2013.02.16 – CARO AMICO TI SCRIVO…

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Una amicizia fondata da oltre quaranta anni con Sergio Bortotto, vertice attuale del MLNV, mi ha spinto ad approfondire sui dati di fatto quanto si dice con il far caregheta (mormorazione) e quanto si scrive tajando tabàri (calunnia) e quanto si pensa a livelli più vasti (giudizio temerario) circa il medesimo amico e circa il Movimento stesso.
Lascio da parte quanto riguarda Sergio Bortotto per il quale c’è da spendere un romanzo rivelatore di meschinerie e di autentici misfatti da parte di coloro che sono stati toccati dalla sua onestà umana, intellettuale, di parola data ai singoli e alle istituzioni.
Arrivo al Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto.
E’ documentabile e fruibile da quanti vogliano approfondire l’argomento, quanto da duecento anni si auspica per il Veneto e per il suo glorioso e millenario passato.
Anche in quel capolavoro di Ippolito Nievo per il quale si è passati da “Memorie di un ottuagenario” a “Memorie di un italiano”.
Negli ultimi decenni le frustrazioni messe in atto da amministrazioni improvvide nei riguardi del Veneto hanno trasformato il sentimento di patriottismo veneto in movimenti politici.
Ricordo ancora alla fine degli anni settanta signori trevigiani scendere da auto lussuose, di notte (visti personalmente) per tappezzare la città di Vicenza di manifesti apparentemente scritti a pennarello, ma di ottima fattura grafica inneggianti alla liga (con la elle tagliata come da parlata trevigiana).
Poi a Recoaro si diede il via alla liga veneta assorbita poi dai più forti lombardi diventando essa quella che attualmente conosciamo nei suoi fasti e nefasti come lega.
Non è riuscita a dare forma e sostanza al sentimento patriottico veneto.
Per questo motivo l’insoddisfazione ha portato via via al desiderio di una patria che fu, che ingiustamente fu repressa, che conserva ogni diritto per ritornare ad essere Patria e Nazione Veneta.
All’interno di questi vari sentimenti organizzati progressivamente in aggregazioni le più varie, venne a formarsi, per esclusione di derive verso l’illegalità o verso la violenza o il complotto, il MLNV.
Nacque alla luce del sole, senza mai chiudere la propria sede ad alcuno, senza nessun appuntamento al buio o discosto dalla trasparenza.
Il Movimento dichiara la sua sede, scrive e pubblica il nome di tutti i propri aderenti con la titolarità di ognuno, vuole far conoscere le proprie idee con un mensile da inviare a tutti i comuni di quella che fu fino a Campoformio la Repubblica Veneta.
Questa trasparenza immediatamente è divenuta oggetto di attacco da parte dei tutori dell’ordine pubblico che trasformarono in organizzazione paramilitare il movimento stesso con le pratiche d’ufficio di perquisizione della sede, delle case di ognuno che appariva nella lista degli aderenti, con plateali rivelazioni alla stampa di arsenali nascosti che alla effettiva verifica si rivelano in qualche arma ad uso personale o sportivo con regolare registrazione e licenze.
La via della trasparenza è ostacolata perché il mensile non arriva a destinazione e alla distribuzione arriva qualche dettato per rifiutarlo.
Nei riguardi dei responsabili del movimento la repressione giunge al licenziamento dal posto di lavoro e alla continua minaccia, anche attuale, di farlo perdere.
Dieci computer, a più riprese asportati dalla sede del movimento in quattro anni non sono mai stati restituiti anche se in essi non fu trovato alcunché di perseguibile.
Di questa seconda settimana di febbraio 2013 è una visita alla abitazione del Bortotto in sua assenza lasciando chiari segni di ricerca della prova che c’è del marcio in Danimarca.
Intanto altre nostalgie di una nazione che non c’è più entrano in movimenti che vogliono essere visibili alle prossime elezioni di febbraio e lo squilibrio di qualche scheggia impazzita invece tenta gesti illegali e inconsulti e inventa interventi terroristici e sequestri eccellenti sia per la visita del presidente Napolitano in veneto e per la prossima tornata elettorale. sempre a carico del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto.
E non si vuole di fatto usare le vie della trasparenza, anzi vi si lotta contro, che il MLNV esibisce a tutti.
Ho ripetuto fin troppe volte la sigla MLNV perché sia chiara la differenziazione da qualunque altra organizzazione.
Questo movimento persegue vie legali, assolutamente di fronte a qualunque persona e a qualsiasi istituzione, escludendo ogni forma di violenza, escludendo le armi, e senza divise spesso citate dalla comunicazione e mai esibite.
Sono disponibile per offrire, per qualunque riferimento che sembrasse senza prove, quanto può essere di sostegno.
MARIO CORATO