COMUNICATI

CASO “SKRIPAL” – OPINIONE DELL’AMBASCIATA RUSSIA IN ITALIA.

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Commento dell'Ambasciata Russa in Italia in relazione alla decisione di espellere funzionari di rappresentanze russe all'estero
È con profondo rammarico che abbiamo recepito la decisione di espellere due funzionari di rappresentanze russe in Italia.
Peraltro non ci è stata fornita alcuna prova del loro coinvolgimento in attività incompatibili con lo status di diplomatico.
Tale eclatante gesto, prettamente politico, è stato spiegato con la necessità di attuare la decisione assunta dal Consiglio Europeo relativamente alla famigerata solidarietà euroatlantica con Londra.
Naturalmente questo atto non resterà senza risposta da parte nostra.
Considerando illegittimi i riferimenti al cosiddetto «affare Skripal» – un'aperta provocazione della Gran Bretagna, – rileviamo che questo gesto di inimicizia di Roma è in netto contrasto con la plurisecolare tradizione di buone e stabili relazioni russo-italiane, introduce un elemento di sfiducia in quel dialogo pragmatico che non si è mai interrotto neanche quando la UE ha adottato la politica sanzionatoria, indebolisce i positivi sviluppi potenziali della cooperazione bilaterale.
Vorremmo ricordare che anche nel periodo della contrapposizione ideologica della «guerra fredda» tra Occidente e Unione Sovietica, l'Italia si è fatta guidare prima di tutto da una propria visione dell'opportunità politica e non da pareri imposti dall'esterno.
Attiriamo l'attenzione sul fatto che questa iniziativa è stata intrapresa da un Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana formalmente dimissionario.
Auspichiamo che il nuovo governo del paese, espressione dell’esito delle elezioni parlamentari, voglia perseguire con decisione una politica di sostegno al dialogo costruttivo e di sviluppo della collaborazione in tutti i campi con la Russia.
 
 
VERGOGNA ITALIA!
Dove sono le prove della responsabilità del Governo Russo circa il caso "Skripal"?
Ma come si può pretendere che un Governo di una Nazione possa rispondere ad altri governi su fatti di cui vi è solo la presunzione di responsabilità e nessuna prova diretta?
Almeno un pò di decenza sarebbe doverosa … o vi dovete sempre sottomettere al volere di altri?
Noi speriamo di liberarci presto dalla dominazione straniera italiana e di poter intraprendere un rapporto diplomatico franco e corretto nei confronti soprattutto della Nazione Russa e di tutte le altre Nazioni che amano agire in trasparenza e nel rispetto reciproco.
W il Popolo Russo, W il Popolo Veneto.
WSM
Venetia, 30.03.2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 

COME COMBATTERE UN SISTEMA CHE CI OPPRIME.

C'è da chiedersi veramente cos'è importante, il risultato finale o la visibilità odierna, vincere la guerra o ogni singola battaglia.
Come puoi pretendere di iniziare una lotta senza subire sconfitte, o contrapporti ad un malvagio senza che la sua malignità sia usata contro di te.
La rivendicazione dei diritti non si può costruire sulla pelle delle persone, per ora, i loro beni e le loro esistenze, li rubano lo stesso.
Al sistema e ai loro complici non interessano se i tuoi diritti sono inalienabili, sono imprescrittibili, sono incedibili e sono sanciti costituzionalmente o tutelati dalla dichiarazione universale dei diritti umani.
Rendiamoci conto che siamo in guerra.
Rendiamoci conto che è proprio il sistema a volere questa guerra.
Rendiamoci conto che non si può vincere questa guerra con i metodi che proprio il sistema vuole che si usi per combatterla … non vinceremo mai.
Allora quale soluzione?
  1. Primo passo. Rendersi conto di questa condizione e cioè che non basta aver ragione per vincere. Il sistema è coalizzato perché tutte le attuali istituzioni sono interessate a mantenerci schiavi del loro potere. Governi, istituzioni finanziarie e banche, polizia, carabinieri, forze armate e quant’altro sono il sistema, così come lo sono le istituzioni religiose, le istituzioni internazionali … sono tutti concordi e pertanto è difficile che si approdi ad un riconoscimento dei propri diritti quando coloro a cui ci rivolgiamo sono complici di coloro i quali ci opprimono.
  2. La rivendicazione dei nostri diritti è una fase che deve essere limitata nel tempo e non può essere protratta troppo a lungo. Il sistema sa di essere sotto attacco ma inficia le proteste ignorandole al fine di ribaltare il risultato contro i promotori dimostrando che non serve a nulla protestare.
  3. Dobbiamo smetterla di dare il nostro consenso ogni volta che ci viene chiesto e sotto qualsiasi forma … tutto questo rafforza le autorità d'occupazione e non le indebolisce. La nostra forma di protesta è il non riconoscimento quindi rimarcare sempre e in ogni occasione il rifiuto del consenso anche quando ci viene estorto.
  4. Dobbiamo smetterla di avere paura ma questo non significa essere violenti. Il diritto di autodifesa è legittimo ma se non si è in condizioni di farlo o si è votati al martirio o si è incoscienti. Abbiamo il dovere di vincere la guerra non il diritto di vincere alcune battaglie, anche se sono apparentemente possibili … perché il sistema potrebbe anche illuderti facendoti credere di poter vincere talvolta.
  5. Il criterio, la regola principale per vincere il sistema è rifiutarlo e per rinunciare ad esso bisogna non prenderlo in considerazione. Considerazione significa stima, reputazione, riguardo, apprezzamento…. quindi è necessario cambiare atteggiamento nei confronti di coloro i quali si sentono rivestiti di un'autorità che non hanno perché è sprovvista del consenso popolare. Le autorità d'occupazione temono moltissimo questo requisito al punto quasi da creare competizione fra loro stesse, ma è il Popolo che ha l'arma più potente in mano, al di là delle manganellate o della forza bruta che loro possono usare … per ora. Non prendere in considerazione le autorità d'occupazione non significa farsi promotori di proteste o quant'altro, non servirebbe a niente … eppure al giorno d'oggi, la maggior parte della gente vaccina i propri figli solo perché gli viene ordinato di farlo e perché vuole fidarsi di loro, vogliono avere fiducia nel sistema perché sono abituati ad essere "pecore" e a rimanere nel recinto. Al giorno d'oggi la maggior parte della gente vota con i metodi del sistema delle autorità d'occupazione come se cento cinquant'anni di bugie e di frodi non basteassero ad aprirci gli occhi … al sistema non interessa cosa e per chi voti, gli interessa che tu vota perché è una forma apparente di consenso.  Ignorare le autorità d'occupazione sarebbe il primo passo che sarebbe efficace se fossimo tutti convinti a farlo. Poi si deve cominciare ad additare i collaboratori di questo regime, iscrivendoli a ruolo giudiziario, mettendo in mora le loro esistenze perché prima o poi dovranno rendere conto alla Giustizia Veneta.
Il MLNV insiste su questo fronte affinché ci si renda conto che abbiamo a che farfe con regime che è potente perché noi lo permettiamo.
Loro sono anche complici ma i responsabili della situazione siamo noi stessi.
Questa è la normalità a cui vogliono farci abituare.
WSM
Venetia, 27 marzo 2018
Sergio Bortotto, Presidente del Mlnv e del Governo Veneto Provvisorio.
 
 

FINAL FANTASY XV

VENEZIA NON HA NULLA A CHE FARE CON L'ITALIA.
Ed ecco un videogioco del genere fantasy che ci racconta di una Venezia del futuro.
Final Fantasy è una delle leggende di lunga vita dello storia dei videogiochi e siamo arrivati alla versione XV.
Nel videogioco la città di Altissia è presentata come una Venezia del futuro e non solo perché viene definita la "città sull'acqua" ma perché rispecchia i suoi canali, le gondole, i suoi ponti, le caratteristiche architetture veneziane e la sua cattedrale è sagomata con la Basilica di San Marco.
La trama di FINAL FANTASY XV è un lungo viaggio tra amici per riuscire a riconquistare un reame rubato …
proprio come il regno d'italia ha rubato Venezia e la sua Serenissima Repubblica con la frode e l'inganno.
In alcuni articoli viene riferito che Hajime Tabata, game director di Final Fantasy XV, circa  vent’anni fa compì un lungo viaggio in italia, partendo da Milano e passando per Venezia, Firenze, Roma sino ad arrivare a Napoli; fu quest’esperienza a dargli l’ispirazione di questo quindicesimo capitolo.
In alcuni articoli promozionali del videogioco si parla di Venezia come se facesse parte dell'italia.
Si dice che lo stesso Hajime Tabata avrebbe cercato di ricostruire la "tipica atmosfera italiana" negli scenari del gioco tra architettura e arte culinaria, con una città ispirata del tutto a Venezia ed elementi tipici della cucina napoletana, di cui il director è perdutamente innamorato.
Ecco proprio due realtà di due civiltà colonizzate ancora oggi dallo stato straniero occupante italiano e che nulla può vantare a proprio merito.
La civiltà Veneta, di cui Venezia è una significativa portavoce non ha nulla a che fare con l'italia che da poco più di un centinaio d'anni occupa illegalmente e illecitamente i suoi territori.
Venezia non l'hanno fatto di certo gli italiani.
Venezia è e rimane ancora oggi la capitale della Serenissima Repubblica Veneta e non è certo quella che erroneamente viene definita il capoluogo veneto, che è solo una regione nell'ambito illegale italiano.
Ecco un tipico esempio di neo/colonialismo tendente a frodare le nuove generazioni dell'identità del proprio Popolo nascondendo la verità e cercando di appropriarsi della civiltà veneta e di altre Nazioni pre-unitarie.
Ed è così che la frode continua.
Ma, tanto per essere chiari … Venezia non è italia e non lo sarà mai.
WSM
Venetia 19 marzo 2018
Sergio Bortotto
Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto
e del Governo Veneto Provvisorio.
 
 
Nel negozio Funbox Videogiochi & Fumetti sito in via O. Marinali nr.69 a Bassano del Grappa potete trovare oltre ai vostri videogiochi preferiti anche alcune copie del nostro libro "LIBERO POPOLO IN LIBERA PATRIA", il racconto di una storia vera che come una leggenda rispecchia un pò la trama della lotta intrapresa dal Principi Lucis Noctis Caelum per riconquistare il regno rubato.
 
 

GIÙ LE MANI ITALIANE DAL GONFALONE DI SAN MARCO

PADOVA.
La bandiera del Veneto da esporre nelle prefetture e questure?
«Non mi risulta che la questione esista, perché le Regioni dal 1970 hanno solo i gonfaloni e gli stemmi», mentre le bandiere nazionali degli Stati indipendenti sono quasi 200 «Quella italiana è il tricolore: verde, bianco e rosso partendo dall’asta, come recita l’articolo 12 della Costituzione».
Filippo Bubbico, sottosegretario agli Interni, getta acqua nel fuoco della polemica divampata sul simbolo che Zaia ha rispolverato dal pantheon del venetismo: il vessillo della Serenissima, che non sventola più su Venezia dal 12 maggio 1797, quando il Maggior Consiglio dei Dogi abdicò e dichiarò decaduta la repubblica dopo l’invasione di Napoleone. 
220 anni dopo, il moto è sempre lo stesso: “Pax tibi”, dice l’Evangelista, ma la bandiera con il leone di San Marco imposta per legge dal consiglio regionale a tutti gli uffici pubblici ha rischiato di creare un serio incidente diplomatico tra Venezia e Roma nei giorni in cui in Catalogna la Guardia Civil ha fatto scattare il blitz per impedire il referendum sull’indipendenza il 1 ottobre.
Nelle stesse ore della protesta, Luca Zaia su twitter scriveva: «Venezia come Barcellona, ci facciano votare per l’autonomia di Veneto e Lombardia».
E ancora: sul referendum «come la Catalogna pronto a farmi arrestare».
Il Serenissimo Governatore, con la sua giacca “skinny” da eterno dj avvolto nello stendardo del leone alato, sembrava sul piede di scalare il campanile di san Marco, in un sussulto di venetismo, in vista del referendum del 22 ottobre.
Uno show mediatico che ha emulato quello sul palco di Pontida del 17 settembre.
Letti i tweet, sfogliato l’album delle foto su Fb, al Viminale non hanno esitato un solo attimo ad ascoltare le vibrate proteste dei prefetti, più che mai imbarazzati dal diktat partito da palazzo Balbi: l’obbligo di esporre la bandiera del Veneto, pena il pagamento di una multa da 100 a mille euro.
Una spada di Damocle eliminata con rara efficacia burocratica: Minniti ha preteso che nel consiglio di ministri di venerdì scorso, il premier Gentiloni firmasse il decreto per impugnare la legge regionale sull’utilizzo dei simboli e ne sollevasse l’incostituzionalità.
I motivi del contendere, in linea di diritto, sono noti: per il governo la legge del Veneto «invade la competenza legislativa riservata allo Stato, stabilita dall’articolo 117 della Costituzione.
E vìola i principi costituzionali di ragionevolezza, uguaglianza e di unità».
E adesso cosa accadrà?
Sarà la Consulta a dirimere il conflitto, ma il sottosegretario agli Interni Filippo Bubbico, ex governatore della Basilicata, non cambia idea: «La bandiera è tale in quanto identifica una Nazione, sia essa una repubblica o una monarchia.
Il Veneto è una regione e nello statuto approvato nel 1970 ha scelto il gonfalone e lo stemma per essere identificato.
So che il 22 ottobre verrà celebrato il referendum per chiedere maggiori forme di autonomia, come previsto dall’articolo 116, terzo comma della Costituzione: l’unità di questo Paese è un valore da salvaguardare anche con il federalismo fiscale.
Temo invece che possano prevalere calcoli di convenienza politica rispetto alle esigenze di buona efficienza dell’ amministrazione regionale.
Il ministero degli Interni ha autorizzato le consultazioni di Veneto e Lombardia perché si muovono all’interno dei principi costituzionali: insomma, il governo è sereno e non vede pericoli».
E la bandiera di San Marco?
Il sottosegretario Bubbico sorride e ammette che il tentativo di elevare la Regione Veneto al rango di Stato, con il vessillo ufficiale, è operazione assai complicata che gli uffici legislativi del Viminale hanno bloccato in poche ore.
La legge approvata dal consiglio regionale presenta una grave lacuna, quando all’articolo 7 septies fissa le multe: chi non esponela bandiera «verrà punito con una sanzione amministrativa da 100 a 1000 euro».
Va prima risolto un rebus: chi eleva e incassa le multe?
Le Regioni non hanno né vigili né agenti.
A meno che il Veneto non diventi come la Catalogna, con i suoi “Mossos d'Esquadra” che Madrid ha incatenato… 
Tratto da (CLICCA QUI)
Quando la moltonaggine governa in regione.
La regione veneto italiana ha gia la sua bandiera che è ben diversa da quella della Nazione Veneta che non è affatto di competenza delle autorità d'occupazione straniere italiane, Zaia compreso.
Zaia e i politicanti della Lega continuano solo a sfruttare il Gonfalone di San Marco per meri fini partitocratici in ambito italiano … un vero tradimento nei cofronti della Serenissima Patria.
Ci sarà tempo comunque per ogni cosa, anche per chiarire tali responsabilità.
Per quanto riguarda gli "esperti" del viminale italiano si diano una bella calmata … non avete nè la competenza e tanto meno la possibilità di decidere alcunché sul Gonfalone della Serenissima Repubblica di Venezia … vi siete abusivamente insediati sui nostri territori  e con la frode "ab origine" pretendete di dare lezione ai Veneti.
Eppure lo dite voi stessi "esperti" del Minitero dell'interno italiano …"Una bandiera è tale perchè identifica una Nazione" … appunto.
Pensate che insulto per la Nazione Veneta se il proprio Gonfalone di San Marco fosse esposto a fianco del tricolore italiano.
Esponete la bandiera della regione veneto italiana (composto anche da 7 frangie che rappresentano le provincie) e non il nostro Gonfalone di San Marco (composto dai sei sestieri).
WSM
Venetia 12 marzo 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

LA CHIESA E I MINGRANTI

Città del Vaticano
Il giorno dopo l'exploit elettorale della Lega che ha impostato la campagna elettorale contro i migranti, il Segretario di Stato vaticano ha fatto sapere che la Santa Sede continuerà a predicare come ha sempre fatto a favore dell'accoglienza e delle porte aperte dell'Europa ai migranti.
«La Santa Sede sa che deve lavorare nelle condizioni che si presentano.
Noi non possiamo avere la società che vorremmo, non possiamo avere le condizioni che vorremmo avere. Quindi credo che, anche in questa situazione, la Santa Sede continuerà la sua opera di educazione, che richiede molto temp».
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, commenta con l'agenzia dei vescovi Sir – a margine dell’incontro della Commissione internazionale cattolica sulle migrazioni  – i risultati delle elezioni politiche.
Per il segretario di Stato la cosa più importante è insistere con i fedeli.
«E' importante riuscire ad educare la popolazione a passare da un atteggiamento negativo ad un atteggiamento più positivo nei confronti dei migranti.
E’ un lavoro che continua, anche se le condizioni possono essere più o meno favorevoli.
Da parte della Santa Sede ci sarà sempre questa volontà di proporre il suo messaggio fondato sulla dignità delle persone e la solidarietà».
Alle organizzazioni cattoliche impegnate in prima linea nell’accoglienza e integrazione dei migranti Parolin consiglia di continuare ad «impegnarsi per creare una visione positiva della migrazione.
Perché ci sono tanti aspetti della migrazione positivi che all’interno di tutta questa complessità non si percepiscono».
«Consiglio di continuare il loro lavoro sul terreno perché questo le contraddistingue e caratterizza, ma al tempo stesso non avere paura di aiutare la popolazione ad avere questo nuovo approccio».  
Sulla necessità di conciliare le esigenze di sicurezza dei cittadini e i bisogni di chi fugge da situazioni difficili ha osservato: «Non è facile, dobbiamo riconoscerlo.
Ma questa è una sfida che spetta alla politica, ossia conciliare le due esigenze, ambedue imprescindibili.
E’ logico, i cittadini devono sentirsi sicuri e protetti ma allo stesso tempo non possiamo chiudere le porte in faccia a chi sta fuggendo da situazioni di violenza e di minaccia». 
Martedì 6 Marzo 2018
 
 
Tratto da (clicca qui)

8 MARZO 2018 – FESTA DELLA DONNA

E così anche oggi 8 marzo 2018 si celebra la FESTA DELLA DONNA.
Già "perfino" oggi 8 marzo 2018, giornata in cui a livello mondiale non mancano le rivendicazioni sul rispetto dei diritti umani, civili e politici delle donne, rimarcando, se mai ce ne fosse bisogno, la riprovazione per ogni forma di violenza sulle donne.
Ma è o non è la FESTA DELLA DONNA?
Allora è mai possibile che alla donna si debba associare sempre e ogni volta la rivendicazione del rispetto di diritti violati e non si riesca a onorale per le persone che in realtà sono ?
Mi spiego, per non essere travisato.
L'abitudine alla speculazione politica di ogni evento vuol farci credere, anche in questa occasione, che la sensibilizzazione sociale rispetto alle donne sia legata necessariamente all'esigenza di por rimedio al concetto di abuso sessuale e violenza in genere su di loro.
Ecco così ultimamente concepito il reato di "femminicidio" , come se la violenza esercitata su qualsiasi essere vivente possa essere diversa per la natura sessuale di chi la subisce.
Sotto il profilo politico, in realtà, si traduce in una riflessione sull'opportunità di mettere in discussione (anche non a torto talvolta) il malcostume di uno snaturato e subordinato ruolo che si vuol attribuire alle donne.
Ma la peggiore politica matura spesso con ideologie partitiche dettate da una ingannevole matrice ideologica tesa a sfruttare i problemi sociali e non a risolverli … è una mera finzione ideologica dell'attuale sistema  partitocratico (governo dei partiti) e che non è affatto democratico (governo del Popolo).
Tutto questo significa sottomettere in schiavitù le persone e non solo le donne  ma anche uomini, bambini, anziani, interi gruppi etnici e razziali e addirittura Popoli.
Non ho mai creduto e non crederò mai alla ipocrita sensibilità dell'attuale sistema politico che continua a propinarci problemi che loro stessi creano e di cui loro stessi vogliono essere la soluzione.
Oggi è la FESTA DELLA DONNA e vorrei allora pensare a loro con la mia testa e non con quella del sistema che mi vuol insegnare a vivere.
Cosa mi viene in mente pensando alle donne?
Senza le donne non esisterebbe l'umanità.
Non è solo per una ragione biologica legata alla maternità ma è l'apporto, il contributo vitale all'umanità per la loro sensibilità, il carattere, il temperamento, la femminilità e che rendono senza dubbio questo mondo un mondo migliore.
Ecco come vorrei festeggiare la Donne oggi.
WSM
Venetia, 8 marzo 2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 
Ecco una donna veneta di cui non si può che essere fieri:
ELENA CORNARO nasce nel 1646 e fu’ la prima donna laureata al Mondo.
 
Risultati immagini per elena cornaro

E LA CHIESA CONTINUA A FARE POLITICA.

Don Andrea Vena: "non votare è peccato".
Secondo il parroco di Bibione sarebbe un peccato di omissione non andare a votare.
Don Andrea Vena, che è anche il vice direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Concordia Pordenone, da buon italiano che probabilmente vuol dimostrare di essere, conferma il paradosso delle sue affermazioni precisando: "quest'anno non si vota per chi vuoi ma per non far vincere chi non vuoi" … e per fortuna che la chiesa cattolica romana non dovrebbe far politica oltre che accumulare scandali su scandali.
In realtà però si ha peccato di omissione quando non si realizza o non si concorre ad un "bene dovuto", quando per volontaria negligenza, non si compie ciò che si è chiamati a fare.
Ed ecco la contraddizione delle affermazioni di tale prete che dimostra innanzitutto un'ignoranza spaventosa in merito alla realtà in cui oggi, i Veneti, sono costretti a vivere sotto dominazione straniere italiana.
E' provato che l'italia è uno stato fondato sull'inganno e sulla frode e che l’attuale occupazione straniera italiana dei territori della Serenissima Patria è da ritenersi illegale e illegittima "ab origine", ossia fin dall’inizio della sua prevaricazione.
In una recente sentenza la Corte Costituzionale italiana, negando la validità ai Referendum consultivi sulla Indipendenza del Veneto, ha asserito che il Popolo Veneto non esiste (decidono loro adesso se io esisto o no).
Il Popolo Veneto, a detta del massimo Organo di Giustizia italiano ha cessato di esistere in virtù del Plebiscito del 1866, scegliendo di diventare popolo italiano.
Nulla di più falso e menzognero perché il Popolo Veneto non ha mai scelto di essere italiano in quel referendum del 1866 … è provato e documentato il falso storico di questo avvenimento che è una frode commessa dal regno italiano e che è anche poi stata ammessa dallo stesso Conte Thaon di Revel, plenipotenziario del re d’italia di allora e responsabile dell’operazione, che ammise in un suo successivo memoriale il raggiro commesso.
Ed è così che a mentire in proposito non  è solo il massimo organo di giustizia italiana ma anche tutte le più alte cariche istituzionali dello stato straniero occupante, razzista e colonialista italiano, partiti politici compresi.
Il crimine che tramandano è pesantissimo e ne sono profondamente compromessi.
E chi non va a votare commetterebbe peccato di omissione?
Ma questo prete si rende conto di quello che dice?
Si sa che chi vive con lealtà e onestà d'intenti non può essere compromesso con inganno e frode.
Tutta questa gente manca del "coraggio del giusto" perché sa di essere illegalmente costituita.
Tutta questa gente sa che deve tacere e mentire pur di mantenere inalterato il sistema malavitoso e clientelare che assicura loro una falsa apparenza di nazione.
Francamente non credo che Dio si indigni se i Veneti non vanno a votare a elezioni straniere italiane quando a loro è negata la LIBERTA' che è uno dei diritti fondamentali per ogni essere umano.
E poi c'è il diritto all'autodeterminazione previsto per legge anche per tutto il Popolo Veneto.
Caro reverendo, la contraddizione delle sue dichiarazioni sta proprio in questo perché il peccato di omissione non si realizza con il "non voto" ma continuando a far finta di nulla e divenendo complici e conniventi di un crimine gravissimo.
Ci mancava così anche il prete di turno che ventilando il rischio determinato dal disimpegno degli elettori adesso chi non va a votare rischia l'inferno (mi chiedo se Gesù Cristo direbbe le stesse cose).
Tutti dunque, compreso questo prete, a sostenere la tesi che in democrazia non è solo un diritto ma è anche un dovere per i cittadini andare a votare.
Tutto vero … solo che non siamo in democrazia e non mi dica che non lo sa.
Si sa che "il lupo perde il pelo ma non il vizio" e così l'italia smaschera da sé il suo malcostume rimpiazzando la democrazia (governo del popolo) con la partitocrazia (governo dei partiti).
Caro reverendo, a noi Veneti la cittadinanza italiana ci viene imposta con la frode e profanando norme previste dal Diritto Internazionale e soprattutto della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo (art.15).
Questa è la verità che ci viene nascosta perchè solo attraverso la conoscenza della nostra vera storia possiamo comprendere l'eredità di tremila anni del nostro passato.
Noi Veneti oggi siamo un Popolo costretto a vivere come schiavo in casa propria e lo stato straniero italiano teme il risveglio dell'identità nazionale Veneti.
Peccare è ben altra cosa caro reverendo, altro che non andare a votare a inutili e illegali elezioni politiche italiane sui nostri territori.
WSM
Venetia, 28 febbraio 2018
Sergio Bortotto
 

AMNESTY INTERNATIONAL … MOLTO DI PARTE FA CAMPAGNA ELETTORALE IN ITALIA!

Riceviamo una e-mail da Amnesty International che ci parla di una campagna elettorale che si dimostrerebbe intrisa d'odio nei confronti degli immigrati da parte di esponenti dei partiti politici della "destra" italiana.
C'è da chiedersi perché tale presa di posizione viene pubblicata adesso a pochi giorni dal voto italiano.
Troppo comodo schierarsi a favore di una sinistra italiana che sembra comprovare l'esistenza del progetto (chiamato piano Kalergi) teso a favorire l'immigrazione africana per rimpiazzare e sostituire i Popoli delle Nazioni pre-unitarie che in Italia stanno avendo un risveglio di coscienza identitaria. 
C'è anche tutta un'attività illegale e vessatoria che lo stato italiano sta applicando contro il Popolo Veneto e gli altri Popoli della penisola italiana che si stanno svegliando e scoprono che non sono mai realmente diventati italiani.
Lo stato italiano impone a molti Popoli delle Nazioni pre-unitarie, la cittadinanza italiana anche in violazione dell'art.15 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Lo stato italiano inoltre infierisce e distrugge anche attività e imprese locali con una imposizione fiscale che costringe le aziende ad andarsene … ma favorisce provvedimenti a sostegno di immigrati che non sono certo tutti profughi.
Mai una risposta, invece alle nostre segnalazioni delle violenze subite come Veneti e dell'attuale situazione della Serenissima Repubblica Veneta occupata illegalmente dall'italia quale stato straniero che è, dal suo regime razzista e colonialista
Come mai neppure una risposta alle nostre segnalazioni?
Siamo anche noi populisti?

QUANTA IPROCRISIA.

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SPECIALE CAMPAGNA ELETTORALE
 
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Cresce ogni giorno di più la violenza verbale che caratterizza la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano e dei governi regionali del Lazio e della Lombardia.
Sono già più di 500 le frasi contenenti odio segnalate dai nostri attivisti e raccontate attraverso grafici e approfondimenti nel nostro "Barometro dell'odio".
Un dato che sembra confermare la fotografia scattata nel nostro Rapporto Annuale che denuncia l'escalation dei discorsi di odio e delle politiche divisive in tutto il mondo.
Salvini e Meloni sono i leader politici che hanno pubblicato sui loro social network il maggior numero di frasi contenenti odioApprofondisci.
Migranti e rifigiati sono i bersagli maggiormente presi di mira dai discorsi d'odio in campagna elettorale.
Odio contro amore: presentato il Rapporto Annuale 2017
 
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Il mondo sta raccogliendo i terribili frutti della retorica intrisa d’odio che ha dominato nelle politiche di leader mondiali come al-Sisi, Duterte, Maduro, Putin, Trump e Xi. 
A documentarlo è il lavoro di ricerca raccolto nel 
 
REPUBBLICA ITALIANA
Capo di stato: Sergio Mattarella
Capo di governo: Paolo Gentiloni
 
L’Italia ha collaborato con autorità e attori non statali libici per limitare la migrazione irregolare attraverso il Mediterraneo centrale.
Di conseguenza, rifugiati e migranti sono stati sbarcati e sono rimasti intrappolati in Libia, dove hanno subìto violazioni dei diritti umani e abusi.
I rom hanno continuato a essere sgomberati con la forza e segregati in campi dove le condizioni di vita erano al di sotto degli standard minimi.
La Commissione europea non è riuscita a intraprendere azioni decisive contro l’Italia per la discriminazione contro i rom nell’accesso a un alloggio adeguato.
È stato introdotto il reato di tortura ma la nuova legge non ha soddisfatto tutti i requisiti richiesti dalla Convenzione contro la tortura.
 
DIRITTI DI RIFUGIATI E MIGRANTI NELLA REPUBBLICA ITALIANA
Secondo le stime, oltre 2.800 rifugiati e migranti sono morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Italia dalla Libia su imbarcazioni inadatte alla navigazione e sovraffollate.
Il numero è diminuito rispetto ai 4.500 decessi registrati nel 2016.
Oltre 119.000 persone sono riuscite ad attraversare il mare e a raggiungere l’Italia, a fronte dei 181.000 arrivi del 2016.
A maggio, il settimanale italiano L’Espresso ha pubblicato nuove informazioni sul naufragio dell’11 ottobre 2013 nell’area di ricerca e salvataggio di competenza maltese nel Mediterraneo centrale.
Nel naufragio morirono più di 260 persone, in gran parte rifugiati siriani, tra cui circa 60 minori.
Secondo alcune conversazioni telefoniche registrate ottenute dal settimanale, nel periodo precedente al rovesciamento dell’imbarcazione dei rifugiati, ufficiali della marina e della guardia costiera italiana sono stati riluttanti a impiegare la nave militare Libra, che era la più vicina all’imbarcazione in difficoltà, nonostante le ripetute richieste delle autorità maltesi in tal senso.
A novembre, un giudice del tribunale di Roma ha ordinato l’incriminazione di due alti ufficiali della marina e della guardia costiera italiana e lo svolgimento di ulteriori indagini sulla condotta della comandante della Libra.
Le accuse contro altri quattro ufficiali della marina e della guardia costiera sono state archiviate.
A fine anno il processo era ancora in corso.
Il governo ha continuato a non adottare i decreti necessari all’abolizione del reato d’“ingresso e soggiorno illegale”, nonostante avesse ricevuto specifico mandato dal parlamento nell’aprile 2014.
Cooperazione con la Libia per il controllo dell’immigrazione
A febbraio, allo scopo di ridurre il numero degli arrivi, l’Italia ha sottoscritto un memorandum d’intesa con la Libia, con il quale s’impegnava a fornire supporto alle autorità libiche responsabili dei centri ufficiali di detenzione per migranti.
Tortura e altri maltrattamenti sono rimasti diffusi in questi centri.
L’Italia ha continuato ad applicare misure per migliorare le capacità della guardia costiera libica d’intercettare rifugiati e migranti e di riportarli in Libia.
Ciò è stato fatto in un contesto in cui aumentavano le prove del comportamento violento e sconsiderato della guardia costiera libica durante le intercettazioni delle imbarcazioni e del suo coinvolgimento in violazioni dei diritti umani.
A maggio, l’Italia ha fornito alla guardia costiera libica quattro motoscafi pattugliatori.
Ha inoltre continuato ad addestrare ufficiali della guardia costiera e della marina libica, nell’ambito delle operazioni della Forza navale del Mediterraneo dell’Eu (European Union Naval Force Mediterranean – Eunavfor Med).
A luglio, in seguito a una richiesta del governo libico, l’Italia ha disposto una missione navale nelle acque territoriali della Libia per combattere l’immigrazione irregolare e il traffico di rifugiati e migranti.
A novembre, un vascello della guardia costiera libica ha interferito in un’operazione di salvataggio in corso nelle acque internazionali.
Numerose persone sono affogate.
L’imbarcazione della guardia costiera libica, una di quelle donate dall’Italia, è stata ripresa mentre si allontanava ad alta velocità, ignorando le persone in acqua e con un uomo ancora aggrappato alle funi che i marinai libici avevano lanciato dall’imbarcazione.
Tra agosto e dicembre, la collaborazione dell’Italia con le autorità libiche è stata criticata da vari esperti e organi delle Nazioni Unite, tra cui l’Alto commissario sui diritti umani delle Nazioni Unite e il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Il Comitato contro la tortura ha espresso preoccupazione per la mancanza di assicurazioni che la cooperazione con la guardia costiera libica o con altri attori della sicurezza libici potesse essere rivista alla luce delle violazioni dei diritti umani.
Operazioni di ricerca e salvataggio da parte di Ngo
Molte delle persone giunte in Italia via mare (oltre 45.400) sono state salvate da Ngo.
A luglio, con l’appoggio dell’Eu, l’Italia ha imposto un codice di condotta alle Ngo che operavano in mare, limitando la loro capacità di soccorrere le persone e farle sbarcare in Italia.
Nel corso dell’anno, le Ngo che effettuavano soccorso in mare sono state al centro di accuse da parte di alcuni funzionari, che sostenevano che esse incoraggiassero le partenze dalla Libia.
Sono state aperte indagini penali, che a fine anno erano ancora in corso, contro alcune Ngo accusate di favorire la migrazione irregolare.
Procedure d’asilo
A fine anno, circa 130.000 persone avevano chiesto asilo in Italia, con un aumento del sei per cento rispetto alle circa 122.000 del 2016.
Nel corso dell’anno, oltre il 40 per cento dei richiedenti ha ottenuto qualche forma di protezione in prima istanza.
Ad aprile è stata approvata una nuova normativa per accelerare le procedure d’asilo e per contrastare la migrazione irregolare, anche attraverso la riduzione delle tutele procedurali nei ricorsi in appello contro il respingimento delle richieste d’asilo.
La nuova legge non ha chiarito in modo adeguato la natura e la funzione degli hotspot, istituiti dall’Eu e dal governo a seguito degli accordi del 2015.
Gli hotspot sono strutture per la prima accoglienza, l’identificazione e la registrazione di richiedenti asilo e migranti giunti nell’Eu via mare.
Nel rapporto pubblicato a maggio, il meccanismo nazionale per la prevenzione della tortura ha messo in evidenza la continua mancanza di una base giuridica e di norme applicabili che regolino la detenzione delle persone negli hotspot.
Sempre a maggio, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha criticato la prolungata detenzione di rifugiati e migranti negli hotspot, la mancanza di salvaguardie contro l’errata classificazione di richiedenti asilo come migranti economici e l’assenza d’indagini sulle segnalazioni di uso eccessivo della forza durante le procedure d’identificazione.
A dicembre, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha espresso preoccupazione per la mancanza di tutele contro il rimpatrio forzato di persone in paesi in cui potrebbero essere a rischio di violazioni dei diritti umani.
A settembre è iniziato a Perugia il processo penale contro sette funzionari coinvolti nell’espulsione illegale in Kazakistan di Alma Shalabayeva e Alua Ablyazova, moglie e figlia del politico d’opposizione kazako Mukhtar Ablyazov, avvenuta nel 2013. Tra gli accusati, incriminati per rapimento, false dichiarazioni e abuso di potere, c’erano tre alti funzionari di polizia e il giudice che aveva convalidato l’espulsione.
Minori non accompagnati
All’incirca 16.000 minori non accompagnati sono giunti in Italia via mare. Ad aprile è stata introdotta una nuova legge per rafforzare la loro protezione. Questa prevedeva l’accesso ai servizi e introduceva tutele contro l’espulsione. Tuttavia, le autorità hanno continuato a incontrare ostacoli nel garantire che i minori non accompagnati fossero accolti in conformità con gli standard internazionali.
Programmi di ricollocazione e reinsediamento
Dei circa 35.000 richiedenti asilo che dovevano essere trasferiti in altri paesi dell’Eu secondo il programma di ricollocazione dell’Eu, a fine anno soltanto 11.464 avevano lasciato l’Italia, mentre altri 698 dovevano essere trasferiti in tempi brevi.
L’Italia ha continuato ad accordare accesso umanitario alle persone trasferite attraverso un programma finanziato dalle associazioni di volontariato religiose Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle chiese evangeliche e Tavola valdese.
Dall’avvio di questo programma nel 2016, sono state accolte oltre 1.000 persone.
A fine dicembre, l’Italia ha anche garantito l’accesso a 162 rifugiati vulnerabili, evacuati dalla Libia all’Italia dall’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.
 
DIRITTO ALL’ALLOGGIO E SGOMBERI FORZATI NELLA REPUBBLICA ITALIANA
I rom hanno continuato a subire una discriminazione sistemica nell’accesso a un alloggio adeguato.
La Commissione europea non è ancora riuscita a intraprendere azioni decisive contro l’Italia per la violazione delle leggi comunitarie contro la discriminazione, per aver negato il diritto all’alloggio, tra l’altro per la mancanza di tutele contro gli sgomberi forzati e la continua segregazione dei rom nei campi.
Ad aprile, centinaia di rom che vivevano nell’insediamento informale di Gianturco, a Napoli, sono stati sgomberati con la forza, dopo che le autorità non erano state in grado di effettuare consultazioni significative con le famiglie interessate.
L’unica alternativa offerta dalle autorità è stata la ricollocazione di 130 persone in un nuovo campo autorizzato segregato.
I restanti adulti e minori sono rimasti senza tetto. Circa 200 di loro si sono spostati nell’area di un ex mercato a Napoli e sono rimasti a rischio di sgombero forzato.
Ad agosto, le autorità hanno sgomberato con la forza centinaia di persone, tra cui molti minori, da un edificio nel centro di Roma.
Molti erano rifugiati riconosciuti che vivevano e lavoravano nella zona da diversi anni.
Le autorità non hanno fornito alternative di alloggio adeguato, lasciando decine di persone a dormire all’aperto per giorni, prima di essere allontanate con la violenza dalla polizia in tenuta antisommossa.
Diverse persone sono state ferite dalla polizia, che ha usato cannoni ad acqua e manganelli.
Alcune famiglie sono state infine temporaneamente rialloggiate fuori Roma.
 
TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI NELLA REPUBBLICA ITALIANA
A luglio, l’Italia ha finalmente approvato una legge che ha introdotto il reato di tortura, dopo che aveva ratificato la Convenzione contro la tortura nel 1989.
Tuttavia, a dicembre, il Comitato contro la tortura ha evidenziato che la definizione di tortura contenuta nella nuova legge non era conforme alla Convenzione.
Inoltre la nuova legge non prevedeva l’applicazione di altre norme fondamentali, tra cui la revisione dei metodi d’interrogatorio della polizia e le misure per il risarcimento delle vittime.
A settembre, il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa ha reso pubblico il rapporto della sua visita compiuta in Italia ad aprile 2016.
Il Cpt ha raccolto denunce di maltrattamenti, tra cui l’uso non necessario ed eccessivo di forza da parte di agenti di polizia e di custodia, in praticamente tutte le strutture detentive visitate.
Il Cpt ha rilevato la persistenza del sovraffollamento, nonostante le recenti riforme.
A ottobre, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che il trattamento di 59 persone da parte della polizia e del personale medico durante la detenzione, a seguito delle proteste contro il summit del G8 di Genova nel 2001, si configurava come tortura.
Sempre a ottobre, 37 agenti di polizia in servizio nella zona della Lunigiana, nella Toscana settentrionale, sono stati accusati per numerosi casi di lesioni personali e altri abusi.
Le vittime erano in molti casi cittadini stranieri; in due episodi erano stati utilizzati bastoni elettrici.
A fine anno, il processo era ancora in corso.
 
DECESSI IN CUSTODIA NELLA REPUBBLICA ITALIANA
A luglio, in seguito a una seconda indagine della polizia iniziata nel 2016, cinque agenti di polizia sono stati incriminati per il decesso in custodia di Stefano Cucchi, avvenuto nel 2009.
Tre agenti sono stati accusati di omicidio colposo e due di diffamazione e false dichiarazioni.
A fine anno, il processo era ancora in corso.
 

E LA BRECCIA SI ALLARGA

 
Come la goccia d'acqua che vince la roccia e col tempo la scava.
Sono numerose piccole lacrime che insieme hanno contribuito a scavare il passaggio nella pietra.
La natura ci è sempre maestra e prodiga di insegnamenti.
Il creato ci sprona a non rinunciare mai al compimento del nostro destino.
Nulla avviene per caso e come l'ingegno, estro di chi se ne vuole con onore servire, modella con decisione il destino di ogni uomo.
Così come le lacrime non sono mai uniche e le gocce d'acqua si uniscono in un rivolo, poi in un ruscello e in un torrente che impetuosamente si riversa al mare come un fiume in piena, così ogni singolo atto, ogni singola condotta, in tal modo pretesa, contribuisce a consolidare la nostra identità di Popolo e a spezzare le catene dell'imposta schiavitù.
Ugualmente la storia ci insegna a non esitare al fine di mutare e migliorare la nostra condizione e questo è l'insito impulso del progresso dell'umanità.
Ma se avessimo dubitato della capacità di migliorare il mondo anche di uno solo fra noi, oppure diffidato anche di pochi volenterosi così come di molti, saremo ancora come l'uomo delle caverne.
Purtroppo però alcuni uomini hanno anche peggiorato la nostra esistenza.
La loro degenerazione ha contribuito a radicare una delle peggiori piaghe dell'umanità privando altri uomini della libertà.
Senza libertà non c'è progresso, senza la propria autodeterminazione non c'è alcun miglioramento.
Ed ecco che il passato torna ugualmente ad assisterci e ci istruisce di come pochi uomini hanno sempre fatto la differenza anche forzando l'indolenza e l'inoperosità delle masse sempre più stordite, confuse e incatenate ai falsi bisogni odierni.
Se un tempo le vitali esigenze si affrontavano anche con adeguata e benevola disposizione d'animo, (fare di necessità virtù), oggi non si trascura il superfluo e sperperiamo la nostra libertà come moneta senza alcun valore.
Il MLNV ha sempre sostenuto la necessità che ogni Cittadino del Popolo Veneto ha:
  • il dovere di sostenere la propria identità, perché ogni essere umano è ciò che è, estrinsecazione della propria personalità derivante dalla propria originale individualità e come tale titolare di una propria identità; niente e nessuno ci può costringere ad essere ciò che non siamo (italiani per esempio), perché è anche una violazione dell'art.15 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
  • Il dovere di sostenere il sentimento di appartenenza, il riferimento comune alla propria cultura, alla propria lingua, alle proprie tradizioni storiche, sviluppate sui territori che geograficamente ci appartengono dalla preistoria;   con esse si identifica la civiltà del Popolo Veneto.
  • Il dovere di sostenere la propria nazionalità quale espressione dell’identità del Popolo Veneto che accomuna liberamente ogni proprio membro per il senso di appartenenza a tale specifica collettività per lingua, cultura, tradizione, religione, storia; la nostra nazionalità Veneta è conforme e si estrinseca con il concetto di Nazione destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità.
  • Il dovere di sostenere l’esistenza di ogni persona perché è un imprescindibile diritto naturale universalmente efficace e che come tale non può che estrinsecarsi liberamente; ogni Cittadino del Popolo Veneto è libero di scegliere di non far parte della società italiana per la quale non nutre sentimenti di appartenenza, non identificando con essa le proprie radici e un comune riferimento culturale, di lingua, tradizioni e storia; ogni Cittadino del Popolo Veneto è libero e non può essere vincolato da statuti, codici, norme e regolamenti dello stato italiano ma solo dal proprio Ordinamento Giuridico Veneto, benché provvisorio e nei soli limiti determinati da una ragionevole, equa e contestuale condizione di paritario godimento dei diritti fra esseri umani.
  • Il dovere di sostenere la facoltà e il potere di rappresentare sé stesso, affermando e dichiarando a pubblica menzione di non essere cittadino dello stato italiano e che l’imposta cittadinanza italiana non gli appartiene e non lo identifica.
Il principio di effettività ci sostiene in proposito perché afferma che solamente le pretese e le situazioni solidamente costituite nella realtà acquistano rilevanza giuridica, quindi spetta solo a noi iniziare a farlo.
Questo è il principio cardine della sovranità di un Popolo, quel principio tanto temuto, che l'italia non vuole che si capisca.
"Saremo veramente liberi solamente quando non ci saranno più segreti e il Popolo sarà al centro del sapere per poter prendere decisioni".
WSM
Venetia, 16 febbraio 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 

COMMEMORIAMO

Durante la 42a  riunione plenaria dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stato designato "il giorno della memoria" con la risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005.
Ogni anno si commemorano le vittime dell'olocausto ricordando il 27 gennaio 1945 quando le truppe dell'Armata Rossa hanno liberato il campo di concentramento di Auschwitz.
Ma non c'è solo la sofferenza di Israele.
La memoria ci consente di ricordare fatti ed eventi che hanno caratterizzato l'esistenza di un passato che ancora oggi ci vincola al dovere della rievocazione perché non può e non dovrebbe esserci oblio per le atrocità e le prevaricazioni commesse nel tentativo di estinguere qualsiasi popolo o gruppo razziale o etnico.
L'italia che oggi celebra le vittime dell'Olocausto, ipocritamente finge di non ricordare le sue vittime in danno dei Popoli delle Nazioni pre-unitarie della  penisola italica occupate con una tale ferocia e devastazione da far impallidire di vergogna.
I primi campi di concentramento a Fenestrelle, il lagher dei Savoia, dove molti patrioti del Regno delle Due Sicilie sono stati deportati, torturati, uccisi col taglio della testa e poi sciolti nella calce.
La carneficina di donne bambini e vecchi ad opera delle truppe d'occupazione italiane.
L'annientamento di interi paesi per colpire le famiglie dei "briganti" che altro non erano che patrioti che difendevano la propria Patria dall'invasione italiana.
Non dimentichiamo inoltre le guerre, sempre iniziate dall'italia, per annettersi le province turche della Tripolitania e della Cirenaica (Libia) nonché del Dodecaneso … la responsabilità italiana nella dura repressione del movimento per la liberazione della Libia, durata fino al 1933 … e lo sterminio della popolazione libica che fu decimata nei campi di concentramento, con marce di morte nel deserto e con le armi chimiche usate anche contro i civili.
Non dimentichiamo poi le due guerre mondiali con le quali l'italia ha sempre aggredito altre Nazioni e il genocidio delle foibe anche in danno del Popolo istro/veneto.
Ma che gran faccia di bronzo hanno anche le più autorevoli figure istituzionali italiane di oggi.
Pur sapendo di essere illegalmente costituite e di occupare con la frode territori che non gli appartengono rinnegano le responsabilità del proprio passato e pontificando sul valore e il rispetto dei diritti umani, civili e politici, perpetuano il crimine che si tramandano pur sapendo di esserne moralmente compromessi.
Dobbiamo dunque riflettere sui terribili fatti che ci hanno preceduto ma non solo quelli che oggi si commemorano.
Abbiamo il dovere di prendere le distanze dal falso proselitismo di chi predica bene e razzola male.
Ancora oggi sulla pelle e sul diritto alle libertà di interi Popoli l'italia mantiene con la tirannide la frode che l'ha costituita e il suo crimine è davvero molto grande, oggi come allora.
WSM
Venetia 17 gennaio 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

NON ANDARE A VOTARE E’ UN DOVERE!

I portavoce dei vari schieramenti politici, ventilando il rischio determinato dal disimpegno degli elettori, si danno battaglia sciorinando promesse e riforme che mai fino ad ora sono state realizzate o hanno portato ad una reale soluzione dei problemi che la gente ha tutti i giorni.
Ci mancava poi l'eloquente ipocrisia del presidente straniero italiano Mattarella anch'egli intervenuto contro il pericolo astensionismo dal voto alle prossime elezioni politiche.
Tutti dunque a sostenere la tesi che in democrazia non è solo un diritto ma è anche un dovere per i cittadini andare a votare.
Tutto vero … solo che non siamo in democrazia.
Si sa che "il lupo perde il pelo ma non il vizio" e così l'italia smaschera da sé il suo malcostume rimpiazzando la democrazia (governo del popolo) con la partitocrazia (governo dei partiti).
In realtà l'italia è uno stato che si è costituito sull'inganno e sulla frode (e non solo in danno del Popolo Veneto) e tutto questo è provato, è dimostrato e documentato e tutti i politici e le più alte autorità italiane lo sanno.
Considerata che l’attuale occupazione straniera italiana dei territori della Serenissima Patria è da ritenersi illegale e illegittima "ab origine", ossia fin dall’inizio della sua prevaricazione, anche ogni sua autorità e provvedimenti da essa emanati sono abusivi e appunto per questo vietati.
Ma questi, con la loro falsa faccia fanno finta di niente.
In una recente sentenza la Corte Costituzionale italiana, negando la validità ai Referendum consultivi sulla Indipendenza del Veneto, ha asserito che il Popolo Veneto non esiste.
Il Popolo Veneto, a detta del massimo Organo di Giustizia italiano ha cessato di esistere in virtù del Plebiscito del 1866, scegliendo di diventare popolo italiano.
Nulla di più falso e menzognero perché il Popolo Veneto non ha mai scelto di essere italiano in quel referendum del 1866 … è provato e documentato il falso storico di questo avvenimento che è una frode commessa dal regno italiano e che è anche poi stata ammessa dallo stesso Conte Thaon di Revel, plenipotenziario del re d’italia di allora e responsabile dell’operazione, che ammise in un suo successivo memoriale il raggiro commesso.
E se a mentire è il massimo organo di giustizia e le più alte cariche istituzionali italiane … perché non devono mentire i partiti politici?
Ed è così che queste persone perpetuano la loro complicità cercando disperatamente di arrogarsi diritti che i cittadini dei vari popoli della penisola italica non hanno mai loro conferito.
Il crimine che tramandano è pesantissimo e ne sono profondamente compromessi.
Questa è loro gravissima responsabilità.
Si sa che chi vive con lealtà e onestà d'intenti non può essere compromesso con inganno e frode.
Tutta questa gente manca del "coraggio del giusto" perché sa di essere illegalmente costituita.
Tutta questa gente sa che deve tacere e mentire pur di mantenere inalterato il sistema malavitoso e clientelare che assicura loro una falsa apparenza di nazione.
Tutti a salvare le apparenze e tacendo sulle inquietanti verità che rendono tutti loro complici di un delitto pesantissimo che si perpetua giorno dopo giorno, gozzovigliano protetti da istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini da questi crimini.
In realtà l'italia è uno stato che difetta di uno dei tre elementi fondamentali per essere considerato tale, cioè manca del popolo, perché quello italiano non esiste.
Non si può essere italiani perché qualcuno me lo impone e mi impedisce di essere ciò che sono.
L’italia da sempre tenta di “estinguere” il Popolo Veneto attraverso l’indebita appropriazione della paternità culturale della civiltà Veneta e attraverso l’annichilimento delle proprie tradizioni, della propria lingua, dei propri usi e costumi.
Ma il Popolo Veneto esiste ancora oggi e i Veneti sono di nazionalità Veneta e di certo non sono italiani, perché non lo sono mai diventati.
Dobbiamo ripristinare la legalità sui nostri territori e lo si può fare solo non riconoscendo l'autorità delle istituzioni italiane costituite con la frode e l'inganno e che ci derubano di tutto ciò che abbiamo e pretendono di dominarci.
Ecco perché E' UN DOVERE ANCHE NON ANDARE A VOTARE.
Dobbiamo smettere di dare il nostro benestare e  di legittimare questi delinquenti e la loro falsa democrazia.
WSM
Venetia, 22 gennaio 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 

SARANNO SEMPRE SOLO COINCIDENZE … LA FARSA CONTINUA.

Anche oggi come allora forse basterebbero i trenta denari per corroborare la solerzia del balordo di turno ma si sa che "anca pochi schei tajani i plasma paroni e sciavi" (anche pochi soldi italiani plasmano padroni e schiavi).
Mercoledì sera nel tornare a casa ho notato il solito sconosciuto che, probabilmente drogato di protagonismo e di chissà cos'altro, ha debuttato con una repentina fuga dal giardino di casa.
L'ignoto, che indossava una tuta grigia e un giubbino scuro ha sicuramente sperato in una mia distrazione e proprio tale convinzione lo ha riportato sui suoi passi… ma avevo finto di chiudere alle mie spalle l'entrata di casa.
Affrontato repentinamente lo sconosciuto ormai tornato vicino all'abitazione questi si è dato a precipitosa fuga.
Nonostante l'uso della macchina il soggetto non è stato rintracciato.
Poco dopo nel perlustrare le vie adiacenti ho notato altre due persone temporeggiare nei pressi di una vettura station wagon parcheggiata nel piazzale nei pressi della chiesa.
Questi al mio avvicinarmi si sono voltati dandomi le spalle;  hanno inoltre alzano il bagagliaio del veicolo per impedirmi probabilmente di leggere la targa di cui sono riuscito ad intravedere solo le cifre finali "NY".
In attesa dell'aiuto di un amico è stato notato lo sconosciuto con la tuta avvicinarsi ai due soggetti della macchina e andarsene con loro.
Siamo alle solite coincidenze, preferei pensare, ma i tre individui non mi sembravano proprio dei ladruncoli, anzi, chissà come mai mi è venuto da pensare a provocatori agenti italiani aiutati da qualche sprovveduto balordo… ma si sa saranno sempre solo coincidenze.
WSM
Venetia 12 gennaio 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 

LIBERO POPOLO IN LIBERA PATRIA

Presto speriamo di poter pubblicare il primo testo realizzato dal MLNV e dal titolo "LIBERO POPOLO IN LIBERA PATRIA".
Il testo non è sicuramente un compendio di diritto internazionale ma cerca di spiegare, anche sotto il profilo giuridico, le ragioni autentiche del costituirsi del Movimento di Liberazione Nazionale e del percorso intrapreso.
Sconsigliamo vivamente la lettura ai "venetesti" di taluni gruppi la cui inettitudine è gigantesca e per quanto tentino insistentemente di imitarci non eguagliano questo MLNV.
N.B.:
SEZIONE 05 – ARTICOLO 11 dell’Ordinamento Giuridico Veneto Provvisorio (OGVP)
L’OGVP riconosce quale lingua ufficiale e nazionale il “VENETO” in ogni sua espressione idiomatica e inflessione gergale.
Avendo esigenze e necessità di agevolare sia la comunicazione degli atti ufficiali che quella personale, durante la fase di transizione e in attesa di un’ufficiale definizione della grammatica, intesa anche come regole ortografiche e di punteggiatura, della fonologia, morfologia, sintassi, semantica e pragmatica, l’OGVP adotta quale lingua accessoria e di utilità qualsiasi altra lingua in uso attualmente dal Popolo Veneto.
—-
L'OGVP, fino a indiscutibile dimostrazione, non riconosce e/o prende atto che la lingua c.d. italiana sia da considerarsi tale.
E' discutibile la sua origine anche in relazione alla possibile sua derivazione proprio dalla lingua veneta e come tale quindi compatibile con il suo uso.

 

SARANNO SEMPRE COINCIDENZE?

Se non fosse per l'aiuto dei vicini oggi probabilmente non sarei sopravvissuto alle esalazioni della stufa a pellet.
Strana coincidenza sul malfunzionamento della stufa che fino a questa mattina è andata benissimo, ma che oggi pomeriggio ha attirato l'attenzione dei vicini per la notevole foschia venuta a concentratasi fuori di casa, al punto da sospettare un incendio dell'abitazione.
Strano davvero visto e considerato che non c'è stato nessun principio di incendio in casa.
Controllando però il tubo di scarico (el canon) mi hanno insospettito dei residui di carta bruciati al punto da ritenere plausibile un tentativo di intasamento della canna fumaria col conseguente "ritorno" di esalazioni in casa.
Ecco il malditesta accusato oggi mentre mi appisolavo in casa.
Tutto questo mi fa pensare visto e considerato che le conseguenze dell'intasamento avrebbero dovuto concretarsi al mio rientro a casa questa sera tardi (proprio oggi c'è riunione) e non nel primo pomeriggio odierno.
Solo l'inatteso mio ritorno, l'accensione momentanea della stufa e l'intervento dei vicini hanno probabilmente fatto fallire il maldestro tentativo che nella prossima nottata avrebbe potuto sortire gli effetti voluti.
Ma si sa sono sempre solo coincidenze.
WSM
Venetia, 21 dicembre 2017
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provisorio
 

FIERO DI NON AVER VOTATO.

Lo diciamo da tempo e oggi confermiamo la nostra posizione rispetto al referendum voluto dal partito italiano lega nord e da Luca Zaia, esponente di spicco di tale partito italiano e presidente dell'ente periferico italiano denominato "regione veneto ".
E così la popolazione residente, stranieri compresi (anche gli italiani sono foresti a casa nostra),  ha votato per un'autonomia che Luca Zaia andrà ad elemosinare a Roma.
Dunque io che non credo ai partiti italiani, che non credo al sistema italia, che non credo ai politici italiani, sono forse uno stolto, uno sciocco o un povero illuso che aspira a vedere liberata la propria Patria dall'occupazione straniera italiana?
La Patria, per l'appunto, la millenaria Serenissima Repubblica Veneta, sempre più ostaggio di un Popolo tenuto al guinzaglio e mantenuto nel recinto dell'inconsapevolezza della propria identità.
Siamo come un gregge sfamato con le briciole del proprio pane.
Ed è così che il lamentoso piagnucolare trova sfogo nel compiacimento di un voto creato ad arte per illuderci di aver esercitato un diritto democratico.
Ma noi VENETI non siamo italiani e come il 22 ottobre del 1866 ecco replicata la frode italiana.
E adesso???
Adesso vedremo come l'italianissimo Luca Zaia porterà a casa l'inutile autonomia tanto decantata.
Se un milione di persone crede ad una cosa idiota, la cosa non cessa di essere idiota (Anatole France).
WSM
Venetia, 23 ottobre 2017
Sergio Bortotto
Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto
e del Governo Veneto Provvisorio
 

ANCORA SUL PRINCIPIO DI AUTODETERMINAZIONE

Tanto per non lesinare sul bagaglio culturale e la formazione intellettuale che per finta o sul serio, in merito alle norme di diritto internazionale e alla loro applicabilità, sembra contraddistinguere le autorità e le forze d'occupazione straniere italiane, facciamo ancora una precisazione:
Lo stesso diritto all'autodeterminazione, nella sua accezione esterna, spetta ai Popoli sottoposti a regime militare straniero, se essi precedentemente facevano parte di uno Stato indipendente … (pag. 178 capitolo 7 – Diritto Internazionale – Antonio Cassese – seconda edizione edito da "Il MUlino").
Il Popolo Veneto è detentore di tale diritto e non c'è un atto di cessione o rinuncia alla propria sovranità resa dal Governo della Serenissima Repubblica Veneta e/o dalla stessa Cittadinanza.
E' documentata e ammessa dallo stesso Conte Tahon di Revel (*), plenipotenziario dei re d'italia di allora, la frode commessa con l'annessione militare dei territori Veneti mascherata con il plebiscito nel 1866 e i cui falsi risultati vennero addirittura erroneamente pubblicati sulla stampa tre giorni prima del loro realizzarsi.
Il giorno stesso venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del 7 ottobre per il plebiscito.
« Al Presidente del Consiglio dei Ministri è pervenuto oggi alle ore 10 ¾ antimeridiane il seguente dispaccio da Venezia:
La bandiera Reale italiana sventola dalle antenne di piazza San Marco, salutata dalle frenetiche grida della esultante popolazione. – Generale Di Revel
Il Presidente del Consiglio dei Ministri rispose immediatamente con questo dispaccio:
Alla Rappresentanza municipale di Venezia – Il Governo del Re saluta Venezia esultante mentre la bandiera nazionale italiana sventola dalle antenne di piazza San Marco, simbolo di Venezia restituita all'Italia, dell'Italia restituita finalmente a se stessa. – Ricasoli »
(Gazzetta Ufficiale, 19 ottobre 1866)
Secondo alcune fonti, il 19 ottobre il Veneto sarebbe stato invece ceduto direttamente dall'Austria al Regno d'Italia: il quotidiano Gazzetta di Venezia in pochissime righe riportò che: «Questa mattina in una camera dell'albergo Europa si è fatta la cessione del Veneto».
Il 20 ottobre giunse a Venezia il commissario regio Giuseppe Pasolini, nominato già dal 13 ottobre.
La votazione per il plebiscito ebbe luogo nei giorni 21 e 22 ottobre 1866; a Venezia gli uffici elettorali rimasero aperti dalle 10:00 alle 17:00 in entrambi i giorni.

L'ITALIA E TUTTE LE SUE ISTITUZIONI SONO ILLEGALMENTE PRESENTI SUI NOSTRI TERRITORI E AGISCONO IN DIFETTO ASSOLUTO DI GIURISDIZIONE.
Tutti gli uffici pubblici italiani, carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani, forze armate, guardie particolari giurate e ogni altra istituzione costituita e designata dallo stato straniero occupante italiano, è illegale su tutti i nostri territori.

(*)
Thaon di Revel (pronuncia: taõ di rœvèl[3]e Sant'Andrea, sono una famiglia nobiliare originari della Contea di Nizza.
Per tradizione famigliare i figli maschi vennero educati alla carriera militare o politica e diplomatica.
Molti membri dei Thaon di Revel hanno raggiunto posizioni di pubblico interesse, sia in ambito militare che politico, partecipando attivamente nel governo del Regno di Sardegna e alla formazione del Regno d'Italia.
Il ramo dei Thaon si stabilisce nel nizzardo nel XV secolo e da lì in Piemonte.

 

ARRIVIAMO AL DUNQUE … IL POPOLO ITALIANO NON ESISTE!

Il popolo italiano non è rassegnato alla sottomissione … semplicemente  il popolo italiano non esiste!
Esistono tuttavia i Popoli della Nazioni pre-unitarie che hanno anche combattuto contro questa falsa unità d'italia.
C'è da chiedersi, allora, perché adesso dovrebbero combattere per salvare questo sistema criminale.
 
COME MAI GLI ITALIANI NON SI RIBELLANO ALLE INGIUSTIZIE COME FANNO ALTRI POPOLI? RASSEGNATI ALLA SOTTOMISSIONE…
Come mai gli italiani non si ribellano alle ingiustizie come fanno altri popoli?
È una domanda che molti di noi si pongono.
Se gli stranieri sui mezzi di trasporto pubblici si rifiutano di pagare il biglietto e peggio ancora aggrediscono fisicamente il controllore, tutti noi denunciamo totalmente indignati, ma poi concretamente li si lascia fare e alla fine siamo solo noi italiani ad essere tenuti a pagare il biglietto.
Se nelle nostre città talune vie, parchi, piazze o quartieri diventano pericolosi per la presenza di delinquenti comuni, spacciatori di droga, sfaccendati che molestano donne e bambini aspirando a violentarli sessualmente, noi denunciamo massimamente preoccupati ma poi concretamente finiamo per non frequentare più quegli spazi pubblici che, di fatto, diventano delle roccaforti della criminalità.
Nel novembre del 2011 con la regia di Giorgio Napolitano e l’avvento al potere di Mario Monti l’Italia è stata sottomessa a una dittatura finanziaria che, da allora, ha spogliato la democrazia del suo contenuto sostanziale e ha generato quattro governi non eletti dagli italiani.
Nel 2013 la Corte Costituzionale ha sentenziato l’incostituzionalità della legge elettorale con cui sono stati eletti i parlamenti nel 2006, 2008 e 2013, ma a quattro anni di distanza il parlamento continua a legiferare, così come i governi e i capi di Stato designati da quei parlamenti continuano a operare come se non fosse successo nulla.
Nel 2016 c’è stato il referendum sulla riforma della Costituzione.
Il governo era per il Sì e ha vinto il No. Ma è stato riesumato un governo del Sì come se gli italiani non fossero andati a votare.
Gli italiani hanno denunciato a viva voce, ma concretamente nessuno mette in discussione la legittimità del sistema politico o si sottrae all’osservanza delle decisioni assunte da questi governi.
A questo punto dobbiamo concludere che gli italiani che subiscono le ingiustizie limitandosi a denunciare ma senza ribellarsi concretamente, dimostrano di non essere un popolo unito.
Massimo D’Azeglio all’indomani dell’unità d’Italia nel 1861 disse: «Purtroppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gli italiani».
Infatti, nessuna nazione nasce senza un Popolo e non può esserci stato senza Nazione.
Andiamo in effetti a vedere cos'è un Popolo:  l
a nazionalità è l’espressione dell’identità di un Popolo che accomuna liberamente ogni proprio membro per il senso di appartenenza a tale specifica collettività per lingua, cultura, tradizione, religione, storia.
La nazionalità è conforme e si estrinseca con il concetto di Nazione destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità.
Prendiamo atto che gli italiani sono un popolo che si sente appagato dalla denuncia fine a se stessa, che vuole accontentare tutti e non scontentare nessuno, che aggira le realtà che impongono delle scelte impegnative.
Se questo comportamento potesse tradursi nella salvaguardia della civiltà che da millenni ha comunque garantito la crescita demografica, lo sviluppo economico e la qualità della vita, dovremmo considerarlo saggio e lungimirante nel lungo periodo anche se spregiudicato e riprovevole nell’immediato.
L'italia esiste solo da centocinquant'anni e impone il suo dominio su Nazioni e Popoli pre-unitari che esistono da millenni … meglio non attribuire agli italiani ciò che per cultura, tradizioni, storia, lingua e civiltà appartiene ad altri Popoli, italiani oggi per forza ma che in realtà non lo sono.
Purtroppo non è così.
Noi oggi rischiamo di perdere ciò che resta della nostra sovranità nazionale, di essere fagocitati dal Nuovo Ordine Mondiale assoggettato alla grande finanza, la sostituzione etnica e la sottomissione all’islam.
O gli italiani insorgeranno uniti o moriremo senza avere la certezza e l’orgoglio di chi siamo.
 
tratto da: (CLICCA QUI)
 

LA DITTATURA ITALIANA VIETA ANCHE I PARERI CONTRARI ALL’OBBLIGO DEI VACCINI

La democrazia è sparita da tempo ormai.
Ma la pretesa di zittire chiunque non si allinea con la tesi dittatoriale del governo straniero italiano, anche in merito all'obbligo dei vaccini, è una grave presa di posizione e che viola principi sacrosanti come quello dei diritti umani, civili e politici di ogni persona.
Ogni qualvolta si vieta o si tenta di zittire una voce contraria è giusto che si sappia fin d'ora che i responsabili meritano di essere perseguiti dalla Giustizia Veneta non appena avremo ripristinato la totale sovranità del Popolo Veneto su tutte le nostre Terre.
WSM
Venetia, 06 ottobre 2017
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provisorio
PIU' SANI I BIMBI NON VACCINATI
Ecco l'articolo apparso oggi sulla Tribuna di Treviso.
Tutta la nostra solidarietà al Pediatra Goffredo Chiavelli il professionista a carico del quale l'Ordine ha aperto un procedimento disciplinare.
 

UN SICILIANO A VENEZIA

Ecco la lettera di un ragazzo siciliano,. qui residente da oltre vent'anni e che vede nel Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto l'unica valida alternativa al sistema corrotto e parassitario italiano.
 
05.10.2017
Se oggi sono qui a scrivere questa lettera è perché sento il dovere di ringraziarti per tutto quello che fai ogni giorno.
Ti batti come un leone perché credi che noi tutti possiamo vivere in un Paese libero e democratico dove il cittadino non deve sentirsi schiavo di roma o il servo di una classe politica corrotta, che fa solo i propri interessi.
Il tuo coraggio merita la mia stima e fiducia nel seguirti affinché il sogno dell'indipendenza sia realtà e solo quando sentirò il ruggire del Leone di San Marco mi sentirò un uomo libero.
Libero di decidere del mio futuro, senza più catene e cappio al collo.
Credo nell'idea di una Repubblica Veneta dove l'interesse primario sia rivolto al suo Popolo affinché il Leone sovrano forgia la spada nel bene comune dei figli della Repubblica Veneta.
Siamo un Popolo di operai, pensionati, muratori, pastori, camerieri e di pescatori, imbianchini e contadini, magari non siamo tutti istruiti ma una cosa è certa siamo pronti a batterci per riprenderci la nostra libertà e mai più al di fuori della santissima bandiera della Serenissima che vogliamo rivedere sventolare nella Repubblica Veneta.
Mai più bandiere politiche italiane nè di destra nè di sinistra, nè leghiste, nè comuniste.
Credo nel sogno tuo di un Popolo di un solo colore, che esso sia Veneto o residente, gay o etero, emiliano o siciliano, bianco o giallo, in un Popolo dove non ci sono né servi, né padroni.
Credo solo in un Popolo figlio del Veneto libero.
Grazie Sergio
G.L.

FORZA CATALOGNA!

Siamo alla follia.
La guardia civil spagnola, alias carabinieri italiani, abbatte la democrazia e attacca il Popolo Catalano.
Gravissima azione di rappresaglia dalla guardia civil spagnola che agli ordini del governo spagnolo attacca i Cittadini Catalani forniti dell'unica "arma" democratica di un Popolo, che in democrazia è il diritto di voto.
E vi ricordo che li abbiamo illegalmente qui a Vicenza in territorio della Serenssima Repubblica Veneta presso la caserma Chinotto, nell'ambito della gendarmeria europea (eurogendfor) che nessun Cittadino ha mai voluto e votato e che nessun Cittadino Veneto ha mai autorizzato ad instaurarsi sui nostri territori.
E l'europa tace.
E ti credo che tace, non ha alcun interesse che venga messa in discussione la leadersheep di governi che rappresentano solo stati e non le Nazioni dei Popoli.
Nessun stato, insediatosi con la guerra sarà mai una Nazione e questo vale anche per l'italia.
A Zaia, presidente dell'ente regione veneto italiana e che al massimo può rappresentare solo gli iscritti al suo partito italiano lega nord, dico di leccare meno i piedi a Roma e di decidersi ad essere Veneto o italiano, prima di sblaterare tanto sul finto referendum che ha deciso di indire in ambito italiano e che non serve a niente.
Fra non molto farà molta più paura aver tradito il Popolo Veneto che non leccare i piedi a roma.
Tutta la nostra solidarietà è per il Popolo Catalano e per la sua voglia di lottare per la legittima LIBERTA' da ogni regime.
WSM
Venetia 2 ottobre 2017
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
Piena solidarietà al popolo catalano: comunque la si possa pensare quando la repressione diventa armata e violenta solo per soffocare una espressione di volontà, non si può che condannare chi compie tali atti e i loro mandanti!
Condanna uguale a chi si permette di giudicare tale repressione giusta come ha fatto l'assessore straniera italiana alle politiche dell'istruzione della regione veneto…
Forza Catalogna!!
Enrico Pillon
Catalogna, tutti contro tutti.
Dopo la passività del Mossos ora i pompieri fanno scudo agli elettori.
La polizia carica i vigili del fuoco catalani.
Esasperazione del conflitto ai seggi: la Guardia Civil manganella i pompieri
Polizia contro polizia, agenti contro i pompieri.
Nel caos catalano nel giorno del referendum per l'indipendenza le forze dell'ordine prendono posizione: i Mossos, la polizia catalana, decide di non eseguire gli ordini del governo centrale e i pompieri vanno persino oltre: ostacolano la polizia nazionale.
I vigili del fuoco catalani hanno infatti deciso di sostenere la partita democratica del referendum formando uno scudo umano fra Guardia Civil ed elettori.
Una catena, in divisa, per impedire agli agenti di caricare o spostare la gente impegnata nel voto.
Mossa che, dopo le pubblicazioni di video e foto sui social, ha già battezzato per i catalani i pompieri come "eroi" di giornata.
Gli agenti antisommossa spagnoli hanno però deciso di caricare con i manganelli il gruppo di vigili del fuoco catalani, in divisa e con il casco, che stavano presidiando un seggio in cui si votava per il referendum catalano.
E' quello che si vede in un breve video diffuso da vari media. Nelle immagini si vedono gli agenti che allontanano i pompieri colpendoli con i manganelli sulle gambe e con calci.
Tratto da (CLICCA QUI)
I MOSSOS (la Polizia Catalana – alias la nostra futura Polisia Nasionale Veneta) difendono i Cittadini dalla guardia civil spagnola… 
Primi contrasti tra i Mossos e la Guardia Civil a Barcellona.
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