Pubblicato il 31 maggio 2012 da
Monti ha basato la sua azione, in questi sei mesi di “duro” lavoro, su tre principii fondamentali, riassumibili in questi tre concetti.
1) Prima aumentiamo le tasse, poi migliorerà la situazione economica.
2) Prima facciamo chiudere tutte le aziende, poi creeremo posti di lavoro.
3) Prima leviamo ai cittadini tutti i soldi che hanno a disposizione, poi aumenteranno i consumi.
Tutti sappiamo in quale maniera antidemocratica Monti sia stato (im)posto al Governo dell’Italia ma non tutti, purtroppo, credevano che Monti fosse parte attiva di un progetto diabolico per schiavizzare i popoli.
I sei mesi del suo operato costituiscono la prova lampante che il Prof. Monti è l’espressione del male, di quell’entità che si arroga il diritto di imporre la sottomissione dei popoli nella loro più assoluta inconsapevolezza.
Dopo sei mesi della sua satanica attività i risultati sono: un carico fiscale molto più pesante, un debito pubblico molto più grande di prima e la minaccia di ipoteca su tutti gli immobili privati a garanzia del debito pubblico.
Era questo il suo intento?
Un docente che applica questi tre princìpii, che sono l’esatto contrario no solo di ciò che insegna la scienza dell’economia, ma di quanto avviene nella pratica giornaliera del libero mercato, sta solo completando il progetto di distruzione a cui è stato demandato.
Qualunque imprenditore sa che una pressione fiscale insostenibile come quella a cui siamo sottoposti da anni ed aggravatasi negli ultimi mesi, può solo produrre fallimenti, dismissioni, disoccupazione e disperazione.
Qualunque di noi sa che quando un’azienda chiude è difficilissimo farla ripartire e se le cause che hanno portato alla sua chiusura coincidono con i tre principii di Monti e non vengono drasticamente rimosse, quell’azienda non riaprirà mai più.
Tutti noi sappiamo, senza averlo mai studiato, ma per averlo testato quando, mettendo mano al nostro portafogli ci accorgiamo che è vuoto, che senza soldi in tasca non si va nei negozi a fare acquisti e senza acquisti il mercato va indietro, arretra l’economia, si va in recessione e la recessione crea ulteriori fallimenti, chiusure, disoccupazione e disperazione.
Monti e i suoi fratelli satanici hanno portato a termine la loro opera di disgregazione della società democratica ed ora i popoli si trovano ad un bivio:
– accettare passivamente il gramo destino che la banda dei diabolici potenti ha riservato agli schiavi;
– ribellarsi, cacciare i dèmoni impostori e riprendere in mano le redini dei propri destini.
Le sedicenti Istituzioni democratiche repubblicane si stanno preparando a questa seconda evenienza convocando vertici nelle Prefetture per prevenire disordini ipotetici, ma altamente probabili, vista l’alta tensione sociale latente.
Cosa faranno?
Metteranno in atto arresti preventivi di cittadini “esasperati”, di potenziali “sobillatori”? O si limiteranno ad azioni di contrasto tramite le forze speciali antisommossa?
Ma queste istituzioni chi difendono?
I cittadini esasperati da imposizioni folli o i folli che continuano ad imporle?
Non sarebbe il caso che le forze dell’ordine si aggregassero alle sacrosante future proteste dei cittadini per dare loro manforte ad assegnare tutti gli autori e spalleggiatori del disastro sociale a democratici tribunali popolari, tribunali composti da onesti cittadini, padri e madri di famiglia, per un giudizio equo e imparziale emesso secondo il principio del buon senso del padre di famiglia?
Se così non sarà, se i responsabili la faranno ancora e sempre franca rimanendo impuniti, addirittura con la protezione di chi ha il dovere di difendere tutti i cittadini, queste istituzioni democratiche avranno innescato, molto incautamente, la miccia di una guerra civile.
Daniele Quaglia