Dopo il ricorso dell'estrema destra, i giudici hanno annullato per irregolarità il ballottaggio dello scorso 22 maggio in cui aveva vinto il candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen.
Il nuovo voto tra settembre e ottobre.
Preoccupazione in Europa per la possibilità che gli ultranazionalisti conquistino la presidenza.
Il nuovo voto tra settembre e ottobre.
Preoccupazione in Europa per la possibilità che gli ultranazionalisti conquistino la presidenza.
Dopo il primo turno vinto dall'estrema destra e dopo il ballottaggio vinto sul filo di lana dai Verdi, le elezioni presidenziali in Austria si avviano ora verso un terzo atto.
La Corte costituzionale austriaca, infatti, ha deciso questa mattina che il ballottaggio, vinto lo scorso 22 maggio dal candidato ecologista Alexander Van der Bellen, va annullato a causa delle irregolarità verificatesi nelle operazioni di scrutinio.
La Corte si è pronunciata dopo aver esaminato e accolto il ricorso presentato dal partito di ultradestra del candidato Norbert Hofer, sconfitto dallo sfidante per una manciata di voti.
Come annunciato dal ministero dell'Interno austriaco e dallo stesso Van der Bellen, il nuovo voto dovrebbe tenersi tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, anche se la scelta definitiva della data verrà comunicata martedì prossimo. Secondo il quotidiano Kurier, la data più probabile potrebbe essere il 18 settembre.
La sera del 22 maggio, alla chiusura dei seggi, in base agli exit poll Hofer sembrava in vantaggio, ma il risultato finale uscito dal conteggio di circa 700mila voti per corrispondenza ha decretato la vittoria di Van der Bellen con uno scarto di circa 30.000 voti. Van der Bellen, in pratica, è diventato nuovo presidente dell'Austria con il 50,3 per cento delle preferenze, rispetto al 49,7 per cento di Hofer.
Il Partito della Libertà cui Hofer appartiene, a questo punto, ha deciso di presentare ricorso affermando che nella maggior parte dei 117 distretti elettorali si erano verificate varie violazioni di legge. Prima fra tutte, lo scrutinio dei voti per corrispondenza iniziato prima che i funzionari della commissione elettorale arrivassero. In altri casi, invece, alle operazioni di spoglio avrebbero preso parte persone non autorizzate. Il partito aveva anche affermato di poter dimostrare che al voto avrebbero partecipato ragazzi di età inferiore ai 16 anni e stranieri.
Oggi da Vienna è arrivata la sentenza della Corte, che ha riscontrato irregolarità in 94 distretti. Le schede votate o scrutinate in maniera irregolare sarebbero circa 78mila, numero che supera di gran lunga quello dei voti di distacco tra i due candidati.
Nel corso delle due settimane di udienza dedicata all'esame della questione, i giudici hanno ascoltato circa 90 testimoni, tra cui membri dei seggi di tutto il Paese.
E molti di loro hanno ammesso che spesso non è stata rispettata alla lettera la legge elettorale, in particolare per quanto riguarda i tempi e le modalità del conteggio dei voti per posta.
La sera del 22 maggio, alla chiusura dei seggi, in base agli exit poll Hofer sembrava in vantaggio, ma il risultato finale uscito dal conteggio di circa 700mila voti per corrispondenza ha decretato la vittoria di Van der Bellen con uno scarto di circa 30.000 voti. Van der Bellen, in pratica, è diventato nuovo presidente dell'Austria con il 50,3 per cento delle preferenze, rispetto al 49,7 per cento di Hofer.
Il Partito della Libertà cui Hofer appartiene, a questo punto, ha deciso di presentare ricorso affermando che nella maggior parte dei 117 distretti elettorali si erano verificate varie violazioni di legge. Prima fra tutte, lo scrutinio dei voti per corrispondenza iniziato prima che i funzionari della commissione elettorale arrivassero. In altri casi, invece, alle operazioni di spoglio avrebbero preso parte persone non autorizzate. Il partito aveva anche affermato di poter dimostrare che al voto avrebbero partecipato ragazzi di età inferiore ai 16 anni e stranieri.
Oggi da Vienna è arrivata la sentenza della Corte, che ha riscontrato irregolarità in 94 distretti. Le schede votate o scrutinate in maniera irregolare sarebbero circa 78mila, numero che supera di gran lunga quello dei voti di distacco tra i due candidati.
Nel corso delle due settimane di udienza dedicata all'esame della questione, i giudici hanno ascoltato circa 90 testimoni, tra cui membri dei seggi di tutto il Paese.
E molti di loro hanno ammesso che spesso non è stata rispettata alla lettera la legge elettorale, in particolare per quanto riguarda i tempi e le modalità del conteggio dei voti per posta.
La Corte ha poi dichiarato illegittima la prassi seguita dal ministero dell'Interno di inviare a stampa e istituti di sondaggistica i risultati locali prima della chiusura definitiva di tutti i seggi.
"Sono fiducioso e ho intenzione di vincere per la seconda volta ", ha detto Van der Bellen.
Nel frattempo, però, si congela il suo insediamento ufficiale previsto per il prossimo 8 luglio.
Non appena il presidente uscente Heinz Fischer lascerà l'incarico, quindi, la presidenza verrà assunta ad interim collegialmente dai presidenti delle due Camere.
Mentre Hofer è pronto a rilanciare la sua campagna elettorale ad agosto e spera di diventare il primo presidente ultranazionalista, anti-immigrati e di estrema destra di uno Stato membro dell'Unione europea.
Un profilo che preoccupa l'Europa, visto che dopo il referendum sulla Brexit lo stesso Hofer aveva dichiarato di essere favorevole a promuovere un identico referendum in Austria: secondo lui, se l'Unione continua ad andare nella direzione sbagliata, è giusto chiedere ai cittadini austriaci un parere sulla permanenza del Paese tra gli Stati membri.
"Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità", ha detto il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di leggere il dispositivo con cui è stato accolto il ricorso.
"Sono fiducioso e ho intenzione di vincere per la seconda volta ", ha detto Van der Bellen.
Nel frattempo, però, si congela il suo insediamento ufficiale previsto per il prossimo 8 luglio.
Non appena il presidente uscente Heinz Fischer lascerà l'incarico, quindi, la presidenza verrà assunta ad interim collegialmente dai presidenti delle due Camere.
Mentre Hofer è pronto a rilanciare la sua campagna elettorale ad agosto e spera di diventare il primo presidente ultranazionalista, anti-immigrati e di estrema destra di uno Stato membro dell'Unione europea.
Un profilo che preoccupa l'Europa, visto che dopo il referendum sulla Brexit lo stesso Hofer aveva dichiarato di essere favorevole a promuovere un identico referendum in Austria: secondo lui, se l'Unione continua ad andare nella direzione sbagliata, è giusto chiedere ai cittadini austriaci un parere sulla permanenza del Paese tra gli Stati membri.
"Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità", ha detto il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di leggere il dispositivo con cui è stato accolto il ricorso.
E' la prima volta che viene annullato un ballottaggio in Austria.
"Non ci devono essere dubbi sulla legittimità di nessuna elezione.
"Non ci devono essere dubbi sulla legittimità di nessuna elezione.
La decisione della Corte di ripetere il ballottaggio delle presidenziali non è qualcosa di cui rallegrarsi, ma dimostra che la democrazia e lo stato di diritto funzionano", ha dichiarato il cancelliere austriaco Christian Kern, sottolineando che le elezioni sono state invalidate "per errori formali e non per manipolazioni o brogli".
Kern ha poi aggiunto: "Spero che ora ci sarà una campagna elettorale breve e non emotiva.
Kern ha poi aggiunto: "Spero che ora ci sarà una campagna elettorale breve e non emotiva.
Chiedo a tutti i cittadini di esercitare il loro diritto di voto".
Si trincera dietro un laconico no-comment il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che dice: "E' una decisione della Corte costituzionale di uno Stato membro e noi non interferiamo".
Dall'Italia, intanto, il primo a far sentire la propria voce è il segretario della Lega Matteo Salvini che su Facebook scrive: "Forza amici, verità e libertà alla fine vincono".
Preoccupazione, invece, viene espressa dal governatore della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi che ha aggiunto: "Il presidente Van der Bellen era attento alle nostre dinamiche istituzionali e per noi era una garanzia in più.
Ma questa è la democrazia e speriamo che l'esito elettorale tenga conto della necessità di non tornare indietro nella storia dell'Europa".
I motivi dell'allarme sono collegati alle tensioni tra Austria e Italia scatenate dalla decisione da parte di Vienna di costruire barriere al confine del Brennero in funzione anti-immigrati. Hofer, infatti, è il leader di un partito che sulla lotta all'immigrazione e sulla chiusura delle frontiere ha costruito la campagna elettorale.
Si trincera dietro un laconico no-comment il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che dice: "E' una decisione della Corte costituzionale di uno Stato membro e noi non interferiamo".
Dall'Italia, intanto, il primo a far sentire la propria voce è il segretario della Lega Matteo Salvini che su Facebook scrive: "Forza amici, verità e libertà alla fine vincono".
Preoccupazione, invece, viene espressa dal governatore della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi che ha aggiunto: "Il presidente Van der Bellen era attento alle nostre dinamiche istituzionali e per noi era una garanzia in più.
Ma questa è la democrazia e speriamo che l'esito elettorale tenga conto della necessità di non tornare indietro nella storia dell'Europa".
I motivi dell'allarme sono collegati alle tensioni tra Austria e Italia scatenate dalla decisione da parte di Vienna di costruire barriere al confine del Brennero in funzione anti-immigrati. Hofer, infatti, è il leader di un partito che sulla lotta all'immigrazione e sulla chiusura delle frontiere ha costruito la campagna elettorale.
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