COMUNITA’ ALPINO VENETA – NO ALLA SFILATA IN TIROLO

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Gli Alpini Veneti forse hanno un rigurgito di dignità e un desiderio di riscatto del proprio onore.
Stanchi di essere usati dallo stato straniero occupante italiano e di essere associati al suo tricolore.
Non si può comunque continuare a far finta di nulla e, sfilando nelle adunate, portare il tricolore e omaggiare le autorità di occupazione straniere italiane sul palco … quella gente è erede anche di tanti crimini di guerra compiuti dal loro stato italico ma anche contro il Popolo Veneto.
Col ripristino della Serenissima Repubblica Veneta sarà da vedere come gli Alpini Veneti sapranno ritrovare il loro giusto compito istituzionale.
Non avranno bisogno di sfilate e adunate per celebrare all'italiana falsi miti inesistenti, ma solo tanta buona volontà per rinsaldare l'orgoglio della Nazionale Veneta a cui appartengono.
Basta usare gli Alpini Veneti, Basta italia!
WSM
Venetia 25 aprile 2017 (Festa Nazionale Veneta)
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 
 
Riceviamo e pubblichiamo.
Le sfilate degli alpini nel Tirolo meridionale costituiscono l’ennesima violenza tesa a far ricordare alle popolazioni locali che, in spregio alla loro volontà, esse sono costrette a subire, ma non inermi l’ordinamento giuridico e politico della Repubblica italiana.
Altro che raduno di amici, l’adunata è l’occasione per ricordare il momento di passaggio del Tirolo meridionale prima al Regno d’Italia, alla Repubblica italiana poi.
Tale evento costituisce ancor oggi un lutto per gran parte della popolazione locale e veneta tutta, nei cui confronti l’adunata degli Alpini rappresenta un osceno gesto di disprezzo.
Si tenga conto che questi alfieri del patriottismo tricolore sfilano con striscioni e slogan che sono un insulto per coloro che da generazioni sono nati e vissuti in Tirolo e in Veneto, per tacere poi della presenza nei loro cortei di elementi della forze armate italiane che esibiscono bandiere di guerra e labari che offendono, prima che i tirolesi, i cittadini Veneti e italiani non guerrafondai, poiché ricordano campagne di guerra di pura aggressione criminale: in Russia, in Grecia, in Albania ed in Etiopia utilizzando qui gas venefici contro la popolazione locale.
Eventi sui quali meglio sarebbe stendere un pietoso velo di silenzio, consegnando il tutto esclusivamente agli studi storici.
Con ciò, nessun divieto e nessuna proibizione: gli Alpini italiani vadano pure a Vittorio Veneto, a Caporetto, dove accidente vogliono.
Lascino però in pace il Tirolo e il Veneto.
In pace, quella vera, che è figlia della giustizia e non di quelle guerre e di quelle pseudo-conquiste che gli Alpini italiani continuano a voler celebrare in casa d’altri.
E ricordino bene gli Alpini italiani che in guerra non hanno conquistato nemmeno una zolla di terra tirolese e che a Trento sono entrati solamente a guerra finita e dopo gli Inglesi.
Perché non fare questa adunata invece che a Trento, dove gran parte della popolazione non vuole vedere gli Alpini, a Tripoli in Libia, già teatro della grande adunata del 1935.
Gli Alpini, questi portatori di "aiuti, solidarietà, e soprattutto tanta genuina umanità" sarebbero sicuramente bene accolti.
Forse potrebbero sfilare insieme all'IS, ponendo così fine alla discordia che, in assenza degli Alpini, sta dilagando in Libia.
Per questo noi Alpini veneti non condividiamo nulla di quanto lo stato italiano ha fatto e fa.
Gli Alpini veneti hanno combattuto le guerre che sono stati costretti a combattere, non se le sono scelte!
Come tutti i soldati compresi quelli Autriaci del tempo, hanno obbedito a degli ordini così com'è in dovere di fare qualsiasi Soldato!
Noi Alpini veneti non condividiamo nulla di questa Italia patria di macellai che hanno mandato i nostri avi a morte sicura per il solo, loro, desiderio di conquista.
Il Corpo degli Alpini è stato costituito, dicono, per difendere i confini, ma di che confini parlavano lor signori dell’epoca?
I nostri Avi e noi montanari di frontiera siamo, sempre stati, tutti amici, anzi direi, senza ombra di dubbio, fratelli e di certo, per nostra scelta non ci saremmo mai battuti.
Mio nonno, quand’ero piccolo, mi raccontava che, durante la prima guerra mondiale 1914 si verificò il miracolo di natale e di due avversari che dimenticano l’odio per unirsi in un abbraccio fraterno, da veri uomini dei monti fieri e leali, purtroppo rimase un fatto quasi isolato, mi diceva che ci furono altri episodi di (vivi e lascia vivere) ma mai più così eclatanti) e ben presto trascolorò nel mito, tanto più quando il sentimento popolare degli europei nei confronti della Grande Guerra cambiò di segno: non più glorioso fatto d’arme ma massacro insensato, che aveva spazzato via una generazione.
La tregua di Natale venne quindi vista come la dimostrazione che i montanari erano e sono fondamentalmente buoni e che erano stati spinti alla guerra da governi stupidi e irresponsabili, tanto che appena liberi di farlo avevano scelto la pace e la fratellanza.
Noi Alpini della Comunità Alpino Veneta abbiamo lo stesso sangue dei nostri amati Avi, nel nostro cuore non vi è desiderio di conquiste ma di pace, serenità e desiderio, preparando un terreno di prosperità per i nostri figli e generazioni future.
Nei nostri cuori alberga il solo desiderio di vivere in pace nelle nostre famiglie e di armarci solo se attaccati nella nostra amata terra.
Comunità Alpino Veneta
Maurizio Brombin