, che produce app per iPhone e iPad (anche il co-fondatore, Alessandro Giacomella, fa parte di Plebiscito.eu). 
Ha messo in piedi la centrale operativa a Treviso, quella logistica a Padova ed il call center a Vedelago. 
Quindi, grazie ad una capillare rete di 5 mila volontari, ha distribuito nella case di 3 milioni di veneti i codici necessari a votare online, via telefono o ai seggi allestiti grazie all’appoggio del Movimento 9 dicembre (i «forconi»). 
C’è un notaio? «No, ci sono degli osservatori internazionali ». 
E chi sono? «Li sveleremo insieme ai risultati, venerdì sera».
Chi paga l’iniziativa, a cominciare dai 3 milioni di lettere? «Sono 80 imprenditori. Alcuni noti (quelli che aderiscono all’associazione Veneto Business, spin off di Plebiscito.eu, ndr.) altri, i più generosi, preferiscono restare anonimi.
Temono "effetti collaterali" ». 
La bontà del referendum, assicura Busato, sta nei codici e nei documenti d’identità richiesti, oltre che nelle batch notturne di verifica dati con il database delle anagrafiche elettorali. «Abbiamo già individuato 30 furbi » dice. 
Tant’è, i dubbi restano molti, da destra a sinistra. «Abbiamo capito in tempi non sospetti che le primarie online non funzionano – dice il segretario del Pd, Roger De Menech – i controlli sono complicati e viene meno lo "sforzo fisico" che è la prova principale della volontà politica. 
Mi pare una rappresentazione lontana dai fatti concreti chiesti dai nostri imprenditori e non vorrei che si volesse sostituire al centralismo romano un neo centralismo veneziano».
Franco Fois dei Radicali, massimi esperti in materia, stigmatizza «la moda di organizzare un referendum un giorno sì ed un altro anche» e avverte: «L’iniziativa degli indipendentisti può essere indicativa di una tendenza ma non ha alcun valore g i u r i d i c o . Ha l a s t e s s a attendibilità di un sondaggio online». 
E mentre persino Flavio Tosi, segretario nathional della Lega, ammette trattarsi di «una provocazione nei confronti dello Stato centrale, un modo per smuovere il pantano a Roma ben sapendo che la Costituzione è chiara sull’indivisibilità della Repubblica », Elena Donazzan assessore regionale al Lavoro di Forza Italia, va giù piatta: «Vicende come questa sono un’affermazione di incapacità della politica, che invece di risolvere i problemi lancia proposte senza seguito. 
Piuttosto mi interrogherei sul perché Trento e Bolzano, che sono quattro gatti rispetto a noi, riescono ad avere un peso politico a Roma inarrivabile per il Veneto. 
Mentre noi stiamo qui a discutere di improbabili referendum, loro si fanno approvare in Finanziaria margini di autonomia sempre maggiori… ».
18 marzo 2014

SERATA DI PRESENTAZIONE TEA PARTY VENETO


In data 12/03/2014 ho partecipato, in compagnia del Provveditore Generale Montanari, ad una serata organizzata dal Tea Party Veneto in collaborazione con il Movimento 9 Dicembre e l'associazione partitica Veneti Indipendenti, nata dai partiti italiani Veneto Stato, Liga Veneta Repubblica e Futuro Popolare.
La serata è stata incentrata su due temi fondamentali, la "disobbedienza" fiscale e l'indipendenza del "Veneto" (poi vedremo il perché dei virgolettati).
La sensazione che scaturisce dall'incontro, per un "addetto ai lavori", è quella di grande confusione, o meglio di poca chiarezza e trasparenza.

Innanzitutto si continua a voler tenere il piede in due scarpe, mi spiace dirlo, da buoni italiani, abituati da sempre ad avere una bandiera di scorta nel caso la guerra girasse male, l'unica bandiera in grado di ottenere la loro fedeltà assoluta è quella della loro squadra (ovviamente italiana) di calcio, e a volte nemmeno quella.
Quindi ecco un susseguirsi di "legalmente", "legalità", "secondo le norme", che ovviamente sono quelle dell'occupante italiano, non certo quelle internazionali o quelle del buonsenso e della convivenza civile, che rispetto al codice del paese con "la costituzione più liberticida del mondo" sono diametralmente opposte.
Ad ogni modo, almeno per gli italiani, il discorso è valido, se essi vogliono arrabattarsi con ravvedimenti operosi vari e altre amenità della burocrazia italiota, sicuramente una non collaborazione, o almeno una parvenza di ostacolo ai funzionari italiani, sono sempre ben accette.
Interessante anche l'intervento di Don Marino Ruggero, parroco del padovano, che nella sua semplicità e onestà, ha dato un messaggio molto più forte, se per pagare le tasse non puoi mangiare, non pagare le tasse; se non hai di che vestire i tuoi figli, non pagare le tasse.
Altro che "ravvedimento operoso".
Naturalmente siamo ancora nella fase "italiana" della serata, quindi c'è la speranza di un escalation quando si toccherà il tasto indipendenza.
Per tacciare ogni speranza passiamo quindi alla parte "indipendentista" della serata, se così si può dire, di cui si fa unico portavoce tale avvocato Luca Azzano Cantarutti, fuoriuscito dal partito Indipendenza Venta, ora volto di una nuova compagine che raccoglie altri partiti italiani sotto il nome di Veneti Indipendenti.
Firmatario di una qualche legge della regione amministrativa italiana veneto, si produce in una scenetta che personalmente ho trovato aberrante, un'accozzaglia di qualunquismi da osteria, da indipendentismo leghista per capirci.

Immancabile il riferimento assoluto e unico alla regione veneto come un'entità in qualche modo rappresentativa del Popolo Veneto (questo sempre accuratamente evitato, in quanto è dominante l'idea di "residenti della regione" per ovvi motivi elettorali).
Cosa che non è, non è mai stata e non sarà mai.

La regione veneto non ha nulla a che fare col Popolo Veneto, se non il suo posizionamento entro parte degli antichi confini della nostra Repubblica, e un nome fuorviante.
Non ci facciamo mancare i soliti accostamenti totalmente errati con Catalogna e Scozia, vicine nella lotta ma a distanze abissali sul piano tecnico-giuridico. 
Ciliegina sulla torta il saluto dello stesso avvocato con un motto che suonava come "forza veneto libero" o qualcosa del genere, si vede che il nostro "Viva San Marco" non ha moltra presa sugli elettori italiani…
Qualche nota positiva dagli interventi del già citato Don Marino, da Gabriele Perucca, che fortunatamente rimarca l'importanza della nostra veneticità prima di tutto e dell'imprenditore Andrea Polese, esempio vivente del VERO sciopero fiscale, quello che se ne infischia di leggi e regolamenti.
Emblematico lo scambio di battute avuto con una giornalista del programma Agorà (intervento che ovviamente non è stato mandato in onda), che resta decisamente interdetta, nel momento in cui le si fa notare che per un Veneto non esiste un "residuo fiscale" né una regione veneto, che Bergamo e Brescia le considera parte della sua Patria, per un Veneto esistono i Veneti, che prima di tutto sono un Popolo, e non dei residenti geografici, ed esiste una Patria, che non si deve "staccare", che non è un "nuovo stato europeo", ma una Nazione antichissima, che deve essere liberata da un giogo pesantissimo, quello italiano.
Un messaggio che evidentemente fa paura a molti e non solo oltre i nostri confini.
WSM
Venetia, 16 Marzo 2014
Davide Giaretta
Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

CENA CAO DE ANO 2014


Il giorno 1° Marzo 2014, l'MLNV, ha partecipato alla cena organizzata dal 16° Reggimento Treviso 1797 Serenissima  Repubblica di San Marco, presso l'Osteria Al Cacciatore di Cornuda (TV), i presenti erano circa 170, tra gli invitati c'erano esponenti di partiti politici italiani quali Alessio Morosin di Indipendenza Veneta, Roberto Marcato della Lega Nord, rappresentanti della Liga Veneta Repubblica, nonchè Franco Rocchetta di Plebiscito 2013, Lucio Chiavegato del Movimento 9 Dicembre, Annamaria Deoni dell'Associazione Culturale Raixe Venete, inoltre il rappresentante istituzionale in ambito locale il vicesindaco di Cornuda, ed uno scrittore famoso profondo conoscitore della Cultura Veneta e del suo Popolo come Gianfranco Cavallin.

L'evento è stato gradito per la sua importanza storica data appunto la ricorrenza del Capodanno Veneto che secondo le antiche tradizioni viene festeggiato il 1° Marzo.

Questo perché nella Repubblica Serenissima, il 28 o 29 Febbraio era l'ultimo giorno dell'anno e corrispondeva all'incirca alla fine dell'Inverno e all'inizio della Primavera, e questo lo si può dedurre anche alla denominazione dei mesi settembre, ottobre, novembre, decembre, ossia 7, 8, 9, 10…e così via.
Purtroppo le condizioni atmosferiche avverse, non han permesso l'accensione del Falò del Buon Augurio….
Verso le 20:40 il Reggimento ha fatto ingresso in sala al cospetto di tutti i presenti, con una serie dimostrazioni militari veneziane e di ordini impartiti dal Comandante Mattias Von Der Schulenburg, interpretato dal Sig. Luciano Dorella; a lui il merito e l'onore da parte nostra, di aver creato questa Associazione Storica che fa tornare in auge gli antichi Reggimenti della Serenissima Repubblica di Venezia.
Da subito si è capito che l'atmosfera era particolarmente intensa e piena di emozione, poichè tra vari intermezzi storici legati al passato ancora presente nei nostri cuori, il grido "Par Tera Par Mar San Marco", risuona ancora nelle nostre menti con grande fragore.
La voce tuonante del Comandante, e gli ordini impartiti al suo reggimento, hanno fatto da cornice alle pietanze tipiche venete servite dalle cameriere dell'Osteria. L'atmosfera si è fatta ancora più intensa nel momento in cui è stato suonato l'Inno della Serenissima, che al tempo è stato composto dal nostro amatissimo e nostro conterraneo Antonio Vivaldi, uno degli orgogli del Popolo Veneto nel campo musicale come tanti altri hanno contraddistinto la Cultura quanto mai esemplare e maestosa che ha sempre accompagnato la storia della nostra Repubblica.
La serata è continuata tra una pietanza e l'altra con intermezzi storici, cori a San Marco da parte di tutta la sala con tutti i presenti, lacrime e gioia nel riassaporare questi momenti particolari.
Per finire poi è stato rievocato il ricordo dell'ultimo ammaina bandiera per il Gonfalone di San Marco, a Perasto nei territori dalmati del Montenegro odierno, lungo la costa Adriatica ultimo baluardo dei territori della Serenissima Repubblica per effetto dell'invasione Napoleonica, poi ceduto all'Impero Austroungarico.
Tra emozione e lacrime di alcuni dei partecipanti, il cuore batteva forte per quei momenti intonati e narrati dall'attrice che impersonava Giustina Renier Michiel, famosa storica veneta che visse a cavallo di quel periodo buio e quindi testimone per tutto il Popolo Veneto delle sofferenze decretate sopratutto dalla cattiveria dell'Esercito Napoleonico nel razziare senza pudore e senza la benchè minima sazietà, territori, viveri, ricchezze lasciando nella miseria più assoluta tutto ciò che lasciava alle sue spalle comprese terre e popolazione.
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Ma tornando alla cena, prima che il dessert fosse servito, il Signor Dorella, comandande del 16° Reggimento Treviso, ha voluto che ogni portavoce dei partiti politici presenti, movimenti e associazioni, andasse di fronte al pubblico della sala ed esponesse in pochi minuti il suo pensiero e le sue opinioni per far sì che l'unione di tutti i gruppi fosse fruttuosa e portasse a qualche risultato concreto….ovviamente il percorso del MLNV non può essere in sintonia con tali gruppi poichè si tratta di associazioni iscritte in ambito italiano.
 
 
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Ma ciò che più interessa al MLNV comunque è la consapevolezza ed il risveglio di coscienza, nonchè l'emozione che ancora una volta certi momenti donano. Non possiamo che soffermarci sulla particolarità di questo momento storico, un sentimento che ancora oggi perdura e che mai e poi mai potrà scomparire, perché la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura devono essere sempre in prima linea poichè un Popolo che non conosce il proprio passato non potrà mai avere un futuro.
WSM
Venetia, 12.03.2014
Rocco DE FLORIO, Procurator General del MLNV e Capo Dipartimento del Governo Veneto Provvisorio
 

E QUANDO CI SAREMO LIBERATI DALL’ITALIA ???


elemosinaSu facebook adesso c'è che teme che il Popolo Veneto possa arrivare veramente all'indipendenza.
Ripendiamo di sana pianta il post di un Veneto preoccupato:
go' na domandina da fare… metemo che doman i ne da' l'indipendenza… bon…. come la metemo con la moneta?
come la metemo con le marchette versa' fin deso e la pension?
perso tuto?
deme na risposta seria,la lese in tanti questa e el 16 le' visin….
ed ecco la risposta più che esaustiva del Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio Davide Giaretta:
…" Attenzione, se anche il Popolo Veneto si liberasse, questo non consente all'italia di sgravarsi dai suoi debiti, o restituisce in blocco le trattenute, o paga le pensioni, come le paga a tutti gli altri stranieri.
Innanzitutto, non è che tutti i residenti dei territori veneti diventano Venetici di colpo, ci sarà anche chi vorrà restare "italiano", poi ci sono i siciliani e i sardi e i napolitani che manterranno le loro nazionalità, come tutti gli altri residenti non Venetici.
C'è chi sta lavorando proprio a queste cose, come ad esempio gestire un nuovo PRA, avere una tassazione che non preveda praticamente ALCUN TIPO DI DICHIARAZIONE (altro che la balla dei 20mld, cosa facciamo? paghiamo le stesse tasse di adesso, solo che a dei "veneti" autoproclamati?), strutturare le forze dell'ordine, riformulare il codice della strada, gestire la fornitura energetica.
Nel silenzio assoluto, sia dei media italiani che dei sedicenti indipendentisti, c'è chi sta lavorando a queste cose, mentre c'è chi urla slogan e cerca di sfruttare meccanismi consolidati per scopi totalmente diversi da quelli esposti (a cosa servono dei candidati in un referendum? non vi sembra strana la quantità smodata di dati richiesti per votare?).
La lega insegna, che non è tutto oro quello che luccica… e smettetela di confondere i Venetici con i "veneti" italiani residenti nella "regione veneto" ente amministrativo italiano datato 1972!
Se qualcuno ha tanta visibilità, sappiate che c'è un motivo, guardate chi viene messo a tacere con denunce e persecuzioni giudiziarie…"
 
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USCIAMO DA QUESTA EUROPA E RIPRISTINIAMO LA REPUBBLICA VENETA … O CI TRASCINERANNO ALLA GUERRA!


Sbrighiamoci ad uscire da questa europa fatta di burocrati, corrotti, delinquenti e affaristi, con le mani sporche di sangue e che, complici dell'amministrazione americana, sono pronti a trascinsarci tutti in una guerra per giustificare e mantenere la loro supremazia, i loro privilegi, la loro casta immonda.
Sembra sia proprio questo il messaggio che l'articolo che segue ci vuole proporre ed è sempre più difficile discostarsi dall'analisi fatta alla luce degli eventi che ci stanno coinvolngendo.
Cosa aspettiamo ad aprire gli occhi???
Cerchiamo di dare una sterzata alla traiettoria di questa ecatombe e che ci vogliono imporre a tutti i costi.
Svegliamoci dal torpore … basta stare a guardare … non pensiamo che succeda solo agli altri, Grecia, Ucraina, Libia, Egitto e tanti altri luoghi nel mondo.
Riprendiamo in mano le redini del nostro futuro, della nostra società, ripristiniamo la Repubblica Veneta su tutti i propri territori e usciamo da questa europa corotta che ci sta portano alla rovina … e come sembra, anche alla guerra.
WSM
Venetia 9 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

«C’è l’intento del Pentagono di colpire la Russia prima del collasso planetario del dollaro».
In questa chiave Carlo Tia inquadra i drammatici sviluppi che oppongono Mosca e Washington in Ucraina.
«Gli scambi tra la Cina e la Russia sono ormai in yuan, fra la Cina e l’Iran in oro», scrive Tia su “Megachip”.
«La stessa Cina si sta liberando di circa 50 miliardi di dollari al mese – trasformati in obbligazioni “ricomprate” forzosamente dal Belgio, non si sa esattamente da chi – per sostenere il dollaro (più esattamente, i petrodollari).
Lo stesso George Soros sta pesantemente speculando al ribasso a Wall Street.
Sono tutti segni di una prossima depressione mondiale, da cui forse gli Stati Uniti potrebbero uscire solo con una prolungata guerra in Europa».

VITTIME DEI CECCHINI

A conferma del “pilotaggio” della crisi esplosa a Kiev, lo scoop del “Giornale”: in una telefonata alla “ambasciatrice” dell’Ue, Catherine Ashton, il ministro degli esteri dell’Estonia, Urmas Paet, dice che i cecchini che hanno sparato sulla folla di piazza Maidan non erano uomini di Yanukovich ma probabilmente «della coalizione appoggiata dall’Occidente».
Resta la domanda: perché gli europei non si sono resi conto della trappola mortale tesa a loro dagli Usa?
E’ ormai chiaro, sostiene Tia, che secondo i piani dei registi delle Ong operanti in Ucraina (gente del calibro di George Soros e Zbign
iew Brzezinski) è contemplata una guerra civile fra i russofoni dell’est e gli ucraini dell’ovest.
«Pochissimi media occidentali – continua Tia – hanno trasmesso la registrazione trapelata del colloquio di Victoria Nuland, incaricata Usa della cura dei rapporti diplomatici con Europa ed Eurasia, con l’ambasciatore statunitense in Ucraina».
La Nuland disponeva e comandava la composizione del nuovo governo di Kiev dopo aver cacciato Yanukovich, presidente pessimo ma regolarmente eletto.
La “strategia della tensione” innescata a Kiev darebbe agli Usa e alla Nato «il pretesto di intervenire per “pacificare” l’Ucraina, stabilirsi minacciosamente nel Mar Nero e proiettarsi sempre di più nel Caucaso e verso il Mar Caspio, ricchissimo di risorse petrolifere e di gas».
Grazie alle nuove tecnologie di “fracking”, aggiunge Tia, la stessa Ucraina è diventata nel giro di pochi anni un campo d’interesse primario per esplorazioni e sfruttamento di nuove aree.
Lo sviluppo di simili giacimenti (specie da parte di compagnie nordamericane) insidia direttamente la posizione dominante russa di Gazprom.
Molto evidente anche la volontà di colpire la Cina, che in questa crisi è schierata con Putin: «I cinesi – rivela l’analista di Megachip – hanno di recente acquistato diritti di sfruttamento agricolo su circa 6 milioni di ettari di terre ucraine coltivabili.
Cosa che ha fatto venire il sangue alla testa alla Monsanto e affini.
Dico “aveva”, perché il governo fantoccio messo su dagli americani ha revocato subito i diritti concessi l’anno scorso ai cinesi».
Per Carlo Tia, il rischio concreto è drammatico: «I meccanismi della guerra sono innescati.
 La-fregata-Uss-Taylor-entrata-nel-Mar-NeroSe dovesse fare finoLa fregata Uss Taylor, entrata nel Mar Nero in fondo la sua corsa il gioco automatico delle alleanze, fra non molti giorni ci troveremo in guerra».
Nel piano bellico, secondo Tia, si collocano anche le dotazioni del Muos in Sicilia, l’installazione di scudi antimissile in Polonia, l’apertura di basi americane in Romania e Bulgaria, senza contare la Turchia, membro della Nato, che controlla gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli.
Il governo di Ankara ha appena concesso a una grande nave da guerra Usa di entrare nel Mar Nero, in violazione della Convenzione di Montreaux, mentre ad Atene c’è una presenza navale ancora più pesante, la portaerei “George Bush”.
Secondo la Russia, la convenzione che vieta l’ingresso nel Mar Nero di navi da guerra non appartenenti a paesi affacciati su quel mare, è già avvenuta in questi giorni con la comparsa della fregata statunitense “Taylor” e della “Mount Whitney”, nave-comando della Sesta Flotta».
Da questa crisi, è evidente, l’Europa ha tutto da perdere.
Perché allora asseconda l’offensiva statunitense alla frontiera russa?
«La Germania – scrive Tia – ha abboccato all’amo di una espansione verso un mercato ucraino di 46 milioni e mezzo di abitanti, previa distruzione del modello di economia sociale di mercato dell’Ucraina, e della sua industria, soprattutto all’est del Paese».
E la Francia di François Hollande «è stata pesantemente minacciata a partire dal dossier iraniano nel corso del recente viaggio del presidente francese a Washington».
Bocciata, di fatto, la missione a Teheran condotta da 140 grandi industriali francesi, «che avevano creduto al clima (fasullo) di buoni nuovi rapporti con l’Iran».
Motivo: «Obama ha detto senza peli sulla lingua che tutte le relazioni della Francia (e dell’Europa) devono rispettare Abitanti della Crimea fraternizzano col contingente russo non solo le sanzioni che non sono ancora state tolte, ma anche quelle, soprattutto commerciali e finanziarie, che gli Usa dettano unilateralmente».
Un gioco pericoloso, che potrebbe chiamarsi Terza Guerra Mondiale, se gli Usa faranno precipitare la situazione con l’adesione dell’Ucraina all’Ue, spingendo i missili della Nato fino ai confini con la Russia.
«La Cina, da parte sua, ben sapendo di essere il prossimo obiettivo, ha dichiarato di sostenere la Russia, ed è comunque sotto attacco, sia finanziariamente sia economicamente: il piano americano attuale consiste nel far deragliare l’economia cinese e poi destabilizzarla nelle regioni occidentali, che saranno, per la Cina, l’equivalente dell’Ucraina per la Russia».
Di fatto, aggiunge Tia, il mondo si sta avviando ad una bipolarizzazione molto pericolosa: Cina e Russia da un lato, Stati Uniti e Europa al suo guinzaglio dall’altro lato.
«È questa una tappa del disegno di dominio planetario degli Usa: ricreare un clima di tensione continua, di fronte alla quale gli europei non potranno che compattarsi attorno allo Zio Sam, per non buttarsi nelle braccia dell’altro blocco».
Fonte libreidee.org

Tratto da (CLICCA QUI)

UN ULTIMO MONITO E AVVERTIMENTO.


Una persecuzione giudiziaria nei nostri confronti è come entrare nel territorio di caccia del leone, e non viceversa come baldanzosamente credete di fare.

45447_10200691112550899_1320370019_nPer tutti…

il MLNV non si è mai dotato di armi.
Il MLNV non ha mai visto armi alle proprie riunioni,
Il MLNV non ha mai pensato di fornirsi di armi.
Il MLNV, inoltre, non partecipa a nessuna manifestazione politica.
Tutto questo lo sanno anche i criminali inquirenti stranieri italiani.
La polizia di stato straniera italiana e la procura straniera italiana a Treviso, hanno mentito fin dall’inizio e persistono con l’abusare del loro ufficio.
Queste istituzioni d’occupazione straniere italiane, lasciate sole anche dalle collaterali di altre provincie, agiscono come sciacalli e pur sapendo di aver mentito e di aver procurato così tanto male a persone incolpevoli e irreprensibili, seguitano con il loro intento perverso.
Mi chiedo cosa aspettino quei poliziotti onesti che conoscono la verità e anche personalmente gli accusati, a smarcarsi e denunciare pubblicamente questi abusi.
Arriva un momento per tutti in cui si deve trovare il coraggio di opporsi alla menzogna perché la calunnia è un reato contro la giustizia anche in italia e per essa si dovrebbe procedere d’ufficio … ma tant’è nessuno fa nulla.
Mi chiedo perché questi ex colleghi continuino ad accettare di obbedire a delinquenti invece di arrestarli.
Mi chiedo perché questi ex colleghi continuino ad accettare che altri poliziotti facciano spudoratamente carriera abusando del proprio ufficio.
Mi chiedo anche che fine hanno fatto i sindacati di polizia che tanto rivendicano la tutela dei diritti di questi lavoratori ma dimostrano di essere incapaci di pronunciarsi e di opporsi a questa lampante corruzione con l’abuso e l’uso improprio e illegale del loro servizio.
È aberrante ma ci confrontiamo con atti che sono posti in essere con una grave mancanza del senso dell’onore e del senso morale che non possono sfuggire all’intelligenza e ai principi etici e morali che orientano o che dovrebbero ispirare il servizio di polizia.
Cerco ma mi sfugge qualsiasi ripiego o pretestuosa insubordinazione al dovere di fedeltà, quando si fa finta di non vedere e si tace.
Spero sia ben chiaro quali siano anche i limiti degli ordini che possono essere impartiti ai poliziotti e che fra essi vi sia la non eccedenza i compiti d’istituto, che siano legittimi (cioè conformi alla legge) e non costituiscano reato.
Il regolamento di polizia inoltre è molto chiaro e opporsi ad un ordine illegittimo è un onere ma anche un dovere.
È un dovere per qualunque poliziotto non obbedire a ordini illegittimi e partecipare ad atti e azioni poste in essere in evidente e palese contrasto con le norme di legge e questo non può sfuggire anche alla minima competenza professionale richiesta ad un poliziotto.
Un ordine illegale e illegittimo non può mai obbligare il destinatario di tale ordine e in caso contrario chi lo esegue non è esente da responsabilità perché si diventa complici di reati gravissimi e anche il silenzio è complicità.
Un monito e un sollecito viene rivolto anche alle nuove autorità d’occupazione straniere italiane interessate, questore, procuratore capo e presidente del tribunale a Treviso.
Il MLNV conosce perfettamente i metodi fin’ora usati da digos, procuratori e giudici del tribunale … loro invece dimostrano di non saper nulla dei nostri.
Sono convinti che la legge e i tribunali siano a loro disposizione, pensano di essere al di sopra di ogni giudizio e di ogni norma ed è proprio in questo che dimostrano grosse lacune mentre sono espertissimi di violenza e repressione.
Ma attenzione, una persecuzione giudiziaria nei nostri confronti è come entrare nel territorio di caccia del leone, e non viceversa come baldanzosamente i vostri sottoposti credono di fare.
Quindi ancora un ultimo avvertimento.
Considerato che sapete benissimo che i vostri sottoposti hanno inventato tutto di sana pianta e quella delle armi è una menzogna tutta architettata, così pure gli addestramenti militari, l'inesistente gerarchia e organizzazione marziale con suddivisione di reparti territoriali in contee e quant'altro, sapete anche che questa persecuzione giudiziaria contro il MLNV è di natura politica.
Non scordate che la pubblica opinione non dimentica che, mentre assassini, mafiosi, violentatori e company vengono difficilmente perseguiti dalla "vostra giustizia" italiana (vedi il "povero" immigrato incompreso che uccide persone con il piccone o nomadi a cui tutto è dovuto), i membri del MLNV vengono perseguitati perché VENETI.
Questo è il razzismo istituzionale straniero italiano adottato contro il MLNV perché ha rivendicato il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto secondo le norme del diritto internazionale.
Spazzare via le istituzioni d'occupazione straniere italiane che non tollerano di essere messe in discussione è un dovere nei confronti della Serenissima Patria.
A buon intenditore poche parole.
WSM
Venetia, venerdì 7 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 
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FONDAZIONE FÒNDARSE CO SAN MARCO


Durante il fine settimana di festeggiamenti per il Cao de Ano More Veneto, ho avuto occasione di presenziare al pranzo organizzato in data 2 di Marzo, dalla nuova Fondazione "Fòndarse co San Marco" (attenzione all'accento), iniziativa di un gruppo di patrioti Venetici, con l'obiettivo di difendere la nostra cultura e le nostre tradizioni, sempre più minacciate dall'occupazione italiana, da sempre acerrima nemica delle Popolazioni della penisola.
Piacevolissima la giornata passata con in amicizia e all'insegna della nostra Patria, la stessa si apre con la celebrazione del Bruxa Marso, ad opera di Carletto Bacioli, per poi continuare con la Santa Messa a Corbolone, al termine della quale lo stesso Bacioli illustra ai presenti l'iniziativa, arricchendola con uno stralcio di storia e di radici cristiane dei Veneti.
Ottimo il pranzo all'Agriturismo "La Frasca" di San Stino di Livenza che ha ospitato l'evento, che si è svolto in un'atmosfera conviviale e serena, ma anche ricca di spunti di riflessione e di speranze per il futuro.
Sono infatti proprio queste speranze che hanno spinto i fondatori ad iniziare questo nuovo progetto. Il tutto parte da una considerazione sul nostro gonfalone; è infatti risaputo che non esiste una vera e propria standardizzazione della bandiera della Repubblica,
Venezia riconosceva ampia autonomia di usi e costumi nei propri domini, ed è quindi nato un panorama abbastanza variopinto di rappresentazioni del vessillo, la cui forma adesso più riconosciuta è quella con il leone e i fregi dorati in campo cremisi, adornata dai sestrieri.
Tuttavia, molti secoli prima la raffigurazione del leone sacro al nostro patrono era ben diversa; dopo approfondite ricerche, è emersa una raffigurazione in cui il leone regge una croce piantata in un cumulo di terra (a fianco un'immagine d'archivio), dalla rielaborazione di quest'ultimo, aggiungendo l'azzurro di fondo, colore storico dei Veneti, nasce il gonfalone della fondazione, che riportiamo all'inizio dell'articolo.
Scopo ultimo è quello di adottare il vessillo come ufficiale rappresentazione del nostro Popolo, soprattutto per la sua "verginità", essendo infatti risaputa la strumentalizzazione e vilipendio del più comune gonfalone, ad opera dei meschini movimenti politici e partitici italiani, a cui esso viene, con nostro sommo disprezzo e offeso, associato in molte occasioni, complici anche i media del regime occupante, terrorizzati dalla forza dei simboli dei Popoli.
In termini più pratici, il progetto è quello di creare un gonfalone di pregevole fattura, che riceva la consacrazione, e nel mentre esporne uno in ogni chiesa intitolata al patrono S. Marco Evangelista (sono più di 500 nei territori della Serenissima).
L'associazione è esclusivamente votata a questo scopo, quindi apartitica e neutrale.
Concludo con i miei più sentiti ringraziamenti agli organizzatori, nonché amici e patrioti, William, Sandro, Dario, Renato nonché al grande Carletto per la splendida giornata e i migliori auguri per la realizzazione del progetto.
WSM
Venetia, 06 Marzo 2014
Davide Giaretta
Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

NOI STIAMO CON PUTIN E LA RUSSIA!


La Russia ha il sacrosanto diritto di difendersi dalle rivoluzioni pilotate occidentali. 
E mentre noi diciamo no alle nuove strategie della tensione internazionale, anche in Europa si preparano a reprimere con la forza le rivolte popolari.

Non possiamo più far finta di niente e credere che i problemi tocchino solo agli altri, il rischio di una deflagrante rivoluzione popolare è altissimo in europa e soprattutto qui nei territori occupati della nostra Patria, la Serenissima Repubblica Veneta, in Sicilia, in Sardegna, a Trieste …
E l'italia cosa fà ???
Si è appella al Cremlino definendo «inaccettabile» la violazione della sovranità ucraina.
Ma da che pulpito arriva la predica … da uno stato straniero razzista, colonialista che occupa illegalmente e illecitamente anche i territori della Repubblica Veneta.
Siamo al grottesco di una farsa che ci porterà tutti dritti ad una guerra per difendere i nostri sacrosanti diritti e liberarci una volta per tutte da questi parassiti italiani.
WSM
Venetia, 6 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP

1958331_610987965648212_275061943_nObama telefona e intima ritiro a Putin, lui tira dritto.
Gli Usa invitano la Russia a far rientrare le proprie truppe nelle basi in Crimea in modo da fermare ogni loro interferenza in qualsiasi altro luogo all’interno dell’Ucraina. 
Lo ha detto Barack Obama a Vladimir Putin nel corso di una telefonata nella quale ha aggiunto che gli Usa non parteciperanno alle prossime riunioni preparatorie per il G8. 
Violazioni continue da parte della Russia del diritto internazionale porteranno per Obama a un maggiore isolamento politico e economico di Mosca. 
L’Impero non ammette concorrenza.
La telefonata è avvenuta su richiesta americana. 
In risposta alla preoccupazione di Obama sulla possibilità di utilizzo delle forze armate russe sul territorio dell’Ucraina, Vladimir Putin ha risposto denunciando le azioni provocatorie e da parte degli ultranazionalisti ucraini che di fatto sono stati sostenuti dalle attuali autorità di Kiev.
Il presidente russo ha parlato di una vera e propria minaccia per la vita e la salute dei cittadini russi e i tanti connazionali che si trovano attualmente in territorio ucraino. 
Vladimir Putin ha sottolineato che in caso di ulteriore diffusione della violenza in Ucraina orientale e Crimea, la Russia si riserva il diritto di tutelare i propri interessi e la popolazione di lingua russa di quelle aree.
Forse, Obama, credeva di essere al telefono con Napolitano o Renzi.
Tratto da (CLICCA QUI)


Alcune considerazioni che spopolano su Facebook:

Usa: un miliardo e mezzo di dollari e un mazzo di rose rosse in piazza a Kiev per comprare il consenso ucraino…
La rosa rossa è il simbolo di un potente e diabolico ordine massonico ramificato a livello mondiale.
Quindi potrebbe leggersi come un avvertimento/minaccia di morte

Ucraina, commissario Ue intercettato: ‘Cecchini che sparavano su folla a Kiev erano dell’opposizione’
Clamorosa rivelazione. I cecchini che venivano ripresi dalle televisioni mentre sparavano contro i manifestanti e la polizia a Kiev sarebbero stati assunti dai leader degli stessi manifestanti di piazzaMaidan, lo si apprende in base a una conversazione telefonica trapelata tra il capo della politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, e il ministro degli esteri estone.
Il commissario Ue non ha voluto fare commenti, quando avvicinata da Bruno Waterfield, corrispondente a Bruxelles del Telegraph.
“Vi è ora la comprensione più forte che dietro i cecchini, non era Yanukovich, ma era una persona dalla nuova coalizione al governo”, dice il ministro estone Urmas Paet durante la conversazione.
Scioccante. 
Assunti per creare un incidente mediatico che portasse alla caduta del governo eletto.
La telefonata è stata intercettata da ufficiali del servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) fedeli al deposto presidente Viktor Yanukovich che hanno violato i telefoni del ministro degli Esteri estone Urmas Paet e l’Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton. 
La loro conversazione è stata diffusa sul web.
I funzionari discutono le loro impressioni su ciò che sta accadendo nel paese dopo la rivoluzione.
La spiegazione su youtube: Pubblicato in 05/mar/2014 – Ufficiali di servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) fedeli al deposto presidente Viktor Yanukovich hanno violato i telefoni di estone ministro degli Esteri Urmas Paet e Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton e trapelato loro conversazione al web. I funzionari discutono le loro impressioni su ciò che sta accadendo nel paese dopo la rivoluzione. Il succo del discorso è che le persone ucraine non hanno fiducia in nessuno dei leader di Maidan. 
Ma la cosa più sorprendente di tutte è il fatto che riguarda l'uso della forza durante la rivoluzione, in particolare i cecchini hanno ucciso due manifestanti e agenti della polizia antisommossa. Mr. Paet rivela informazioni sorprendente che conferma le voci che i cecchini sono stati impiegati dai dirigenti della Maidan.
Tratto da (CLICCA QUI)

Una riflessione tratta da (CLICCA QUI)

Che cosa avete capito della crisi ucraina?
Verosimilmente che il popolo ucraino si è ribellato contro un presidente arrogante e autoritario, Viktor Yanukovich, il quale ha cercato di reprimere la protesta, uccidendo decine di persone, ma che alla fine è stato destituito.
La Russia si è arrabbiata e per ripicca ha invaso la Crimea.
Confusamente tu, lettore, avrai capito che il popolo vuole entrare nell’Unione europea, mentre Yanukovich e, soprattutto, Mosca si oppongono.
Fine.

000 - russia-ukraine-war-sevastopol-crimea-georgiaLa realtà, però, è un po’ diversa e assai più interessante.
Per capire cosa stia succedendo davvero occorre partire da un po’ più lontano, da una ventina d’anni fa, quando una delle menti più raffinate dell’Amministrazione Usa, Zbigniew Brzezinski – ancora oggi molto influente – indicò nell’Ucraina un Paese fondamentale nei nuovi equilibri geostrategici; da sottrarre alla Russia e portare nell’orbita della Nato e dell’America.
Allora iniziò una grande partita a scacchi tra Washington e Mosca.
Anzi, una lunga guerra, combattuta con armi non convenzionali.
Ad esempio usando le “rivoluzioni pacifiste”.
Il metodo si ispira alle teorie dell’americano Gene Sharp e fu applicato per la prima volta in Serbia nel 2000 in occasione della caduta dell’allora presidente Slobodan Milosevic.
Funziona così: proteste di piazza in apparenza spontanee sono in realtà pianificate con cura e guidate per il tramite di Organizzazioni non governative, Associazioni umanitarie e partiti politici; in un crescendo di operazioni pubbliche amplificate dai media internazionali e con appoggi all’interno delle istituzioni, in particolare dell’esercito, che finiscono per provocare la caduta del “tiranno”.
L’esperimento serbo piacque molto al Dipartimento di Stato che decise di sostenerlo altrove: nel 2003 in Georgia (Rivoluzione delle Rose) e l’anno dopo in Ucraina, quando, a Natale, il candidato progressista Viktor Juschenko (ricodate? Quello col viso butterato) sconfisse in piazza proprio Yanukovich, durante la Rivoluzione arancione.
Un capolavoro, che però, risvegliò Putin, il quale si accorse di tali metodi e, ossessionato dal timore che potessero essere usati nelle strade di Mosca contro di lui, avviò la “nuova guerra fredda” con gli Stati Uniti.
I rapporti da cordiali divennero glaciali.
E i suoi servizi pianificarono la riconquista dell’Ucraina, usando, a loro volta, strumenti non convenzionali quali ricatto del gas, sabotaggio dell’economia, disagi sociali, tecniche spin per demotivare e indebolire i partiti della coalizione arancione.
Risultato: nel 2010 Yanukovich fu eletto presidente e l’Ucraina lasciò l’orbita americana per tornare in quella russa.
Arriviamo così ai giorni nostri, con l’emergere di un’ulteriore, sorprendente variante.
La protesta da pacifica, diventa, almeno in parte, violenta.
Per opera di chi?
Non certo direttamente di soldati stranieri sul campo, bensì di estremisti.
E che estremisti!
Come ormai noto, ad assaltare i ministeri di Kiev non sono stati i pensionati ucraini, bensì milizie paramilitari neonaziste, ben istruite e ben armate.
I pacifisti sono serviti da corollario, soprattutto mediatico, ma a rovesciare Yanukovich sono stati guerriglieri antisemiti, fanatici e ultraviolenti.
Autentiche canaglie, il cui tempismo è stato perfetto: la sommossa ha raggiunto il suo apice durante i Giochi di Sochi ovvero nell’unico momento in cui la Russia non poteva permettersi rovinare il ritorno di immagine delle Olimpiadi.
Kiev bruciava ma il Cremlino era costretto a tacere.
Operazione sofisticata e magistrale, ufficialmente senza paternità, che però – ammainate le bandiere olimpiche – ha innescato la risposta del Cremlino, meno raffinata ma altrettanto spregiudicata.
Obama non immaginava che Putin potesse occupare la Crimea, così come il Cremlino non si aspettava la guerriglia filoamericana di Kiev.
Si sono sorpresi a vicenda.
E non finisce qui.
La guerra, sporca e asimmetrica, durerà a lungo sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale che assisterà a tutto senza capire, ancora una volta, nulla.
FONTE
http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/03/04/ucraina-il-segreto-che-nessuno-spiega-e-che-dovreste-sapere/
Pubblicato da  Giacomo Gabellini     a  4.3.14

IL PREMIER STRANIERO ITALIANO PENSA SUBITO DI VENIRE A TREVISO … MA QUESTI NON HANNO ALTRO DA FARE ???


BURATTINAIOE ci risiamo… 
… ma questi politicanti italiani non hanno niente da fare ???
Come ospite non gradito il capo del governo straniero italiano Lett… ops … Renzi, ha deciso di catapultarsi a Treviso nei prossimi giorni.
Probabilmente i problemi di una campagna elettorale cominciano a preoccupare anche la sinistra italiana che continuando ad arrogarsi posizioni di potere senza la ben che minima espressa volontà popolare sfoggia il nuovo idolo di palazzo proprio nei luoghi più ostili alla politica romana.
Con la solita arrogante pretesa, anche l’odierno premier straniero italiano viene ad insegnarci a vivere, ad educarci, ad addomesticare un Popolo Veneto che ha ben poco da condividere con l’italica rappresentazione odierna di uno stato allo sbando e allo sfascio.
Nonostante l’aberrante occupazione straniera italiana il Popolo Veneto non si è però arreso al suo razzismo istituzionale e al suo colonialismo militare e culturale.
E i politicanti italiani lo sanno molto bene e i loro veritici di palazzo e le consorterie partitocratiche destinate a perpetuare il sistema dominante, sono preoccupate del risveglio del sentimento nazionale di Popoli che non sono mai diventati italiani.
Non è un caso, infatti, che subito dopo il Veneto il nuovo premier italiano si fionderà al sud.
C’è da chiedersi al sud di cosa … visto e considerato che ciò a cui si riferisce con tanta inettitudine è una Terra appartenente ad una Nazione il cui Popolo è stato massacrato e depredato dagli invasori italici.
Come un’illusionista attrezzato dei propri trucchi e sortilegi, il nuovo premier italiano farà di tutto per rianimare il fantasma del sentimento nazionale italiano e lo farà con il sostegno di tutti quei servi politicanti locali, anche falsamente indipendentisti, pronti a mendicare ciò che danno a roma e accapparsi un po’ del consenso dei propri sempre più sventurati pochi elettori.
Non credete ai partiti politici, non credete a questi politicanti, a questi falsi profeti … predicano bene e razzolano male perché anche le favole hanno i loro “Mangiafuoco” e il Collodi col suo pinocchio ben insegna ciò che il burattinaio riserva.

VIVA SAN MARCO
Venetia, lunedì 24 febbraio 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 

RENZI MATTEOTratto da (CLICCA QUI)
Il premier Matteo Renzi mercoledì a Treviso
L'annuncio nel discorso al Senato
TREVISO – Matteo Renzi annuncia il suo arrivo nella Marca. 
Il neo presidente del Consiglio mercoledì prossimo farà visita ad un istituto scolastico trevigiano.
Ad annunciarlo lo stesso premier durante il discorso al Senato per ottenere la fiducia. 
Renzi ha spiegato di voler fare un tour nelle scuole di tutta Italia, partendo proprio da Treviso: «L’educazione che si da nelle scuole è motore dello sviluppo, ho in mente di entrare ogni mercoledì nelle scuole da premier se otterrò la fiducia – ha detto Renzi – comincerò da Treviso, dal Nordest, la prossima settimana ci sarà il Sud. 
È fondamentale che il governo non stia solo a Roma».
La notizia è stata subito accolta con entusiasmo dal sindaco Giovanni Manildo: «Sono molto felice – dichiara Manildo – accogliamo con grande entusiasmo l’arrivo di Matteo Renzi a Treviso. 
Condivido la posizione del premier, la scuola è sicuramente motore importante dello sviluppo e primo laboratorio di integrazione. 
Questo incontro sarà l’occasione per parlare del ruolo del Comune in quest’ambito, dell’edilizia scolastica e delle risorse per fare fronte a questi impegni».
 «Credo sia un segnale di grande attenzione verso il nostro territorio – dice il vicesindaco Roberto Grigoletto – Il sindaco Manildo ha sempre mantenuto un legame importante con l’attuale premier. 
Con Renzi, fin dalla campagna elettorale ha condiviso alcuni importanti obiettivi amministrativi. 
Quando nei mesi scorsi venne a Treviso a sostenere la candidatura di Giovanni a sindaco, l’allora primo cittadino di Firenze lo invitò a recarsi, a sua volta, a Palazzo Vecchio. 
Oggi Renzi ha deciso di venire a Treviso nella sua nuova veste di Capo del governo».
«Attendo Matteo Renzi per le scuole. 
Già che viene, porti anche i fondi per le vittime del maltempo. 
Solo per le scuole servono 1,3 milioni di euro – commenta il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro – Mercoledì sarò ben felice di accompagnare Renzi in tour nelle nostre scuole già che viene. 
Vedrà che nonostante i continui tagli subiti a fatica siamo comunque riusciti a mantenere un ambiente sicuro con alti standard di qualità. 
Vedrà che ci sono Province come la nostra che sanno lavorare bene al servizio della comunità, con risparmio, ma allo stesso tempo efficienza. 
Qui da noi si lavora così». 
«Bene l'idea di Renzi – prosegue – di sbloccare il Patto per l'edilizia scolastica, però ora dimostri di saper fare un passo oltre e sblocchi il patto anche per aiutarci a pagare i danni subiti dal territorio a causa del maltempo. 
Solo parlando di scuole il maltempo ha causato danni per 1,3 milioni di euro».
Tratto da (CLICCA QUI)

IL PARASSISTIMO ITALIANO NON RISPARMIA NEPPURE L’OSSARIO DEL MONTELLO.


Proprio li, dove riposano 9.325 combattenti “italiani” provenienti dai 120 cimiteri di guerra sparsi fra Montello e Piave,  ancora una volta il parassitismo italiano manifesta sé stesso … ed è una vergogna.
OSSARIOOSSARIO 3IMG_3720Approfittando della bella giornata di sole sono tornato a far visita alle migliaia di caduti nel sacrario del Montello.
Nel salire la scalinata ho ricordato mio nonno che anni fa, con molta fatica e sostenendosi col bastone e l’aiuto di mio padre,  volle tornare a far visita ai suoi commilitoni e lo vidi quasi a disagio e poco dopo … piangere.

SCENA DI GUERRA 15-18 2L’emozione del racconto di alcuni suoi ricordi, bisbigliati con riguardo innanzi al nome di un suo amico di allora, descrivevano un dei tanti “ragazzi del 99” mai tornati alla propria casa e alla propria vita.
L’orrore di quei momenti, gli scempi visti e impressi per sempre nella sua memoria riaffioravano carichi di compassione, di pietà ma anche di sdegno e rancore.
Oggi, nel ricordarlo festoso in Paradiso e riunito anche agli amici persi in guerra nelle trincee di ambo le parti, mi auguro che i fautori di tanta sofferenza umana possano patire le meritate pene dell’inferno.

IMG_3750Nel richiedere il rispetto del luogo un cartello ricorda ai visitatori il sacrifico di chi vi riposa e con insolente italica retorica ne offende la memoria oltraggiando la verità storica per il loro massacro … tutt’altro che volontario.
Ma si sa l’italia è anche questa pronta a foraggiare ogni nuova generazione col falso mito della sua unità e che mira a perpetuare anche con gli orrori di una guerra.
Il tricolore italico sventola indegno su quel monumento ai molti Veneti, Napoletani, Siciliani, Sardi e a tanti altri “non italiani”, costretti a morire per una patria che non gli è stata madre, ma carnefice.
Giustamente al Cittadino è richiesto rispetto per il luogo e i caduti ma di ciò le istituzioni d’occupazione straniere italiane non hanno riguardo.
Custodi pretenziosi scordano di essere ospiti in casa nostra e inadeguati anche nel sembrare ciò che in effetti non sono rubano il lavoro a chi al loro posto c’è veramente come i volontari delle Associazioni Combattentistiche e D’arma del luogo.
Onore e merito a questi volontari presenti anche con loro notevole disagio.
Tuttavia, il prezzo del servizio a loro negato ed elargito a custodi ospiti ma assenti, non garantisce ai Cittadini la visita domenicale del museo, una minima decenza dei servizi igienici, una visita priva di pericoli e la mancanza di adeguate e semplici soluzioni alle barriere architettoniche per i disabili.
Per fortuna ci sono loro … i Volontari delle Associazioni Combattentistiche e D’arma del luogo.
Il Governo Veneto Provvisorio avrà cura di inviare al più presto al governo italiano una formale nota di protesta e la disposizione di affidare la custodia del sacrario e con la dovuta remunerazione alle Associazioni Combattentistiche e D’arma del luogo o in subordine a persone di nazionalità Veneta.
WSM
Venetia, lunedì 24 febbraio 2014
SERGIO BORTOTO Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.


Le infiltrazioni d'acqua rischiano di provocare pericolose scivolate ai visitatori.

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i servizi privi anche di un pò di carta igenica

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l'accesso ai servizi igenici … come mai potrà fare un disabile ???

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TRATTATO DI COOPERAZIONE E MUTUO SOSTEGNO TRA MLN SARDO, SICILIANO E VENETO.


Il giorno sabato 18 gennaio 2014 presso la sede del MLNV si è tenuta una riunione del Coordinamento dei Movimenti di Liberazione Nazionale Sardo, Siciliano e Veneto.

Nell'occasione il MLNV ha chiesto agli altri MLN di ratificare appena possibile il Trattato di cooperazione e mutuo consenso che di seguito riportiamo e che speriamo di poter estendere anche ad altri Movimenti di Liberazione Nazionale.

 

Oggetto: TRATTATO DI COOPERAZIONE E MUTUO SOSTEGNO.

Le Parti Contraenti, riaffermando il loro desiderio di vedere ripristinata la totale e incondizionata sovranità dei rispettivi Popoli sulle proprie Terre d'origine, oggi occupate dallo stato straniero italiano, desiderano consolidare la cooperazione e il mutuo sostegno fra i Movimenti di Liberazione Nazionale aderenti al presente trattato al fine di consentire il raggiungimento e il compimento del loro diritto di autodeterminazione.
Ispirandosi ai fini e ai principi della Carta delle Nazioni Unite le Parti Contraenti hanno convenuto le seguenti disposizioni:
 
Art.1
Intento esclusivo del presente trattato è il mutuo sostegno e appoggio per il conseguimento e l'attuazione del diritto di autodeterminazione dei Popoli qui rappresentati dai rispettivi Movimenti di Liberazione Nazionale.
 
Art.2
L'aggressiva, razzista e colonialista occupazione straniera italiana impegna le Parti Contraenti a  stabilire e attuare, nei modi e tempi che si decideranno secondo le rispettive reali possibilità, le misure necessarie per garantire la sicurezza dei rispettivi Popoli.
 
Art.3
Le Parti Contraenti si impegnano, in conformità alla Carta delle Nazioni Unite, ad astenersi dal ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza per non compromettere la pace e la sicurezza internazionali.
Nel caso però uno o più dei Movimenti di Liberazione Nazionale parte del presente trattato, fossero oggetto di attacco e di azioni di forza da parte delle autorità d'occupazione straniere italiane, ogni Movimento di Liberazione Nazionale, parte al trattato, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'art.51 della Carta delle Nazioni Unite, accorderà, individualmente e/o in accordo con gli altri Movimenti di Liberazione Nazionale, la necessaria assistenza, con tutti i mezzi che riterrà opportuni, compreso l'impiego della forza armata, se richiesto e autorizzato dalla Parte Contraente attaccatta.
 
Art.4
Allo scopo di consolidare il coordinamento politico per una maggiore efficacia attuativa delle rispettive rivendicazioni di autodeterminazione le Parti Contraenti si consulteranno fra loro per tutte le questioni di rilevanza internazionale, decidendo, nel caso, di agire congiuntamente.
 
Art.5
Le Parti stipulanti si impegnano a non aderire e partecipare ad alcuna coalizione od alleanza e/o concludere accordi e patti di qualsivoglia natura, i cui fini possano essere in contrasto con quelli siglati dal presente Trattato o contrari ai principi di autodeterminazione dei rispettivi Popoli.
 
Art.6
Le Parti stipulanti si impegnano ad agire con reciproco spirito di amicizia e collaborazione per sviluppare e consolidare legami di mutuo soccorso nel rispetto dell'indipendenza e della reclamata sovranità delle rispettive Nazioni, avendo riguardo di non ingerenza negli affari interni e la giusta considerazione per le tipicità culturali, per le tradizioni, per gli usi e costumi dei rispettivi Popoli.
 
WSM
Venetia, 18 gennaio 2014
Il Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Davide Giaretta
Il Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Sergio Bortotto

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IL VERGOGNOSO INNO DI MAMELI AD UNA IMPORTANTE RICORRENZA DELLA TRADIZIONE VENETA


Il cinque gennaio sono stato ad Arcade (Tv) nella piazza principale ad assistere alla accensione del tradizionale panevin previsto alle ore 21:00.

La presenza del pubblico è stata folta sebbene le avverse condizioni delle giornate precedenti, avrebbero potuto scoraggiare la presenza dei Cittadini.

Sindaco e banda musicale hanno atteso un' ospite d'eccezzione per dare il via all'evento … l'italianissimo governatore dell'ente straniero regione veneto, Luca Zaia.

Come quasi sempre accade anche in occasioni di feste popolari come quelle del Panevin, politicanti e amministratori di turno non hanno trascurato di mettersi in mostra criticando addirittura le polemiche mediatiche dei giorni precedenti contro i Panevin alti più di cinque metri.

Sindaco e governatore, da bravi amministratori italiani, hanno magistralmente svestito la pelle del lupo mascherandosi per i buoni pastori che vogliono far credere di essere ricordando addirittura ai presenti la necessità di lottare per un Popolo per mantenere le proprie tradizione, cultura, usi e costumi.

A schiarire le idee circa l'opportunistico rigurgito di sentimento nazionalistico Veneto è intervenuta poco dopo la banda musciale che ha intonato l'inno straniero italiano di Mameli.

Niente di più vergognoso e inappropriato per iniziare i festeggiamenti di una tradizione Veneta che nulla ha da condividere con lo stato straniero occupante, colonialista e razzista italiano.

Il patetico risuonare delle odiate note dell'inno straniero italiano però non sono state accompagnate dal coro dei presenti e solo un' esiguo numero ha pallidamente applaudito la sua mesta conclusione.

Altra lezione di vita per questi finti Veneti e politicanti italioti.

WSM
Venetia, 8 gennaio 2014
Rocco De Florio, Provveditore Generale del MLNV e Capo Dipartimento del Governo Veneto Provvisorio
 

IL FRANCESCHI “ASSOLTO” DAL SUO TRIBUNALE … CHE DI VENETO NON HA PROPRIO NIENTE!


ALBERT GARDIN ... E L'ARTE DI APPARIRE AD OGNI OCCASIONEDel socio Life Luciano Franceschi avevamo già fatto cenno in un precedente comunicato lo scorso agosto.
Fondatore più di un decennio fa della vera “Polisia Veneta”, l’ormai noto “venetista” Franceschi era a suo tempo già balzato agli onori della cronaca per aver sparato diversi colpi di pistola al direttore di una banca nel Padovano quasi un anno fa, dopo aver parcheggiato l’auto nelle vicinanze con dentro proprio la divisa della fantomatica ed evanescente “Polisia Veneta”.
Pare che il movente del gesto criminale fosse legato ad un prestito contratto dallo sparatore con l’istituto bancario.

Peraltro, già da subito non si era “capito” come mai in occasione del primo blitz delle Digos messo a segno giovedì 5 novembre 2009 nella brillante operazione tutta orgogliosamente italiana etichettata “Polisia Veneta”, al venetista Franceschi non sia mai stata sequestrata quella pistola poi utilizzata in quel delitto di tentato omicidio, mentre ai militanti del MLNV sono state rapinate da casa anche le pistole sportive legalmente detenute e chiuse in cassaforte.
Così com’era apparso “strano” anche il fatto che il Franceschi non sia stato sequestrato e sorvegliato a vista per ore negli uffici delle digos, come è accaduto a tutti i militanti del MLNV.
Del resto – in tutta franchezza – ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dalla giustizia italiana e dai suoi metodi?

A proposito, come mai i giornaletti di regime italiano omettono di associare il nome del socio life venetista Franceschi alla “Polisia Veneta” da lui fondata?
Eppure anche la cronista della Tribuna lo aveva chiesto all’ex prefetto straniero italiano a Treviso Adinolfi, nel corso dell’intervista in occasione del suo congedo dorato: “Accanto alla lega è cresciuto negli anni scorsi anche un movimento di “estremismo federalista” come la Polisia Veneta. Folklore o spia d’allarme?”.
Se riferita alla Polisia Veneta del Franceschi, la risposta è alla portata di tutti. Nel frattempo, mentre l’ideatore-fondatore va assolto dalla Corte Veneta, cala il sipario del teatrino gossiparo mediatico giornalistico, con lo strabismo tutto italiano: in questo caso, infatti, di “Polisia Veneta” neppure un cenno, chissà perché.

In questi giorni il socio life venetista Luciano Franceschi è balzato ancora una volta suo malgrado agli onori del gossip giornalistico, seppur indirettamente, per aver chiesto e ottenuto – udite udite – nientepopodimeno che il giudizio e una pronuncia di quell’Alta Corte di Giustizia Veneta partorita da un autoreferenziale governo veneto-life fai-da-te.
E qui l’innato senso di giustizia e il pragmatismo dei venetisti-padroncini imprenditori life non si sono fatti attendere: in perfetta concorrenza con la giustizia straniera italiana, l’alta corte di giustizia veneta ha mandato assolto con formula piena l’imputato dall’accusa italiana di tentato omicidio, accusando per contro il direttore della banca – colpito quasi mortalmente dai proiettili esplosi dall’imputato assolto – di aver voluto opporre resistenza ad un socio life con i cosiddetti marciani sotto, e con pistola in pugno pronta a fare fuoco.
In soldoni, colpevole è stato giudicato il direttore della banca, e mica di cosa da poco, eh: di “rambismo”, così impara a reagire.
Di primo acchito, pare essere una nuova figura delittuosa a metà strada tra il delitto di lesa maestà e una forma di eroismo, inopportuno e sconsiderato. Ma tant’è.

Senza voler entrare nel merito dei ragionamenti logico-giuridici sottesi alla pronuncia di tale verdetto della Corte veneta – e non una qualunque di primo grado o periferia, ma niente meno che l’Alta Corte di Giustizia – entrando nel merito della sentenza, appare in tutta evidenza come si trattasse in realtà di tutelare le ragioni del fido contratto dall’imprenditore veneto contro le ragioni di una banca italiana.

Lo si evince dallo stesso dispositivo della sentenza: “Dalla lettura dei fatti risulta evidente come il Franceschi non avesse alcuna intenzione di arrecare danno al Gambarotto o ad altri funzionari, ma di imporre il rispetto dei diritti delle imprese venete da parte del sistema bancario italiano”.

Lo sottolinea ai cronisti italiani pure il presidente del massimo organo giudicante veneto fai-da-te: “La Corte ha valutato che il gesto del Franceschi non rappresenta un tentativo di omicidio ma di difesa rispetto alle tremende strette usuraie della banca.
Se vediamo le cose da questo punto di vista, ecco che tutto acquista un’altra valenza rispetto a quella che vogliono dare le istituzioni italiane”.

È tutto più chiaro, adesso?

tieni duro

L’imputato armato di pistola col colpo in canna, pronto a premere il grilletto, di fronte al direttore voleva solo esercitarsi al tiro sulle suppellettili: giustizia è fatta, che diamine!

Con buona pace dell’ideale della liberazione della Patria Veneta dallo stato straniero colonialista e razzista italiano e dal suo governo Bilderberg.

Con buona pace del legittimo e sacrosanto ripristino della sovranità del Popolo Veneto sui Territori della mai estinta Repubblica di Venezia.

Così, mentre questi autoreferenziali organi giudicanti e governi veneti fatti in casa da una parte riescono a farci almeno sorridere, tanto si rendono ridicoli i loro rappresentanti autoproclamati pur di far parlare di sé, dall’altra nulla fanno per opporsi lecitamente e legittimamente all’inasprirsi delle politiche fiscali, razziste e colonialiste dello stato straniero occupante italiano contro tutto il Popolo Veneto nei Territori della Repubblica di Venezia.

Ma non finisce qui. L’alta corte di giustizia veneta è talmente indipendente da produrre la propria sentenza alla prossima udienza del processo Franceschi presso il tribunale italiano a Padova, pare addirittura sotto forma di istanza (sic!).

Lo ha anticipato alla stampa italiana Albert Gardin in persona, il presidente del governo veneto life, che puntualizza come quel giudizio costituisca a suo dire “anche l’inizio dell’attività giudiziaria autonoma del Tribunale Veneto”.
Ipse dixit.

A questo punto viene da chiedersi se per pronunciarsi quella Corte non potesse aspettare il prossimo martedì grasso.

Viva San Marco.

Venetia, martedì 14 gennaio 2014

dott. Paolo Gallina – Vice Presidente del MLNV

COMPARSA SU QUINTA COLONNA


Durante la giornata di ieri, 13 Gennaio, sono stato contattato da un'inviata del programma Quinta Colonna di Rete 4, per presenziare al collegamento in diretta della sera stessa, accettando senza indugi, il sottoscritto accompagnato dal Provveditore Matteo Montanari si è quindi recato all'appuntamento in quel di Vicenza.

Ringraziando comunque la redazione per l'attenzione rivoltaci, nonostante non ci sia stata concessa la parola durante la trasmissione, essere presente mi è stato comunque utile per formulare alcune considerazioni che ritengo interessanti.
Innanzitutto regna una gran confusione sulla percezione della causa indipendentista; in primis il fatto è imputabile alla Lega, che di indipendenza si è riempita la bocca, ma soprattutto le tasche, per 25 anni, svuotando questa parola di significato e onorabilità agli occhi della popolazione, e soprattutto associandolo a una vena razzista e campanilistica, che nulla ha a che fare con lo spirito indipendentista, che invece insegue ideali di libertà ed equità tra i Popoli.
Inoltre è colpevole di aver invischiato la genuina lotta per difendere la propria identità, allo sciaquone politico italiota, che riduce tutto ad una massa informe e maleodorante.
In secondo luogo, la polverizzazione delle istanze indipendentiste complica, se non rende impossibile, un contatto diretto tra il Popolo, o i mass media, con chi sta lottando.
Il moltiplicarsi di sigle prive di contenuti, spesso fautrici di iniziative ridicolizzanti o controproducenti per la causa, per malafede o mancanza di preparazione o serietà, nonché la totale assenza di basi di qualsivoglia natura che le possa legittimare in qualche modo, sta facendo esattamente il gioco dell'occupante: fornirgli il velo dietro cui nascondere le proprie malefatte, tra cui la sistematica persecuzione dei patrioti, e allo stesso tempo un serbatoio da cui pescare il giullare di turno, con cui sminuire il tutto.
Ci si rende conto di questo soprattutto quando si ha la possibilità di illustrare la nostra iniziativa in forma diretta, spesso l'interlocutore si rende conto di non essere davanti a dei paramilitari leghisti, o dei fanatici xenofobi, ma a persone ponderate che hanno scelto un cammino strutturato, con solide basi, pagando lo scotto di una più colmplessa interpretazione dei fatti, quindi difficilmente "massificabile" o "strumentalizzabile" e che quindi incute timore, se non vera e propria paura, in chi rema contro la nostra liberazione, oppure vuole semplicemente lucrare sulla lotta del Popolo Veneto.
Per tornare alla scorsa serata, un paio di aneddoti interessanti, innanzitutto lo scoramento iniziale quando ci è stato proibito di esibire il nostro storico e glorioso gonfalone, per noi è sempre profondamente irritante non poter dare il giusto risalto al nostro sacro simbolo, che probabilmente ancora terrorizza i nemici con la sua imponenza;
poi una decisa soddisfazione quando si è presentato un italiano con tricolore appresso, convinto di poter esibire il suo vessillo sanguinario, è stato subito redarguito dalla "folla", un evento che mi ha quasi commosso, indice che forse le coscienze si stanno svegliando e stanno capendo chi e cosa è la causa dei loro problemi;
infine una stretta di mano virtuale all'inviato, di origini romane, del programma che ha richiesto di essere immortalato con la nostra bandiera e una trinacria portata da alcuni amici siciliani, ennesima dimostrazione del fatto che chi vive tra la gente, e non se ne distacca, o peggio si erge a tiranno, ha pieno rispetto dei Popoli, in quanto soggetti sovrani originari, mentre la persecuzione e l'oltraggio sono prerogativa dei deviati dal potere, che temono più di tutto l'essere inchiodati alle proprie responsabilità, e dover rinunciare al proprio scranno.
Per quanto possibile abbiamo, con qualche "sotterfugio", portato oltre la cortina una testimonianza in video, riuscendo a mostrare per qualche attimo fugace il Leone di S.Marco e il logo del nostro Movimento.
Ci auguriamo che in futuro venga dato spazio e voce alle nostra giusta lotta, non perché lo elemosiniamo ai vuoti media italioti, ma perché avvenga nella mente di tutti una presa di coscienza sulla vera situazione che stiamo vivendo, il cui futuro non può essere che messo nelle mani dei Popoli a cui appartiene.

QUINTA

 

WSM
Venetia, 14 gennaio 2014
Davide Giaretta
Provveditore Generale del MLNV e Vice Presidente del Governo Veneto Provvisorio