COMUNICATI

DENUNCIA ALLA INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE E ALLA INTERNATIONAL CRIMINAL COURT


Oggetto:illeciti internazionali commessi dallo stato italiano contro la Repubblica di Venezia, contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), contro il Veneto Fronte di Liberazione (VFL) e contro il Popolo Veneto ma nell'occasione anche contro  il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu – (MLNS) e contro il Movimentu Sicilianu di Libirazioni Nazionali – (MSLN).
Crimini contro l’umanità e violazione dei diritti umani, civili e politici da parte dello stato italiano contro i Cittadini del Popolo Veneto e contro i militanti dei Movimenti di Liberazione Nazionali.

 
D E N U N C I A
 
INTERNATIONAL CRIMINAL COURT
INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE 
ALL' O.N.U. …
ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE … (seguono indirizzi specifici)

 
Eventi millenari della storia attribuiscono la qualifica di Popolo Veneto e Nazione Veneta alle Genti stanziate nel territorio delle Venetie, che condividono la stessa lingua, con varianti locali più o meno marcate, parlata da milioni di Veneti stanziali e da altri milioni di Veneti emigrati nel mondo, che condividono la stessa storia, le stesse tradizioni e la stessa cultura.
Qualsiasi comunità umana liberamente accomunata da un duraturo sentimento di appartenenza e avente un riferimento comune ad una propria cultura, lingua e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato, costituisce un Popolo, così come lo è quello Veneto.
La nazionalità Veneta è l’espressione dell’identità del Popolo Veneto che accomuna liberamente ogni proprio membro per il senso di appartenenza a tale specifica collettività per lingua, cultura, tradizione, religione, storia.
La nazionalità Veneta è conforme e si estrinseca con il concetto di Nazione Veneta destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità delle Genti Venete stanziate e sovrane sui propri territori.
I Veneti hanno vissuto liberi e sovrani nei Territori della Serenissima Repubblica di Venezia fino al 1797.
Storicamente dall’anno 1797 lo Stato Veneto ha subito l’occupazione dell’esercito napoleonico e dal 1815 i suoi territori sono stati occupati dall’impero austro-ungarico;   dal 1866 vi è poi de jure e de facto l’illegittima, illecita, violenta e repressiva occupazione dello stato straniero italiano, che ad oggi ancora agisce al fine di estinguere il Popolo Veneto, assieme alla sua cultura, la sua lingua, le sue tradizioni, i suoi usi e costumi.
La Repubblica Veneta, dall’anno 1866, è ancora di fatto oppressa dalla dominazione coloniale dello stato straniero italiano, che ha da subito imposto sui territori veneti, anche con la repressione militare, la sua amministrazione, le sue istituzioni, le sue forze armate e di polizia, e sfruttato tutte le risorse umane, finanziarie, fiscali, economiche, patrimoniali, naturali, paesaggistiche; ancora oggi persiste ad imporre un modello culturale, di mentalità, di usi e costumi completamente estraneo a quello del Popolo Veneto.
Per tali motivi il 29 settembre 2009 noi Patrioti del Popolo Veneto abbiamo costituito il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), ai sensi e per gli effetti delle norme del diritto internazionale, allo scopo di liberare i territori della Serenissima Repubblica di Venezia dall’occupazione straniera italiana e di ripristinare la sovranità del Popolo Veneto.
Il MLNV dopo la sua costituzione ha depositato la “denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Veneta da parte dello stato straniero italiano. Rivendicazione di Sovranità del Popolo Veneto.” presso la sede O.N.U. di Ginevra in data 28 settembre 2010 e presso la sede O.N.U. di New York il 27 novembre 2011.
Ha quindi notificato l’Ultimatum allo stato straniero italiano in data 14 dicembre 2010.
A seguito dei ripetuti atti di aggressione commessi dallo stato italiano contro il MLNV e i suoi militanti, si è costituito il Governo Veneto Provvisorio (GVP) quale apparato istituzionale del MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977.
Ciò premesso, questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) per il tramite del suo apparto istituzionale Governo Veneto Provvisorio (GVP)  denuncia lo stato italiano per i seguenti illeciti internazionali:
1 – VIOLAZIONE DELL'INTEGRITA' TERRITORIALE DELLA SERENESSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA
Nella primavera del 1797 Venezia era insidiata da vicino, per terra e per mare.
Tutti i Domini dello “Stato da Tera” erano stati invasi dalle truppe francesi, lanciati all'inseguimento dei reggimenti austriaci che si ritiravano a Trento.
Il generale Bonaparte, approfittando della neutralità dichiarata dalla Serenissima, si era impadronito di tutte le sue più grandi Città e fortezze.
Il Popolo Veneto era drammaticamente esposto a ogni tipo di violenza, taglieggiato e derubato con arbitrarie confische e frequenti furono le sommosse popolari che si scatenarono contro l'occupante d'Oltralpe.
A dimostrazione e conferma della volontà di “annettere” illecitamente i territori della Serenissima Repubblica di Venezia si ricorda che il 17 aprile 1796 Napoleone firmava a Leoben, in Stiria, un preliminare di pace con i rappresentanti dell'imperatore austriaco Francesco II.
Nelle clausole segrete annesse al trattato Napoleone Bonaparte già disponeva la cessione dei Domini di Terraferma della Repubblica di Venezia all'impero austriaco in cambio dello sgombero dei Paese Bassi da parte di quest'ultimo.
Con queste clausole l'Austria avrebbe dovuto cedere il Belgio e i territori lombardi alla Francia in cambio dei territori della neutrale Repubblica di Venezia, compresa Istria e Dalmazia; Venezia sarebbe sopravvissuta nei soli territori del Dogado.
Il trattato verrà poi confermato dal trattato di Campoformio, il 17 ottobre 1797, comprendendo però nello scambio anche la stessa Venezia.
Inoltre, a dimostrazione e conferma della successiva volontà italiana di “annettere” illecitamente i territori della Serenissima Repubblica di Venezia al regno d’italia il presidente del consiglio del regno di sardegna Cavour (poi regno d’italia) aveva già progettato e pianificato d’intesa con Napoleone III a Plombières nel 1858 di annettere tutti i territori della Repubblica di Venezia sotto un regno dell'alta italia sotto dominio dei Savoia.
Con la feroce e cruenta invasione, la violenta repressione e successiva annessione dei territori degli altri stati preunitari della penisola italiana, nel 1861 nasceva il Regno d'Italia dal Regno di Sardegna, privato (nel 1860) della Contea di Nizza e del Ducato di Savoia (pretesi dalla Francia).
Gli accordi verbali di Plombières prevedevano per la realizzazione del progetto politico una guerra comune di Francia e regno di Sardegna contro l'Austria che nel frattempo occupava i territori della Repubblica di Venezia come prescritto nei precedenti accordi del 17 aprile 1796 fatti con Napoleone a Leoben ai quali è stata data attuazione dal Congresso di Vienna del 1815.
Dopo il congresso di Vienna la penisola italiana fu divisa in una decina di stati.
Il regno di Sardegna, governato dai Savoia, riottenne il Piemonte e la Savoia e venne ulteriormente ingrandito con i territori della ex Repubblica di Genova, senza alcun diritto di opposizione da parte di quest'ultima e senza plebiscito.
Nel resto del nord della penisola italiana venne costituito il Regno Lombardo-Veneto sotto il controllo dell'Austria, comprendente i territori di terraferma della Repubblica di Venezia (Veneto, Friuli e Lombardia orientale), che contrariamente ai principi-guida del Congresso non venne ricostituita, uniti alla parte rimanente della Lombardia.
Ad esso fu annessa la Valtellina, per la quale furono respinte le richieste svizzere, che questa valle – appartenente alla Svizzera dal 1512 al 1797 – ritornasse al Canton Grigioni o fosse unita alla Confederazione, come cantone autonomo.
Scoppiata quella che la storiografia italiana definisce come “seconda guerra di indipendenza”, il progetto naufragò a causa della decisione unilaterale di Napoleone III di uscire dal conflitto (armistizio di Villafranca), consentendo così al regno di Sardegna di acquisire solo una minima parte dei territori veneti.
Il dominio austriaco sui territori veneti cessò definitivamente nel 1866 dopo la guerra dichiarata all’Austria dalla Prussia, d'intesa con il regno italiano.
I successivi accordi di pace firmati fra Austria e Prussia costrinsero gli italiani, isolati, a interrompere le operazioni militari e ad accettare un armistizio.
Nelle settimane seguenti fu deciso che l'Italia avrebbe avuto il resto dei territori veneti, ma l'Austria non volle consegnarlo direttamente al regno d’italia da cui non si considerava sconfitta.
L’Austria, d’intesa con Napoleone III affidò i territori Veneti alla Francia a condizione che fosse riconosciuto al Popolo Veneto – e non alle sue storiche istituzioni – il diritto di scegliere il proprio futuro attraverso un plebiscito.
Il plebiscito però ebbe luogo il 21 ottobre 1866 organizzato, controllato militarmente e poi strumentalizzato dalle autorità d’occupazione del regno d’italia.
Su una popolazione di 2.603.009 persone i votanti furono 647.426 e i voti contrari 69. 
Col pretesto del plebiscito-truffa il regno d’italia cancellava i confini nazionali della Repubblica di Venezia e imponeva il proprio dominio con l’adozione del regio decreto nr.3300 del 4 novembre 1866.
Giova rammentare che il diritto all’integrità territoriale di una Nazione si afferma già agli albori del diritto internazionale con la cosiddetta “Pace di Westfalia” del 1648.
In particolare, già ai tempi del diritto internazionale classico la libertà giuridica giungeva fino al punto che gli stati potevano concordare con altri soggetti la propria estinzione.
Nel caso di specie preme rilevare come la Repubblica di Venezia non abbia mai concordato con il regno d’italia e con nessun’altro la propria estinzione.
La Repubblica Veneta ha il diritto di pretendere da tutti gli altri stati il pieno rispetto della sua integrità territoriale e indipendenza politica; inoltre, l’occupatio bellica non conferisce all’occupante italiano titolo per annettersi i territori veneti occupati.
Le annessioni effettuate pendente bello sono nulle.
L’occupazione dei territori veneti non può produrre il trasferimento allo stato straniero occupante italiano, a fronte della protesta del Popolo Veneto sovrano, anche se l’italia si comporta animo domini.
Altrimenti si dovrebbe riconoscere effetto normativo (cioè il modo di acquisto della sovranità territoriale) al principio di effettività.
Il titolo giuridico del Popolo Veneto sovrano prevale sull’effettività della situazione.
Si precisa che è da respingere la tesi secondo cui il mero trascorrere del tempo possa comportare il trasferimento del territorio per una sorta di prescrizione acquisitiva, qualora il Popolo Veneto sovrano non se ne stia inerte.
2 – IMPEDIMENTO E SOPPRESSIONE DELL'ESERCIIO DELLA SOVRANITA' NAZIONALE DEL POPOLO VENETO NEI TERRITORI DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA.
Il regno d’italia, dopo aver invaso e occupato militarmente i territori veneti, privava la Repubblica di Venezia della sua indipendenza, della sua sovranità e della sua libertà.
Ha quindi violato e impedito l’esercizio della piena sovranità del Popolo Veneto, imponendo e sostituendo la propria sovranità, la propria amministrazione, le proprie istituzioni e la propria bandiera (il tricolore italiano) alla sovranità, amministrazione, istituzioni e bandiera proprie della Serenissima Repubblica (il Gonfalone di San Marco), così come ancora oggi continua a fare lo stato italiano.
Lo stato straniero italiano, a far data dalla sua illecita occupazione, impedisce al Popolo Veneto di esercitare la propria sovranità con proprie istituzioni e l’interazione fra i propri membri per il perseguimento dello sviluppo e il comune progresso secondo i propri usi, costumi e tradizioni, così come gli impedisce di legiferare e stabilire il proprio ordinamento con statuti, codici, norme, e regolamenti con valore e forza legale per tutti i membri della società Veneta che liberamente hanno deciso di farvi parte.
La Repubblica di Venezia, ad oggi privata della sua indipendenza, sovranità e libertà, è stata suddivisa dallo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano e amministrata da ben quattro (4) enti territoriali regionali italiani.
3 – SOPPRESSIONE DELLA NAZIONALITA’ VENETA
Premesso che qualsiasi comunità umana liberamente accomunata da un duraturo sentimento di appartenenza e avente un riferimento comune ad una propria cultura, lingua e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato, costituisce un Popolo;
che la nazionalità è l’espressione dell’identità di un Popolo che accomuna liberamente ogni proprio membro per il senso di appartenenza a tale specifica collettività per lingua, cultura, tradizione, religione e storia;
che la nazionalità è conforme e si estrinseca con il concetto di Nazione destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità,
anche la nazionalità veneta è e deve ritenersi espressione della tipicità del Popolo Veneto e della sua identità.
Lo stato straniero italiano ha da sempre fatto di tutto per sopprimere e cancellare la nazionalità veneta e il Popolo Veneto, anche imponendo e sostituendo all’identità nazionale veneta un’inesistente identità nazionale di popolo italiano.
4 – OCCUPAZIONE BELLICA E REPRESSIONE ANCHE MILITARE DELLA REPUBBLICA VENETA.
Fin dalla prima occupazione francese napoleonica del 1797 con l’esautoramento del legittimo “Parlamento Veneto” (Maggior Consiglio) e la successiva dominazione austroungarica imposta dal Congresso di Vienna del 1815, vi sono state numerose insorgenze del Popolo Veneto contro ogni dominazione straniera.
Tuttavia, nella battaglia navale di Lissa (luglio 1866 – Osterreiche-Venezianische Marine) e nella battaglia di Custoza (Verona), il Popolo Veneto combatte  al fianco dell’esercito austro-ungarico contro l’invasore italiano, mentre l’italia, ancora oggi, tenta falsamente di far passare tali battaglie risorgimentali per moti filo italiani.
In quel tempo Austria e Prussia firmarono accordi di pace, e costrinsero gli italiani, isolati, a interrompere le operazioni militari e ad accettare un armistizio.
Nelle settimane seguenti fu deciso che sarebbe stata ceduta la Repubblica di Venezia al regno d’italia ma l'Austria non volle consegnarlo direttamente a un Paese da cui non si considerava sconfitta.
Lo cedette quindi alla Francia nell'intesa che Napoleone III lo avrebbe consegnato a Vittorio Emanuele previa organizzazione di un plebiscito.
Il plebiscito ebbe luogo il 21 ottobre del 1866.
Si consideri che le potenze europee di allora intendevano riconoscere al Popolo Veneto attraverso un plebiscito il diritto di scegliere il proprio futuro, ma la Repubblica di Venezia
non ha mai concordato né con il regno d’italia e né con nessun altro stato la propria estinzione e tanto meno l’esercizio di un plebiscito popolare addirittura organizzato dallo stato occupante, che ha poi avuto luogo sotto il controllo e la minaccia delle forze militari del regno d’italia e il cui svolgimento e i cui risultati sono stati notoriamente manipolati.
Mentre le dominazioni francesi napoleoniche e austroungariche hanno conservato l’identità nazionale della Repubblica di Venezia, il regno d’italia aveva pianificato l’occupazione militare al fine di annettere i territori della Nazione Veneta, invasi per la guerra contro l’Austria in alleanza con la Prussia.
La condizione imposta dall’Austria alla Francia dell’indizione di un plebiscito al fine di conoscere la volontà del Popolo Veneto è stata disattesa in quanto lo stesso è stato organizzato e attuato dalle forze di occupazione del regno d’italia già presenti sui territori veneti per la guerra contro l’Austria.
5 – COLONIZZAZIONE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA E DEL POPOLO VENETO
Dalla sua occupazione il potere italiano ha eretto un muro di silenzio attorno alle vere cause della forzata unità nazionale nascondendo la resistenza che fiorenti Nazioni pre-unitarie e i loro liberi Popoli hanno opposto all’invasione e occupazione italiana.
Il risorgimento italiano è in realtà un mito inesistente.
Veri e propri genocidi, massacri, campi di concentramento e l'esodo di popoli sono il marchio indelebile e il prezzo della forzata unità d'italia.
La mistificazione dell'unità d'italia è un insulto alle vittime innocenti, ai combattenti e patrioti di ieri e di oggi che hanno difeso e difendono, anche con l'estremo sacrificio della vita, le loro Patrie che l'italia ha voluto e vuole cancellare dalla storia.
L’italia dalla data di occupazione ha di fatto e continua ad oggi a colonizzare la Repubblica Veneta, per agevolare il proprio dominio economico su tutte le risorse umane, finanziarie, fiscali, economiche, patrimoniali, naturali, paesaggistiche e faunistiche, storiche e artistiche.
Inoltre impedisce al Popolo Veneto di decidere liberamente il proprio statuto politico e di perseguire liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale, privandolo anche dei propri mezzi di sussistenza.
Oltre ai predetti processi socioeconomici, volti alla predazione delle risorse senza interesse alcuno per lo sviluppo del territorio, se ne verificano altri, a livello socioculturale, non meno devastanti.
Avvalendosi del potere economico, politico e militare lo stato straniero italiano esercita un vero e proprio imperialismo culturale con l’imposizione della lingua italiana  e di una cultura che non appartiene al Popolo Veneto.
Il Popolo Veneto è vittima dell’aggressione italiana perché viene privato dei propri beni e dei propri diritti, e viene anche indotto ad assumere i valori dei colonizzatori, a giustificarne la prepotenza, ad auto colpevolizzarsi e a sviluppare un umiliante senso di inferiorità.
Ogni occasione è valida nel tentativo di far vergognare i Veneti della propria identità e della propria lingua, oggetto di una forte discriminazione che a causa della politica nazionalista italiana, nonostante il forte radicamento sul territorio, è sempre meno parlata.
La lingua veneta, con le sue inflessioni e varianti più o meno marcate, è un forte collante identitario per il Popolo Veneto ed è per questo che è stata sistematicamente attaccata, vietata nelle scuole, da qualsiasi ambito ufficiale e spesso anche ridicolizzata.
Le poche norme di tutela della lingua veneta non vengono attuate.
Anche tutti gli attacchi e le omissioni riguardo la lingua veneta vanno inquadrati in una strategia aggressiva che non minaccia solo gli aspetti linguistici, ma che è volta alla sottrazione complessiva di beni e diritti, in particolare al diritto inalienabile del Popolo Veneto all’autodeterminazione e alla libertà.
6 -CRIMINI CONTRO L'UMANITA'
Fin dalla sua occupazione l’italia ha tentato di sottomettere intenzionalmente il Popolo Veneto a condizioni tali di esistenza che ne comportasse l’estinzione sia fisica che culturale (diaspora veneta); anche secondo la definizione adottata dall’ONU costituiscono genocidio «gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».
Il genocidio viene considerato come un crimine specifico e come tale recepito nel diritto internazionale e nel diritto interno di molti Paesi.
Non si possono dimenticare verità storiche nascoste e sconvolgenti come quelle delle foibe.
Ancora nel 1962, sulla base di accordi segreti (nr.57/62) con il governo jugoslavo di Tito, l’italia finanziava il  mantenimento in schiavitù, pagando nominativamente vitto e vestiario, di prigionieri istroveneti tenuti in un campo di concentramento all’interno di una miniera di rame a Mitrovica (ex Jugoslavia), purché non ritornassero alle loro terre venete d’origine.
Le Foibe sono state un GENOCIDIO voluto da Italiani e Jugoslavi a danno del Popolo Veneto, che ancora oggi continua nella forma di oblio culturale e negazione delle libertà politiche che portano alla servitù economica.
La storia dello stato italiano ne esce massacrata e infranta. 
I  fondatori e i “padri” della repubblica italiana, da De Gasperi a Togliatti, da Pertini a Rossi da  Parri a Valiani pagarono Tito per estendere il dominio anche fino al Garda, e pagarono fino agli anni 60  per tenere prigionieri i Veneti nei campi di concentramento jugoslavi.
Ad oggi lo stato straniero italiano col pretesto di attuare mirate politiche di accoglienza  per gli immigrati, impone un’integrazione agevolando insediamenti e radicamenti stanziali sui territori veneti di stranieri anche culturalmente avversi alle tradizioni, costumi e consuetudini del Popolo Veneto.
Particolarmente mal tollerata dal Popolo Veneto è l’imposta residenza di criminali di matrice eversiva mafiosa qui confinati in regime di soggiorno obbligato nonché la sistematica occupazione di cariche apicali della maggior parte delle istituzioni italiane.
7 – RIPETUTI ATTI DI AGGRESSIONE E DI GUERRA CONTRO IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE DEL POPOLO VENETO (MLNV), CONTRO IL VENETO FRONTE DI LIBERAZIONE (VFL) E CONTRO IL MOVIMENTU DE LIBERATZIONI NATZIONALI SARDU (MLNS) E CONTRO IL MOVIMENTU SICILIANU DI LIBIRAZIONI NAZIONALI (MSLN)
I movimenti di liberazione nazionale sono qualificati dalla loro legittimazione internazionale basata sul diritto all'autodeterminazione, essi conseguono una posizione internazionalmente rilevante a motivo dei loro scopi politici, quali la lotta per liberarsi dalla dominazione coloniale, da un regime razzista o dall'occupazione straniera.
Il principio di legittimazione dei movimenti di liberazione nazionale è quello dell'autodeterminazione dei popoli.
L'autodeterminazione del Popolo Veneto è un vero e proprio diritto inalienabile, incedibile e imprescrittibile, parte dello JUS COGENS (diritto internazionale imperativo).
Al solo Popolo Veneto spetta il legittimo esercizio di tale diritto erga omnes (nei confronti di tutti gli altri stati) e solo i movimenti di liberazione nazionale sono legittimati ad agire in nome di un intero popolo anche a livello internazionale.
Alla luce di tali principi, per decisione e volontà di alcuni Patrioti Veneti, il 29 settembre 2009 è stato istituito il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) ai sensi e per gli effetti delle norme del diritto internazionale, quale legittima espressione del diritto all'autodeterminazione dei popoli sancito dall'articolo 1 paragrafo 2 della Carta delle Nazioni Unite firmata a San Francisco in data 26 giugno 1945, entrata in vigore il 24 ottobre 1945, e dal "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici" adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966 (ratificato anche dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77).
Proprio perché il MLNV ha sempre seguito con rigore il percorso previsto dal diritto internazionale, poco tempo dopo il suo costituirsi lo stato straniero occupante italiano ha sferrato ripetuti violenti e repressivi attacchi contro questo MLNV contestando il reato di associazione paramilitare previsto e punito dal decreto legislativo italiano n. 43 del 14 febbraio 1948, con pene detentive in carcere fino a dodici anni (12 anni).
L’attività repressiva italiana si è sviluppata contro il MLNV e i suoi militanti con ripetuti atti di aggressione armata con blitz nelle privati abitazioni e nella sede del MLNV, sottoposte a perquisizioni, ispezioni e al saccheggio di tutti beni strumentali, computers, supporti e materiali informatici, telefoni cellulari, macchine fotografiche e videocamere, brochures, biglietti da visita, moduli anagrafici, denaro, uniformi mimetiche, nonché fucili e decine di pistole, migliaia di ogive e bossoli per munizionamento, centinaia di munizioni e numerosi armi bianche e coltelli tattici da combattimento, nonché la spoliazione, con disprezzo, di numerose bandiere nazionali della Repubblica Veneta, simboli e stemmi del MLNV.
Lo stato straniero italiano ha sottoposto ripetutamente e illegalmente i militanti del MLNV a gravi limitazioni della libertà personale, li ha sequestrati, segregati e sorvegliati a vista, li ha sottoposti ad interrogatori informali e a inaudite violenze morali e psicologiche, li ha schedati come criminali, il tutto in violazione dei fondamentali e inviolabili diritti umani, civili e politici di cui al "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici" adottato e aperto alla firma a New York il 16 e il 19 dicembre 1966 (ratificato anche dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77) e sanciti anche dalla costituzione italiana.
Con l’abuso dello strumento mediatico, le autorità di occupazione straniere italiane hanno esibito le armi sequestrate come parte dell’arsenale in dotazione al MLNV.
Alcuni parlamentari italiani in data 12 novembre 2009, nella seduta n. 245, hanno presentato interrogazione parlamentare a risposta scritta n. 4-04996 indirizzata al ministro dell’interno italiano, attribuendo al MLNV la valenza di una “pericolosa struttura paramilitare” con finalità eversive e secessioniste con tanto di “pianificazione di esercitazioni di tiro con armi da fuoco in località montane e di atti dimostrativi contro le forze dell’ordine italiane, sventata dall’inchiesta e dai primi elementi raccolti”.
Un ulteriore violento e repressivo attacco contro il MLNV è stato poi sferrato nuovamente da parlamentari italiani a seguito di un analogo ulteriore atto di aggressione posto in essere dalle autorità d’occupazione straniere italiane presentando un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno italiano per sapere quali misure intendesse assumere "per prevenire e contrastare l'organizzazione e le attività dell'associazione 'Polisia Veneta' legata al Movimento di liberazione nazionale del popolo veneto (MLNV)" esprimendo  ''preoccupazione per il rischio di sottovalutazione della capacità operativa e dell'ideologia di stampo separatista del gruppo paramilitare legato al MLNV".
In data 2 aprile 2014 lo stato straniero italiano ha sferrato tramite un reparto speciale militare della propria 4^ forza armata un ulteriore gravissimo atto di aggressione e repressione contro movimenti di liberazione nazionale veneti quali il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) e il Veneto Fronte di Liberazione (VFL), nonché contro varie associazioni e aggregazioni spontanee di Cittadini Veneti (Comitato 9 dicembre), organizzazioni sindacali venete (LIFE), e contro i loro militanti anche con provvedimenti di natura restrittiva in carcere e in regime di isolamento.
Con questo ulteriore atto di aggressione e repressione le autorità d’occupazione straniere italiane hanno ripetuto blitz armati nelle private abitazioni e sedi di lavoro.
Queste sono state sottoposte a perquisizioni, ispezioni e al saccheggio di tutti beni strumentali, computers, supporti e materiali informatici, telefoni cellulari, un “tanko” (tank) allo scopo di ricercare denaro, uniformi di tipo militare, armi, munizionamento e o parti di esse, veicoli blindati e parti di essi, progetti di azioni eversive, attrezzature idonee al compimenti di azioni militari ed equipaggiamenti tattici, nonché disegni tecnici relativi alla costruzione di sistemi d’arma artigianali e all’approntamento di veicoli destinati alle azioni militari, documenti di identità falsi e/o contraffatti e targhe false di veicoli nonché bandiere nazionali della Repubblica Veneta, simboli e stemmi dei Movimenti di Liberazione Nazionale e dei vari gruppi associativi.
Agli indagati e agli incarcerati vengono imputate responsabilità in ordine all’associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico nonché di  addestramento militare, istruzioni  sulla preparazione e l'uso di materiali esplosivi, di armi da guerra, di aggressivi chimici o di sostanze batteriologiche nocive o pericolose e di altri congegni micidiali.
Decine di indagati, donne comprese, sono stati incarcerati, molti dei quali anche in regime di isolamento, come il leader del movimento di liberazione nazionale Veneto Fronte di Liberazione (VFL) e una militante del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) che si sono dichiarati “prigionieri di guerra” di fronte all’autorità giudiziaria d’occupazione straniera italiana e come militati dei Movimenti di Liberazione Nazionale dei Popoli Siciliano e Sardo.
 
PER QUESTI MOTIVI
considerato che nel diritto internazionale spetta solamente alla Nazione vittima dell’aggressione far valere i propri diritti e le proprie pretese nei confronti dello stato autore delle violazioni delle norme del diritto internazionale e che quindi nel caso di specie, questa prerogativa spetta ai soli movimenti di liberazione nazionale che agiscono in nome dell’intero popolo sulla base del diritto all’autodeterminazione, il MLNV, per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio,  
 
CHIEDE
in nome dell’intero Popolo Veneto la cessazione della violazione della sovranità nazionale della Serenissima Repubblica Veneta e la riparazione dell’illecito;
 
ESIGE
che lo stato straniero occupante italiano consenta e riconosca l’esercizio del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto e che la comunità internazionale riconosca il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto;
 
SI APPELLA
agli stati della comunità internazionale affinché diano al MLNV sostegno, appoggio ed assistenza nella sua lotta intrapresa per il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto.
 
Considerato inoltre che nel diritto internazionale i movimenti di liberazione nazionale vantano diritti maggiori rispetto agli stati oppressori,
 
CHIEDE
agli stati della comunità internazionale di astenersi dall’aiutare lo stato oppressore italiano.
 
Atteso che i movimenti di liberazione nazionale, quali soggetti di diritto internazionale, per loro natura non possono essere soggetti alle autorità di occupazione straniere, il MLNV, per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio
 
CHIEDE
agli stati della comunità internazionale di pretendere dallo stato straniero occupante italiano l’immediata scarcerazione e liberazione dei Patrioti Veneti combattenti dei movimenti di liberazione nazionale incarcerati e/o indagati a motivo della loro lotta per la liberazione della Serenissima Repubblica Veneta e l’immediata cessazione di ogni ostilità e repressione.
 
CHIEDE
inoltre di essere ospitato da Stati terzi al fine di poter proseguire il suo legittimo percorso di liberazione della Patria Veneta dall’occupazione italiana e l’invocazione delle norme sulla protezione e immunità delle persone che agiscono per conto dei movimenti di liberazione  nazionale coinvolti, comprese quelle dei movimenti di liberazione nazionali sardo (Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu – MLNS) e siciliano (Movimentu Sicilianu di Libirazioni Nazionali – MSLN).
 
WSM
Venetia, …
Il Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e del Governo Veneto Provvisorio
Sergio Bortotto
 

 

L’ENNESIMO ATTACCO D UN REGIME ORAMAI ALLO SBANDO


images (1)Nuovo attacco al sito del MLNV con le solite manomissioni dei caratteri, dei testi e degli ipertesti per muoversi all'interno del ricco sito del Movimento. 
Ulteriore conferma che il processo, attuato secondo norme internazionali, dal Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto è alla fine del tunnel. Più colpite il Movimento e più i Veneti si riconoscono nel suo processo. 
Quale sarà la prossima mossa? 
Oramai sono strategegie viste e riviste, evitate gli spargimenti di sangue perchè se fino ad ora tutte le stragi del passato non sono arrivate a processo questa volta gli esecutori pagheranno anche per le precedenti.

Newsly the MLNV's site under attack, usual manomission of characters, text and ipertexts used to move the readers in the rich Movements's site.
Further confirm that the process, implemented by international laws for self-determination of peolpes by National Movement for Freedom of Venetian People, is at the end of its path. The most "You" shoot the Movement and more the Venetian People recognized itself on It. What will be the new move?
By now they're strategies views and views again, please avoid bloodshed because if the massacres of past didn't get the right judgment the today performers will pay for older too.
WSM
Venetia 15 aprile 2014
Montanari Matteo
Provveditore Generale e Capo Dipartimento del Governo Veneto Provvisorio 

E L’AUTOGOVERNO DI GARDIN CAVALCA IL SACRIFICIO DEI PATRIOTI PUR DI METTERSI IN MOSTRA…


E' meglio chiarire subito una cosa.
L'autogoverno di Gardin non può rappresentare il Popolo Veneto perché non è costituito sulla base del consenso popolare e tanto meno sui presupposti giuridici previsti dalle norme del diritto internazionale.
Personaggi come Gardin putroppo non mancano;  pretendono di presiedere un autogoverno e nel contempo si candinano a elezioni politiche e/o amministrative italiane per assicurarsi una "carega" e magari un buon rimborso elettorale.
Queste vipere sono sempre in agguato, pronte a cavalcare ogni opportunità per mettersi in mostra e rosicchiare un pò di visibilità mediatica.
Iniziative come quelle di Gardin possono comportare gravi impedimenti ed ostacoli alla causa e agli stessi Patrioti incarcerati.
Il famigerato Gardin sa bene che non può rivendicare alcunché per il Patriota Luigi Faccia, ma lo fa lo stesso, abituato com'è ad usare le persone e a sfruttare le circostanze a suo uso e consumo, basti ricordare il furto del tricolare a Venezia e per il quale, mentendo spudoratamente, aveva indicato me come ricettatore con tutte le conseguenze giudiziarie italiane del caso.
Diffidate di simili personaggi.
WSM
Venetia, 8 aprile 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

Al Presidente Matteo Renzi

Governo italiano – Piazza Colonna – Roma

Oggetto: status di "prigioniero di guerra" per Luigi Faccia, e sua remissione alle Autorità competenti della Repubblica Veneta.

Presidente Renzi,

abbiamo appreso dai giornali italiani che Luigi Faccia, arrestato il 3 aprile 2014 su ordine della Procura della Repubblica italiana di Brescia per attività patriottiche venete, si è dichiarato "prigioniero di guerra": una dichiarazione a causa della quale il Governo Veneto si sente chiamato in causa direttamente.

Infatti, l'attività resistenziale espressa nello specifico dalla costruzione di un congegno di tipo militare – seppur verosimilmente simbolico – esprime chiaramente un impegno patriottico veneto a contrastare l'occupazione "italiana" della Repubblica Veneta.

È dovere del Governo Veneto di assumere la difesa dei patrioti che agiscono onorevolmente in difesa della Repubblica Veneta.

Luigi Faccia, affermandosi "prigioniero di guerra", si dichiara cittadino della Repubblica Veneta e non cittadino italiano. Una distinzione che deve essere recepita, capita e rispettata dalle Autorità italiane.

Il Governo Veneto chiede pertanto al Governo Italiano di non procedere giudizialmente contro i patrioti veneti perché questi non agiscono da cittadini italiani contro lo Stato italiano, ma da cittadini veneti contro l'occupazione indebita e illegittima che perdura da oltre duecento anni della Repubblica Veneta.

Iĺ Governo Veneto chiede dunque al Governo della Repubblica d'Italia il riconoscimento e il rispetto dello status di prigioniero di guerra per Luigi Faccia, la sua immediata consegna nelle mani delle autorità venete, con il conseguente rispetto della sua libertà nel territorio appartenente alla Repubblica Veneta e di cui il ricostituito Governo Veneto rivendica la totale sovranità.

Il Governo Veneto trasmette copia della presente lettera alla Segreteria delle Nazioni Unite, all'Unione Europea e alla Segreteria della Sede Apostolica.

Distinti saluti.

Venezia 7 aprile 2014

Albert Gardin – Presidente del Governo Veneto

Governo Veneto – via Pio X, 6 – 31027 Spresiano – Repubblica Veneta

cell. 338 8167955

SEDE DEL MLNV VIOLATA NELLA NOTTATA ODIERNA.


2011.03.25 - UFFICIO SICUREZZA AL PARCO COMMERCIALE WILLORBADopo gli opportuni accertamenti e verifiche posso confermare che la sede del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio è stata violata nella nottata trascorsa dai soliti "ignoti".

Questa mattina, al mio arrivo, l'allarme di sicurezza risultava disinserito nonostante il collegamento con un istituto di vigilanza privato.
Se i Carabineri hanno fatto un'accurata perquisizione due giorni fa… chi e cosa cercava nella sede del MLNV questa notte … o cosa hanno messo ???
"A buon intenditor poche parole".
WSM
Venetia, 4 aprile 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP

 

INTERVENTO A SERVIZIO PUBBLICO


Intervento di Franco Marsura, marito di Maria Marini, illecitamente incarcerata dagli occupanti italiani, e del Presidente Sergio Bortotto, alla puntata di Servizio Pubblico. Ci scusiamo per il messaggio pubblicitario, dovuto al sito della trasmissione.

WSM

 

 

DENUNCIA ALLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA E ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE.


Il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), per il tramite del proprio apparato istituzionale previsto dall'art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, Governo Veneto Provvisorio (GVP), che gia stava predisponendo la denuncia dello stato straniero italiano alla Corte Internazionale di Giustizia per l'accanimento repressivo giudiziario per il caso "Polisia Veneta", provvederà all'integrazione della medesima con la denuncia di questi ulteriori atti di aggressione di guerra perpetrati contro il Popolo Veneto e anche contro il MLNV.

Nella fattispecie, intimerà e ordinerà alle autorità d'occupazione straniere italiane l'immediata scarcerazione di tutti gli arrestati nell'ultimo blitz di mercoledì 2 aprile 2014.
Il Governo Veneto Provvisorio chiederà l'aiuto delle Nazioni amiche del Popolo Veneto e in particolare a quei Governi degli Stati che hanno dato riscontro agli appelli del MLNV, affinché diano il necessario sostegno, appoggio e assitenza a questo Governo Veneto Provvisorio del MLNV nel percorso di autodeterminazione e liberazone intrapreso e si facciano garanti del buon esito della denuncia che sarà inoltrata all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
WSM
Venetia, 3 aprile 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

ENNESIMO ATTACCO CONTRO IL POPOLO VENETO DA PARTE DELL’ITALIA.


Breve comnunicato per segnalare l'ennesimo attacco perpetrato dalle autorità d'occupazione straniere italiane contro il MLNV e contro altri Patrioti di cui al momento non abbiamo chiarezza.

Il problema è serissimo e la cosa inaudita e gravissima è il sequestro di telefoni cellulari e pc dei membri del direttivo del MLNV ai quali non sono stati restituiti rendendo difficile se non impossibile le proprie comunicazioni.
Siamo vicini anche ai Patrioti arrestati (secondo il comunciato ansa) di cui ancora non conosciamo l'identità  e il movimento o gruppo di appartenenza.
Speriamo che la Comunità Internazionale e i Paesi Amici del Popolo Veneto alzino la voce contro quest'ennesimo atto di aggressione e colonialismo contro il Popolo Veneto e le sue legittime aspirazioni di tornare libero e sovrano sulle proprie terre d'origine quelle dell'amata Patria, la Serenissima Repubblica Veneta.
Non abbanodateci all'illegale e illegittima violenza della repressione italiana.
Viva San Marco.
Venetia, 2 aprile 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
riproponiamo un articolo dell'ansa:
Blitz contro secessionisti veneti: 24 arresti, altri 27 indagati
Operazione dei carabinieri del Ros. Sequestrato anche carro armato 'artigianale'
ROMA
02 aprile 2014
07:58
Blitz dei carabinieri del Ros contro un gruppo secessionista accusato di aver messo in atto "varie iniziative, anche violente", per ottenere l'indipendenza del Veneto, e non solo. 
Ventiquattro gli arresti in corso di esecuzione da parte dei militari dell'Arma in varie regioni, su ordine della magistratura di Brescia.
Nelle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del tribunale di Brescia su richiesta della procura, sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra.
I Carabinieri stanno anche eseguendo perquisizioni a carico di altri 27 indagati.
Secondo le indagini del Ros, le persone arrestate avrebbero fatto parte di un "gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano".
Tra gli episodi contestati ai secessionisti arrestati oggi dai carabinieri su disposizione della magistratura di Brescia c'è anche quello, riferiscono gli investigatori, della "costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco". 
Il mezzo è stato sequestrato. 
I particolari dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella procura di Brescia.
 
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ECCO PERCHÉ LA RUSSIA HA DECISO DI DIRE SÌ ALLA VITA

Che sembrino lontani o meno i tempi della Guerra fredda, il confronto tra Occidente e Russia è ora più che mai attuale, ma cambia totalmente la prospettiva: in questa intervista ad Alexey Komov (ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie) sono i veri valori umani che emergono, non la sete di potere.
I “senza Dio” di un tempo varano la costruzione di migliaia di chiese, monasteri e luoghi di culto, difendono la sacralità della famiglia e non si nascondono dietro il "politicamente corretto": si deve fare quello che serve ed è giusto, senza preoccuparsi di strumentalizzazioni.
Questo è l’atteggiamento di chi vuole guidare un popolo, una nazione e, se dovesse servire, essere modello per altri.
Forse il regime sovietico, da cui sono fuori usciti i Russi, può insegnare e dare conferma che ad un passo dal baratro tutti cambiamo.
WSM
Venetia, 31 Marzo 2014
Enrico Pillon, Delegato del MLNV e Provveditore Generale – Segretario di Stato del GVP

Alexey Komov (Congresso mondiale Famiglie): «La svolta “life-friendly” di Mosca?

Putin asseconda solo la rinascita del nostro popolo dopo il regime sovietico.
E pazienza se voi europei non capite»
«Noi russi abbiamo vissuto sulla nostra pelle le conseguenze di un’ideologia che ci aveva fatto credere che saremmo stati felici senza Dio.
Siamo arrivati a un centimetro dal suicidio umano e demografico. Adesso vogliamo tornare indietro».
Alexey Komov è l’ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie, la più grande piattaforma internazionale per la difesa della famiglia naturale.
In Italia per un convegno su Russia ed Europa organizzato a Rovereto dalla rivista Notizie Pro Vita, ha accettato di spiegare a Tempi le ragioni della svolta “life-friendly” di Mosca dopo il crollo del comunismo.
In effetti negli anni Novanta, dopo settant’anni di regime, la Russia aveva indici di sviluppo umano da agonia.
Fino alla vigilia della Rivoluzione bolscevica del 1917 il cristianesimo ortodosso era il fulcro della società russa.
Nell’Ottocento l’ideologia marxista, partorita in Occidente, fece breccia nel cuore di alcuni intellettuali e borghesi russi.
Secondo il materialismo comunista la scienza sarebbe riuscita a rendere l’uomo padrone di tutto.
Non c’era più posto per la Chiesa che ricorda la dipendenza da Dio e dalle leggi naturali per la realizzazione dell’uomo e del bene comune.
Perché la Russia ora guarda a queste idee con grande sospetto?
Perché fummo i primi a conoscerle.
Dopo la Rivoluzione d’ottobre fu legalizzato l’aborto, il divorzio, la famiglia come “affare” di Stato.
Sull’orlo del precipizio ci siamo voluti fermare.
Però la svolta “confessionale” di Putin e l’idea di fare della Russia una sorta di baluardo della cristianità non gode di buona stampa in Occidente.
Senta, innanzitutto il governo sta approvando leggi che proteggono l’essere umano, cosa che si dovrebbe pretendere da ogni sovrano.
Poi la valorizzazione del cristianesimo deriva dal fatto che Putin si è accorto che nel degrado assoluto l’unica cosa che ha resistito è stata la Chiesa ortodossa.
La Russia ha provato il dolore di vivere senza Dio, per questo non crede più al comunismo e rigetta l’ateismo.
Non a caso oggi il 77 per cento dei russi dichiara di credere in Dio e il 69 per cento è battezzato.
Negli ultimi vent’anni sono state ricostruite trentamila chiese, seicento monasteri e altre duecento chiese sorgeranno presto a Mosca.
Capisco che l’Occidente non capisca, visto quello che succede da voi.
Però è così, il governo non sta imponendo nulla.
E Putin sta solo prendendo atto del sentimento religioso riemergente nel popolo russo.
In Russia vige ancora un sistema autoritario che ha ben poco di compatibile con la nostra democrazia.
La “vostra” democrazia?
In Occidente siete arrivati al punto di vedervi costretti per legge, e senza che nessuno abbia chiesto il vostro parere, a insegnare ai vostri figli che secondo questa “teoria del gender” non esistono “la mamma” e “il papà”, ma solo genitori A e B, che possono essere anche dello stesso sesso, e che si deve “scegliere” se essere “bambini” o “bambine”.
Però senza discriminazioni, perché tutti devono essere uguali…
Ecco, quando sento queste cose, quando sento che questa sarebbe “democrazia”, ripenso a me bambino.
Ricordo che camminando per strada vedevo gli edifici progettati dalla nostra “grande democrazia socialista”, ed erano tutti brutti, tutti grigi, tutti uguali.
Poi da qualche parte spuntava ancora qualche chiesa, bellissima, e subito sorgeva in me il desiderio di entrarci, di andare a rifugiarmi lì.
Oggi le parti si sono invertite.
Il popolo russo non cede all’ideologia Lgbt perché è molto meno ingenuo di quello europeo.
La gente sa bene come gli intellettuali possono arrivare a imporre ideologie disumane.
È sufficiente legiferare secondo il diritto naturale per cambiare un paese?
Tuttora in Russia c’è una grande crisi demografica.
Vent’anni fa siamo arrivati a quattro milioni di bambini abortiti ogni anno.
Ora siamo scesi a circa due milioni.
La politica da sola non basterà mai.
Ma per fermare l’ingiustizia è necessario vietarla per legge.
E comunque a ridurre i numeri dell’aborto sono stati anche il divieto del governo di pubblicizzarlo, il fatto che le leggi prevedano il finanziamento dei Centri di aiuto alla vita, lo stanziamento di una somma pari a dieci mila euro per il secondo figlio e concessioni demaniali a chi ne ha più di tre.
Per il resto è compito dei cristiani e degli uomini di buona volontà ricostruire il tessuto sociale.
Qual è la situazione della famiglia oggi in Russia?
La situazione sta migliorando, ma ancora la metà dei matrimoni finisce in divorzi. La cultura di massa che passa attraverso la televisione, i film americani, le riviste e i media digitali condizionano le nuove generazioni.
Anche in Russia i media restano i principali educatori…
La Russia rischia sanzioni per le sue leggi “contro la propaganda e il proselitismo gay”.
Non teme il suo isolamento a livello internazionale?
No, perché la maggioranza dei russi la pensa esattamente come Putin.
Il quale non ha nulla da temere perché il nostro paese dispone di un importante deterrente nucleare ed è lo snodo fra l’Europa e l’Asia.
La nostra forza è sotto gli occhi di tutti.
Basti pensare che insieme a papa Francesco siamo riusciti a frenare la guerra in Siria e a bloccare il piano di Obama di bombardare Damasco.
E mi lasci dire che noi russi abbiamo anche un senso messianico della nostra presenza nel mondo.
Messianismo che può essere pericoloso, come quando volevamo esportare ovunque il comunismo, ma che ritorna utile ora che vogliamo ritrovare le nostre radici cristiane.
E degli arresti delle Pussy Riot o degli attivisti di Greenpeace che dice?
Non sono sintomi di un “regime”?
Le persone pensano anche che noi russi non abbiamo l’acqua, che viviamo in povertà e che c’è corruzione ovunque.
Invece in Russia la qualità dei servizi è ottima, la tassazione è al 40 per cento, la popolazione sta mediamente bene, costruiamo molto, importiamo e la materia prima è sfruttata con intelligenza.
C’è libertà di impresa e anche di espressione.
Mentre in Occidente in certi ambienti non potete neppure indossare una croce.

TRATTO DA QUI

 

ECCO IL DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO EMESSO DAL TRIBUNALE STRANIERO ITALIANO CONTRO IL MLNV … OGGI LE COMICHE.


Avendo necessità di far comprendere quanto l'italia stia insistentemente e spudoratamente violando precise norme di diritto internazionale, della sua costituzione e delle sue stesse leggi, ​alleghiamo copia originale del decreto di rinvio a giudizio emesso dal tribunale straniero italiano a Treviso contro alcuni membri del direttivo di questo MLNV.

E' talmente grottesca la farsa poliziesco/giudiziaria messa in piedi da questi banditi che anche un imbecille capirebbe l'assuridtà delle accuse.
Tale decreto evidenza anche il disimpegno in questa operazione di polizia e magistratura straniera italiana di altre provincie.
Taluni membri del Direttivo di questo MLNV, infatti, pur rivestendo posizioni apicali e avendo partecipato in egual modo e misura a tutte le attività, ed essendo stati indagati e aver subito le vessazioni gravissime degli sgherri italiani, non sono però stati rinviati a giudizio … strano ma non è un caso che tutti loro non siano residenti nella provincia trevigiana.
Ecco il documento del tribunale straniero italiano:
 
2014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.1
2014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.22014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.32014.03.05 - TRIBUNALE TREVISO - GIP - DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO - PAG.4
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed ecco gli illeciti che invece il MLNV contesterà allo stato straniero italiano in sede di Corte Internazionale di Giustizia:
 
GRAVISSIMI ILLECITI INTERNAZIONALI, quali reiterati atti di forza, di aggressione e di guerra contro il MLNV, contro i membri del suo Direttivo e contro altri appartenenti al MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto ed in particolare: 
  1. il PATTO INTERNAZIONALE  RELATIVO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI alla firma a NEW YORK il 16 dicembre 1966 e ratificato dall'italia con la legge 881/77 del 25 ottobre 1977;
  2. la RISOLUZIONE N.2625 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 24.10.1970;
  3. i principi sanciti nella CONFERENZA SULLA SICUREZZA E LA COOPERAZIONE IN EUROPA avvenuta ad Helsinki il 1 agosto 1975;
 
GRAVISSIMI ILLECITI A SFONDO RAZZISTA, POLITICO E DISCRIMINATORI posti in essere con premeditazione e con dolo specifico contro i membri del Direttivo del MLNV, contro altri appartenenti al MLNV, nonché contro altri Cittadini del Popolo Veneto
 
VIOLAZIONI DI DOMICILIO CON ARMI DA GUERRA;
 
ILLEGALI PERQUISIZIONI PERSONALI E LOCALI presso le private dimore;
 
SEQUESTRI DI PERSONA AGGRAVATI;
 
REITERATE MINACCE;
 
INTERROGATORI INFORMALI;
 
VIOLENZE MORALI E PSICOLOGICHE sugli indagati appartenenti al MLNV sottoposti illegalmente a grave limitazione della libertà personale in quanto sequestrati, segregati e sorvegliati a vista per molte ore negli uffici della sezione politica della polizia di stato straniera italiana a Treviso;
 
SUBORNAZIONI DI TESTI, sottoposti ad atti intimidatori e minacce;
 
CALUNNIE AGGRAVATE;
 
REITERATE FALSITÀ IDEOLOGICHE IN ATTI;
 
DIFFAMAZIONI AGGRAVATE A MEZZO STAMPA, RADIOTELEVISIONE E ALTRI ORGANI DI INFORMAZIONE;
 
ATTIVITÀ ILLEGALE DI SPIONAGGIO;
 
INTERFERENZE ILLECITE ED INDEBITE NELLA VITA PRIVATA E NELLE COMUNICAZIONI PRIVATE;
 
PUBBLICAZIONE ILLECITA DI INTERCETTAZIONI TELEFONICHE SUGLI ORGANI DI STAMPA E DI INFORMAZIONE;
 
FURTO DELLE IDENTITÀ PERSONALI, con illegali rilievi foto-dattiloscopici;
 
FURTO DI BENI ED EFFETTI PERSONALI (beni ed effetti personali, nonché dati, materiali e supporti informatici, illegalmente sottratti);
 
APPROPRIAZIONE INDEBITA DEI SUDDETTI BENI ED EFFETTI PERSONALI illegalmente sottratti;
 
OMISSIONI DI DENUNCIA dei crimini commessi dagli stessi inquirenti italiani;
 
REITERATE OMISSIONI E RIFIUTI DI ATTI DI UFFICIO;
 
OMISSIONI D’ATTI D’UFFICIO per aver omesso di dare contezza di tutti gli atti, di tutte le operazioni tecniche eseguite e di tutta l’attività complessivamente posta in essere dagli inquirenti italiani su tutti i suddetti beni ed effetti personali illegalmente sottratti, e quindi su modalità e luogo di custodia, nomina custode, apposizione e/o rimozione dei sigilli (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
 
OMISSIONI D’ATTI D’UFFICIO per aver omesso di dare altresì contezza di tutte le operazioni tecniche eseguite sugli strumenti e supporti informatici illegalmente sottratti, quali ad esempio tutte le attività di spionaggio e di estrazione dei dati informatici presenti nei supporti informatici, nonché accensioni, consultazioni, visualizzazioni ed estrazioni di files e di altri dati dai personal computer (come prescritto dalle stesse norme di procedura penale italiane);
 
ABUSI D’UFFICIO;
 
ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE finalizzata a commettere i predetti crimini a sfondo razziale e politico contro i membri del Direttivo del MLNV e contro altri cittadini del Popolo Veneto;
 
REITERATA VIOLAZIONE DELL’ART.294 DEL CODICE PENALE ITALIANO per aver ripetutamente attentato ai diritti politici del cittadino per aver usato violenza, minaccia ed inganno, nel tentativo di impedire in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico.
 
VIOLALZIONE DELL'ART.10 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA.
 
WSM
Venetia, 27 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 

iscrizioni a ruolo giudiziario per le vicende "Polisia Veneta":

… più tutti gli operatori della polizia di stato straniera italiana che si sono contraddistinti per i gravi abusi commessi nell'esercizio delle loro funzioni.

Ma non dimentichiamo e non dimenticheremo… guardate bene in faccia questi che per noi sono veri e propri delinquenti stranieri italiani.
 
0 carmine damiano
iuliano flaviano
valmassoicarminedamiano07_6_are_f1_109_a_resize_526_394
LA RESA DEI CONTI
 

LA CASTA SI RIFA’ IL TRUCCO E ADESSO MIRA AD IMPADRONIRSI DEL MLNV

 

734557_414343795307983_568864042_nImprovvissamente l'attenzione dei "venetisti" (non dei Patrioti) si focalizza sul MLNV e Gabriele Perucca, già nel MLNV, poi con la Life, poi con l'autogoverno di Quaglia e Gardin, poi nei Comitati del 9 Dicembre (è sicuramente un Patriota che si da molto da fare), adesso torna con la proposta di costituire un "comitato di liberazione nazionale".
"…ci vuole CLN formato e condiviso da tutti i movimenti indipendentisti che porti avanti un minimo comun denominatore che si chiama DICHIARAZIONE UNILATERALE DI INDIPENDENZA.
Andate avanti anche con ciò che state già facendo con il MLNV, nessuno dice il contrario.
Ma qui dobbiamo portare in campo dei numeri concreti che non mi sembra ad oggi il MLNV abbia.
Insieme si costruisce la Repubblica Veneta.
È una occasione storica…"
e ancora
"… Sergio per l'indipendenza de facto ci vogliono i numeri.
E ad oggi, con tutta la stima che tu sai ho per te, i numeri il MLNV non è riuscito a portarli.
Il riconoscimento c'è se esiste una base numerica a supportarlo.
La condivisione di un percorso minimo creato da tutti è l'unico modo per portare dei numeri ed il consenso.
Se ciascuno di noi non fa un passo indietro rispetto a quello che ha portato avanti fino ad oggi, capendo che esiste solo l'obiettivo finale, non ne usciamo.
L'incontro è fissato per venerdì.
Se creiamo un CLN condiviso da tutti il riconoscimento da parte delle istituzioni internazionali sarà immediato…"

Io continuo a noi capire la posizione di Gabriele Perucca e il perché si dovrebbe costituire un nuovo Movimento di Liberazione Nazionale.
Si sa benissimo che  il MLNV come tutti i Movimenti di Liberazione Nazionale non si costituisce sulla base del consenso popolare ma sul diritto all'autodeterminazione del Popolo Veneto e che solo un movimento di liberazione nazionale può rivendicare.
Se vuole i numeri perché non confluire e sostenere il MLNV ??? 

avvoltoioPersonalmente non lascerò che il MLNV cada in mano rapaci che da vent'anni hanno solo lavorato per la propria immagine e in senso partiocratico e politico italiano.
A tutti i Veneti di buona volontà ribadisco che il MLNV è aperto a qualsiasi collaborazione ma solo a queste regole o si rischia di distrugge tutto.
E poi son stufo che ci venga servita la solita retorica e ci venga fatta la morale in nome della Patria … non c'è affatto bisogno di fare un passo indietro è necessario farne uno verso il MLNV che in tutti questi anni è ancora qui a differenza del proliferare delle sigle e di falsi movimenti indipendentisti.
Giù le mani dal MLNV.
WSM
Venetia, 24 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio


 

DAL PLEBISCITO AL PARTITO

 

"Niente di nuovo sul fronte occidentale", si chiude il sipario sul sondaggio virtuale indetto da plebiscito.eu, e si apre quello sul solito palcoscenico: la politica italiota.

Dopo i risultati eclatanti ma impossibili da verificare, in quanto prodotti internamente e mai sottoposti a verifica di terzi, su cui si può avanzare il beneficio del dubbio, ma difficilmente quello del buonsenso, ecco arrivare la notizia che sorprenderà i più, ma lascia assolutamente indifferente chi tratta la liberazione della Patria come una cosa seria.
1529992_639293416138058_733887819_oSi apprende infatti dalla stampa che sarà lanciato l'ennesimo partito italiano sedicente indipendentista (non perdiamo tempo a contarli, ma dovrebbero sfiorare la decina), ad opera degli organizzatori di plebiscito.eu, comunque volti già noti nell'ambiente partitico. Il partito si chiamerà Veneto Sì, e sinceramente finisce qui il nostro interesse per l'argomento, di qualsiasi natura esso sia, un partito italiano è assolutamente controproducente alla Causa, e sarebbe quindi l'ennesimo spreco di risorse e tempo argomentare su di esso.
Torniamo invece sul sondaggio, giusto per chiarire, al netto della veridicità dei suoi risultati (ripetiamo, impossibile da verificare al momento), perché esso è fine a se stesso da ogni prospettiva lo si guardi.
Dal punto di vista del Popolo Veneto, esso è inutile, in quanto indetto utilizzando le liste elettorali della regione veneto italiana, il che è profondamente scorretto per alcuni semplici motivi:
  1. La regione veneto NON RAPPRESENTA il Popolo Veneto con i propri residenti, né i suoi confini territoriali
  2. Se un Veneto si fosse visto togliere, o avesse rinunciato, come i membri del MLNV, alla cittadinanza italiana, e quindi non potesse, o non volesse (come è suo dovere) votare in ambito italiano, sarebbe stato escluso dalla consultazione
  3. Non è possibile esprimersi su un diritto fondamentale, l'art.15 dei Diritti Umani indica come diritto fondamentale quello alla Nazionalità, quindi i Veneti hanno diritto alla Nazionalità Veneta, che nel 1866 gli venne tolta, e questo non può essere precluso da una votazione, indipendentemente dal risultato della stessa.
​Dal punto di vista italiano, esso è un semplice sondaggio sull'opinione dei cittadini residenti nella regione veneto, ma se per assurdo lo si volesse far passare come referendum esso diventa illegale per i seguenti motivi
  1. L'italia non ammette la secessione di parti di territorio su cui essa si considera sovrana
  2. L'ordinamento italiano non ammette referendum legislativi, propositivi o deliberativi
  3. Le regioni italiane non hanno competenze internazionali
  4. Le regioni amministrative degli stati non possono appellarsi all'autodeterminazione
  5. Un referendum non può essere indetto da soggetti privati
​Non c'è molto altro da aggiungere, a parte lo scoramento per l'ennesima presa in giro, da parte di quelli che ormai possono essere definiti "i soliti noti", pronti a svendere la credibilità, l'onestà e la dignità dei Veneti per raggiungere poco onorevoli fini, come gli scranni dell'amministrazione occupante italiana e i ghiotti emolumenti annessi, pagati con i beni estorti al Popolo Veneto e a tutti gli altri Popoli della penisola da più di un secolo.
WSM

Venetia, 24 Marzo 2014

Davide Giaretta

Vice Presidente del Governo Veneto Provvisorio 

LA STAFFETTA DEL POPOLO VENETO

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La sesta edizione della staffetta "da San Marco a San Marco" ha toccato l'ultima tappa domenica 24 marzo con l'arrivo nella nostra storica capitale; l'accoglienza in Basilica affievolisce lo sforzo che ha accumunato un sempre maggiore numero di Veneti, accorsi da tutto il territorio.
Se fino ad ora si è trattato di una sfida per avvicinare il popolo Veneto alla propria realtà, in futuro questo splendido evento farà da sfondo al contesto del turismo itinerante diventando un peregrinaggio aperto tutto l'anno, con un suo preciso tracciato descritto da tappe importanti che da troppo tempo non godono del meritato prestigio religioso e storico.
Abbiamo incontrato sindaci, semplici cittadini e fieri veneti che ci hanno accolto con una calorosa stretta di mano; pochi si sono permessi di negare un saluto alla moltitudine di gonfaloni che fieri tagliavano il vento.
Dall'energia sprigionata in questi istanti si coglie la forza del risveglio di un popolo; il silenzio rotto solo dai profondi respiri avvicina più di profonde e consumate discussioni, senza simboli, slogan e tristi insistenze abbiamo vissuto l'arrivo della bella stagione col sorriso sulle labbra e la convinzione di essere in marcia verso la nostra millenaria meta.
Ci salutiamo con l'augurio di assaporare le prossime edizioni da uomini liberi nella nostra amata patria veneta.
WSM
Venetia 24 marzo 2014
Montanari Matteo
Provveditore Generale e Capo Dipartimento del Governo Veneto Provvisorio 

POLITICANTI ALLA GUIDA DELL’INDIPENDENTISMO VENETO? L’INGANNO E’ DIETRO L’ANGOLO?


C'è da crederci.
Come gli unici e autentici paladini dell'indipendenza del Veneto, dopo essersi rifatto il trucco, ecco i soliti "venetisti" o italoveneti che fino all'altro ieri si sono inutilmente candidati alle elezioni politico/amministrative italiane.
Al Popolo Veneto viene propinato il referendum di plebiscito.eu come fosse la soluzione e non per ciò che è in realtà … un sondaggio.
Se tale operazione mediatica, costosissima, pianificata ed elaborata con l'aiuto sicuramente delle istituzioni italiane (come hanno fatto ad usufruire dei dati anagrafici dei cittadini???) se, come si diceva, tale operazione fosse stata realmente proposta per il sondaggio che è, l'avremo forse sostenuta tutti.
Ma essere chiari e trasparenti è un rischio che in politica è meglio non correre ed è meglio forzare il consenso popolare spacciando l'operazione facendo credere ai votanti che il loro SI o il NO possa determinarne o meno il cambiamento proposto.
ASSETATO NEL DESERTO 2Ma questa consultazione ha lo stesso valore di un miraggio.
Pensate ad una persona stremata ed assetata nel deserto alla quale si chiede se vuole un bel bicchiere d'acqua fresca che gli si fa vedere in una foto … ovvio che direbbe di si, ma quell'immagine non lo disseterebbe.
Il fatto poi che questa consultazione sia limitata alla regione veneto, espressione di un ente territoriale italiano, la dice lunga sulle vere intenzioni dei promotori …  perché la regione veneto non ha nulla ha a che vedere con la Repubblica Veneta i cui territori sono molto più vasti.
E' evidente il compromesso che si tenta di nascondere con questa operazione, potere in cambio di una sovranità del Popolo Veneto limitata ad una parte dei propri territori.
Il ripristino di sovranità del Popolo Veneto su tutte le proprie terre sarebbe l'inevitabile fallimento del sistema italia e porterebbe sicuramente al ripristino di sovranità di altri territori di Nazioni ancora oggi occupate dallo stato straniero italiano, pensiamo ai territorio di Trieste, ai territori del Trentino e dell' Alto Adige, alla Repubblica Ligure, alla Nazione Siciliana e a quella della Sardegna, alla Napolitania … e così via.
La dice lunga inoltre l'improprio accostamento mediatico che ancora una volta viene fatto tra il MLNV e la Polisia Veneta e "stranamente" tutto questo succede sempre in prossimità di tornate elettorali.
Ancora una volta i politicanti e caregari di turno cavalcano la falsa operazione politico/giudiziaria italiana scatenata contro il MLNV per autocelebrarsi e pronti a  "sacrificare" dei patrioti il cui percorso giuridico intrapreso da molto fastidio e deve essere da loro e solo da loro portato a termine … l'ambizione del potere è più forte dei doveri nei confronti della Serenissima Patria.
Non a caso questi falsi profeti parlano di costituzione di un governo provvisorio che, diversamente da come è stato costituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell'art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, non può essere costituito sulla base del consenso popolare perchè il diritto all'autodeterminazone non prevede quel tipo di percorso.
Strano a dirsi, ma ancora una volta l'italia sembra proprio perpetuare un falso plebiscito già estorto nel 1866 e che nonostante l'ovvio consenso popolare per lo stato straniero occupante non avrebbe alcun valore giuridico.
Non ci si libera da una tirannia per sottomettersi ad un'altra.
WSM
Venetia, 19 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
La regione veneto non è occupata, è un ente amministrativo italiano. 
Ancora non l'avete capito vero?
Che tutto serve per legittimare la regione, e quindi far passare l'idea che i Veneti non sono un Popolo, ma i residenti della regione veneto… non vi entra in testa, è un trucco palese che nessuno vede e che sarebbe una vittoria schiacciante per l'italia, perché riconoscere un suo ente amministrativo, nonché conferirgli una rappresentatività, farebbe finire tutto sotto giurisdizione italiana, e come ben sapete, la legge italiana non ammette, e questa volta la ragione sarebbe dalla sua parte, la secessione (quindi non la liberazione, applicabile solo al Popolo Veneto) di una sua porzione. 
Esattamente come non lo farà la Spagna con la Catalogna, finché non cambieranno registro anche loro.
"I Veneti, a volte indicati anche come Venetici, antichi Veneti o Paleoveneti per distinguerli dagli odierni abitanti del Veneto, erano una popolazione indoeuropea che si stanziò nell'Italia nord-orientale dopo la metà del II millennio a.C. e sviluppò una propria originale civiltà nel corso del millennio successivo."
Lo spiega anche Wikipedia, ma per molti è un concetto inarrivabile…
Davide Giaretta, Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Ecco l'articolo tratto da (CLICCA QUI):

Venezia lascia l’Italia la bolla (e balla) che sta contagiando i media stranieri

Bbc senza filtri, l'analisi del Daily Express, il Sunday morning ma nemmeno una riga sui giornali italiani
«Il Veneto vota per dividersi da Roma» ci informa la Bbc, la più autorevole tra le televisioni europee. 
Il Daily Express, un secolo e spicci di storia del giornalismo britannico, nel titolo ci mette anche un tentativo di analisi politica: «Come il voto di Venezia può cambiare faccia all'Italia», sottotitolo guarda te «cosa succede al gioiello che per un millennio ha brillato nell'Adriatico come centro globale del commercio e incrocio di culture». 
Il Sunday morning, in stile anglosassone tradizionale, resta sulla notizia: «Venice wants to leave Italy», Venezia vuole lasciare l'Italia. 
Punto. 
E i grandi giornali italiani? 
A lunedì nemmeno una riga, scelta sottolineata dai venetisti come evidente tentativo di boicottaggio. 
Colpa (anche) nostra, colpa di vent'anni di comunicati arrivati nelle redazioni e firmati da fantomatici ministri degli esteri, presidenti del consiglio, diplomatici di ogni ordine e grado che ci hanno relazionato su decreti e manovre di un Veneto indipendente che è sempre esistito. 
Non in area parlamentare, ma nelle teste di movimenti locali che hanno preso zero virgola alle elezioni, separandosi e scontrandosi tra loro, fino ad arrivare alla polverizzazione e in qualche caso alla scissione dell'atomo.
Insomma, un po' facevano sorridere e un po' preoccupare quando un Jack Frusciante qualsiasi usciva improvvisamente dal gruppo e combinava guai: tipo fondare una «polisia veneta» con le armi, attualmente fascicolo d'inchiesta con otto rinvii a giudizio; tipo sparare a un direttore di banca per poi dichiararsi prigioniero politico. 
Eventi che ci riportano ancor più indietro nel tempo, se non ai primi attentati ai tralicci degli indipendentisti, almeno all’assalto al campanile di San Marco dei Serenissimi. 
Ma non sono questi i veri venetisti di oggi, sono piuttosto un agglomerato di movimenti pacifici. 
Gli atomi si stano ricomponendo. 
Attorno a questo referendum che di istituzionale non ha nulla si stanno addensando anche cellule e persino pezzi di tessuto. 
Perché al di là del misunderstanding anglosassone – la balla-bolla mediatica pare si debba alla coincidenza del referendum in Crimea e a una serie di interviste che Lega e venetisti hanno concesso alla tivù russa quasi che il referendum digitale fosse davvero determinante – è anche vero che a forza di parlarne qualcosa potrebbe cambiare. Quelli che per vent'anni sono stati considerati deliri sono già argomento di dibattito politico in Consiglio regionale. 
Con la Lega, il partito guida in Regione, che, mentre da un lato offre una copertura culturale ai movimenti e chiede il referendum, dall'altro si distingue asserendo di volerci arrivare nel rispetto delle leggi. 
Le parole sono pietre scriveva Carlo Levi più di mezzo secolo fa, lasciano il segno.
Per ora hanno fatto un cumulo che si vede a distanza. 
E a quanto pare qualcuno lo scambia già per montagna.
18 marzo 2014
Alessandro Baschieri

Altro articolo tratto da (CLICCA QUI) … e non mancano i pregiudizi sulla volontà del Popolo Veneto da parte degli italiani.
 
«Indipendenza, 700 mila voti»
Scontro sul referendum digitale
Pd, Forza Italia e Radicali: «Non è una cosa seria».
Finanziatori ignoti, a controllare misteriosi «osservatori internazionali»
 
VENEZIA
Il Veneto come la Catalogna, come la Scozia, come le Fiandre. 
Come la Crimea. 
Uno Stato indipendente e sovrano. 
Serenissima Repubblica nel Terzo Millenio. 
Una suggestione che mette radici nel protoleghismo degli anni Ottanta e, complici le dispute recenti tra Russia e Ucraina sulle rive del Mar Nero, arriva a far capolino sulle pagine del Los Angeles Time e del Guardian, del Daily Mail e del Sunday Express, perfino sugli schermi della Bbc. 
Non è un caso che i membri di Plebiscito.eu facciano sfoggio della benedizione di Franco Rocchetta, il padre della Liga «madre di tutte le leghe»: il cordone ombelicale da lì parte, per arrivare sino all’oggi. 
Sono loro ad aver allestito il primo referendum indipendentista della storia del Veneto, quello che si sta celebrando in queste ore (è iniziato domenica, terminerà venerdì sera) tra tastiere, cornette e seggi improvvisati. 
Dicono di aver superato i 700 mila voti. 
Un’enormità, se è vero.
E d’altronde la congiunzione astrale è irripetibile per gli irriducibili del leone di San Marco: il dibattito sul diritto all’autodeterminazione (animato nientemeno che dallo «zar» Vladimir Putin), l’imminenza del voto catalano (sarà il 25 novembre), i rinnovati aneliti secessionisti della Lega Nord in affanno elettorale, le spinte autonomiste cavalcate da Beppe Grillo (ricordate la mappetta sul blog con i granducati?). 
E’ arrivato perfino l’appoggio (pro referendum, non pro indipendenza) di 185 Comuni… Il refrain sui «21 miliardi lasciati ogni anno dal Veneto a Roma», ai tempi della crisi nera, rischia di rivelarsi una tentazione irresistibile di fronte alla scheda virtuale costruita da Plebiscito. eu: «Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica federale indipendente e sovrana?». 
Vinceranno i sì oppure i no? 
E’ facile immaginarlo mentre è difficile crederci. 
Certo è che Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu dopo essere passato per una moltitudine di movimenti venetisti (la litigiosità di questo pezzo di mondo è proverbiale e ne ha limitato ogni ambizione elettorale), ieri sembrava ad un passo dal colpaccio: «Stiamo andando benissimo. 
La volontà del popolo veneto è inequivocabile, non potrà essere snobbata o sottovalutata».
Dal governatore Luca Zaia, innanzitutto: il principale rappresentante istituzionale del Veneto sta flirtando da settimane con gli indipendentisti (si dice stia allestendo una lista a tema in vista della sua ricandidatura nel 2015), forse convinto anche dalle spinte del segretario federale del Carroccio Matteo Salvini che sull’argomento sta costruendo tutta la campagna elettorale delle Europee (forse non è un caso che proprio nelle ex roccaforti padane di Vicenza e Treviso il referendum stia andando per la maggiore). «Appoggio qualunque iniziativa in tal senso – ha detto – ma non firmo nulla perché per me conta solo ciò di cui si discute in consiglio regionale. 
Non illudo i veneti, parlo per atti formali». 
Con ciò lasciando intendere di non aver votato online, mentre molti leghisti ieri facevano a gara ad esibire su Facebook l’immagine della schermata che conferma l’avvenuta partecipazione. 
Ma a che punto sta «l’atto formale» di cui parla Zaia? 
In realtà si tratta di due proposte di legge insabbiate da tempo in commissione Affari istituzionali. 
La prima è l’ormai celeberrima legge presentata da Stefano Valdegamberi di Futuro Popolare, che se approvata dà automaticamente avvio all’iter di convocazione del referendum secessionista. 
La seconda, dall’afflato meno rivoluzionario, è quella firmata da Costantino Toniolo, presidente della commissione in quota Ncd, che punta a chiedere ai veneti se vogliano o meno «più autonomia» da Roma. «Appena finita la sessione del bilancio – fa sapere Toniolo – si passerà alla discussione di queste proposte. 
Potremmo anche scegliere di celebrare un unico referendum con due distinti quesiti sulla scheda: indipendenza o autonomia? ».
Gli indipendentisti non ci credono più di tanto (i precedenti rimasti nei cassetti di Palazzo Ferro Fini si sprecano) per cui si sono organizzati per conto loro, facendo leva sulle risorse della Rete con un escamotage suggerito dagli stessi costituzionalisti interpellati dal consiglio, che hanno già messo in guardia sul rischio scioglimento per attentanto alla Costituzione nel caso di un voto formale in aula. 
Busato sa come fare: è titolare di un’impresa, Digitnut, che produce app per iPhone e iPad (anche il co-fondatore, Alessandro Giacomella, fa parte di Plebiscito.eu). 
Ha messo in piedi la centrale operativa a Treviso, quella logistica a Padova ed il call center a Vedelago. 
Quindi, grazie ad una capillare rete di 5 mila volontari, ha distribuito nella case di 3 milioni di veneti i codici necessari a votare online, via telefono o ai seggi allestiti grazie all’appoggio del Movimento 9 dicembre (i «forconi»). 
C’è un notaio? «No, ci sono degli osservatori internazionali ». 
E chi sono? «Li sveleremo insieme ai risultati, venerdì sera».
Chi paga l’iniziativa, a cominciare dai 3 milioni di lettere? «Sono 80 imprenditori. Alcuni noti (quelli che aderiscono all’associazione Veneto Business, spin off di Plebiscito.eu, ndr.) altri, i più generosi, preferiscono restare anonimi.
Temono "effetti collaterali" ». 
La bontà del referendum, assicura Busato, sta nei codici e nei documenti d’identità richiesti, oltre che nelle batch notturne di verifica dati con il database delle anagrafiche elettorali. «Abbiamo già individuato 30 furbi » dice. 
Tant’è, i dubbi restano molti, da destra a sinistra. «Abbiamo capito in tempi non sospetti che le primarie online non funzionano – dice il segretario del Pd, Roger De Menech – i controlli sono complicati e viene meno lo "sforzo fisico" che è la prova principale della volontà politica. 
Mi pare una rappresentazione lontana dai fatti concreti chiesti dai nostri imprenditori e non vorrei che si volesse sostituire al centralismo romano un neo centralismo veneziano».
Franco Fois dei Radicali, massimi esperti in materia, stigmatizza «la moda di organizzare un referendum un giorno sì ed un altro anche» e avverte: «L’iniziativa degli indipendentisti può essere indicativa di una tendenza ma non ha alcun valore g i u r i d i c o . Ha l a s t e s s a attendibilità di un sondaggio online». 
E mentre persino Flavio Tosi, segretario nathional della Lega, ammette trattarsi di «una provocazione nei confronti dello Stato centrale, un modo per smuovere il pantano a Roma ben sapendo che la Costituzione è chiara sull’indivisibilità della Repubblica », Elena Donazzan assessore regionale al Lavoro di Forza Italia, va giù piatta: «Vicende come questa sono un’affermazione di incapacità della politica, che invece di risolvere i problemi lancia proposte senza seguito. 
Piuttosto mi interrogherei sul perché Trento e Bolzano, che sono quattro gatti rispetto a noi, riescono ad avere un peso politico a Roma inarrivabile per il Veneto. 
Mentre noi stiamo qui a discutere di improbabili referendum, loro si fanno approvare in Finanziaria margini di autonomia sempre maggiori… ».
18 marzo 2014

SERATA DI PRESENTAZIONE TEA PARTY VENETO


In data 12/03/2014 ho partecipato, in compagnia del Provveditore Generale Montanari, ad una serata organizzata dal Tea Party Veneto in collaborazione con il Movimento 9 Dicembre e l'associazione partitica Veneti Indipendenti, nata dai partiti italiani Veneto Stato, Liga Veneta Repubblica e Futuro Popolare.
La serata è stata incentrata su due temi fondamentali, la "disobbedienza" fiscale e l'indipendenza del "Veneto" (poi vedremo il perché dei virgolettati).
La sensazione che scaturisce dall'incontro, per un "addetto ai lavori", è quella di grande confusione, o meglio di poca chiarezza e trasparenza.

Innanzitutto si continua a voler tenere il piede in due scarpe, mi spiace dirlo, da buoni italiani, abituati da sempre ad avere una bandiera di scorta nel caso la guerra girasse male, l'unica bandiera in grado di ottenere la loro fedeltà assoluta è quella della loro squadra (ovviamente italiana) di calcio, e a volte nemmeno quella.
Quindi ecco un susseguirsi di "legalmente", "legalità", "secondo le norme", che ovviamente sono quelle dell'occupante italiano, non certo quelle internazionali o quelle del buonsenso e della convivenza civile, che rispetto al codice del paese con "la costituzione più liberticida del mondo" sono diametralmente opposte.
Ad ogni modo, almeno per gli italiani, il discorso è valido, se essi vogliono arrabattarsi con ravvedimenti operosi vari e altre amenità della burocrazia italiota, sicuramente una non collaborazione, o almeno una parvenza di ostacolo ai funzionari italiani, sono sempre ben accette.
Interessante anche l'intervento di Don Marino Ruggero, parroco del padovano, che nella sua semplicità e onestà, ha dato un messaggio molto più forte, se per pagare le tasse non puoi mangiare, non pagare le tasse; se non hai di che vestire i tuoi figli, non pagare le tasse.
Altro che "ravvedimento operoso".
Naturalmente siamo ancora nella fase "italiana" della serata, quindi c'è la speranza di un escalation quando si toccherà il tasto indipendenza.
Per tacciare ogni speranza passiamo quindi alla parte "indipendentista" della serata, se così si può dire, di cui si fa unico portavoce tale avvocato Luca Azzano Cantarutti, fuoriuscito dal partito Indipendenza Venta, ora volto di una nuova compagine che raccoglie altri partiti italiani sotto il nome di Veneti Indipendenti.
Firmatario di una qualche legge della regione amministrativa italiana veneto, si produce in una scenetta che personalmente ho trovato aberrante, un'accozzaglia di qualunquismi da osteria, da indipendentismo leghista per capirci.

Immancabile il riferimento assoluto e unico alla regione veneto come un'entità in qualche modo rappresentativa del Popolo Veneto (questo sempre accuratamente evitato, in quanto è dominante l'idea di "residenti della regione" per ovvi motivi elettorali).
Cosa che non è, non è mai stata e non sarà mai.

La regione veneto non ha nulla a che fare col Popolo Veneto, se non il suo posizionamento entro parte degli antichi confini della nostra Repubblica, e un nome fuorviante.
Non ci facciamo mancare i soliti accostamenti totalmente errati con Catalogna e Scozia, vicine nella lotta ma a distanze abissali sul piano tecnico-giuridico. 
Ciliegina sulla torta il saluto dello stesso avvocato con un motto che suonava come "forza veneto libero" o qualcosa del genere, si vede che il nostro "Viva San Marco" non ha moltra presa sugli elettori italiani…
Qualche nota positiva dagli interventi del già citato Don Marino, da Gabriele Perucca, che fortunatamente rimarca l'importanza della nostra veneticità prima di tutto e dell'imprenditore Andrea Polese, esempio vivente del VERO sciopero fiscale, quello che se ne infischia di leggi e regolamenti.
Emblematico lo scambio di battute avuto con una giornalista del programma Agorà (intervento che ovviamente non è stato mandato in onda), che resta decisamente interdetta, nel momento in cui le si fa notare che per un Veneto non esiste un "residuo fiscale" né una regione veneto, che Bergamo e Brescia le considera parte della sua Patria, per un Veneto esistono i Veneti, che prima di tutto sono un Popolo, e non dei residenti geografici, ed esiste una Patria, che non si deve "staccare", che non è un "nuovo stato europeo", ma una Nazione antichissima, che deve essere liberata da un giogo pesantissimo, quello italiano.
Un messaggio che evidentemente fa paura a molti e non solo oltre i nostri confini.
WSM
Venetia, 16 Marzo 2014
Davide Giaretta
Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

CENA CAO DE ANO 2014


Il giorno 1° Marzo 2014, l'MLNV, ha partecipato alla cena organizzata dal 16° Reggimento Treviso 1797 Serenissima  Repubblica di San Marco, presso l'Osteria Al Cacciatore di Cornuda (TV), i presenti erano circa 170, tra gli invitati c'erano esponenti di partiti politici italiani quali Alessio Morosin di Indipendenza Veneta, Roberto Marcato della Lega Nord, rappresentanti della Liga Veneta Repubblica, nonchè Franco Rocchetta di Plebiscito 2013, Lucio Chiavegato del Movimento 9 Dicembre, Annamaria Deoni dell'Associazione Culturale Raixe Venete, inoltre il rappresentante istituzionale in ambito locale il vicesindaco di Cornuda, ed uno scrittore famoso profondo conoscitore della Cultura Veneta e del suo Popolo come Gianfranco Cavallin.

L'evento è stato gradito per la sua importanza storica data appunto la ricorrenza del Capodanno Veneto che secondo le antiche tradizioni viene festeggiato il 1° Marzo.

Questo perché nella Repubblica Serenissima, il 28 o 29 Febbraio era l'ultimo giorno dell'anno e corrispondeva all'incirca alla fine dell'Inverno e all'inizio della Primavera, e questo lo si può dedurre anche alla denominazione dei mesi settembre, ottobre, novembre, decembre, ossia 7, 8, 9, 10…e così via.
Purtroppo le condizioni atmosferiche avverse, non han permesso l'accensione del Falò del Buon Augurio….
Verso le 20:40 il Reggimento ha fatto ingresso in sala al cospetto di tutti i presenti, con una serie dimostrazioni militari veneziane e di ordini impartiti dal Comandante Mattias Von Der Schulenburg, interpretato dal Sig. Luciano Dorella; a lui il merito e l'onore da parte nostra, di aver creato questa Associazione Storica che fa tornare in auge gli antichi Reggimenti della Serenissima Repubblica di Venezia.
Da subito si è capito che l'atmosfera era particolarmente intensa e piena di emozione, poichè tra vari intermezzi storici legati al passato ancora presente nei nostri cuori, il grido "Par Tera Par Mar San Marco", risuona ancora nelle nostre menti con grande fragore.
La voce tuonante del Comandante, e gli ordini impartiti al suo reggimento, hanno fatto da cornice alle pietanze tipiche venete servite dalle cameriere dell'Osteria. L'atmosfera si è fatta ancora più intensa nel momento in cui è stato suonato l'Inno della Serenissima, che al tempo è stato composto dal nostro amatissimo e nostro conterraneo Antonio Vivaldi, uno degli orgogli del Popolo Veneto nel campo musicale come tanti altri hanno contraddistinto la Cultura quanto mai esemplare e maestosa che ha sempre accompagnato la storia della nostra Repubblica.
La serata è continuata tra una pietanza e l'altra con intermezzi storici, cori a San Marco da parte di tutta la sala con tutti i presenti, lacrime e gioia nel riassaporare questi momenti particolari.
Per finire poi è stato rievocato il ricordo dell'ultimo ammaina bandiera per il Gonfalone di San Marco, a Perasto nei territori dalmati del Montenegro odierno, lungo la costa Adriatica ultimo baluardo dei territori della Serenissima Repubblica per effetto dell'invasione Napoleonica, poi ceduto all'Impero Austroungarico.
Tra emozione e lacrime di alcuni dei partecipanti, il cuore batteva forte per quei momenti intonati e narrati dall'attrice che impersonava Giustina Renier Michiel, famosa storica veneta che visse a cavallo di quel periodo buio e quindi testimone per tutto il Popolo Veneto delle sofferenze decretate sopratutto dalla cattiveria dell'Esercito Napoleonico nel razziare senza pudore e senza la benchè minima sazietà, territori, viveri, ricchezze lasciando nella miseria più assoluta tutto ciò che lasciava alle sue spalle comprese terre e popolazione.
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Ma tornando alla cena, prima che il dessert fosse servito, il Signor Dorella, comandande del 16° Reggimento Treviso, ha voluto che ogni portavoce dei partiti politici presenti, movimenti e associazioni, andasse di fronte al pubblico della sala ed esponesse in pochi minuti il suo pensiero e le sue opinioni per far sì che l'unione di tutti i gruppi fosse fruttuosa e portasse a qualche risultato concreto….ovviamente il percorso del MLNV non può essere in sintonia con tali gruppi poichè si tratta di associazioni iscritte in ambito italiano.
 
 
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Ma ciò che più interessa al MLNV comunque è la consapevolezza ed il risveglio di coscienza, nonchè l'emozione che ancora una volta certi momenti donano. Non possiamo che soffermarci sulla particolarità di questo momento storico, un sentimento che ancora oggi perdura e che mai e poi mai potrà scomparire, perché la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura devono essere sempre in prima linea poichè un Popolo che non conosce il proprio passato non potrà mai avere un futuro.
WSM
Venetia, 12.03.2014
Rocco DE FLORIO, Procurator General del MLNV e Capo Dipartimento del Governo Veneto Provvisorio
 

E QUANDO CI SAREMO LIBERATI DALL’ITALIA ???


elemosinaSu facebook adesso c'è che teme che il Popolo Veneto possa arrivare veramente all'indipendenza.
Ripendiamo di sana pianta il post di un Veneto preoccupato:
go' na domandina da fare… metemo che doman i ne da' l'indipendenza… bon…. come la metemo con la moneta?
come la metemo con le marchette versa' fin deso e la pension?
perso tuto?
deme na risposta seria,la lese in tanti questa e el 16 le' visin….
ed ecco la risposta più che esaustiva del Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio Davide Giaretta:
…" Attenzione, se anche il Popolo Veneto si liberasse, questo non consente all'italia di sgravarsi dai suoi debiti, o restituisce in blocco le trattenute, o paga le pensioni, come le paga a tutti gli altri stranieri.
Innanzitutto, non è che tutti i residenti dei territori veneti diventano Venetici di colpo, ci sarà anche chi vorrà restare "italiano", poi ci sono i siciliani e i sardi e i napolitani che manterranno le loro nazionalità, come tutti gli altri residenti non Venetici.
C'è chi sta lavorando proprio a queste cose, come ad esempio gestire un nuovo PRA, avere una tassazione che non preveda praticamente ALCUN TIPO DI DICHIARAZIONE (altro che la balla dei 20mld, cosa facciamo? paghiamo le stesse tasse di adesso, solo che a dei "veneti" autoproclamati?), strutturare le forze dell'ordine, riformulare il codice della strada, gestire la fornitura energetica.
Nel silenzio assoluto, sia dei media italiani che dei sedicenti indipendentisti, c'è chi sta lavorando a queste cose, mentre c'è chi urla slogan e cerca di sfruttare meccanismi consolidati per scopi totalmente diversi da quelli esposti (a cosa servono dei candidati in un referendum? non vi sembra strana la quantità smodata di dati richiesti per votare?).
La lega insegna, che non è tutto oro quello che luccica… e smettetela di confondere i Venetici con i "veneti" italiani residenti nella "regione veneto" ente amministrativo italiano datato 1972!
Se qualcuno ha tanta visibilità, sappiate che c'è un motivo, guardate chi viene messo a tacere con denunce e persecuzioni giudiziarie…"
 
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