IL TIROLO E LO SPETTRO DELL’INVASIONE DA SUD

Il governatore del Tirolo agita lo spettro dell’invasione dal sud
Günther Platter, governatore del Tirolo, ha il chiodo fisso dei profughi che potrebbero arrivare dall’Italia. A giorni alterni ne evoca la minaccia, benché ormai non se ne vedano da queste parti dal 2015. Se, di tanto in tanto, sulla stampa austriaca (e, per ricaduta, su quella italiana) si riparla della chiusura del Brennero, il merito è tutto suo.
Che l’Italia sia la sponda naturale di approdo di quanti fuggono dall’Africa è un dato di fatto. Che gli sbarchi nelle ultime settimane siano aumentati è fuori discussione. Ma ormai da tempo l’Italia sta facendo il proprio dovere, nel rispetto degli impegni presi a livello europeo, e registra tutti quelli che arrivano e poi, bene o male, se ne fa carico. Alcuni sfuggono ai controlli, perché sono richiedenti asilo in attesa di sapere che ne sarà di loro, e non possono essere trattati come fossero prigionieri. Chi sfugge punta dritto al nord. Ma quando arriva al Brennero, in treno o con altri mezzi di fortuna, viene fermato dalle pattuglie di polizia e, se mette piede in Austria, viene riconsegnato all’Italia.
Le pattuglie sono miste, con poliziotti austriaci e italiani, che operano insieme. Alle volte si aggiungono anche poliziotti tedeschi. Tutti dicono che il sistema di controlli funziona alla perfezione e che il travaso di profughi dall’Italia all’Austria, attraverso il Tirolo, è azzerato o quasi. Lo dicono i ministri degli Interni dei due Paesi, quando si incontrano, lo dice il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher (che è la controparte italiana del governatore di Innsbruck Platter), lo ha riconosciuto il presidente della Repubblica austriaca, Alexander Van der Bellen, in occasione della sua recente visita a Roma.
E pur tuttavia Platter non la smette di evocare la minaccia di un’invasione da sud. Lo ha fatto di nuovo l’altro ieri, negli incontri che ha avuto a Roma con il sottosegretario per l’immigrazione, Domenico Manzione, e con il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. Lo accompagnava il presidente della Provincia di Bolzano Kompatscher.
In quell’occasione il governatore tirolese ha sottolineato come la crisi del profughi non sia stata superata e come, anzi, il numero degli sbarchi sulle coste italiane sia fortemente aumentato da gennaio. “Gli ingressi sono cresciuti del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – ha osservato Platter – Perciò servono vigilanza e massicci controlli da parte dell’Italia, affinché siano impediti ingressi illegali in Tirolo”.
Il governatore ha ribadito questi concetti ieri mattina intervenendo nel servizio radiofonico dell’Orf “Morgenjournal”. Ha detto che “i controlli a sud del Brennero devono essere fortemente intensificati” e ha sostenuto la necessità di creare centri di asilo in Libia. “Così come l’Italia non può essere lasciata sola – ha detto – così l’Italia e l’Europa devono aiutare la Libia”. Detto questo, Platter ha ritornato a battere sul suo solito chiodo: “Se l’Italia ricomincia a rimandare avanti i profughi, come è già accaduto in passato, allora si dovranno ripristinare i controlli direttamente al Brennero”. Insomma, di nuovo la minaccia di chiudere il confine lungo la più importante via di comunicazione – stradale, autostradale e ferroviaria – tra l’Italia, l’Austria e il Centro Europa.
Quanto l’allarmismo di Platter sia fuori tempo e ingiustificato lo dimostra il fatto che il suo collega carinziano, Peter Kaiser, non è altrettanto agitato, benché anche il valico di Tarvisio corra gli stessi rischi del Brennero. Si sa che in futuro un problema di transiti alle frontiere potrebbe ripresentarsi e per questo sono state adottate misure per essere pronti a intervenire in caso di emergenza, ma perché agitare questo spettro anche quando l’emergenza non c'è? L’unica spiegazione è che Platter lo faccia per ragioni di politica interna: per guadagnare consensi non c’è nulla meglio che inventare una minaccia e mostrare a tutti che si è determinati ad affrontarla.
 
NELLA FOTO, il governatore del Tirolo, Günther Platter.