Nella giornata di Ieri, la Frontiera del Brennero, un lembo di Europa, tra Italia e Austria, diventato un simbolo per i militanti del movimento “No-border”, si è trovato al centro di un assalto che ha provocato danni, feriti tra le forze dell’ordine ed ore di tensione in tutta la zona.
I gruppi anarchici e black bloc sono arrivati al Brennero da tutta Europa.
Grazie ai mezzi finanziari forniti dal miliardario ebreo statunitense, George Soros, quello che finanzia la “No Borders” e le altre ONG che favoriscono l’ondata migratoria in Europa, la mobilitazione è stata attuata da vari paesi d’Europa da cui provenivano molti militanti per manifestare contro la barriera anti immigranti prevista dall’Austria. Le spese per il viaggio, colazione e trasferta sono state tutte finanziate dall’organizzazione con incluse le spese legali per gli arrestati.
Con un appello sul web, quelli della “No Borders” hanno organizzato una manifestazione contro il muro anti-migranti che il governo di Vienna vuole costruire al confine con l’Italia.
350 metri di barriera, annunciata e già finanziata dal governo austriaco con 1 milione e mezzo di euro.
Nessun partito politico ha aderito, ma all’appuntamento al Brennero ieri sono arrivati in seicento e sono iniziati gli scontri.
Il valico del Brennero è rimasto per ore avvolto nella nebbia dei fumogeni.
Tutti al buio, nonostante la giornata di sole.
Una lunga fila di treni bloccata al confine, spaventati i passeggeri, l’autostrada Bolzano-Innsbruck chiusa per ore, centinaia di agenti e carabinieri in tenuta antisommossa sui binari della linea internazionale a fronteggiare i militanti pro invasione.
Una guerriglia scatenata a quota 1300 Mt..
Una guerriglia scatenata a quota 1300 Mt..
Quattro i feriti e diciotto i contusi tra le forze dell’ordine.
Nessuno di loro è grave.
Cinque invece le persone arrestate, sono tutti italiani.
Ma gli scontri al Brennero sono andati avanti per ore, come già avvenuto in Val di Susa.
Si tratta degli stessi gruppi e della medesima organizzazione che ha manifestato in Francia, a Calais, a favore dei migranti bloccati in attesa di passare in Inghilterra.
Stessa organizzazione, stessa regia e stesso finanziatore.
I manifestanti si battono per l’abolizione di tutte le frontiere e per realizzare una società “multiculturale”, omologata secondo le direttive delle centrali sovranazionali diBruxelles, conforme alle raccomandazioni dell‘ONU (quelle di sostituire le popolazioni europee), in ossequio a quanto indicato anche dal FMI (necessità di manod’opera di riserva per i paesi europei) e in totale accordo con i messaggi lanciati da Papa Francesco. Tanto d’accordo da poterli indicare come i “black blok” benedetti dal Papa.
Proprio nel punto della frontiera in cui si esce dall’Italia e si entra in Austria, si sono diretti i militanti “filo papalini” , i black bloc e gli anarchici che erano appena scesi alla stazione ferroviaria del Brennero poco prima delle 14. Molti sono arrivati anche dall’Austria e dalla Germania. I primi ad essere aggrediti, sono stati un gruppo di giornalisti che li aspettavano con le telecamere, tanto per fare una sceneggiata ad uso delle TV.
Già da vari giorni, sul Web e sui social media, la manifestazione era stata annunciata con un volantino molto esplicito: un uomo con il volto coperto dal passamontagna, con un bastone in mano e il filo spinato sullo sfondo.
Il corteo dei militanti mondialisti, molti dei quali con il volto coperto dai caschi da moto e da maschere antigas, con i bastoni in mano, si sono divisi in due tronconi: uno si è diretto verso l’autostrada bloccando la circolazione in entrambi i sensi, altri verso la linea ferrovia. Un gruppo, sempre a piedi, ha raggiunto il confine proprio dove è previsto di ripristinare i controlli e posizionare le barriere anti-migranti.
Urlando le slogan “Distruggiamo le barriere” , “No alle frontiere”, “viva il Papa”, hanno lanciato sassi e grossi oggetti contro le forze dell’ordine che hanno risposto con i lacrimogeni.
Il fumo ha avvolto il valico, mentre sono entrati in azione gli idranti che hanno fatto indietreggiare i manifestanti.
Bloccati i treni e la viabilità sull’autostrada che collega Bolzano a Innsbruck.
Gli scontri sono durati ore.
Le organizzazioni No Borders prevedono di fare altre manifestazioni in concomitanza con una campagna che verrà lanciata da varie ONG per chiedere la disobbedienza civile nel caso che i nazionalisti vincano le elezioni in Austria e si prevedono manifestazioni clamorose per contestare le scelte antimigrazione che verranno prese dal nuovo presidente austriaco.
Niente di nuovo ma rimane chiaro che, contravvenire alle direttive mondialiste dettate dagli organismi sovranazionali, rappresenta una sfida alla quale si risponde prima con le “truppe” di Soros e poi con le campagne mediatiche diffamatorie, una esperienza simile a quella già subita dal premier ungherese Viktor Orban.
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