ATTUALITA
2013.06.12 – MA QUESTA ITALIA NON SI VERGOGNA MAI ???
La ASL di Carbonia e Iglesias ancora non mi ha portato le medicine e gli integratori del mese di giugno, quindi sono scoperto.
Se potete arrivare a informare il Presidente della Regione o il Ministro della Difesa in modo che intervengano nei confronti del direttore della Asl al fine che faccia il suo dovere nei miei confronti e mi diano i farmaci e gli integratori, vi sarei grato.
Questo mio appello disperato riveste carattere di estrema urgenza.
Ne vale la mia vita.
Grazie con amore cristiano.
MARCO DIANA
Notiziario 360
2013.06.12 – IL MINISTRO STRANIERO ITALIANO KYENGE ARRIVA A SIRENE SPIEGATE… I PASSANTI CONTESTANO LA SCORTA: “VERGONA”!
Il ministro Kyenge a Milano
VIDEO
Kyenge: ''Stringo la mano a chiunque, anche a Borghezio''
TAG cecile kyenge La scorta è spesso vissuta dai cittadini come uno dei simboli dell'arroganza dei potenti.
E proprio per la scorta sono finiti in molti nel mirino.
Un destino che adesso coinvolge anche il ministro per l'Integrazione, Cecile Kyenge.
Il suo arrivo a un evento a Milano, preceduta da un'auto a sirene spiegate e paletta fuori dal finestrino – con tanto di tratto di strada in contromano – è stato salutato dai fischi dei passanti, dalle critiche del popolo del web e da nuove invettive della Lega.
L'auto del ministro arriva contromano
Ore 10: quartiere Niguarda, periferia della città, lo stesso in cui tre passanti furono uccisi a picconate dal ghanese Kabobo.
A Villa Clerici sta per iniziare un convegno in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
Il ministro Kyenge è invitato.
Le sirene si sentono da lontano.
Tre auto arrivano a velocità sostenuta.
Ad aprire il corteo è una vettura dei finanzieri, con la paletta agitata fuori dal finestrino.
Percorrono alcune decine di metri della stretta via Terruggia – dove si trova il luogo dell'appuntamento – in contromano.
E si lasciano dietro alcuni residenti della zona, passanti e avventori del vicino mercato rionale, inviperiti. "Vergogna, vergogna", urlano in direzione delle macchine.
"Le scelte sulla sicurezza non le fa la sottoscritta", si giustificherà più tardi il ministro, sollecitata dai giornalisti a margine di un'altra tappa della sua giornata nel capoluogo lombardo.
Ma ormai il Carroccio aveva già preso al balzo l'occasione per tornare ad attaccarla.
"Il governo intervenga e la richiami ufficialmente a un uso più civile della scorta", è la protesta del consigliere comunale Massimiliano Bastoni.
Il segretario lombardo Matteo Salvini si affida invece ai social network: "La signora Kyenge stamattina arriva a un mercato di Milano con tre auto blu di scorta, sirene e palette.
La gente la contesta", scrive "Come mi dispiace, sicuramente la signora Boldrini farà subito un comunicato in difesa della poverina…".
Di certo, Milano non sembra portare fortuna al ministro.
Già lo scorso 21 maggio – altra sua lunga visita in città – si era parlato più di un incidente di percorso che delle iniziative a cui aveva partecipato: la mancata stretta di mano con il capogruppo lumbard in consiglio comunale, Alessandro Morelli.
Anche lì protagonista fu la scorta, che tenne il consigliere a distanza.
"E' un problema di sicurezza, Kyenge e la scorta non conoscono Morelli e si sono attenuti alle normali procedure", spiegarono dallo staff.
Almeno quel caso, però, si è chiuso.
Non a Villa Clerici, dove il leghista si era precipitato per un nuovo faccia a faccia, ma a Palazzo Marino, sede del Comune.
E' qui che i due, inaspettatamente, si sono incrociati: stretta di mano, sorrisi e l'augurio di "buon lavoro" da parte del ministro.
2013.06.12 – IL BUSINESS DELL’AFFIDAMENTO DEI FIGLI DELLE FAMIGLIE DISAGIATE … MALEDETTI GIU LE MANI DALLE FAMIGLIE!
2013.06.12 – COSI’ L’ITALIA UCCIDE I MALATI
Nel "nostro" Paese (meglio dire in italia) i medicinali innovativi, che possono salvare migliaia di vite, arrivano con mesi o anni di ritardo.
Una tragedia, per i pazienti.
La colpa?
E’ di un mostro burocratico potentissimo, ricchissimo e malfunzionante.
Che si chiama Aifa.
E opera sotto la direzione del ministero della salute.
«Opera»?
Si fa per dire, purtroppo
L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), di fatto, pochi sanno cos’è.
Ma è sulla vita di tutti che incidono i suoi sì o i suoi no, come anche le sue difficoltà e il suo essere, come dicono molti, ormai un gigante.
Perché l’Agenzia, il cui direttore generale e presidente del consiglio di amministrazione sono nominati dal ministero della Salute, ha il compito di dare l’ok all’immissione in commercio dei nuovi farmaci, di definirne il prezzo, di sorvegliarne la sicurezza una volta che sono finiti in mano ai malati.
Insomma maneggia la nostra salute e circa 26 miliardi di euro l’anno, perché a tanto ammonta la spesa farmaceutica nel nostro Paese, i tre quarti della quale è a carico del Ssn.
Dovrebbe funzionare come un orologio, ma soprattutto essere una casa di vetro dove tutto ciò che accade è ben visibile dai cittadini.
E invece sembra oggi paralizzata, affaticata da elefantiasi burocratica e da scelte sulle quali infuriano polemiche, magari fatte a buon fine ma di certo risultate in ritardi e ulteriori aggravi burocratici.
Così come sembra incapace di comunicare con i medici, le aziende e i malati.
Insomma, con tutti gli stakeholder del sistema-farmaci italiano.
Siamo andati a vedere cosa succede a via del Tritone.
La nuova sede, a due passi da Fontana di Trevi e nel cuore del potere romano, che costa quasi quattro milioni di euro l’anno di affitto e ha sostituito nel 2010 un’anonima palazzina situata nella periferia di Roma: costava la metà, era discreta e a due passi dalla metropolitana.
Ma non rendeva plasticamente il potere dell’Agenzia che la fiscalità generale fa funzionare dotandola di 80 milioni di euro l’anno, e dove lavorano oggi circa 400 persone (erano 250 nel 2009).
Eppure, non c’è nessuno disposto a parlare open verbis con “l’Espresso” nel fortino di via del Tritone.
E già questo sorprende.
Diversi tecnici dell’Aifa da noi interpellati sparano a zero contro le inefficienze e la totale mancanza di trasparenza.
Ma poi, vogliono restare anonimi.
Tuttavia, rimangono i fatti.
E il primo è la questione criminale dei tempi per la registrazione dei medicinali innovativi, dilatati dal rimbalzo dei dossier tra una commissione e l’altra: servono dai dodici ai quindici mesi per avere l’autorizzazione dall’Aifa dopo che le autorità europee hanno dato il via libera, e già non si capisce a cosa serva una simile duplicazione; poi c’è bisogno di un altro anno per entrare nei prontuari delle Regioni, e di questo l’Agenzia non ha responsabilità.
Ma il dato è drammatico: circa 300 giorni di attesa per i pazienti italiani.
Per le aziende è un danno spaventoso, per i malati è una tragedia.
Ne dà notizia un rapporto di Farmindustria, l’associazione delle aziende farmaceutiche di qualche settimana fa, ma la situazione non è cambiata da quando “l’Espresso” ha denunciato questi ritardi nel novembre scorso dando voce a medici e associazioni di malati.
E da quando il direttore generale dell’Aifa, professor Luca Pani, ci rispose che i confronti con gli altri paesi europei non reggono in quanto l’Aifa si occupa anche di definire i prezzi.
Il che, però, non diminuisce il disagio dei malati.
Nel fare i confronti con l’Europa, Farmindustria annota oggi come le procedure negli altri paesi Ue siano meno farraginose, certamente anche a livello di regioni e ospedali oltre che a livello centrale, ma anche e soprattutto che altrove è chiaro cosa sia innovativo, quali siano le regole che sovraintendono ad approvazione e prezzo.
Dal punto di vista dei malati, ciò che conta è che le medicine davvero nuove, che apportano un maggiore beneficio clinico di quelle in commercio, in settori importanti come l’oncologia, le malattie infettive, metaboliche e del cervello, siano messe a disposizione di chi soffre il più rapidamente possibile, mentre le altre possono aspettare.
Ma come individuare i farmaci realmente salvavita per i quali non si può aspettare?
Fino a qualche anno fa i tecnici dell’Agenzia usavano un algoritmo, che poi è sembrato inadeguato e per questo lo si è abbandonato per andare alla ricerca di un nuovo più potente strumento che le consenta di farlo tenendo conto delle caratteristiche del farmaco e dello scenario della malattia.
Ma nonostante i reiterati annunci questa macchina magica è ancora ferma ai box.
Fonte: espresso.repubblica.it
2013.06.12 – DIETRO I LUOGHI COMUNI DELLA STORIA SCRITTA DAI VINCITORI, LA VERITA’ E’ QUESTA.
2013.06.12 – TREVISO: “ORA C’E’ UNO DEI NOSTRI IN CONSIGLIO, IO NON PAGO”, E SPACCA BOTTIGLIA IN TESTA AI POLIZIOTTI
Aveva bevuto ed ha preso dei prodotti di una bancarella in piazza Giustinian Recanati rifiutandosi di pagarli.
Quando l’addetto ha tentato di fermarlo gli ha scagliato un pugno in faccia e poi ha spaccato una bottiglia minacciandolo col vetro rotto.
Immediatamente i presenti hanno chiamato la polizia. All’arrivo della volante, il 27enne marocchino ha insultato i poliziotti e li ha picchiati, ferendone uno con una testata.
Portato in Questura ha continuato a fare il matto, tanto che è stato necessario far intervenire il 118 per farlo calmare.
È stato arrestato: dovrà rispondere di rapina impropria, resistenza a pubblico ufficiale ed ubriachezza molesta.
2013.06.11 – CURIOSITA’ – L’AEREO ATTERRA SENZA IL MUSO: MISTERO IN CINA. “COLPITO DA UN UFO” ????
PECHINO – Un Boeing 757 dell'Air China dopo 20 minuti dal decollo è dovuto rientrare misteriosamente in aeroporto: il velivolo si è scontrato con un oggetto non identificato.
Il velivolo si trovava nei cieli tra Chengdu-Guangzhou quando ha subìto un violentissimo impatto con qualcosa di 'misterioso': l'urto ha causato un danno notevole al muso del Boeing, ma fortunatamente nessun passeggero è rimasto ferito.
Le autorità aeroportuali hanno immediatamente aperto un'inchiesta, ma hanno avvertito che l'incidente potrebbe essere stato causato dall'impatto dell'aereo con un volatile di grandi dimensioni.
alla faccia del "grande" volatile …
2013.06.11 – E LA LIFE TORNA A FARSI SENTIRE …
Stiamo organizzando una rete "culturale ghandiana" in tutta la penisola ed isole comprese, manda il tuo curriculum di incazzatura alla mail nella locandina, e presto, molto presto farai parte della nostra equipe di esperti di "porta a porta", avrai grandi soddisfazioni e verrai pagato puntualmente con crescita di dignità.
Ti aspettiamo.
Questa proprio ci mancava….
2013.06.10 – ANCHE QUESTA E’ L’ITALIA CHE NOI NON VOGLIAMO… IL CITTADINO HA DIRITTO DI INDIGNARSI.
Articolo tratto da: CLICCA QUI
Se fosse un'abitutidine abusare del proprio ruolo e servizio e di sentirsi al di sopra delle regole e della legge sarebbe veramente finita, perchè è come nella parabola in cui Gesù ricorda ai suoi discepoli che se il sale perdesse il suo sapore, con cosa si potrebbe salare il cibo… altro non servirebbe che ad essere gettato via.
Quello che è ancor più grave però è la reazione scomposta e abusiva che ne deriva innanzi al diritto di indignazione del Cittadino, anche se lo fa per quelle che possono apparire come piccole cose, ma che poi tanto piccole non lo sono perché denotano scarso senso di civiltà e gettano discredito sull'uniforme che si indossa per un servizio alla società.
E' come aver perso il significato e l'ideale che dovrebbe essere impresso nel cuore di ogni rappresentante delle istituzioni e che dovrebbe trasparire dall'uniforme, dal tesserino, dalla placca che si esibisce e anche dalla fermezza quando è necessaria, ma che non deve mai trascenderei in gratuita violenza ed abuso.
Il rispetto di questi principi e ideali, che sicuramente fanno parte del dna della maggior parte dei Carabinieri, sono molto importanti e se non li si rispettano e si onorano nelle piccole cose di tutti i giorni, come cosa si può pensare di quelle più grandi e impegnative.
Noi del MLNV sappiamo molto bene fin dove si spinge il sistema italiano quanto ad abusi e prevaricazioni e non certo per una sosta in contromano o sulle striscie pedonali e per una pausa caffè… ben conosciamo il significato delle ritorsioni, delle perquisizioni abusive, dei sequestri di persona, dei furti e rapine subite da parte della polizia italiana (digos della questura di Treviso) e da parte della magistratura politicizzata che è disposta a sostenere inchieste farsa e rovinare la vita e la reputazione di persone per bene e oneste, pur di soddisfare la propria bramosia di potere e far si che non venga mai messo in discussione il sistema che alimenta e lo sorregge … perché in effetti, il loro principale problema, è il risveglio della coscienza dei Cittadini.
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
2013.06.04 – IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE DEL POPOLO SICILIANO ALL’ONU
Nella foto Rosa Cassata e Salvo Sparatore del MNLPS a Ginevra.
Mahmoud Darwish
«Abbiamo bisogno della prima fede e del primo fuoco. Abbiamo bisogno della nostra semplicità. Abbiamo bisogno del primo insegnamento della patria: Resistere»
2013.06.03 – AL FISCO ITALIANO NON PIACE “TRIESTE LIBERA” . CHI DISOBBEDISCE IN GALERA.
Si può ben capire quindi che i ladri, gli eversori del diritto internazionale, siano entrati nello stadio di massimo allarme e abbiano interesse a innescare la violenza per coprire le loro malefatte. Come potrebbero altrimenti spiegare che nel loro BOTTINO DI GUERRA hanno incredibilmente inserito le proprietà inalienabili del Porto Internazionale di Trieste e dei suoi Punti Franchi, attribuendole ad amministrazioni della Repubblica Italiana, imponendovi così il pagamento di tasse e concessioni illegali, e tutto sotto lo stretto controllo della Guardia di Finanza insediata con i suoi gruppi operativi proprio all’interno delle aree extra doganali e al di fuori della giurisdizione italiana del Porto di Trieste?
GENOCIDIO DA CONTROLLO ALIMENTARE – IL PIANO DI KISSINGER DEL 1974
Genocidio da controllo del cibo, il piano di Kissinger del 1974 – di Joseph Brewda
Il 10 dicembre 1974 il Consiglio Nazionale della Sicurezza americano, che allora faceva capo a Henry Kissinger, completò uno studio segreto di 200 pagine che titolò “Memorandum 200 per la Sicurezza Nazionale: crescita della popolazione mondiale, cosa comporta per la sicurezza e per gli interessi degli Stati Uniti all’estero” (NSSM 200). Lo studio affermava, falsamente, che la crescita della popolazione nei cosiddetti Paesi Meno Sviluppati (Less Developed Countries, o LDCs) rappresentava una grave minaccia per la sicurezza degli USA. Il presidente Gerald Ford nel novembre del 1975 applicò ufficialmente la NSSM 200 alla sua linea politica, in cui si delineava un piano segreto teso a ridurre la crescita demografica in quei Paesi attraverso il controllo delle nascite e, implicitamente, con guerre e carestie. Nel frattempo Brent Scowcroft aveva rimpiazzato Kissinger come consulente nazionale per la sicurezza (si tratta dello stesso Scowcroft che mantenne quel posto anche durante l’amministrazione Bush), a lui fu affidato l’incarico di attuare quel piano. Al direttore della CIA, George Bush, fu ordinato di appoggiare Scowcroft, e così fu ordinato alle Segreterie di stato, del Tesoro, della Difesa, e dell’Agricoltura. Peraltro, gli argomenti fasulli avanzati da Kissinger non erano originali. Una delle fonti principali era stata la Commissione Reale sulla Popolazione che Re Giorgio VI aveva creato nel 1944 “per considerare quali misure dovessero essere adottate, nell’interesse nazionale, per condizionare l’andamento demografico”. La commissione giudicò che l’Inghilterra sarebbe stata profondamente minacciata dalla crescita demografica nelle sue colonie, siccome “una nazione molto popolosa ha decisamente più vantaggi nella produzione industriale rispetto ad una meno popolata” e metteva in guardia che la combinazione di crescita demografica e industrializzazionedelle colonie “può in effetti risultare decisiva sul prestigio e l’autorevolezza dell’Ovest”, specialmente per quanto riguardava “le forze armate e la sicurezza”.
Le conclusioni della NSSM 200 furono simili, sostenendo come gli Stati Uniti fossero minacciati dalla crescita demografica nelle ex colonie, indicando specificamente 13 “Paesi chiave” in cui gli USA avevano un “interesse politico e strategico speciale”: India, Bangladesh, Pakistan, Indonesia, Thailandia, Filippine, Turchia, Nigeria, Egitto, Etiopia, Messico, Brasile e Colombia. La NSSM 200 asseriva che la crescita demografica di questi Paesi era particolarmente preoccupante perché avrebbe presto contribuito ad incrementare il loro potere politico, economico e militare. La Nigeria, ad esempio: “Già il Paese più popolato del continente, con circa 55 milioni di abitanti nel 1970, la popolazione nigeriana potrebbe arrivare a 135 milioni alla fine del secolo, e tanto basta ad incrementare il ruolo politico e strategico della Nigeria, perlomeno in Africa”. Oppure il Brasile: “La popolazione brasiliana è quella predominante nel continente”. Lo studio metteva in guardia circa “un crescente potere del Brasile in America Latina e sulla scena mondiale nei prossimi 25 anni”.
Cibo come arma
Kissinger sollecitava diverse misure per far fronte a questa presunta minaccia, in particolare l’applicazione del controllo delle nascite, insieme al relativo programma di decrescita demografica, ed avvertiva che: “È probabile che la crescita demografica aumenti notevolmente prima di cominciare a diminuire”, anche mettendo in atto tali misure. Un secondo provvedimento, mirato a certi Stati, era quello di limitare le provviste alimentari nei loro confronti, anche per indurli ad applicare la politica di controllo delle nascite: “Abbiamo già avuto precedenti che hanno tenuto conto della pianificazione famigliare nella valutazione delle richieste di assistenza all’AID (Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale) e ai gruppi consultivi. Siccome la crescita demografica è la ragione principale della richiesta di cibo, assegnando scarse risorse tratte dalla PL480 (conosciuta anche come Food for Peace, Cibo in cambio della Pace), si scoprirebbe quali misure uno Stato prende per il controllo delle nascite, come pure quanto cibo produce. Per la sensibilità di tale approccio è importante che il modo e la sostanza di questi provvedimenti non appaiano coercitivi”.
“Forse avremo bisogno di programmi obbligatori, e questa possibilità dovrebbe essere considerata ora”, continua il documento, aggiungendo “può il cibo essere considerato uno strumento del potere nazionale?… Gli Stati Uniti sono preparati ad accettare unrazionamento del cibo per aiutare gente che non può o non vuole controllare la crescita della propria popolazione?”. Kissinger prevedeva un ritorno alla carestia, che avrebbe reso superfluo l’uso esclusivo del controllo delle nascite. “Un incremento rapido della popolazione e un’insufficiente produzione di cibo nei Paesi in via di sviluppo, associato al brusco deperimento, verificatosi nel 1972 e 1973, della situazione globale correlata, hanno sollevato forti preoccupazioni circa la capacità del mondo dicibarsi adeguatamente per il resto del secolo e oltre”, asserì.
Tuttavia la scarsità di cibo non è un fatto naturale, ma il diretto risultato della politica finanziaria dell’Occidente: “Investire capitali per irrigazione ed infrastrutture e l’organizzazione necessaria ad un continuo aumento della produzione agricola potrebbero essere al di là delle reali possibilità di molti tra i Paesi del Terzo Mondo. Per alcune aree sotto forte pressione demografica ci sono poche o nulle prospettive che gli introiti derivanti dal commercio con l’estero possano sopperire alla costante domanda d importazione di cibo. È dubbio che – continuava un compiaciuto Kissinger – i Paesi che offrono aiuti siano preparati a sopperire a lungo termine alla quantità massiccia di cibo richiesta”. Di conseguenza, “una carestia su larga scala come non succedeva da decenni,del tipo che si pensava ormai eliminata per sempre” era prevedibile, un periodo di fame che effettivamente si è riproposto.
Titolo originale:”Kissinger’s 1974 plan for food control genocide”
2013.05.25 – 24 MAGGIO 1915 LA TRAGEDIA DEL POPOLO TRENTINO
TRIESTE LIBERA
Mentre le attuali amministrazioni operano in uno status di illegalità locale e internazionale, il Trattato di Pace con l'Italia, firmato a Parigi nel 1947 e assolutamente in vigore, viene completamente ignorato.
e rivendichiamo il nostro diritto a vivere in una condizione di benessere individuale e collettivo.
Il Territorio Libero di Trieste è, per definizione, multiculturale, multilingue e intimamente mitteleuropeo.
Noi favoriamo il processo di internazionalizzazione del tessuto del Territorio:
vogliamo fare parte di una popolazione aperta a lingue e culture, in grado di trovare ispirazione nella lunga fase di sviluppo come emporio del Centro Europa.
Il Porto Libero di Trieste, motore principale dell'economia, non può decollare o sostenere investimenti reali, senza che venga prima ristabilito uno status di legalità.
Una volta rianimato il cuore pulsante del Territorio, intendiamo agevolare processi avanzati di innovazione nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione industriale di qualità.
Vanno sostenuti la lavorazione e l'uso dell'alta tecnologia, anche al fine di diminuire l'impatto sull'ambiente.
Il Territorio è stato infatti stravolto da un fortissimo inquinamento di natura dolosa, che è potuto avvenire solamente grazie alla complicità di tutte le amministrazioni che si sono succedute nei decenni passati.
Siamo inoltre coscienti di come uno stato in fallimento — il cui debito non appartiene per legge ai triestini! – non possa essere in grado di far fronte alle priorità reali del Territorio, come trovare la soluzione ad un insostenibile regime fiscale.
Mentre l'Europa si interroga sulle condizioni di profonda crisi in cui versa, il movimento punta a migliorare drasticamente la qualità della vita nel Territorio, garantendo la piena applicazione dei Diritti umani, collettivi ed individuali che appartengono ad ognuno di noi.
Il movimento Trieste Libera rappresenta gli interessi fondamentali della stragrande maggioranza del popolo del Territorio, e ne rivendica le specificità politiche, legislative, economiche e fiscali determinate dal Trattato di Pace.
Per tutte queste ragioni, il raggiungimento di uno status di legalità è il nostro obiettivo principale.
Noi, il popolo, chiediamo pertanto la piena e completa finalizzazione del Territorio Libero di Trieste.
2013.05.16 – E IL PRESIDENTE ITALIANO CHIEDE L’INTERVENTO DELLA POLIZIA PER LA “TROPPA LIBERTA'” SUL WEB… DA CHE PULPITO ARRIVA LA PREDICA.
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Illustre Presidente, chi pagava e chi prendeva tangenti, non andava candidato, non andava giustificato, non andava elogiato; ma andava semplicemente isolato, punito e CONDANNATO.
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Illustre Presidente, i corrotti, i collusi ed i mafiosi, non andavano candidati, non andavano giustificati, non andavano elogiati: ma andava semplicemente isolati, puniti e CONDANNATI.
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Illustre Presidente, chi usava i nostri soldi per farsi rimborsare massaggi, escort, iPhone, iPad, iPod, profumi, matrimoni, pranzi, cene, nutella e carta igienica; non andava candidato, non andava giustificato, non andava elogiato: ma andava semplicemente isolato, punito e CONDANNATO.
Illustre Presidente, quando sbattete in faccia al popolo stremato e in recessione tutti i vostri privilegi e gli sprechi pubblici, quando chiedete tasse e sacrifici per finanziare le banche estere, quando spolpate fino all’osso il popolo mentre voi ve la godete tra auto blu, escort, benefits e pensioni milionarie… beh questo non è un vero e proprio insulto a tutti noi comuni cittadini?Illustre Presidente, avrebbe dovuto tirare i pugni sulla scrivania, urlando ai suoi Parlamentari, Onorevoli e Senatori; chi DERUBA i soldi nelle casse dello Stato, non é un furbo da imitare o invidiare, ma un CRIMINALE da punire, condannare e detestare; perché deruba i soldi di tutti NOI comuni ed onesti cittadini. Cazzo!
2013.05.15 – FRANA TUNNEL DEL FELBERTAUERN

2013.05.03 – VIAGGIO A VIENNA ALLA CANCELLERIA FEDERALE AUSTRIACA
2013.05.03 – ATTENTATO DAVANTI A PALAZZO CHIGI IN ITALIA… UN FALSE FLAG ALL’ITALIANA???
Nell’era dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. (G. Orwell)
E' la tarda mattinata del 28 aprile 2013: le televisioni nazionali stanno trasmettendo la diretta del giuramento per opera dei ministri del nuovo governo del Presidente.
Sono le 11:40 e RAI News 24 trasmette le confuse e traballanti immagini di un attentatore sconosciuto che apre il fuoco contro i Carabinieri di servizio in Piazza Colonna, a Roma.
Le stranezze, però, aumentano, giacché dei due feriti meno gravi non si vede alcuna traccia sulla scena, mentre lo sconosciuto è già a terra, ai piedi del blindato dei Carabinieri, oltre le barriere di protezione.
L'inviata di RAI News 24, con tono da attrice poco convincente, descrive al direttore del TG, una scena "terrificante" che non corrisponde assolutamente a quanto evidenziano le poche riprese trasmesse nella… diretta.
Lo scopo desiderato è presto ottenuto ed immediatamente il Governo appena insediatosi, ripristina la scorta a chi non l'aveva e rafforza quella dei politici che già ne avevano diritto.
Analizzando il filmato di RAI News 24 ci si avvede che alcuni fotogrammi sono stati sottoposti a manipolazione.
Abbiamo accennato alla post-produzione…
Inoltre un nostro testimone, esperto di armi, presente casualmente durante il parapiglia, non solo conferma che potevano essere le 11:30 circa, ma ricorda che le deflagrazioni degli spari esplosi apparivano essere originati da cartucce a salve!
E' interessante notare che, il video in questione, riproposto sul canale You-Tube della testata "Il fatto quotidiano", è stato subito rimosso, pochi minuti dopo la nostra segnalazione, su Face book, di dette anomalie.
Un secondo filmato, proposto sempre da RAI News 24 e realizzato qualche minuto dopo, in prossimità del militare a terra, colpito al collo, contiene una serie di tracce audio sovrapposte.
Che cosa intende dire quel personaggio che esclama: "Che stamo a scherza’?"
Quindi, riepilogando, abbiamo due filmati trasmessi come "diretta TV" che, invece, non lo sono.
Questo aspetto chiarisce, senza ombra di dubbio, che il false flag all'italiana è stato messo in atto con la piena complicità dei principali networks italiani, come accadde con l'inganno del 9 11, allorquando le poche sequenze in grafica 3D, realizzate per mostrare il secondo aereo che si schiantava sulla torre Sud (secondo la versione ufficiale), furono distribuite, con qualche modifica, a tutti i canali televisivi statunitensi e nel mondo e ritrasmesse come fatto reale.
Proseguiamo.
Oltretutto, si nota benissimo che i video disponibili sui fatti di Piazza Colonna sono almeno sei o sette!
Osserviamo le chiare incongruenze presenti negli scatti pubblicati in Rete e sui media nazionali.
Stando alla versione ufficiale l'attentatore, Luigi Preiti, ha sparato al Carabiniere Giuseppe Giangrande da distanza ravvicinata (meno di mezzo metro), puntando l'arma alla testa del multare, mentre questo si trovava in piedi di fronte a lui in prossimità della garitta. In tale frangente le anomalie sono tante, ma ne elenchiamo solo alcune.
a) L'agente ferito al collo, sul lato sinistro, è stato colpito mentre era in piedi, di conseguenza la linea di sangue sarebbe dovuta colare verso il petto.
b) Nelle sequenze trasmesse da RAI News 24 si intravvede chiaramente il volto di Giangrande, senza sangue, mentre a fianco della sua mano destra si scorge un cilindro, dal quale scorre un liquido rosso.
c) Normalmente in una ferita al collo il sangue schizza copiosamente, ma non si vedono tracce di sangue sulla divisa né sotto al mento ed intorno al collo del Giangrande.
d) Non ci sono tracce di polvere da sparo, tipiche delle ferite subìte da distanza ravvicinata ed inoltre il foro di entrata è minuscolo ed incompatibile con quello procurato da un calibro 7,65 da distanza ravvicinata.
e) Il militare a terra si trova a circa dieci metri di distanza dalla posizione in cui si trovava, secondo la versione ufficiale, quando è stato colpito dal Preiti.
f) Il bollettino medico diramato dai chirurghi che avrebbero operato d'urgenza il Giangrande menziona un proiettile che, entrando dal lato sx del collo, si è poi conficcato nella scapola, passando attraverso la colonna vertebrale.
g) I medici descrivono difficoltà respiratorie, ma il militare a terra, a giudicare dalle foto e dalle seppur confuse riprese video, non appare boccheggiante e non gli è stata procurata, dai soccorritori, alcuna tracheotomia per aiutarlo a respirare.
h) A proposito delle ambulanze, non si comprende da dove provenissero le sirene presenti nell'audio del servizio RAI, se, come dichiarato, i primi soccorsi sono giunti diversi minuti dopo.
Tra l'altro tutti gli agenti intorno al Giangrande sembrano più voler oscurare la vista a cameramen e fotografi non autorizzati a riprendere la fiction, piuttosto che agire per soccorrere il loro collega. In effetti in nessun fotogramma si scorge un paramedico intorno al Carabiniere apparentemente ferito e disteso a terra.
Inoltre… dove sono il militare ferito ad una gamba e la donna incinta?
Occupiamoci ora dell'attentatore.
Passiamo in rassegna alcuni punti degni di nota.
1) L'attentatore "squilibrato" presenta capelli corti semi rasati: è il classico taglio delle forze dell'ordine o dei militari.
2) Il completo che indossa il Preiti è identico a quelli usati dagli addetti alla sicurezza delle sedi istituzionali.
3) Dalle sequenze di RAINews 24, l’uomo si intravede già dai primi momenti dietro le transenne ed in pochi istanti appare placcato ed atterrato.
4) La pistola ed il caricatore dell'attentatore sono state posate a terra con precisione (si veda la foto del quotidiano “La Repubblica”), nonostante nessuno potesse toccare l'arma prima dell'arrivo della polizia scientifica e l'attentatore, lasciandole cadere a terra, non avrebbe mai potuto allineare pistola e caricatore cosi vicini tra loro.
5) Il Preiti, immortalato nelle fotografie, mentre esce dalla questura, pur essendo stato ferito al capo durante la colluttazione con gli agenti, non ha alcuna ferita né tumefazione né cerotto o benda sulla testa.
6) Il giallo della punta di trapano che il Preiti aveva in una borsa.
7) Poco chiara è anche la ricostruzione degli spostamenti del Preiti.
8) Quando viene fermato dopo la sparatoria, il Preiti ha con sé una borsa.
9) I vestiti.
10) Sempre dalle sequenze RAI si scorge il Giangrande distendersi a terra, (più che stramazzare) a dieci metri dal blindato dei Carabinieri, dietro le transenne e distante almeno sette metri dal punto dove, secondo la versione ufficiale, sarebbe stato colpito dal Preiti.
Riassumendo, dal momento dell'unico sparo udito nelle riprese RAI, si vedono due o tre militari chinarsi con calma a terra, di fronte al furgone blindato e dietro le barriere, insieme con il presunto attentatore, già a terra.
E' alquanto curioso il fatto che la nota enciclopedia Wikipedia, dopo aver, in un primo momento, creato una pagina ad hoc per raccontare la versione del regime, ora abbia sottoposto a blocco quella stessa pagina, rimuovendo inoltre tutto il precedente contenuto e non rendendolo disponibile nemmeno attraverso la cache di Google.
Infine qualche indizio “esoterico”.
L'ex moglie di Luigi Preiti si chiama Ivana Dan.
La giornalista conduttrice al TG2: "Il governo si è appena insediato con pieni poteri di sparatoria".
I tre filmati in esame sono visionabili qui, qui e qui.
Rosario Marcianò – TUTTI I DIRITTI RISERVATI
2013.03.29 – ANONYMUS ABBRACCIA PATRIA MORETTI… E IL SINDACATO DELLA POLIZIA STRANIERA ITALIANA D’OCCUPAZIONE COISP SI VADA A NASCONDERE.
apprendiamo dell'ennesima dimostrazione di viltà alla quale avete dato adito.
Il vostro pseudo-sindacato manifesta solidarietà verso mani colpevoli e sporche di sangue innocente.
Insabbiate la verità, sprezzanti di una madre orfana di un figlio strappatole barbaramente da quattro assassini, rendendovi complici di una sanguinosa mattanza e di un dolore che non può essere sopito.
Infangate i diritti umani incarnando il ruolo di capri espiatori, mentre vi prodigate in azioni violente, repressive e deplorevoli.
L'ombra del sangue di Federico è più viva che mai.
Non dimentichiamo chi è caduto per mano di vili assassini asserviti al potere.
Non dimentichiamo lo strazio delle madri e dei padri che chiedono giustizia e rispetto. Le loro urla e le loro lacrime sono anche le nostre.
E a loro ci stringiamo, con la promessa di utilizzare tutte le armi in nostro possesso per indagare sulle morti impunite, per fare luce laddove lo Stato complice vuole imporre il silenzio.
VITTIME DELLO STATO:
Federico Aldrovandi (2005)
Stefano Cucchi (2009)
Riccardo Rasman (2006)
Giuseppe Uva (2008)
Niki Aprile Gatti (2008)
Carlo Giuliani (2001)
Massimo Casalnuovo (2011)
Gregorio Durante (2011)
Aldo Bianzino (2007)
Gabriele Sandri (2007)
Simone La Penna (2009)
Manuel Eliantonio (2008)
Marcello Lonzi (2003)
Michele Ferrulli (2011)
Dino Budroni (2011)
Carmelo Castro (2009)
Daniele Franceschi (2010)
Giuseppe Casu (2006)
Piero Bruno (1975)
Giovanni Ardizzone (1962)
Rodolfo Boschi (1975)
Luciano Isidro Diaz
Stefano Gugliotta
Luigi Morneghini
Paolo Scaroni
Il sangue sparso per mano di deplorevoli divise è il sangue di tutti.
Che giustizia sia fatta, dunque.
SIC SEMPER TYRANNIS
We are Anonymous
We are Legion
We do not forgive
We do not forget
Expect Us
#Anonymous #ACAB #Humanrights #Italy

























