A distanza di quasi un anno dal primo lockdown la situazione non è poi così migliorata.
In questo lungo periodo abbiamo assistito alla degenerazione del genere umano: la paura ancora regna sovrana.
La ragione ed il buon senso non sono più di moda poichè contano, per il popolo italiota, solo i dpcm incostituzionali.
Milioni di persone hanno perso il lavoro, hanno chiuso la propria attività, hanno dovuto rinunciare alla propria libertà e ai propri sogni.
L’allarmismo diffuso ritorna con regolarità; non appena le persone provano nuovamente a vivere ecco allora i titoloni urlati neanche fosse il mercato del pesce.
Bollettino, nuovi contagi, vittime, ricoveri, varianti; il mantra è sempre lo stesso: “Non abbassare la guardia”.
Il vaccino, visto come baluardo della salvezza, risulta in realtà uno scolapasta.
Solo a Treviso si sono registrate negli istituti scolastici moltissime assenze legate a problematiche post vaccino.
Se già la situazione era precaria con una didattica a distanza a dir poco scadente, ora l’emergenza raddoppia in quanto a mancanza di personale in presenza.
Ad oggi la situazione dell’ospedale di Treviso, ad esempio, non è cambiata: fila all’uscita, misurazione temperatura obbligatoria, braccialetto che permette l’ingresso, igienizzazione mani e tende da campo.
Ecco allora che ti ritrovi due realtà contrapposte, come in un ossimoro; da un lato la grande macchina organizzata che tenta tutt’oggi di far credere al popolo che l’emergenza sia reale e ancora viva, dall’altro le anime stanche ed esauste dei medici: “Signora, non ne veniamo più fuori” (cit.).
Se dovessi trovare un aspetto positivo della faccenda potremmo, forse, far riferimento ad un fenomeno portante del neodarwinismo: la speciazione.
Per speciazione si intende un processo evolutivo grazie al quale si formano nuove specie da quelle preesistenti. La speciazione risulta dalla selezione naturale e/o dalla deriva genetica, i due motori dell’evoluzione.
Avrà forse l’universo in serbo questo per la specie umana?
Alice Lollo