DENUNCIA ALLA INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE E ALLA INTERNATIONAL CRIMINAL COURT

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Oggetto:illeciti internazionali commessi dallo stato italiano contro la Repubblica di Venezia, contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), contro il Veneto Fronte di Liberazione (VFL) e contro il Popolo Veneto ma nell'occasione anche contro  il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu – (MLNS) e contro il Movimentu Sicilianu di Libirazioni Nazionali – (MSLN).
Crimini contro l’umanità e violazione dei diritti umani, civili e politici da parte dello stato italiano contro i Cittadini del Popolo Veneto e contro i militanti dei Movimenti di Liberazione Nazionali.

 
D E N U N C I A
 
INTERNATIONAL CRIMINAL COURT
INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE 
ALL' O.N.U. …
ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE … (seguono indirizzi specifici)

 
Eventi millenari della storia attribuiscono la qualifica di Popolo Veneto e Nazione Veneta alle Genti stanziate nel territorio delle Venetie, che condividono la stessa lingua, con varianti locali più o meno marcate, parlata da milioni di Veneti stanziali e da altri milioni di Veneti emigrati nel mondo, che condividono la stessa storia, le stesse tradizioni e la stessa cultura.
Qualsiasi comunità umana liberamente accomunata da un duraturo sentimento di appartenenza e avente un riferimento comune ad una propria cultura, lingua e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato, costituisce un Popolo, così come lo è quello Veneto.
La nazionalità Veneta è l’espressione dell’identità del Popolo Veneto che accomuna liberamente ogni proprio membro per il senso di appartenenza a tale specifica collettività per lingua, cultura, tradizione, religione, storia.
La nazionalità Veneta è conforme e si estrinseca con il concetto di Nazione Veneta destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità delle Genti Venete stanziate e sovrane sui propri territori.
I Veneti hanno vissuto liberi e sovrani nei Territori della Serenissima Repubblica di Venezia fino al 1797.
Storicamente dall’anno 1797 lo Stato Veneto ha subito l’occupazione dell’esercito napoleonico e dal 1815 i suoi territori sono stati occupati dall’impero austro-ungarico;   dal 1866 vi è poi de jure e de facto l’illegittima, illecita, violenta e repressiva occupazione dello stato straniero italiano, che ad oggi ancora agisce al fine di estinguere il Popolo Veneto, assieme alla sua cultura, la sua lingua, le sue tradizioni, i suoi usi e costumi.
La Repubblica Veneta, dall’anno 1866, è ancora di fatto oppressa dalla dominazione coloniale dello stato straniero italiano, che ha da subito imposto sui territori veneti, anche con la repressione militare, la sua amministrazione, le sue istituzioni, le sue forze armate e di polizia, e sfruttato tutte le risorse umane, finanziarie, fiscali, economiche, patrimoniali, naturali, paesaggistiche; ancora oggi persiste ad imporre un modello culturale, di mentalità, di usi e costumi completamente estraneo a quello del Popolo Veneto.
Per tali motivi il 29 settembre 2009 noi Patrioti del Popolo Veneto abbiamo costituito il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), ai sensi e per gli effetti delle norme del diritto internazionale, allo scopo di liberare i territori della Serenissima Repubblica di Venezia dall’occupazione straniera italiana e di ripristinare la sovranità del Popolo Veneto.
Il MLNV dopo la sua costituzione ha depositato la “denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Veneta da parte dello stato straniero italiano. Rivendicazione di Sovranità del Popolo Veneto.” presso la sede O.N.U. di Ginevra in data 28 settembre 2010 e presso la sede O.N.U. di New York il 27 novembre 2011.
Ha quindi notificato l’Ultimatum allo stato straniero italiano in data 14 dicembre 2010.
A seguito dei ripetuti atti di aggressione commessi dallo stato italiano contro il MLNV e i suoi militanti, si è costituito il Governo Veneto Provvisorio (GVP) quale apparato istituzionale del MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977.
Ciò premesso, questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) per il tramite del suo apparto istituzionale Governo Veneto Provvisorio (GVP)  denuncia lo stato italiano per i seguenti illeciti internazionali:
1 – VIOLAZIONE DELL'INTEGRITA' TERRITORIALE DELLA SERENESSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA
Nella primavera del 1797 Venezia era insidiata da vicino, per terra e per mare.
Tutti i Domini dello “Stato da Tera” erano stati invasi dalle truppe francesi, lanciati all'inseguimento dei reggimenti austriaci che si ritiravano a Trento.
Il generale Bonaparte, approfittando della neutralità dichiarata dalla Serenissima, si era impadronito di tutte le sue più grandi Città e fortezze.
Il Popolo Veneto era drammaticamente esposto a ogni tipo di violenza, taglieggiato e derubato con arbitrarie confische e frequenti furono le sommosse popolari che si scatenarono contro l'occupante d'Oltralpe.
A dimostrazione e conferma della volontà di “annettere” illecitamente i territori della Serenissima Repubblica di Venezia si ricorda che il 17 aprile 1796 Napoleone firmava a Leoben, in Stiria, un preliminare di pace con i rappresentanti dell'imperatore austriaco Francesco II.
Nelle clausole segrete annesse al trattato Napoleone Bonaparte già disponeva la cessione dei Domini di Terraferma della Repubblica di Venezia all'impero austriaco in cambio dello sgombero dei Paese Bassi da parte di quest'ultimo.
Con queste clausole l'Austria avrebbe dovuto cedere il Belgio e i territori lombardi alla Francia in cambio dei territori della neutrale Repubblica di Venezia, compresa Istria e Dalmazia; Venezia sarebbe sopravvissuta nei soli territori del Dogado.
Il trattato verrà poi confermato dal trattato di Campoformio, il 17 ottobre 1797, comprendendo però nello scambio anche la stessa Venezia.
Inoltre, a dimostrazione e conferma della successiva volontà italiana di “annettere” illecitamente i territori della Serenissima Repubblica di Venezia al regno d’italia il presidente del consiglio del regno di sardegna Cavour (poi regno d’italia) aveva già progettato e pianificato d’intesa con Napoleone III a Plombières nel 1858 di annettere tutti i territori della Repubblica di Venezia sotto un regno dell'alta italia sotto dominio dei Savoia.
Con la feroce e cruenta invasione, la violenta repressione e successiva annessione dei territori degli altri stati preunitari della penisola italiana, nel 1861 nasceva il Regno d'Italia dal Regno di Sardegna, privato (nel 1860) della Contea di Nizza e del Ducato di Savoia (pretesi dalla Francia).
Gli accordi verbali di Plombières prevedevano per la realizzazione del progetto politico una guerra comune di Francia e regno di Sardegna contro l'Austria che nel frattempo occupava i territori della Repubblica di Venezia come prescritto nei precedenti accordi del 17 aprile 1796 fatti con Napoleone a Leoben ai quali è stata data attuazione dal Congresso di Vienna del 1815.
Dopo il congresso di Vienna la penisola italiana fu divisa in una decina di stati.
Il regno di Sardegna, governato dai Savoia, riottenne il Piemonte e la Savoia e venne ulteriormente ingrandito con i territori della ex Repubblica di Genova, senza alcun diritto di opposizione da parte di quest'ultima e senza plebiscito.
Nel resto del nord della penisola italiana venne costituito il Regno Lombardo-Veneto sotto il controllo dell'Austria, comprendente i territori di terraferma della Repubblica di Venezia (Veneto, Friuli e Lombardia orientale), che contrariamente ai principi-guida del Congresso non venne ricostituita, uniti alla parte rimanente della Lombardia.
Ad esso fu annessa la Valtellina, per la quale furono respinte le richieste svizzere, che questa valle – appartenente alla Svizzera dal 1512 al 1797 – ritornasse al Canton Grigioni o fosse unita alla Confederazione, come cantone autonomo.
Scoppiata quella che la storiografia italiana definisce come “seconda guerra di indipendenza”, il progetto naufragò a causa della decisione unilaterale di Napoleone III di uscire dal conflitto (armistizio di Villafranca), consentendo così al regno di Sardegna di acquisire solo una minima parte dei territori veneti.
Il dominio austriaco sui territori veneti cessò definitivamente nel 1866 dopo la guerra dichiarata all’Austria dalla Prussia, d'intesa con il regno italiano.
I successivi accordi di pace firmati fra Austria e Prussia costrinsero gli italiani, isolati, a interrompere le operazioni militari e ad accettare un armistizio.
Nelle settimane seguenti fu deciso che l'Italia avrebbe avuto il resto dei territori veneti, ma l'Austria non volle consegnarlo direttamente al regno d’italia da cui non si considerava sconfitta.
L’Austria, d’intesa con Napoleone III affidò i territori Veneti alla Francia a condizione che fosse riconosciuto al Popolo Veneto – e non alle sue storiche istituzioni – il diritto di scegliere il proprio futuro attraverso un plebiscito.
Il plebiscito però ebbe luogo il 21 ottobre 1866 organizzato, controllato militarmente e poi strumentalizzato dalle autorità d’occupazione del regno d’italia.
Su una popolazione di 2.603.009 persone i votanti furono 647.426 e i voti contrari 69. 
Col pretesto del plebiscito-truffa il regno d’italia cancellava i confini nazionali della Repubblica di Venezia e imponeva il proprio dominio con l’adozione del regio decreto nr.3300 del 4 novembre 1866.
Giova rammentare che il diritto all’integrità territoriale di una Nazione si afferma già agli albori del diritto internazionale con la cosiddetta “Pace di Westfalia” del 1648.
In particolare, già ai tempi del diritto internazionale classico la libertà giuridica giungeva fino al punto che gli stati potevano concordare con altri soggetti la propria estinzione.
Nel caso di specie preme rilevare come la Repubblica di Venezia non abbia mai concordato con il regno d’italia e con nessun’altro la propria estinzione.
La Repubblica Veneta ha il diritto di pretendere da tutti gli altri stati il pieno rispetto della sua integrità territoriale e indipendenza politica; inoltre, l’occupatio bellica non conferisce all’occupante italiano titolo per annettersi i territori veneti occupati.
Le annessioni effettuate pendente bello sono nulle.
L’occupazione dei territori veneti non può produrre il trasferimento allo stato straniero occupante italiano, a fronte della protesta del Popolo Veneto sovrano, anche se l’italia si comporta animo domini.
Altrimenti si dovrebbe riconoscere effetto normativo (cioè il modo di acquisto della sovranità territoriale) al principio di effettività.
Il titolo giuridico del Popolo Veneto sovrano prevale sull’effettività della situazione.
Si precisa che è da respingere la tesi secondo cui il mero trascorrere del tempo possa comportare il trasferimento del territorio per una sorta di prescrizione acquisitiva, qualora il Popolo Veneto sovrano non se ne stia inerte.
2 – IMPEDIMENTO E SOPPRESSIONE DELL'ESERCIIO DELLA SOVRANITA' NAZIONALE DEL POPOLO VENETO NEI TERRITORI DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA.
Il regno d’italia, dopo aver invaso e occupato militarmente i territori veneti, privava la Repubblica di Venezia della sua indipendenza, della sua sovranità e della sua libertà.
Ha quindi violato e impedito l’esercizio della piena sovranità del Popolo Veneto, imponendo e sostituendo la propria sovranità, la propria amministrazione, le proprie istituzioni e la propria bandiera (il tricolore italiano) alla sovranità, amministrazione, istituzioni e bandiera proprie della Serenissima Repubblica (il Gonfalone di San Marco), così come ancora oggi continua a fare lo stato italiano.
Lo stato straniero italiano, a far data dalla sua illecita occupazione, impedisce al Popolo Veneto di esercitare la propria sovranità con proprie istituzioni e l’interazione fra i propri membri per il perseguimento dello sviluppo e il comune progresso secondo i propri usi, costumi e tradizioni, così come gli impedisce di legiferare e stabilire il proprio ordinamento con statuti, codici, norme, e regolamenti con valore e forza legale per tutti i membri della società Veneta che liberamente hanno deciso di farvi parte.
La Repubblica di Venezia, ad oggi privata della sua indipendenza, sovranità e libertà, è stata suddivisa dallo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano e amministrata da ben quattro (4) enti territoriali regionali italiani.
3 – SOPPRESSIONE DELLA NAZIONALITA’ VENETA
Premesso che qualsiasi comunità umana liberamente accomunata da un duraturo sentimento di appartenenza e avente un riferimento comune ad una propria cultura, lingua e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato, costituisce un Popolo;
che la nazionalità è l’espressione dell’identità di un Popolo che accomuna liberamente ogni proprio membro per il senso di appartenenza a tale specifica collettività per lingua, cultura, tradizione, religione e storia;
che la nazionalità è conforme e si estrinseca con il concetto di Nazione destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità,
anche la nazionalità veneta è e deve ritenersi espressione della tipicità del Popolo Veneto e della sua identità.
Lo stato straniero italiano ha da sempre fatto di tutto per sopprimere e cancellare la nazionalità veneta e il Popolo Veneto, anche imponendo e sostituendo all’identità nazionale veneta un’inesistente identità nazionale di popolo italiano.
4 – OCCUPAZIONE BELLICA E REPRESSIONE ANCHE MILITARE DELLA REPUBBLICA VENETA.
Fin dalla prima occupazione francese napoleonica del 1797 con l’esautoramento del legittimo “Parlamento Veneto” (Maggior Consiglio) e la successiva dominazione austroungarica imposta dal Congresso di Vienna del 1815, vi sono state numerose insorgenze del Popolo Veneto contro ogni dominazione straniera.
Tuttavia, nella battaglia navale di Lissa (luglio 1866 – Osterreiche-Venezianische Marine) e nella battaglia di Custoza (Verona), il Popolo Veneto combatte  al fianco dell’esercito austro-ungarico contro l’invasore italiano, mentre l’italia, ancora oggi, tenta falsamente di far passare tali battaglie risorgimentali per moti filo italiani.
In quel tempo Austria e Prussia firmarono accordi di pace, e costrinsero gli italiani, isolati, a interrompere le operazioni militari e ad accettare un armistizio.
Nelle settimane seguenti fu deciso che sarebbe stata ceduta la Repubblica di Venezia al regno d’italia ma l'Austria non volle consegnarlo direttamente a un Paese da cui non si considerava sconfitta.
Lo cedette quindi alla Francia nell'intesa che Napoleone III lo avrebbe consegnato a Vittorio Emanuele previa organizzazione di un plebiscito.
Il plebiscito ebbe luogo il 21 ottobre del 1866.
Si consideri che le potenze europee di allora intendevano riconoscere al Popolo Veneto attraverso un plebiscito il diritto di scegliere il proprio futuro, ma la Repubblica di Venezia
non ha mai concordato né con il regno d’italia e né con nessun altro stato la propria estinzione e tanto meno l’esercizio di un plebiscito popolare addirittura organizzato dallo stato occupante, che ha poi avuto luogo sotto il controllo e la minaccia delle forze militari del regno d’italia e il cui svolgimento e i cui risultati sono stati notoriamente manipolati.
Mentre le dominazioni francesi napoleoniche e austroungariche hanno conservato l’identità nazionale della Repubblica di Venezia, il regno d’italia aveva pianificato l’occupazione militare al fine di annettere i territori della Nazione Veneta, invasi per la guerra contro l’Austria in alleanza con la Prussia.
La condizione imposta dall’Austria alla Francia dell’indizione di un plebiscito al fine di conoscere la volontà del Popolo Veneto è stata disattesa in quanto lo stesso è stato organizzato e attuato dalle forze di occupazione del regno d’italia già presenti sui territori veneti per la guerra contro l’Austria.
5 – COLONIZZAZIONE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA E DEL POPOLO VENETO
Dalla sua occupazione il potere italiano ha eretto un muro di silenzio attorno alle vere cause della forzata unità nazionale nascondendo la resistenza che fiorenti Nazioni pre-unitarie e i loro liberi Popoli hanno opposto all’invasione e occupazione italiana.
Il risorgimento italiano è in realtà un mito inesistente.
Veri e propri genocidi, massacri, campi di concentramento e l'esodo di popoli sono il marchio indelebile e il prezzo della forzata unità d'italia.
La mistificazione dell'unità d'italia è un insulto alle vittime innocenti, ai combattenti e patrioti di ieri e di oggi che hanno difeso e difendono, anche con l'estremo sacrificio della vita, le loro Patrie che l'italia ha voluto e vuole cancellare dalla storia.
L’italia dalla data di occupazione ha di fatto e continua ad oggi a colonizzare la Repubblica Veneta, per agevolare il proprio dominio economico su tutte le risorse umane, finanziarie, fiscali, economiche, patrimoniali, naturali, paesaggistiche e faunistiche, storiche e artistiche.
Inoltre impedisce al Popolo Veneto di decidere liberamente il proprio statuto politico e di perseguire liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale, privandolo anche dei propri mezzi di sussistenza.
Oltre ai predetti processi socioeconomici, volti alla predazione delle risorse senza interesse alcuno per lo sviluppo del territorio, se ne verificano altri, a livello socioculturale, non meno devastanti.
Avvalendosi del potere economico, politico e militare lo stato straniero italiano esercita un vero e proprio imperialismo culturale con l’imposizione della lingua italiana  e di una cultura che non appartiene al Popolo Veneto.
Il Popolo Veneto è vittima dell’aggressione italiana perché viene privato dei propri beni e dei propri diritti, e viene anche indotto ad assumere i valori dei colonizzatori, a giustificarne la prepotenza, ad auto colpevolizzarsi e a sviluppare un umiliante senso di inferiorità.
Ogni occasione è valida nel tentativo di far vergognare i Veneti della propria identità e della propria lingua, oggetto di una forte discriminazione che a causa della politica nazionalista italiana, nonostante il forte radicamento sul territorio, è sempre meno parlata.
La lingua veneta, con le sue inflessioni e varianti più o meno marcate, è un forte collante identitario per il Popolo Veneto ed è per questo che è stata sistematicamente attaccata, vietata nelle scuole, da qualsiasi ambito ufficiale e spesso anche ridicolizzata.
Le poche norme di tutela della lingua veneta non vengono attuate.
Anche tutti gli attacchi e le omissioni riguardo la lingua veneta vanno inquadrati in una strategia aggressiva che non minaccia solo gli aspetti linguistici, ma che è volta alla sottrazione complessiva di beni e diritti, in particolare al diritto inalienabile del Popolo Veneto all’autodeterminazione e alla libertà.
6 -CRIMINI CONTRO L'UMANITA'
Fin dalla sua occupazione l’italia ha tentato di sottomettere intenzionalmente il Popolo Veneto a condizioni tali di esistenza che ne comportasse l’estinzione sia fisica che culturale (diaspora veneta); anche secondo la definizione adottata dall’ONU costituiscono genocidio «gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».
Il genocidio viene considerato come un crimine specifico e come tale recepito nel diritto internazionale e nel diritto interno di molti Paesi.
Non si possono dimenticare verità storiche nascoste e sconvolgenti come quelle delle foibe.
Ancora nel 1962, sulla base di accordi segreti (nr.57/62) con il governo jugoslavo di Tito, l’italia finanziava il  mantenimento in schiavitù, pagando nominativamente vitto e vestiario, di prigionieri istroveneti tenuti in un campo di concentramento all’interno di una miniera di rame a Mitrovica (ex Jugoslavia), purché non ritornassero alle loro terre venete d’origine.
Le Foibe sono state un GENOCIDIO voluto da Italiani e Jugoslavi a danno del Popolo Veneto, che ancora oggi continua nella forma di oblio culturale e negazione delle libertà politiche che portano alla servitù economica.
La storia dello stato italiano ne esce massacrata e infranta. 
I  fondatori e i “padri” della repubblica italiana, da De Gasperi a Togliatti, da Pertini a Rossi da  Parri a Valiani pagarono Tito per estendere il dominio anche fino al Garda, e pagarono fino agli anni 60  per tenere prigionieri i Veneti nei campi di concentramento jugoslavi.
Ad oggi lo stato straniero italiano col pretesto di attuare mirate politiche di accoglienza  per gli immigrati, impone un’integrazione agevolando insediamenti e radicamenti stanziali sui territori veneti di stranieri anche culturalmente avversi alle tradizioni, costumi e consuetudini del Popolo Veneto.
Particolarmente mal tollerata dal Popolo Veneto è l’imposta residenza di criminali di matrice eversiva mafiosa qui confinati in regime di soggiorno obbligato nonché la sistematica occupazione di cariche apicali della maggior parte delle istituzioni italiane.
7 – RIPETUTI ATTI DI AGGRESSIONE E DI GUERRA CONTRO IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE DEL POPOLO VENETO (MLNV), CONTRO IL VENETO FRONTE DI LIBERAZIONE (VFL) E CONTRO IL MOVIMENTU DE LIBERATZIONI NATZIONALI SARDU (MLNS) E CONTRO IL MOVIMENTU SICILIANU DI LIBIRAZIONI NAZIONALI (MSLN)
I movimenti di liberazione nazionale sono qualificati dalla loro legittimazione internazionale basata sul diritto all'autodeterminazione, essi conseguono una posizione internazionalmente rilevante a motivo dei loro scopi politici, quali la lotta per liberarsi dalla dominazione coloniale, da un regime razzista o dall'occupazione straniera.
Il principio di legittimazione dei movimenti di liberazione nazionale è quello dell'autodeterminazione dei popoli.
L'autodeterminazione del Popolo Veneto è un vero e proprio diritto inalienabile, incedibile e imprescrittibile, parte dello JUS COGENS (diritto internazionale imperativo).
Al solo Popolo Veneto spetta il legittimo esercizio di tale diritto erga omnes (nei confronti di tutti gli altri stati) e solo i movimenti di liberazione nazionale sono legittimati ad agire in nome di un intero popolo anche a livello internazionale.
Alla luce di tali principi, per decisione e volontà di alcuni Patrioti Veneti, il 29 settembre 2009 è stato istituito il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) ai sensi e per gli effetti delle norme del diritto internazionale, quale legittima espressione del diritto all'autodeterminazione dei popoli sancito dall'articolo 1 paragrafo 2 della Carta delle Nazioni Unite firmata a San Francisco in data 26 giugno 1945, entrata in vigore il 24 ottobre 1945, e dal "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici" adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966 (ratificato anche dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77).
Proprio perché il MLNV ha sempre seguito con rigore il percorso previsto dal diritto internazionale, poco tempo dopo il suo costituirsi lo stato straniero occupante italiano ha sferrato ripetuti violenti e repressivi attacchi contro questo MLNV contestando il reato di associazione paramilitare previsto e punito dal decreto legislativo italiano n. 43 del 14 febbraio 1948, con pene detentive in carcere fino a dodici anni (12 anni).
L’attività repressiva italiana si è sviluppata contro il MLNV e i suoi militanti con ripetuti atti di aggressione armata con blitz nelle privati abitazioni e nella sede del MLNV, sottoposte a perquisizioni, ispezioni e al saccheggio di tutti beni strumentali, computers, supporti e materiali informatici, telefoni cellulari, macchine fotografiche e videocamere, brochures, biglietti da visita, moduli anagrafici, denaro, uniformi mimetiche, nonché fucili e decine di pistole, migliaia di ogive e bossoli per munizionamento, centinaia di munizioni e numerosi armi bianche e coltelli tattici da combattimento, nonché la spoliazione, con disprezzo, di numerose bandiere nazionali della Repubblica Veneta, simboli e stemmi del MLNV.
Lo stato straniero italiano ha sottoposto ripetutamente e illegalmente i militanti del MLNV a gravi limitazioni della libertà personale, li ha sequestrati, segregati e sorvegliati a vista, li ha sottoposti ad interrogatori informali e a inaudite violenze morali e psicologiche, li ha schedati come criminali, il tutto in violazione dei fondamentali e inviolabili diritti umani, civili e politici di cui al "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici" adottato e aperto alla firma a New York il 16 e il 19 dicembre 1966 (ratificato anche dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77) e sanciti anche dalla costituzione italiana.
Con l’abuso dello strumento mediatico, le autorità di occupazione straniere italiane hanno esibito le armi sequestrate come parte dell’arsenale in dotazione al MLNV.
Alcuni parlamentari italiani in data 12 novembre 2009, nella seduta n. 245, hanno presentato interrogazione parlamentare a risposta scritta n. 4-04996 indirizzata al ministro dell’interno italiano, attribuendo al MLNV la valenza di una “pericolosa struttura paramilitare” con finalità eversive e secessioniste con tanto di “pianificazione di esercitazioni di tiro con armi da fuoco in località montane e di atti dimostrativi contro le forze dell’ordine italiane, sventata dall’inchiesta e dai primi elementi raccolti”.
Un ulteriore violento e repressivo attacco contro il MLNV è stato poi sferrato nuovamente da parlamentari italiani a seguito di un analogo ulteriore atto di aggressione posto in essere dalle autorità d’occupazione straniere italiane presentando un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno italiano per sapere quali misure intendesse assumere "per prevenire e contrastare l'organizzazione e le attività dell'associazione 'Polisia Veneta' legata al Movimento di liberazione nazionale del popolo veneto (MLNV)" esprimendo  ''preoccupazione per il rischio di sottovalutazione della capacità operativa e dell'ideologia di stampo separatista del gruppo paramilitare legato al MLNV".
In data 2 aprile 2014 lo stato straniero italiano ha sferrato tramite un reparto speciale militare della propria 4^ forza armata un ulteriore gravissimo atto di aggressione e repressione contro movimenti di liberazione nazionale veneti quali il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) e il Veneto Fronte di Liberazione (VFL), nonché contro varie associazioni e aggregazioni spontanee di Cittadini Veneti (Comitato 9 dicembre), organizzazioni sindacali venete (LIFE), e contro i loro militanti anche con provvedimenti di natura restrittiva in carcere e in regime di isolamento.
Con questo ulteriore atto di aggressione e repressione le autorità d’occupazione straniere italiane hanno ripetuto blitz armati nelle private abitazioni e sedi di lavoro.
Queste sono state sottoposte a perquisizioni, ispezioni e al saccheggio di tutti beni strumentali, computers, supporti e materiali informatici, telefoni cellulari, un “tanko” (tank) allo scopo di ricercare denaro, uniformi di tipo militare, armi, munizionamento e o parti di esse, veicoli blindati e parti di essi, progetti di azioni eversive, attrezzature idonee al compimenti di azioni militari ed equipaggiamenti tattici, nonché disegni tecnici relativi alla costruzione di sistemi d’arma artigianali e all’approntamento di veicoli destinati alle azioni militari, documenti di identità falsi e/o contraffatti e targhe false di veicoli nonché bandiere nazionali della Repubblica Veneta, simboli e stemmi dei Movimenti di Liberazione Nazionale e dei vari gruppi associativi.
Agli indagati e agli incarcerati vengono imputate responsabilità in ordine all’associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico nonché di  addestramento militare, istruzioni  sulla preparazione e l'uso di materiali esplosivi, di armi da guerra, di aggressivi chimici o di sostanze batteriologiche nocive o pericolose e di altri congegni micidiali.
Decine di indagati, donne comprese, sono stati incarcerati, molti dei quali anche in regime di isolamento, come il leader del movimento di liberazione nazionale Veneto Fronte di Liberazione (VFL) e una militante del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) che si sono dichiarati “prigionieri di guerra” di fronte all’autorità giudiziaria d’occupazione straniera italiana e come militati dei Movimenti di Liberazione Nazionale dei Popoli Siciliano e Sardo.
 
PER QUESTI MOTIVI
considerato che nel diritto internazionale spetta solamente alla Nazione vittima dell’aggressione far valere i propri diritti e le proprie pretese nei confronti dello stato autore delle violazioni delle norme del diritto internazionale e che quindi nel caso di specie, questa prerogativa spetta ai soli movimenti di liberazione nazionale che agiscono in nome dell’intero popolo sulla base del diritto all’autodeterminazione, il MLNV, per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio,  
 
CHIEDE
in nome dell’intero Popolo Veneto la cessazione della violazione della sovranità nazionale della Serenissima Repubblica Veneta e la riparazione dell’illecito;
 
ESIGE
che lo stato straniero occupante italiano consenta e riconosca l’esercizio del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto e che la comunità internazionale riconosca il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto;
 
SI APPELLA
agli stati della comunità internazionale affinché diano al MLNV sostegno, appoggio ed assistenza nella sua lotta intrapresa per il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto.
 
Considerato inoltre che nel diritto internazionale i movimenti di liberazione nazionale vantano diritti maggiori rispetto agli stati oppressori,
 
CHIEDE
agli stati della comunità internazionale di astenersi dall’aiutare lo stato oppressore italiano.
 
Atteso che i movimenti di liberazione nazionale, quali soggetti di diritto internazionale, per loro natura non possono essere soggetti alle autorità di occupazione straniere, il MLNV, per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provvisorio
 
CHIEDE
agli stati della comunità internazionale di pretendere dallo stato straniero occupante italiano l’immediata scarcerazione e liberazione dei Patrioti Veneti combattenti dei movimenti di liberazione nazionale incarcerati e/o indagati a motivo della loro lotta per la liberazione della Serenissima Repubblica Veneta e l’immediata cessazione di ogni ostilità e repressione.
 
CHIEDE
inoltre di essere ospitato da Stati terzi al fine di poter proseguire il suo legittimo percorso di liberazione della Patria Veneta dall’occupazione italiana e l’invocazione delle norme sulla protezione e immunità delle persone che agiscono per conto dei movimenti di liberazione  nazionale coinvolti, comprese quelle dei movimenti di liberazione nazionali sardo (Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu – MLNS) e siciliano (Movimentu Sicilianu di Libirazioni Nazionali – MSLN).
 
WSM
Venetia, …
Il Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e del Governo Veneto Provvisorio
Sergio Bortotto