ATTUALITA
L’ITALIA HA PAURA NOI NO … LETTERA DI UN INDIPENDENTISTA DEL NORD
Se lo Stato italiano, incarcerando gli indipendentisti, si illude di arrestare le idee di libertà che soffiano sempre più insistenti nelle piaghe riarse del suo fallimento storico, ha ancora un volta sbagliato tutto. Non ci sono sbarre abbastanza fini per intrappolare il pensiero che sfugge alla burocrazia ottusa dei suoi carcerieri.
indipendentista piemontese
INTERVISTA A CUORE APERTO A LADY CHIAVEGATO

IL PATRIOTA LUIGI FACCIA: “SONO DI NAZIONALITA’ VENETA – SONO PRIGIONIERO DI GUERRA”.

Che diranno – ora – i magistrati itagliani? "a ben vedere, dai, non trattasi di tanko, e nemmeno di una banale ruspa, ma di una riproduzione di un modellino in cartapesta".
Grande, Luigi. Eccolo qui, dal giornale di Vicenza: VICENZA. ORE 17.15 FACCIA: "SONO DI NAZIONALITA' VENETA".
Flavio Contin non risponde al giudice.
I legali: «Inesistente terrorismo»
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I padovani non hanno parlato dichiarandosi chi prigioniero di guerra, chi venetista, chi niente di tutto ciò e affidandosi invece alla magistratura italiana.
I veronesi hanno invece risposto alle domande del giudice e lo hanno fatto prendendo le distanze dagli “uomini del tank”.
Nel giorno degli interrogatori, fatti alla presenza dei magistrati di Brescia (inchiesta del procuratore capo Tommaso Buonanno), la linea secessionista ha mostrato cedimenti.
O, quanto meno, ha rivelato contrapposte strategie processuali.
“Irriducibile” Luigi Faccia, 60 anni di Agna, il presidente di “Alleanza”, ritenuto dagli inquirenti il capo del movimento. «Come responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica, mi dichiaro prigioniero di guerra», ha detto ieri mattina davanti al giudice di Vicenza Massimo Gerace e agli avvocati difensori Alessandro Zagonel e Andrea Arman.
E, prima ancora, quando gli hanno chiesto le generalità, ha fornito nome, cognome e nazionalità «veneta, non italiana».
Sereno in aula, ha espresso a margine dell’udienza l’intenzione di continuare dal carcere la sua battaglia.
Posizione più morbida per Riccardo Lovato, 46 anni di Padova, investito dell’incarico di “responsabile militare della piazza di Venezia”.
Sentito in carcere dal giudice Domenica Gambardella, l’uomo ha letto un breve comunicato: «Ho espresso le mie idee, ma non ho mai inteso far ricorso alla violenza.
Mi dichiaro venetista.
Non ho mai usato armi in vita mia, non ho nemmeno fatto il servizio militare.
I miei e i nostri volevano essere atti dimostrativi non violenti e non cruenti.
Mi riservo di rendere interrogatorio dopo aver letto gli atti».
La sua difesa, rappresentata dagli avvocati Carlo Covi e Alberto Toniato, ha già depositato ieri istanza al Riesame.
In silenzio è rimasto anche l’altro ideologo di “Alleanza”, ritenuto dagli inquirenti il capo carismatico, Flavio Contin, 72 anni di Casale di Scodosia.
Ai domiciliari, l’ex Serenissimo è arrivato in tribunale alle 9.30, scortato dai carabinieri e non ha risposto alle domande del giudice.
Ma non ha neppure fatto dichiarazioni venetiste.
I difensori, gli avvocati Alessio Morosin e Renzo Fogliata, hanno spiegato il silenzio come una scelta puramente tecnica, con la necessità di leggere prima tutti gli atti. «C’è una sproporzione tra gli elementi di prova e i provvedimenti cautelari», hanno però commentato all’uscita dall’aula.
E hanno sottolineato il fatto che questa volta è stato contestato il pesantissimo reato di terrorismo mentre nel ’97, quando ci fu la presa del campanile, l’accusa era “solo” quella di eversione.
I legali hanno escluso l’esistenza del “secondo livello” contestato agli indagati: «Nello Statuto del movimento si fa riferimento a una struttura federale».
Ha invece parlato, per oltre un’ora, Lucio Chiavegato, 49 anni di Bovolone, leader di Life e dei Forconi, accusato di essere un finanziatore del movimento, interrogato in carcere a Verona.
Lo ha fatto, assistito dall’avvocato Luca Pavanetto, dopo essersi dichiarato “prigioniero politico delle carceri italiane” e dopo aver annunciato la continuazione dello sciopero della fame: «Continuerò la mia battaglia con metodo non violento, fino a diventare una vittima, il primo martire del’indipendentismo», ha affermato richiamandosi a Bobby Sands, l’attivista nordirilandese morto in cella.
Chiavegato ha voluto parlare proprio per marcare la sua distanza rispetto ai secessionisti: «Non avevo più rapporti con loro da un anno e mezzo», ha spiegato al giudice, «ho partecipato a una loro riunione per mezz’ora, poi più nulla.
Io voglio l’indipendenza del Veneto, ma per via politica».
Hanno parlato anche gli altri veronesi.
Tiziano Lanza ha chiarito che la frase relativa all’approvvigionamento di «beghette» (ovvero pistole) sul mercato clandestino in Albania si riferiva ad armi con finalità sceniche, non armi vere.
E oggi tocca a Franco Rocchetta.
2014.04.06 – LA GUERRA DEL VENETO
Alessio Lasta torna in Veneto dopo gli arresti a diversi indipendentisti.
VENETO: ROCCHETTA ARRESTATO PERCHÉ “CARISMATICO”. E DA QUANDO E’ REATO?
Veneto: Rocchetta arrestato perchè “carismatico”. E da quando è reato?
CRONACA, NEWSsabato, 5, aprile, 2014
5 apr – – Dall’inchiesta della Procura di Brescia che ha portato all’arresto di 24 secessionisti veneti e lombardi emerge un ruolo di ”ideologo e formatore culturale politico” dell’ex parlamentare leghista Franco Rocchetta, tra i fondatori della Liga Veneta.
Sulla scorta di alcune intercettazioni ambientali, effettuate dal Ros dei carabinieri, emerge che l’ex parlamentare avrebbe tenuto lezioni ”finalizzate a formare coloro che subito dopo l’azione insurrezionale dovranno instaurare i contatti con gli altri stati”.
”Nonostante la formale assenza di cariche nel governo Serenissimo – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – la continuita’ dell’apporto causale allo sviluppo dell’attivita’ dell’associazione consente di formulare un giudizio di intraneita’ al sodalizio, pur dovendosi escludere un ruolo diretto nella fase costitutiva, e una posizione direttiva o organizzativa”. Dalle intercettazioni emerge ”la piena adesione al progetto del sodalizio e il ruolo carismatico di ideologo e formatore”.
Quindi, il giudice che ha firmato il mandato di cattura per Franco Rocchetta lo arresta perchè Rocchetta ha professato le proprie idee indipendentiste a un gruppo di persone che liberamente lo ascoltavano e le condividevano. Questo sarebbe il “reato”. E se questo è il reato, lo stesso giudice si prepari a far arrestare da uno a due milioni di cittadini veneti che hanno le stesse, identiche idee di Rocchetta.
Ma sull’arresto dell’intellettuale e studioso di venetismo Franco Rocchetta, è intervenuto anche Massimo Cacciari che ha ha dichiarato a QN – Quotidiano Nazionale: “L’ex sottosegretario agli Esteri Franco Rocchetta, tra gli arrestati, e’ pacificissimo ed una brava persona. Certo, a volte capita che la gente dia i numeri. Un conto e’ ragionare, come lui ha sempre fatto, sui temi del regionalismo veneto. Un altro e’ questoCarnevale da neurodeliri. Non e’ politica questa, io derubricherei il tutto alla cronaca psichiatrica. Però il Veneto: e’ una delle regioni che sta pagando piu’ delle altre la crisi. E si ritrova di fronte a un Paese immobile in cui si predica da anni il federalismo, ma in cui non succede nulla e dove le autonomie locali sono l’ultima ruota del carro”.
il Nord – Redazione Milano
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APPELLO – INVITO DI FRANCESCO VALDEGAMBERI
APPELLO/INVITO
Possibile che tra tutti i VERI indipendentisti non si riesca per una volta ad organizzare una MANIFESTAZIONE UNITARIA vista la gravità della situazione? Invito in modo sincero (se non è già stato fatto) Busato, Morosin, Cantarutti, Guadagnini, Comencini…ma anche Prima il Veneto, Raixe Venete, ecc.. e qualunque altra sigla o movimento che abbia a cuore la nostra gente a concordare INSIEME e UNITI una data per una grande manifestazione corale e condivisa, a difesa della dignità del nostro territorio e delle nostre idee pacifiche e democratiche.
Magari ben organizzata con pubblicità varia e non solo con il passaparola sui social network.
Almeno stavolta cerchiamo di andare tutti insieme, per il bene dei veneti!
(altrimenti lasciamo sempre l’iniziativa alla Lega che la userà per farsi campagna elettorale)
AZZANO CANTARUTTI: “L’IMPIANTO ACCUSATORIO NON STA IN PIEDI”
Per il legale di Erika Pizzo, 26enne veronese, l'azione della magistratura è esagerata
L'avvocato invita i Veneti a continuare a sostenere l'indipendenza

TREVISO – (gp) “L'impianto accusatorio non sta in piedi”. Questo il commento dell'avvocato Luca Azzano Cantarutti in merito all'inchiesta sui “secessionisti veneti”. Parole pronunciate al termine dell'interrogatorio di garanzia in cui ha assistito Erika Pizzo, la 26enne veronese raggiunta dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Brescia. La giovane si è avvalsa della facoltà di non rispondere e, come per le altre 23 persone finite in manette, è accusata di associazione terroristica con finalità di eversione dell'ordine democratico. Anche lei, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto parte del gruppo “Alleanza” che da tempo sarebbe stato impegnato a organizzare azioni di violenza come l'occupazione militare di piazza San Marco così da ottenere il riconoscimento dell'indipendenza del Veneto. Sposata e con due figli piccoli, secondo l'avvocato Cantarutti è impossibile che la 26enne venga considerata una potenziale terrorista, ribadendo che l'azione della magistratura risulterebbe sproporzionata rispetto alla realtà dei fatti contestati.
SECESSIONISTI ARRESTATI – PER TOSI UNA FARSA: “SONO PIÙ PERICOLOSO IO CON 4 FUCILI DA CACCIA”.
Secessionisti veneti arrestati. Tosi: “Una farsa da Repubblica delle banane”
CRONACAvenerdì, 4, aprile, 2014
Verona, secessionisti veneti arrestati. Tosi: “Una farsa, sono più pericoloso io con 4 fucili da caccia”
4 apr – “E’ stata una farsa da Repubblica delle banane. Sono più pericoloso io con i miei quattro fucili da caccia“. Così il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, commenta durante la trasmissione ‘”Effetto Notte – Le notizie in 60 minuti”, su Radio 24, il blitz dei Ros dei carabinieri che ha portato all’arresto di 24 secessionisti veneti, tra cui sette veronesi residenti tra Bovolone e Villafranca e un torinese di Verona.
“A pensarci mi viene da ridere – spiega Tosi -. Poi però pensi che ci sono delle persone arrestate ingiustamente e quindi pensi che viene fatto del male a delle persone e che poi gliene verrà fatto ancora prossimamente in fase giudiziaria. Perché in realtà noi stiamo discutendo se con lo svuota-carceri noi dobbiamo lasciare in libertà dei delinquenti veri e qui mettiamo in atto un’operazione a metà tra Stato di polizia e Repubblica delle banane“. E quando la conduttrice, Roberta Giordano, gli chiede se intenda candidarsi alle Europee, Tosi risponde: “E’ un’ipotesi molto probabile. ma solo per portare voti alla Lega Nord e al mio movimento, la Liga Veneta, poiché non intendo lasciare il mio ruolo di sindaco”.
.veronasera.it
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LE SANZIONI OCCIDENTALI SEMBRANO NON ALLARMARE I DIPLOMATICI RUSSI … E CI MANCHEREBBE (DICIAMO NOI).
Ambasciatori russi prendono in giro la UE: annetteremo Venezia, Scozia e Alaska
EUROPA UE, NEWSvenerdì, 4, aprile, 2014
4 APR – Dopo la Crimea, prendiamoci “la Catalogna e Venezia, ma anche la Scozia e l’Alaska”. Se lo sarebbero detto, a mo’ di scherzo, due ambasciatori russi in una presunta conversazione finita su youtube.
Una conversazione ridanciana di 5 minuti che non sembra dare il segno di un grande allarme fra i ranghi della diplomazia russa di fronte alle sanzioni occidentali. “Abbiamo la Crimea, ma non e’ finita qui. In futuro ci prenderemo la Catalogna e Venezia, e poi Scozia e Alaska”, motteggiano i due.
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IN SARDEGNA – SIT IN DI SOLIDARIETA’ PER GLI INDIPENDENTISTI ARRESTATI
http://www.cagliaripad.it
Servizio di Simone Spiga
SECESSIONISTI VENETI, IL LEADER LUIGI FACCIA NON RISPONDE AL GIP “SONO PRIGIONIERO DI GUERRA”.
Vicenza, 4 aprile 2014
Il leader dei secessionisti veneti arrestati nell’operazione dei Ros, Luigi Faccia, non ha risposto al Gip che oggi lo ha sentito in carcere a Vicenza per l’interrogatorio di garanzia.
“Sono un prigioniero di guerra” ha detto l’ex Serenissimo – come hanno riferito i suoi legali – dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere.
Durante il confronto con il Gip nel carcere di Vicenza, Luigi Faccia ha voluto leggere al giudice una sua breve dichiarazione.
“Come responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica, mi dichiaro prigioniero di guerra”.
L'uomo, seguito dai legali Alessandro Zagonel e Andrea Arman, avrebbe avuto una piccola schermaglia con il giudice e la cancelliera anche al momento delle generalità, quando Faccia, alla domanda sulla propria nazionalità, ha risposto: “veneta”.
Anche Flavio Contin si è avvalso della facoltà di non rispondere al Gip di Padova. L’ex ‘Serenissimo’, ai domiciliari dopo l'arresto nell’ambito dell’inchiesta dei Ros sui secessionisti veneti.
L'ultrasettantenne è accusato tra l’altro di aver costruito e detenuto in un magazzino nel suo paese, a Casale di Scodosia (Padova) il ‘tanko’ artigianale (FOTO), ricavato da un escavatore, che doveva servire per l’assalto a Venezia. L’uomo non ha risposto al giudice, e lo stesso comportamento ha tenuto un altro dei 24 arrestati, Riccardo Lovato, 44 anni, ex ultras del Padova.
L’indipendentista sardo Felice Pani – uno dei 24 arrestati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Brescia sui cosiddetti “secessionisti veneti” – sarà sentito domani per l’interrogatorio di garanzia.
Pani (difeso dall’avvocato Riccardo Floris) è rinchiuso nel carcere cagliaritano di Buoncammino.
L’indagine bresciana sugli scissionisti – che ha coinvolto 51 persone – è arrivata fino in Sardegna dove è anche stato indagato Salvatore “Doddore” Meloni – indipendentista di Terralba (Oristano) – autoproclamatosi nel 2008 presidente della Repubblica di Maluentu (l’isola di fronte alle coste dell’Oristanese), della quale Pani era stato nominato ministro dell’Agricoltura.
Doddore: “Il movimento Maluentu non è mai citato nelle intercettazioni e con i veneti non parlavo da più di un anno”.
Ha respinto tutte le accuse Salvatore “Doddore” Meloni, l’indipendentista sardo. Questa mattina Meloni, in una conferenza stampa convocata a Cagliari, ha lasciato chiaramente intendere di essere vittima di una persecuzione politica.
SACCONI:
LIBERATELI – “Liberateli subito!
Appello per la liberazione dei secessionisti veneti.
Perché la stupidità non è ragione sufficiente per la carcerazione preventiva”.
Lo dichiara Maurizio Sacconi, presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra.
Massimo Cacciari, Gianfranco Bettin e Beppe Caccia chiedono la liberazione di Franco Rocchetta, l’ideologo venetista arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui secessionisti della Procura di Brescia.
“Conosciamo personalmente Franco Rocchetta da almeno vent’anni – scrivono l’ex sindaco e i due consiglieri comunali di Venezia –
E’ stato uno dei primi ad affrontare, in Veneto e a partire dal Veneto, la questione delle autonomie e del federalismo.
In tutte le occasioni in cui ci siamo confrontati con lui, la sua idea di indipendenza era tutt’uno con una prospettiva europea e con un riconoscimento dei diritti di cittadinanza fondato sullo ius soli e sulla residenza”.
“E’ quanto di più lontano possa esserci – proseguono – da ‘secessionismi’ e politiche di esclusione e chiusura razzista.
Con lui abbiamo condiviso iniziative nei Balcani per il dialogo interculturale e interreligioso, in termini di assoluta contrarietà alla barbarie della guerra e della ‘pulizia etnica’”.
“Per come l’abbiamo conosciuto, ci sentiamo di escludere il suo coinvolgimento in attività ‘terroristiche o eversive’ – concludono Cacciari, Bettin e Caccia – e auspichiamo possa tornare al piu’ presto libero per difendersi dalle gravi accuse che gli vengono imputate”.
FACCIA “SONO DI NAZIONALITÀ VENETA – IO PRIGIONIERO DI GUERRA”
VICENZA. ORE 17.15 FACCIA: "SONO DI NAZIONALITA' VENETA".
Durante il confronto con il Gip nel carcere di Vicenza, in cui si è avvalso della facoltà di non rispondere, Luigi Faccia, ha voluto leggere al giudice una sua breve dichiarazione.
«Come responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica – ha detto -, mi dichiaro prigioniero di guerra».
Lo hanno riferito i difensori dell’uomo, gli avvocati Alessandro Zagonel e Andrea Arman.
Piccola schermaglia con il giudice e la cancelliera anche al momento delle generalità, quando Faccia, alla domanda sulla propria nazionalità, ha risposto: «veneta».
Luigi Faccia, il leader dei secessionisti veneti arrestati nell’operazione dei Ros, non ha risposto al Gip che oggi lo ha sentito in carcere a Vicenza per l’interrogatorio di garanzia. «Sono un prigioniero di guerra» ha detto l’ex Serenissimo – si è appreso dai suoi legali – dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere. (…)
CHIAVEGATO NON MOLLA E SI DICHIARA PRIGIONIERO POLITICO E INIZIA LO SCIOPERO DELLA FAME
CHIAVEGATO NON MOLLA! SI E’ DICHIARATO PRIGIONIERO POLITICO ED HA INIZIATO LO SCIOPERO DELLA FAME AD OLTRANZA.
CHIEDONO DI DIVULGARE IL MESSAGGIO IL PIU’ POSSIBILE
PER MASSIMO CACCIARI … “GLI INDIPENDENTISTI SONO MALATI DI MENTE”
Secessionisti veneti, Massimo Cacciari: "Sintomi che la situazione sta esplodendo. Andrà sempre peggio"

“Gli indipendentisti sono malati di mente.
Ma sono il sintomo di una situazione che esploderà presto in maniera drammatica.
E non per colpa dei secessionisti”.
Massimo Cacciari, veneziano, ricorda naturalmente benissimo quel 9 maggio del 1997 quando un gruppetto di Serenissimi provò a conquistare il campanile di San Marco.
All’epoca era sindaco, e già conosceva il fondatore della Liga Veneta, l’ex parlamentare Franco Rocchetta arrestato questa mattina con l’accusa di terrorismo: “Mi pare incredibile che stesse pensando di usare le armi per proclamare l’indipendenza del Veneto”.
Sul resto dell’inchiesta il filosofo non vuole esprimersi: “Ci penserà la magistratura”.
E’ invece durissimo il suo giudizio politico: “Andrà sempre peggio”.
Con una frecciata a Matteo Renzi: “Riforme soltanto annunciate mentre il ceto medio sprofonda”.
Professor Cacciari, la procura di Brescia avverte che un movimento secessionista stava progettando una insurrezione armata a piazza San Marco, con l’uso di carri armati artigianali e una folta rete di simpatizzanti pronti a combattere. Cosa sta succedendo?
Non conosco i dettagli dell’inchiesta ma è naturale dire che se qualcuno pensa di combattere per l’indipendenza regionale facendo terrorismo allora è un pazzo oppure siamo a Carnevale. L’unico che conosco tra gli arrestati è Franco Rocchetta e mi pare incredibile che stesse pensando di usare le armi per proclamare l’indipendenza del Veneto. Gli altri non li conosco, compreso Lucio Chiavegato (l’ex leader dei Forconi arrestato questa mattina, ndr), è una questione che riguarderà la magistratura.
Due degli arrestati facevano parte del commando dei Serenissimi. Non pensa che questo ritorno dell’indipendentismo sia collegato con l’estrema debolezza politica della Lega Nord?
La Lega Nord non c’entrava allora, così come non c’entra oggi. All'epoca cavalcò la vicenda, e si appresta a fare la stessa cosa anche in questa occasione. Di indipendentismo veneto parliamo da vent’anni e sinceramente ne avrei piene le tasche. Riemerge ora? Ma riemerge come farsa, in mano a un gruppo di malati mentali.
Dunque è soltanto un problema psichiatrico?
Certo che no! Questi sono i sintomi di una situazione che esploderà presto assumendo ogni volto possibile, e come potrebbe essere altrimenti in un Paese dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 50%, dove esiste l’impossibilità di riforme serie e il ceto medio sta sprofondando? I Paesi non possono essere bloccati in eterno, è normale che la tensione debba trovare uno sbocco ogni volta differente: un giorno sono i forconi, il giorno dopo i secessionisti, è inevitabile che sia così.
Nemmeno Matteo Renzi riuscirà a invertire la rotta?
Se non si faranno riforme succederanno fatti molto gravi. Ma le riforme annunciate in maniera bislacca e non effettuate non sono la cura. L’Italia era malata vent’anni fa, e invece di curarla hanno deciso di aggravare la sua condizione. Ora le sue condizioni sono gravissime e la situazione intollerabile- E la colpa non è della Liga Veneta né di Franco Rocchetta.
C’è un elemento territoriale in questo progetto secessionista?
Naturalmente sì. Da sempre parlo di questione settentrionale ed è esattamente questo. Questa ragione ha conosciuto uno straordinario sviluppo, quasi miracoloso, e in pochi anni sta perdendo quello che aveva accumulato. Il ceto medio di queste zone è disperato, gli operai perdono il lavoro e i commercianti chiudono i negozi. Per loro, che hanno conosciuto il vero benessere, è come cadere dal quinto piano. Questo malessere può prendere derive folli ma non è, ripeto, colpa degli indipendentisti se coloro che tentano di fare un discorso federalista vengono puntualmente presi a calci nel sedere. Per forza di cose poi il sentimento antistatalista e secessionista prende piede.
Tratto da (CLICCA QUI)
SE SEI VENETO, SE SEI STUFO… RIFLETTICI:
Oltre 50 coraggiosi fratelli sono sotto indagine, molti sono stati arrestati, durante la notte, come si fa coi mafiosi.
Il loro unico reato è quello di essere uomini liberi, uomini che non si lamentano delle tasse davanti ad un caffè, che non inveiscono contro i politici e se ne vanno al mare per protesta, che non pestano i piedi davanti al telegiornale che parla di rincari, ma che hanno anche deciso di fare qualcosa.
Quel qualcosa è stato dedicare la loro faccia e il loro tempo per ricordare ai Veneti che sono un Popolo glorioso, un Popolo storicamente evoluto, di gente onesta e lavoratrice, un Popolo delle Partite Iva e del lavoro che spacca la schiena, il Popolo dell’altruismo, che lavora, paga, mantiene.
Il Popolo che non ha mai alzato la testa, che si lamenta e che poi si ritrova in casa la Finanza a farti la multa per uno scontrino, che ti frusta la schiena, come si fa con le bestie da soma, quelle che producono.
C’è sempre bisogno di qualcuno che ci ricordi che valiamo, perché davanti ad un esercito parte sempre una piccola avanguardia.
Lo Stato Italiano, quello delle auto-blu, degli stipendi d’oro, e della casta, si è spaventato per questo fermento Veneto, perché ha visto possibile la libertà di quel Popolo che rappresenta la vacca da mungere, senza il quale non ci sono più sedie di raso rosso, auto con autista, vacanze alle Maldive, e cena di gala a base di pesce.
E guarda caso dopo tutto questo arrivano i ROS dai vari indipendentisti (che vivono del loro lavoro, e dedicano a loro spese il loro tempo per ricordarci di lottare), e nel cuore della notte mettono sotto-sopra le loro case, bloccano i loro conti correnti da miseri artigiani, e decidono di chiuderli in carcere con l’accusa di terrorismo, per atti che vanno contro la Democrazia.
Caro Stato Italiano, mi spiace per i tuoi funzionari che mandi a fare gli esattori e ad arrestarci, ma questo non si chiama terrorismo, si chiama democrazia, quella VERA, si chiama poter decidere di avere la dignità di vivere prima ancora del dovere di essere schiavi.
Prima viene la vita, dopo si pagano le tasse e si china la testa.
E con tutti questi suicidi, che per te fanno solo numero, ti dico che anch’io sono Veneta, anch’io sono orgogliosa, anch’io sono stufa, e mi unirò per combattere con chiunque abbia deciso di metterci la faccia. Se questo mi rende una terrorista, domani mattina viene ed arresta anche me.
Perchè non riuscirai a farci sentire stupidi deridendoci coi vari programmi TV architettati ad hoc, e non riuscirai a spaventarci con la repressione e la galera.
Tutto questo ci sta dicendo solamente che siamo sulla strada giusta, che stiamo facendo paura, e che per la prima volta stiamo rischiando di far mancare l’apporto di denaro a questo Stato fallito e ladro.
Caro Stato Italiano, il terrorista sei tu, non noi…
Noi siamo solo LIBERI di voler essere Indipendenti!
E per tutti coloro che si sono tolti la vita, e per coloro che piuttosto di togliersela hanno deciso di combattere per la libertà, uniamoci sotto un solo grido: Ti co nu, nu con Ti. W San Marco!
Tratto da (CLICCA QUI)
ITALIA: UNO STATO ILLEGITTIMO
L'ITALIA HA UNO STATO ILLEGITTIMO
perché è stata costituita a seguito di azioni terroristiche di bande armate finanziate dal piemonte che hanno invaso, devastato con omicidi e rapine, occupando illegalmente dal 1860 il territorio del REGNO DELLE DUE SICILIE e nel 1866 anche quello della SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA. Chi sostiene questo Stato è complice di ogni suo delitto
Questo Stato illegittimo non può legalmente arrestare i patrioti di questi territori che vogliono la loro legittima indipendenza, se lo fa compie atti di bieco terrorismo che il mondo intero deve respingere e adoperarsi per favorire le legittime aspirazioni del popolo Napoletano, Siciliano e Veneto alla loro libertà.
Tratto da (CLICCA QUI)
IL PREFETTO DE STEFANO: “I SECESSIONISTI VANNO SCHEDATI. DA NORD A SUD”
di REDAZIONE
La repressione passa anche per la schedatura, lo insegna la storia no? “L’Alleanza, l’organizzazione secessionista smantellata dai carabinieri in Veneto, è solo l’ultimo caso, in ordine di tempo. Ma focolai secessionisti rischiano di accendersi da Nord a Sud del Paese, soffiando sulle braci di rivendicazioni sociali. Gruppi e movimenti che hanno come collante la rivendicazione dell’autonomia, cavalcano il disagio portato dalla crisi economica, cercando sponde in altri movimenti di protesta”.
A segnalarne la “minaccia” è l’ex capo dell’Antiterrorismo, già sottosegretario all’Interno ed attuale vice presidente della Fondazione Icsa, prefetto Carlo De Stefano, che all’Adnkronos spiega: “Serve un’analisi dettagliata e una mappa di tutti i movimenti indipendentisti attivi in Europa e anche al di fuori del vecchio Continente.
Le nostre analisi confermano che ci sono spinte secessioniste su cui deve essere tenuta alta l’attenzione”. De Stefano, che nel 1997 si occupò dei Serenissimi, sottolinea: “Queste spinte secessioniste, fortemente ideologiche, possono sfociare nel fanatismo, e quindi mettere a segno azioni pericolose che rasentano l’eversione”. “Nel caso dei ‘nuovi Serenissimì del Veneto -ragiona De Stefano- si tratta di una posizione fortemente ideologica, che non sembra avere però un radicamento forte e storicizzato sul territorio. E’ tuttavia importante raffrontare queste rivendicazioni con altre situazioni simili che si innescano in Europa e potenziare l’attività di prevenzione su fenomeni da monitorare costantemente”.
Tratto da (CLICCA QUI)
ARRESTI DI SECESSIONISTI VENETI. FONTANA: “IL REGIME HA PAURA E METTE IL SILENZIATORE”
Arresti di secessionisti veneti, Fontana: “Il regime ha paura e mette il silenziatore”
CRONACA, NEWSmercoledì, 2, aprile, 2014
ARRESTI DEI SECESSIONISTI, FONTANA: “IL REGIME HA PAURA E METTE IL SILENZIATORE”
L’eurodeputato leghista contro la Procura di Brescia, che ha ordinato i 24 arresti e indaga altre 27 persone: “Indipendenza del Veneto mai così vicina”.
Bruxelles, 2 aprile 2014 – “Il regime ha paura e vuole mettere il silenziatore alla voglia di libertà della gente veneta”.
Questo è il primo commento dell’eurodeputato della Lega Nord Lorenzo Fontana alla notizia dei 24 arresti – ordinati dal gip di Brescia ed eseguiti dai Ros – di un gruppo di secessionisti, che riuniti tra varie sigle avevano l’obiettivo dell’indipendenza del Veneto. Terrorismo ed eversione dell’ordine democratico le accuse mosse dalla procura di Brescia, che sta indagando per gli stessi motivi altre 27 persone.
“Guarda a caso gli arresti sono partiti poche ore dopo l’approvazione, in commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale del Veneto, del progetto di legge 342 che chiede un referendum per l’indipendenza”, ricorda Fontana, che è anche presidente onorario del comitato Veneto Indipendente, che ha l’obiettivo di riunire tutte le sigle indipendentiste proprio per arrivare a una consultazione popolare. “Se la volontà di questo Stato sanguisuga è fermarci, noi acceleriamo. L’indipendenza non è mai stata così vicina”.
Tratto da (CLICCA QUI)
ECCO PERCHÉ LA RUSSIA HA DECISO DI DIRE SÌ ALLA VITA
I “senza Dio” di un tempo varano la costruzione di migliaia di chiese, monasteri e luoghi di culto, difendono la sacralità della famiglia e non si nascondono dietro il "politicamente corretto": si deve fare quello che serve ed è giusto, senza preoccuparsi di strumentalizzazioni.
Questo è l’atteggiamento di chi vuole guidare un popolo, una nazione e, se dovesse servire, essere modello per altri.
Forse il regime sovietico, da cui sono fuori usciti i Russi, può insegnare e dare conferma che ad un passo dal baratro tutti cambiamo.
WSM
Venetia, 31 Marzo 2014
Enrico Pillon, Delegato del MLNV e Provveditore Generale – Segretario di Stato del GVP
Alexey Komov (Congresso mondiale Famiglie): «La svolta “life-friendly” di Mosca?
E pazienza se voi europei non capite»
Siamo arrivati a un centimetro dal suicidio umano e demografico. Adesso vogliamo tornare indietro».
Alexey Komov è l’ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie, la più grande piattaforma internazionale per la difesa della famiglia naturale.
In Italia per un convegno su Russia ed Europa organizzato a Rovereto dalla rivista Notizie Pro Vita, ha accettato di spiegare a Tempi le ragioni della svolta “life-friendly” di Mosca dopo il crollo del comunismo.
In effetti negli anni Novanta, dopo settant’anni di regime, la Russia aveva indici di sviluppo umano da agonia.
Fino alla vigilia della Rivoluzione bolscevica del 1917 il cristianesimo ortodosso era il fulcro della società russa.
Nell’Ottocento l’ideologia marxista, partorita in Occidente, fece breccia nel cuore di alcuni intellettuali e borghesi russi.
Secondo il materialismo comunista la scienza sarebbe riuscita a rendere l’uomo padrone di tutto.
Non c’era più posto per la Chiesa che ricorda la dipendenza da Dio e dalle leggi naturali per la realizzazione dell’uomo e del bene comune.
Perché la Russia ora guarda a queste idee con grande sospetto?
Perché fummo i primi a conoscerle.
Dopo la Rivoluzione d’ottobre fu legalizzato l’aborto, il divorzio, la famiglia come “affare” di Stato.
Sull’orlo del precipizio ci siamo voluti fermare.
Però la svolta “confessionale” di Putin e l’idea di fare della Russia una sorta di baluardo della cristianità non gode di buona stampa in Occidente.
Senta, innanzitutto il governo sta approvando leggi che proteggono l’essere umano, cosa che si dovrebbe pretendere da ogni sovrano.
Poi la valorizzazione del cristianesimo deriva dal fatto che Putin si è accorto che nel degrado assoluto l’unica cosa che ha resistito è stata la Chiesa ortodossa.
La Russia ha provato il dolore di vivere senza Dio, per questo non crede più al comunismo e rigetta l’ateismo.
Non a caso oggi il 77 per cento dei russi dichiara di credere in Dio e il 69 per cento è battezzato.
Negli ultimi vent’anni sono state ricostruite trentamila chiese, seicento monasteri e altre duecento chiese sorgeranno presto a Mosca.
Capisco che l’Occidente non capisca, visto quello che succede da voi.
Però è così, il governo non sta imponendo nulla.
E Putin sta solo prendendo atto del sentimento religioso riemergente nel popolo russo.
In Russia vige ancora un sistema autoritario che ha ben poco di compatibile con la nostra democrazia.
La “vostra” democrazia?
In Occidente siete arrivati al punto di vedervi costretti per legge, e senza che nessuno abbia chiesto il vostro parere, a insegnare ai vostri figli che secondo questa “teoria del gender” non esistono “la mamma” e “il papà”, ma solo genitori A e B, che possono essere anche dello stesso sesso, e che si deve “scegliere” se essere “bambini” o “bambine”.
Però senza discriminazioni, perché tutti devono essere uguali…
Ecco, quando sento queste cose, quando sento che questa sarebbe “democrazia”, ripenso a me bambino.
Ricordo che camminando per strada vedevo gli edifici progettati dalla nostra “grande democrazia socialista”, ed erano tutti brutti, tutti grigi, tutti uguali.
Poi da qualche parte spuntava ancora qualche chiesa, bellissima, e subito sorgeva in me il desiderio di entrarci, di andare a rifugiarmi lì.
Oggi le parti si sono invertite.
Il popolo russo non cede all’ideologia Lgbt perché è molto meno ingenuo di quello europeo.
La gente sa bene come gli intellettuali possono arrivare a imporre ideologie disumane.
È sufficiente legiferare secondo il diritto naturale per cambiare un paese?
Tuttora in Russia c’è una grande crisi demografica.
Vent’anni fa siamo arrivati a quattro milioni di bambini abortiti ogni anno.
Ora siamo scesi a circa due milioni.
La politica da sola non basterà mai.
Ma per fermare l’ingiustizia è necessario vietarla per legge.
E comunque a ridurre i numeri dell’aborto sono stati anche il divieto del governo di pubblicizzarlo, il fatto che le leggi prevedano il finanziamento dei Centri di aiuto alla vita, lo stanziamento di una somma pari a dieci mila euro per il secondo figlio e concessioni demaniali a chi ne ha più di tre.
Per il resto è compito dei cristiani e degli uomini di buona volontà ricostruire il tessuto sociale.
Qual è la situazione della famiglia oggi in Russia?
La situazione sta migliorando, ma ancora la metà dei matrimoni finisce in divorzi. La cultura di massa che passa attraverso la televisione, i film americani, le riviste e i media digitali condizionano le nuove generazioni.
Anche in Russia i media restano i principali educatori…
La Russia rischia sanzioni per le sue leggi “contro la propaganda e il proselitismo gay”.
Non teme il suo isolamento a livello internazionale?
No, perché la maggioranza dei russi la pensa esattamente come Putin.
Il quale non ha nulla da temere perché il nostro paese dispone di un importante deterrente nucleare ed è lo snodo fra l’Europa e l’Asia.
La nostra forza è sotto gli occhi di tutti.
Basti pensare che insieme a papa Francesco siamo riusciti a frenare la guerra in Siria e a bloccare il piano di Obama di bombardare Damasco.
E mi lasci dire che noi russi abbiamo anche un senso messianico della nostra presenza nel mondo.
Messianismo che può essere pericoloso, come quando volevamo esportare ovunque il comunismo, ma che ritorna utile ora che vogliamo ritrovare le nostre radici cristiane.
E degli arresti delle Pussy Riot o degli attivisti di Greenpeace che dice?
Non sono sintomi di un “regime”?
Le persone pensano anche che noi russi non abbiamo l’acqua, che viviamo in povertà e che c’è corruzione ovunque.
Invece in Russia la qualità dei servizi è ottima, la tassazione è al 40 per cento, la popolazione sta mediamente bene, costruiamo molto, importiamo e la materia prima è sfruttata con intelligenza.
C’è libertà di impresa e anche di espressione.
Mentre in Occidente in certi ambienti non potete neppure indossare una croce.
Laura Eduati, L'Huffington Post | Pubblicato: 02/04/2014 18:28 CEST | Aggiornato: 02/04/2014 18:28 CEST