Ecco come i servizi segreti italiani, (loro, i …“buoni”), sono pronti a elargire raccomandazioni sui “cattivi” di turno.
Siamo alle solite e se val bene il detto che “l’abito non fa il monaco”, tanto vale annuire scoraggiati ripensando “da che pulpito arriva la predica”.
Allarme dei Servizi: la crisi alimenta le tensioni e favorisce i gruppi antagonisti
(Tratto da qui: http://affaritaliani.libero.it/cronache/allarme-servizi-crisi280213.html?refresh_ce)
Giovedì, 28 febbraio 2013 – 08:35:00
"L'incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa ed innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità di inserimento ai gruppi antagonisti già territorialmente organizzati per intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità".
E' l'allarme lanciato dai Servizi Segreti nella Relazione 2012 sulla politica dell'informazione per la sicurezza.
In un quadro di questo genere, spiegano gli analisti del Dis, "si prospetta il rischio di una intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti del governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacati considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti"
E in prospettiva persiste il pericolo che "un eventuale aggravamento dello scenario congiunturale, elevando i sentimenti di allarme nella popolazione, possa costituire fattore di aggregazione e generalizzazione del dissenso, favorendo l'azione delle frange che mirano alla radicalizzazione dell'offensiva sociale".
"Dinamiche violente – si legge nella Relazione – hanno continuato a caratterizzare la mobilitazione contro l'Alta Velocita' in Val di Susa, assurta negli ambienti antagonisti … a modello esemplare di lotta: la protesta, già connotata in chiave ambientalista e antigovernativa, ha assunto una specifica valenza nell'ottica antirepressiva, a seguito dei numerosi arresti di attivisti no Tav".
"Un ruolo trainante", secondo gli 007, rivestono "le frange anarco-insurrezionaliste, principali protagoniste delle azioni radicali nella Valle, determinate ad alimentare la protesta contro la Tav superandone i limiti localistici per diffondere il 'conflitto' nei territori".
Ed "ulteriori fermenti di lotta si registrano contro la linea Verona-Brennero, in Trentino Alto Adige, e la tratta Genova-Milano, nell'ambito del progetto denominato Terzo Valico per la linea Genova-Rotterdam.
Cio' a testimonianza di una contaminazione dello schema contestativo anche in relazione ad altri interventi infrastrutturali che interessano il Paese …
Si e' confermato il ricorso ad azioni continue ma di 'bassa intensita'', secondo una prassi (cosiddetta 'strategia di logoramento') ritenuta cautelativa per gli antagonisti ma fortemente onerosa per l'azione di contrasto" .
MINACCIA ANARCO-INSURREZIONALISTA RESTA ESTESA
Nonostante i successi dell'azione di contrasto, la minaccia anarco-insurrezionalista resta "potenzialmente estesa" e "multiforme", "suscettibile di tradursi in una gamma di interventi".
Tale quadro "puo' comprendere sia attentati 'spettacolari' potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi Fai – Federazione anarchica informale sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle emergenti, non dotate delle medesime capacita' tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell'obiettivo la 'riconoscibilita'' della matrice".
Pur non rilevandosi "un conflitto strutturato, virulento e generalizzato", gli 007 indicano numerosi "possibili scenari di scontro, con riferimento primario a quelli 'classici' dell'antirepressione, dell'antimilitarismo, dell'opposizione al 'dominio tecnologico', alla 'devastazione dell'ambiente' e ai 'poteri economico-finanziari'".
Ma "ulteriori fronti di lotta potrebbero essere aperti in relazione all'eventuale diffondersi di tensioni e proteste connesse alla crisi economica, contro le riforme del welfare e del lavoro oppure, in un'ottica anticapitalista, contro le molteplici espressioni della 'societa' del benessere' e del consumismo".
Nel dibattito sulle modalità e le prospettive dell'anarchismo insurrezionale, sviluppatosi dopo l'attentato all'ad dell'Ansaldo Nucleare, sono emersi "appelli per 'interventi conflittuali' che non assumano un mero significato ribellistico ma siano coerenti con la prospettiva del sovvertimento del 'sistema', nonché esortazioni a quei settori ancora incerti sulla linea da seguire, incitati a superare le esitazioni per cogliere le opportunità che potrebbero delinearsi in uno scenario di conflittualità sociale legato al prolungarsi della crisi economica" .
"NUOVO PROLETARIATO" BACINO RECLUTAMENTO EVERSIONE
"Un eventuale inasprimento delle tensioni sociali legate al perdurare della crisi" potrebbe indurre le componenti eversive dell'estremismo marxista-leninista, oggi marginali, "ad intensificare gli sforzi per superare divergenze e frammentazioni interne" e "a tentare di inserirsi strumentalmente in realta' aziendali caratterizzate da forti contrapposizioni per allargare l'ambito di influenza.
Cio' in un ottica che individua quale potenziale e remunerativo bacino di reclutamento, oltre che la storica 'classe operaia', anche il 'nuovo proletariato', tra le cui file particolare attenzione viene riservata ai lavoratori extracomunitari".
E' quanto si legge nell'ultima Relazione annuale dei servizi segreti al Parlamento.
Anche queste componenti, spiegano gli analisti, negli ultimi tempi "hanno focalizzato il proprio impegno propagandistico sulla crisi economica, considerando la difficile congiuntura come un'occasione propizia per il rilancio della 'lotta di classe': in particolare, la produzione ideologica di matrice brigatista, specie quella proveniente dal settore carcerario, ha ripetutamente sollecitato l'uditorio di riferimento ad un piu' incisivo attivismo" ma "tali ambienti non sono sembrati in grado di condurre un'efficace opera di infiltrazione, proselitismo e reclutamento anche nei comparti attraversati dalle vertenze piu' accese".
Ad ogni modo, nello scenario descritto "restano ipotizzabili azioni di propaganda di modesto spessore operativo, rivendicate anche da sigle inedite, per alimentare una progressiva radicalizzazione delle istanze contestative, accreditare la diffusione di nuclei eversivi e verificare eventuali reazioni di ambienti ideologicamente contigui".
CRISI, GRUPPI ESTERI AGGREDISCONO MADE IN ITALY
Nell'attuale scenario di crisi, "l'azione aggressiva di gruppi esteri'" mira a "strategie acquisitive di patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionali', nonche' 'di marchi storici del 'made in Italy', a detrimento della competitivita' delle nostre imprese strategiche''.
Nel mirino, spiegano gli analisti, c'e' anche il tessuto delle piccole e medie imprese: "l'attenzione dell'intelligence si e' appuntata sulla natura dei singoli investimenti per verificare se siano determinati da meri intenti speculativi o da strategie di sottrazione di know how e di svuotamento tecnologico delle imprese stesse con effetti depressivi sul tessuto produttivo e sui livelli occupazionali".
In particolare, "alcune manovre di acquisizione da parte di gruppi stranieri se, da una parte, fanno registrare vantaggi immediati attraverso l'iniezione di capitali freschi, dall'altra sono apportatrici nel medio periodo di criticita'" specie per realta' produttive "proprietarie di tecnologie di nicchia, impiegate nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza nazionali, come pure nella gestione di infrastrutture critiche del Paese".
LE MAFIE "PUNTANO" EXPO 2015 E GRANDI OPERE
L'Expo milanese del 2015, le grandi opere di edilizia pubblica ("specie nella riqualificazione delle rete stradale, autostradale e ferroviaria") e il settore delle energie rinnovabili nel mirino della criminalita' organizzata di stampo mafioso, la cui capacita' di infiltrazione appare "sempre piu' pervasiva su tutto il territorio nazionale".
Secondo la Relazione annuale dei servizi segreti, "l'accentuata mobilita' territoriale dei sodalizi consente loro di inserirsi agevolmente in circuiti collusivi in grado di soffocare l'imprenditoria sana ed inquinare le iniziative di sviluppo anche attraverso l'aggiramento della normativa antimafia sugli appalti". Secondo le indicazioni raccolte, "i gruppi criminali continuano a ricercare contatti collusivi nell'ambito della pubblica amministrazione, funzionali ad assicurarsi canali di interlocuzione privilegiati in grado di agevolare il perseguimento dei loro obiettivi economici e strategici, quali il controllo di interi settori di mercato e il condizionamento dei processi decisionali, specie a livello locale".
In particolare, "crescenti profili di rischio si sono registrati in relazione ai frequenti casi di rapporti strutturali tra gruppi criminali di diversa matrice (specie tra cosche 'ndranghetiste, cartello casalese e Cosa nostra), spesso nel contesto di ampi network relazionali comprendenti ambiti imprenditoriali e professionali (legali, commerciali, finanziari), amministratori locali e istituti di credito".
MINACCIA CIBERNETICA SFIDA A SISTEMA PAESE
"La minaccia cibernetica rappresenta, al momento, la sfida piu' impegnativa per il sistema Paese".
Secondo i servizi non solo "gli effetti potenziali sono in grado di produrre ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali e di incidere sull'esercizio di liberta' democratiche essenziali" ma "gli autori, le tecniche di attacco ed i bersagli mutano piu' velocemente delle contromisure", rendendo difficile tentare di risolvere il problema.
Per gli 007, "le minacce informatiche, sempre piu' sofisticate, gravano su tutte le piattaforme, dai sistemi complessi e strutturati dello Stato e della grandi aziende ai computer e agli smartphone dei singoli cittadini".
Nel cyberspazio "si muovono, con propositi offensivi o predatori, entita' statuali, gruppi terroristici e criminali e un novero ampio e diversificato di autori individuali":
tra di loro figurano gli 'insider', "in grado di accedere ai sistemi informatici dell'ente pubblico o privato per il quale lavorano per acquisire, alterare o cancellare informazioni sensibili, ovvero mettere fuori uso, danneggiare o distruggere quel sistema", e gli 'hacktivisti', nel cui ambito sono numerosi gli interventi riferiti ad Anonymous, "il cui tradizionale core business, ovvero assicurare la liberta' di informazione sulla rete, ha fatto registrare un significativo allargamento a target di particolare sensibilita'".
Quanto agli obiettivi della 'cyberthreat', "il settore militare ha registrato nel corso dell'anno una crescente centralita' sulla scena estera: l'idea di sfruttare le vulnerabilita' informatiche per compromettere i sistemi di comando e controllo o i sistemi di arma avversari si e' concretizzata nel 2012 in un aumento del numero degli attacchi, alcuni dei quali coronati da successo".
Per i Paesi occidentali "una minaccia crescente e' rappresentata dallo spionaggio industriale ed economico effettuato nel cyberspazio, dove aziende ed entita' statali di Paesi emergenti tentano di acquisire in modo illecito informazioni sensibili e know how in settori strategici, provocando enormi danni economici".
E "particolare rilievo ha assunto il fenomeno del crimine finanziario digitale", in grado di "moltiplicare le modalita' di riciclaggio" del denaro sporco.
Quanto alle metodologie d'attacco, vanno emergendo tecniche sempe nuove di hacking: il boom degli smartphone, che utilizzano applicazioni e servizi come quelli bancari e di social network, "ha portato allo sviluppo di malware che sfruttano le vulnerabilita' dei sistemi operativi": in pratica, grazie a codici inseriti in applicazioni gratuite o trasmessi via sms, si assume a distanza il controllo del dispositivo "per appropriarsi dei dati memorizzati su di esso o delle credenziali di accesso a siti protetti".
Il monitoraggio informativo ha riguardato anche "le tecniche di cifratura sviluppate per le reti Tor, disponibili gratuitamente in rete, adoperate sempre piu' frequentemente come strumento di 'anonimizzazione' e per la 'protezione' delle comunicazioni in ambienti legati all'eversione e al terrorismo".
Mentre comincia "a diffondersi nel web una nuova forma di minaccia cibernetica rappresentata dal 'randsomware', un attacco informatico con richiesta di riscatto per il ripristino dei sistemi attaccati".
CAMORRA, CASALESI FORZA MILITARE
"La camorra casalese, nonostante le importanti e destabilizzanti attivita' di contrasto, si conferma dotata di risorse umane, forza militare e capacita' collusiva e di condizionamento tali da assicurare la persistente operativita' nelle aree di origine e in quelle di proiezione, tra cui Emilia Romagna, Toscana e basso Lazio".
E' l'allarme lanciato dai servizi.
La camorra partenopea – scrivono gli 007 – piu' in generale appare connotata "dalla crescente precarizzazione degli assetti clanici che, specie a Napoli nord, sta alimentando conflittualita' violente per l'assunzione del controllo delle piazze di spaccio.
La carenza di leadership e i vuoti di potere determinatisi a seguito di arresti, condanne e omicidi appaiono favorite tale instabilita', lasciando spazi all'ascesa di nuove leve aggressive ed ambiziose ma priva di capacita' strategica".
AFGHANISTAN, LIVELLO MINACCIA PER GLI ITALIANI RESTA ELEVATO
In Afghanistan "sul piano della sicurezza permane elevato il livello della minaccia, caratterizzata da sinergie tra 'insorgenti' afgani ed organizzazioni terroristiche basate nelle aree tribali pakistane, attive soprattutto nelle regioni orientali e meridionali" ma anche nel quadrante occidentale a guida italiana "si e' registrato un incremento degli episodi ostili in danno del contingente nazionale che ha contato nel 2012 sette caduti".
"A fronte dello stallo nel processo negoziale tra governo e insorgenza – spiegano gli analisti dei servizi – gli sviluppi sul terreno hanno testimoniato la persistente vitalita' di gruppi armati, intaccata solo in parte dalle operazioni condotte nel tempo dalle unita' Isaf".
Anche se "la prospettiva di una ridotta presenza militare straniera e il programmato ricambio della leadership afgana potrebbero indurre l'insorgenza a coniugare il confronto sul terreno con un approccio piu' pragmatico, colto a favorire l'ascesa al potere di personalita' in grado di soddisfarne le aspettative politiche".