0742-0756 – IL QUARTO DOGE – DIODATO TEODATO IPATO

Dopo il giallo di Orso sembra quasi che il potere imperiale voglia cancellare definitivamente il cammino dell'autonomia veneta.
Si alternano, anziché dei dogi, i magister militum dai quali stava nascendo il dogato.
L'ultimo di questi, un tale Giovanni, soprannominato Fabriciano per le sue insistenti febbricole, fu, come altri che vedremo, abbacinato (accecato tenendo aperte le palpebre fino alla distruzione della retina) e scacciato.
E si instaura il sistema dogale che non verrà più abbandonato fino al 1797.
Non più a Eraclea ma nell'isola di Malamocco, dove venne eletto Diodato o Teodato che si voglia, ben visto dai bizantini che lo nominano Ipato.
Di fatto siamo ancora nel bel mezzo di due volontà: il popolo che acclama, l'imperatore che benedice “il funzionario”.
Ben presto, mentre sulla terraferma il longobardo Astolfo realizza i suoi piani, mentre i Franchi si affacciano sul boccone longobardo, Teodato cade dall'asse di equilibrio non intervenendo contro Astolfo col quale aveva rinnovato il trattato fatto con Liutprando da Paoluccio e un certo Galla, interprete del risentimento bizantino lo fa deporre e abbacinare nel 756.