GLAXO: FARMACI, TANGENTI, FAVORI SESSUALI E FRODE IN CINA.

Ecco a chi è affidata la nostre salute.
 
Un vecchio e saggio proverbio recita: “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio“.
Quando si tratta poi di Glaxo il non fidarsi è d’obbligo dopo tutti gli scandali e il malaffare accumulati nel corso della sua attività.
Il primo a non fidarsi dovrebbe essere il governo per tutelare il suo popolo, ma così non è e si continua a far finta di non vedere (qualcuno questa forma di cecità la chiama corruzione), e a lasciar campo libero a questo gigante farmaceutico.
Certo se tu non paghi le tasse ingiuste e più alte d’Europa come il Bollo auto verrai perseguito ed etichettato come “il cattivo” e “il male” per la società mentre se siedi nel consiglio di amministrazione di qualsiasi multinazionale puoi far quello che vuoi, che tanto ci sarà sempre qualcuno a pagare per te e sarai sempre ben accetto da ogni politico al governo, soprattutto se la “busta” è bella piena.
Ritornando alla Glaxo vogliamo ricordare tra i tanti già riporti e non scandali, quello che ha combinato in Cina, perché le persone in buona fede devono capire che al mondo non siamo tutti gli stessi, come da piccoli nei cartoni animati, oggi nei film, i cattivi esistono anche nella vita reale.
Glaxo mette il fatturato dinnanzi a tutto, e non sono supposizioni, ecco cosa è successo in Cina.
Il gigante farmaceutico britannico ha riportato un balzo nelle vendite del 20% a circa 1,15 miliardi di euro.
Ma secondo le autorità anti-frode di Pechino la maggior parte sarebbero il frutto di pratiche illegali.
L’accusa: aver corrotto personale medico perché prescrivesse i suoi farmaci attraverso una rete di 700 intermediari.
Agenzie di viaggio e di consulenza fittizie che si assicuravano i contratti con i dirigenti GSK, secondo quanto riportato, anche con corrispettivi di natura sessuale.
Secondo i quotidiani cinesi, le agenzie sarabbero state usate per creare dei fondi neri, erogati ai medici attraverso carte di credito dell’azienda.
Le tangenti ammonterebbero a oltre 371 milioni di euro e quattro dirigenti cinesi del gruppo in Cina sono già finiti in manette.
Il capo della divisione cinese di GSK, dicono le autorità, avrebbe lasciato il Paese a fine giugno.
 
(segnalato da Benedetto Celot e tratto da: CLICCA QUI)