Non solo devi pagare comunque il ticket, ma sarai segnalato ad Equitalia che ti farà pagare sanzioni e oneri e per giunta finirai in una «black list» di utenti che, con la loro disattenzione o la loro superficialità, sono responsabili delle lunghe liste d’attesa.
L’idea era stata lanciata qualche giorno fa dal direttore generale della Usl 8 Renato Mason.
«Proprio il mancato rispetto delle prenotazioni – denunciava il dg dell’Usl – costituisce il principale problema delle liste d’attesa.
Chi non si preoccupa di cancellare la propria prenotazione fa attendere inutilmente gli altri, l’Usl procederà con il recupero del relativo ticket e della quota fissa».
L’Usl ha ragione da vendere: da poco è stato pure inaugurato un sistema che ricorda qualche tempo prima della visita la prenotazione effettuata con una telefonata al recapito comunicato. Inoltre è possibile disdirla in qualunque momento, anche a notte fonda, in quanto è stato installato un risponditore automatico.
Chi non si presenta all’appuntamento ha ora ben poche scusanti.
Ma lo 0,7 insiste e non si fa vedere.
Cifra irrisoria?
Non tanto, se si considera che nel 2011 sono stati un milione le visite e gli esami erogati dall’Usl 8 e sono stati 7mila gli utenti che hanno allungato senza motivo le liste d’attesa.
Ma se prima si poteva farla franca, oggi non più.
Quando una visita non viene disdetta per tempo, scatta la richiesta di pagamento.
Prima una comunicazione «bonaria» che invita a pagare ticket e quota fissa entro dieci giorni.
Poi la cosa passa nelle mani di Equitalia: con l’iscrizione a ruolo per il pagamento, al dovuto saranno aggiunti importi per sanzioni e oneri.
Chi avesse la fortuna di scampare a tutto questo, non canti vittoria.
Già, perché verrà inserito in una vera e propria «black list».
L’Usl installerà un sofisticato software nel centro unico di prenotazione (cup) che terrà debita traccia dell’utente «smemorato»: e al momento in cui si presenterà a chiedere una prestazione, la malefatta emergerà in tutto il suo fulgore.
E finchè non pagherà il dovuto, non potrà accedere ad alcuna visita o esame.
Dura lex, sed lex, dicevano gli antichi.
Ma se questo serve ad abbassare i tempi di attesa, ben venga, dirà più di qualcuno. In effetti da questo punto di vista l’Usl 8 ha una eccellenza da difendere: secondo i dati comunicati a fine anno, il rispetto dei tempi massimi d’attesa fissati dalla Regione è pari al 99,5 per cento.
Si attende mediamente sette giorni per una prestazione di massima priorità che deve essere erogata nel tempo massimo di dieci, diciannove giorni quanto siamo nel limite dei 30/60 giorni, cinquantasette giorni quando la prestazione deve essere programmata entro sei mesi.
Ma quanto potrebbe recuperare in termini di soldi l’Usl 8 dall’operazione«prenotazione non disdetta»?
Il calcolo è presto fatto: gli inadempienti sono 7 mila, il ticket per una visita mediamente 20 euro, la quota fissa 5 o 10 euro a seconda del reddito.
Calcolando una media di 27 euro, siamo già a 189 mila euro, non proprio bruscolini di questi tempi.
E l’importo è sicuramente maggiore perché vi sono anche prestazioni che superano i 40 euro.
Tuttavia pare che siano soprattutto le visite a essere disattese senza motivo, mentre per esami più impegnativi la prenotazione pare sostanzialmente rispettata.
O, se non altro, disdetta per tempo: una possibilità adottata dal 12 per cento degli utenti, ovvero 120 mila all’anno.
da LA TRIBUNA DI TREVISO clicca qui