Riceviamo e pubblichiamo.
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di Giuliuana Merotto
Siamo prossimi alle elezioni italiane per il rinnovo del Consiglio Regionale Veneto.
Da molti tabelloni ai margini delle nostre strade e nei punti strategici delle nostre città venete sorride speranzoso il Governatore uscente, impegnato per tornare dov’era, con faccia di bronzo e vergognosa dovizia di mezzi – dati i tempi grami.
Alle spalle, un annus horribilis in cui sono emerse le peggiori verità su personaggi del governo italico indegni e corrotti, mentre imposte e balzelli a carico dei poveri cristi sono aumentati in un “crescendo rossiniano”, fino a far fare a più di qualcuno la fine della rana bollita.
In un’Italia in disgregazione, sempre più povera e indebitata, è forte la pressione dei veneti animati da buone intenzioni e preoccupati per il futuro dei loro figli e nipoti.
Gruppi, movimenti, partiti e partitini di ispirazione venetista nascono come i funghi, procedendo in ordine sparso.
Molti coltivano la speranza in un possibile cambiamento che porti la nostra Regione
all’indipendenza, o a una maggiore autonomia (del federalismo nessuno parla più).
Tra un sondaggio e un referendum, la confusione sulla strada da prendere regna sovrana, e diventa terreno di coltura per i furbi, che dalla confusione sono sempre pronti a trarre vantaggio.
Chi ha cinquant’anni ricorda l’esordio della “Liga Veneta”, e l’entusiasmo con cui è stato accolto il neonato partito, che prometteva ai Veneti la riconquista della sovranità sul loro territorio, e la presa di coscienza della propria Storia, identità e cultura.
Col tempo, l’Idea iniziale naufragò nella Lega Nord, che finì con la marmellata fino ai gomiti, e attualmente mendica voti perfino nell’Italia insulare.
Tornando ai Partiti Venetisti italiani, occorre spendere due parole per fare chiarezza: nessuno che ami il Veneto si illuda che tali Partiti, nati in obbedienza alle leggi dello Stato occupante italiano, saranno diversi dalla “Liga” degli anni Ottanta.
Come gli altri partiti italiani, i Partiti Venetisti hanno come obiettivo la conquista della carica e dei relativi privilegi, nonostante le buone intenzioni – di cui, com’è noto, è lastricata la strada che porta all’inferno.
Come gli altri, i candidati dei Partiti Venetisti coagulano le proprie ambizioni nel loro Logo, dov’è in primo piano la parola VENETO, dimenticando che definire VENETO i territori della ex SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA è riduttivo e sbagliato.
A scuola si sono ben guardati dall’insegnarci la nostra Storia: vi abbiamo incontrato le antiche civiltà, dall’Antico Egitto all’antica Grecia, all’antica Roma, ma quasi nulla che ci riguardi: VENEZIA, Città che qualunque abitante del Pianeta sogna di poter visitare prima di morire, è stata relegata tra le repubbliche marinare!!!
Questa, tuttavia, non è una valida ragione per continuare a ignorare che TUTTO il territorio illegalmente occupato dall’Italia nel 1866 deve TORNARE al LEGITTIMO PROPRIETARIO.
Chi è sensibile al tema – e un Veneto non può essere insensibile – si informi, e prenda nota dell’estensione territoriale della Serenissima Repubblica di Venezia, durata 1500 anni, che ha fatto scuola al Mondo per saggezza e civiltà.
Tornando a noi, per riavere la Sovranità sul nostro Territorio non servono i Partiti Venetisti, che nascono in obbedienza alle leggi italiane e hanno gli stessi scopi di tutti gli altri partiti italiani.
Anche a voler credere nella buonafede dei loro leader, essi distolgono i Veneti dall’obiettivo primario, il ritorno allo status quo antea, cioè la restituzione del maltolto da parte dell’Italia.
È questo l’Obiettivo del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto, che ha imboccato la strada della Diplomazia per ottenere l’auspicato riconoscimento di sovranità nazionale da parte dell’ONU e di altri Paesi esteri.
Se è vero che repetita juvant, è bene ricordare che – per quanto ci riguarda – il MLNV è l’unico istituto dotato di personalità giuridica ad avere titolo per dialogare con l’ONU e con le altre Istituzioni di diritto internazionale. Investito di tale responsabilità, il MLNV è impegnato a far leva sul diritto all’autodeterminazione dei popoli, sancito dal diritto internazionale e recepito con apposita legge da tutti i Paesi del mondo, Italia compresa.
Un diritto che rafforza la nostra rivendicazione di proprietà e sovranità sul nostro territorio, occupato con la forza e con l’inganno nel 1866.
È su questo fronte che dobbiamo combattere insieme, senza cedere al canto delle Sirene.
Siamo prossimi alle elezioni italiane per il rinnovo del Consiglio Regionale Veneto.
Da molti tabelloni ai margini delle nostre strade e nei punti strategici delle nostre città venete sorride speranzoso il Governatore uscente, impegnato per tornare dov’era, con faccia di bronzo e vergognosa dovizia di mezzi – dati i tempi grami.
Alle spalle, un annus horribilis in cui sono emerse le peggiori verità su personaggi del governo italico indegni e corrotti, mentre imposte e balzelli a carico dei poveri cristi sono aumentati in un “crescendo rossiniano”, fino a far fare a più di qualcuno la fine della rana bollita.
In un’Italia in disgregazione, sempre più povera e indebitata, è forte la pressione dei veneti animati da buone intenzioni e preoccupati per il futuro dei loro figli e nipoti.
Gruppi, movimenti, partiti e partitini di ispirazione venetista nascono come i funghi, procedendo in ordine sparso.
Molti coltivano la speranza in un possibile cambiamento che porti la nostra Regione
all’indipendenza, o a una maggiore autonomia (del federalismo nessuno parla più).
Tra un sondaggio e un referendum, la confusione sulla strada da prendere regna sovrana, e diventa terreno di coltura per i furbi, che dalla confusione sono sempre pronti a trarre vantaggio.
Chi ha cinquant’anni ricorda l’esordio della “Liga Veneta”, e l’entusiasmo con cui è stato accolto il neonato partito, che prometteva ai Veneti la riconquista della sovranità sul loro territorio, e la presa di coscienza della propria Storia, identità e cultura.
Col tempo, l’Idea iniziale naufragò nella Lega Nord, che finì con la marmellata fino ai gomiti, e attualmente mendica voti perfino nell’Italia insulare.
Tornando ai Partiti Venetisti italiani, occorre spendere due parole per fare chiarezza: nessuno che ami il Veneto si illuda che tali Partiti, nati in obbedienza alle leggi dello Stato occupante italiano, saranno diversi dalla “Liga” degli anni Ottanta.
Come gli altri partiti italiani, i Partiti Venetisti hanno come obiettivo la conquista della carica e dei relativi privilegi, nonostante le buone intenzioni – di cui, com’è noto, è lastricata la strada che porta all’inferno.
Come gli altri, i candidati dei Partiti Venetisti coagulano le proprie ambizioni nel loro Logo, dov’è in primo piano la parola VENETO, dimenticando che definire VENETO i territori della ex SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA è riduttivo e sbagliato.
A scuola si sono ben guardati dall’insegnarci la nostra Storia: vi abbiamo incontrato le antiche civiltà, dall’Antico Egitto all’antica Grecia, all’antica Roma, ma quasi nulla che ci riguardi: VENEZIA, Città che qualunque abitante del Pianeta sogna di poter visitare prima di morire, è stata relegata tra le repubbliche marinare!!!
Questa, tuttavia, non è una valida ragione per continuare a ignorare che TUTTO il territorio illegalmente occupato dall’Italia nel 1866 deve TORNARE al LEGITTIMO PROPRIETARIO.
Chi è sensibile al tema – e un Veneto non può essere insensibile – si informi, e prenda nota dell’estensione territoriale della Serenissima Repubblica di Venezia, durata 1500 anni, che ha fatto scuola al Mondo per saggezza e civiltà.
Tornando a noi, per riavere la Sovranità sul nostro Territorio non servono i Partiti Venetisti, che nascono in obbedienza alle leggi italiane e hanno gli stessi scopi di tutti gli altri partiti italiani.
Anche a voler credere nella buonafede dei loro leader, essi distolgono i Veneti dall’obiettivo primario, il ritorno allo status quo antea, cioè la restituzione del maltolto da parte dell’Italia.
È questo l’Obiettivo del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto, che ha imboccato la strada della Diplomazia per ottenere l’auspicato riconoscimento di sovranità nazionale da parte dell’ONU e di altri Paesi esteri.
Se è vero che repetita juvant, è bene ricordare che – per quanto ci riguarda – il MLNV è l’unico istituto dotato di personalità giuridica ad avere titolo per dialogare con l’ONU e con le altre Istituzioni di diritto internazionale. Investito di tale responsabilità, il MLNV è impegnato a far leva sul diritto all’autodeterminazione dei popoli, sancito dal diritto internazionale e recepito con apposita legge da tutti i Paesi del mondo, Italia compresa.
Un diritto che rafforza la nostra rivendicazione di proprietà e sovranità sul nostro territorio, occupato con la forza e con l’inganno nel 1866.
È su questo fronte che dobbiamo combattere insieme, senza cedere al canto delle Sirene.