Il Maggior Consiglio si radunava e si mettevano in un’urna tante ballotte quanti erano i consiglieri con più’ di 30 anni; il consigliere più giovane si recava in Piazza San Marco e prendeva con sé il primo fanciullo che incontrava, il quale estraeva dall’urna una ballotta per ciascun consigliere e solo quei 30 a cui toccava la parola ‘elector’ restavano nella sala.
Le 30 ballotte venivano poi riposte nell’urna e solo 9 contenevano il biglietto; i 30 si riducevano così a 9, che si riunivano in una specie di conclave, durante il quale, con il voto favorevole di almeno 7 di loro, dovevano indicare il nome di 40 consiglieri.
Col sistema delle ballotte contenenti il foglietto i 40 venivano ridotti a 12; questi, con il voto favorevole di almeno 9 di loro, ne eleggevano altri 25, i quali venivano ridotti di nuovo a 9 che ne avrebbero eletto altri 45 con almeno 7 voti favorevoli.
I 45, sempre a sorte, venivano ridotti a 11, i quali con almeno 9 voti favorevoli, ne eleggevano altri 41 che finalmente sarebbero stati i veri elettori del Doge.
Questi 41 si raccoglievano in un apposito salone dove ciascuno gettava in un’urna un foglietto con un nome.
Ne veniva estratto uno a sorte e gli elettori potevano fare le loro eventuali obiezioni ed accuse contro il prescelto.
Questi veniva poi chiamato a rispondere e a fornire le eventuali giustificazioni.
Dopo averlo ascoltato si procedeva ad una nuova votazione; se il candidato otteneva il voto favorevole di almeno 25 elettori su 41, era proclamato Doge, se non si riuscivano ad ottenere questi voti si procedeva ad una nuova estrazione finché l’esito non risultasse positivo.
Tratto da venetoinside.com