Su un podio recante le bandiere d’Italia e d’Ucraina e la scritta Kiev 21 Febbraio 2023, 3 giorni prima del compimento di un anno di una guerra feroce sul suolo europeo, una persona alla pronuncia della parola Russia ride di una risata sguaiata.
Questa persona è l’attuale presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.
Una Repubblica la cui Costituzione ripudia la guerra.
Al di la di ogni giudizio politico, al di la di tutto, resta il fatto nudo e crudo che in quel paese centinaia di migliaia di persone, sia russe che ucraine, ovvero degli Europei, in quel preciso momento hanno perso e stanno perdendo la vita in modo violentissimo e che insieme a ciò un enorme pericolo di distruzione incombe su tutto il continente.
A fronte di tale tragica situazione il Presidente Giorgia Meloni, come vuole farsi chiamare, ride oscenamente, ride de panza, come si riderebbe nella peggiore taverna fra genti di mal costume, come se avesse completamente perso, o non avesse mai avuto la reale cognizione del dove, del come, del perchè, si trovi li, e in quali solenni panni di rappresentante di un intero popolo, sotto gli occhi del mondo, nel momento più tragico e pericoloso che l’Europa sta vivendo dal 1945.
Lei ride, ride a crepapelle, in maniera trucida e volgare, laddove, e comunque la si pensi, ci sarebbe solo da piangere amarissime lacrime e si dovrebbe tenere solo un rigoroso aplomb funereo, date le tragiche circostanze del suolo europeo impregnato del sangue di una guerra.
Una persona completamente fuori asse, come fosse ubriaca fracida di potere. totalmente inadeguata. Si direbbe una marionetta completamente svitata, a malapena tenuta in piedi dai fili del puparo.