ATTUALITA
2013.03.20 – LA SOVRANITA’ PERSONALE DI DIO: IO SONO COLUI CHE E’
LA NON RISPOSTA DI DIO A MOSE' SUL SUO NOME
PER NON DIMENTICARE – ARRESTI IN KABYLIE NEL 2013
Graves dérives du pouvoir algérien
A l’occasion de la célébration du 33ème anniversaire du printemps amazigh, le Congrès Mondial Amazigh (CMA)–Algérie a invité les membres de ses instances dirigeantes (Conseil Fédéral et Bureau Mondial) à une réunion en Kabylie et à participer aux marches populaires prévues le 20 avril 2013.
Les autorités algériennes ont refusé de délivrer un visa à Fethi Nkhlifa, Président du CMA, de nationalité libyenne, ce qui l’a empêché de se rendre en Algérie. A l’issue de la marche le 20 avril, plusieurs membres du Congrès Mondial Amazigh ont été interpellés par la police.
A Vgayet, Mustafa Felfoul membre du Conseil Fédéral (CF) et Belkacem Lounes, responsable des relations internationales du CMA, ont été arrêtés à l’issue de la marche, vers 13h et emmenés au commissariat de police de ville où ils ont été interrogés, puis libérés en fin de journée. Mustafa Felfoul a été photographié et ses empreintes digitales enregistrées.
A Tizi-wezzu, Khalid Zerrari, Vice-président du CMA pour le Maroc et Rabah Issadi, membre du CF-Algérie, ont été également interpellés dès la fin de la marche qui a eu lieu dans cette ville, vers la mi-journée.
Rabah Issadi a été libéré quelques heures après mais Khalid Zerrari a été gardé au commissariat central de Tizi-wezzu. Il devait être expulsé d’Algérie vers le Maroc immédiatement mais 48 heures après il est toujours détenu par les autorités de police algérienne dans un lieu inconnu et sans possibilité de contact avec lui. Le CMA met en garde le gouvernement contre toute atteinte à l’intégrité physique et morale de Khalid Zerrari.
Le Congrès Mondial Amazigh dénonce avec force ces graves abus d’autorité et atteintes aux droits et libertés fondamentaux et particulièrement au traitement inique dont a été victime Khalid Zerrari. Rien ne justifie l’arrestation des membres du CMA à Vgayet et à Tizi-Wezzu qui constitue par conséquent un acte totalement arbitraire des autorités algériennes.
Le CMA réaffirme que ces pratiques d’intimidation autant mesquines que brutales, n’entament en rien sa détermination de poursuivre sans relâche sa tâche de lutte en faveur des droits du peuple amazigh et en particulier la liberté de circulation des Amazighs dans tous les pays de Tamazgha, conformément à l’article 36 de la Déclaration des Nations Unies sur les droits des peuples autochtones, adoptée par l’Algérie.
A l’attention du gouvernement algérien, le CMA rappelle que ses déclarations de bonnes intentions en matière de respect des droits humains, ne peuvent cacher les pratiques racistes anti-amazighes en Algérie. Les interdits et la répression contre les organisations politiques démocratiques et la société civile particulièrement en Kabylie, mettent en évidence une politique de mise en quarantaine de cette région.
Le CMA appelle les instances et les organisations internationales des droits de l’homme à agir avec la plus grande fermeté afin que l’Etat algérien respecte enfin ses engagements et obligations internationaux en matière de droits humains et des peuples.
Tizi-Wezzu, 9/04/2963 – 21/04/2013
Le Bureau du CMA
SIWEL 22 1614 AVR 13
2013/04/22
Tizi-OUZOU (Siwel) – In una dichiarazione pubblica, il Congresso Mondiale Amazigh, CMA ritiene che l'arresto di Khaled Zirari in Tizi Ouzou-è una grave deriva dal governo algerino. La dichiarazione del Congresso mondiale Amazigh sottolinea che la ratifica da parte dell'Algeria della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni "[…]" non può nascondere le pratiche anti-razziste amazigh in Algeria. Divieti e la repressione contro le organizzazioni politiche democratiche e della società civile, in particolare in Cabilia, evidenziano la politica di quarantena in questa regione. ". Dopo la dichiarazione in piena
Amazigh Congresso Mondiale
Gravi abusi delle autorità algerine
In occasione della celebrazione del 33 ° anniversario della primavera Amazigh, il Congresso Mondiale Amazigh (CMA) -Algeria invitato i membri della sua direzione (Consiglio federale e World Bureau) in una riunione in Cabilia e partecipare a marce popolari previste 20 Aprile 2013.
Le autorità algerine hanno rifiutato di rilasciare un visto di Fethi Nkhlifa, presidente di CMA, un cittadino libico, che gli ha impedito di fare un viaggio in Algeria. Alla fine della marcia del 20 aprile, alcuni membri del Congresso Mondiale Amazigh sono stati arrestati dalla polizia.
Un membro Vgayet Mustafa Felfoul del Consiglio federale (FC) e Belkacem Lounes, capo della CMA Relazioni Internazionali, sono stati arrestati alla fine della passeggiata, intorno 13h e portato alla stazione di polizia della città dove sono stati interrogati, e rilasciato nel corso della giornata. Mustafa Felfoul è stato fotografato e le impronte digitali registrate.
In Tizi-wezzu Khalid Zerrari, CMA Vice President per il Marocco e Issadi Rabah, membro del CF-Algeria, sono stati anche arrestati al termine della marcia che ha avuto luogo in questa città, a metà giornata.
Rabah Issadi è stato rilasciato poche ore più tardi, ma Khalid Zerrari era tenuto presso la stazione di polizia centrale di Tizi-wezzu. Doveva essere espulsi dall'Algeria al Marocco immediatamente, ma 48 ore dopo è ancora detenuto dalle autorità di polizia algerine in un luogo sconosciuto e senza possibilità di contatto con lui. La CMA ha messo in guardia il governo contro una minaccia per l'integrità fisica e morale di Khalid Zerrari.
Il Congresso mondiale amazigh condanna fermamente questi gravi abusi di autorità e di violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali e il trattamento particolarmente ingiusto subiti da Khalid Zerrari. Nulla giustifica l'arresto di membri della CMA a Vgayet e Tizi-Wezzu che pertanto un atto del tutto arbitrario delle autorità algerine.
La CMA ribadisce che, come piccoli bullismo pratiche brutali, non sminuisce la sua determinazione a proseguire senza sosta il suo compito di lottare per i diritti del popolo Amazigh, in particolare la libertà di movimento del Amazigh in tutti i paesi Tamazgha, in conformità all'articolo 36 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, adottata da Algeria.
Per il governo algerino, CMA ricorda le sue dichiarazioni di buone intenzioni in materia di diritti umani, non possono nascondere le pratiche anti-razziste amazigh in Algeria. Divieti e la repressione contro le organizzazioni politiche democratiche e della società civile, in particolare in Cabilia, evidenziano la politica di quarantena in questa regione.
La CMA chiama organismi e le organizzazioni internazionali dei diritti umani di agire con la massima fermezza in modo che il governo algerino a rispettare i propri impegni e obblighi internazionali in materia di diritti umani e dei popoli.
Tizi-Wezzu, 2963/04/09 – 21/04/2013
L'Ufficio del CMA
Siwel 22 1614 13 aprile
2013.03.07 – NICOLA TESLA – LE SUE SCOPERTE VOLUTAMENTE OCCULTATE ALL’UMANITA’
L’oligarchia economica di allora, sostanzialmente la stessa di adesso, non volle assolutamente rinunciare ai suoi stratosferici profitti che provenivano dall’imporre ad ogni cittadino di pagare una quota per cucinare, illuminare la sua casa, scaldarsi, lavarsi, viaggiare, in definitiva per vivere nel mondo civilizzato.
Per mantenere il suo strapotere non esitò ad impiegare ogni mezzo per screditare, annientare economicamente e moralmente l’uomo che costituiva una reale minaccia per i suoi profitti indiscriminati, anche se quello stesso uomo avrebbe potuto rendere il mondo di allora assai migliore e anche per tutte le generazioni a venire.
Quell’uomo è il genio Nikola Tesla, che brevettò invenzioni che hanno comunque cambiato il mondo e morì solo e in miseria in una stanza di albergo. Molte delle sue invenzioni stanno riemergendo e sono in grado di migliorare ulteriormente la tecnologia del nostro tempo.
Nikola Tesla è stato un fisico, inventore e ingegnere serbo naturalizzato statunitense nel 1891, nato a Smilijan il 10 Luglio del 1856 e morto a New York il 7 Gennaio del 1943.
E' conosciuto soprattutto per il suo rivoluzionario lavoro e i suoi numerosi contributi nel campo dell'elettromagnetismo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
I suoi brevetti e il suo lavoro teorico formano la base del moderno sistema elettrico a corrente alternata (CA), compresa la distribuzione elettrica polifase e i motori a corrente alternata, con i quali ha contribuito alla nascita della seconda rivoluzione industriale.
Negli Stati Uniti Tesla fu tra gli scienziati e inventori più famosi, anche nella cultura popolare. D
Le scoperte di Tesla furono realmente rivoluzionarie per l’epoca e incredibilmente moderne.
In che modo?
Significativo l’episodio descritto dall’articolo tratto dal numero di Maggio-Giugno di Nexus Gold del 2005 firmato da Igor Spajic.
La città di Buffalo, nel nord dello stato di New York negli USA, fu silenziosa testimone di un fatto straordinario nel corso di una settimana durante l'estate del 1931.
Questa dichiarazione non è stravagante o maliziosa come potrebbe sembrare.
L'autista era Petar Savo, e nonostante stesse guidando quell'auto non era il responsabile delle sue incredibili caratteristiche. Queste erano il lavoro dell'unico passeggero, un uomo che Petar Savo conosceva come uno "zio": non altri che il genio dell'elettricità Nikola Tesla.
Negli anni '90 del 19' secolo Nikola Tesla aveva rivoluzionato il mondo con le sue invenzioni per sfruttare l'elettricità, dandoci il motore elettrico a induzione, la corrente alternata (AC), la radiotelegrafia, il radiocomando a distanza, le lampade a fluorescenza ed altre meraviglie scientifiche.
Tesla non rimase a dormire sugli allori ma continuò a fare scoperte fondamentali nei campi dell'energia e della materia. Scoprì i raggi cosmici decenni prima di Millikan e fu il primo a sviluppare i raggi-X, il tubo a raggi catodici e altri tipi di valvole.
Comunque, la scoperta potenzialmente più significativa di Nikola Tesla fu che l'energia elettrica può essere propagata attraverso la Terra ed anche attorno ad essa in una zona atmosferica chiamata cavità di Schumann.
Torneremo più avanti su questo aspetto.
Lo sviluppo di una simile tecnologia rappresentava una minaccia troppo grande per gli enormi interessi di chi produce, distribuisce e vende l'energia elettrica.
Nel 1931, Nikola Tesla compì 75 anni. In una rara dimostrazione di omaggio da parte dei media, la rivista Time gli dedicò la copertina e un profilo biografico.
Durante l'estate del 1931, Tesla invitò Savo a Buffalo, nello stato di New York, per mostrargli e collaudare un nuovo tipo di automobile che aveva sviluppato di tasca sua.
La Pierce-Arrow adesso era posseduta e finanziata dalla Studebacker Corporation, e utilizzò questo solido appoggio finanziario per lanciare una serie di innovazioni.
Così, per le sperimentazioni era stata selezionata una Pierce-Arrow Eight del 1931, proveniente dall'area di collaudo dell'azienda a Buffalo, nello stato di New York.
Tradizionalmente, le auto elettriche montavano motori a corrente continua alimentati da batterie, dato che quella continua è il solo tipo di corrente che le batterie possono fornire.
Il crepuscolo delle auto elettriche era già passato da tempo, ma questa Pierce-Arrow non venne dotata di un semplice motore a corrente continua.
Petar Savo raggiunse il suo famoso parente, come quest'ultimo gli aveva chiesto, e a New York salirono assieme su un treno diretto verso il nord dello stato omonimo.
Arrivati a Buffalo, si recarono presso un piccolo garage dove trovarono la nuova Pierce-Arrow.
Savo descrisse le valvole “di costruzione curiosa", sebbene in seguito almeno tre di esse siano state identificate come valvole rettificatrici 70L7-GT.
Ritornati all'auto del l'esperimento, misero il contenitore in una posizione predisposta sotto il cruscotto dalla parte del passeggero. Tesla inserì i due collegamenti controllando un voltmetro.
"Ora abbiamo l'energia", dichiarò, porgendo la chiave d'accensione a suo nipote.
Dietro richiesta dello zio, Savo mise in moto.
Quel giorno Petar Savo guidò questo veicolo senza combustibile per lungo tempo, per circa 80 chilometri attorno a Buffalo, avanti e indietro nella campagna.
Mentre percorrevano la campagna Tesla diventava sempre più disteso e fiducioso sulla sua invenzione; cominciò così a confidare a suo nipote alcuni suoi segreti.
Pur se riluttante, inizialmente, a spiegarne i principi di funzionamento, Tesla dichiarò che il suo dispositivo era semplicemente un ricevitore per una "misteriosa radiazione, che proviene dall'etere" la quale "era disponibile in quantità illimitata".
Riflettendo, mormorò che "il genere umano dovrebbe essere molto grato per la sua presenza".
Tesla raccontò a Savo che presto il ricevitore di energia sarebbe stato utilizzato per la propulsione di treni, natanti, velivoli e automobili.
Alla fine della sperimentazione, l'inventore e il suo autista consegnarono l'automobile in un luogo segreto, concordato in precedenza – il vecchio granaio di una fattoria a circa 30 chilometri da Buffalo.
Questo romanzesco aspetto dell'affare continuò.
Quando chiesero a Tesla da dove arrivasse l'energia, data l'evidente assenza di batterie, egli rispose riluttante: "Dall'etere tutto attorno a noi".
Alcuni suggerirono che Tesla fosse pazzo e in qualche modo collegato a forze sinistre e occulte.
Questo incidente dell'infrazione nella sicurezza può essere apocrifo, dato che Tesla non disdegnava di utilizzare la pubblicità per promuovere le sue idee ed invenzioni, sebbene quando questi dispositivi mettevano in pericolo lo status quo dell'industria egli aveva ogni buona ragione per essere circospetto nei suoi rapporti.
L’energia dell’etere a cui si riferiva Tesla è una forma di energia che i nostri antenati sembravano già conoscere; possiamo trovarne delle descrizioni simili collegate alla spiritualità e all’essere umano nei testi vedici sanscriti di migliaia di anni fa.
Chi studia Tesla, ammette che riuscì a comprendere nozioni che attualmente si iniziano solo ad intuire.
I suoi concetti durante gli anni successivi furono enormemente influenzati dagli insegnamenti di Swami Vivekananda, il primo di una serie di Yogi orientali che portarono la filosofia e la religione Vedica in Occidente.
Tali concetti propri dei moderni studi fisici sono affrontati nei Veda, una collezione di antichi scritti indiani composti da inni, preghiere, miti, cronache, dissertazioni sulla scienza, la natura ed il mondo reale, risalenti almeno a 5000 anni fa.
Studi condotti da linguisti occidentali suggeriscono che tale idioma sia nato sull'Himalaya e nel sud dell'India da migrazioni della cultura Indo-Ariana.
Ma dove apprese i concetti Vedici e la terminologia Sanscrita?
Durante i tre anni nei quali girò gli Stati Uniti e l'Europa incontrò molti dei più conosciuti scienziati del tempo, inclusi Lord Kelvin e Tesla, il quale, specializzato nel campo dell'elettricità,rimase molto impressionato nell'ascoltare da Swami la sua spiegazione della cosmogonia Samkhya e la teoria dei cicli dati da Hindus.
In effetti, in una lettera ad un suo amico, datata 13 Febbraio 1896, il maestro annotò quanto segue: "… Mr. Tesla è rimasto catturato sentendo parlare del Vedico Prana, Akasha e il Kalpas, ed in accordo con lui sono convinto che siano le uniche teorie che la scienza moderna potrebbe appoggiare… Mr. Tesla pensa poi di poter dimostrare matematicamente che la forza e la materia siano riducibili ad energia potenziale.
Vivekananda sperava che Tesla riuscisse a dimostrare che ciò che noi chiamiamo materia non è altro che energia potenziale, in quanto questo avrebbe riconciliato gli insegnamenti dei Veda con la scienza moderna.
Ricostruire la teoria dell'Energia cosmica di Tesla è spesso difficile.
In occasione del suo 79° compleanno, nel 1938, cinque anni prima della sua morte, annunciò la più grandi scoperte della sua vita e disse che presto le avrebbe donato a tutto il mondo, non appena avesse completato lo sviluppo degli aspetti più segreti.
Nella sua breve introduzione alla teoria Tesla precisò che si riferiva a molecole ed atomi così come ai più grandi corpi stellari, "… a tutti i corpi presenti nell'universo in ogni fase della loro esistenza dalla formazione all'ultima disintegrazione".
Nei suoi scritti troviamo spesso espressioni poetiche, dall'enfasi di un vero visionario, come quella che descrive la terra come la "stella della nascita umana", e che usando il "fulmine di Giove", ( dio del cielo Indoeuropeo ) l'uomo "annichilisce il tempo e lo spazio", alludendo one all'uso dell'elettro-propulsione ("fulmini"), per viaggiare velocemente e annullare tempo e spazio . Tesla dunque ha delineato la sua Teoria Dinamica della Gravità in una prosa onirica, di straordinaria bellezza.
"L'etere è portatore di luce e riempie ogni spazio, l'etere agisce come forza creativa che dà la vita.
Tesla si riferiva ad un' energia illimitata, catturata dall'ambiente che ci circonda, e la sua scoperta viene da un'altra ben più grande, quale la possibilità di convertire l'energia ad una forza più forte – mediante l'elettropulsione, che viene usata per controllare la forza di gravità più debole.
Ma cos'è l'etere di Tesla?
Non era né etere "solido" di Maxwell e Hertz, né quello gassoso di Lorentz.
L'etere è normalmente neutrale elettricamente, e penetra ogni materia solida.
Questa energia gratis che è illimitata è universalmente lavoro potenziale, creato dal moto perpetuo della materia e dal cambio perpetuo di forze più forti e più deboli attraverso le quale viene mantenuto l'equilibrio dell'universo.
Il Governo Segreto ha finora controllato la tecnologia di elettropulsione per difendere gli interessi dei monopolisti internazionali.
Ed è per lo stesso motivo che non verrà mai rivelato al mondo il segreto contenuto nella grande piramide, ovvero la torre djed (o zed) che altro non è se non una antichissima “Torre di Tesla”, ovvero quello strumento in grado di ricevere e inviare informazioni e potenza senza fili comunicanti propagando in tutto il pianeta l’energia così ricavata. Sostanzialmente la centrale energetica di tutto l’impero di Atlantide.
Anche Tesla cercò di costruire un simile apparecchio: La Wardenclyffe Tower (1901-1917), anche conosciuta come la Torre di Tesla, era una delle prime torri aeree senza fili intesa a dimostrare l’abilità di ricevere e inviare informazioni e potenza senza fili comunicanti.
La torre fu chiamata così dopo che fu acquistata da James S. Warden, un avvocato e banchiere dell’ovest che comprò possedimenti in Shoreham, Long Island, circa 60 miglia da Manhattan.
L'edificio di mattoni di 94 per 94 piedi fu progettato dall'architetto Sanford White.
Mentre lavorava per sviluppare una spiegazione per i due effetti osservati, menzionati sopra, Tesla comprese che l’energia elettrica poteva essere inviata fuori nello spazio e poteva essere scoperta da uno strumento ricevente nella vicinanza generale della fonte, senza il bisogno di alcun filo comunicante.
1. Usando due fonti di primo tipo, posizionate in punti distanti della superficie della terra, è possibile incitare un flusso di corrente elettrica tra loro.
2. Incorporando una porzione della terra, come parte di un potente oscillatore di secondo tipo, il disturbo può essere impresso sulla terra e può essere rilevato "a grande distanza o anche su tutta la superficie del globo.”
Tesla suppose, inoltre, che la Terra è un corpo carico vagante nello spazio.
Grande importanza avrebbe, prima di tutto, stabilire cosa è la capacità della terra?
Tesla era familiare con dimostrazioni che comprendevano la carica di bottiglia di Leida e sfere di metallo isolate con macchine di influenza elettrostatiche.
«Se fosse un corpo carico isolato nello spazio, la sua capacità dovrebbe essere estremamente piccola, meno di un millesimo di farad.»
Noi, ora, sappiamo che la terra è un corpo carico, in seguito a processi -almeno in parte- relativi all'interazione tra il fascio continuo di particelle cariche chiamate vento solare, che fuoriesce dal centro del nostro sistema solare e la magnetosfera della Terra.
"Ma gli strati superiori dell'aria sono conducenti e così, forse, lo è il mezzo nello spazio libero oltre l'atmosfera e possono contenere una carica opposta.
Noi sappiamo, ora, che uno degli strati superiori dell'atmosfera della Terra, la ionosfera è conducente.
Un'altra cosa, di cui noi ora siamo consapevoli è che la Terra possiede una carica negativa esistente in natura riguardo alla regione che conduce dell'atmosfera, che comincia ad un'altezza di circa 50 km.
"è difficile dire se noi mai acquisiremo questa conoscenza necessaria, ma c'è da sperare di sì, ed ovvero, per mezzo della risonanza elettrica.
Più di diecimila anni fa i nostri antichi padri, durante l’età dell’oro erano già in possesso delle conoscenze necessarie per farlo…
Il perché oggi non si sia arrivati ad usare sistemi che "sfruttino" le free energy può essere inquadrato in due modi: uno scientifico-accademico e l'altro economico.
In altre parole, se esiste un prodotto, o un servizio, che non fa guadagnare nessuno non potrà mai essere messo a disposizione di qualsiasi utente.
Se Tesla (o chi ne ha carpito e sfruttato le scoperte) avesse individuato il modo di generare infinita energia, per le motivazioni appena descritte, è normale che oggi non se ne sappia nulla e che ufficialmente non se ne parli.
Le free energies annienterebbero i vari monopoli, non essendo più indispensabili lo sfruttamento delle fonti di energia naturali né il denaro utile al loro possesso da parte di pochi.
Tesla forse intuì, grazie allo studio delle concezioni scientifiche Vediche, che l'energia libera è uno stato della materia, piuttosto che un risultato di una sua manipolazione.
I Veda contengono tutte quelle concezioni e quel vasto corredo di termini scientifico-filosofici che Tesla studiò e con i quali descrisse la natura così come lui la vedeva, realizzando i progetti tecnologici che da ciò scaturirono.
La commistione percepibile nei testi Vedici fra filosofia e scienza, mondo spirituale e mondo fisico, con termini (fra i quali quelli acquisiti da Tesla) comuni all'uno o all'altro campo, fa intuire che vi fosse una mentalità all'epoca degli eventi descritti (non più considerabili, a questo punto, come mitici) completamente diversa e in sintonia con la Natura.
Vortici di materia (mercurio) incendiati con il fuoco (energia), che genererebbero una sorta di lenti amplificatrici di energia, in grado di far sostentare nell'aria questi ordigni, fanno intuire, come allora in India non vi fossero differenze fra mondo spirituale e fisico.
Questi sistemi di propulsione del tutto innovativi potrebbero essere stati applicati nell’ambito della ricerca e progettazione aeronautica nazista, proseguita dopo la seconda guerra mondiale negli Stati Uniti.
Una verità che potrebbe essere taciuta soprattutto dal settore della ricerca e tecnologia militare, all'interno della quale potrebbe essere finalmente spiegata l'origine degli oggetti volanti non identificati.
Tesla scrisse: "come affermato in una precedente occasione, quando fui studente all’Università, io concepii una macchina volante, abbastanza diversa da quelle presenti.
Nikola Tesla scrisse questo ad un manager della Westinghouse Electric Company nel 1912.
In realtà, il “fornello volante” di Tesla usava un sistema di elettropropulsione, che doveva essere alimentato da alimentatori esterni e dal sistema wireless di trasmissione dell'energia o con un generatore di potenza interno al mezzo.
In un articolo del 1911 su The Sun Tesla descrive la sua macchina volante: "Il Dr. Nikola Tesla la notte scorsa si poggiò comodamente alla sua poltrona a Waldorf, e parlò con calma di aeromobili senza ali, propellenti o altri meccanismi degli aeroplani ora familiari che si muovevano nello spazio a incredibili velocità, o più lentamente portando pesanti carichi, e in ogni caso sempre con sicurezza, come il più prosaico dei veicoli a ruote".
“L'applicazione di questo principio darà al mondo una macchina volante diversa da qualsiasi cosa sia mai stata esistita in precedenza.
Non avrà ali, reattori o strumenti del genere usato fino adesso.
Sarà piccola e compatta, straordinariamente veloce e, soprattutto, perfettamente sicura nella più grande tempesta.
Può essere costruita di qualsiasi misura e portare qualsiasi peso si desideri”.
Chi abbia familiarità con i principi operativi del cosiddetto "aeroplano convenzionale" comprende che la macchina volante di Nikola Tesla descritta in questi passi del 1911 deve essere un veicolo con "anti-gravità" quindi un vero "disco volante".
Ipotesi di macchina volante immaginata da Tesla
Molto simili per descrizione e funzionamento agli Haunebu disegnati dai nazisti.
Secondo voci mai confermate, le SS E-IV (Entwicklungsstelle 4), le occulte SS del Sole Nero (Schutze Sonne) sotto la guida del Reichsfuhrer SS Hans Kammler, sviluppando i progetti della JFM produssero un motore magnetico che gestiva la gravità come spinta propulsiva. Nel 1939 venne prodotta la RFZ-5 e le prove vennero effettuate nello stabilimento segreto Vril Arado di Brandeburg.
Dallo sviluppo della RFZ sarebbe nato l'Haunebu I, di 24 metri di diametro, con motore Thule Tachyonator il cui prototipo volò ad una velocità di 4.800 Km/h con possibilità di evoluzione fino a 17.000 Km/h.
Per resistere alle incredibili temperature prodotte dalle altissime velocità che tali mezzi permettevano, le SS E-IV fecero sviluppare uno speciale materiale resistente al calore, denominato Victalen.
Il prototipo successivo, l'Haunebu II del diametro di circa 30 metri, poteva volare da 6.000 Km/h fino ai teorici 21.000 Km/h. L'autonomia era sempre limitata a pochi minuti di volo.
L'Haunebu III avrebbe avuto un diametro di 70 metri e una velocità di 7.000 Km/h fino ad una possibilità teorica di 40.000 Km/h.
L'ultima, Haunebu IV del diametro di 120 metri, con autonomia superiore alle 20 ore, in grado addirittura di viaggiare nello spazio, sarebbe rimasta solo un progetto sulla carta.
I nazisti avrebbero voluto utilizzare questi strumenti come armi, per vincere la guerra.
Tesla aveva obiettivi più nobili, fornire all’umanità la possibilità di usufruire di energia pressoché illimitata e soprattutto in forma libera, gratuitamente, così come era durante l’età dell’oro.
Nessuno riuscì nel suo intento.
Probabilmente oggi per sapere che fine hanno fatto questi progetti bisognerebbe chiedere ai servizi americani, detentori delle conoscenze tecnologiche raggiunte dai tedeschi in virtù della nota operazione Paperclip.
ANCHE IL REGNO DELLE DUE SICILIE E’ INVASO
di Antonio Pocobello (tratto da: clicca qui)
Ancora oggi è impossibile consultare la documentazione archiviata; al suo posto è stata inventata quella ignobile oleografia che con felice espressione Gramsci definí "la biografia nazionale"
Tutto il Sud fu unificato come nazione indipendente con capitale Palermo.
Quel 25 dicembre è una data simbolica: Ruggero II si presentava come il redentore di tutte le popolazioni del Sud della penisola dagli Arabi, dai Bizantini e dai Longobardi e nello stesso tempo annunciava al mondo la nascita di un regno cristiano.
Questa unità durò piú di 700 anni fino al 1860, quando, a causa dell’invasione piemontese, le popolazioni duosiciliane perdettero la propria identità nazionale con la forzata unione con gli altri popoli della penisola.
Poi vi fu quello degli Svevi, il cui piú illustre rappresentante fu Federico II.
Con l‘avvento degli Angioini nel 1266 la capitale del Regno di Sicilia fu portata a Napoli.
A seguito dei "vespri siciliani" del 1282 la Sicilia fu occupata dagli Aragonesi e divenne Regno di Trinacria.
Nel 1443 gli Angioini dovettero cedere agli Aragonesi anche la parte continentale del Regno: le Due Sicilie furono riunite con Alfonso il Magnanimo (Regnum utriusque Siciliae).
Nel 1503 il Regno fu incorporato dalla Spagna, come vicereame autonomo; cosí come avvenne nel breve periodo austriaco, che va dal 1707 al 1734, anno in cui tutta la Nazione diventò nuovamente indipendente con i Borbone.
Ricordiamo comunque che nel 1815 Ferdinando I unificò il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia in un unico stato che fu chiamato Regno delle Due Sicilie.
Fondamentali per la vera ricostruzione storica dell’unità d’Italia sono il periodo di regno di Ferdinando II, e quello del giovane Francesco II.
Indubbiamente la nazione duosiciliana, contrariamente a quello che ancora oggi si continua a leggere nei libri di storia, acquistata nuovamente la sua indipendenza, ebbe con i Borbone il suo periodo piú splendido e piú significativo.
Eppure la storia è stata a tal punto mistificata che ancora oggi "borbonico" è sinonimo di inefficienza e di retrivo.
Molti scrittori, inoltre, hanno raffigurato la situazione dei Territori Duosiciliani "dopo" che vi era stata la devastazione piemontese, attribuendo all’amministrazione borbonica le pessime condizioni sociali ed economiche in cui erano state ridotte le Due Sicilie a causa dell’aggressione savoiarda.
Il fatto piú spregevole è che tali menzogne, pervicacemente avallate da uno Stato che si definisce "italiano", cioè di tutti i popoli della penisola, sono insegnate come storia ufficiale ai nostri figli, i quali si formano in un culto che, non solo non è il nostro, ma che è stato creato proprio contro di noi Duosiciliani.
Ma la storia, come si vedrà in seguito, è soprattutto narrazione di avvenimenti, che nella loro materiale concretezza non possono essere piú di tanto mistificati o nascosti.
Un sentito ringraziamento al Sig. Antonio Pocobello per averci trasmesso queste verità storiche e alle quali dedichiamo volentieri e doverosamente tutto lo spazio necessario.
Speriamo così che avvenga il "risveglio della coscienza" almeno in quegli onesti cittadini "ancora italiani" che speriamo siano scossi dall'imbarazzo di conoscere il vero volto di uno stato barbaro, cruento e ancor oggi manifestatamente inefficente e oppressivo.
Il MLNV sperando di riuscire presto nella sua "battaglia" di riconoscimento alle Nazioni Unite, spera proprio di creare i presupposti per il ripristino della legalità su tutti i territori di Popoli Liberi conquistati militarmente e con un'efferatezza tale da auspicare per lo stato italiano il deferimento ad una Corte di Giustizia Internazionale per crimini contro l'umanità.
Auspichiamo così la nascita di un Movimento di Liberazione Nazionale anche del Popolo Duosiciliano… siamo certi che l'unità d'intenti fra i nostri rispettivi Popoli potrebbe essere maggiore di quella imposta dall'infame stato italiano.
Sergio Bortotto Presidente del MLNV
2013.02.20 – BEPPE GRILLO E IL MOVIMENTO CINQUE STELLE – LA RIVOLUZIONE CONTROLLATA?
IL GOVERNO VENETO PROVVISORIO
L’OGVP riconosce al GVP personalità giuridica quale soggetto titolare del diritto all’esercizio della capacità giuridica in nome e per conto del Popolo Veneto.
Al GVP è riconosciuta l’effettuale idoneità a rappresentare i diritti del Popolo Veneto ma non di trarne privilegi e benefici.
Su di esso grava la responsabilità in ordine ai doveri derivanti dalle proprie funzioni rispetto al Popolo Veneto e al suo diritto di autodeterminarsi.
IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE DEL POPOLO VENETO (MLNV)
Il giorno 29 settembre 2009 in Villorba (Tv) un gruppo di Cittadini del Popolo Veneto, convenuti in riunione straordinaria, hanno unanimemente deciso di costituirsi in Movimento di Liberazione Nazionale ai sensi e per gli effetti delle norme del Diritto Internazionale e con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista del Diritto Internazionale, (vedi il documento).
IL POPOLO VENETO
Il “Popolo Veneto” esiste e si identifica come comunità di “Genti Venete” accomunate dalla specificità della propria cultura e tradizioni storiche sviluppatesi in un’unità di pluralità di persone libere e sovrane sulle proprie terre d’origine.
Il Popolo Veneto ha diritto di identificarsi in quanto tale escludendo qualsiasi vincolo di patrimonio genetico attribuibile a specifici tratti razziali.
Il Popolo Veneto ha diritto di affermarsi come Nazione.
RILEVANZA GIURIDICA DEL POPOLO VENETO
CONCLUSIONE DELLA FASE DI TRANSIZIONE
ART.3: PRINCIPIO DI LEGALITA’ E CRITERI DI ATTUAZIONE
Il principio di legalità afferma che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire secondo la legge in modo formale e sostanziale.
Tale principio ammette che il potere venga esercitato in modo discrezionale, ma non in modo arbitrario.
Sotto il profilo formale, il principio di legalità conferisce alla pubblica amministrazione la giurisdizione e i soli poteri conferiti dalla legge.
Sotto il profilo sostanziale, il principio di legalità conferisce alla pubblica amministrazione sia la giurisdizione che la facoltà di esercizio dei loro poteri in conformità con i contenuti prescritti dalla legge.
L’amministrazione è tenuta non solo a perseguire i fini determinati dalla legge (legalità-indirizzo), ma anche a operare in conformità alle disposizioni normative stesse (legalità-garanzia).
L’Amministrazione del Governo Veneto Provvisorio (GVP), agisce in tutte le sue espressioni ed articolazioni attraverso l’emanazione, l’applicazione e il potere di far osservare le norme emanate.
ART.1: OGVP ELEMENTI FONDAMENTALI
L’OGVP è costituito dall’insieme delle norme emanate dal Governo Veneto Provvisorio (GVP) in tutte le sue espressioni ed articolazioni.
Tutte le norme sono subordinate e tenute al rispetto di questi elementi fondamentali:
- il Creato ovvero la Natura universale in tutte le sue espressioni;
- la Persona umana in vita, sovrana del proprio corpo fisico, della propria sfera intellettuale e della propria sfera spirituale
- il Popolo Veneto, soggetto originario fonte e destinatario delle norme
Tutte le norme giuridiche devono uniformarsi ai seguenti criteri:
- devono essere di carattere generale e fondamentali per la vita del Paese
- devono essere fra loro coerenti e coordinate
- devono essere armonizzate alla tipicità culturale e alla tradizione veneta
- devono essere comprensibili, sintetiche e semplici.
Tale ordinamento deve consentire al Popolo di identificarsi nelle leggi che lo governano e non di subirle.
Le norme giuridiche sono suddivise in base alle competenze territoriali, ovvero:
- NORME FEDERALI quelle emanate dal GVP attraverso il Consiglio Federale Provvisorio.
- NORME STATALI quelle emanate dal GVP attraverso i Consigli di Contea e applicabili a materie di specifica competenza degli Stati federati.
- NORME MUNICIPALI quelle emanate dal GVP attraverso i Consigli Distrettuali e applicabili a materie di specifica competenza delle Municipalità.
- REGOLAMENTI ovvero tutti gli atti normativi emanati da organi dello stato, enti pubblici e privati per disciplinare determinate materie o il proprio funzionamento.
- CONSUETUDINI ed USI (dette anche fonti non scritte) che si ispirano e si richiamano alle tradizioni e alla tipicità culturale del Popolo Veneto.
Tutte le norme sono emanate e applicabili secondo il criterio di competenza attribuito alla “Fonte” stessa della norma, (Federale – Contea – Municipalità), determinandone l’eventuale vizio di competenza.
A tutte le norme si applica il criterio temporale per cui l’emanazione successiva di una norma prevale su quella precedente ad eccezione per talune specifiche e limitate deroghe.
Le norme giuridiche sono suddivise in base ai criteri di applicazione, ovvero:
- DECRETI
Un decreto è un provvedimento provvisorio avente forza di legge.
Entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del Governo Provvisorio.
Il Governo Provvisorio emette solo ed esclusivamente decreti legge che devono ispirarsi ai principi generali e consuetudinari universalmente accettati.
- TRATTATI
Un trattato internazionale è una delle principali fonti del diritto internazionale e consiste nell’incontro delle volontà di due o più Stati diretti a disciplinare rapporti intercorrenti tra essi.
Nella prassi si usano anche altre denominazioni, quali accordo, patto o convenzione (le ultime due sono di solito adottate per trattati di particolare rilevanza).
Viene usato anche il termine protocollo, di solito per indicare il trattato con il quale si stabiliscono norme integrative rispetto a quelle contenute in un altro, o si disciplina l’attuazione di un altro trattato in attesa della sua entrata in vigore (protocollo di firma), o viene regolata una questione specifica.
Tradizionalmente nel testo dei trattati gli Stati tra cui intercorre l’accordo sono denominati alte parti contraenti.
Essendo fonti di secondo grado, i trattati sono subordinati alle norme consuetudinarie che ne disciplinano il processo di formazione (diritto dei trattati).
- ORDINANZE
Nell’Ordinamento Giuridico Veneto Provvisorio (OGVP) con il termine “ordinanza” si designano atti aventi forza di legge urgenti e di prevalente necessità che creano doveri positivi (di fare o dare) o negativi (di non fare) e che entrano in vigore il giorno successivo alla loro emanazione.
L’ordinanza è emanata dal Governo Veneto Provvisorio in casi eccezionali e di particolare gravità.
L’ordinanza non comporta deroghe all’OGVP vigente e ha valore temporale limitato e per un massimo di cento (100) giorni e può essere rinnovata una (1) sola volta purché in via continuativa.
Il presupposto per l’emanazione delle ordinanze urgenti e di prevalente necessità è l’impossibilità di differire l’intervento ad altra data, in relazione alla ragionevole previsione di danno incombente (urgenza).
IL RISORGIMENTO ITALIANO… TUTTA UN’ALTRA STORIA.
La storia (dal greco ἱστορία, istorìa) è la disciplina che si occupa dello studio del passato tramite l'uso di fonti, cioè di tutto ciò che possa trasmettere il sapere.
Più precisamente, la storia è la ricerca e la narrazione continua e sistematica di eventi nel passato di importanza per la specie umana , compreso lo studio degli eventi nel corso del tempo e la loro relazione con l'umanità.
Ancora oggi è impossibile consultare la documentazione archiviata; al suo posto è stata inventata quella ignobile oleografia che con felice espressione Gramsci definí "la biografia nazionale".
Il cosiddetto "risorgimento" fu una martellante propaganda di guerra e rappresenta il classico esempio che la storia viene sempre scritta dal vincitore.
Esso non è stato in realtà che un capitolo della storia dell’imperialismo inglese.
La mistica risorgimentale ci ha abituato a considerare Cavour come un grande statista, un genio della politica.
In realtà la maggior parte delle sue decisioni non furono altro che esecuzioni dei "suggerimenti" che venivano orchestrati da Londra.
La politica imperiale inglese si è sempre basata su due fattori cardini: il mantenimento di una grande potenza navale (the silent power of sea) e l’alimentazione di disordini all’interno degli altri Stati, che venivano cosí distolti dalla politica estera.
L’Inghilterra, per quanto riguarda in particolare il Mediterraneo, perseguí una sua complessa strategia politica che si sviluppò attraverso varie fasi.
Iniziò con l’impossessamento di Gibilterra e, nel 1800, di Malta, che apparteneva alle Due Sicilie, approfittando dei disordini causati dalle guerre di Napoleone.
Poi, intorno al 1850, in previsione dell’apertura del canale di Suez, per essa divenne vitale possedere il dominio del Mediterraneo per potersi collegare facilmente con le sue colonie.
Per questo i suoi obiettivi principali furono l’eliminazione della Russia dal Mediterraneo, contro la quale scatenò la vittoriosa guerra di Crimea nel 1853, e il ridimensionamento dell’influenza politica della Francia nel Mediterraneo.
Il fattore determinante che spinse l’Inghilterra a dare inizio alle modifiche dell’assetto politico della penisola italiana furono gli accordi commerciali tra le Due Sicilie e l’impero russo, che aveva iniziato a far navigare la sua flotta nel Mediterraneo, avendo come base di appoggio i porti delle Due Sicilie.
La Francia, a sua volta, voleva rafforzare la sua influenza sulla penisola italiana, sia con un suo protettorato sullo Stato Pontificio, sia con un suo progetto di mettere un principe francese nelle Due Sicilie.
Per raggiungere questi obiettivi le due potenze si servirono del piccolo Stato savoiardo che, non avendo risorse economiche e militari per fare le sue guerre, dovette vendere alla Francia Nizza e la Savoia, ed era in procinto di vendere anche la Sardegna se non fosse stato fermato dall’Inghilterra che temeva un piú forte dominio della Francia nel bacino mediterraneo.
In Piemonte, infatti, il sistema sociale ed economico era ben povera cosa.
Vi erano solo alcune Casse di risparmio e le istituzioni piú attive erano i Monti di Pietà.
Insomma esistevano solo delle piccole banche e banchieri privati, generalmente d’origine straniera, che assicuravano il cambio delle monete al ridotto mercato piemontese.
In Lombardia non c’era alcuna banca di emissione e le attività commerciali riuscivano ad andare avanti solo perché operava la banca austriaca.
E tutto questo già da solo dovrebbe rendere evidente che prima dell’invasione del Sud, al nord non potevano esserci vere industrie, né vi poteva essere un grande commercio, né i suoi abitanti erano ricchi ed evoluti, come afferma la storiografia ufficiale.
Per il Piemonte, dunque, il problema più urgente era quello di evitare il collasso economico, dato il suo disastroso bilancio, e l’unico modo per venirne fuori era quello offertogli da Inghilterra e Francia che gli promettevano il loro appoggio per l’annessione dei prosperi e ricchi territori delle Due Sicilie e degli altri piccoli Stati della penisola italiana.
Il mezzo con cui l’Inghilterra diede esecuzione a questo disegno fu innanzitutto la propaganda delle idee sul nazionalismo dei popoli e critiche sul "dispotismo oppressivo" dei governi di Austria, Russia e Due Sicilie.
A proposito di "Nazione", bisogna dire che si tratta di un concetto in termini giuridico-politici elaborato a partire dalla Rivoluzione Francese e sviluppatosi soprattutto nell’800.
Questo concetto è stato un’autentica invenzione di un’ideologia molto coinvolgente ed emotiva che è servita, e serve ancora, per tenere insieme le parti e gli interessi di uno Stato.
In tal modo si preparavano psicologicamente le masse a "giustificare" le sommosse popolari poi artatamente sollevate da sovversivi prezzolati, i quali istigavano anche ingenui idealisti, suggestionati da idee libertarie.
Quando poi questi moti scoppiavano, si predicava il principio del "non intervento", spacciandole per "faccende interne" di uno Stato.
Quelli che furono chiamati "moti liberali" venivano fatti scoppiare continuamente ad opera delle sette massoniche, che raggiungevano cosí numerosi scopi: la dimostrazione concreta che i governi erano oppressivi e che il popolo "spontaneamente" si ribellava al dispotismo.
Inoltre, queste sommosse, facendo scatenare la necessaria reazione di quei governi, aggravavano e rendevano verosimili le menzogne propagandate.
Per quanto riguarda le Due Sicilie i moti piú gravi furono quelli del 1820 e del 1848, a cui vanno aggiunti gli episodi degli attentati del 17 dicembre 1856 (scoppio deposito polveri a Napoli con 17 morti) e del 4 gennaio 1857 (nel porto di Napoli saltò in aria la fregata Carlo III con 38 morti), quello del 25 giugno 1857 con lo sbarco di Pisacane e poi le rivolte di Palermo precedenti lo sbarco di Garibaldi.
La regía di queste azioni era del Mazzini collegato direttamente con Londra, il cui governo aveva affidato anche al Cavour l’incarico di far scoppiare sommosse in tutti gli altri Stati italiani, con l’evidente scopo di legittimare l’intervento del Piemonte per sedare i "disordini".
Molti furono i disordini causati, tra l’altro, coll’invio di carabinieri in borghese.
Nel frattempo, in preparazione allo sbarco del Garibaldi, erano stati formati nelle Due Sicilie alcuni centri sovversivi, che assoldavano molti delinquenti per le sommosse e corrompevano alte personalità duosiciliane per agevolare l’avanzata del pirata.
MOVIMENTO DI INDIPENDENZA DELLA NAZIONE NAPOLITANA
Qualcuno dirà : un' altro movimento…
2013.01.02 – IL FEDERALISMO VERO E QUELLO DEI PARTITI ITALIANI
2013.01.02 – L’INDIPENDENZA.COM
di GIANLUCA MARCHI
A questo traguardo ci siamo ormai arrivati, e non era affatto scontato, sulla scorta di alcuni numeri di un certo riguardo: supereremo il traguardo dei 3 milioni di visitatori unici e sfioreremo i 7 milioni di pagine scaricate.
Non sono certo i numeri di un grande mezzo di comunicazione online, bensì quelli di una nicchia che, nonostante i pochi mezzi a disposizione, è riuscita ad imporsi piuttosto velocemente ed è diventata uno dei punti di riferimento non solo del mondo indipendentista, ma anche del mondo giornalistico attento a quanto si muove in quest’area.
Diciamocelo francamente: il cammino de L’Indipendenza è stato fin qui possibile grazie a una grande sforzo di puro volontariato svolto da un certo numero di persone e dalla contribuzione economica dei soci sostenitori, di qualche centinaio di lettori e di un manipolo di inserzionisti pubblicitari.
I numeri del nostro bilancio sono infinitamente piccoli se paragonati a qualsiasi altra impresa giornalistica, anche solo online, senza dimenticarne qualcuna nata anche dopo di noi con un budget che a L’Indipendenza avrebbe assicurato cinque anni di vita e che purtroppo è già defunta.
Facciamoli, brevemente, questi numeri: a ieri le nostre entrate sono ammontate a 47.400 euro circa, di cui 21.800 provenienti da contributi dei soci fondatori e dei lettori, e 25.500 provenienti da inserzioni pubblicitarie.
Nello stesso periodo le spese sostenute, e quindi già saldate, ammontano a 48.300 euro e sono così suddivise: 42.200 per rimborsi spese riconosciuti ai diversi soggetti che hanno contribuito alla realizzazione del giornale attraverso articoli, servizi vari, video e fotografie; 5.300 per spese notarili, tenuta conto corrente, strumenti di lavoro e spese telefoniche; 800 euro per spese di trasferta.
A queste voci vanno aggiunti circa 8 mila euro di introiti pubblicitari non ancora contabilizzati, che serviranno per far fronte ad alcuni oneri fiscali e soprattutto a riconoscere le spese vive alla società Onoma srl di Brescia, vale a dire colei che ci ha consentito di realizzare e mettere in rete il nostro sito senza chiederci inizialmente un euro, ma alla quale vanno riconosciuti i costi tecnici e quelli della tenuta dei server, non dimenticando che a metà dell’anno è stato necessario un potenziamento degli stessi a causa del traffico superiore alle attese.
Tenendo conto delle spese che dobbiamo ancora onorare da qui alla fine dell’anno, che portano il budget definitivo a 64.000 euro, affinché il nostro bilancio possa chiudere in pareggio ci mancano all’incirca 8.500 euro.
Come far fronte a questo fabbisogno?
Dobbiamo fare appello ancora una volta alla pazienza dei soci fondatori e soprattutto dei nostri lettori, chiedendo loro di contribuire per quello che possono.
Ogni settimana darò conto di quanto raccolto per verificare quanto ci manca a raggiungere l’obiettivo e se riusciremo a inaugurare il 2013 senza zavorre relative all’anno che sta per concludersi. In qualità di socio fondatore comincerò io la “colletta” mettendo a disposizione 500 euro.
Facco, altro socio fondatore, farà lo stesso.
Rivolgiamo ora lo sguardo all’anno nuovo, partendo dai mesi messi alle spalle: permettetemi di fare un discorso franco, in modo che siano chiare a tutti le prospettive. In questo anno, chi scrive e Leo Facco hanno lavorato a L’Indipendenza una media di 9/10 ore al giorno tutti i giorni compresi i festivi e pure le vacanze (dove semmai s’è accorciato solo un po’ l’orario di impegno): il nostro modo per contribuire alla riuscita dell’iniziativa è stato quello di rinunciare a qualsiasi stipendio (che non sarebbe stato sopportabile per il bilancio), limitandoci a qualche rimborso spese.
A un altro piccolo manipolo di colleghi abbiamo potuto riconoscere un rimborso spese della cui entità mi vergogno.
Tutti gli altri, a cominciare dagli editorialisti, hanno lavorato gratuitamente.
Per il 2013 non pretendiamo di discostarci molto da tale andamento, anche se un innalzamento del budget verso i 100 mila euro ci consentirebbe di lavorare con maggiore serenità, di potenziare un po’ le forze in campo per migliorare ulteriormente l’offerta giornalistica de L’Indipendenza, di seguire dal vivo fatti e avvenimenti che oggi non ci possono vedere presenti per motivi di ristrettezze, di mettere all’opera qualche forza fresca per diffondere le notizie de L’Indipendenza sui vari social-network, lavoro considerato fondamentale per chi fa informazione online.
Per raggiungere o per avvicinarci a questo traguardo avremmo bisogno mediamente 4/5 mila euro mese di contributi dai nostri lettori: insomma, l’equivalente di un caffè al mese da un analogo numero di persone, o se volete un caffè e un quarto la settimana da mille lettori.
E’ nostra intenzione inserire nel sito un contatore che si aggiorna all’istante in modo che ciascun lettore possa verificare quanto manca al traguardo e contribuire in maniera semplice.
Aggiungendovi le contribuzioni dei fondatori e la pubblicità, dovremmo poter avvicinare all’obiettivo prefissato.
Se non dovesse essere possibile questa strada, vi illustro le alternative che abbiamo, con alcune controindicazioni:
1) Introdurre il pagamento per la lettura completa del nostro giornale, con l’inevitabile conseguenza di abbattere sensibilmente il numero dei lettori;
2) Tentare la strada di ottenere i contributi pubblici all’editoria, che dal 2013 si aprono anche all’online. Ma a parte essere sempre ostaggio di quando il governo decide di pagare (perché delle scadenze di legge spesso si fanno un baffo), questa è una strada che non ci piace affatto. E che ci farebbe perdere Facco, che non ne vuole sapere.
3) Riuscire a far eleggere un nostro rappresentante al Parlamento o in consiglio regionale, impegnandolo a destinare una parte consistente degli emolumenti al sostentamento del giornale: l’obiettivo non è facilissimo da raggiungere;
4) Derubricare il nostro quotidiano (come qualche lettore ha suggerito) a semplice blog dove siano sostanzialmente i lettori a comporre i testi: ve lo dico da subito, personalmente mi sfilerei dall’iniziativa e lo farebbe anche Facco;
5) Chiudere baracca e burattini.
Aspetto ora di capire soprattutto dai lettori cosa ne pensano, aggiungendo fin d’ora un impegno: L’Indipendenza, salvo cataclismi, ci sarà di certo fino alle prossime elezioni. Il dopo dipenderà molto dalle risposte che avremo da oggi in avanti e se i nostri lettori riconosceranno che L’Indipendenza ha un ruolo e soprattutto una missione da svolgere.
INTERVISTA A MICHELE IANNELLI DI “IDENTITA’ MEDITERRANEA”.
Questa nuova formazione, dall'emblematica denominazione di Identità Mediterranea, si batte per una emancipazione liberatrice del Meridione d'Italia, ma anche del resto dell’Italia e non solo, con particolare riguardo ai popoli che si affacciano sul Mare Mediterraneo.
Partendo da un'analisi storica della questione meridionale, il dottor Michele Iannelli, originario di Caserta, residente a Roma, e che è coordinatore nazionale del Movimento Politico Identità Mediterranea per la Sovranità della Napolitania e della Sicilia, delinea progetti di liberazione per il futuro, per gli aspetti sociali e politico-istituzionali, per un rapporto di rinnovata salvaguardia dell'ambiente e di fine della sudditanza alla politica di potenza USA-NATO.
RICCIARDI: “Il movimento che hai fondato, Identità Mediterranea, si connota per essere una formazione meridionalistica identitaria, che valorizza le culture locali, senza però essere chiuso verso gli altri, tanto che promuove, non solo per l'Italia del Sud, un socialismo non materialistico, di natura comunitarista: puoi spiegare di più tali concetti, ed il perchè tali idee siano state tra loro associate?”IANNELLI: “Abbiamo fondato il nostro movimento il 9 Dicembre del 2010; siamo dunque nati da pochissimo, ma abbiamo già idee chiare, programmi ambiziosi e molta voglia di fare.
Il rinnovamento sociale che noi proponiamo è profondo ed articolato. Partiamo da un punto di vista semplice, ma il più delle volte disatteso: la politica è la nobile arte al servizio del ben-essere dell’individuo e delle comunità.
Crediamo che per far ciò alcuni fattori siano indispensabili, inevitabilmente ed intimamente correlati tra loro. Innanzitutto l’identità: è il concetto alla base di tutto, è il punto di partenza essenziale per chiunque e per qualsiasi comunità; avere consapevolezza di chi si è, della propria storia, delle proprie peculiarità e quindi dei propri autentici bisogni è il presupposto indispensabile per una buona qualità della vita.
Essere consci di e portare rispetto per la propria identità è un passaggio obbligato per essere riguardosi nei confronti delle identità altrui.
L’Identitarismo di cui siamo assertori è l’antidoto al “mondialismo” che vuole distruggere le diversità per attuare un dominio globale sui Popoli di tutta la Terra. Noi respingiamo qualsiasi
tipo di localismo autoreferenziale e di nazionalismo aggressivo; proponiamo invece un Internazionalismo Identitario attraverso il quale Popoli liberi e sovrani convivano cooperando tra loro e rispettando le specifiche peculiarità e lottino insieme contro il comune nemico rappresentato dalla volontà di dominio assoluto delle Multinazionali e delle Banche.
A partire da ciò siamo assertori di uno sviluppo economico che sia consono ai bisogni specifici delle Comunità e che allo stesso tempo risponda al profondo bisogno degli esseri umani di fare Comunità ed essere protagonisti partecipi della Comunità.
Siamo dunque sostenitori della socializzazione, del cooperativismo, della piccola impresa, dell’impresa familiare, dei condomini solidali, dei gruppi di acquisto solidali; crediamo nella possibilità di un circolo virtuoso in cui la comunità promuova e valorizzi le capacità individuali le quali, a loro volta, mettendosi al servizio di essa, la rafforzino”.
RICCIARDI: “ Identità Mediterranea colloca se stessa oltre gli schematismi di destra, centro e sinistra: perchè ed in che senso evitate tali classificazioni?”
IANNELLI: “Noi vogliamo qualificarci solo sulla base dei nostri programmi, della nostra organizzazione e sopratutto delle nostre azioni concrete.
Oggi le etichette di destra, centro e sinistra sono involucri solo apparentemente dissimili; esse in realtà servono ad avvolgere e a diversificare fraudolentemente scatole che contengono le stesse cose e queste cose non ci piacciono affatto: sono i politicanti di Italia Unita Spa e di Europa Unita Spa il cui unico mestiere è quella di fornire ai Popoli una illusione di democrazia al fine di rendere così agevole lo strapotere più o meno occulto delle Banche e delle Multinazionali”.
RICCIARDI: “Il tuo partito è intensamente fondato sull'auto-organizzazione, il che comporta anche un auto-finanziamento: perchè avete scelto questa strada? Forse per favorire la vostra indipendenza da possibili condizionamenti di "poteri forti" e/o per motivazioni ulteriori?”
IANNELLI: “Ogni movimento onesto, trasparente e libero deve essere necessariamente auto organizzato ed auto finanziato, questi requisiti sono per noi ovvi e scontati.
Approfitto di questa tua domanda per sottolineare e denunciare che viviamo in una falsa democrazia che ha reso difficilissima un vera attività politica.
Artatamente è stato creato un sistema per cui avere visibilità e possibilità di azione ha costi altissimi.
Noi ci dovremo dunque molto impegnare per produrre fonti di autofinanziamento e da questo punto di vista abbiamo già dei progetti in questo senso”.
RICCIARDI: “Valorizzate le tradizioni dei popoli, che considerate nutritive in senso spirituale, dato che gli esseri umani, per quanto specifici possano pure essere, non si possono considerate come degli atomi vaganti completamente sradicati da tutto e senza identità, e nello stesso modo sostenete movimenti rivoluzionari a favore della liberazione ed autodeterminazione dei popoli: in che modo riuscite ad armonizzare le componenti di questo binomio, senza che l'una possa sminuire l'altra?”
IANNELLI: “Come ho già detto mettiamo al primo posto l’identità: identità individuale e collettiva sono due aspetti inscindibili e sinergici.
L’uomo è un sofisticato “melange” di elementi e bisogni che riguardano la sua specifica individualità e che si mescolano, a loro volta, con bisogni ed aspirazioni derivanti dalla sua natura di essere sociale.
Quindi, se da una parte abbiamo il basico bisogno di poter sviluppare e nutrire continuamente una identità individuale (che possa avere e sentire di avere lo spazio per poter esprimere la propria creatività a partire dalle proprie vocazioni e speranze), dall’altra parte abbiamo la vivissima esigenza di una socialità vivace, solidale e ricca di valori condivisi che crei un vero senso di appartenenza ed un senso di sicurezza intesa nel significato più ampio del termine.
Abbiamo bisogno di sentirci liberi, di cambiare come vogliamo le traiettorie della nostra esistenza ma, allo stesso tempo, è per noi indispensabile operare nell’ambito di un contesto che ci offra la possibilità di percepire continuità e stabilità. Non è difficile, quindi comprendere quanto qualsiasi tipo di precarizzazione (del lavoro, della casa, degli affetti, della sicurezza) incida pesantemente e negativamente sul nostro intimo e sulle nostre relazioni.
Essa, infatti, determina aggressività nevrotica ed una massiccia attivazione delle nostre chiusure e delle tattiche difensive ed evitative.
Dobbiamo vivere intensamente il presente e proiettarci con ottimismo nel futuro ma lo possiamo fare solo se abbiamo l’opportunità di radicarci in un passato fatto di Tradizioni vive e nutritive”.
RICCIARDI: “Proponete anche un assetto federalista per l'Italia, al fine di raggiungere una Confederazione Italica, soprattutto per porre rimedio alle ingiustizie che, nel corso della storia, hanno colpito l'Italia meridionale continentale (che preferite chiamare Napolitania, data l'influenza, ivi, in
particolare della cultura napoletana) e la Sicilia.
Tuttavia, le vostre posizioni programmatiche differiscono nel profondo da quelle, pur federaliste, della Lega Nord: puoi illustrarne i motivi?”
IANNELLI: “Noi partiamo da un presupposto ben preciso: da 150 anni spacciano come Unità d’Italia una conquista ed un dominio coloniale operato da forze straniere che con la vera natura e la vera volontà dei Popoli Italici nulla avevano a che fare.
Gli autori di questo misfatto che dura da 150 anni furono i Sabaudi, l’imperialismo Inglese, la Massoneria deviata e la grande finanza rapinatrice. Oggi sono cambiati gli attori ma il copione è sempre lo stesso; le forze dominanti sono le stesse, i loro cani da guardia idem: i politicantropoidi, la malavita organizzata, la burocrazia.
Noi dunque vogliamo rifondare l’unità d’Italia su quelle sane basi indicate da Gioberti più di 150 anni or sono: una confederazione di libere entità statuali.
Noi siamo decisamente convinti che in questa lotta di liberazione la Napolitania ( termine che non esprime un Napolicentrismo ma quei territori che per secoli costituirono il Regno di Napoli) e la Sicilia debbano essere alleate e debbano allearsi con tutti gli altri Popoli Italici.
Noi siamo molto diversi dalla Lega Nord !
Un primo motivo viscerale: noi non ci alleeremmo mai con un personaggio come Berlusconi !
Questa alleanza della Lega Nord la dice lunga su quel “federalismo” di cui sono assertori: il loro federalismo è una ricetta per rendere ancora più efficiente l’oppressione della stato centralista, in cambio di qualche illusorio vantaggio localistico da cui la stragrande maggioranza delle popolazioni del Nord non avrebbe alcun beneficio.”
RICCIARDI: “Riguardo la politica estera, promuovete l'uscita dalla Confederazione Italica dalla NATO, oltre che una speciale collaborazione tra nazioni euro-mediterranee: puoi spiegare in modo più esteso tali proposte?”
IANNELLI: “Noi vogliamo per le nostre terre la Sovranità Geopolitica e Militare e ciò è totalmente incompatibile con la presenza di installazioni militari americane in Napolitania e Sicilia e con l’appartenenza alla cosiddetta Alleanza Atlantica.
Oggi questa cosiddetta Alleanza appare totalmente priva di qualsiasi giustificazione e completamente unilaterale.
E’ chiaro che
questa pseudo alleanza e la presenza di sue installazioni militari sono totalmente al servizio di quei potentati economico-finanziari che pilotano la cosiddetta e ne fungono da braccio armato.
L’obiettivo finale è il controllo mondiale e lo sfruttamento globale e brutale delle risorse umane e naturali.
Ci siamo denominati Identità Mediterranea anche per questo: vogliamo riappropriarci della nostra vera Identità Euro- Mediterranea per sbarazzarci di quella falsa ed oppressiva Atlantica.
Proponiamo una comunità Euro-Mediterranea di Popoli sovrani, prosperi ed alleati nel mantenimento della pace.
Le nostre Terre si devono liberare dalle ingenti spese militari imposte attraverso la N.A.T.O dalle lobbies dei fabbricanti di armi”.
RICCIARDI: “Riguardo il rapporto con la natura, siete anche particolarmente sensibili alla tutela dell'ambiente: che cosa proponete, nello specifico, al riguardo?”
IANNELLI: “Un corretto rapporto uomo-ambiente è alla base di ogni società che voglia tutelare il bene comune.
Sono molte le cose che proponiamo; in questa sede le enumeriamo, ma siamo consapevoli che ognuna di esse avrebbe bisogno di un particolare approfondimento: raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti, agricoltura biologica e biodinamica, sviluppo massiccio delle fonti di energia rinnovabile, applicazioni di tecniche terapeutiche naturali, l’inserimento considerevole nei programmi scolastici della conoscenza e coscienza delle tematiche ambientali.
Siamo convinti che ad ognuna di queste voci corrispondano non solo una necessità di tutela della salute ma anche un incremento straordinariamente elevato della ricchezza e dei posti di lavoro in Napolitania e Sicilia.
Un esempio per tutti: lo sviluppo di un turismo di alta qualità e classe attraverso la proposta di tematiche ambientali, culturali e della indiscutibile bellezza dei nostri territori.
Insomma noi siamo certi che prosperità economica e tutela dell’ambiente non solo non siano incompatibili ma che siano l’uno la premessa dell’altro e viceversa”.
2013.12.24 – UN GRAZIE ALL’AUSTRIA
Pur nel rispetto della formalità che ci impone i rapporti con uno Stato Sovrano e il Suo Popolo, non possiamo esimerci dall'esprimere pubblicamente un sentito e sincero ringraziamento al BUNDESKAMZLERAMT Austriaco per la sensibilità e correttezza dimostrata nei confronti delle legittime istanze di questo MLNV e del Governo Veneto Provvisorio da esso rappresentato.
2012.12.18 – IL MLNV NON E’ UN’ASSOCIAZIONE



