Ci ritroviamo ancora una volta a confrontarci con metodi estremamente diversi nel concepire e percorrere il cammino verso la libertà.
Non può esserci libertà senza il risveglio e la presa di coscienza da parte di Persone che prima di essere Cittadini della Repubblica Veneta devono riscoprirsi appunto esseri umani, titolari esclusivi dei propri diritti e doveri nei confronti di sé stessi, degli altri e del Creato stesso.
Non possiamo pretendere e ancor meno concepire una futura Repubblica composta di Cittadini non responsabili del proprio ruolo preponderante rispetto anche alle stesse istituzioni che si daranno.
Anche il diritto internazionale parla chiaro … l’autodeterminazione non è una conquista dettata dal consenso popolare ma dal diritto che ha un Popolo ad autodeterminarsi.
Quindi, se ci deve essere un Popolo (e non una popolazione) titolare del proprio diritto ad autodeterminarsi, in capo a cosa verte la titolarità per il Popolo Veneto?
Essere titolari di un diritto significa prima di tutto essere responsabilmente consapevoli di esso.
Quanti Veneti hanno realmente compreso cosa significa autodeterminarsi?
Sempre più spesso non pochi inbonitori di turno esordiscono col rivendicare tale diritto come la soluzione a problemi personali che accomunano la maggior parte delle persone.
Il problema delle inique e infami tasse che l’italia pretende di imporre al Popolo Veneto è sicuramente l’origine di una delle tante necessità individuali destinata a svilupparsi come una impellenza collettiva dell’intero Popolo Veneto, ma solo marginalmente ha a che fare con le ragioni del diritto all’autodeterminazione.
Non ci si autodetermina per pagare meno o non pagare tasse ma per essere liberi.
Se non c’è prima questo risveglio e presa di coscienza su ciò che siamo e sull’importanza di decidere di essere ciò che siamo, alle prime difficoltà ci si flette su se stessi e si rinuncerà a lottare e lo stato straniero italiano, al contrario, sa come sopravvivere a sé stesso e alle sue iniquità.
È sicuramente facile e comodo “delegare” ad altri la rivendicazione dei nostri diritti ma non è il percorso che farà emergere il nostro diritto all’autodeterminazione.
Fin tanto che le persone affideranno ad altri la rivendicazione del proprio diritto all’autodeterminazione non ci sarà mai alcuna attribuzione e riconoscimento di validità perché viene meno il principio di effettività al quale si richiama.
Qualsiasi diritto stabilito sulla “carta” non ha alcun valore se non è concretamente applicabile.
WSM
Venetia, 7 dicembre 2016
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio