NEWS – TERRITORIO E AMBIENTE

2013.08.19 – PATRIMONIO BOSCHIVO E FAUNISTICO DELLA REPUBBLICA VENETA – DIFFIDA ALL’ITALIA


Alle autorità d'occupazione straniere italiane:

  • presidente della giunta regionale dell’ente amm.vo straniero italiano “regione Veneto"
  • governo italiano a mezzo la prefettura straniera italiana in Treviso
e p.c.
  • O.N.U. – SEGRETARIO GENERALE
  • O.N.U. – ASSEMBLEA GENERALE
 
Oggetto:patrimoni boschivi e faunistici della Repubblica Veneta – atti di disposizione del Territorio della Repubblica Veneta, dei suoi beni mobili e/o immobili e/o dei suoi patrimoni faunistici e boschivi.
 
D I F F I D A.
 
E’ ormai noto come codesto ente straniero italiano “regione Veneto”, vero e proprio ente amministrativo dello stato straniero occupante razzista e colonialista italiano, abbia dato il via libera alla possibilità di distruggere tutte le aree boschive nei Territori della Repubblica Veneta per lasciare spazio ad aree agricole e più in particolare alla piantumazione e coltivazione incontrollata di vigneti.
 
Questa inaudita iniziativa prende il via con l’assurda e deleteria legge n. 3 del 05.04.2013 di codesto ente, “legge finanziaria regionale per l’esercizio 2013”, il cui criterio ispiratore va nella direzione di procurare indebiti vantaggi patrimoniali alla ristretta cerchia di una categoria professionale a danno dell’intero Popolo Veneto e dei suoi Territori.
 
Inutile ricordare infatti come l’attuazione di una simile scellerata normativa straniera – nelle more dell’ormai prossimo ripristino della piena Sovranità del Popolo Veneto sui Territori della Repubblica Veneta – comporterebbe danni incalcolabili quali la distruzione di preziosi boschi collinari e prealpini, alcuni dei quali cari alla Serenissima Patria da tempi immemori quali quello del Montello, l’insorgenza di pericoli di frane e smottamenti, gravissimi pericoli per la salute dei Cittadini Veneti e dell’ambiente a causa delle irrorazioni di pesticidi e fitosanitari, e l’inevitabile distruzione irreversibile della flora locale, della c.d. biodiversità e del patrimonio faunistico (solo per citarne alcuni). 
 
Nel richiamare in questa sede tutti i precedenti decreti di questo Governo Veneto Provvisorio (GVP), che qui si intendono integralmente richiamati e notificati, e ai quali è bene si attenga con scrupolo e stretta osservanza anche codesto ente amministrativo straniero – decreti peraltro reperibili online sul sito istituzionale di questo Governo Veneto Provvisorio istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell'art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977 – si diffida codesto ente straniero dal dare esecuzione alla legge sopra richiamata.
 
Si avvisa sin d’ora che, in difetto, la responsabilità di una sua attuazione verrà ascritta a ciascun promotore e/o firmatario, che ne risponderà a tempo debito innanzi alla Giustizia Veneta in sede penale e in sede civile con tutti i suoi beni presenti e futuri, per il risarcimento di tutti i danni derivanti alla Nazione Veneta.
 
Si rammenta, per l’ennesima volta, come in fatto e in diritto lo stato italiano sul Territorio della Repubblica di Venezia rimanga ad oggi uno stato straniero occupante, a nulla rilevando sotto il profilo della legittimazione dell’esercizio della sua sovranità sul Territorio della Nazione Veneta gli oltre cento anni di illecita e illegittima occupazione razzista e colonialista.
 
Pertanto, tutti gli atti e/o provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana d’occupazione sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione nei Territori occupati della Repubblica Veneta ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio;
 
per l’effetto, ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica straniera italiana è a tutti gli effetti inesistente, ovvero tamquam non esset.
 
Per di più, lo stesso stato straniero occupante razzista e colonialista italiano ha sancito l’illiceità e l’illegalità della sua permanenza sui Territori della Repubblica di Venezia con il decreto legislativo 13.12.2010, n. 212, in vigore dal 16 dicembre 2010, con il quale è stato abrogato a tutti gli effetti il regio decreto 04.11.1866, n. 3300, “col quale le provincie della Venezia e di Mantova fanno parte integrante del regno d’italia”.
 
Ciò posto, si diffida lo stato straniero occupante italiano e tutti i suoi enti dal porre in essere qualsiasi atto di disposizione del Territorio della Repubblica Veneta, da intendersi nei suoi confini storici alla data del 1866, e/o dei suoi beni mobili e/o immobili e/o dei suoi patrimoni.
 
L’O.N.U. è avvertita che in considerazione della totale inerzia e dolosa trascuratezza dimostrata di fronte alle numerose e legittime istanze di questo MLNV, peraltro fondate sui diritti sanciti dalla stessa Carta delle Nazioni Unite, dà prova di essere complice dello stato straniero occupante, razzista e colonialista italiano, disattendendo e violando il diritto all'autodeterminazione del Popolo Veneto e all'integrità della Repubblica Veneta.
 
Viva San Marco.
Venetia, lunedì 12 agosto 2013
 
Il Vice Presidente del MLNV e del GVP
dott. Paolo Gallina
 
VISTO
Il Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Sergio Bortotto
 
 

ORDINAMENTO GIURIDICO VENETO PROVVISORIO:

ART.18: LA SOGGETTIVITA’ GIURIDICA PRIMARIA ACCESSORIA (ESSERI BIOLOGICI VIVENTI IN NATURA)
L’OGVP riconosce ad ogni organismo vivente in natura, così come comunemente riconosciuto per tale, una soggettività giuridica primaria accessoria.
Rispettando il principio per cui l’OGVP tutela l’ecosistema nazionale e mondiale con la salvaguardia naturale dell’ambiente in tutti i suoi aspetti, luce, aria, acqua e terra, ad ogni essere biologicamente vivente in natura è riconosciuta una soggettività giuridica primaria accessoria e destinataria pertanto del diritto all’esistenza secondo il processo naturale della propria specie.
Il diritto ad un’esistenza naturale preclude la facoltà di interromperne volontariamente la stessa o di determinarne un suo innaturale svolgimento.
La soggettività giuridica primaria dell’essere umano è prevalente solo nei casi espressamente indicati dalla legge e per il determinarsi di uno stato di reale necessità.
 
Art. 11 DELLA CARTA COSTITUZIONALE (proposta dal MLNV all'Assemblea Costituente)
La Repubblica Federale Veneta promuove e tutela l’ecosistema nazionale e mondiale attraverso la salvaguardia naturale dell’ambiente in tutti i suoi aspetti, luce, aria, acqua e terra, riconoscendo ad ogni essere biologicamente vivente in natura il diritto ad un’esistenza secondo il processo naturale della propria specie.

 

 

2013.08.13 – IL JOVET BRUCIA, L’INDIFFERENZA ITALIANA E LA SOLIDARIETÀ AUSTRIACA

Da ormai un mese i boschi del friulano bruciano. Più di 800 ettari sono andati distrutti e c'è preoccupazione per i territori vicini. L'italia si comporta come di consueto con le tragedie venete, minimizzazione, nessuna o scarsa copertura mediatica, interventi palesemente insufficienti. Infantilmente gioiosi nell'acquistare inutili cacciabombardieri, di peraltro dubbia efficenza e nulla utilità (ricordiamo che l'italia non ha MAI VINTO una guerra, nemmeno durante la sua formazione, in cui fu sconfitta a Custoza e Lissa dai Veneti), tolto forse il trastullo dei suoi generali da armata Brancaleone, gli occupanti italiani non si preoccupano dei mezzi di soccorso ed emergenza, che latitano da sempre su tutti i territori occupati (vedi Sardegna e Sicilia, annualmente piagate dagli incendi). Di ben altro calibro è invece l'Austria, che da venerdì ha inviato aerei ed elicotteri in soccorso delle popolazioni e del territorio friulano (non cacciabombardieri, aerei antincendio), un'ennesima prova di solidarietà verso il nostro Popolo per cui dobbiamo un ringraziamento. Tuttavia non è detto che i rinforzi siano sufficienti e la tensione resta alta.

TRATTO DA QUI

WSM

Venetia, 13 Agosto 2013

Davide Giaretta

Provveditore Generale del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

2013.07.05 – DECRETO DEL FARE: CHI INQUINA NON PAGHERA’ PIU’.


Decreto Fare: chi inquina non pagherà più!bonifiche1
Addio Bonifiche, il Governo Letta condanna per Decreto la tutela delle falde acquifere: chi inquina non pagherà più 

Appello al Ministro dell'Ambiente Orlando per la tutela della qualità dell'acqua 
Altro che il principio “chi inquina paga”, con il cosiddetto “Decreto del Fare” festeggiano gli inquinatori, viene messa a rischio la salute dei cittadini e la qualità dell'acqua delle falde, un patrimonio comune di straordinaria importanza per la vita del paese.
Da circa un anno si erano moltiplicati i tentativi per inserire di straforo nei vari decreti urgenti, senza alcun confronto pubblico preliminare con i cittadini, una contro-riforma sulle bonifiche. 
Ora il Governo Letta e le lobby industriali hanno introdotto nel cosiddetto “Decreto del Fare” una norma di modifica del testo Unico sull'Ambiente D.lgs. 152/2006 che fa ritornare all'anno zero il settore delle bonifiche.
Si legge nel decreto “Nei casi in cui le acque di falda determinano una situazione di rischio sanitario, oltre all'eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione”. 
La qualità dell'acqua è subordinata alle logiche economiche, da oggi se chi inquina è d'accordo, si attenuerà l'inquinamento senza eliminare le sue fonti. 
E' assolutamente grave che venga inserito il principio della sola “attenuazione” dell'inquinamento anche in presenza di rischio sanitario conclamato.
In Italia circa il 3% del territorio è gravemente inquinato e classificato nei Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche in cui gli interventi sono gestiti direttamente dal Ministero dell'Ambiente. 
In realtà oltre a queste situazioni estreme (da Priolo a Bussi, passando per Taranto, Brindisi, Brescia ecc.) si aggiungono una miriade di siti inquinati o potenzialmente inquinati sparsi su tutto il territorio nazionale la cui procedura di bonifica nella stragrande dei casi viene seguita dai comuni (si stimano in diverse migliaia, da discariche incontrollate a pozzi inquinati).
Recentemente lo Studio SENTIERI dell'Istituto Superiore di Sanità ha dimostrato l'enorme impatto sanitario dell'inquinamento, con migliaia di morti in più rispetto all'atteso nei 37 siti monitorati.
In questo contesto che richiederebbe la messa in cantiere della vera grande opera, la bonifica del territorio italiano, il Governo Letta ha introdotto una norma sull'inquinamento delle falde acquifere che azzera ogni possibilità di bonifica definitiva delle aree inquinate, subordinando gli interventi di bonifica agli interessi economici di chi inquina anche in caso di concreto rischio sanitario.
Secondo Enzo Di Salvatore, professore di Diritto Costituzionale all'Università di Teramo «Subordinare l'eliminazione della fonte di inquinamento oltreché a possibilità tecniche anche al presupposto che ciò sia economicamente sostenibile per il privato che inquina si sostanzia in una prevalenza degli interessi economici del privato sul diritto alla salute e all'ambiente salubre. 
Ciò viola anche il diritto dell'Unione europea e segnatamente il principio chi inquina paga».
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua lancia un appello al Ministro dell'Ambiente Orlando, che ha dichiarato il tema della tutela dell'acqua tra quelli prioritari per il suo mandato, affinché il Governo riveda profondamente una posizione del tutto inaccettabile su un bene comune come l'acqua.
Il Forum chiede ai parlamentari di tutti i gruppi di intervenire per stralciare o almeno modificare profondamente le norme dal provvedimento nell'iter di conversione in legge in modo da rendere le norme realmente utili alla tutela della qualità dell'acqua.
Il Forum metterà in campo una serie di iniziative per contrastare quest'attacco all'accesso all'acqua potabile che l'ONU ha sancito essere un diritto umano, essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani.
Tratto da (CLICCA QUI)

2013.07.08 – VALDASTICO SUD, 27 AVVISI DI GARANZIA PER IL SOTTOFONDO DELL’AUTOSTRADA


Valdastico sud, 27 avvisi di garanzia per il sottofondo dell'autostradaVALDASTICO 1
Il lavoro di indagine partito dai comitati finalmente trova sbocco e conferma in grande: c'era un fondo di verità su quanto dicevamo… Questo dimostra l'importanza del lavoro dei cittadini dal basso che acquisendo conoscenze tecniche e scientifiche senza bisogno di grandi esperti preposti al controllo che non vedono mai nulla di quello che accade nel territorio sotto i loro piedi, si fanno carico della salute e dell’ambiente contando sulle proprie forze.

L'ipotesi di reato è falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata 
06/07/2013 
VICENZA.  
La Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha inviato 27 avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta presenza di materiali inquinanti non inertizzati che potrebbero essere stati utilizzati come fondo nella costruzione della Valdastico sud. 
Gli avvisi non sarebbero ancora arrivati a molti degli indagati, ma l'inchiesta -come riportato in passato dal giornale- è in corso. 
Le ipotesi di reato sono falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata. 
L'atto da parte della Dia era dovuto in quanto, per verificare l'eventuale presenza di rifiuti non inertizzati, si renderà necessario un esame tecnico irripetibile, un carotaggio del fondo autostradale che poi sarà analizzato. 
Di conseguenza gli indagati devono potersi tutelare nominando eventualmente dei periti di parte. 
Tra gli indagati ci sono i vicentini Attilio Schneck, in quanto presidente dell'autostrada Brescia-Padova all'epoca dei fatti, Antonio Beltrame (Acciaierie Afv di Vicenza), Fabio Zanotto (Egi Zanotto di Marano), Paolo Cornale (Ac.S.G. Palladio di Vicenza) e Mauro Saccon (R&C di Altavilla Vicentina).
Tratto da (CLICCA QUI)

 

2013.07.19 – COSI’ LA REGIONE VENETO ESPROPRIA I COMUNI


RETE STRADALE DEL VENETO19 LUGLIO 2013

Deregulation: così la Regione Veneto espropria ai Comuni caselli e stazioni
Caselli autostradali, stazioni delle ferrovie regionali e svincoli d’ingresso alle superstrade espropriati: la Regione Veneto li fa suoi, e decide di sottrarre ai Comuni la gestione urbanistica dei terreni in un raggio di 2 chilometri. 
Roba astrusa, materia da esperti? 
Mica tanto, visto che i caselli e gli svincoli – soprattutto quelli progettati nel reticolo di “grandi opere” a quattro corsie che la Regione e il suo assessore alla mobilità Chisso hanno autorizzato con il project financing – in Veneto abbondano e ce ne saranno sempre di più. 
La norma è contenuta nell’articolo 38 del Ptrc, il piano territoriale regionale di coordinamento, in pratica il grande “piano regolatore” del cemento e delle strade del Veneto.
La giunta di Luca Zaia ha ereditato il Ptrc dalla giunta Galan. 
Quest’ultima lo aveva adottato nel 2009, in scadenza di mandato. 
Poi, proprio a causa della valanga di osservazioni piovute dai mille comitati resistenti del Veneto, non era riuscito a portarlo ad approvazione in consiglio regionale. 
Ora il Piano ha ripreso il proprio iter. 
Ma non si è fermata nemmeno la mobilitazione dal basso. 
Lunedì 15 luglio il Ptrc è stato presentato a Vicenza, nella sala convegni di Confartigianato, dal vicepresidente della Regione Marino Zorzato: dalla platea sono emersi tutti i dubbi di ambientalisti e comitati verso quell’articolo, e non solo.
Maria Pia Farronato, attivista del comitato No Valsugana e dell’associazione LABC di Romano d’Ezzelino, lancia l’allarme: «L’anno scorso i comitati di tutto il Veneto avevano raccolto 3500 firme contro l’articolo 38 delle norme tecniche del Ptrc. 
Ma ora, con la “variante paesaggistica” approvata in aprile dalla giunta di Zaia, le cose sono ancora peggiorate: la Regine non si prende solo le aree attorno ai caselli delle autostrade, ma anche gli accessi alla “rete primaria”, cioè le superstrade». 
Che vuol dire “variante paesaggistica”? 
Semplice: il Ptrc nasceva come piano urbanistico e della mobilità, da completare con un ulteriore piano, quello del paesaggio, di cui il Veneto non è ancora dotato nonostante sia un obbligo prescritto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004. 
Nei mesi scorsi però la giunta regionale ha deciso di non attendere oltre: anziché realizzare un piano paesaggistico ex novo, ha riformato il Ptrc dando a quest’ultimo una “valenza paesaggistica”. 
Lo ha fatto adottando il 15 aprile una “variante parziale” al Ptrc stesso.
Il piano riformato non cambia gli assiomi di base: tutto l’impianto ruota intorno ai “progetti strategici” su cui la giunta regionale potrà disporre di arbitrio assoluto quanto a tempi e modi di intervento. 
Ma mentre nella precedente versione del Ptrc l’articolo 5 ne elencava dodici (dal porto di Venezia alle “cittadelle aeroportuali”, dagli hub della logistica alle ville palladiane), nella nuova versione si aggiunge che «la Giunta Regionale provvede con propri atti all’individuazione dei progetti strategici», che è come dire che può fare e disfare la lista senza limite alcuno.
Una logica basata su una deregulation spinta e sull’esproprio delle prerogative degli enti locali. 
Una logica che, nelle intenzioni di Zorzato e della giunta, sarebbe motivata dalla necessità di mettere fine al caos urbanistico dei mille campanili e delle milleuna zone industriali che infestano il territorio veneto. 
Ma secondo i comitati i rischi sono ben maggiori: «La Regione dice che vuole “fare tenuta” bloccando gli appetiti degli enti locali – sostiene Maria Pia Farronato – In realtà la Regione alza una barriera ancora più pesante: Pat e Piani degli Interventi su vaste aree dei comuni perdono qualsiasi potere d’intervento, si tratta di un vero e proprio “vincolo d’esproprio” dove la Regione si arroga il diritto di istituire “piani strategici” a proprio piacimento. 
Senza alcun meccanismo di controllo. 
Basta un passaggio in giunta regionale e si passa sopra alla volontà popolare e degli enti locali». 
Il pericolo inizia ad essere sentito anche dai comuni: quello di Fontaniva, in provincia di Padova, si appresta ad approvare una mozione per l’abrogazione dell’articolo 38. 
Sarebbe la prima in Veneto.
Secondo la rete dei comitati anti-cemento “Altrove” «il richiamo ai progetti strategici, soprattutto per quanto concerne la norma di cui all’articolo 38 che attribuisce alla Regione la possibilità decidere le trasformazioni urbanistiche in prossimità dei caselli autostradali e degli accessi alle superstrade, per un raggio di 2 km dalla barriera stradale, una enorme ed imprecisata quantità di ambiti territoriali, sembra finalizzato a consentire la realizzazione indiscriminata di nuovi centri commerciali (vedi anche commi 1.a e 1.b dell’art. 46 e comma 1.g dell’art. 67 delle Norme) e quindi nuove speculazioni immobiliari decisamente contrastanti con la finalità dichiarata di riduzione del consumo di suolo».
Maria Pia Farronato e l’associazione LABC hanno provato ad applicare l’articolo 38 sul territorio del loro comune, Romano d’Ezzelino: il risultato (spiegato sul loro blog) è quello che si vede nell’immagine qui a lato. 
Tracciando i cerchi di 2 chilometri di diametro a partire dai punti d’accesso alla futura Nuova Valsugana (che da Romano d’Ezzelino vedrebbe partire un tunnel sotto il monte Grappa in direzione nord), si vede come la quasi totalità del territorio comunale venga di fatto tolta dalla competenza urbanistica municipale. 
Un rischio contro cui l’associazione ha iniziato a raccogliere firme anche con una petizione on line.
di Giulio Todescan il 19 lug 2013
Nuova Vicenza
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2013.07.23 – COLPO DI SCENA IN VALDASTICO

VALDASTICO


A rischio la concessione di A4 Holding

Colpo di scena in Valdastico 
L'A31 Nord -tra Piovene e Trento- è ancora una nebulosa: non esiste il tracciato finale, e quel che c'è -fino al confine tra Vicenza e il Trentino- dev'essere ancora definito per il 60%.
È quel che si legge nella delibera Cipe di marzo 2013, pubblicata (solo) il 19 luglio. Stabilisce, tra l'altro, che entro il 30 giugno 2013 sarebbe arrivato il "progetto definitivo", mai pervenuto
Continua l'infinità telenovela della Valdastico Nord, il prolungamento fino a Trento dell'autostrada A31, che oggi si ferma a Piovene Rocchette, nel vicentino. Prevede la realizzazione della galleria più lunga d'Europa, e un rischioso passaggio sotto il lago di Lavarone. 
Un reportage di Ae, nel febbraio del 2013, pose l'attenzione sul problema di fondo: la realizzazione del progetto “è una garanzia” solo per il concessionario, A4 Holding, una società il cui primo azionista è Intesa Sanpaolo, che altrimenti avrebbe perso -al 30 giugno 2013- anche il permesso di gestire l'A4, nella ricca e trafficata tratta tra Brescia e Padova.
Sostenendo questa tesi, il Comitato No Valdastico Nord aveva protestato quando, il 18 marzo scorso, il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) aveva “approvato” i primi 18,9 chilometri, fino all'ultimo comune veneto prima del confine con il Trentino: lo consideravano un tentativo di prolungare, comunque, la concessione in essere, fino al 2026.
Venerdì 19 luglio, però, è arrivato un vero colpo di scena: con la pubblicazione della delibera Cipe, avvenuta con quattro mesi di ritardo, si è scoperto che il Comitato avrebbe approvato -di fatto- solo 7,7 chilometri di autostrada.
Troppo pochi per considerarlo uno stralcio funzionale.
Sufficienti, invece, per rinnovare la richiesta del Comitato No Valdastico Nord: la decadenza della concessione, arrivata alla sua naturale scadenza.
Riportiamo qui il comunicato:
“La delibera del 18 marzo scorso con cui il Cipe ha approvato il tratto Piovene Rocchette-Valle dell’Astico è stata finalmente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì 19 luglio.
'Ma con una sostanziale sorpresa -evidenzia Renzo Priante del Comitato No Valdastico Nord-: a dispetto infatti degli enfatici titoli di giornale di allora, si scopre che più che un sì, si è trattato di un ‘ni’.
Certo, non è stata una bocciatura completa”.
Priante fa notare che il Cipe ha formalmente ratificato 18,9 chilometri del tracciato, ma, di fatto, ha approvato solo il 40% (7,7 chilometri): gli altri 11,2 chilometri, infatti, non sono ancora definiti con chiarezza in quanto “oggetto di prescrizione localizzativa da parte del ,inistero dell'Ambiente.
'Come si fa dunque a chiamarlo stralcio funzionale -aggiunge Priante- quando non si sa neanche dove passa più della metà del tracciato approvato? Alla faccia della trasparenza e della partecipazione dei cittadini. È evidente quindi che la delibera del Cipe è stato un favore più che un’approvazione, tanto più che, a conti fatti, non è stato approvato neanche il 20% dei 39 chilometri necessari per arrivare a Trento'”.
Il comunicato continua.
Ora prestate attenzione ai tempi, dato che la delibera è stata pubblicata il 19 luglio 2013: “La delibera del Cipe dello scorso 18 marzo stabiliva che entro il 30 giugno 2013 il ministero delle infrastrutture e dei trasporti trasmettesse al Cipe stesso il progetto definitivo dell'intera tratta Valdastico Nord, condizione essenziale per mantenere la scadenza della concessione al 2026, e in ottemperanza all'impegno preso con la Commissione europea.
'Ora anche questa foglia di fico è caduta -osserva Priante-, perché nessun progetto definitivo da Piovene a Trento è stato trasmesso al Cipe nei termini previsti: la concessione deve pertanto intendersi scaduta.
Tuttavia abbiamo subito assistito a scene in cui gli amici degli amici chiedono ancora favori allo Stato e al ministro Lupi per ottenere proroghe, deroghe e rinvii, come se non gli fossero già stati accordati tre anni di tempo per trovare l'intesa con Trento e come se non ci fosse l'Europa a vigilare su questi malcostumi tipicamente italiani, che già ci hanno fatto pagare pesanti sanzioni.
Ci auguriamo che venga finalmente abbandonato questo progetto del prolungamento verso Trento -conclude Priante-, mal fatto, imposto con la forza dello Stato ad una Provincia federalista davvero, e nascosto a sindaci e cittadini.
Auspichiamo una gara aperta che conduca ad una nuova concessione autostradale: solo così si avrà la certezza di non vedere realizzate opere inutili e di riservare le esigue risorse a disposizione per infrastrutture essenziali per lo sviluppo socio-economico del Paese'”.
Tratto da (CLICCA QUI)

2013.07.13 – GIU LE MANI DAL NOSTRO TERRITORIO CHE CHIAMA A GRAN VOCE UNA SOLA ECONOMIA: IL TURISMO.


00Domenica 16 dicembre 2013
MA SIO FORA LA SACRALITA' NON SI TRAFORA
L'Evento, oltre ad essere una forte denuncia per dire
"NO TRAFORO"
ed ancora
"MA SIO FORA LA SACRALITA' NON SI TRAFORA"
,ha avuto la finalità di mostrare ai residenti e ai turisti le potenzialità che il territorio dell'area del Massiccio del Grappa può offrire in termini di attrattiva turistica: la sua posizione geografica, la varietà delle situazioni morfologiche, altimetriche, climatiche e lo scarso livello di disturbo antropico favoriscono un habitat diversificato che consente la convivenza armonica dell'uomo, dell'animale e della natura.
Un patrimonio unico su cui si dovrebbe investire per il prossimo futuro, il nostro territorio grida "Basta Cemento" e chiede "Futuro", un futuro basato su un nuovo modello di sviluppo economico ecosostenibile, capace di rispettarlo e valorizzarlo, perché il territorio si sente bello e vuole essere ammirato e vissuto nella sua naturalità, il territorio chiama a gran voce una sola economia: il TURISMO.

2013.07.12 – DIFFIDA AL GOVERNO E AGLI ENTI LOCALI ITALIANI DI PROCEDERE ALLA MATTANZA DEI CERVI IN CANSIGLIO


AL GOVERNO ITALIANO (a mezzo prefettura di Treviso)

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO

AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI TREVISO

AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BELLUNO

AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI PORDENONE

AL SINDACO DEL COMUNE DI VITTORIO VENETO

AL SINDACO DEL COMUNE DI FREGONA

AL SINDACO DEL COMUNE DI SARMEDE

AL SINDACO DEL COMUNE DI CORDIGNANO

AL SINDACO DEL COMUNE DI CAPPELLA MAGGIORE

AL SINDACO DEL COMUNE DI CANEVA

AL SINDACO DEL COMUNE DI POLCENIGO

AL SINDACO DEL COMUNE DI BUDOIA

AL PRESIDENTE DELL'ENTE ISPRA

 


 

 

 

Oggetto:   atti di disposizione del Territorio della Repubblica Veneta, del suo ecosistema nazionale e di esseri biologicamente viventi in natura – D I F F I D A.

 

E’ notizia di questi giorni di come lo stato straniero occupante italiano, anche per il tramite degli enti stranieri italiani in indirizzo, abbiano dato il via libera all'abbattimento di circa 1200 esemplari di cervo nei territori del Cansiglio e dell’Alpago in un "piano di controllo" della durata di tre anni prevedendo l'abbattimento fino a 400 esemplari ogni anno.
Sul punto preme rammentare, ancora una volta, come in fatto e in diritto lo stato italiano sul Territorio della Repubblica Veneta rimanga a oggi uno stato straniero occupante, a nulla rilevando sotto il profilo della legittimazione dell’esercizio della sua sovranità sul Territorio della Nazione Veneta gli oltre cento anni d’illecita e illegittima occupazione razzista e colonialista.
Posto, infatti:
che tutti gli atti e/o provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana d’occupazione sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione nei Territori occupati della Repubblica Veneta ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio;
che per l’effetto ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica straniera italiana è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset;
che finanche lo stesso stato straniero occupante razzista e colonialista italiano ha sancito l’illiceità e l’illegalità della sua permanenza sui Territori della Repubblica Veneta con il decreto legislativo 13.12.2010, n. 212, in vigore dal 16 dicembre 2010, con il quale è stato abrogato a tutti gli effetti il regio decreto 04.11.1866, n. 3300, “col quale le provincie della Venezia e di Mantova fanno parte integrante del regno d’italia”;
Visto l'Art. 18 dell'Ordinamento Giuridico Veneto Provvisorio (OGVP) di questo Governo Veneto Provvisorio istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977 e che recita:
"L’OGVP riconosce a ogni organismo vivente in natura, così come comunemente riconosciuto per tale, una soggettività giuridica primaria accessoria.
Rispettando il principio per cui l’OGVP tutela l’ecosistema nazionale e mondiale con la salvaguardia naturale dell’ambiente in tutti i suoi aspetti, luce, aria, acqua e terra, a ogni essere biologicamente vivente in natura è riconosciuta una soggettività giuridica primaria accessoria e destinataria pertanto del diritto all’esistenza secondo il processo naturale della propria specie.
Il diritto a un’esistenza naturale preclude la facoltà di interromperne volontariamente la stessa o di determinarne un suo innaturale svolgimento.
La soggettività giuridica primaria dell’essere umano è prevalente solo nei casi espressamente indicati dalla legge e per il determinarsi di uno stato di reale necessità.”.
Ciò posto, si diffida codesto stato straniero occupante italiano e gli enti citati, dal porre in essere qualsiasi atto di alienazione e/o comunque di disposizione del Territorio della Repubblica Veneta, da intendersi nei suoi confini storici alla data del 1866, e/o del suo ecosistema nazionale e degli esseri biologicamente viventi in natura.
Ritenendo che la caccia non possa rappresentare in via esclusiva la soluzione ai problemi derivanti dall'eccessivo numero di cervi, scelte, come ad esempio l'inserimento controllato di predatori naturali degli stessi o lo spostamento in altre zone degli esemplari in eccesso, possono rappresentare soluzioni alla mattanza proposta con il suddetto "piano di controllo".
Si avvisa sin d’ora che ogni atto di tal fatta sarà non solo nullo di diritto, ma obbligherà altresì al risarcimento di tutti i danni derivanti alla Nazione Veneta.
WSM
Venetia, venerdì 12 luglio 2013
Il Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
Sergio Bortotto
 
vedi anche (CLICCA QUI)
 
il bramito del cervo nei boschi del cansiglio
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

2013.05.04 – DIFFIDA AD ITALIA – ATTI DISPOSIZIONE TERRITORIO REPUBBLICA VENETA

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELLA REPUBBLICA ITALIANA
AL SINDACO DEL COMUNE DI VENEZIA
AL PRESIDENTE SOCIETÀ ITALIANA PRIVATA  HERA INTERNATIONAL REAL ESTATE
AL DIRETTORE SOCIETÀ ITALIANA PRIVATA  HERA INTERNATIONAL REAL ESTATE
e p.c.
O.N.U. – DIRECTOR GENERAL
ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE
a mezzo Protocol and Liaison Service Palazzo delle Nazioni Unite New York (U.S.A.)
AMBASCIATA REPUBBLICA POPOLARE CINESE in italia
 

Oggetto:   atti di disposizione del Territorio della Repubblica Veneta, dei suoi beni mobili e/o immobili e/o dei suoi patrimoni storici, artistici, culturali e letterari.
                 DIFFIDA.
 
E’ notizia di questi giorni di come lo stato italiano, anche per il tramite dell’ente comune di Venezia e sue società private partecipate, abbia espresso la volontà di disporre l’alienazione a privati – ed in specie a privati cittadini della Repubblica Popolare Cinese – di porzioni del Territorio di questa Repubblica Veneta, come pure la cessione di diversi beni immobili di rilevante pregio storico e artistico della città di Venezia.
 
Sul punto preme rammentare, ancora una volta, come in fatto e in diritto lo stato italiano sul Territorio della Repubblica di Venezia rimanga ad oggi uno stato straniero occupante, a nulla rilevando sotto il profilo della legittimazione dell’esercizio della sua sovranità sul Territorio della Nazione Veneta gli oltre cento anni di illecita e illegittima occupazione razzista e colonialista.
 
Posto, infatti:
che tutti gli atti e/o provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana d’occupazione sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione nei Territori occupati della Repubblica Veneta ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio;
che per l’effetto ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica straniera italiana è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset;

 
che finanche lo stesso stato straniero occupante razzista e colonialista italiano ha sancito l’illiceità e l’illegalità della sua permanenza sui Territori della Repubblica di Venezia con il decreto legislativo 13.12.2010, n. 212, in vigore dal 16 dicembre 2010, con il quale è stato abrogato a tutti gli effetti il regio decreto 04.11.1866, n. 3300, “col quale le provincie della Venezia e di Mantova fanno parte integrante del regno d’italia”;
 
Visto il decreto nr.04/20140409 di questo Governo Veneto Provvisorio istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977 e che recita: “Con effetto retroattivo, e a decorrere dalla data  di emissione del regio decreto n. 3300 del 04/11/1866 dello stato straniero occupante, oggi italiano, tutti gli atti e/o provvedimenti di pignoramento, di confisca, di sequestro di beni immobili e/o mobili registrati, e in ogni caso tutti gli atti e/o provvedimenti esecutivi e/o ablativi comunque denominati, posti in essere da qualsiasi autorità di occupazione straniera e/o ente concessionario incaricato, sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione nei Territori occupati della Repubblica Veneta ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio.
Pertanto, ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento in parola, in ogni sua fase e/o grado del procedimento comunque iniziato, di qualsiasi autorità e/o ente e/o concessionario straniero italiano è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset.
Per l’effetto, ogni e qualsiasi bene immobile e/o mobile registrato rimane a tutti gli effetti di proprietà dei soggetti esecutati, e deve essere reintegrato senza indugio nel pieno possesso e disponibilità degli aventi diritto o loro eredi, previa integrale indennizzo e risarcimento a cura e spese dei responsabili.
L’indennizzo e il risarcimento, per quei beni immobili o mobili registrati non più restituibili, in quanto non più esistenti o non più esigibili, sono determinati entrambi nell’importo minimo non inferiore al doppio del loro effettivo valore e/o stima alla data dell’adozione del provvedimento esecutivo/ablativo, rivalutati all’indice dei prezzi dei beni di pari categoria.
Ciò posto, chiunque a qualsiasi titolo acquista e/o riceve qualsiasi bene immobile o mobile registrato oggetto di tali provvedimenti esecutivi/ablativi, ovvero in violazione del presente decreto, è obbligato a risponderne alla Giustizia Veneta, previo consenso comunque manifestato degli aventi diritto interessati. …”
 
Ciò posto, si diffidano codesto stato straniero occupante italiano, codesto ente comune di Venezia e codesta società privata in indirizzo, dal porre in essere qualsiasi atto di alienazione e/o comunque di disposizione del Territorio della Repubblica Veneta, da intendersi nei suoi confini storici alla data del 1866, e/o dei suoi beni mobili e/o immobili e/o dei suoi patrimoni storici, artistici, culturali e letterari.
 
Si avvisa sin d’ora che ogni atto di tal fatta sarà non solo nullo di diritto, ma obbligherà altresì al risarcimento di tutti i danni derivanti alla Nazione Veneta.
 
L’O.N.U. voglia farsi garante al fine di scongiurare simili abusi da parte dello stato straniero occupante italiano, suoi enti e società private; pretenda dallo stesso il rispetto del diritto del Popolo Veneto all’autodeterminazione e del diritto all’integrità territoriale della Nazione Veneta, intervenga in modo risolutivo affinché questo ponga fine alla illecita e illegittima occupazione del Territorio della Repubblica di Venezia.
 
WSM
Venetia, sabato 4 maggio 2013
Il Presidente del MLNV
Sergio Bortotto
 
vedi atto:
 

2012.01.10 – MA COSA FANNO AI NOSTRI CIELI

Italia sotto attacco: impoverita dalla BCE ed avvelenata da aerei fantasma

By Edoardo Capuano – Posted on 12 maggio 2012
Clicca per ingrandireForse non tutti sanno che la più grande colonia statunitense (l'Italia), nel mese di gennaio del 2002, firmò un accordo che, insieme al trattato definito "OPEN SKIES TREATY", firmato nel 2009, sancì l'inizio ufficiale delle attività di aerosol clandestine sul territorio italico, come per stessa ammissione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In molti ormai avranno però compreso che soggetti come Andrea Corigliano o Peppe Caridi, di comune accordo con i loro colleghi burattini ed in ottemperanza alle precise disposizioni dell'aeronautica militare italiana, svolgono un assiduo lavoro di disinformazione, sia attraverso previsioni meteo oggettivamente insultanti (che cosa sarebbero le innocue velature?) sia con la pubblicazione di articoli del tutto simili a quelli che si possono trovare sui beceri canali di negazionismo istituzionalizzato.
È oggettivamente avvenuto un passaggio del testimone tra i disinformatori storici, obbiettivamente col fiato corto, ed i galoppini dell'aeronautica militare italiana: i "meteorologi" civili. Ora sono loro che tentano di tappare la falla attraverso la quale fiumi di informazioni corrette rendono edotte le persone sulla geoingegneria clandestina attualmente in corso d'opera e che qualcuno vorrebbe regolamentare. Per quale motivo si chiederebbe di regolamentare un qualcosa che non è in atto?
 
Piano dettaglio Accordo Italia U.S.A. sul Clima. Tale documento è talmente insignificante che il Governo di allora si affrettò a farlo rimuovere dal sito ufficiale e stessa cosa fece il governo statunitense.
Per fortuna questo accordo di geoingegneria tra Stati Uniti ed Italia è fruibile solo perché, all'epoca dei fatti, noi di Tanker Enemy ne salvammo una copia. Ora i negazionisti del C.I.C.A.P. vi diranno che questo accordo non ha nessun rilievo probante e che eventuali test di geoingegneria vengono eseguiti nella vasca da bagno dei tecnici del C.N.R. A voi le conclusioni… A Pagina 38 si legge: WORKPACKAGE 10: Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri Questo Workpackage ha come obiettivi: 1. lo sviluppo di nuovi sistemi per la realizzazione di esperimenti di manipolazione dell'ecosistema che permettano di esporre la vegetazione a condizioni ambientali simili a quelle attese in scenari di cambiamento globale; 2. lo studio, l'analisi e la comprensione dei principali meccanismi di risposta della vegetazione e degli ecosistemi mediterranei ai diversi fattori di cambiamento (temperatura, precipitazioni ed aumento della concentrazione di CO2 atmosferica); 3. la quantificazione degli effetti complessivi del cambiamento sulla produttività e sulla vulnerabilità degli ecosistemi (fertilizzazione da CO2, variazione della disponibilità idrica ed aumento di temperatura). In dettaglio le attività saranno: 1. l'esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione 2. l'approfondimento e la migliore conoscenza dei meccanismi di risposta delle piante attraverso la misura diretta dello scambio gassoso in condizioni di pieno campo 3. la verifica in campo di ipotesi sviluppate nell'ambito di esperimenti di laboratorio 4. la progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2. Fedeli e senza vergogna i meteorologi, vendutisi al miglior offerente, continuano a coprire con le loro menzogne le operazioni di aerosol chimico-biologici nei nostri cieli che, vista la permanente stabilità del campo anticicolonico, si possono permettere il lusso di operare soprattutto la notte, lasciando alle ore diurne lo spazio per sorvoli di bassa quota con scie chimiche evanescenti, cosicché, in molti, penseranno a semplici scie di condensazione. Il risultato lo si può leggere nei siti meteo come meteoweb.eu, il meteo.it, 3bmeteo.com etc. La parola chiave è: VELATURE
 
 
 
Le Previsioni per i prossimi giorni in Italia si possono leggere nell'articolo originale commentato dai lettori dove si può proporre un proprio commento. NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari. Autore: Straker Fonte: tankerenemymeteo.blogspot.com Altri canali informativi:tankerenemy.com – Scie Chimiche (Chemtrails)TANKER ENEMY TV  

 

 

 
 
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Ma ecco per esempio cosa dicono quelli di MD80.IT
 
 
 
LA COSPIRAZIONE DELLE SCIE CHIMICHE

1. PREFAZIONE La rete internet è una grande invenzione, uno strumento che ha radicalmente cambiato il mondo dell’informazione e il livello di apprendimento culturale: troviamo tutto a portata di mouse, consultabile con estrema facilità.
Ma la rete è anche il regno in cui proliferano, a nostro parere, “cospirazionisti”, che si rivolgono alla massa, cercando di vendere tesi, riteniamo, favolistiche, che rappresentano l’estremo contrario della ragione, della fisica, della buona cultura tecnica, della verità scientifica, svolgendo questo compito con tale impeto e convinzione da rischiare di essere presi sul serio.
La diffusione della cultura aeronautica è il nostro imperativo: ne è prova l’enorme quantità (e soprattutto qualità) dei temi trattati dal nostro sito, considerato all’unanimità il portale n°1 dell’aviazione civile italiana, nonchè il più aggiornato e attendibile. Oltre a spaziare dall’accurata analisi degli incidenti alla paura di volare, approfondiamo le questioni più tecniche della tecnologia aeronautica e procedurale, il tutto grazie al contributo di persone – dai professionisti ai semplici appassionati – che però vantano anni di esperienza e conoscenza in materia aeronautica in tutte le sue sfaccettature. Ed è proprio alla tesi cospirazionista delle “scie chimiche” che vogliamo dedicare questo speciale. Uno speciale redatto NON da persone qualunque che parlano affermando delle verità che pensiamo non conoscono, magari reperite in rete senza prendersi il tempo e senza rifletterci sopra per vagliarne l’attendibilità, bensì da persone estremamente competenti in campo aeronautico: – Esperti di meteorologia; – Esperti di motori turbofan e turboprop; – Esperti di meccanica aeronautica, avionica e idraulica; – Esperti di procedure di volo; – Esperti manutentori; – Piloti professionisti con all’attivo migliaia di ore di volo su svariati velivoli di linea appartenenti ad illustri compagnie aeree nazionali; – Semplici appassionati che, pur non lavorando nel settore aeronautico, hanno comunque ottime conoscenze in materia.
La community è fatta di queste persone e ne va orgogliosa.
Prima di cominciare, vogliamo comunque lanciare un importante messaggio:
Diffidate sempre di qualsiasi sito che tratta temi specifici di aeronautica reale o virtuale, senza essere un sito di aeronautica e senza essere amministrato e frequentato da esperti di aeronautica!
Questo è il primo consiglio che diamo al lettore per tutelarlo dalle fandonie visionabili sui siti cospirazionisti che cercano ogni giorno di infangare l’aviazione civile con un incredibile bagaglio di fandonie. Questi presunti esperti possiedono una retorica molto scaltrita, la loro arma preferita: il loro scopo principale è diffondere informazioni fasulle mettendo mano a fiumi di parole, falsi link internet, false testimonianze, false teorie, falsi concetti scientifici. Non date loro retta! Non cadete nelle loro trappole! Il danno alla vostra cultura aeronautica e non sarebbe irreparabile!
Rivolgete ogni vostra domanda ad uno qualsiasi dei nostri piloti, tecnici e collaboratori: troverete risposte serie ed attendibili su tutto ciò che riguarda l’aviazione, con l’importante garanzia di anni di esperienza del settore.
Grazie.
Ed ora seguiteci, pagina dopo pagina, in questa analisi sulle presunte “scie chimiche”, per scoprire quande falsità sono state dette fino ad ora, secondo noi, su questo argomento…
 
Lo staff e la community di md80.it

 

 

2011.09.13 – TESSERA CITY / QUADRANTE DI TESSERA – LA SPECULAZIONE – VERSIONE INTEGRALE

Su segnalazione di Enzo TRENTIN – ACCADEMIA DEGLI UNITI, riportiamo:
Il presente documentario, "Tessera City: sviluppo – speculazione?" è stato fortemente voluto dall'associazione AmicoAlbero, dalla Lipu e dall'Ecoistituto del Veneto Alex Langer.
La regia e la costruzione del documentario, è stata effettuata da Multi Media Records, specializzata in edizioni e divulgazioni televisive.
Hanno partecipato in qualità di esperti il prof. Stefano Boato, docente dello IUAV di Venezia, e Luca Mamprin, dottore forestale, presidente dell'associazione AmicoAlbero.
Questo filmato rappresenta la voce "contro" rispetto a quella del Comune di Venezia, che in questi giorni sta organizzando degli incontri a livello di Municipalità per spiegare ai cittadini il PAT, di cui Tessera City, o Quadrante di Tessera ne rappresenta uno dei cardini. Ma non ci vogliamo divulgare molto, sarà più interessante seguire le due parti del filmato. Se quanto verrà detto risulterà condivisibile allo spettatore, noi siamo qui a chiedere semplicemente di farlo conoscere a quante più persone possibili.
Solo conoscendo l'altra faccia della medaglia, si potrà comprendere appieno verso quale abisso l'amministrazione del Comune di Venezia sta trascinando questi preziosi territori, nel nome della speculazione, della cementificazione, dell'arricchimento di pochi .
Buona visione.
L'Associazione AmicoAlbero
 
 
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2011.07.04 – VAL DI SUSA, UN POPOLO CONTRO UNO STATO INVASORE

tratto da: profilo facebook di “ultimo cavaliere” clicca qui
Come nelle previsioni, stiamo assistendo su tutti i grandi media alla demonizzazione della lotta attuata dalla popolazione della Val di Susa contro il progetto TAV, utilizzando come giustificazione gli scontri avvenuti in quelle zone fra frange di manifestanti e forze dello Stato, senza analizzare mai a fondo le ragioni di chi si oppone in modo civile al mega-progetto ferroviario.
Da parte nostra, mentre esprimiamo la nostra totale vicinanza ai cittadini valsusini che cercano di difendere l’integrità della propria valle, desideriamo appuntare l’attenzione di chi legge sui due punti che riteniamo essenziali: la preservazione delle caratteristiche naturali dell’ambiente montano e la libertà per un Popolo di decidere sul proprio destino.
Sotto l’aspetto ambientale, è ormai assodato che l’opera in oggetto, di dubbia utilità vista la crisi economica globale e quindi la contrazione dei trasporti, causa un impatto notevole su una valle di carattere alpino che già ha visto, a causa di altre infrastrutture e dell’aumento di urbanizzazione, mettere in pericolo i delicati equilibri ecologici locali. E’ altrettanto noto come gli scavi necessari alla sua realizzazione vadano a toccare montagne ricche di amianto e anche di uranio, con future gravi ricadute sulla sicurezza e la salute della popolazione.
Ma il problema che più ci preme sottolineare è la mancanza di rispetto democratico nei confronti di un Popolo che vede nascere sul proprio territorio una infrastruttura senza che nessuno si permetta di chiederne l’autorizzazione. Vorremmo ricordare a questo governo, spesso autodefinitosi “federalista”, che la Val di Susa è dei suoi abitanti, che prima di qualsiasi importante modifica al territorio occorre ottenere almeno il consenso, tramite un referendum, dei cittadini e non cercare di imporre le decisioni prese a tavolino, non sappiamo ancora quale, calandole dall’alto.
In questo modo non si fa che provocare la giusta reazione di una comunità, nota per essersi opposta nei secoli ai tentativi di intromissione nelle propria Valle.
Ma purtroppo per i Valsusini, non dimentichiamo che un fil rouge collega i 150 anni dello Stato italiano: la violenza. La violenza che si abbattè sugli abitanti del Sud al momento dell’invasione delle loro terre, che proseguì con le cannonate sui milanesi ordinate da Bava Beccaris, che culminò con i due Conflitti Mondiali, drammatico tentativo di forgiare una nazione unita dallo spargimento del sangue.
Il FRONTE INDIPENDENTISTA LOMBARDIA e’ al vostro fianco, abitanti della Val di Susa e, come sempre, contro l’azione repressiva nei confronti di un Popolo da parte di questo Stato, del quale non riconosciamo la legittimità per motivi storici e identitari. Ci permettiamo un solo consiglio: non innalzate mai più quelle bandiere tricolori che, pur in modo sporadico, vengono mostrate nelle immagini diffuse dai media, sono quelle dei vostri e nostri oppressori.
VIA DALL’ITALIA
LOMBARDIA INDIPENDENTE