ATTUALITA

ONORE A UN INDIPENDENTISTA… MORTO DODDORE MELONI

La morte di Doddore Meloni è un'indecenza tutta italiana.
L'indegna carcerazione imposta dalle autorità d'occupazione straniere italiane per le sue legittime rivendicazioni lo ha condotto alla morte con lo sciopero della fame.
Onore a uomo giusto, dunque, che ha combattuto fino all'ultimo l'infame e aggressiva presenza dello stato straniero italiano.
Non basta il varo dell'ennesima nuova legge, questa volta sulla tortura, con la quale l'italia tenta di incipriarsi la coscienza perché il supplizio e la sofferenza che impone ai Popoli che opprime e uccide, prima o poi le se ritorcerà contro … è la legge del contrappasso.
Vivrete e mangerete fango.
Vergogna italia.
WSM
Venetia 6 luglio 2017
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.
vedi anche:

IL GOVERNO USA – ECCO PERCHE’ ABBIAMO UCCISO ALDO MORO.

«La decisione di far uccidere Moro non venne presa alla leggera.
Ne discutemmo a lungo, perché a nessuno piace sacrificare delle vite.
Ma Cossiga mantenne ferma la rotta e così arrivammo a una soluzione molto difficile, soprattutto per lui.
Con la sua morte impedimmo a Berlinguer di arrivare al potere e di evitare così la destabilizzazione dell’Italia e dell’Europa».
Così parlò nel 2006 Steve Pieczenik, il consigliere di Stato USA, chiamato al fianco di Francesco Cossiga per risolvere la condizione di crisi, in un’intervista pubblicata in Francia dal giornalista Emmanuel Amara, nel libro Nous avons tué Aldo Moro. 
Ancora prima il 16 marzo del 2001 in una precedente dichiarazione rilasciata a Italy Daily, lo stesso Pieczenik disse che il suo compito per conto del governo di Washington era stato quello 
«
di stabilizzare l’Italia in modo che la Dc non cedesse.
La paura degli americani era che un cedimento della Dc avrebbe portato consenso al Pci, già vicino a ottenere la maggioranza.
In situazioni normali, nonostante le tante crisi di governo, l’Italia era sempre stata saldamente in mano alla Dc.
Ma adesso, con Moro che dava segni di cedimento, la situazione era a rischio.
Venne pertanto presa la decisione di non trattare.
Politicamente non c’era altra scelta.
Questo però significa che Moro sarebbe stato giustiziato.
Il fatto è che lui non era indispensabile ai fini della stabilità dell’Italia».
Queste dichiarazioni di un esponente ufficiale del governo United States of America (assistente del segretario di Stato sotto Kissinger, Vance, Schultz, Baker) di dominio pubblico da tempo, anzi il 9 marzo 2008 sono peraltro state riportate dal quotidiano La Stampa (“Ho manipolato le br per far uccidere Moro”).
E non sono mai state smentite da Cossiga e Andreotti.
Ma allora, come mai la magistratura italiana, ovvero la procura della Repubblica di Roma, non convoca Steve Pieczenik?
Proprio Pieczenik nei primi anni Settanta fu chiamato da Henry Kissinger a lavorare da consulente presso il ministero degli Esteri con l’approvazione di Nixon.
Kissinger aveva minacciato di morte Aldo Moro.
Kissinger ai giorni nostri è stato ricevuto come se niente fosse da Giorgio Napolitano, quello eletto da onorevoli illegittimi, che ha piazzato ben tre governi abusivi, ossia Monti, Letta, Renzi (sentenza della Corte costituzionale numero 1 del gennaio 2014) che il popolo “sovrano” non ha votato.
L’ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana Giovanni Galloni il 5 luglio 2005, in un’intervista nella trasmissione NEXT di Rainews24, disse che poche settimane prima del rapimento, Moro gli confidò, discutendo della difficoltà di trovare i covi delle BR, di essere a conoscenza del fatto che sia i servizi americani che quelli israeliani avevano degli infiltrati nelle BR, ma che gli italiani non erano tenuti al corrente di queste attività che sarebbero potute essere d’aiuto nell’individuare i covi dei brigatisti.
Galloni sostenne anche che vi furono parecchie difficoltà a mettersi in contatto con i servizi statunitensi durante i giorni del rapimento, ma che alcune informazioni potevano tuttavia essere arrivate dagli USA:
«Pecorelli scrisse che il 15 marzo 1978 sarebbe accaduto un fatto molto grave in Italia e si scoprì dopo che Moro doveva essere rapito il giorno prima (…) l’assassinio di Pecorelli potrebbe essere stato determinato dalle cose che il giornalista era in grado di rivelare».
Lo stesso Galloni aveva già effettuato dichiarazioni simili durante un’audizione alla Commissione Stragi il 22 luglio 1998, in cui affermò anche che durante un suo viaggio negli USA del 1976 gli era stato fatto presente che, per motivi strategici (il timore di perdere le basi militari su suolo italiano, che erano la prima linea di difesa in caso di invasione dell’Europa da parte sovietica) gli Stati Uniti erano contrari ad un governo aperto ai comunisti come quello a cui puntava Moro:
«Quindi, l’entrata dei comunisti in Italia nel Governo o nella maggioranza era una questione strategica, di vita o di morte, “life or death” come dissero, per gli Stati Uniti d’America, perché se fossero arrivati i comunisti al Governo in Italia sicuramente loro sarebbero stati cacciati da quelle basi e questo non lo potevano permettere a nessun costo.
Qui si verificavano le divisioni tra colombe e falchi.
I falchi affermavano in modo minaccioso che questo non lo avrebbero mai permesso, costi quel che costi, per cui vedevo dietro questa affermazione colpi di Stato, insurrezioni e cose del genere».
La prigione di Aldo Moro, nel cuore di Roma, ovvero nel quartiere ebraico, ad un soffio da via Caetani dove il 9 maggio 1978 fu ritrovato il corpo senza vita dello statista, era ben nota al governo di allora (Cossiga e Andreotti). Il 16 marzo 1978 la strage di via Fani fu compiuta da uomini dei servizi segreti italiani.
Era presente in loco il colonnello Guglielmi.
Quei cosiddetti brigatisti rossi non sapevano neanche tenere in mano un’arma giocattolo, figuriamoci sparare con armi vere e assassinare due carabinieri e tre poliziotti.
Mai come allora gli apparati di cosiddetta sicurezza italiana unitamente alle forze dell’ordine, mostrarono una così grande inettitudine voluta.
I brigatisti grazie a una trattativa segreta con lo Stato tricolore sono oggi tutti liberi.
Come se la spassano adesso Valerio Morucci (vari ergastoli), Mario Moretti (condannato a 6 ergastoli) e Barbara Balzerani?
A proposito: le carte sulla vicenda Moro, in barba alla legge vigente, sono ancora sottoposte all’impermeabile segreto di Stato, nonostante i proclami propagandistici di Renzi.
Anche per questo siamo una colonia a stelle e strisce, un’Italietta delle banane eterodiretta dall’estero, a sovranità inesistente.
Riferimenti: 
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=ALDO+MORO
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=napolitano
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=kissinger
FONTE: sulatestagiannilannes.blogspot.it
Tratto da (CLICCA QUI)
 
ALDO MORO

LE 7 COSE CHE IL FISCO ITALIANO NON PUO’ PIGNORARE

Passate le consegne da Equitalia all'Agenzia delle Entrate, non sono cambiate le regole della riscossione nei confronti di chi non paga le tasse.
Chi ha quindi cartelle esattoriali in arretrato, ricorda il portale di informazione e consulenza legale 'La legge per tutti', deve fare attenzione, sapendo comunque che ci sono alcune cose che non possono essere pignorate. 

– Capitolo CASA
Il pignoramento immobiliare, che nel privato è consentito per qualsiasi cifra e a discrezione del creditore, nel caso dei debiti erariali invece è soggetto a una serie di limiti:
– non si può ipotecare le casa se il debito del contribuente è inferiore a 20mila euro. In ogni caso, prima dell’ipoteca, è necessario inviare un preavviso almeno 30 giorni prima;
– non si può pignorare la casa se il debito complessivamente accumulato dal contribuente è inferiore a 120mila euro e la somma di tutti gli immobili di sua proprietà è inferiore a 120mila euro. In ogni caso, prima del pignoramento è necessario iscrivere l'ipoteca e, dopo di questa, attendere 6 mesi;
– non si può pignorare la casa se il debitore non possiede (anche per quote) altri immobili oltre a quello in questione e sempre a condizione che questo sia quello di residenza, accatastato a civile abitazione e non di lusso (ossia non A/8 e A/9). Per cui, in questo caso, se anche il contribuente ha un debito superiore a 120mila euro non rischia la casa.
In sintesi, si legge sul portale, una casa non è pignorabile se (alternativamente):
– il debito è inferiore a 120mila euro o la somma degli immobili del debitore non supera 120mila euro;
– la casa è l'unico immobile di proprietà del debitore, purché vi abbia fissato la residenza, non sia di lusso e sia accatastato come civile abitazione.
Se la casa è invece inserita nel fondo patrimoniale, sottolinea 'La legge per tutti', non è al sicuro: "I più recenti sviluppi giurisprudenziali intendono i debiti fiscali come contratti per i bisogni della famiglia e, come tali, sono insensibili allo schermo del fondo patrimoniale". Quindi, "il fisco può pignorare la casa che il debitore abbia conferito nel fondo".

– Capitolo STIPENDIO
Se viene notificato un pignoramento in banca, l'ultimo stipendio o l'ultima pensione accreditata non possono essere pignorati e restano integralmente a disposizione.
Il pignoramento dello stipendio può avvenire presso il datore di lavoro, prima che questi lo eroghi materialmente al dipendente, oppure quando ormai è stato accreditato in banca. In entrambi i casi, però, lo stipendio può essere pignorato fino a massimo un quinto.
Se il pignoramento dello stipendio avviene in banca, non può toccare tutti i risparmi ivi accumulati se sono inferiori a 1.344,21 euro; il pignoramento si estende solo alla parte eccedente tale soglia.

– Capitolo PENSIONE
Come per il pignoramento dello stipendio, anche quello della pensione può avvenire presso l'ente di previdenza, prima che questo lo eroghi al pensionato oppure quando ormai è stato accreditato in banca. Nei due casi, però, la pensione può essere pignorata fino a massimo un quinto.
Se la pensione viene pignorata presso l'ente di previdenza, il quinto pignorabile va calcolato al netto del cosiddetto 'minimo vitale' (o di 'sopravvivenza') che è pari a 1,5 volte l’assegno sociale: 672,10 euro. Questo vuol dire, spiega il sito legale, "dalla mensilità della pensione si detrae prima il minimo vitale e poi si calcola il quinto pignorabile".

– Capitolo BENI DI FAMIGLIA
Alcuni beni non possono essere pignorati. "Il codice li chiama 'beni assolutamente impignorabili' e sono: letti, tavoli da pranzo con le relative sedie, armadi guardaroba, cassettoni, frigorifero, stufe, fornelli di cucina anche se a gas o elettrici, lavatrice, utensili di casa e di cucina insieme ad un mobile idoneo a contenerli" si legge sul portale. Beni che, "in quanto indispensabili al debitore e alle persone della sua famiglia con lui conviventi, non possono essere asportati dall’ufficiale giudiziario, a condizione che non abbiano un significativo pregio artistico o di antiquariato".

– Capitolo AUTO DI LAVORO
Se l'auto serve per lavorare e il contribuente è un imprenditore o un professionista, il fermo auto non può essere disposto.

– Capitolo POLIZZE VITA
Le polizze vita sono assolutamente impignorabili da parte di qualsiasi creditore, non solo dal fisco.

– Capitolo CONTO CORRENTE e CASA COINTESTATI
Tutti i beni cointestati possono essere pignorati ma entro massimo la metà. Se il bene può essere diviso in natura (si pensi a un conto corrente o a una villetta bifamiliare) si procede in tal senso e il fisco sottopone ad esecuzione forzata solo il 50% di proprietà del debitore. Altrimenti, il bene si vende per intero (si pensi a un appartamento e una metà del ricavato viene restituita al contitolare non debitore).

Tratto da (CLICCA QUI)

 

PIGNORAMENTO CONTO CORRENTE: DAL 1° LUGLIO 2017…

Su segnalazione di Filippo Benini.
tratto da: (CLICCA QUI)
Pignoramento
PIGNORAMENTO CONTO CORRENTE: DAL 1° LUGLIO 2017 POSSIBILE SENZA ALCUN PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO.
L’articolo esamina le nuove possibilità attribuite, con decorrenza dal 1° luglio, all’Agenzia delle Entrate Riscossione, il nuovo ente strumentale all’Agenzia delle Entrate che sostituirà Equitalia. Tale ente potrà accedere alle banche dati INPS e potrà pignorare i conti correnti in maniera diretta senza alcuna autorizzazione del giudice. Sono anche analizzati i mezzi di tutela del contribuente.
Si ampliano i poteri del Fisco in materia di controllo delle disponibilità liquide dei contribuenti.
Difatti, dal 1° luglio 2017, l’Agenzia delle Entrate che incorporerà l’attuale Equitalia potrà consultare l’Anagrafe tributaria e procedere al pignoramento dei conti correnti direttamente senza attivare alcuna procedura di autorizzazione.
Ed inoltre potrà consultare le banche dati dell’INPS per acquisire le informazioni relativi ai rapporti di lavoro per pignorare stipendi, indennità ecc.
È questo in sintesi quello che si evince dalla lettura dell’articolo 3 del D. L 193/2016 convertito nella Legge n. 225/2016. Analizziamo nei termini la questione.
Ai sensi dell’art. 1 del Decreto Legge n. 193/2016 citato, con decorrenza dal 1° luglio 2017 scomparirà l’ente di riscossione Equitalia e prenderà il posto di questo un ente strumentale all’Agenzia delle Entrate di carattere pubblico ma economico che sarà sotto il controllo diretto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Tale ente succederà a titolo universale in tutti rapporti giuridici attivi e passivi, nonché in tutti i giudizi processuali in cui è parte Equitalia.
A dire il vero, il citato ente diventerà l’Agente della Riscossione e sarà dotato di tutti i poteri previsti dal D.P.R. n. 602/73.
Difatti, nell’ambito dell’articolo 3 del D.L. 193/2016 che potenzia i poteri dell’Agenzia delle Entrate in materia di acquisizione delle informazioni concernenti i rapporti di lavoro presso le banche dati dell’INPS per poter pignorare gli stipendi, i salari ed altre indennità dei contribuenti, nonché di utilizzare le informazioni derivanti dalla consultazione dell’Anagrafe tributaria anche ai fini della riscossione, vi è un’estensione di tali poteri al nuovo ente Agenzia delle Entrate – Riscossione.
Nella procedura ordinaria, di norma il creditore, al fine di soddisfare il suo credito, nel momento in cui decide di attivare il pignoramento del conto corrente presso un istituto bancario, che rappresenta il terzo, per attivare il c.d. pignoramento presso terzi deve essere autorizzato dal tribunale.
Sostanzialmente, prima deve notificare l’atto esecutivo, ad esempio la sentenza, successivamente deve notificare l’atto di precetto, mediante il quale intima il debitore ad assolvere al pagamento entro il termine di dieci giorni dalla notifica dell’atto.
Trascorsi dieci giorni senza che il debitore paghi, il creditore può notificare l’atto di pignoramento sia al debitore e sia alla banca per un importo uguale a quello risultante dall’atto maggiorato del cinquanta per cento.
Nel momento in cui la banca riceve la notifica dell’atto di pignoramento dovrà:
1. bloccare le somme del conto corrente e lasciarle disponibili fin quando il giudice non si pronuncia;
2. rendere al creditore, la dichiarazione del terzo, mediante la quale comunica che le somme pignorate sono disponibili sul conto corrente.
Nell’atto di pignoramento è indicata inoltre la data dell’udienza; in tale data il giudice, dopo aver appurato quanto detto nella dichiarazione resa dalla banca, disporrà che quest’ultima versi le somme accantonate al creditore.
Il pignoramento delle somme in caso di cartelle esattoriali
Il discorso e la procedura cambiano nel momento in cui a riscuotere i soldi è il Fisco.
In tal caso non è richiesta l’autorizzazione del giudice.
Il procedimento che si applica è quello previsto dall’art. 72-bis del D.P.R.602/1973.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione nel momento in cui notifica la cartella di pagamento, essendo un atto esecutivo equiparabile al precetto, non deve promuovere la citazione in giudizio del terzo e attendere l’udienza ma potrà pignorare il conto corrente, decorsi i 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento.
Nella prassi l’ente di riscossione notifica l’atto di pignoramento in primis all’istituto bancario e dopo al debitore, invitando quest’ultimo a pagare l’importo entro il termine di 60 giorni.
Se il debitore non assolve al pagamento della somma dovuta entro il termine citato, il Fisco richiederà alla banca di versargli l’importo senza attendere alcuna autorizzazione da parte del tribunale.
Come si può notare è un procedimento abbastanza celere che non richiede dei tempi lunghi.
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/12/2/16G00238/sg
Pasquale Chierchia

CURATO “ILLEGALMENTE” IL TUMORE CON L’OLIO DI CANNABIS

Gli hanno dato 18 mesi di vita.
Ecco come ha curato “illegalmente” il suo tumore.
David Hibbitt è un ragazzo inglese cui è stato diagnosticato nel 2012 un cancro al colon in fase 3.
Dopo essere stato sottoposto a chemioterapia, radioterapia e un intervento chirurgico, i medici gli dissero che non ci sarebbe stato più niente da fare..al massimo avrebbe vissuto per altri 18 mesi.
David non si è dato per vinto e ha cominciato a informarsi e studiare sulle possibili “strade alternative”.
La cura che sembrava più adatta al suo caso era quella a base di olio di cannabis, così ha deciso di provarla.
“Sentivo che la chemio mi stava uccidendo, ormai non avevo più niente da perdere.
L’idea di morire senza aver lottato mi faceva impazzire. Si trattava della mia vita, non potevo fermarmi ai dogmi della medicina ufficiale.” racconta David in un’intervista.
Le spese da sostenere per la cura non superavano le 50 sterline al mese, decisamente più basse rispetto a quelle necessarie per la chemioterapia (decine di migliaia di sterline pagate dal sistema sanitario pubblico e quindi dalle tasse dei cittadini).
Dopo neanche un anno il tumore era scomparso, le ultime analisi parlavano chiaro!
David attribuisce la sua guarigione miracolosa all’olio di cannabis:
“Questa cura si è dimostrata infinitamente più efficace e meno devastante della chemioterapia. I dolori sono scomparsi del tutto e la qualità della mia vita è ritornata com’era un tempo.
Voglio che questa mia testimonianza sia d’esempio a tutte quelle persone che non sanno come agire di fronte a questi problemi”.
David è soltanto uno dei tantissimi casi di persone che hanno deciso di curare il tumore con la cannabis.
Come il padre di un bambino di 8 mesi con un tumore al cervello considerato inoperabile (anche in questo caso la cura con l’olio di cannabis si è dimostrata miracolosa).
Il documentario “Weed” (Erbaccia) prodotto dalla CNN mostra numerosi pazienti che fanno uso di marijuana a scopo terapeutico con risultati sorprendenti.
Ronnie Smith sostiene di aver curato più di 300 persone dal cancro (compreso se stesso) utilizzando l’olio di cannabis (marijuana).
Il sig. Smith in California autoproduce il suo olio facendo crescere le piante nei suoi terreni, questo è possibile perché ha la licenza d’uso di marijuana a scopo medico.
Rick Simpson è un’altra persona che ha curato il cancro con la marijuana.
Lui spiega che le grandi aziende farmaceutiche hanno interesse che le straordinarie proprietà curative della marijuana non siano divulgate, perché troppo economica rispetto alle costosissime cure tradizionali da cui traggono enormi profitti.
 
Tratto da (CLICCA QUI)
 

L’IMPOSTO TRICOLORE E’ UN IGNOBILE ATTO DI RAZZISMO ISTITUZIONALE.

L'ostentazione del tricolore italiota appeso quasi ad ogni palo delle nostre strade non fa che aumentare il sentimento anti-italiano.
Per quanto strano possa apparire tutto ciò sta incidendo sfavorevolmente sull'opinione pubblica.
In giro, per la strade e nel locali pubblici, non ho udito una sola parola di compiacimento per tale insolente e grottesca iniziativa.
O non ci si bada o da al voltastomaco.
A quasi due mesi dall'adunata degli alpini italiani, una forza armata dello stato invasore, questi ci impongono il loro tricolore.
Ma badate bene come questo infame vessillo dello stato straniero occupante italiano è issato ben in alto ad ogni palo, lontano da mani che lo strapperebbero volentieri.
I tricolori non sventolano dalle finestre delle abitazioni o dai terrazzi (se non forse di qualche italiano verace) ma sono vergognosamente imposti e issati sui pali pubblici della luce.
Ma con tutti i problemi che ci sono e che lo stato italiano ci sta creando c'è da chiedersi quanti soldi sono stati spesi per ostentare la "strasa italiana".
Vergognatevi alpini… meritate di essere e rimanere italiani, sicuramente non Veneti, perché la Serenissima Patria non potrà mai riconoscere come suoi figli coloro i quali omaggiano la bandiera del nemico.
WSM
Venetia 13 marzo 2017
Sergio Bortotto Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

QUESTA E' LA NOSTRA BANDIERA … NON LO SCORDINO NEPPURE GLI ALPINI!

SEGNALETICA BILINGUE NEL SUD TIROLO … LE RAGIONI DEL SI

17.03.06 Sud Tirolo, Alto Adige; segnaletica bilingueDi tanto in tanto riaffiora la questione della toponomastica bilingue nel Sud Tirolo.
Il caso più recente, di cui hanno riferito molti media italiani, riguarda la cosiddetta “Commissione dei Sei”.
Si tratta di un organo paritetico di esperti – tre nominati dal governo nazionale, tre dalla Provincia di Bolzano – con il compito di esprimersi sulla toponomastica del territorio sud-tirolese, che ora è rigorosamente bilingue: ogni comune, ogni villaggio, ogni fiume, ogni montagna ha un nome tedesco e un nome italiano.
La commissione dovrà indicare quali toponimi dovranno rimanere bilingui e quali invece potranno essere indicati soltanto in tedesco.
La decisione sarà presa nella seduta dell’8 marzo, vale a dire tra due giorni.
Le sue scelte dovranno poi essere esaminate dal consiglio dei ministri, per essere sottoposte infine alla firma del presidente della Repubblica.
Sulla questione di recente avevano preso posizione alcuni docenti di linguistica e accademici della Crusca, chiedendo con una petizione il rispetto del bilinguismo in Sud Tirolo.
Al documento avevano dato la loro adesione un centinaio di università italiane e straniere.
Da ultimo c’è stata una clamorosa presa di posizione nel Senato della Repubblica: 102 senatori (un terzo della seconda Camera) ha firmato la petizione.
Non si esclude che altre adesioni possano venire anche dalla Camera dei deputati, anche se non c’è più molto tempo a disposizione.
Non entriamo nel merito delle motivazioni che stanno alla base della petizione, alcune condivisibili, altre un po’ meno, altre a dir poco balorde. Ognuno deve essere libero di esprimere le proprie opinioni, così come ci sentiamo anche noi liberi di farlo qui ora, spiegando perché – al di là di ogni considerazione di diritto costituzionale e internazionale, di ordine storico e linguistico – ci sembra opportuno mantenere la toponomastica (e la segnaletica) bilingue, com’è attualmente.
Per spiegare il nostro convincimento dobbiamo partire dall’inizio, vale a dire dal 1918, quando a una regione di lingua tedesca, appartenente da secoli all’Austria, venne amputata una parte, il Tirolo del sud, e annessa al Regno d’Italia.
Non vi erano ragioni storiche o nazionali per farlo.
La “quarta guerra” del Risorgimento italiano mirava ad estendere la sovranità alle terre dov’era presente una popolazione di lingua italiana, mentre il Tirolo del Sud era popolato quasi esclusivamente da tedescofoni (90%), con alcune enclave di lingua ladina. Prevalse, dunque, la legge del vincitore.
Negli anni immediatamente successivi, prima ancora che il Fascismo andasse al potere, il Sud Tirolo fu sottoposto a una feroce opera di italianizzazione, che comprendeva tra l’altro la sostituzione della toponomastica originale, in tedesco, con una nuova toponomastica in lingua italiana.
All’operazione diede il suo zelante contributo il geografo Ettore Tolomei, che individuò circa 10.000 toponimi italiani per altrettanti luoghi del Sud Tirolo.
Alcuni di essi preesistevano o avevano una giustificazione storica (per le città più grandi, come Bozen e Meran, esisteva già il corrispondente italiano Bolzano e Merano; lo stesso accadeva per alcune località al confine con le province di Trento e di Belluno), altri invece furono inventati di sana pianta del geografo irredentista.
Lo stesso nome della provincia, Alto Adige, è pura invenzione (era stato usato ai tempi di Napoleone, ma per una differente area geografica).
Si stima che soltanto il 2% dei 10.000 toponimi del prontuario di Tolomei corrispondano alla realtà storica, tutti gli altri sarebbero frutto della sua fantasia.
Per i sud tirolesi di lingua tedesca – cioè per la quasi totalità degli abitanti della provincia del Sud Tirolo – il sopruso linguistico dell’Italia rappresentò una ferita lacerante, che si sarebbe potuta sanare soltanto ripristinando i precedenti toponimi in tedesco e abolendo quelli inventati da Tolomei.
Così non avvenne.
Soltanto dopo la seconda guerra mondiale e dopo gli accordi De Gasperi-Gruber e quelli successivi, che conferirono alla provincia di Bolzano uno statuto speciale di autonomia (va ricordato, in proposito, che non si trattò di un atto di liberalità dell’Italia, ma di una condizione imposta dagli alleati vincitori, che dopo la fine della guerra avevano deciso di lasciare all’Italia il Sud Tirolo, che pure a quel tempo era rivendicato dall’Austria), fu introdotta la toponomastica bilingue, che tutti ben conosciamo.
Da allora, da quando cioè nacque la questione toponomastica, è passato quasi un secolo.
Il Sud Tirolo di oggi non è più il Sud Tirolo di cento anni fa.
Non tanto perché da cento anni è parte dello Stato italiano, quanto perché una quota considerevole dei suoi abitanti è di lingua italiana.
Sono figli e nipoti delle migliaia di italiani che il Fascismo “deportò” nella provincia di Bolzano per favorirne forzatamente l’assimilazione.
Non hanno colpa di quel che accadde nel secolo dei nazionalismi, sono vittime anch’essi di quell’epoca, come lo furono i sud tirolesi doc.
Per lungo tempo le due comunità – quella italiana e quella di lingua tedesca – sono vissute separate, l’una accanto all’altra, come società parallele.
Il buon senso e la convivenza hanno consentito un po’ alla volta  di superare barriere che fino a ieri sembravano invalicabili.
Italiani e tedeschi ora frequentano spesso le stesse scuole, parlano entrambi due lingue, si sposano tra di loro.
Sono diventati italiani “migliori”, perché rispetto ai loro connazionali di altre regioni hanno una visione più aperta del mondo e hanno maturato un’esperienza di convivenza come pochi altri.
Perché allora proprio adesso rimettere in discussione una toponomastica che cento anni fa rappresentava un sopruso, mentre oggi è ormai entrata a far parte del paesaggio sudtirolese?
Perché cancellare nomi di luoghi che, per quanto inventati, sono stati metabolizzati da chi oggi vive nel Sud Tirolo?
Perché applicare un secolo dopo la legge del contrappasso, affliggendo la comunità italiana con un torto simile a quello inflitto alla comunità austriaca un secolo fa?
Lo Statuto di autonomia della Provincia di Bolzano fu adottato a tutela della minoranza di lingua tedesca in Italia, ma nella provincia di Bolzano è la minoranza italiana che ha bisogno di tutela.
Se non altro per essa la toponomastica bilingue deve essere conservata.
Tratto da (CLICCA QUI).
 

CONSIGLI AUSTRIACI … L’italia DEVE BLOCCARE I PROFUGHI SULLE ISOLE

I consigli del ministro Kurz: l’Italia deve bloccare i profughi sulle isole
17.03.07 Confine Macedonia-Grecia, Sebastian Kurz e collega macedone Nikola Poposki“L’Italia deve smetterla con la sua politica delle porte aperte ai migranti.
Deve smetterla di accoglierli, consentendo poi loro di risalire la penisola, per trasferirsi in altri Paesi del centro e del nord Europa.
I profughi vanno fermati già sulle isole dove sbarcano e lì trattenuti, in attesa del loro rimpatrio, coatto o volontario”.
A pronunciare queste parole è il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz, in una lunga intervista al settimanale “Profil”.
Quando nel 2013 assunse l’incarico al governo, nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di lui, considerandolo troppo giovane (ha compiuto 30 anni in agosto) e troppo inesperto.
Kurz, che già all’età di 25 anni era stato nominato sottosegretario per l’integrazione, ha sorpreso invece tutti con il suo dinamismo e con il suo talento anche in politica estera.
È stato lui a chiudere la rotta balcanica dei migranti, riuscendo a mettere d’accordo tutti i Paesi dell’area, per evitare un rimpallo delle responsabilità.
Nell’ultimo anno ha compiuto venti viaggi dalla Slovenia alla Grecia, passando per la Serbia, la Bulgaria e la Macedonia.
Lo ha fatto da ministro degli esteri austriaco e, da gennaio, anche nella veste di presidente di turno dell’Osce.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il flusso di profughi lungo quell’itinerario si è quasi prosciugato.
Certo, è stato determinante l’accordo con la Turchia, ma anche senza l’intervento turco la strategia imposta da Kurz avrebbe retto: le migliaia di profughi che sono riusciti a passare prima che il governo turco chiudesse le porte sono ora fermi a Idomeni o su qualche isola dell’Egeo.
Come fa a dormire la notte il giovane Kurz, con le immagini di quei disperati che premono ai confini della Grecia?
Il ministro austriaco non si scompone.
Fuggivano dalla guerra e dal terrore?
Ebbene, hanno trovato in Grecia un luogo sicuro in cui rifugiarsi, un Paese che attualmente ospita meno profughi dell’Austria.
Chi fugge dal pericolo ha il diritto di essere accolto, ma non può essere lui a decidere dove.
Non è possibile che ognuno scelga di trasferirsi in Austria, in Germania o in Svezia.
Risolto, almeno temporaneamente, il problema Balcani, resta quello dell’Italia.
Che cosa andrebbe fatto su questo fronte?
“L’Italia – riprendiamo le parole del ministro Kurz nell’intervista a “Profil” – deve cambiare la sua politica.
La politica dei confini aperti e del ‘weiterwinken’ (è un neologismo che significa “ammiccare a qualcuno, facendogli cenno di andare avanti”) è sbagliata.
Se qualcuno ce la fa a entrare illegalmente in Italia, viene portato sulla terraferma e si attende finché si fa strada verso il nord.
Lungo la rotta dei Balcani il flusso si è ridotto del 98%, attraverso l’Italia, invece, è aumentato del 20%”.
È immaginabile allora che l’Austria, di propria iniziativa, renda impenetrabili i suoi confini?
“La soluzione ideale – risponde Kurz – sarebbe un’altra: l’Italia deve bloccare i profughi ai confini esterni, già sulle isole; provvedere ad essi con l’aiuto dell’Europa e poi rimandarli indietro o indurli a un rimpatrio volontario”.
E se l’Italia non lo fa?,
chiede il giornalista di “Profil”.
“Se il numero dei profughi aumenta, allora sono necessarie misure nazionali.
Non è soltanto in Austria così, ma in tutti gli Stati del Centro Europa”.
In altre parole, ognuno per sé a vigilare sui propri confini, erigendo muri e reticolati, dal Brennero a Nikelsdorf.
Non sarebbe meglio una soluzione a livello europeo?
“Di questo sono convinto al 100 per cento – risponde Kurz – credo solo che ci vorrà ancora un po’ di tempo e che fino ad allora saranno necessarie misure nazionali”.
Un esempio di soluzione europea che non sta funzionando è la ripartizione tra i diversi Stati dei 160.000 profughi giunti in Italia e in Grecia.
Una quota spetterebbe anche all’Austria, che però non ne vuol sapere.
“Noi – spiega il ministro – in rapporto alla nostra popolazione abbiamo più profughi di tutti gli altri Paesi europei, a eccezione della Svezia.
Se i migranti devono essere ridistribuiti, allora devono andarsene dall’Austria, non esservi inviati”.
“In secondo luogo, il sistema non funziona.
Alcuni Paesi non sono preparati ad accogliere profughi e i profughi non sono pronti a farsi trasferire nella maggior parte dei Paesi.
In Romania sono stati creati alloggi per migliaia di persone, ma sono sempre vuoti, perché non si trova nessun profugo che voglia andare in Romania”.
NELLA FOTO, il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz, a destra, con il collega macedone Nikola Poposki, in occasione di una recente visita al confine tra Macedonia e Grecia.
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IGNORANZA E ARROGANZA … APPUNTO, ALPINI ITALANI!

E' proprio vero che la più grande "arma di distruzione di massa" è l’ignoranza, ma quando ad essa si accompagna l'arroganza del "mona di turno", beh allora gli alpini meritano di essere e rimanere italiani e non Veneti.
"Semo cojoni noialtri" ha annuito qualcuno di loro mentre si accingeva a legare a un palo della luce l'ennesima "strasa tricolore".
Un'altro cencio bianco, rosso e verde … (mi ricorda la strofa canticchiata da bambino … il colore delle tre m….) appeso lungo le nostre strade di comuni non certo amministrati da rossi comunisti, ma italianissimi leghisti.
Italianissimo come il sindaco leghista di Villorba (Tv) Serena (ora commissariato) che autorizza questi alpini, servi del regime straniero italiano, a insozzare per mesi le nostre strade con i tricolori, per autocelebrarsi con la loro adunanza di maggio.
L'infame emblema italiano è furbescamente issato ad ogni angolo e questo perché l'italia non sa proprio più come coinvolgere la cittadinanza con le celebrazioni dei suoi falsi miti, del falso patriottismo, di una invereconda e sfrontata pretesa di ritenerci italiani per forza.
Non basteranno neppure gli alpini a impedirci di spazzare via una volta per tutte questo sciagurato periodo di occupazione italiana.
Un giorno lo ricorderemo e i nostri discendenti lo studieranno a scuola ricordando, quale perenne esortazione, che chi omaggia la bandiera del nemico italiano non potrà mai più calpestare il sacro patrio suolo e sarà additato per sempre come un impostore, un indegno servo dello stato straniero occupante, anche se sul capo porta un cappello d'alpino.
WSM
Venetia, 11 marzo 2017
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

MASSONERIA… NO, GRAZIE!

26.410 e’ il numero dei massoni in Italia.
Popoff ha deciso di pubblicarne la lista, loggia per loggia, regione per regione.
Abbiamo calcolato le maggiori concentrazioni geografiche in Italia (Firenze e la Toscana) e le professioni che contano più iscritti (medici e avvocati).
Qualcosa sta cambiando.
Una fase della nostra Storia sta lasciando spazio ad una guerra in corso tra la massoneria progressista e quella conservatrice.
Uno scontro all’ultimo “sangue” che vede tanti, FORSE TROPPI paesi coinvolti.
I nomi più "illustri" che figurano sono: Napolitano, la Merkel, Obama, Mario Draghi, Renzi ecc.
Angela Merkel, Barack Obama, Giorgio Napolitano, Mario Draghi, perfino Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dell’Isis.
Lo dimostrano documenti riservati custoditi negli archivi delle Ur-Lodges.
E questi appartengono tutti alla loggia chiamata Ur-Lodges.
A raccontare tutto è il Gran Maestro dell’Oriente democratico Gioele Magaldi.
A sua volta, lo stesso Magaldi è stato affiliato per un periodo a una di queste superlogge, la “Thomas Paine”
Magaldi scrive: «Le Ur-Lodges sono entità cosmopolite e sovranazionali che riuniscono gli ottimati della modernità e si contrappongono o si alleano fra di loro, ormai da decenni, in una dialettica a volte tragica e feroce, interpretata dalle correnti più progressiste e da quelle più conservatrici e oligarchiche della libera muratoria planetaria, non senza le tante sfumature di molte zone grigie, composte da moderati che non vorrebbero essere coinvolti in questo drammatico scontro fratricida per il potere globale e locale».
Continua Magaldi «I documenti e le prove originali sono conservati dai loro custodi naturali, cioè i segretari e gli archivisti delle varie Ur-Lodges.
Però il sottoscritto e gli altri fratelli che hanno collaborato alla stesura del libro si sono presi la briga di fotocopiare tutto il materiale esaminato nonché quello, vastissimo, ancora da esaminare, e di depositarlo in più copie presso diversi studi notarili e legali di Parigi, Londra e New York.
In caso di smentite e di contestazioni plateali i documenti saranno resi pubblici con un adeguato risalto mediatico».
 
ECCO LA LISTA:
 
IN ITALIA
  1. Mario Draghi (classe 1947, presidente della Banca centrale europea dal 2011, affiliato alla “Edmund Burke”, alla “Pan-Europa”, alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum”, alla “Three Eyes” e alla “Der Ring”).
  2. Giorgio Napolitano (classe 1925, presidente della Repubblica italiana, affiliato alla “Three Eyes”).
  3. Mario Monti (classe 1943, economista, senatore a vita e presidente del Consiglio italiano dal 2011 al 2013, affiliato in forma più o meno coperta alla United Grand Lodge of England e alla Ur-Lodge “Babel Tower”).
  4. Fabrizio Saccomanni (classe 1942, banchiere, economista, già direttore generale della Banca d’Italia dal 2006 al 2013, dal 2013 al 2014 è stato ministro dell’Economia del governo Letta, affiliato alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum” e alla “Edmund Burke”).
  5. Pier Carlo Padoan (classe 1950, economista, dal 24 febbraio 2014 ministro dell’Economia nel governo Renzi, affiliato, al pari di Massimo D’Alema, alla “Pan-Europa” e alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum”).
  6. Gianfelice Rocca (classe 1948, tra i più importanti imprenditori italiani, presidente di Techint e di Assolombarda, affiliato alla “Three Eyes”).
  7. Domenico Siniscalco (classe 1954, economista, banchiere, già ministro dell’Economia dal 2004 al 2005, affiliato alla “Edmund Burke”).
  8. Giuseppe Recchi (classe 1964, top manager, affiliato alla “Three Eyes”).
  9. Marta Dassù (classe 1955, saggista, già sottosegretaria e viceministra degli Affari esteri, siede attualmente nel cda di Finmeccanica, affiliata alla “Three Eyes”).
  10. Corrado Passera (classe 1954, banchiere, manager, politico, già ministro dello Sviluppo economico dal 2011 al 2013 nel governo Monti, affiliato alla “Atlantis-Aletheia”).
  11. Ignazio Visco (classe 1949, economista, governatore della Banca d’Italia dal 2011, affiliato alla “Edmund Burke”).
  12. Enrico Tommaso Cucchiani (classe 1950, banchiere e top manager, affiliato alla “Three Eyes”).
  13. Alfredo Ambrosetti (classe 1931, economista, fondatore e presidente emerito di The European House-Ambrosetti, affiliano alla “Pan-Europa”).
  14. Carlo Secchi (classe 1944, economista e politico, affiliato alla “Three Eyes”, alla “Pan-Europa” e alla “Babel Tower”).
  15. Emma Marcegaglia (classe 1965, imprenditrice e top manager, affiliata alla “Pan-Europa”).
  16. Matteo Arpe (classe 1964, banchiere e top manager, affiliato alla “Edmund Burke”).
  17. Vittorio Grilli (classe 1957, economista, direttore generale del ministero del Tesoro dal 2005 al 2011 e ministro dell’Economia con il governo Monti, affiliato alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum”).
  18. Giampaolo Di Paola (classe 1944, ammiraglio, ministro della Difesa dal 2011 al 2013 con il governo Monti, affiliato alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum”).
  19. Federica Guidi (classe 1969, imprenditrice, ministro dello Sviluppo economico dal febbraio del 2014, affiliata alla “Three Eyes”).
ALTRI STATI
  1. Angela Merkel (classe 1954, politica, cancelliera tedesca dal 2005, affiliata alla “Golden Eurasia”, alla “Valhalla” e alla “Parsifal”).
  2. Barack Obama (classe 1961, attuale presidente degli Stati Uniti, affiliato alla “Maat” e all’ “A.I.P.A.C.”).
  3. Vladimir Putin (classe 1952, attuale presidente della Federazione Russa, affiliato alla “Golden Eurasia”).
  4. François Hollande (classe 1954, presidente della Repubblica francese in carica dal 2012, affiliato alla “Ferdinand Lassalle” e alla “Fraternité Verte”).
  5. Christine Lagarde (classe 1956, avvocatessa, politica, direttrice del Fondo monetario internazionale, affiliata alla “Three Eyes” e alla “Pan-Europa”).
  6. George W. Bush (classe 1949, presidente degli Stati Uniti dal 2001 al 2009, affiliato alla “Hathor Pentalpha”).
  7. Michael Ledeen (classe 1941, giornalista, intellettuale e politologo, affiliato alla “White Eagle” alla “Hathor Pentalpha”).
  8. Condoleezza Rice (classe 1954, politica, affiliata alla “Three Eyes” e alla “Hathor Pentalpha”).
  9. Abu Bakr Al-Baghdadi (classe 1971, leader dell’Isis e Califfo dell’autoproclamato Stato islamico, affiliato alla “Hathor Pentalpha”).
  10. José Manuel Durão Barroso (classe 1956, docente universitario, politico, presidente della Commissione europea dal 2004 al 2014, affiliato alla “Pan-Europa” e alla “Parsifal”).
  11. Olli Rehn (classe 1962, politico, attuale vicepresidente del parlamento europeo, affiliato alla “Pan-Europa” e alla “Babel Tower”).
  12. Tony Blair (classe 1953, premier britannico dal 1997 al 2007, affiliato alla “Edmund Burke” e poi alla “Hathor Pentalpha”).
  13. David Cameron (classe 1966, premier britannico dal 2010, affiliato alla “Edmund Burke” e alla “Geburah”).
  14. Pedro Passos Coelho (classe 1964, primo ministro del Portogallo dal 2011, affiliato alla “Three Eyes”, alla “Edmund Burke” e alla “White Eagle”).
  15. Mariano Rajoy (classe 1955, primo ministro della Spagna dal 2011, affiliato alla “Pan-Europa”, alla “Valhalla” e alla “Parsifal”).
  16. Antonis Samaras (classe 1951, politico, attuale primo ministro della Grecia, affiliato alla “Three Eyes”).
  17. Jean-Claude Trichet (classe 1942, economista, banchiere, presidente della Bce dal 2003 al 2011, affiliato alla “Pan-Europa”, alla “Babel Tower” e alla “Der Ring”.
  18. Bernard Arnault (classe 1949, imprenditore ricchissimo, dominus della Louis Vuitton Moët Hennessy, affiliato alla “Three Eyes” e alla “Edmund Burke”).
  19. Nicolas Sarkozy (classe 1955, politico, presidente della Repubblica francese dal 2007 al 2012, affiliato alla “Edmund Burke”, alla “Geburah”, alla “Atlantis-Aletheia”, alla “Pan-Europa” e alla “Hathor Pentelpha”).
  20. Manuel Valls (classe 1962, attuale primo ministro francese, iniziato a suo tempo nel Grand Orient de France e poi affiliato alla “Edmund Burke”, alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum” e alla “Der Ring”).
  21. Christian Noyer (classe 1950, banchiere, attuale governatore della Banca di Francia, affiliato alla “Pan-Europa”, e alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum”).
  22. Mark Rutte (classe 1967, primo ministro dei Paesi Bassi dal 2010, affiliato alla “Three Eyes” e alla “Pan-Europa”).
  23. Ben van Beurden(classe 1958, top manager, ceo della Royal Dutch Shell, affiliato alla “Geburah” e alla “Der Ring”).
  24. Wolfgang Schäuble (classe 1942, politico, attuale ministro delle finanze tedesco, attuale Maestro Venerabile della “Der Ring”, affiliato alla “Joseph de Maistre”).
  25. Peter Voser (classe 1958, top manager e ceo della Royal Dutch Shell, affiliato alla “Pan-Europa”).
  26. Bill Gates (classe 1955, imprenditore, affiliato alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum”).
che dire???
Fonte: italianosveglia.com
Tratto da (CLICCA QUI)
 

ECCO L’italia OCCUPANTE.

L'immagine può contenere: sMS

NATURALMENTE LO STATO ITALIANO NON HA MAI CHIESTO SCUSA AI SUDTIROLESI (OGGI TRENTINI) PER QUESTI EPISODI ?
FIGURARSI MAI
Non solo in Provincia di Bolzano, ma anche nella nostra provincia ci sono tantissimi casi di Tirolesi (ex cittadini austriaci) perseguitati dallo stato italiano.
La cancellazione sistematica della nostra storia si fece con violenza fisica, ma soprattutto psicologica.
Oltre la proibizione sull'uso pubblico del toponimo "Tirolo", Tirolesi, Südtirol ecc. (con multe altissime e possibilità di prigione o eliminati), ogni traccia di tirolesità era considerata un reato contro lo stato italiano.
Articolo 434 del codice penale di allora.
 

NON ESISTE UN ALTRO “TIROLO” A SUD DEL “SUDTIROLO”

Sia dal punto di vista linguistico che da quello storico, è un errore associare il territorio dell'attuale "Provincia di Trento" (o Trentino) con "Welschtirol".
Non sono sinonimi e la storia lo dimostra: le attuali province di Bolzano e Trento formano l'autentico Sudtirolo (Südtirol) o Tirolo Meridionale.
Non esiste un'altro "Tirolo" a sud del Sudtirolo!
Storicamente, il termine "Welschtirol" non corrisponde solo al Tirolo italiano ma anche alle valli ladine perché, infatti, il termine "Welsch" (wälsch/walsch) identifica i parlanti di lingue romanze e, nel caso tirolese, non identifica soltanto i parlanti di italiano (e delle parlate trentine locali), ma anche i parlanti di ladino.
Il termine "Welschtirol" non venne mai utilizzato in quanto toponimo, perché è una definizione basata sulla lingua, ossia una classificazione linguistica.
Non si tratta di un toponimo, tanto meno di una indicazione geografica come "Nordtirolo" o "Sudtirolo".
Anche le valli ladine compongono quello che, dal punto di vista linguistico, compone il Welschtirol.
Una domanda che mi faccio è: come mai non esiste un'unità sudtirolese all'interno delle strutture culturali che preservano l'identità del Tirolo tra il Passo del Brennero e Borghetto all'Adige?
Lascio a voi le conclusioni.
 

IO STO CON TRUMP !

Questa mattina, al bar, la mia attenzione è stata rubata per un attimo dalla fastidiosa e commediante propaganda mediatica di turno.
Trump è solo contro il mondo …
Sale la protesta contro Trump.
Oceaniche manifestazioni in America contro Trump …
L’assassino che ha ucciso in Canada sarebbe stato ispirato da Trump e da Jean-Marie Le Pen del partito di estrema destra francese.
Anche l’ONU e la U.E. condannano Trump contro lo stop ai migranti islamici.
Infine anche il capo del governo italiano avrebbe espresso contrarietà contro Trump e la sua politica "isolazionista".
Insomma il Presidente degli Stati Uniti d’America adesso sarebbe un mascalzone.
È un dovere verificare l’attendibilità delle notizie fornite anche qui dai media così detti “nazionali italiani” perché l’informazione di TV e giornali è quasi sempre e metodicamente alterata per fini direttamente ideologici.
Come domestici incapaci questi servono anche male i loro padroni e l'ipocrisia di questa falsa classe politica domina in modo nauseante la scena mediatica.
Se tutti quelli che nel mondo sostengono una "ragion di stato" diversa da quella che la deriva politica di sinistra anche qui ci vuole imporre …
bene, 
allora IO STO CON TRUMP.
WSM
Venetia 31 gennaio 2017
Sergio Bortotto,
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provisorio.
(www.mlnv.org)
Manco nominato presidente
e Trump ha già costruito il muro che separa Messico e Usa.
Ah no, scusate.
Mi dicono dalla regia che il muro (nella foto qui a destra)
lo ha costruito Bill Clinton, marito di Hillary nel 1993 … dicono.
Si protesta contro Trump il bullo, e poi si fa i bulli contro suo figlio di appena 10 anni (la violenza verbale contro Barron Trump è vergognosa);
si protesta contro Trump il misogino e poi si denigra la moglie Melania (donna molto intelligente che, tra le altre cose, parla correttamente 5 lingue);
si protesta contro il maschilismo di Trump e non si dice una parola sul fatto che Linda Sarsour, una delle principali organizzatrici della Women’s March, vorrebbe la Sharia sul suolo statunitense;
si parla di diritti delle donne, ma si dimentica che il 20% della campagna elettorale della Clinton è stata finanziata dall’Arabia Saudita (paese dove alle donne è perfino proibito avere la patente e possono essere frustate in piazza se escono “non accompagnate” da un familiare di sesso maschile);
si protesta contro il muro di Trump, ma per decenni il muro costruito da Bill Clinton non ha costituito un problema;
si protesta contro le “potenziali” guerre di Trump, e per 8 anni si sono appoggiati tutti gli interventi militari del nobel Obama.
Così, giusto per dire.
Così, giusto per ricordare che siete liberi di protestare, ma un po' di coerenza non guasterebbe.
 
Bergoglio, il papa, critica Trump per il muro (costruito già da Clinton) … ma ecco un'immagine del perimetro Vaticano
“Lo scopo confessato della propaganda è persuadere e non illuminare… la propaganda è sempre un tentativo di asservimento.” 
SIMONE VEIL
"Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità"
Frase di Joseph Goebbels Ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945.
Ma per fortuna non tutti sono servi della politica e ci svelano qualche scomoda verità per la sinistra:
 
E finsero felici e contenti:
(ecco alcune testate giornalistiche moto di parte)
 

PERIZIA GIURIDICA SULLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE ITALIANA – POF. DANIEL TURP – CONSIDERAZIONI

In occasione dell'incontro avuto con la Schützenkompanie "Major Giuseppe De Betta" di Trento – Sud Tirol, (vedi qui) siamo stati omaggiati del libro VENETO – PASSI VERSO LA LIBERTA' a cura di Südtiroler Heimatbund Roland Lang (…) e riportante, fra l'altro, una perizia giuridica del Univ,.Prof. Dr. iur. Daniel Turp, Montréal (Canada) sulla questione del referendum consultivo sull'indipendenza, indetto dall'ente italiano "regione veneto".
Innanzitutto c’è da precisare che si parte da un presupposto estremamente sbagliato e incoerente e cioè quello di considerare il Popolo Veneto italiano.
Se il Popolo Veneto è tale, non si capisce perché si debba affidare a giudizi di sorta di enti stranieri italiani su proposta di partiti e associazioni italiane.
“Indipendenza veneta” viene definita un’associazione nell’ordinanza della corte costituzione italiana emessa all’udienza del 28 aprile 2015, quindi è da prendere atto che tale associazione è costituita in ambito italiano e secondo le regole italiane;   come tale, laddove fosse anche un partito politico, non potrebbe mai, secondo le regole italiane, mirare all’indipendenza della Serenissima ma al massimo all’autonomia della regione veneto italiana; la prova lo recita l’art. 24 dello statuto di Indipendenza Veneta: Norme di chiusura. 24.1: Per quanto qui non espressamente statuito o previsto si farà riferimento a quanto previsto dalle leggi e dai regolamenti vigenti … ovvero quelli italiani.
Qualunque associazione e/o partito politico, soprattutto se costituito nell’ambito dello stato straniero italiano, compresa la Lega Nord, non può rappresentare né parlare a nome del Popolo Veneto ma solo in rappresentanza dei propri iscritti.
La diatriba sulla legittimità della sentenza della corte costituzionale non può riguardare il Popolo Veneto perché è una questione italiana, fra enti italiani e associazioni italiane.
La legge dell’ente regione veneto del 19 giugno 2014 nr.15 è o non è titolata “Referendum Consultivo sull’autonomia del Veneto”???
Vogliamo allora smetterla di confondere il diritto di autodeterminazione con la reclamata autonomia leghista?
Cosa c’entra ilo diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto con la richiesta di autonomia regionale in ambito italiano?
NIENTE!
L’articolo 1 della famigerata legge regionale nr.16 del 19 giugno 2014 recita al puto 1:
“Il presidente della giunta regionale del veneto indice un referendum consultivo per conoscere la volontà degli elettori del veneto sul seguente quesito: “vuoi che il Veneto diventi una Repubblica Indipendente e Sovrana? SI o NO?”
Il presidente della giunta regionale del veneto è un’autorità periferica italiana, rappresenta un partito politico italiano, più volte ingannatore delle legittime aspettative del Popolo Veneto.
Chiede agli elettori veneti di esprimere il proprio voto sulla trasformazione di una regione italiana in una Repubblica Indipendente … (i territori sono solo una parte di quelli della Serenissima Repubblica Veneta e noi diciamo no al ripetersi dello smembramento della nostra Patria).
Chi sarebbero poi gli elettori:
lo recita bene il punto 3 del medesimo articolo … “ hanno diritto di voto tutti i cittadini (?… attenzione, non i Veneti) che, alla data di svolgimento del referendum, hanno compiuto il 18mo anno di età e che sono iscritti nelle liste elettorali (significa dichiararsi innanzitutto cittadini italiani e non è detto che siano appartenenti al Popolo Veneto) di un comune compreso nel territorio veneto (si riferisce al territorio della regione veneto).
Insomma tutti i cittadini residenti nel territorio dell’ente regione veneto dovrebbero esprimere un parere su un diritto che è già previsto per legge e che si chiama autodeterminazione.
Qual è dunque il vero motivo di tale referendum?
Quale che sia il risultato il motivo è soprattutto il “galleggiamento politico” dell’attuale partito lega nord che con abilità e inganno continua ad attentare al percorso di ripristino di sovranità del Popolo Veneto su tutte le proprie terre d’origine usando arbitrariamente la bandiera della Nazione Veneta (che non è la regione veneto italiana) e insudiciando per fini politici il Gonfalone di San Marco.
Pochi Veneti si identificherebbero nella bandiera della regione veneto.
Ed ecco la più volgare delle contgraddizioni:
 
Le Istituzioni Venete non sono quelle dell'ente regione Veneto italiano e tali non potranno mai rispondere alla volontà del Popolo Veneto perché non li può rappresentare.
Leggete bene, nel libro, infatti, non si parla più di Popolo Veneto ma del popolo che esse rappresentano, ovvero di popolazione residente nei territori, ma non di un Popolo.
L’Ordinamento Giuridico Veneto Provvisorio identifica nel Popolo Veneto l’esclusivo, naturale e inalienabile Soggetto dotato di personalità giuridica originaria perché fonte ed archetipo stesso del suo diritto alla sovranità.
Il “Popolo Veneto” esiste e si identifica come comunità di “Genti Venete” ovvero come pluralità di Persone sovrane del proprio corpo fisico, della propria sfera intellettuale e della propria sfera spirituale e Venete per diritto naturale, libere e sovrane sulle proprie terre d’origine.
I Veneti sono Persone accomunate dalla specificità della propria cultura, della propria storia, delle tradizioni e delle proprie origini etniche e come tali affermano la propria Nazione.
Il Popolo Veneto si identifica in quanto tale a prescindere da qualsiasi vincolo di patrimonio genetico attribuibile a specifici tratti razziali.
Ecco chi è il Popolo Veneto … italiani, (vedi qui)
WSM
Venetia, 30 gennaio 2017
Sergio Bortotto
Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e del Governo Veneto Provisorio
 

ECCO I PIANI DEL NUOVO ORDINE MONDIALE

Le prossime catastrofi, il pretesto per l'istituzione del nuovo ordine mondiale.
L'annientamento della popolazione mondiale dovrebbe superare l'80% per portarla ad un massimo di  500 milioni di persone.
Chi sono i veri "padroni della terra" ?
Cosa pensano, e sopratutto, cosa hanno in serbo per noi ?

 
La Lucis Trust, originariamente chiamata Lucifer Trust (o Lucifer Publishing Company), è un'associazione no-profit fondata dalla teosofa Alice Bailey e dal marito Foster Bailey nel 1920, e ha le sue sedi principali a New York (al 24esimo piano del 120 Wall Street), a Londra (Lucis Press Ltd.) e a Ginevra (Lucis Trust Association). 
La Lucis Trust è affiliata con la Windsor International Bank and Trust Company.
Nata come casa editrice per la pubblicazione dei 25 libri esoterici della Bailey, la Lucis Trust include ora tra le sue numerose attività l'Arcane School (una scuola di esoterismo e spiritualità), una catena di librerie di libri esoterici conosciuta come Lucis Trust Libraries, una casa editrice nota come Lucis Publishing Companies, la Lucis Productions, la World Goodwill e la Triangles.
All'oggi ha ufficialmente 6000 membri e un profitto annuale stimato sui 600.000 dollari.
Tra le sue attività spicca la World Goodwill («Buona Volontà Mondiale», fondata nel 1932) in quanto da tempo riconosciuta dalle Nazioni Unite quale Organizzazione Non-Governativa ed è rappresentata alle regolare riunioni informative alla Direzione Generale dell'ONU. 
La Lucis Trust in sé è poi membro del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.
Tra le principali attività della World Goodwill vi sono la distribuzione di letteratura specifica in tutto il mondo e in diverse lingue, la pubblicazione delle World Goodwill Newsletter e Commentari, l'attuazione di un corso di studi riguardo ai problemi fondamentali dell'umanità, la cooperazione con le Nazioni Unite e con le sue Agenzie specializzate.
La presenza della Lucis Trust all'interno del Sistema Nazioni Unite, nonché l'esplicito debito culturale di Robert Muller (ex-assistente del Segretario Generale delle Nazioni Unite) nei confronti della filosofia di Alice Bailey ha spinto alcuni a tacciare l'ONU di possedere un'ideologia di stampo New Age e di orientare le proprie politiche secondo i principi e gli scopi di tale ideologia esoterica.
Il nome «Lucis» è abbreviazione di «Lucifer» perché nella visione esoterica della Bailey Lucifero (l'angelo caduto) è un principio positivo, come era per il paganesimo, per lo gnosticismo e per l'astrologia, nonché per la maestra della Bailey, cioè Madame Blavatskij.
Una sede secondaria della Lucis Trust si trova a Reeuwijk nei Paesi Bassi (Lucis Trust Stichting). 
Altre associazioni esoteriche strettamente collegate alla Lucis Trust sono la School of Ageless Wisdom ad Arlington in Texas, la School for Esoteric Studies ad Asheville in Carolina del Nord, il Seven Ray Institute a Union City in New Jersey, il Great Bear Astrological Center a Eugene in Oregon, l'Escuela Huber de Astrologia ad Adliswil in Svizzera e l'Associazione Culturale dei Triangoli e della Buona Volontà Mondiale a Roma. 
I principali centri di conferenze e riunioni organizzate dalla Lucis Trust sono all'oggi stabilmente il The Grosvenor Hotel a Londra il Williams Club e la Cattedrale di Saint John the Divine[, entrambi a New York.
Tratto da Wikipedia (vedi qui).
La Lucis Trust, ovvero Lucifero siede all’ONU
Meditation Room
Tra la miriade di associazioni, fondazioni ed enti che, a livello internazionale, perseguono apparentemente nobili cause, ce n’è una, la Lucis Trust Publishing, che ha il privilegio di essere la casa editrice ufficiale delle Nazioni Unite presso le quali gestisce anche la strana ed esoterica “Meditation Room”. Membro del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, fra le varie sotto-organizzazioni che da essa diramano spicca la World Goodwill, ONG riconosciuta e rappresentata regolarmente nelle riunioni informative della Direzione Generale dell’ONU.
Negli anni ’20 Alice Bailey, discepola dell’occultista Madame Helena Blavantsky e appartenente alla Società Teosofica, fondò assieme al marito Foster Bailey, massone di 33° grado, la casa editrice Lucifer Trust. Da buoni occultisti, decisero poi di cambiare il nome in un più innocente Lucis Trust, occultando un’evidente indiscrezione, poiché ovviamente la parola “Lucifer” “rivelava la vera natura del Movimento New Age troppo esplicitamente”.
Le prime pubblicazioni furono una ventina di libri, che la Bailey affermò di avere scritto sotto la dettatura telepatica di uno dei suoi “Maestri Ascesi”, Djwhal Khul, monaco tibetano che le comunicava psichicamente i messaggi dalle montagne dell’Himalaya. Questi scritti furono la base ispiratrice del movimento New Age, termine coniato dalla Bailey che nel suo libro “Education for a New Age” suggerisce: “Una Cittadinanza Mondiale dovrebbe essere obiettivo degli illuminati, con una federazione mondiale ed un cervello mondiale”, ossia un Nuovo Ordine Mondiale. Nello stesso libro parla di “Gerarchie Esterne” che, con un piano ben congegnato, condurranno l’arrivo di una ”Era dell’Acquario”.
Un’efficace descrizione del Piano ce la dà Foster Bailey nel suo libro del 1972, “Running God’s Plan”, dove dice: “Il piano di Dio è consacrato all’unificazione di ogni razza, religione e credo”.
Nel suo libro Foster Bailey spiega anche che tra i membri delle “Gerarchie Esterne” ci sarebbero, oltre alle entità disincarnate delle quali parla la Bailey, anche persone in carne ed ossa, “un gruppo di dirigenti a livello mondiale esperti e specialisti nei vari campi”.
La Lucis Trust è sponsorizzata e controllata, fra gli altri, da Robert McNamara (ex esecutivo della Ford, Ministro della Difesa USA durante la guerra in Vietnam, presidente della Banca Mondiale e membro della Fondazione Rockfeller), Thomas J. Watson Jr. (Presidente IBM e ambasciatore USA a Mosca), Greenpeace e Amnesty International.
Inoltre, tramite la  Windsor International Bank and Trust Company, sarebbe collegata alle seguenti organizzazioni:  Fondo internazionale per lo sviluppo, Fondazione Rockefeller, WHO / Habitat for Humanity, National Resources Defense Council, Council on Foreign Relations (CFR) e molte altre ancora, anche se sembra che le tracce di questi collegamenti sarebbero state cancellate e rimarrebbe solo la cache di Google.
Tuttavia rimane un dato di fatto inconfutabile: una organizzazione esoterica sovranazionale con idee di questo tipo ha una presenza massiccia nell’ambito delle Nazioni Unite. 
Con tutte le inquietanti implicazioni che ne derivano.
Fonte: Startmakingasense
Tratto da (clicca qui)
Ed ecco l'importanza di diffondere "paura" nella popolazione per spostare la sua attenzione verso soluzioni drastiche e  alternative all'incapacità di provvedervi della tradizionale politica.
Ecco così il progetto ARP, che riguarda onde radio al alta frequenza destinate a provocare cambiamenti climatici e movimenti tellurici.
Progetto H.A.A.R.P. per la manipolazione e la creazione di eventi catastrofici
"Un improvviso sconvolgimento climatico portera' ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, …portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia". (Da un rapporto "segreto" del Pentagono).
C'E' QUALCUNO CHE GIOCA CON I NUMERI?
Forse le date – 26 Dicembre 2002 (Ciclone Zoe in Polinesia), 26 Dicembre 2003 (terremoto in Iran), 26 Dicembre 2004, onda tsunami nelll'Oceano Indiano – sono solo una coincidenza. Forse non è vero – al di là delle date – che lo tsunami del Dicembre 2004, come suggeriscono alcuni siti di "cospirazionismo", è stato provocato da un esperimento tecnologico segreto (altri dicono addirittura "voluto"), ma questo non basta certo a scartare del tutto l'idea che con il controllo dell'atmosfera gli uomini non abbiano mai pensato di giocare. Anzi. Gli stessi sospetti dei "paranoici" riguardo al recente tsunami probabilmente non sarebbero mai potuti nascere, se le premesse, almeno generiche, per una tale follia non fossero esistite in primo luogo (la fantasia ha sempre bisogno di un appiglio reale, per poter dare i suoi frutti migliori).
IL PROGETTO H.A.A.R.P.
Nel corso dei secoli, i mutamenti climatici hanno rappresentato uno dei più potenti catalizzatori dei pensieri dell'uomo, influenzandone le credenze e le azioni, gli umori e le decisioni, sempre in un modo apparentemente casuale, ma in realtà guidati dalla ferrea logica della natura.
Tuttavia dalla rivoluzione industriale ad oggi qualche ferita abbiamo incominciato ad infliggergliela, e la Terra oggi non è certo più quella dei giorni antichi, dove tutto era in perfetto equilibrio bio-ambientale.
Ma mentre i più visibili sembrerebbero gli allarmi della comunità scientifica sul surriscaldamento globale, il rischio maggiore è forse quello, praticamente ignorato dai mass-media, di un mutamento climatico a scopi militari.
Esiste infatti dal 1992 un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense, coordinato dalla Marina e dall'Aviazione, denominato HAARP (High-Frequency Active Auroral Research Program). E' il cuore vero e proprio del più vasto – e ben più noto – programma di "Guerre Stellari", avviato nei primi anni Ottanta sotto le amministrazioni Reagan-Bush, che ora sta accelerando la sua corsa drogato da una spesa militare mai vista in precedenza, giustificata dal solito bipensiero orwelliano: "La guerra è pace".
La base principale di HAARP occupa un'estesa area a Gakona, in Alaska, sul cui terreno è installata una serie di 180 piloni d'alluminio alti 23 metri, su ognuno dei quali si trovano una coppia di antenne per la banda bassa ed una per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia terrestri che atmosferiche.
Come spesso succede, la facciata dell'operazione ha nobili scopi: lo studio accademico della ionosfera e lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di km di profondità; a conferma di ciò, è online il sito del progetto, che dipinge l'immagine di un'innocua stazione scientifica, con tanto di webcam.
La realtà, come sempre, va cercata oltre la superficie.
DA TESTLA A EASTLUND
Negli anni Ottanta Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato "Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell'atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre", a cui ne fece seguire altri undici. In uno di questi era descritta la proprietà riflessiva della ionosfera per utilizzi come "sistemi di raggi energetici", "esplosioni nucleari graduali senza radiazioni", "sistemi di rilevamento e distruzione di missili nucleari" e "sistemi radar spaziali".
E non dimentichiamo le "scie chimiche" … che sono provocate da aerei militari e aerei di trasporto civile i quali contengono nel proprio combustibile del bairo e dell'alluminio destinate a provocare dei condizionamenti mentali nella popolazione…