COMUNICATI

LOTTARE PER L’INDIPENDENZA NON E’ REATO

Ma noi lo diciamo da quasi dieci anni che lottare per l'indipendenza non è reato.
Adesso il giudice italiano scopre improvvisamente che non può essere considerato reato essere dei Patrioti.
E così tutti assolti i protagonisti del "caso Alleanza" cui il MLNV comunque non ha mai aderito in ragione del proprio diverso percorso tecnico/giuridico.
Ma va!
Allora perché esistono ancora oggi dei parassiti che vengono a infastidire gente per bene che sta lottando per l'indipendenza della propria Patria con pretesti assurdi e illegali?
E' il caso dell'avvocato italiano Prete che insiste col voler vedersi pagare una parcella di prestazioni legali perché incaricato d'ufficio e non certamente delegato dal MLNV nel precedente procedimento farsa contro la Polisia Veneta e che si è protratto per quasi dieci anni concludendosi con la completa assoluzione degli imputati.
Questo avvocato, che qui nessuno ha mai visto e mai conosciuto di persona, non solo non era tenuto a svolgere funzioni legali in nome e per conto del MLNV in un procedimento straniero italiano qual'era quello a carico della Polisia Veneta, ma era anche stato diffidato congiuntamente all'ordine degli avvocati dal dar seguito a tali iniziative.
Oggi  il maldestro tentativo italiano che ha inviato un ufficiale giudiziario, rigorosamente "idaliano" o per meglio dire "teron", con la pretesa di notificare atti di pignoramento a carico del parco commerciale e del presidente del MLNV. 
Il tentativo è stato smascherato fin troppo facilmente dal momento che l'italiano non ottemperava alle ripetute richieste di dichiarare le proprie generalità e di esibire un documento.
Anzi con petulanza ripeteva di essere l'ufficiale giudiziario nonostante nessuno gli avesse chiesto il suo mestiere.
Allora come la mettiamo caro avvocato Prete.
Perché il suo rimborso non lo pretende da chi con falsità, raggiri e abusi di potere ha inventato il procedimento sulla Polisia Veneta, come i veri responsabili a cominciare dall'ex ministro dell'interno italiano, il siciliano Angelino Alfano, l'ex procuratore capo Fojadelli e l'ex questore idaliano Carmine Damiano, l'ex dirigente della digos di Treviso e tutti i pubblici ufficiali che con complicità delinquenziale hanno con loro manipolato e costruito false e immaginarie prove che non hanno portato a nulla.
Per la calunnia (che è un reato contro la giustizia) credo si proceda d'ufficio neppure a denuncia o querela.
Come mai l'avvocato Prete, visto che asserisce di aver difeso il MLNV in tale procedimento non ha neppure mai sollevato la questione della mancata restituzione (ancora oggi non avvenuta) di molti beni personali rubati dagli inquirenti?
Prima di avanzare qualsivoglia pretesa si restituiscano tutti i beni che sono stati illegalmente sottratti e ancora oggi illegalmente non restituiti ai legittimi proprietari, compresi i beni trafugati dai carabinieri con le perquisizioni per il caso "Allenza" di cui adesso, un giudice italiano sembra aver confermato l'infondatezza di ogni accusa, come nel caso Polisia Veneta.
Ma dove siamo finiti … ah si, per loro noi siamo ancora in idalia.
WSM
Venetia 17 luglio 2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP
Si fa seguito a questo ennesimo incauto tentativo straniero italiano posto in essere contro il Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) e del Governo Veneto Provvisorio (GVP).
Come gia detto e ribadito anche a carico dell'avvocato Laura Rimondi incaricato d'ufficio dal Tribunale di Rovigo per il procedimento denominato "caso Allenza", c’è da premettere che Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP ha già notificato allo stato italiano di non essere un suo cittadino e che tale cittadinanza non gli appartiene e non lo identifica perché illegalmente imposta con la frode.
Attraverso la notifica della sua dichiarazione di sovranità personale e di nazionalità e Cittadinanza Veneta ha negato il diritto allo stato italiano e a qualsiasi autorità e/o ente e/o concessionario da esso derivante di usare il suo nome e/o ogni sua personale attribuzione, nonché di usare qualsiasi suo bene, ogni sua personale facoltà d’intendere e di volere, e/o di impedirne e/o limitarne anche parzialmente l’uso per qualsivoglia ragione.
Ha inoltre ribadito che ogni citazione, convocazione, mandato di comparizione esercitato dallo stato straniero italiano in qualsivoglia maniera e per qualsiasi motivo non genera obblighi, né disonori se ignorati.
Preso inoltre atto che ogni autorità, governo e tribunali italiani sono solo “de facto” e non “de jure”, è stato rigettato e negato il consenso ad essere rappresentato e dominato in qualsivoglia maniera dallo stato straniero occupante, razzista e colonialista italiano e da qualsiasi autorità e/o ente e/o concessionario da esso derivante.
Come ogni Cittadino del Popolo Veneto ha esercitato il proprio diritto e il potere di delegare l’amministrazione provvisoria dello Stato Veneto al Governo Veneto Provvisorio, istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, riconoscendolo quale unica autorità legalmente costituita sui territori occupati della Serenissima Repubblica Veneta e disconoscendo pertanto le collaterali istituzioni imposte con la violenza e la forza, dallo stato straniero occupante, razzista e colonialista italiano.
In una recente sentenza la Corte Costituzionale italiana, negando la validità ai Referendum consultivi sulla Indipendenza del Veneto, ha asserito che il Popolo Veneto non esiste.
Il Popolo Veneto, a detta del massimo Organo di Giustizia italiano ha cessato di esistere in virtù del Plebiscito del 1866, scegliendo di diventare popolo italiano.
Nulla di più falso e menzognero perché il Popolo Veneto non ha mai scelto di essere italiano in quel referendum del 1866 … è provato e documentato il falso storico di questo avvenimento che è una frode commessa dal regno italiano e che è anche poi stata ammessa dallo stesso Conte Thaon di Revel, plenipotenziario del re d’italia di allora e responsabile dell’operazione, che ammise in un suo successivo memoriale il raggiro commesso.
Ecco che nel tentativo di occultare la verità a mentire è il massimo organo di giustizia straniero italiano e con esso le più alte cariche istituzionali italiane.
È così che le autorità d’occupazione straniere italiane perpetuano la loro complicità cercando disperatamente di arrogarsi diritti che i cittadini dei vari popoli della penisola italica non hanno mai loro conferito.
Il crimine che tramandano è pesantissimo e attualissimo anche a causa del peso che grava sul Popolo Veneto … tutti ne sono profondamente compromessi.
Questa è loro gravissima responsabilità e si sa che chi vive con lealtà e onestà d'intenti non può essere compromesso con inganno e frode.
L’esercizio naturale di sovranità personale, è incedibile, inalienabile e una imprescrittibile facoltà attraverso la quale viene revocato e negato il consenso allo stato italiano e a qualsiasi autorità e/o ente e/o concessionario da esso derivante di rappresentare e amministrare cittadini del Popolo Veneto.
Sergio Bortotto è persona libera da ogni ordinamento, statuto, codice, norma e/o regolamento da esso emanato e pertanto una persona libera di non obbedire ad alcuna corte, tribunale o autorità delegabile precedentemente revocata.
Sulla base di ciò è incomprensibile che voi italiani persistiate a violare anche la privacy di Cittadini Veneti che non sono “sudditi” del vostro stato.
Il Sig. Sergio Bortotto ha facoltà di rappresentare sé stesso ed esiste come essere umano titolare del proprio corpo fisico, della propria sfera intellettuale e spirituale.
Il Sig. Sergio Bortotto si identifica nella comunità di Genti Venete che hanno diritto di essere libere e sovrane sulle proprie terre d'origine secondo la specificità della propria cultura, della propria storia, delle tradizioni e delle proprie origini etniche; come tale ha più volte affermato anche a pubblica menzione di appartenere a tale Nazione.
Considerato che il Sig. Sergio Bortotto è ciò che è e che la libertà di decidere di essere ciò che ha deciso costituisce per ogni persona un imprescindibile diritto naturale universalmente efficace, ha facoltà e potere di rappresentare sé stesso.
È palese che per lo stato italiano il diritto è un insieme di regole tese all’annientamento dei diritti del Popolo Veneto.
Va da sé che se lo Stato italiano impone il diritto con la forza e non traendo sostentamento dal mutuo consenso è ovvio che non lo fa per il benessere dei Cittadini Veneti a cui nega il diritto di autodeterminazione previsto per legge.
Tutte le istituzioni italiane presenti sui nostri territori sono illegali e sono autorità e forze d’occupazione straniere, quindi agiscono in difetto assoluto di giurisdizione.
Tutti gli atti e/o i provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana nei Territori occupati della Repubblica Veneta sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio.
Ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da una qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica che agisce anche in nome e per conto dello stato straniero italiano sui Territori della Repubblica Veneta è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset.
Considerata che l’attuale occupazione straniera italiana è da ritenersi illegale e illegittima ab origine, ossia fin dall’inizio della sua prevaricazione, anche ogni sua autorità e provvedimenti da essa emanati sono abusivi e appunto per questo vietati.
Non sussistono inoltre gli elementi essenziali del "giusto processo", costituzionalmente garantito anche in ambito italiano (art. 111 Cost.), venendo meno i requisiti della terzietà e dell’imparzialità del giudice che dovrebbero garantire e tutelare la serenità, l’equilibrio, il distacco e l’indipendenza di giudizio del singolo giudice rispetto alle parti e all’oggetto della controversia.
Il potere giurisdizionale straniero italiano è espressione dell’autorità d’occupazione e nessun giudice italiano è terzo o può garantire una posizione di assoluta indifferenza e di effettiva equidistanza dalle parti contendenti, da un lato il Cittadino del Popolo Veneto e dall’altra parte qualsiasi autorità d’occupazione straniera italiana.
Pensateci bene, accusa e giudizio, infatti, sono facoltà esercitate dal medesimo potere straniero occupante italiano.
Per essere terzo e imparziale il giudice non deve avere un interesse nella causa, ma è italiano ed agisce con l’autorità conferitagli dallo stato italiano e in nome e per conto del popolo italiano (che non esiste) e al quale il Cittadino Veneto non appartiene.
Nessun giudice straniero italiano potrà mai essere un “giudice naturale” per il Popolo Veneto perché non è Veneto e perché non è garantita la sua autonomia e indipendenza rispetto agli altri poteri dello stato straniero occupante italiano.
Ogni giudice italiano è soggetto alla legge italiana e non a quella Veneta.
Quindi, perché obbedire a leggi inique e contrarie alla propria natura?
Come già ribadito in precedenza anche la sua comunicazione non ha alcun valore giuridico per noi Veneti.
Lei, in qualità di avvocato italiano agisce per il tramite di illegali istituzioni italiane imposte con la frode e la forza e non può e non potrà mai, in tali contesti rappresentare e/o parlare a nome e per conto del Sig. Sergio Bortotto di cui è fin d’ora diffidata a farlo per qualsivoglia ragione.
Le precisazioni sul suo diritto al compenso professionale per l’attività svolta sono problemi suoi, qui nessuno la conosce o le ha mai conferito alcun mandato anzi come già detto è diffidata dal parlare o disquisire a nome e per conto del Sig. Sergio Bortotto.
Non è perché il gup di Rovigo l’ha nominata difensore d’ufficio del Sig. Sergio Bortotto, lei può pretendere, a ragion di logica delle illegali norme italiane, ch’egli debba sottostare a tali iniquità.
Concludendo la invitiamo a non sottovalutare tale monito correndo il rischio di essere iscritta a ruolo giudiziario da parte della Divisione Federale Investigativa del servizio di Polisia Giudisiaria competente alle indagini sui reati tentati o posti in essere contro il Popolo e la Nazione Veneta, e istituita nell'ambito del Provveditorato Generale di Polisia Nasionale e messa a disposizione della relativa Corte di Giustizia Federale.
In caso contrario la S.V. verrà assicurata alla Giustizia Veneta nei modi, tempi e condizioni che si riterrà di adottare per i provvedimenti indennizzanti e giudiziari del caso.
Alcune utili precisazioni sui Movimenti di Liberazione Nazionale:
Cassese, cap. 7 – par 2.3
“… i movimenti di liberazione nazionale sono destinatari delle norme sulla protezione e immunità degli individui che agiscono per nome e per conto loro.
È questa una conseguenza del fatto che tali movimenti sono degli enti autonomi e indipendenti a livello internazionale.”
I Movimenti di Liberazione Nazionale, in questi casi, vantano diritti maggiori a livello internazionale, rispetto agli Stati oppressori.
Cassese, Cap7 – cap.2.1
Autodeterminazione e uso della forza
Nel settore dell’uso della forza, quindi, l’affermazione del principio di autodeterminazione ha avuto una duplice conseguenza.
Da un lato, esso ha ampliato la portata del divieto di cui all’art. 2, par. 4, della Carta delle Nazioni Unite, proibendo agli Stati di ricorrere alla minaccia, o all’uso della forza contro i popoli che invocano il diritto di autodeterminazione.
Dall’altra parte, i movimenti di liberazione in lotta per l’autodeterminazione hanno il diritto di ricorrere alla forza per reagire contro lo Stato che impedisce con la forza l’esercizio del diritto di autodeterminazione.
Prima di procedere come se agiste nella legalità dimostrateci che questa non è legge alla quale anche l’italia e ogni sua istituzione deve sottostare.

LEGHISTI BRAVA GENTE!

Se si trattasse solo di un "circo mediatico" sarei felice di ignorare anche la sola esistenza del partito italiano della lega e non sprecherei una sola parola in proposito.
Il vero problema è che la lega fa irruzione con la sua propaganda politica orientata adesso anche contro la Nazione Veneta.
Sembra che l'ascesa di Salvini consolidi il voltafaccia attraverso l'inganno con cui il suo partito ha da tempo masticato e schiacciato l'aspettativa del Popolo Veneto di veder riconosciuto il proprio diritto all’ autodeterminazione.
Sembra così essere giunto il momento per la lega di "giocare" a carte scoperte, negando al Popolo Veneto il diritto alla sua autodeterminazione …  come se fino ad ora la lega avesse fatto realmente qualcosa in proposito.
Se l’illusione è talvolta frutto dell’ignoranza nella quale si nuota, la corrente sembra spingere taluni veneti a non “aprire gli occhi” e a mantenersi passivi schiavi come inutili servi legati a un finto ideale.
L’inesistente “Padania” è ora l’italia di Salvini che però guarda ben oltre i confini della penisola e punta all’ Europa dimenticando furbescamente che a nessuno è mai stato chiesto di scegliere questa Europa.
Sempre Salvini e la sua lega si sente in diritto di profanare il diritto all’autodeterminazione del Popolo Veneto e lo fa proprio come può farlo una dittatura che decide unilateralmente.
È il primo passo per il ritorno di una tirannia così come anche profetizzato da Papa Pio XII:
Con la morte di De Gasperi, avvenuta nel 1954, le preoccupazioni di Pio XII aumentarono.
«Finisce un tempo…», esclamò un giorno Pio XII «e non vediamo un futuro roseo… soprattutto la classe politica di domani avrà molti problemi.
Porterà il Paese alla rovina…
E farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini per il ritorno di una dittatura…».
Sono parole profetiche che si riferiscono al nostro tempo.
Questo quadro estremamente preoccupante, così profeticamente descritto da Pio XII, lascia ampi margini per il ritorno di una dittatura.
E sarà la dittatura «di chi sciupa il pane… che finirà per razionare il pane a chi ne ha sempre avuto poco».
 
WSM
Venetia10 luglio 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Fa già pensare l'intimazione del capo ultrà iniziale in cerca di cori come agli stadi il che profuma proprio di gioco più che di vicinanza alle persone …
Prima cosa:
… non capisco perché il pubblico è sempre recintato a debita distanza da loro … cosa temono ? …
Potrebbero lasciarlo anche più vicino e comunque sia i capi preferiscono stare sempre all'ombra belli freschi e non uniformarsi alle persone come dovrebbero per dimostrare di essere come loro e stare insieme sotto il sole …
seconda cosa:
… sul pulpito da cui parlavano si leggeva bene dona il 2×1000 alla lega quasi non bastasse quello si mettono già in tasca oltre a riportare in maiuscolo prima gli italiani il che dovrebbe far riflettere e poi capire qualcosa di più su questo partito italiano che sbandiera autonomia a coloro che ancora si fanno abbindolare e li vanno a votare …
terza cosa: …
zaia dice che il Leone ha 1100 anni di storia allora mi chiedo come fanno a non capire che forse è l'italia (così giovane per loro 150 anni) e invasore a dover ritirarsi e andarsene dai territori della REPUBBLICA VENETA occupati con l'inganno e la forza ? …
ovviamente tra elogi promesse e ringraziamenti con tanto di inchino, nessuno ci fa caso a questi semplici e oggettivi ragionamenti lasciandosi così sviare da mille chiacchiere e zero fatti e il gioco continuerà come piace a loro a spese degli altri.
B.C.
 
 
noi del MLNV lo diciamo da sempre …
NON FIDATEVI DELLA LEGA!
 
 
 
 
 

2018.06.07 – MLNV-GVP – COMUNICAZIONE AT STUDIO LEGLE AVV. LAURA RAIMONDI – ROVIGO

Avv. LAURA RAIMONDI
Vicolo Ponchielli nr.1, 45100 Rovigo (Ro)
 
Si fa seguito alla sua incauta comunicazione pervenuta via posta ordinaria del servizio privato straniero italiano poste italiane spa, presso l’abitazione del Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) e del Governo Veneto Provvisorio (GVP).
C’è da premettere che il Sig. Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP ha già notificato allo stato italiano di non essere un suo cittadino e che tale cittadinanza non gli appartiene e non lo identifica perché illegalmente imposta con la frode.
Attraverso la notifica della sua dichiarazione di sovranità personale e di nazionalità e Cittadinanza Veneta ha negato il diritto allo stato italiano e a qualsiasi autorità e/o ente e/o concessionario da esso derivante di usare il suo nome e/o ogni sua personale attribuzione, nonché di usare qualsiasi suo bene, ogni sua personale facoltà d’intendere e di volere, e/o di impedirne e/o limitarne anche parzialmente l’uso per qualsivoglia ragione.
Ha inoltre ribadito che ogni citazione, convocazione, mandato di comparizione esercitato dallo stato straniero italiano in qualsivoglia maniera e per qualsiasi motivo non genera obblighi, né disonori se ignorati.
Preso inoltre atto che ogni autorità, governo e tribunali italiani sono solo “de facto” e non “de jure”, è stato rigettato e negato il consenso ad essere rappresentato e dominato in qualsivoglia maniera dallo stato straniero occupante, razzista e colonialista italiano e da qualsiasi autorità e/o ente e/o concessionario da esso derivante.
Come ogni Cittadino del Popolo Veneto ha esercitato il proprio diritto e il potere di delegare l’amministrazione provvisoria dello Stato Veneto al Governo Veneto Provvisorio, istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, riconoscendolo quale unica autorità legalmente costituita sui territori occupati della Serenissima Repubblica Veneta e disconoscendo pertanto le collaterali istituzioni imposte con la violenza e la forza, dallo stato straniero occupante, razzista e colonialista italiano.
In una recente sentenza la Corte Costituzionale italiana, negando la validità ai Referendum consultivi sulla Indipendenza del Veneto, ha asserito che il Popolo Veneto non esiste.
Il Popolo Veneto, a detta del massimo Organo di Giustizia italiano ha cessato di esistere in virtù del Plebiscito del 1866, scegliendo di diventare popolo italiano.
Nulla di più falso e menzognero perché il Popolo Veneto non ha mai scelto di essere italiano in quel referendum del 1866 … è provato e documentato il falso storico di questo avvenimento che è una frode commessa dal regno italiano e che è anche poi stata ammessa dallo stesso Conte Thaon di Revel, plenipotenziario del re d’italia di allora e responsabile dell’operazione, che ammise in un suo successivo memoriale il raggiro commesso.
Ecco che nel tentativo di occultare la verità a mentire è il massimo organo di giustizia straniero italiano e con esso le più alte cariche istituzionali italiane.
È così che le autorità d’occupazione straniere italiane perpetuano la loro complicità cercando disperatamente di arrogarsi diritti che i cittadini dei vari popoli della penisola italica non hanno mai loro conferito.
Il crimine che tramandano è pesantissimo e attualissimo anche a causa del peso che grava sul Popolo Veneto … tutti ne sono profondamente compromessi.
Questa è loro gravissima responsabilità e si sa che chi vive con lealtà e onestà d'intenti non può essere compromesso con inganno e frode.
L’esercizio naturale di sovranità personale, è incedibile, inalienabile e una imprescrittibile facoltà attraverso la quale viene revocato e negato il consenso allo stato italiano e a qualsiasi autorità e/o ente e/o concessionario da esso derivante di rappresentare e amministrare cittadini del Popolo Veneto.
Sergio Bortotto è persona libera da ogni ordinamento, statuto, codice, norma e/o regolamento da esso emanato e pertanto una persona libera di non obbedire ad alcuna corte, tribunale o autorità delegabile precedentemente revocata.
Sulla base di ciò è incomprensibile che voi italiani persistiate a violare anche la privacy di Cittadini Veneti che non sono “sudditi” del vostro stato.
Il Sig. Sergio Bortotto ha facoltà di rappresentare sé stesso ed esiste come essere umano titolare del proprio corpo fisico, della propria sfera intellettuale e spirituale.
Il Sig. Sergio Bortotto si identifica nella comunità di Genti Venete che hanno diritto di essere libere e sovrane sulle proprie terre d'origine secondo la specificità della propria cultura, della propria storia, delle tradizioni e delle proprie origini etniche; come tale ha più volte affermato anche a pubblica menzione di appartenere a tale Nazione.
Considerato che il Sig. Sergio Bortotto è ciò che è e che la libertà di decidere di essere ciò che ha deciso costituisce per ogni persona un imprescindibile diritto naturale universalmente efficace, ha facoltà e potere di rappresentare sé stesso.
È palese che per lo stato italiano il diritto è un insieme di regole tese all’annientamento dei diritti del Popolo Veneto.
Va da sé che se lo Stato italiano impone il diritto con la forza e non traendo sostentamento dal mutuo consenso è ovvio che non lo fa per il benessere dei Cittadini Veneti a cui nega il diritto di autodeterminazione previsto per legge.
Tutte le istituzioni italiane presenti sui nostri territori sono illegali e sono autorità e forze d’occupazione straniere, quindi agiscono in difetto assoluto di giurisdizione.
Tutti gli atti e/o i provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana nei Territori occupati della Repubblica Veneta sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio.
Ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da una qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica che agisce anche in nome e per conto dello stato straniero italiano sui Territori della Repubblica Veneta è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset.
Considerata che l’attuale occupazione straniera italiana è da ritenersi illegale e illegittima ab origine, ossia fin dall’inizio della sua prevaricazione, anche ogni sua autorità e provvedimenti da essa emanati sono abusivi e appunto per questo vietati.
Non sussistono inoltre gli elementi essenziali del "giusto processo", costituzionalmente garantito anche in ambito italiano (art. 111 Cost.), venendo meno i requisiti della terzietà e dell’imparzialità del giudice che dovrebbero garantire e tutelare la serenità, l’equilibrio, il distacco e l’indipendenza di giudizio del singolo giudice rispetto alle parti e all’oggetto della controversia.
Il potere giurisdizionale straniero italiano è espressione dell’autorità d’occupazione e nessun giudice italiano è terzo o può garantire una posizione di assoluta indifferenza e di effettiva equidistanza dalle parti contendenti, da un lato il Cittadino del Popolo Veneto e dall’altra parte qualsiasi autorità d’occupazione straniera italiana.
Pensateci bene, accusa e giudizio, infatti, sono facoltà esercitate dal medesimo potere straniero occupante italiano.
Per essere terzo e imparziale il giudice non deve avere un interesse nella causa, ma è italiano ed agisce con l’autorità conferitagli dallo stato italiano e in nome e per conto del popolo italiano (che non esiste) e al quale il Cittadino Veneto non appartiene.
Nessun giudice straniero italiano potrà mai essere un “giudice naturale” per il Popolo Veneto perché non è Veneto e perché non è garantita la sua autonomia e indipendenza rispetto agli altri poteri dello stato straniero occupante italiano.
Ogni giudice italiano è soggetto alla legge italiana e non a quella Veneta.
Quindi, perché obbedire a leggi inique e contrarie alla propria natura?
Come già ribadito in precedenza anche la sua comunicazione non ha alcun valore giuridico per noi Veneti.
Lei, in qualità di avvocato italiano agisce per il tramite di illegali istituzioni italiane imposte con la frode e la forza e non può e non potrà mai, in tali contesti rappresentare e/o parlare a nome e per conto del Sig. Sergio Bortotto di cui è fin d’ora diffidata a farlo per qualsivoglia ragione.
Le precisazioni sul suo diritto al compenso professionale per l’attività svolta sono problemi suoi, qui nessuno la conosce o le ha mai conferito alcun mandato anzi come già detto è diffidata dal parlare o disquisire a nome e per conto del Sig. Sergio Bortotto.
Non è perché il gup di Rovigo l’ha nominata difensore d’ufficio del Sig. Sergio Bortotto, lei può pretendere, a ragion di logica delle illegali norme italiane, ch’egli debba sottostare a tali iniquità.
Concludendo la invitiamo a non sottovalutare tale monito correndo il rischio di essere iscritta a ruolo giudiziario da parte della Divisione Federale Investigativa del servizio di Polisia Giudisiaria competente alle indagini sui reati tentati o posti in essere contro il Popolo e la Nazione Veneta, e istituita nell'ambito del Provveditorato Generale di Polisia Nasionale e messa a disposizione della relativa Corte di Giustizia Federale.
In caso contrario la S.V. verrà assicurata alla Giustizia Veneta nei modi, tempi e condizioni che si riterrà di adottare per i provvedimenti indennizzanti e giudiziari del caso.
Alcune utili precisazioni sui Movimenti di Liberazione Nazionale:
Cassese, cap. 7 – par 2.3
“… i movimenti di liberazione nazionale sono destinatari delle norme sulla protezione e immunità degli individui che agiscono per nome e per conto loro.
È questa una conseguenza del fatto che tali movimenti sono degli enti autonomi e indipendenti a livello internazionale.”
I Movimenti di Liberazione Nazionale, in questi casi, vantano diritti maggiori a livello internazionale, rispetto agli Stati oppressori.
Cassese, Cap7 – cap.2.1
Autodeterminazione e uso della forza
Nel settore dell’uso della forza, quindi, l’affermazione del principio di autodeterminazione ha avuto una duplice conseguenza.
Da un lato, esso ha ampliato la portata del divieto di cui all’art. 2, par. 4, della Carta delle Nazioni Unite, proibendo agli Stati di ricorrere alla minaccia, o all’uso della forza contro i popoli che invocano il diritto di autodeterminazione.
Dall’altra parte, i movimenti di liberazione in lotta per l’autodeterminazione hanno il diritto di ricorrere alla forza per reagire contro lo Stato che impedisce con la forza l’esercizio del diritto di autodeterminazione.
Prima di procedere come se agiste nella legalità dimostrateci che questa non è legge alla quale anche l’italia e ogni sua istituzione deve sottostare.
 
Con onore e rispetto
WSM
Venetia, giovedì 7 giugno 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 
Il presente documento verrà subito reso a pubblica menzione attraverso il sito del MLNV www.mlnv.org
 
 

RICORDIAMO IL PROF. VITTORIO MARCHI

Vogliamo ricordare, e lo facciamo con immenso piacere, il Prof. Vittorio Marchi, professore di fisica quantistica e ricercatore.
Lascia il corpo fisico nel 2017, in silenzio, per una caduta dal balcone, accidentale o forse in qualche modo indotta… perché Vittorio Marchi poteva essere un po’ scomodo per il sistema.
Un Essere straordinario nel vero senso della parola, cioè fuori dall'ordinario e che crediamo meriti di essere ricordato per le parole ed i concetti meravigliosi che lo hanno contraddistinto e per i suoi insegnamenti di notevole portata ulteriormente supportati dalla fisica quantistica.
Un Uomo forse scomodo perché parlava di Tesla (e della sua uccisione in quanto scienziato che si scontrava con gli interessi del sistema), del progetto HAARP (capace di procurare uno tsunami atmosferico in pochi istanti o rendere l'atmosfera così surriscaldata da essere paragonata ad un enorme forno a microonde o ancor peggio capace di controllare le menti), della smart card (creata dalla mondex , contenente tutti i dati personali…anagrafici, sanitari, dati relativi al reddito e così via…e che viene fatta passare come una carta vantaggiosa nascondendo invece il pieno controllo umano perché ,se per qualche motivo il sistema decide di bloccarla, non è più possibile acquistare nemmeno un pezzo di pane.
Il Prof. Marchi parla della inesistenza della morte, grande business che ha generato la paura, il nostro peggior nemico e che viene confermata e perpetuata dalla società, da certe religioni, dalla cultura familiare, dalla scuola, dall'educazione sociale (vedi il testo L'UNO DETTO DIO, ed. Macro, pag.45). Tutto è un continuum, afferma il Professore, un continuo cambiamento di stato e fa l'esempio dell'acqua che può diventare vapore o ghiaccio ma resta comunque acqua, dipende dal suo grado di vibrazione.
Lo stesso può valere per un seme che diventa albero e che attraverso il frutto per esempio ritorna seme, per poi continuare ad essere albero.
Possiamo comprendere che nel seme è già presente l'informazione dell'albero come nell'albero esiste già l'informazione del seme.
Tutto perciò è semplicemente informazione e vibrazione.
Non c'è morte perché non c'è nascita, ma solo un cambio di stato o di vibrazione.
Non esiste né passato né futuro, concetti inventati dall'uomo, ma esiste solo il sempre.
C'è solo il presente da vivere, in modo cosciente, sapendo che la realtà è: uno per tutti e tutti per uno, come fa il corpo umano (ad immagine e somiglianza dell'intero corpo sociale) in cui vediamo cosa accade quando anche una sola cellula è in disequilibrio… tutte le cellule del corpo si attivano per darle una mano perché sono così intelligenti da sapere inconsciamente che, se non fanno questo, l'intero sistema va in crisi. (economia del corpo umano).
Basterebbe essere consapevoli di questo, dice il Prof. Marchi, per capire come può funzionare davvero l'economia mondiale!
Se ognuno di noi percepisse tutto questo nella sua veridicità illuminerebbe non solo sé stesso, ma anche il mondo dei propri simili.
E' necessario che tutta l'umanità cambi il proprio modo di pensare, deve smettere di creare situazioni di competizione anziché di collaborazione e se non fa questo è destinata all'estinzione rendendosi essa stessa responsabile della distruzione dell'intero sistema sociale.
Non possiamo pensare che le cose cambino in meglio se partiamo sempre dallo stesso punto (follia è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi).
Altro argomento interessante è il senso della vita: il senso è avere la migliore versione della migliore visione di quello che noi siamo come esseri umani e Divini, sapere chi siamo e perché siamo qui e per cosa siamo portati.
Egli ci esorta a spender bene il nostro o i nostri talenti, che tutti abbiamo.
Concludiamo dicendo che riteniamo siano tutti argomenti tanto interessanti quanto impegnativi e per questo abbiamo voluto solo darne un accenno… per chi vuole, può trovare conferme ed approfondimenti nel web.
Le parole da noi usate sono le parole del Prof. Marchi e le potete trovare sul sito: https://youtu.be/Rx6deGDMMc8
WSM
Venetia, 4 giugno 2018
LP
 

MESSAGGIO CHE CI E’ CHIESTO DI CONDIVIDERE

 
Spogliare la Grecia è stato uno scherzo.
Aeroporti, qualche isola, industrie zero, terre poche, risparmi privati irrisori, demanio interessante.
Comunque la Grecia aveva un Pil inferiore alla sola provincia di Treviso.
E' bastato un sol boccone.
 
Per l'"italia" è diverso.
Un capitale enorme: secondo al mondo in quanto a risparmio privato, primo come abitazioni di proprietà, terre di valore assoluto e coste meravigliose.
Tra le prime 10 potenze industriali al mondo.
Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei.
Capitale artistico momumentale superiore a quello di tutto il resto del mondo.
Francia, Germania, più qualche fondo americano, cinese e arabo, hanno fatto la spesa con la formula "paghi uno e prendi quattro".
Tutto il lusso e la grande distribuzione sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total. Poi anche Eni è diventata a maggioranza americana…
Anche il sistema bancario è passato ai francesi insieme all'alimentare.
I tedeschi si sono presi la meccanica, e il cemento.
Gli indiani tutto l'acciaio.
I Cinesi si son presi quote di Terna, e tutto Pirelli agricoltura.
Se ne sono andate Tim, Telecom, Giugiaro, Pininfarina, Pernigotti, Buitoni, Algida, Gucci, Valentino, Loro Piana, Agnesi, Ducati, Magneti Marelli, Italcementi, Parmalat, Galbani, Locatelli, Invernizzi, Ferretti Yacht, Krizia, Bulgari, Pomellato, Brioni, Valentino, Ferrè, laRinascente, Poltrona Frau, Edison, Saras, Wind, Ansaldo, Fiat ferroviaria, Tibb, Alitalia, Merloni, Cartiere di Fabriano…
 
Ma…"non hanno finito".
Sono rimaste ancora le case, i beni degli "italiani" e i loro risparmi. Circa 3000 miliardi di euro… Ora vogliono quelli!
I "mercati", le lobby, i fondi di investimento, di chi raccoglie i soldi delle mafie, dei traffici illeciti (anche di essere umani), di truffe internazionali, di salvataggi bancari, del "nero" delle grandi multinazionali, questi non hanno finito… camuffati da sistemi, a loro dire democratici e legati a logiche di mercato e finanziarie, e tutto con il benestare e la complicità del sistema mafioso italiano…
Ora tocca alle poche industrie rimaste, agli immobili, ai fondi pensioni, ai conti privati…
Ecco perché non serve a nulla mediare, non si placheranno, l'abbiamo già visto.
 
BISOGNA FERMARLI ORA!
Questa del video sottostante non sarà di certo la soluzione ma può esser un segnale forte, il primo Giugno 2018 alle 21.30 fermiamo i consumi di elettricità tutti assieme.
 
 
La soluzione è e rimane la liberazione dallo stato straniero italiano, non solo per i Veneti, ma probabilmente anche per gli italiani stessi e gli altri popoli della penisola italica.
WSM
Venetia 30 maggio 2018
Enrico Pillon
 

E IL PRESIDENTE ITALIANO CONTINUA A PREDICARE MA A RAZZOLARE MALE, MOLTO MALE!

DA CHE PULPITO ARRIVA LA PREDICA.
E così anche Mattarella, nel rispetto delle prerogative dei suoi predecessori, persiste a voler insegnare a vivere alle persone che lui chiama cittadini italiani.
Eppure sai benissimo che anche io non sono italiano, ma sono costretto ad esserlo con la frode e l'inganno, così come moltissimi altri Veneti, Napoletani, Siciliani, Sud-Tirolesi, Triestini, Sardi e così via.
Le tue parole ammorbano l'aria di libertà che noi vogliamo respirare affrancati a casa nostra e ti assicuro che tu non sei il mio presidente, per me non sei nessuno.
Come il delinquente re d'italia di allora, sei solo un tiranno, un nemico della mia Patria.
Per me le tue parole eloquenti sono come l'unto delle pietanze che danno apparentemente sapore, ma poi ti uccidono.
Risparmiati l'eloquenza su un 'Europa che nessuno dei "tuoi cittadini" ha mai scelto.
Abbi più rispetto della sovranità naturale di ogni essere umano, noi sei il padrone delle loro vite e come tutti prima o poi, anche te, come ogni altro essere umano, dovrai rendere rendere conto anche di queste pretese.
WSM
Venetia 11 maggio 2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

FIESOLE
Pensare di farcela senza l'Europa significa ingannare i cittadini".
Ancora: "Il sovranismo è inattuabile".
Le parole del Capo dello Stato che richiamano alla necessità di considerare la dimensione europea come la sola in cui affrontare e risolvere i problemi degli Stati arrivano mentre alla Camera è in corso
Come se Sergio Mattarella indicassse ai leader di Lega e 5 Stelle i paletti invalicabili di ogni esecutivo della Repubblica.
"Credere di farcela da soli è pura illusione o, peggio, inganno consapevole delle opinioni pubbliche".
Il Presidente della Repubblica è a Fiesole dove partecipa alla conferenza "The state of the Union".
"Tutti sanno che nessuna delle grandi sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da un qualunque Paese membro dell'Unione, preso singolarmente".
Non manca un attacco diretto contro le dottrine sovraniste: "E' da qui che occorre partire per avviare una riscoperta dell'Europa come di un grande disegno sottraendoci all'egemonia di particolarismi senza futuro e di una narrativa sovranista pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili, certa comunque di poterne addossare l'impraticabilità all'Unione".
Poi la rottura del legame propagandistico tra Europa e burocrazia: "Numerosi concittadini europei – ha aggiunto il presidente – hanno smesso di pensare che l'Europa possa risolvere – nell'immediato o in prospettiva – i loro problemi. Vedono sempre meno nelle istituzioni di Bruxelles un interlocutore vantaggioso, rifugiandosi in un orizzonte puramente domestico, nutrito di una illusione: pensare che i fenomeni globali che più colpiscono possano essere affrontati a livello nazionale".
Il presidente tocca anche il tema della solidarietà, valore da ritrovare per ripensare e riformulare un corretto rapporto con le Istituzioni dell'Unione: "Se è stata la solidarietà a rendere possibile l'avvio della nostra Unione, non è senza significato tornare a quel legame – quasi primordiale – per affrontare i problemi odierni.
Lo è a maggior ragione in un contesto che vede crisi interne e internazionali, instabilità diffuse e venti di guerra, scuotere l'edificio europeo, rendendo esitante ogni ulteriore passo verso l'integrazione".

articolo proposto da Benedetto CELOT e tratto da (CLICCA QUI)

 

L’ITALIA NON ESISTE … E NON ESISTONO NEPPURE GLI ITALIANI.

L’Italia non esiste, non è mai esistita.
Non prendetevela con me, se non vi piace, ma con Giuseppe Prezzolini (*) «Il suo tentativo di formare uno stato nazionale è fallito.
Sarà forse una provincia dell’Impero europeo».
Scritto nel 1958 da New York.  
L’Italia non è una nazione, è una civiltà.
Non ha nessuna idea di nazione.
È municipale nella pratica e universale nelle aspirazioni.
Quanto di meraviglioso ha prodotto, l’Impero romano, la Chiesa, il Rinascimento, Cristoforo Colombo e Marco Polo, Giotto e San Francesco, Enrico Fermi e Guglielmo Marconi, non ha niente di italiano, ha molto di più, ha il respiro del mondo.
Poi c’è quella maledetta (o benedetta) pratica municipale, micragnosa, piccina, e l’abbiamo vista rappresentata alla grande negli ultimi sessanta giorni, durante i quali a nessuno è importato nulla dell’Italia perché semplicemente l’Italia non esiste.  
Nessuno che si voglia lordare le mani tendendole all’avversario per il bene dell’Italia, che tanto non esiste.
Esistono gli italiani, a nome dei quali ognuno parla, gli italiani vogliono, gli italiani hanno detto, gli italiani hanno scelto, e poi quelli nemmeno sono «gli italiani», sono i loro tifosi schierati contro tutti gli altri tifosi, che chiamano delinquenti, traditori, al soldo del nemico, e gli riserverebbero il patibolo.
Chi disse fatta l’Italia bisogna fare gli italiani forse si sbagliava, gli italiani esistono, sono sempre esistiti, oggi si chiamano Di Maio, Berlusconi, Salvini, Renzi, italiani esemplari per un’Italia che non esiste. 
Articolo proposto da Benedetto Celot e tratto da (CLICCA QUI)
(*)

Giuseppe Prezzolini
(Perugia, 27 gennaio 1882 – Lugano, 14 luglio 1982) è stato un giornalista, scrittore, editore, docente universitario e aforista italiano. Dal 1940 ebbe la cittadinanza statunitense.

Non posso che richiamarmi a quanto pubblicato il 22 gennaio u.s. col seguente comunicato:
I portavoce dei vari schieramenti politici, ventilando il rischio determinato dal disimpegno degli elettori, si danno battaglia sciorinando promesse e riforme che mai fino ad ora sono state realizzate o hanno portato ad una reale soluzione dei problemi che la gente ha tutti i giorni.
Ci mancava poi l'eloquente ipocrisia del presidente straniero italiano Mattarella anch'egli intervenuto contro il pericolo astensionismo dal voto alle prossime elezioni politiche.
Tutti dunque a sostenere la tesi che in democrazia non è solo un diritto ma è anche un dovere per i cittadini andare a votare.
Tutto vero … solo che non siamo in democrazia.
Si sa che "il lupo perde il pelo ma non il vizio" e così l'italia smaschera da sé il suo malcostume rimpiazzando la democrazia (governo del popolo) con la partitocrazia (governo dei partiti).
In realtà l'italia è uno stato che si è costituito sull'inganno e sulla frode (e non solo in danno del Popolo Veneto) e tutto questo è provato, è dimostrato e documentato e tutti i politici e le più alte autorità italiane lo sanno.
Considerata che l’attuale occupazione straniera italiana dei territori della Serenissima Patria è da ritenersi illegale e illegittima "ab origine", ossia fin dall’inizio della sua prevaricazione, anche ogni sua autorità e
provvedimenti da essa emanati sono abusivi e appunto per questo vietati.
Ma questi, con la loro falsa faccia fanno finta di niente.
In una recente sentenza la Corte Costituzionale italiana, negando la validità ai Referendum consultivi sulla Indipendenza del Veneto, ha asserito che il Popolo Veneto non esiste.
Il Popolo Veneto, a detta del massimo Organo di Giustizia italiano ha cessato di esistere in virtù del Plebiscito del 1866, scegliendo di diventare popolo italiano.
Nulla di più falso e menzognero perché il Popolo Veneto non ha mai scelto di essere italiano in quel referendum del 1866 … è provato e documentato il falso storico di questo avvenimento che è una frode commessa dal regno italiano e che è anche poi stata ammessa dallo stesso Conte Thaon di Revel, plenipotenziario del re d’italia di allora e responsabile dell’operazione, che ammise in un suo successivo memoriale il raggiro commesso.
E se a mentire è il massimo organo di giustizia e le più alte cariche istituzionali italiane … perché non devono mentire i partiti politici?
Ed è così che queste persone perpetuano la loro complicità cercando disperatamente di arrogarsi diritti che i cittadini dei vari popoli della penisola italica non hanno mai loro conferito.
Il crimine che tramandano è pesantissimo e ne sono profondamente compromessi.
Questa è loro gravissima responsabilità.
Si sa che chi vive con lealtà e onestà d'intenti non può essere compromesso con inganno e frode.
Tutta questa gente manca del "coraggio del giusto" perché sa di essere illegalmente costituita.
Tutta questa gente sa che deve tacere e mentire pur di mantenere inalterato il sistema malavitoso e clientelare che assicura loro una falsa apparenza di nazione.
Tutti a salvare le apparenze e tacendo sulle inquietanti verità che rendono tutti loro complici di un delitto pesantissimo che si perpetua giorno dopo giorno, gozzovigliano protetti da istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini da questi crimini.
In realtà l'italia è uno stato che difetta di uno dei tre elementi fondamentali per essere considerato tale, cioè manca del popolo, perché quello italiano non esiste.
Non si può essere italiani perché qualcuno me lo impone e mi impedisce di essere ciò che sono.
L’italia da sempre tenta di “estinguere” il Popolo Veneto attraverso l’indebita appropriazione della paternità culturale della civiltà Veneta e attraverso l’annichilimento delle proprie tradizioni, della propria lingua, dei propri usi e costumi.
Ma il Popolo Veneto esiste ancora oggi e i Veneti sono di nazionalità Veneta e di certo non sono italiani, perché non lo sono mai diventati. 
Dobbiamo ripristinare la legalità sui nostri territori e lo si può fare solo non riconoscendo l'autorità delle istituzioni italiane costituite con la frode e l'inganno e che ci derubano di tutto ciò che abbiamo e pretendono di dominarci.

WSM
Venetia, 22 gennaio 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
e non dimentichiamo il comunicato pubblicato da Marco Baio il 22 luglio 2016:
Dopo il crollo dell’Impero Romano il termine Italia cadde in disuso e rimase soltanto un termine dotto ma non più utilizzato nella pratica.
Successivamente continuò ad essere chiamata da pochissimi  “Italia” la parte settentrionale della Penisola che era una propaggine dell’Impero Romano Germanico : infatti erano in pochi ad identificare tali possedimenti Imperiali col nome di Regno d’Italia , ma veniva identificato con il nome più diffuso di Regno Longobardorum che non si estese mai oltre i territori centrali della penisola.
Col passare dei secoli e la nascita nella Penisola dei Comuni indipendenti e delle gloriose Repubbliche Aristocratiche marinare (Genova-Venezia-Pisa-Amalfi) il termine Italia fu pressochè dimenticato tanto che lo si poteva trovare scritto in epoca rinascimentale sul dizionario dei termini  in disuso. Ci vollero diversi secoli prima che il termine Italia venisse spolverato e rimesso in circolo, ironia della sorte colui che riportò in auge tale termine non fù un “Italiano” ma un Corso  di nome Napoleone Bonaparte (Giacobino-Massone-anticlericale): brillante generale , e furbo opportunista, che al termine Italia diede un’altra connotazione che non aveva mai avuto prima , quella di Nazione.
Quando valicò le Alpi per la prima volta (1796) investì l’equilibrio Geo-Politico della Penisola  distruggendo stati secolari e inventandosi stati a suo uso e consumo che duravano una stagione o poco più.
Egli diffuse nei salotti filo-giacobini “nostrani” l’ideale di Italia intesa come un unica Nazione , e ci volle ben poco per far si che  in tutta la penisola occupata “sbocciassero” centinaia di logge massoniche intente alla realizzazione materiale di questa idea così effimera ed astratta.
Dopo il Congresso di Vienna (1814-1815) e la risistemazione Geo-Politica della Penisola dopo il caos Napoleonico, piccole affiliazioni massoniche (Carboneria) continuarono a portare avanti l’utopistico “sogno”:  lo fecero con attentati ,macchinazioni , tradimenti , doppiogiochismo ecc….  
. I così tanto acclamati “padri della Patria” che in un modo o nell’altro erano collegati a tali organizzazioni settarie si inventarono di sana pianta la storia della “patria bimillenaria” che non era mai esistita.
Si inventarono un unico popolo che non c’era e non c’era mai stato, chiamarono guerre d’indipendenza guerre che in realtà erano d’espansione e usurpazione territoriale di stati legittimi e indipendenti.
Ancora oggi la classe politica vuole far credere a tutti che l’Italia esiste come Nazione, e tutte quelle “belle” parole che si  sentono dire e ripetere fino alla nausea dai media e dai politici che fanno tutto tranne il loro mestiere sono volte al mantenimento di questo stato fantoccio.
Se si è fatta attenzione , si giunge all’oggettiva conclusione che L’Italia è solo una Penisola e gli Italiani sono in realtà solo i Popoli della penisola italica
In  definitiva, la tanto pubblicizzata “Patria Italiana” non esiste e non esisterà mai, a meno che quelli che se la sono inventata non riusciranno nel loro intento a cancellare da tutti noi la nostra vera identità e la nostra vera Patria ancor più di quanto abbiano già fatto. 
 Voglio concludere questo articolo riportando le parole esatte del grande ministro asburgico Metternich:
 “La parola Italia è una denominazione geografica , una qualificazione che pertiene la lingua ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle”.
 
 

GIORNATA MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI STAMPA

Dopo la dimostrazione di quanta falsità siano capaci i giornalisti prezzolati e al soldo della "verità di regime", (ricordiamo come insistentemente e falsamente si siano espressi contri di noi la Tribuna di Treviso, il Gazzettino, l'Espresso…), condivido l'appello di Amnesy International … oppss… AMNESTY INTERNATIONAL ma solo per una questione di principio non certo per ideologia o politica.
Certamente l'italia, originata sulla frode e l'inganno, dovrebbe solo tacere invece di magnificarsi con eloquenti e demagogici discorsi ed evitare di appropriarsi anche delle ragioni autentiche e delle verità di chi lotta per mantenere libera l'informazione.
Abbiamo il diritto di liberarci di questa infamia che ci opprime e ci impedisce di vivere da uomini liberi.
Solo allora potremo avere una vera e libera informazione.
WSM
Venetia 3 maggio 2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
Sto scrivendo nella cella di una prigione.
Prima di cominciare ad impietosirvi, però, ascoltate ciò che ho da dire.
Sì, sono stato rinchiuso in una prigione di alta sicurezza in mezzo al nulla.
Sì, vivo in una cella le cui porte di ferro si aprono e si chiudono con rumori pesanti.
Sì, i pasti mi vengono serviti attraverso una fessura nella porta.
Sì, anche il piccolo cortile con il suo pavimento di pietra dove cammino avanti e indietro, è coperto da sbarre.
Sì, non posso vedere nessuno tranne il mio avvocato e i miei figli; non mi è nemmeno concesso di scrivere ai miei cari.
Tutto questo è vero, ma non è tutta la verità.
Sono uno scrittore.
Ovunque voi mi chiuderete, io viaggerò per il mondo sulle ali dei miei pensieri.
Sono le parole di Ahmet Altan, giornalista e scrittore turco.
Come lui, oltre 120 giornalisti in Turchia sono in carcere solo perché hanno continuato a fare il loro lavoro.
Nella Giornata mondiale sulla libertà di stampa chiediamo, con ancora più forza, che siano tutti liberati. Aiutaci anche tu. 
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tratto da (CLICCA QUI)
 

I BALORDI E LA TOMBA DI RUFUS SACCHEGGIATA

Un particolare ringraziamento ai balordi, di ogni ordine e grado che hanno saccheggiato la tomba di Rufus, depredandola dei fiori piantati … eppure ero stato intimamente avvisato proprio di un simile spregevole atto e l'auto che mi ha seguito a lungo era poco distante dal posto anche ieri.
Grazie a voi… siete proprio malati, curatevi sciacalli!
2 aprile 2018
Ciao Rufus.
Oggi 1 aprile 2018, Pasqua di resurrezione, è giusto un anno dalla tua dipartita.
Buon nuovo compleanno cagnone mio … sapessi quanti mi manchi.
Un piccolo omaggio a te Patriota e compagno di vita per oltre un decennio.
Aspettami fiducioso perché farò di tutto per conquistarmi il paradiso, fosse anche solo per reincontrarti e stare di nuovo insieme, ma per sempre.
Ciao Sergio.
 
La tua bontà è sempre stata grande …. un esempio anche per molti "umani".
 
 

PASQUA 2018 – 1 APRILE – CARO EL ME RUFUS

Ciao Rufus.
Oggi 1 aprile 2018, Pasqua di resurrezione, è giusto un anno dalla tua dipartita.
Buon nuovo compleanno cagnone mio … sapessi quanti mi manchi.
Un piccolo omaggio a te Patriota e compagno di vita per oltre un decennio.
Aspettami fiducioso perché farò di tutto per conquistarmi il paradiso, fosse anche solo per reincontrarti e stare di nuovo insieme, ma per sempre.
 
La tua bontà è sempre stata grande …. un esempio anche per molti "umani".
 
 

CASO “SKRIPAL” – OPINIONE DELL’AMBASCIATA RUSSIA IN ITALIA.

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Commento dell'Ambasciata Russa in Italia in relazione alla decisione di espellere funzionari di rappresentanze russe all'estero
È con profondo rammarico che abbiamo recepito la decisione di espellere due funzionari di rappresentanze russe in Italia.
Peraltro non ci è stata fornita alcuna prova del loro coinvolgimento in attività incompatibili con lo status di diplomatico.
Tale eclatante gesto, prettamente politico, è stato spiegato con la necessità di attuare la decisione assunta dal Consiglio Europeo relativamente alla famigerata solidarietà euroatlantica con Londra.
Naturalmente questo atto non resterà senza risposta da parte nostra.
Considerando illegittimi i riferimenti al cosiddetto «affare Skripal» – un'aperta provocazione della Gran Bretagna, – rileviamo che questo gesto di inimicizia di Roma è in netto contrasto con la plurisecolare tradizione di buone e stabili relazioni russo-italiane, introduce un elemento di sfiducia in quel dialogo pragmatico che non si è mai interrotto neanche quando la UE ha adottato la politica sanzionatoria, indebolisce i positivi sviluppi potenziali della cooperazione bilaterale.
Vorremmo ricordare che anche nel periodo della contrapposizione ideologica della «guerra fredda» tra Occidente e Unione Sovietica, l'Italia si è fatta guidare prima di tutto da una propria visione dell'opportunità politica e non da pareri imposti dall'esterno.
Attiriamo l'attenzione sul fatto che questa iniziativa è stata intrapresa da un Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana formalmente dimissionario.
Auspichiamo che il nuovo governo del paese, espressione dell’esito delle elezioni parlamentari, voglia perseguire con decisione una politica di sostegno al dialogo costruttivo e di sviluppo della collaborazione in tutti i campi con la Russia.
 
 
VERGOGNA ITALIA!
Dove sono le prove della responsabilità del Governo Russo circa il caso "Skripal"?
Ma come si può pretendere che un Governo di una Nazione possa rispondere ad altri governi su fatti di cui vi è solo la presunzione di responsabilità e nessuna prova diretta?
Almeno un pò di decenza sarebbe doverosa … o vi dovete sempre sottomettere al volere di altri?
Noi speriamo di liberarci presto dalla dominazione straniera italiana e di poter intraprendere un rapporto diplomatico franco e corretto nei confronti soprattutto della Nazione Russa e di tutte le altre Nazioni che amano agire in trasparenza e nel rispetto reciproco.
W il Popolo Russo, W il Popolo Veneto.
WSM
Venetia, 30.03.2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 

COME COMBATTERE UN SISTEMA CHE CI OPPRIME.

C'è da chiedersi veramente cos'è importante, il risultato finale o la visibilità odierna, vincere la guerra o ogni singola battaglia.
Come puoi pretendere di iniziare una lotta senza subire sconfitte, o contrapporti ad un malvagio senza che la sua malignità sia usata contro di te.
La rivendicazione dei diritti non si può costruire sulla pelle delle persone, per ora, i loro beni e le loro esistenze, li rubano lo stesso.
Al sistema e ai loro complici non interessano se i tuoi diritti sono inalienabili, sono imprescrittibili, sono incedibili e sono sanciti costituzionalmente o tutelati dalla dichiarazione universale dei diritti umani.
Rendiamoci conto che siamo in guerra.
Rendiamoci conto che è proprio il sistema a volere questa guerra.
Rendiamoci conto che non si può vincere questa guerra con i metodi che proprio il sistema vuole che si usi per combatterla … non vinceremo mai.
Allora quale soluzione?
  1. Primo passo. Rendersi conto di questa condizione e cioè che non basta aver ragione per vincere. Il sistema è coalizzato perché tutte le attuali istituzioni sono interessate a mantenerci schiavi del loro potere. Governi, istituzioni finanziarie e banche, polizia, carabinieri, forze armate e quant’altro sono il sistema, così come lo sono le istituzioni religiose, le istituzioni internazionali … sono tutti concordi e pertanto è difficile che si approdi ad un riconoscimento dei propri diritti quando coloro a cui ci rivolgiamo sono complici di coloro i quali ci opprimono.
  2. La rivendicazione dei nostri diritti è una fase che deve essere limitata nel tempo e non può essere protratta troppo a lungo. Il sistema sa di essere sotto attacco ma inficia le proteste ignorandole al fine di ribaltare il risultato contro i promotori dimostrando che non serve a nulla protestare.
  3. Dobbiamo smetterla di dare il nostro consenso ogni volta che ci viene chiesto e sotto qualsiasi forma … tutto questo rafforza le autorità d'occupazione e non le indebolisce. La nostra forma di protesta è il non riconoscimento quindi rimarcare sempre e in ogni occasione il rifiuto del consenso anche quando ci viene estorto.
  4. Dobbiamo smetterla di avere paura ma questo non significa essere violenti. Il diritto di autodifesa è legittimo ma se non si è in condizioni di farlo o si è votati al martirio o si è incoscienti. Abbiamo il dovere di vincere la guerra non il diritto di vincere alcune battaglie, anche se sono apparentemente possibili … perché il sistema potrebbe anche illuderti facendoti credere di poter vincere talvolta.
  5. Il criterio, la regola principale per vincere il sistema è rifiutarlo e per rinunciare ad esso bisogna non prenderlo in considerazione. Considerazione significa stima, reputazione, riguardo, apprezzamento…. quindi è necessario cambiare atteggiamento nei confronti di coloro i quali si sentono rivestiti di un'autorità che non hanno perché è sprovvista del consenso popolare. Le autorità d'occupazione temono moltissimo questo requisito al punto quasi da creare competizione fra loro stesse, ma è il Popolo che ha l'arma più potente in mano, al di là delle manganellate o della forza bruta che loro possono usare … per ora. Non prendere in considerazione le autorità d'occupazione non significa farsi promotori di proteste o quant'altro, non servirebbe a niente … eppure al giorno d'oggi, la maggior parte della gente vaccina i propri figli solo perché gli viene ordinato di farlo e perché vuole fidarsi di loro, vogliono avere fiducia nel sistema perché sono abituati ad essere "pecore" e a rimanere nel recinto. Al giorno d'oggi la maggior parte della gente vota con i metodi del sistema delle autorità d'occupazione come se cento cinquant'anni di bugie e di frodi non basteassero ad aprirci gli occhi … al sistema non interessa cosa e per chi voti, gli interessa che tu vota perché è una forma apparente di consenso.  Ignorare le autorità d'occupazione sarebbe il primo passo che sarebbe efficace se fossimo tutti convinti a farlo. Poi si deve cominciare ad additare i collaboratori di questo regime, iscrivendoli a ruolo giudiziario, mettendo in mora le loro esistenze perché prima o poi dovranno rendere conto alla Giustizia Veneta.
Il MLNV insiste su questo fronte affinché ci si renda conto che abbiamo a che farfe con regime che è potente perché noi lo permettiamo.
Loro sono anche complici ma i responsabili della situazione siamo noi stessi.
Questa è la normalità a cui vogliono farci abituare.
WSM
Venetia, 27 marzo 2018
Sergio Bortotto, Presidente del Mlnv e del Governo Veneto Provvisorio.
 
 

FINAL FANTASY XV

VENEZIA NON HA NULLA A CHE FARE CON L'ITALIA.
Ed ecco un videogioco del genere fantasy che ci racconta di una Venezia del futuro.
Final Fantasy è una delle leggende di lunga vita dello storia dei videogiochi e siamo arrivati alla versione XV.
Nel videogioco la città di Altissia è presentata come una Venezia del futuro e non solo perché viene definita la "città sull'acqua" ma perché rispecchia i suoi canali, le gondole, i suoi ponti, le caratteristiche architetture veneziane e la sua cattedrale è sagomata con la Basilica di San Marco.
La trama di FINAL FANTASY XV è un lungo viaggio tra amici per riuscire a riconquistare un reame rubato …
proprio come il regno d'italia ha rubato Venezia e la sua Serenissima Repubblica con la frode e l'inganno.
In alcuni articoli viene riferito che Hajime Tabata, game director di Final Fantasy XV, circa  vent’anni fa compì un lungo viaggio in italia, partendo da Milano e passando per Venezia, Firenze, Roma sino ad arrivare a Napoli; fu quest’esperienza a dargli l’ispirazione di questo quindicesimo capitolo.
In alcuni articoli promozionali del videogioco si parla di Venezia come se facesse parte dell'italia.
Si dice che lo stesso Hajime Tabata avrebbe cercato di ricostruire la "tipica atmosfera italiana" negli scenari del gioco tra architettura e arte culinaria, con una città ispirata del tutto a Venezia ed elementi tipici della cucina napoletana, di cui il director è perdutamente innamorato.
Ecco proprio due realtà di due civiltà colonizzate ancora oggi dallo stato straniero occupante italiano e che nulla può vantare a proprio merito.
La civiltà Veneta, di cui Venezia è una significativa portavoce non ha nulla a che fare con l'italia che da poco più di un centinaio d'anni occupa illegalmente e illecitamente i suoi territori.
Venezia non l'hanno fatto di certo gli italiani.
Venezia è e rimane ancora oggi la capitale della Serenissima Repubblica Veneta e non è certo quella che erroneamente viene definita il capoluogo veneto, che è solo una regione nell'ambito illegale italiano.
Ecco un tipico esempio di neo/colonialismo tendente a frodare le nuove generazioni dell'identità del proprio Popolo nascondendo la verità e cercando di appropriarsi della civiltà veneta e di altre Nazioni pre-unitarie.
Ed è così che la frode continua.
Ma, tanto per essere chiari … Venezia non è italia e non lo sarà mai.
WSM
Venetia 19 marzo 2018
Sergio Bortotto
Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto
e del Governo Veneto Provvisorio.
 
 
Nel negozio Funbox Videogiochi & Fumetti sito in via O. Marinali nr.69 a Bassano del Grappa potete trovare oltre ai vostri videogiochi preferiti anche alcune copie del nostro libro "LIBERO POPOLO IN LIBERA PATRIA", il racconto di una storia vera che come una leggenda rispecchia un pò la trama della lotta intrapresa dal Principi Lucis Noctis Caelum per riconquistare il regno rubato.
 
 

GIÙ LE MANI ITALIANE DAL GONFALONE DI SAN MARCO

PADOVA.
La bandiera del Veneto da esporre nelle prefetture e questure?
«Non mi risulta che la questione esista, perché le Regioni dal 1970 hanno solo i gonfaloni e gli stemmi», mentre le bandiere nazionali degli Stati indipendenti sono quasi 200 «Quella italiana è il tricolore: verde, bianco e rosso partendo dall’asta, come recita l’articolo 12 della Costituzione».
Filippo Bubbico, sottosegretario agli Interni, getta acqua nel fuoco della polemica divampata sul simbolo che Zaia ha rispolverato dal pantheon del venetismo: il vessillo della Serenissima, che non sventola più su Venezia dal 12 maggio 1797, quando il Maggior Consiglio dei Dogi abdicò e dichiarò decaduta la repubblica dopo l’invasione di Napoleone. 
220 anni dopo, il moto è sempre lo stesso: “Pax tibi”, dice l’Evangelista, ma la bandiera con il leone di San Marco imposta per legge dal consiglio regionale a tutti gli uffici pubblici ha rischiato di creare un serio incidente diplomatico tra Venezia e Roma nei giorni in cui in Catalogna la Guardia Civil ha fatto scattare il blitz per impedire il referendum sull’indipendenza il 1 ottobre.
Nelle stesse ore della protesta, Luca Zaia su twitter scriveva: «Venezia come Barcellona, ci facciano votare per l’autonomia di Veneto e Lombardia».
E ancora: sul referendum «come la Catalogna pronto a farmi arrestare».
Il Serenissimo Governatore, con la sua giacca “skinny” da eterno dj avvolto nello stendardo del leone alato, sembrava sul piede di scalare il campanile di san Marco, in un sussulto di venetismo, in vista del referendum del 22 ottobre.
Uno show mediatico che ha emulato quello sul palco di Pontida del 17 settembre.
Letti i tweet, sfogliato l’album delle foto su Fb, al Viminale non hanno esitato un solo attimo ad ascoltare le vibrate proteste dei prefetti, più che mai imbarazzati dal diktat partito da palazzo Balbi: l’obbligo di esporre la bandiera del Veneto, pena il pagamento di una multa da 100 a mille euro.
Una spada di Damocle eliminata con rara efficacia burocratica: Minniti ha preteso che nel consiglio di ministri di venerdì scorso, il premier Gentiloni firmasse il decreto per impugnare la legge regionale sull’utilizzo dei simboli e ne sollevasse l’incostituzionalità.
I motivi del contendere, in linea di diritto, sono noti: per il governo la legge del Veneto «invade la competenza legislativa riservata allo Stato, stabilita dall’articolo 117 della Costituzione.
E vìola i principi costituzionali di ragionevolezza, uguaglianza e di unità».
E adesso cosa accadrà?
Sarà la Consulta a dirimere il conflitto, ma il sottosegretario agli Interni Filippo Bubbico, ex governatore della Basilicata, non cambia idea: «La bandiera è tale in quanto identifica una Nazione, sia essa una repubblica o una monarchia.
Il Veneto è una regione e nello statuto approvato nel 1970 ha scelto il gonfalone e lo stemma per essere identificato.
So che il 22 ottobre verrà celebrato il referendum per chiedere maggiori forme di autonomia, come previsto dall’articolo 116, terzo comma della Costituzione: l’unità di questo Paese è un valore da salvaguardare anche con il federalismo fiscale.
Temo invece che possano prevalere calcoli di convenienza politica rispetto alle esigenze di buona efficienza dell’ amministrazione regionale.
Il ministero degli Interni ha autorizzato le consultazioni di Veneto e Lombardia perché si muovono all’interno dei principi costituzionali: insomma, il governo è sereno e non vede pericoli».
E la bandiera di San Marco?
Il sottosegretario Bubbico sorride e ammette che il tentativo di elevare la Regione Veneto al rango di Stato, con il vessillo ufficiale, è operazione assai complicata che gli uffici legislativi del Viminale hanno bloccato in poche ore.
La legge approvata dal consiglio regionale presenta una grave lacuna, quando all’articolo 7 septies fissa le multe: chi non esponela bandiera «verrà punito con una sanzione amministrativa da 100 a 1000 euro».
Va prima risolto un rebus: chi eleva e incassa le multe?
Le Regioni non hanno né vigili né agenti.
A meno che il Veneto non diventi come la Catalogna, con i suoi “Mossos d'Esquadra” che Madrid ha incatenato… 
Tratto da (CLICCA QUI)
Quando la moltonaggine governa in regione.
La regione veneto italiana ha gia la sua bandiera che è ben diversa da quella della Nazione Veneta che non è affatto di competenza delle autorità d'occupazione straniere italiane, Zaia compreso.
Zaia e i politicanti della Lega continuano solo a sfruttare il Gonfalone di San Marco per meri fini partitocratici in ambito italiano … un vero tradimento nei cofronti della Serenissima Patria.
Ci sarà tempo comunque per ogni cosa, anche per chiarire tali responsabilità.
Per quanto riguarda gli "esperti" del viminale italiano si diano una bella calmata … non avete nè la competenza e tanto meno la possibilità di decidere alcunché sul Gonfalone della Serenissima Repubblica di Venezia … vi siete abusivamente insediati sui nostri territori  e con la frode "ab origine" pretendete di dare lezione ai Veneti.
Eppure lo dite voi stessi "esperti" del Minitero dell'interno italiano …"Una bandiera è tale perchè identifica una Nazione" … appunto.
Pensate che insulto per la Nazione Veneta se il proprio Gonfalone di San Marco fosse esposto a fianco del tricolore italiano.
Esponete la bandiera della regione veneto italiana (composto anche da 7 frangie che rappresentano le provincie) e non il nostro Gonfalone di San Marco (composto dai sei sestieri).
WSM
Venetia 12 marzo 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

LA CHIESA E I MINGRANTI

Città del Vaticano
Il giorno dopo l'exploit elettorale della Lega che ha impostato la campagna elettorale contro i migranti, il Segretario di Stato vaticano ha fatto sapere che la Santa Sede continuerà a predicare come ha sempre fatto a favore dell'accoglienza e delle porte aperte dell'Europa ai migranti.
«La Santa Sede sa che deve lavorare nelle condizioni che si presentano.
Noi non possiamo avere la società che vorremmo, non possiamo avere le condizioni che vorremmo avere. Quindi credo che, anche in questa situazione, la Santa Sede continuerà la sua opera di educazione, che richiede molto temp».
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, commenta con l'agenzia dei vescovi Sir – a margine dell’incontro della Commissione internazionale cattolica sulle migrazioni  – i risultati delle elezioni politiche.
Per il segretario di Stato la cosa più importante è insistere con i fedeli.
«E' importante riuscire ad educare la popolazione a passare da un atteggiamento negativo ad un atteggiamento più positivo nei confronti dei migranti.
E’ un lavoro che continua, anche se le condizioni possono essere più o meno favorevoli.
Da parte della Santa Sede ci sarà sempre questa volontà di proporre il suo messaggio fondato sulla dignità delle persone e la solidarietà».
Alle organizzazioni cattoliche impegnate in prima linea nell’accoglienza e integrazione dei migranti Parolin consiglia di continuare ad «impegnarsi per creare una visione positiva della migrazione.
Perché ci sono tanti aspetti della migrazione positivi che all’interno di tutta questa complessità non si percepiscono».
«Consiglio di continuare il loro lavoro sul terreno perché questo le contraddistingue e caratterizza, ma al tempo stesso non avere paura di aiutare la popolazione ad avere questo nuovo approccio».  
Sulla necessità di conciliare le esigenze di sicurezza dei cittadini e i bisogni di chi fugge da situazioni difficili ha osservato: «Non è facile, dobbiamo riconoscerlo.
Ma questa è una sfida che spetta alla politica, ossia conciliare le due esigenze, ambedue imprescindibili.
E’ logico, i cittadini devono sentirsi sicuri e protetti ma allo stesso tempo non possiamo chiudere le porte in faccia a chi sta fuggendo da situazioni di violenza e di minaccia». 
Martedì 6 Marzo 2018
 
 
Tratto da (clicca qui)

8 MARZO 2018 – FESTA DELLA DONNA

E così anche oggi 8 marzo 2018 si celebra la FESTA DELLA DONNA.
Già "perfino" oggi 8 marzo 2018, giornata in cui a livello mondiale non mancano le rivendicazioni sul rispetto dei diritti umani, civili e politici delle donne, rimarcando, se mai ce ne fosse bisogno, la riprovazione per ogni forma di violenza sulle donne.
Ma è o non è la FESTA DELLA DONNA?
Allora è mai possibile che alla donna si debba associare sempre e ogni volta la rivendicazione del rispetto di diritti violati e non si riesca a onorale per le persone che in realtà sono ?
Mi spiego, per non essere travisato.
L'abitudine alla speculazione politica di ogni evento vuol farci credere, anche in questa occasione, che la sensibilizzazione sociale rispetto alle donne sia legata necessariamente all'esigenza di por rimedio al concetto di abuso sessuale e violenza in genere su di loro.
Ecco così ultimamente concepito il reato di "femminicidio" , come se la violenza esercitata su qualsiasi essere vivente possa essere diversa per la natura sessuale di chi la subisce.
Sotto il profilo politico, in realtà, si traduce in una riflessione sull'opportunità di mettere in discussione (anche non a torto talvolta) il malcostume di uno snaturato e subordinato ruolo che si vuol attribuire alle donne.
Ma la peggiore politica matura spesso con ideologie partitiche dettate da una ingannevole matrice ideologica tesa a sfruttare i problemi sociali e non a risolverli … è una mera finzione ideologica dell'attuale sistema  partitocratico (governo dei partiti) e che non è affatto democratico (governo del Popolo).
Tutto questo significa sottomettere in schiavitù le persone e non solo le donne  ma anche uomini, bambini, anziani, interi gruppi etnici e razziali e addirittura Popoli.
Non ho mai creduto e non crederò mai alla ipocrita sensibilità dell'attuale sistema politico che continua a propinarci problemi che loro stessi creano e di cui loro stessi vogliono essere la soluzione.
Oggi è la FESTA DELLA DONNA e vorrei allora pensare a loro con la mia testa e non con quella del sistema che mi vuol insegnare a vivere.
Cosa mi viene in mente pensando alle donne?
Senza le donne non esisterebbe l'umanità.
Non è solo per una ragione biologica legata alla maternità ma è l'apporto, il contributo vitale all'umanità per la loro sensibilità, il carattere, il temperamento, la femminilità e che rendono senza dubbio questo mondo un mondo migliore.
Ecco come vorrei festeggiare la Donne oggi.
WSM
Venetia, 8 marzo 2018
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
 
Ecco una donna veneta di cui non si può che essere fieri:
ELENA CORNARO nasce nel 1646 e fu’ la prima donna laureata al Mondo.
 
Risultati immagini per elena cornaro

E LA CHIESA CONTINUA A FARE POLITICA.

Don Andrea Vena: "non votare è peccato".
Secondo il parroco di Bibione sarebbe un peccato di omissione non andare a votare.
Don Andrea Vena, che è anche il vice direttore dell'ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Concordia Pordenone, da buon italiano che probabilmente vuol dimostrare di essere, conferma il paradosso delle sue affermazioni precisando: "quest'anno non si vota per chi vuoi ma per non far vincere chi non vuoi" … e per fortuna che la chiesa cattolica romana non dovrebbe far politica oltre che accumulare scandali su scandali.
In realtà però si ha peccato di omissione quando non si realizza o non si concorre ad un "bene dovuto", quando per volontaria negligenza, non si compie ciò che si è chiamati a fare.
Ed ecco la contraddizione delle affermazioni di tale prete che dimostra innanzitutto un'ignoranza spaventosa in merito alla realtà in cui oggi, i Veneti, sono costretti a vivere sotto dominazione straniere italiana.
E' provato che l'italia è uno stato fondato sull'inganno e sulla frode e che l’attuale occupazione straniera italiana dei territori della Serenissima Patria è da ritenersi illegale e illegittima "ab origine", ossia fin dall’inizio della sua prevaricazione.
In una recente sentenza la Corte Costituzionale italiana, negando la validità ai Referendum consultivi sulla Indipendenza del Veneto, ha asserito che il Popolo Veneto non esiste (decidono loro adesso se io esisto o no).
Il Popolo Veneto, a detta del massimo Organo di Giustizia italiano ha cessato di esistere in virtù del Plebiscito del 1866, scegliendo di diventare popolo italiano.
Nulla di più falso e menzognero perché il Popolo Veneto non ha mai scelto di essere italiano in quel referendum del 1866 … è provato e documentato il falso storico di questo avvenimento che è una frode commessa dal regno italiano e che è anche poi stata ammessa dallo stesso Conte Thaon di Revel, plenipotenziario del re d’italia di allora e responsabile dell’operazione, che ammise in un suo successivo memoriale il raggiro commesso.
Ed è così che a mentire in proposito non  è solo il massimo organo di giustizia italiana ma anche tutte le più alte cariche istituzionali dello stato straniero occupante, razzista e colonialista italiano, partiti politici compresi.
Il crimine che tramandano è pesantissimo e ne sono profondamente compromessi.
E chi non va a votare commetterebbe peccato di omissione?
Ma questo prete si rende conto di quello che dice?
Si sa che chi vive con lealtà e onestà d'intenti non può essere compromesso con inganno e frode.
Tutta questa gente manca del "coraggio del giusto" perché sa di essere illegalmente costituita.
Tutta questa gente sa che deve tacere e mentire pur di mantenere inalterato il sistema malavitoso e clientelare che assicura loro una falsa apparenza di nazione.
Francamente non credo che Dio si indigni se i Veneti non vanno a votare a elezioni straniere italiane quando a loro è negata la LIBERTA' che è uno dei diritti fondamentali per ogni essere umano.
E poi c'è il diritto all'autodeterminazione previsto per legge anche per tutto il Popolo Veneto.
Caro reverendo, la contraddizione delle sue dichiarazioni sta proprio in questo perché il peccato di omissione non si realizza con il "non voto" ma continuando a far finta di nulla e divenendo complici e conniventi di un crimine gravissimo.
Ci mancava così anche il prete di turno che ventilando il rischio determinato dal disimpegno degli elettori adesso chi non va a votare rischia l'inferno (mi chiedo se Gesù Cristo direbbe le stesse cose).
Tutti dunque, compreso questo prete, a sostenere la tesi che in democrazia non è solo un diritto ma è anche un dovere per i cittadini andare a votare.
Tutto vero … solo che non siamo in democrazia e non mi dica che non lo sa.
Si sa che "il lupo perde il pelo ma non il vizio" e così l'italia smaschera da sé il suo malcostume rimpiazzando la democrazia (governo del popolo) con la partitocrazia (governo dei partiti).
Caro reverendo, a noi Veneti la cittadinanza italiana ci viene imposta con la frode e profanando norme previste dal Diritto Internazionale e soprattutto della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo (art.15).
Questa è la verità che ci viene nascosta perchè solo attraverso la conoscenza della nostra vera storia possiamo comprendere l'eredità di tremila anni del nostro passato.
Noi Veneti oggi siamo un Popolo costretto a vivere come schiavo in casa propria e lo stato straniero italiano teme il risveglio dell'identità nazionale Veneti.
Peccare è ben altra cosa caro reverendo, altro che non andare a votare a inutili e illegali elezioni politiche italiane sui nostri territori.
WSM
Venetia, 28 febbraio 2018
Sergio Bortotto
 

AMNESTY INTERNATIONAL … MOLTO DI PARTE FA CAMPAGNA ELETTORALE IN ITALIA!

Riceviamo una e-mail da Amnesty International che ci parla di una campagna elettorale che si dimostrerebbe intrisa d'odio nei confronti degli immigrati da parte di esponenti dei partiti politici della "destra" italiana.
C'è da chiedersi perché tale presa di posizione viene pubblicata adesso a pochi giorni dal voto italiano.
Troppo comodo schierarsi a favore di una sinistra italiana che sembra comprovare l'esistenza del progetto (chiamato piano Kalergi) teso a favorire l'immigrazione africana per rimpiazzare e sostituire i Popoli delle Nazioni pre-unitarie che in Italia stanno avendo un risveglio di coscienza identitaria. 
C'è anche tutta un'attività illegale e vessatoria che lo stato italiano sta applicando contro il Popolo Veneto e gli altri Popoli della penisola italiana che si stanno svegliando e scoprono che non sono mai realmente diventati italiani.
Lo stato italiano impone a molti Popoli delle Nazioni pre-unitarie, la cittadinanza italiana anche in violazione dell'art.15 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Lo stato italiano inoltre infierisce e distrugge anche attività e imprese locali con una imposizione fiscale che costringe le aziende ad andarsene … ma favorisce provvedimenti a sostegno di immigrati che non sono certo tutti profughi.
Mai una risposta, invece alle nostre segnalazioni delle violenze subite come Veneti e dell'attuale situazione della Serenissima Repubblica Veneta occupata illegalmente dall'italia quale stato straniero che è, dal suo regime razzista e colonialista
Come mai neppure una risposta alle nostre segnalazioni?
Siamo anche noi populisti?

QUANTA IPROCRISIA.

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SPECIALE CAMPAGNA ELETTORALE
 
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Cresce ogni giorno di più la violenza verbale che caratterizza la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano e dei governi regionali del Lazio e della Lombardia.
Sono già più di 500 le frasi contenenti odio segnalate dai nostri attivisti e raccontate attraverso grafici e approfondimenti nel nostro "Barometro dell'odio".
Un dato che sembra confermare la fotografia scattata nel nostro Rapporto Annuale che denuncia l'escalation dei discorsi di odio e delle politiche divisive in tutto il mondo.
Salvini e Meloni sono i leader politici che hanno pubblicato sui loro social network il maggior numero di frasi contenenti odioApprofondisci.
Migranti e rifigiati sono i bersagli maggiormente presi di mira dai discorsi d'odio in campagna elettorale.
Odio contro amore: presentato il Rapporto Annuale 2017
 
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Il mondo sta raccogliendo i terribili frutti della retorica intrisa d’odio che ha dominato nelle politiche di leader mondiali come al-Sisi, Duterte, Maduro, Putin, Trump e Xi. 
A documentarlo è il lavoro di ricerca raccolto nel 
 
REPUBBLICA ITALIANA
Capo di stato: Sergio Mattarella
Capo di governo: Paolo Gentiloni
 
L’Italia ha collaborato con autorità e attori non statali libici per limitare la migrazione irregolare attraverso il Mediterraneo centrale.
Di conseguenza, rifugiati e migranti sono stati sbarcati e sono rimasti intrappolati in Libia, dove hanno subìto violazioni dei diritti umani e abusi.
I rom hanno continuato a essere sgomberati con la forza e segregati in campi dove le condizioni di vita erano al di sotto degli standard minimi.
La Commissione europea non è riuscita a intraprendere azioni decisive contro l’Italia per la discriminazione contro i rom nell’accesso a un alloggio adeguato.
È stato introdotto il reato di tortura ma la nuova legge non ha soddisfatto tutti i requisiti richiesti dalla Convenzione contro la tortura.
 
DIRITTI DI RIFUGIATI E MIGRANTI NELLA REPUBBLICA ITALIANA
Secondo le stime, oltre 2.800 rifugiati e migranti sono morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Italia dalla Libia su imbarcazioni inadatte alla navigazione e sovraffollate.
Il numero è diminuito rispetto ai 4.500 decessi registrati nel 2016.
Oltre 119.000 persone sono riuscite ad attraversare il mare e a raggiungere l’Italia, a fronte dei 181.000 arrivi del 2016.
A maggio, il settimanale italiano L’Espresso ha pubblicato nuove informazioni sul naufragio dell’11 ottobre 2013 nell’area di ricerca e salvataggio di competenza maltese nel Mediterraneo centrale.
Nel naufragio morirono più di 260 persone, in gran parte rifugiati siriani, tra cui circa 60 minori.
Secondo alcune conversazioni telefoniche registrate ottenute dal settimanale, nel periodo precedente al rovesciamento dell’imbarcazione dei rifugiati, ufficiali della marina e della guardia costiera italiana sono stati riluttanti a impiegare la nave militare Libra, che era la più vicina all’imbarcazione in difficoltà, nonostante le ripetute richieste delle autorità maltesi in tal senso.
A novembre, un giudice del tribunale di Roma ha ordinato l’incriminazione di due alti ufficiali della marina e della guardia costiera italiana e lo svolgimento di ulteriori indagini sulla condotta della comandante della Libra.
Le accuse contro altri quattro ufficiali della marina e della guardia costiera sono state archiviate.
A fine anno il processo era ancora in corso.
Il governo ha continuato a non adottare i decreti necessari all’abolizione del reato d’“ingresso e soggiorno illegale”, nonostante avesse ricevuto specifico mandato dal parlamento nell’aprile 2014.
Cooperazione con la Libia per il controllo dell’immigrazione
A febbraio, allo scopo di ridurre il numero degli arrivi, l’Italia ha sottoscritto un memorandum d’intesa con la Libia, con il quale s’impegnava a fornire supporto alle autorità libiche responsabili dei centri ufficiali di detenzione per migranti.
Tortura e altri maltrattamenti sono rimasti diffusi in questi centri.
L’Italia ha continuato ad applicare misure per migliorare le capacità della guardia costiera libica d’intercettare rifugiati e migranti e di riportarli in Libia.
Ciò è stato fatto in un contesto in cui aumentavano le prove del comportamento violento e sconsiderato della guardia costiera libica durante le intercettazioni delle imbarcazioni e del suo coinvolgimento in violazioni dei diritti umani.
A maggio, l’Italia ha fornito alla guardia costiera libica quattro motoscafi pattugliatori.
Ha inoltre continuato ad addestrare ufficiali della guardia costiera e della marina libica, nell’ambito delle operazioni della Forza navale del Mediterraneo dell’Eu (European Union Naval Force Mediterranean – Eunavfor Med).
A luglio, in seguito a una richiesta del governo libico, l’Italia ha disposto una missione navale nelle acque territoriali della Libia per combattere l’immigrazione irregolare e il traffico di rifugiati e migranti.
A novembre, un vascello della guardia costiera libica ha interferito in un’operazione di salvataggio in corso nelle acque internazionali.
Numerose persone sono affogate.
L’imbarcazione della guardia costiera libica, una di quelle donate dall’Italia, è stata ripresa mentre si allontanava ad alta velocità, ignorando le persone in acqua e con un uomo ancora aggrappato alle funi che i marinai libici avevano lanciato dall’imbarcazione.
Tra agosto e dicembre, la collaborazione dell’Italia con le autorità libiche è stata criticata da vari esperti e organi delle Nazioni Unite, tra cui l’Alto commissario sui diritti umani delle Nazioni Unite e il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Il Comitato contro la tortura ha espresso preoccupazione per la mancanza di assicurazioni che la cooperazione con la guardia costiera libica o con altri attori della sicurezza libici potesse essere rivista alla luce delle violazioni dei diritti umani.
Operazioni di ricerca e salvataggio da parte di Ngo
Molte delle persone giunte in Italia via mare (oltre 45.400) sono state salvate da Ngo.
A luglio, con l’appoggio dell’Eu, l’Italia ha imposto un codice di condotta alle Ngo che operavano in mare, limitando la loro capacità di soccorrere le persone e farle sbarcare in Italia.
Nel corso dell’anno, le Ngo che effettuavano soccorso in mare sono state al centro di accuse da parte di alcuni funzionari, che sostenevano che esse incoraggiassero le partenze dalla Libia.
Sono state aperte indagini penali, che a fine anno erano ancora in corso, contro alcune Ngo accusate di favorire la migrazione irregolare.
Procedure d’asilo
A fine anno, circa 130.000 persone avevano chiesto asilo in Italia, con un aumento del sei per cento rispetto alle circa 122.000 del 2016.
Nel corso dell’anno, oltre il 40 per cento dei richiedenti ha ottenuto qualche forma di protezione in prima istanza.
Ad aprile è stata approvata una nuova normativa per accelerare le procedure d’asilo e per contrastare la migrazione irregolare, anche attraverso la riduzione delle tutele procedurali nei ricorsi in appello contro il respingimento delle richieste d’asilo.
La nuova legge non ha chiarito in modo adeguato la natura e la funzione degli hotspot, istituiti dall’Eu e dal governo a seguito degli accordi del 2015.
Gli hotspot sono strutture per la prima accoglienza, l’identificazione e la registrazione di richiedenti asilo e migranti giunti nell’Eu via mare.
Nel rapporto pubblicato a maggio, il meccanismo nazionale per la prevenzione della tortura ha messo in evidenza la continua mancanza di una base giuridica e di norme applicabili che regolino la detenzione delle persone negli hotspot.
Sempre a maggio, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha criticato la prolungata detenzione di rifugiati e migranti negli hotspot, la mancanza di salvaguardie contro l’errata classificazione di richiedenti asilo come migranti economici e l’assenza d’indagini sulle segnalazioni di uso eccessivo della forza durante le procedure d’identificazione.
A dicembre, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha espresso preoccupazione per la mancanza di tutele contro il rimpatrio forzato di persone in paesi in cui potrebbero essere a rischio di violazioni dei diritti umani.
A settembre è iniziato a Perugia il processo penale contro sette funzionari coinvolti nell’espulsione illegale in Kazakistan di Alma Shalabayeva e Alua Ablyazova, moglie e figlia del politico d’opposizione kazako Mukhtar Ablyazov, avvenuta nel 2013. Tra gli accusati, incriminati per rapimento, false dichiarazioni e abuso di potere, c’erano tre alti funzionari di polizia e il giudice che aveva convalidato l’espulsione.
Minori non accompagnati
All’incirca 16.000 minori non accompagnati sono giunti in Italia via mare. Ad aprile è stata introdotta una nuova legge per rafforzare la loro protezione. Questa prevedeva l’accesso ai servizi e introduceva tutele contro l’espulsione. Tuttavia, le autorità hanno continuato a incontrare ostacoli nel garantire che i minori non accompagnati fossero accolti in conformità con gli standard internazionali.
Programmi di ricollocazione e reinsediamento
Dei circa 35.000 richiedenti asilo che dovevano essere trasferiti in altri paesi dell’Eu secondo il programma di ricollocazione dell’Eu, a fine anno soltanto 11.464 avevano lasciato l’Italia, mentre altri 698 dovevano essere trasferiti in tempi brevi.
L’Italia ha continuato ad accordare accesso umanitario alle persone trasferite attraverso un programma finanziato dalle associazioni di volontariato religiose Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle chiese evangeliche e Tavola valdese.
Dall’avvio di questo programma nel 2016, sono state accolte oltre 1.000 persone.
A fine dicembre, l’Italia ha anche garantito l’accesso a 162 rifugiati vulnerabili, evacuati dalla Libia all’Italia dall’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.
 
DIRITTO ALL’ALLOGGIO E SGOMBERI FORZATI NELLA REPUBBLICA ITALIANA
I rom hanno continuato a subire una discriminazione sistemica nell’accesso a un alloggio adeguato.
La Commissione europea non è ancora riuscita a intraprendere azioni decisive contro l’Italia per la violazione delle leggi comunitarie contro la discriminazione, per aver negato il diritto all’alloggio, tra l’altro per la mancanza di tutele contro gli sgomberi forzati e la continua segregazione dei rom nei campi.
Ad aprile, centinaia di rom che vivevano nell’insediamento informale di Gianturco, a Napoli, sono stati sgomberati con la forza, dopo che le autorità non erano state in grado di effettuare consultazioni significative con le famiglie interessate.
L’unica alternativa offerta dalle autorità è stata la ricollocazione di 130 persone in un nuovo campo autorizzato segregato.
I restanti adulti e minori sono rimasti senza tetto. Circa 200 di loro si sono spostati nell’area di un ex mercato a Napoli e sono rimasti a rischio di sgombero forzato.
Ad agosto, le autorità hanno sgomberato con la forza centinaia di persone, tra cui molti minori, da un edificio nel centro di Roma.
Molti erano rifugiati riconosciuti che vivevano e lavoravano nella zona da diversi anni.
Le autorità non hanno fornito alternative di alloggio adeguato, lasciando decine di persone a dormire all’aperto per giorni, prima di essere allontanate con la violenza dalla polizia in tenuta antisommossa.
Diverse persone sono state ferite dalla polizia, che ha usato cannoni ad acqua e manganelli.
Alcune famiglie sono state infine temporaneamente rialloggiate fuori Roma.
 
TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI NELLA REPUBBLICA ITALIANA
A luglio, l’Italia ha finalmente approvato una legge che ha introdotto il reato di tortura, dopo che aveva ratificato la Convenzione contro la tortura nel 1989.
Tuttavia, a dicembre, il Comitato contro la tortura ha evidenziato che la definizione di tortura contenuta nella nuova legge non era conforme alla Convenzione.
Inoltre la nuova legge non prevedeva l’applicazione di altre norme fondamentali, tra cui la revisione dei metodi d’interrogatorio della polizia e le misure per il risarcimento delle vittime.
A settembre, il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa ha reso pubblico il rapporto della sua visita compiuta in Italia ad aprile 2016.
Il Cpt ha raccolto denunce di maltrattamenti, tra cui l’uso non necessario ed eccessivo di forza da parte di agenti di polizia e di custodia, in praticamente tutte le strutture detentive visitate.
Il Cpt ha rilevato la persistenza del sovraffollamento, nonostante le recenti riforme.
A ottobre, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che il trattamento di 59 persone da parte della polizia e del personale medico durante la detenzione, a seguito delle proteste contro il summit del G8 di Genova nel 2001, si configurava come tortura.
Sempre a ottobre, 37 agenti di polizia in servizio nella zona della Lunigiana, nella Toscana settentrionale, sono stati accusati per numerosi casi di lesioni personali e altri abusi.
Le vittime erano in molti casi cittadini stranieri; in due episodi erano stati utilizzati bastoni elettrici.
A fine anno, il processo era ancora in corso.
 
DECESSI IN CUSTODIA NELLA REPUBBLICA ITALIANA
A luglio, in seguito a una seconda indagine della polizia iniziata nel 2016, cinque agenti di polizia sono stati incriminati per il decesso in custodia di Stefano Cucchi, avvenuto nel 2009.
Tre agenti sono stati accusati di omicidio colposo e due di diffamazione e false dichiarazioni.
A fine anno, il processo era ancora in corso.
 

E LA BRECCIA SI ALLARGA

 
Come la goccia d'acqua che vince la roccia e col tempo la scava.
Sono numerose piccole lacrime che insieme hanno contribuito a scavare il passaggio nella pietra.
La natura ci è sempre maestra e prodiga di insegnamenti.
Il creato ci sprona a non rinunciare mai al compimento del nostro destino.
Nulla avviene per caso e come l'ingegno, estro di chi se ne vuole con onore servire, modella con decisione il destino di ogni uomo.
Così come le lacrime non sono mai uniche e le gocce d'acqua si uniscono in un rivolo, poi in un ruscello e in un torrente che impetuosamente si riversa al mare come un fiume in piena, così ogni singolo atto, ogni singola condotta, in tal modo pretesa, contribuisce a consolidare la nostra identità di Popolo e a spezzare le catene dell'imposta schiavitù.
Ugualmente la storia ci insegna a non esitare al fine di mutare e migliorare la nostra condizione e questo è l'insito impulso del progresso dell'umanità.
Ma se avessimo dubitato della capacità di migliorare il mondo anche di uno solo fra noi, oppure diffidato anche di pochi volenterosi così come di molti, saremo ancora come l'uomo delle caverne.
Purtroppo però alcuni uomini hanno anche peggiorato la nostra esistenza.
La loro degenerazione ha contribuito a radicare una delle peggiori piaghe dell'umanità privando altri uomini della libertà.
Senza libertà non c'è progresso, senza la propria autodeterminazione non c'è alcun miglioramento.
Ed ecco che il passato torna ugualmente ad assisterci e ci istruisce di come pochi uomini hanno sempre fatto la differenza anche forzando l'indolenza e l'inoperosità delle masse sempre più stordite, confuse e incatenate ai falsi bisogni odierni.
Se un tempo le vitali esigenze si affrontavano anche con adeguata e benevola disposizione d'animo, (fare di necessità virtù), oggi non si trascura il superfluo e sperperiamo la nostra libertà come moneta senza alcun valore.
Il MLNV ha sempre sostenuto la necessità che ogni Cittadino del Popolo Veneto ha:
  • il dovere di sostenere la propria identità, perché ogni essere umano è ciò che è, estrinsecazione della propria personalità derivante dalla propria originale individualità e come tale titolare di una propria identità; niente e nessuno ci può costringere ad essere ciò che non siamo (italiani per esempio), perché è anche una violazione dell'art.15 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
  • Il dovere di sostenere il sentimento di appartenenza, il riferimento comune alla propria cultura, alla propria lingua, alle proprie tradizioni storiche, sviluppate sui territori che geograficamente ci appartengono dalla preistoria;   con esse si identifica la civiltà del Popolo Veneto.
  • Il dovere di sostenere la propria nazionalità quale espressione dell’identità del Popolo Veneto che accomuna liberamente ogni proprio membro per il senso di appartenenza a tale specifica collettività per lingua, cultura, tradizione, religione, storia; la nostra nazionalità Veneta è conforme e si estrinseca con il concetto di Nazione destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità.
  • Il dovere di sostenere l’esistenza di ogni persona perché è un imprescindibile diritto naturale universalmente efficace e che come tale non può che estrinsecarsi liberamente; ogni Cittadino del Popolo Veneto è libero di scegliere di non far parte della società italiana per la quale non nutre sentimenti di appartenenza, non identificando con essa le proprie radici e un comune riferimento culturale, di lingua, tradizioni e storia; ogni Cittadino del Popolo Veneto è libero e non può essere vincolato da statuti, codici, norme e regolamenti dello stato italiano ma solo dal proprio Ordinamento Giuridico Veneto, benché provvisorio e nei soli limiti determinati da una ragionevole, equa e contestuale condizione di paritario godimento dei diritti fra esseri umani.
  • Il dovere di sostenere la facoltà e il potere di rappresentare sé stesso, affermando e dichiarando a pubblica menzione di non essere cittadino dello stato italiano e che l’imposta cittadinanza italiana non gli appartiene e non lo identifica.
Il principio di effettività ci sostiene in proposito perché afferma che solamente le pretese e le situazioni solidamente costituite nella realtà acquistano rilevanza giuridica, quindi spetta solo a noi iniziare a farlo.
Questo è il principio cardine della sovranità di un Popolo, quel principio tanto temuto, che l'italia non vuole che si capisca.
"Saremo veramente liberi solamente quando non ci saranno più segreti e il Popolo sarà al centro del sapere per poter prendere decisioni".
WSM
Venetia, 16 febbraio 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio