Come ha fatto per il MLNV dedicandogli la copertina e vomitando menzogne mediatiche l' "espresso" si scaglia anche contro il T.L.T.
Dopo la manifestazione di Trieste Libera a Vienna e la messa in mora del Governo e delle autorità italiane, non potevano mancare naturalmente le reazioni da parte del sistema di potere locale che da 60 anni domina indisturbato la città dall’alto di una rete di corruttele inscalfibile e garantita dallo Stato occupante.
Stiamo parlando di una classe politica pienamente responsabile del progressivo annientamento economico, ambientale, sociale dell’ex perla del Mediterraneo. La città-porto della Mitteleuropa con i suoi cantieri, trasformata in comoda discarica di Stato per l’Italia. Inquinamenti dovunque.
Dal Carso, paradiso naturalistico saccheggiato dalle ecomafie italiane, al porto internazionale ridotto a scalo di terzo livello per non disturbare i traffici marittimi italiani.
Una classe politica di imbelli, frutto di una feroce selezione negativa dei quadri, che ha lavorato e lavora per distruggere l’economia di Trieste mettendosi a disposizione dei padroni, non può certo gradire la ribellione della legalità che il Movimento Trieste Libera ha avviato richiedendo il ripristino della “normalità”.
Normalità che da queste parti si chiama Trattato di Pace di Parigi del 1947, in base al quale Trieste ed il suo porto godono dello “status giuridico” di Stato indipendente e di territorio internazionale, sotto semplice amministrazione fiduciaria affidata provvisoriamente al Governo (non allo Stato) italiano.
Non c’è da stupirsi quindi che questi politici, corresponsabili di un saccheggio senza fine (addirittura l’intero demanio del Territorio Libero è stato trasferito d’ufficio in violazione dei trattati internazionali alla Repubblica italiana, un furto ai danni dei cittadini di Trieste valutabile in svariate decine di miliardi di euro), siano ora preoccupati del risveglio della città.
Le loro menzogne non possono più proteggerli. I cittadini ora sono informati. Informati e sempre più arrabbiati per la miseria in cui stanno sprofondando grazie alla gestione della mala partitocrazia italiana.
Possiamo così spiegare l’ennesima figuraccia che i rappresentanti della casta hanno fatto nello spazio di attacco creato per loro ad hoc dal solito giornale del regime italico, ovvero il quotidiano Il Piccolo.
Trieste Libera è incontenibile nella sua crescita?
Allora denigriamoli facendoli sembrare un gruppo di “agitatori-svitati” che agiscono guidati dal solito misterioso “grande fratello”.
Un’inversione della realtà davvero sorprendente che lascerebbe molti dubbi anche ai pochi che non conoscessero la sinistra fama del giornale del sistema (a Trieste chiamato non affettuosamente “Il bugiardello”).
Di fronte alla innegabile esistenza e validità dei Trattati internazionali riconosciuti – ad esempio – dal Dipartimento di Stato USA e dall’Unione Europea, i signori della disinformazione si sono limitati a dire che per loro, alti rappresentanti dell’opprimente “patriziato” locale il TLT avrebbe ZERO PESO GIURIDICO (ex sindaco di Trieste Dipiazza), che le affermazioni dei rappresentanti di Trieste Libera “non hanno alcun fondamento giuridico” (sindaco Cosolini), che si tratterebbe di “idiozie, schiocchezze enormi, strampalate teorie di una lobby che ha lo scopo di ingessare il Porto per altri 30 anni…” (avvocato Antonini), che quelli di MTL “vanno a ripescare, su un fondo di sostanziale ignoranza, fatti che poi usa in modo equivoco…” (storico Spazzali).
Non c’è che dire: un concentrato di nulla in diritto di notevole spessore solo per le offese gratuite che questi signori stanno lanciando contro i tanti triestini che si identificano nella legalità del diritto internazionale propugnata da MTL.
Un concentrato di nulla condito peraltro dalle solite minacciose dichiarazioni del sindaco Roberto Cosolini, contro i pericolosi avversari di MTL accusati usare toni “troppo aggressivi”: come se la miseria e la disperazione della gente ridotta sul lastrico si potesse esprimere con il “bon ton” della nullità assoluta della politica italiana che loro rappresentano.
Cosolini ha da poco querelato La Voce di Trieste, unico giornale che ha avuto il coraggio di denunciare il tentato esproprio del Porto Franco Nord (Porto Vecchio) di Trieste, sostenuto da una cupola di malaffare trasversale che ne vorrebbe urbanizzare anche i preziosi ed inalienabili punti franchi.
Una speculazione immobiliare colossale sostenuta dall’amministrazione comunale e che metterebbe la parola fine al Porto di Trieste, sacrificato agli interessi italiani.
Che non sono quelli di Trieste.
Ma i triestini non si fanno più intimidire.
*http://robertainer.blogspot.it
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