NEWS – SALUTE

CUBA CREA QUATTRO VACCINI CONTRO IL CANCRO … UNA LEZIONE ALLE AZIENDE FARMACEUTICHE ….


Che Cuba abbia sviluppato già quattro vaccini contro altrettanti differenti tipologie di tumori è senza dubbio una importante notizia per l'umanità., e se teniamo presente che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno muoiono nel mondo, per queste infermità, circa 8 milioni di persone. 
I grandi mezzi internazionali hanno ignorato il fatto quasi completamente.
Nel 2012 Cuba testava il primo vaccino terapeutico contro il cancro al polmone avanzato a livello mondiale, la CIMAVAX-EGF. 
E nel gennaio 2013 è stato annunciato il secondo, la cosìdetta Racotumomab. 
Sperimentazioni cliniche in 86 paesi dimostrano che questi vaccini, sebbene non curino l'infermità, ottengono la riduzione dei tumori e permettono una tappa stabile dell'infermità, aumentando le speranze e la qualità di vita. 
Il Centro Immunologico Molecolare de la Habana, appartenente allo Stato Cubano, è l'artefice di tutti questi vaccini. 
Già nel 1985 venne sviluppato il vaccino della meningite B, unica al mondo, e più tardi altre, come quelle contro l'epatite B o il deng. 
Inoltre opera da molti anni per sviluppare un vaccino contro l'HIV-SIDA. 
Altro centro statale cubano, il laboratorio Labiofam, sviluppa medicamenti omeopatici anche contro il cancro: è il caso del VIDATOX, elaborato partendo dal veleno  dello scorpione azzurro.
Cuba esporta questi farmaci in 26 paesi, e partecipano in imprese miste in Cina, Canadà e Spagna. 
Tutto questo rompe completamente uno stereotipo molto diffuso, rafforzato dal silenzio mediatico sui successi di Cuba e di altri paesi del Sud: che la ricerca medico-farmaceutica di avanguardia si produce solo nei paesi cosìdetti "sviluppati".
Indubbiamente, lo Stato cubano ottiene una rendita economica dalla vendita internazionale di questi prodotti farmaceutici. 
Senza dubbio, la sua filosofia di ricerca e commercializzazione è agli antipodi della pratica imprenditoriale della grande industria farmaceutica.
Il Premio Nobel della medicina Richard J. Roberts denunciava recentemente che le aziende farmaceutiche orientano le proprie ricerche non verso la cura delle infermità, ma lo sviluppo di farmaci per dolenze croniche, molto più remunerativi. 
E segnalava che le malattie proprie dei paesi più poveri – per la loro bassa redditività non venivano investigate. 
Per questo, il 90% dei finanziamenti per le ricerche viene destinato verso le malattie del 10% della popolazione mondiale.
L'industria pubblica medico-farmaceutica di Cuba, sebbene sia una delle principali fonti di entrate per il paese, si regge su principi radicalmente opposti.
In primo luogo, le sue ricerche vanno dirette, in buona parte, a sviluppare vaccini che proteggono dalle malattie e, di conseguenza, abbassano il costo dei medicamenti sulla popolazione.
In un articolo della prestigiosa rivista Science, i ricercatori dell'Università di Stanford (California) Paul Drain e Michele Barry assicuravano che Cuba ottiene migliori indici nella salute che gli Stati Uniti con un costo venti volte inferiore. 
La ragione: 
l'assenza – nel modello cubano – di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione.
Inoltre, le terapie naturali e tradizionali – come la medicina verde, l'agopuntura, l'ipnosi e molte altre, pratiche poco redditizie per i produttori di farmaci, sono integrate da molti anni nel sistema sanitario pubblico gratuito dell'isola.
Dall'altro lato, a Cuba i farmaci vengono distribuiti, in primo luogo, nella rete ospedaliera pubblica nazionale, in modo gratuito o altamente sussidiato.
L'industria farmaceutica cubana, inoltre, destina praticamente nulla in pubblicità, mentre nel caso delle multinazionali, è superiore al costo dell'investimento stesso della ricerca.
Per ultimo, Cuba spinge alla produzione di farmaci generici che mette a disposizione di altri paesi poveri e dell'Organizzazione Mondiale della Salute, a un prezzo molto inferiore a quello della grande industria mondiale.
Per questi accordi, alieni alle regole del mercato, generano forti pressioni dall'industria farmaceutica. 
Recentemente, il governo dell'Ecuador annunciava l'acquisto da Cuba di un numero importante di farmaci, in reciprocità alle borse di studio fornite a studenti ecuadoriani sull'isola e per l'appoggio di specialisti cubani al programma "Manuela Espejo" per persone diversamente abili.  
Le proteste dell'Associazione dei Laboratori Farmaceutici Ecuadoriani si sono commutate immediatamente in campagne mediatiche, diffondendo il messaggio della insinuata cattiva qualità dei farmaci cubani.
Dall'altro lato, numerosi analisti vedono dietro il colpo di Stato in Honduras, nel 2009, la grande industria farmaceutica internazionale, dato che il governo del deposto Manuel Zelaya, nel quadro degli accordi ALBA, pretendeva sostituire l'importazione di medicamenti delle multinazionali con farmaci generici cubani.
Il blocco degli Stati Uniti a Cuba impone importanti ostacoli per la commercializzazione internazionale dei prodotti farmaceutici cubani, però pregiuduca anche direttamente la cittadinanza degli Stati Uniti. 
Ad esempio, le 80.000 persone diabetiche che soffrono in questo paese ogni anno dell'amputazione delle dita dei piedi, non possono accedere al farmaco cubano Heperprot P., che propriamente le evita.
Il Premio Nobel della Chimica Peter Agre affermava recentemente che "Cuba è un magnifico esempio di come si possa integrare la conoscenza e la ricerca scientifica". 
Irina Bokova, direttrice generale dell'UNESCU, dichiarava di sentirsi "molto impressionata" dai successi scientifici di Cuba e mostrava la volontà di questa organizzazione delle Nazioni Unite per promuoverli nel mondo. 
La domanda è inevitabile: conterà sulla collaborazione imprescindibile dei grandi media internazionali per diffonderli?


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STA BATTENDO IL SUO CANCRO, DA SOLO … (E CON LA NATURA DALLA SUA PARTE)!


Sta battendo il suo Cancro, da solo. 
L’incredibile storia di Marco
12 gen 2014
Respiriamo Verde
Oggi vogliamo raccontarvi l’incredibile storia di Arturo Villa, in arte Marco, che ha un carcinoma epatico con metastasi ai linfonodi e che da oltre un anno si sta curando con un protocollo di sua stessa invenzione il quale prevede per lo più ben definite regole alimentari.
Nessuno sa come finirà la sua storia ma una cosa è certa: secondo la medicina Arturo dovrebbe essere già morto! 
Del resto abbiamo già sentito parlare di persone che abbiano sconfitto il cancro con la dieta o di sostanze naturali più forti dei tumori.
Ma non è così, lui sta più che bene, le ultime 3 TAC (qui invece i referti dell’oncologo: Ref 1, Ref 2, Ref 3) hanno mostrato segni di regressione e le analisi del sangue migliorano di volta in volta.
Leggi anche: Inventa un Bioscanner che Vede i Tumori: lasciato solo. 
Per chi non lo sapesse, il tipo di cancro che ha Marco è molto aggressivo. Solitamente il paziente muore pochissimi mesi dopo la diagnosi.
La storia di Arturo merita di essere capita e studiata a fondo ma nessun ricercatore si è interessato a lui. 
La medicina moderna continua a rifiutarsi di interessarsi a ogni genere di terapia che non porti forti guadagni.
Ma Marco non molla, si è messo a disposizione per chiunque voglia conoscere la sua ricerca e studiarla:
Studiatemi. 
E vedete se voi, che ne sapete più di me, riuscite a trarne qualcosa di buono per tutti.
Leggi anche: L’Italia radia Simoncini mentre negli USA si studia il Bicarbonato
Aziende, piuttosto che centri medici e specialisti… 
Chiunque nella vicenda di Arturo è ben accetto e pronto a diventare un punto di riferimento importante non solo per lui ma anche per molta parte del web attento alla sua lotta per la vita.
Purtroppo nessun dottore o centro di ricerca si pronuncia. 
Eppure mi chiedo: se la mia ricerca, ingenua rispetto ai livelli cui può giungere qualcun altro, ha generato dei risultati concreti, perché non prendere in considerazione questi dati e generane degli altri?
Parliamo ora del protocollo di sua invenzione, di cosa si tratta?
Riduzione del 50% dei cibi cotti, eliminazione della carne e dei formaggi, consumo di grandi quantità succhi verdi,.. il protocollo è visionabile per intero QUI.
Arturo ha avuto la sua diagnosi nel Gennaio 2013, secondo i dottori sarebbe dovuto morire pochi mesi dopo ma è ancora qui.
La sua cura costa solamente 600€ al mese, quella a cui ha rinunciato ne sarebbe costati 6000, ovvero oltre 70000€ annui.
Leggi anche: Una “Bevanda Miracolosa” sconfigge il Cancro
Marco ha provato a chiedere all’ASL un piccolo sussidio per affrontare la sua lotta ma non gli è stato dato un centesimo, per qusto motivo si è poi rivolto alla rete dove centinaia di persone hanno appoggiato la sua causa offrendogli anche delle donazioni.
Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma mi fermo qui. 
Chiunque voglia approfondire può visitare il suo sito.
Riporto adesso l’estratto di un’intervista fatta ad Arturo Villa da Nicla Signorelli e riportata nel suo blog (ecco il suo articolo):

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BARBABIETOLA… RADICE MIRACOLOSA ???


BEVANDA MIRACOLOSA… DISTRUGGE LE CELLULE CANCEROGENE

24 agosto 2013 di ConsigliSparsi

BARBABIETOLA
Questa BEVANDA MIRACOLOSA è stata in auge per molti anni, tanto tempo fa’. 
E’ bene prenderne nota.
C’è un personaggio celebre, il Mr Seto che giurerebbe della sua efficacia. Ha voluto divulgarla il più possibile, in modo da portare l’attenzione su questa bevanda e in particolare su quanto sia utile a chi soffre di cancro.
Questa è una bevanda che può proteggere il corpo dalla formazione di cellule cancerogene o anche limitarne la crescita! 
Mr Seto aveva un cancro ai polmoni.
In Cina, un erborista gli ha prescritto di bere questo succo.
Ha bevuto questo succo per 3 mesi e ora la sua salute è tornata perfetta, ed è pronto a farsi una vacanza. 
Tutto, grazie a questa bevanda! 
Non avete nulla da perdere nel provarla! 
Non ci sono controindicazione ne effetti collaterali.
E’ come una bevanda miracolosa! 
ed è semplice da fare.
Avete bisogno di (ingredienti):
una radice di barbabietola,
una carota e
una mela
Meglio usare uno spremiture (se no va bene anche una centrifuga), e otterrete un SUCCO!
Lavate bene tutti gli ingredienti compresa e mette il tutto nello spremitore con la buccia.
Bere subito il succo appena fatto, in quanto le vitamine e gli enzimi si ossidano velocemente con l’aria.
Potete aggiungere anche un po’ di succo di limone in modo da renderne il sapore più fresco.
Ed ecco i benefici di questo succo:
Previene la formazione di cellule cancerogene, riduce la crescita delle cellule cancerogene
Previene disfunzioni al fegato, ai reni, al pancreas e cura anche l’ulcera.
Rinforza i polmoni, previene l’infarto e abbassa la pressione alta
Rinforza il sistema immunitario
Ottimo per la vista e gli occhi, elimina gli occhi rossi e stanchi e gli occhi asciutti
Aiuta a eliminare la stanchezza da troppa attività fisica, dolori muscolari
Disintossica, e aiuta la motilità intestinale, eliminando la stitichezza. 
Per questo rende la pelle pura e luminosa. 
E’ ottima per chi ha problemi di acne.
Dolori
Dà sollievo in caso da raffreddore da fieno, per chi  ne soffre
Non ci sono effetti collaterali di alcun genere (previo allergia o intolleranza a uno degli ingredienti).
Altamente nutritivo e di facile digestione. 
Molto efficace se volete perdere peso.
Dopo appena due settimane di regolare assunzione di questo succo, noterete un notevole incremento del vostro sistema immunitario.
Un accortezza importante è di bere immediatamente il succo appena fatto.


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QUANDO L’ARGENTO E’ COLLOIDALE – UN PREZIOSO ANTIBIOTICO NATURALE


Estratto dal libro di Josef Pies, Uso terapeutico dell'argento colloidale.

Prezioso antibiotico naturale, Macro Edizioni, Cesena, 2009
«L'argento colloidale è un rimedio universale e pressoché privo di effetti collaterali per la cura di numerose malattie. In molte pubblicazioni si è dimostrato che agisce contro i batteri (per esempio stafilococchi e streptococchi), i virus e i funghi (per esempio il saccaromiceto Candida albicans). Gli bastano pochi minuti per uccidere tutti questi agenti patogeni.
La cosa interessante è che di solito i batteri “utili” all’organismo umano presenti nell’intestino crasso vengono risparmiati, dato che l’argento colloidale viene riassorbito al più tardi nell’intestino tenue, per via ematica o linfatica.
Tuttavia in alcuni casi è auspicabile che l’argento colloidale agisca nell’intestino crasso. Ne spiegheremo il motivo in uno dei capitoli successivi (cfr. “Come lo si usa?”).
L’argento colloidale può essere usato anche nelle malattie le cui cause sono ignote o non del tutto conosciute.
Nel frattempo ne sono stati descritti gli eccellenti effetti relativamente a parecchie centinaia di quadri clinici, con uno spettro d’azione enorme (v. tabelle).
Soprattutto all’inizio di questo secolo, la sua efficacia è stata studiata approfonditamente da numerosi scienziati di chiara fama che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche in riviste mediche prestigiose quali Lancet, Journal of the American Medical Association e British Medical Journal.
Courtenay [1997] ha raccolto questi significativi lavori, di cui ha tenuto conto nel suo libro.
Dopo una lunga pausa durante la quale l’interesse per l’argento e per l’argento colloidale era fortemente scemato, da alcuni anni la ricerca in questo campo è tornata molto attiva.
La scienza ha ripreso ad occuparsi nei più vari settori delle proprietà terapeutiche di questo metallo, confermando anche con nuovi metodi i risultati e le esperienze del passato.
L’impiego dell’argento colloidale è stato sperimentato in varie malattie, fra cui numerosi disturbi agli occhi, alle vie respiratorie, alla pelle, all’apparato locomotore e al sistema nervoso.
Se si pensa che un antibiotico (farmaco contro le infezioni batteriche) o un antimicotico (farmaco contro le micosi) ad ampio spettro è sempre in grado di uccidere solo una parte degli agenti patogeni e può facilmente dare origine a resistenze, l’uso dell’argento rappresenta un enorme vantaggio.
Un antibiotico agisce solo contro una piccola quantità di agenti patogeni diversi e mai contro i virus.
Inoltre l’argento colloidale è praticamente privo di effetti collaterali, mentre le sostanze chimiche ne possono avere molti e anche gravi. […]
L’argento colloidale può essere usato nella terapia ma anche nella prevenzione delle malattie, dato che sostiene e alleggerisce il sistema immunitario.
Qui di seguito illustreremo alcuni esempi delle numerose malattie citate nella letteratura medica che vengono o sono state curate con l’argento colloidale.
Alla base del principio, di recente riscoperto, della medicazione delle ferite con impacchi o cerotti d’argento c’è il medesimo principio su cui si fonda la medicazione con l’argento colloidale.
Oltre alla sulfadiazina d’argento, introdotta nel 1968, oggi vengono usate soprattutto compresse e fasciature che rilasciano ioni argento [cfr. Thomas e McCubbin, 2003].
Oltre a svolgere un’azione antinfiammatoria, gli ioni argento favoriscono la formazione di nuovo tessuto epiteliale e accelerano la cicatrizzazione. Nella fase iniziale della guarigione il tessuto ferito assorbe più argento che in quelle successive, probabilmente perché il tessuto sano (epitelio) costituisce una parziale barriera per l’argento.
La sua azione qui è dunque doppia, dato che la protezione dalle infezioni dopo un’ustione è di estrema importanza.
Probabilmente l’argento colloidale agevola la produzione di cellule indifferenziate destinate a sostituire quelle invecchiate o danneggiate (cfr. “Da quando lo si conosce?”).
È verosimile che questo accada per via di un’influenza positiva esercitata dagli ioni argento sulla morte cellulare programmata (apoptosi).
In studi sperimentali si è constatato che l’argento stimola anche la formazione di proteine particolari, le cosiddette metallotioneine, nelle cellule epiteliali (Landsdown, 2002b).
Queste proteine servono a disintossicare l’organismo da metalli pesanti come il cadmio e il mercurio e favoriscono la cicatrizzazione.
Già dal 1900 circa la lamina ricavata dall’argento sterile viene spesso impiegata nella medicazione delle ferite (dopo l’oro, l’argento è il metallo più duttile e può essere lavorato fino ad ottenere lamelle di 0,0027 millimetri di spessore).
In tal modo si evitano eccessive perdite di liquido e si agevola la formazione di nuovo tessuto.
Ma in caso di ustioni e scottature prodotte da un liquido bollente è inoltre fondamentale prevenire le infezioni da agenti patogeni, e anche qui l’argento in lamina o in forma colloidale fornisce un importante contributo.
È stato il dott. William Halstead (1852–1922), uno dei padri della chirurgia moderna, a rendere popolare l’uso della lamina d’argento nella medicazione.
Questo principio è stato sfruttato intensamente fino alla Seconda guerra mondiale, dopo di che ha ceduto il passo alla marcia trionfale degli antibiotici, ma da qualche anno sta vivendo una rinascita sotto forma di compresse e cerotti rivestiti d’argento (cfr. “Polvere e fili d’argento”).
Per la medicazione antimicrobica umida si trovano in commercio bende idrocolloidali come presidi farmaceutici, la cui efficacia dipende tra l’altro dal rilascio di ioni argento nella ferita.
La malattia di Lyme (eritema cronico migrante) fu descritta per la prima volta a Lyme, una località americana.
Viene trasmessa perlopiù dalle zecche ed è causata da un batterio, la spirocheta Bordelia burgdorferi.
Nel corso della malattia possono manifestarsi sintomi cardiaci e neurologici, e le articolazioni maggiori possono essere colpite da artrite.
Courtenay [1997] sottolinea che una terapia a base di argento colloidale della durata di tre o quattro settimane ha eliminato i sintomi nei pazienti curati inutilmente per tre o più anni con diversi antibiotici.
Dice inoltre che mediamente all’organismo necessitano dai tre ai nove mesi per liberarsi dall’agente patogeno e che spesso una complicazione per la terapia può essere costituita dalla Candida albicans, un’infezione da funghi che allunga i tempi della cura.
Come nelle terapie antibiotiche, occorre tener presente che un risultato sierologico negativo non significa necessariamente la completa guarigione dalla borreliosi.
Non cercate mai di curare malattie gravi di vostra iniziativa, ma affidatevi a un medico o a un naturopata di provata esperienza.
Prima o poi a quasi tutti capita di essere colpiti da una dermatomicosi.
Si tratta di infezioni, anche molto fastidiose, causate da vari funghi; spesso sono accompagnate da prurito, arrossamenti o perfino da dolorose screpolature della cute (ragadi).
In molti casi le dermatomicosi rappresentano un grosso problema sia di salute che estetico per le persone che ne sono affette.
In genere la terapia tradizionale ha tempi molto lunghi e sovente si verificano delle ricadute.
Courtenay [1997] riferisce che in caso di applicazione locale di argento colloidale i sintomi si risolvono già nel giro di due o tre giorni.
La psoriasi è una malattia a predisposizione ereditaria ritenuta incurabile.
Si tratta di una patologia estremamente fastidiosa, anche sul piano psichico, che può essere scatenata da vari fattori (fra cui virus e batteri).
Si manifesta con un’intensa formazione di placche squamose, specialmente sui gomiti, sulle ginocchia, sul cuoio capelluto, sulle palme delle mani, sulle piante dei piedi e nelle pieghe, ma può anche interessare tutto il corpo.
Courtenay [1997] descrive come, grazie all’uso dell’argento colloidale, già dopo tre settimane la pelle ricresca normale, ma aggiunge che la terapia può durare dai tre ai diciotto mesi, a seconda del trattamento preliminare.
Anche le infiammazioni orali sono molto diffuse; possono colpire le gengive, la lingua o le guance e avere varie cause.
Inoltre sono molto dolorose e fastidiose e possono perfino rendere difficile parlare o mangiare.
Si riferisce che i soggetti colpiti da queste infiammazioni sono guariti molto in fretta grazie all’argento colloidale.
La maggior parte di loro ha potuto riprendere a mangiare già dopo poche applicazioni a piccole dosi, mentre l’assunzione di questo rimedio quattro volte al giorno ha permesso una totale regressione dell’infezione dopo due-quattro giorni.
L’herpes simplex viene scatenato da un virus e si manifesta con la continua formazione di vescicole localmente delimitate e fittamente raggruppate. A seconda della regione interessata, si parla di herpes facciale, labiale, nasale, boccale o genitale.
Spesso i sintomi insorgono perché il soggetto si trova in una situazione stressante.
I primi segnali di un attacco di herpes sono il prurito e la sensibilità al dolore della parte interessata, dopo di che si formano le fastidiose vescicole. Secondo Courtenay [1997] nel la maggior parte dei casi l’applicazione topica di argento colloidale fin dalla prima comparsa dei sintomi è in grado di impedire la formazione delle vescicole.
Se però compaiono lo stesso, perlopiù sono meno fastidiose di quelle su cui non si è intervenuti immediatamente.
L’argento colloidale favorisce anche la loro scomparsa, che avviene in metà tempo rispetto alla norma.
Anche per l’herpes zoster, un’altra malattia virale nota come fuoco di S. Antonio e potenzialmente molto dolorosa, vengono descritti i successi ottenuti con l’impiego dell’argento colloidale. […]
Nell’ambito dell’appello lanciato dalla FDA affinché venga presa posizione nei confronti dell’argento colloidale (cfr. “Perché tutta questa agitazione?”) è stato presentato anche l’interessante contributo di un medico relativo alla cura dell’iperplasia prostatica benigna.
Il medico riferisce di uno studio clinico in doppio cieco eseguito su ventidue uomini di età compresa fra i 50 e gli 82 anni, da lui curati per nicturia (frequenti minzioni notturne).
I pazienti raccontavano di doversi alzare da una a cinque volte per notte.
Quindici di loro (il gruppo trattato) hanno ricevuto un trattamento a base di argento colloidale, agli altri sette invece è stato somministrato un placebo (acqua colorata).
La dose consisteva in un cucchiaino di prodotto finito alla mattina e uno alla sera per un periodo compreso fra i 19 e i 23 giorni.
In seguito quattro pazienti del gruppo trattato hanno riferito che le visite notturne al bagno sono passate da due quattro a una sola.
Altri cinque (di cui uno del gruppo placebo) hanno riscontrato un miglioramento generale della nicturia.
Per finire tutti i partecipanti allo studio hanno preso un cucchiaino di argento colloidale al giorno per otto settimane.
Dopo altre quattro settimane sedici partecipanti (uno nel frattempo aveva interrotto la partecipazione all’esperimento) hanno riferito di aver notato un miglioramento, mentre cinque non hanno riscontrato alcun progresso. […]».
 
Altri capitoli del libro:
Che cos'è l'argento colloidale?
Da quando lo si conosce?
Come agisce?
Come lo si usa?
Come lo si dosa?
Come viene prodotto?
Dove lo si può acquistare?
A quali criteri di qualità attenersi?
L'argento colloidale è indicato anche per gli animali?
Lo si può usare anche per le piante?
Quali sono i suoi effetti collaterali?
Perché tutta questa agitazione? La valutazione delle autorità sanitarie
È possibile sviluppare resistenza all'argento colloidale?
Polvere e fili d'argento

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2013.09.24 – SAL LATTE CONTAMINATO … TUTTO IL NORD DELLA PENISOLA A RISCHIO AFLATOSSINA


Spazioconsumatori.tv continua ad occuparsi della vicenda del latte contaminato da aflatossina, una pericolosa sostanza cancerogena.
A distanza di oltre tre mesi, lo scandalo che ha travolto il consorzio friulano Cospalat continua a creare sgomento.
Non solo per la gravità delle accuse, quanto piuttosto perché questa vicenda ha riacceso il sempre attuale dibattito sulla efficacia dei controlli alimentari.
La questione è particolarmente complessa e trattata da molteplici punti di vista.
È per questo motivo che Andrea Zanoni, Eurodeputato (Alde), ha rivolto un’interrogazione alla Commissione Europea sulla vicenda.
Spazioconsumatori.tv lo ha intervistato scoprendo un punto di vista molto interessante.
L’Eurodeputato racconta innanzitutto di aver chiesto alla Commissione Europea se esiste un monitoraggio del fenomeno della commercializzazione dei prodotti che contengono tale pericolosa tossina.
Qui la questione si fa particolarmente interessante: “La Commissione è molto attenta ai danni causati dai cambiamenti climatici – dichiara Andrea Zanoni – Il fenomeno dell’aflatossina si è verificato soprattutto perché si è verificata una stagione molto arida che ha portato alla produzione di ingenti quantità di mais con la presenza della granella di questa tossina.
Questo sicuramente è un campanello di allarme anche per la questione climatica.
Tutto ciò ha ripercussioni molto importanti su tutta la catena alimentare e sui prodotti caseari”.
Insomma, siamo di fronte ad un grave allarme climatico.
Cosa pensano di fare a tal proposito gli organi competenti?
Come arginare una situazione che può provocare danni così ingenti alla sicurezza alimentare?
Un’altra domanda risulta di sostanziale importanza: Le autorità stanno effettuando tutti i controlli necessari?
Tale quesito è molto preoccupante, visto che – continua l’Eurodeputato – “Il fenomeno dell’aflatossina si è verificato in tutto il Nord Italia e noi sappiamo che regioni come il Veneto e l’Emilia Romagna producono molto più mais.
Quello che auspico è che vengano fatte dalle autorità delle attività di monitoraggio anche nelle altre regioni, perché questi episodi purtroppo vengono riscontrati, a volte, anche in modo fortuito in seguito controlli fatti a spot”.
Risulta palese, a questo punto, l’estrema necessità di una maggiore quantità di controlli in tutte le regioni del Nord Italia.
Solo in questo modo sarà possibile scongiurare i possibili rischi per la salute dei cittadini.
Per vedere il servizio completo Latte contaminato da aflatossina: “Tutto il Nord Italia è a rischio” è possibile cliccare qui o collegarsi al sito www.spazioconsumatori.tv.
(PPN) 24 set  2013  15:07
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2012.10.24 – COSA SUCCEDE BEVENDO COCA-COLA


VI SIETE MAI MERAVIGLIATI DEL FATTO CHE DOPO AVER BEVUTO COCA COLA VI VIENE DA RIDERE?

Il motivo è che… vi sballa!

Hanno tolto la cocaina dalla bevanda quasi un secolo fa.

Sapete perché?

Era ridondante.

Nei primi 10 Minuti:

10 cucchiaini di zucchero colpiscono il tuo organismo (100% della razione giornaliera raccomandata).

La reazione immediata a questa dolcezza così eccessiva sarebbe il vomito ma ciò è impedito dal fatto che l’acido fosforico diminuisce il sapore permettendoti di mantenere la bibita nello stomaco.

Dopo 20 Minuti:

la tua glicemia schizza in alto causando un massiccio rilascio di insulina.

Il tuo fegato risponde trasformando tutto lo zucchero che può “catturare” in glicogeno (zuccheri di riserva per il corpo) e grasso.

Dopo 40 minuti:

la caffeina è stata assorbita completamente.

Le pupille si dilatano, la pressione del sangue aumenta e come risposta il tuo fegato rilascia altro zucchero nel sistema circolatorio.

I recettori cerebrali dell’adenosina si bloccano per prevenire la sonnolenza. Dopo 45 Minuti:

il corpo aumenta la produzione di dopamina stimolando il centro del piacere del cervello.

E’ lo stesso meccanismo di azione della cocaina…..

Dopo 60 Minuti: L’acido fosforico lega il calcio, il magnesio e lo zinco nell’intestino, causando un ulteriore spinta al metabolismo.

Inoltre le alte dosi di zucchero e la dolcezza artificiale aumentano l’escrezione urinaria di calcio.

Le proprietà diuretiche della caffeina entrano in gioco.

E’ ora assicurato che con le urine verranno eliminati il calcio, il magnesio e lo zinco che erano in realtà destinati alle ossa, oltre al sodio, a vari elettroliti e all’acqua.

Dopo l’eccitazione iniziale si avrà un crollo della glicemia.

Potresti diventare irritabile e/o apatico.

Avrai anche eliminato con le urine tutta l’acqua presente nella bibita, ma non prima di averla infusa con preziosi nutrienti che il tuo corpo avrebbe potuto usare per scopi fondamentali: idratare i tessuti, rafforzare le ossa e i denti.

Tutto questo sarà seguito nelle prossime ore da un crollo della caffeina.

Ma … fatti un altra Coca-Cola, ti farà sentire meglio.

Nota: il nemico non è la Coca-Cola bensì la combinazione di dosi eccessive di zucchero unite alla caffeina e all’acido fosforico.

Questa combinazione la si può trovare nella maggior parte delle bibite gassate.

Fonte:

Psichesoma.com Via Enjoint Fonte – See more at: http://www.losai.eu/cosa-succede-bevendo-coca-cola/#sthash.tHbTvEkx.dpuf

Tratto da (CLICCA QUI)

 

2012.12.09 – NON VACCINATE I VOSTI FIGLI


Raccolta di 200 studi scientifici

Vaccini, leucemia e linfomi

  • Bichel, “Linfoadenite post-vaccinale che progredisce in un caso di Hodgkin”, Acta Med Scand, 1976, Vol 199, p523-525
  • Stewart AM, “Eziologia della leucemia infantile”, The Lancet, 16 ott. 1965, 2:789-790
  • Glathe H, “Evidenza di attività cancerogena del substrato vaccinale”, Development Biol Std, 1977, 34:145-148
  • Bolognesi DP, “Potenziale virus della leucemia da vaccini”, Canad. Research, feb. 1976, 36(2): 655-656
  • Colon VF, “Necrosi vaccinale quale chiave di linfoma linfatico”, Geriatrics, dic. 1968, 23:81-82
  • Park-Dincsoy H, “Scomparsa dei linfociti in un caso di cancrena vaccinale”, Laval Med, gen. 1968, 39:24-26
  • Hugoson G, “Comparsa di leucosi bovina a seguito di vaccinazione Babesiosis”, Bibl Haemat, 1968, 30:157-161
  • Hartstock, “Linfoadenite post-vaccinale: iperplasia del tessuto linfoide che simula i linfomi maligni”, Cancer, aprile 1968, 21(4):632-649
  • Allerberger F, “Un’epidemia di linfoadenite suppurativa connessa con vaccinazioni BCG in Austria, 1990/1991″, Am Rev Respir Disorder, agosto 1991, 144(2) 469
  • “Tumori maligni come complicazione ritardata di vaccinazioni”, Arch Derm, Vol 98, 1968

Vaccini e alterazioni cromosomiche

  • Knuutila S, “Maggiore incidenza di alterazioni cromosomiche e di Sister Cromatid Exchange (SCE) in linfociti in vivo di 12 pazienti vaccinati contro la varicella”, Hum Genet, 23 feb. 1978; 41(1):89-96
  • Cherkeziia SE, “Disfunzioni dell’apparato dei cromosomi della murena indotti per vaccinazione con un complesso di vaccini antivirali”, Vopr Virusol, sett. 1979, (5):547-550

Vaccini ed autoimmunità

  • “Autoimmunità indotta da vaccino”, Journal of Autoimmunity 1996 Vol 9
  • Romanov VA, “Ruolo dei processi autoimmuni nella patogenesi delle lesioni post-vaccinali del sistema nervoso”, Zh Mikrobiol Epidemiol Immunobiol, ott. 1977, 10:80-83
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  • Seiferth LB, “Sordità a seguito di anti-polio orale: rassegna e casi clinici”, HNO, agosto 1977; 25(8): 297-300

Vaccini e disfunzioni renali

  • Jacquot C, “Rischio renale nelle vaccinazioni”, Nouv Presse Med, 6 nov. 1982, 11(44):3237-3238
  • Tan SY, “Glomerulonefrite associata a vaccinazione”, BMJ, 23 gen. 1993, 306(6872):248
  • Pillai JJ, “Coinvolgimento renale in associazione con varicella post-vaccinazione”, Clin Infect Disorder, dic. 1993, 17(6): 1079-1080
  • Eisinger AJ, “Disfunzione renale acuta dopo TAB e vaccinazione anti-colera”, Br Med Journal, 10 feb. 1979, 1(6160):381-382
  • Silina ZM, “Cause di complicazioni renali postvaccinali in due neonati”, Pediatria, dic. 1978, (12):59-61
  • Na, “Albuminurie”, Concours Med, marzo 1964, 85:5095-5098
  • Oyrl A, “Possono le vaccinazioni danneggiare i reni?”, Clin Nephrol, 1975, 3(5):204-205
  • Mel’man Nia, “Lesioni renali dopo l’uso di vaccini”, Vrach Delo, ott. 1978; (10): 67-9
  • Silina EM, “Alcune patologie dei reni in bambini nel primo anno di età a seguito di vaccinazione da varicella e somministrazione di vaccino anti-difterite- pertosse- tetano”, Vopr Okhr Materin Det, marzo 1968; 3(3):79-80

Vaccini e patologie della pelle

  • Illingsworth R, “Rash cutanei dopo vaccino triplo”, Arch Dis Child, sett. 1987; 62(9):979
  • Lupton GP, “Lupus eritematoso discoide causato da vaccinazione alla varicella”, J Am Acad Dermatol, ott. 1987; 17(4):688-690
  • Kompier AJ, “Alcune malattie della pelle causate dal virus vaccinale [varicella]“, Ned Milt Geneesk T, 15:149-157, maggio 1962
  • Weber G, “Lesioni della pelle a seguito delle vaccinazioni”, Deutsch Med Wschr, 88:1878-1886, S7, sett. 1963
  • Copeman PW, “Complicazioni cutanee da vaccinazioni alla varicella”, Practitioner, 197:793-800, dic. 1966
  • Denning DW, “Rash cutanei dopo vaccino triplo”, Arch Disorder Child, maggio 1987, 62(5): 510-511

Manca qualche altro organo?

Cuore

  • “Complicazioni miocardiche delle vaccinazioni”, Annals of Clinical Research 1978 Vol 10
  • Perez Diaz R, “Pericardite post-vaccinazione: 2 casi clinici”, Rev Cuba Med, 1:49-54, luglio- agosto 1962
  • Larbre F, “Miocardite acuta fatale a seguito di vaccinazione da varicella”, Pediatrie, apr.-maggio 1966, 21:345-350
  • “Morte improvvisa tra reclute finlandesi [a seguito di danni cardiaci da vaccini]“, British Med Journal, 1976

Polmoni

  • Chudwin DS, “Coinvolgimento dei polmoni in vaccinia progressiva”, West J Med, maggio 1981, 134(5):446-448

Fegato

  • Lilic D, “Disfunzione al fegato e anticorpi al DNA dopo la vaccinazione anti-epatite B”, The Lancet, 5 nov. 1994, 344(8932):1292-1293

(L’antiepatite B è data per proteggere il fegato dalla malatita, giusto? Ebbene causa anche danni al fegato!)

Occhi

  • Goldman A, “Reazione vaccinale oculare”, Med J Aust, 30 nov. 1968, 2:921-922
  • Rennie AG, “Ocular Vaccinia”, The Lancet, 3 agosto 1974, 2:273-275

Altre voci

  • Cockwell P, Allenm MB, Page R, “Vasculite correlata al vaccino dell’epatite B”, Br. Med Journal, 1990, 301: 1281
  • Fried M, Conene D, Conzelmann M, Steinemann E, “Uveite a seguito di antiepatite B”, The Lancet, 1987; 2: 631-32
  • Wise RP, Kiminyok P, Salive ME, “Perdita di capelli dopo vaccianzioni di routine”, JAMA, 1997; 278: 1176-78
  • Stickl H, “Valutazione del danno vaccinale”, Med Welt, 14 ott. 1972, 23:1495-1497
  • Sterler HC, “Epidemie di ascessi da streptococco gruppo A a seguito di vaccinazioni DTP”, Pediatrics, feb. 1985, 75(2):299-303
  • DiPiramo D, “Formazioni di ascessi al sito dell’inoculazione del bacillo Calmette-Guerin (BCG)”, Riv Med Aeronaut Spaz, luglio- dic. 1981, 46(3-4):190-199
  • Goolsby PL, “Eritema nodoso a seguito di vaccino antiepatita B Recombivax”, New Engalnd J. Med., 1989, 321: 1198-99
  • Caileba A, “Shock associato a sindrome di coagulazione intravascolare disseminata a seguito di iniezione di vaccino DT.TAB”, Presse Med, 15 sett. 1984, 13(3):1900
  • Na, Deutsch J, “Cambiamenti di temperatura dopo vaccinazione tripla nell’infanzia”, Padiatr Grenzgeb 1976;15(1):3-10
  • (Considerando che la tiroide controlla il nostro metabolismo basale sembrerebbe che i vaccini alterano, deprimendola, l’attività tiroidea).
  • “Reazioni avverse assocaiti con i vaccini infantili diversi da pertosse e rosolia”, JAMA, Vol 271, n.20
  • “Danni da vaccino”, The Lancet, gen. 1997, v.1
  • “Pratiche di vaccinazioni di pediatri e loro correlazione con i livelli di immunizzazione”, Arch Pediatr Adolesc med, Vol 148, feb. 1994
  • “Depressione della sensibilità al tubercolino a seguito di vaccinazione al morbillo”, American Review of Respiratory Diseases, 1964 Vol 90
  • “Sintomi comuni dopo vaccinazioni DTP e antipolio”, Arch Dis in Child, ott.-dic. 1991, vol 66
  • “Dermatomiosite e vaccinazioni”, The Lancet, maggio 1978
  • “Gli enormi costi delle cause di compensazione aumentano il prezzo dei vaccini infantili”, The Lancet, giugno 1986, p.1339
  • “Complicazioni delle vaccinazioni”, Ped in Review, Vol 18, N.2, 1997
  • “Vaccinazioni ripetute: possibili effetti avversi”, Annals of Intern. Med, 1974, 81; 594-600

Fonte

– See more at: http://www.losai.eu/non-vaccinate-i-vostri-figli-raccolta-di-200-studi-scientifici/#sthash.yMSA6S7G.dpuf

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2013.09.07 – LA MERCK CONFESSA L’INOCULAZIONE DEL VIRUS DEL CANCRO PER MEZZO DEI VACCINI


Dalla divisione vaccini del’azienda farmaceutica MERCK arriva la sconvolgente ammissione di aver inoculato il virus del cancro per mezzo dei vaccini.

La scioccante intervista ovviamente subito censurata, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter per la televisione pubblica di Boston WGBH e la Blackell Science,

è stata tagliata dal libro “The Health Century” proprio a causa del suoi contenuti, l’ammissione che la Merck ha tradizionalmente iniettato il virus micidiale (SV40 ed altri) capace di provocare il cancro, nella popolazione di tutto il mondo.

Questo spiegherebbe infatti l’aumento dell’insorgenza dei tumori negli ultimi cinquant’anni.

Questo filmato, contenuto nel documentario “In Lies we trust: the CIA, Hollywood and Bioterrorism”, prodotto e creato liberamente dalle associazioni di tutela dei consumatori e dall’esperto di salute pubblica, Dott. Leonard Horowitz, caratterizza l’intervista al maggior esperto di vaccini al mondo, il Dott. Maurice Hilleman, che spiega perché la Merck ha diffuso l’Aids, la leucemia ed altre terribili malattie.


Nei vaccini venduti al terzo mondo si è scoperto che questi contenevano l’ormone B-hCG, un anti fertile se immesso in un vaccino.

La Corte Suprema delle Filippine ha scoperto che oltre 3 milioni e mezzo di donne e ragazze hanno assunto questi vaccini contaminati, così come in Nigeria, Thailandia.

Tratto da (CLICCA QUI)

2013.08.08 – IL MARKETING DEL FARMACO

Pubblicato in data 10/nov/2012
Inchiesta del 2001 sul comparaggio e sui crimini delle grandi case farmaceutiche.
Il Comparaggio è quando i rappresentati delle case farmaceutiche corrompono i farmacisti e gli ospedali per fargli acquistare un farmaco piuttosto che un altro, indipendentemente dalla minore o maggiore efficacia.
Inoltre le grandi case farmaceutiche impediscono in ogni modo (anche con il ricatto finanziario) la produzione di farmaci a basso costo da parte di concorrenti del terzo mondo, così da condannare quelle popolazioni alla malattia e alla miseria.
Dopo aver fatto questo servizio nel 2001, Barnard è stato querelato da queste industrie farmaceutiche, e la RAI gli ha tagliato le coperture legali voltandogli le spalle.
Nonostante tutto Barnard non si è dato per vinto e da allora è andato sempre più affondo sulla faccenda, da quel decennio di indagini e di collaborazione con eminenti figure di spicco nell'economia internazionale, è nato nel 2009 il Più Grande Crimine, il saggio in cui Barnard condensa in 90 pagine la storia degli ultimi 40 anni, documentando minuziosamente e in modo inoppugnabile i meccanismi criminali con cui i popoli stanno subendo una espropriazione di sovranità.

 
Tratto da (CLICCA QUI)

 

2013.06.12 – COSI’ L’ITALIA UCCIDE I MALATI

Tratto da SIGNORAGGIO.IT (clicca qui)jpg_22087011

Nel "nostro" Paese (meglio dire in italia) i medicinali innovativi, che possono salvare migliaia di vite, arrivano con mesi o anni di ritardo. 
Una tragedia, per i pazienti. 
La colpa? 
E’ di un mostro burocratico potentissimo, ricchissimo e malfunzionante. 
Che si chiama Aifa. 
E opera sotto la direzione del ministero della salute. 
«Opera»? 
Si fa per dire, purtroppo
(12 giugno 2013)
 L’Agenzia è chiusa a riccio, come se non sentisse che infuria la tempesta fuori dal palazzo di via del Tritone a Roma dove ha sede. 
L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), di fatto, pochi sanno cos’è. 
Ma è sulla vita di tutti che incidono i suoi sì o i suoi no, come anche le sue difficoltà e il suo essere, come dicono molti, ormai un gigante.
Perché l’Agenzia, il cui direttore generale e presidente del consiglio di amministrazione sono nominati dal ministero della Salute, ha il compito di dare l’ok all’immissione in commercio dei nuovi farmaci, di definirne il prezzo, di sorvegliarne la sicurezza una volta che sono finiti in mano ai malati.
Insomma maneggia la nostra salute e circa 26 miliardi di euro l’anno, perché a tanto ammonta la spesa farmaceutica nel nostro Paese, i tre quarti della quale è a carico del Ssn. 
Dovrebbe funzionare come un orologio, ma soprattutto essere una casa di vetro dove tutto ciò che accade è ben visibile dai cittadini. 
E invece sembra oggi paralizzata, affaticata da elefantiasi burocratica e da scelte sulle quali infuriano polemiche, magari fatte a buon fine ma di certo risultate in ritardi e ulteriori aggravi burocratici. 
Così come sembra incapace di comunicare con i medici, le aziende e i malati.
Insomma, con tutti gli stakeholder del sistema-farmaci italiano. 
Siamo andati a vedere cosa succede a via del Tritone.
La nuova sede, a due passi da Fontana di Trevi e nel cuore del potere romano, che costa quasi quattro milioni di euro l’anno di affitto e ha sostituito nel 2010 un’anonima palazzina situata nella periferia di Roma: costava la metà, era discreta e a due passi dalla metropolitana. 
Ma non rendeva plasticamente il potere dell’Agenzia che la fiscalità generale fa funzionare dotandola di 80 milioni di euro l’anno, e dove lavorano oggi circa 400 persone (erano 250 nel 2009).
Eppure, non c’è nessuno disposto a parlare open verbis con “l’Espresso” nel fortino di via del Tritone. 
E già questo sorprende. 
Diversi tecnici dell’Aifa da noi interpellati sparano a zero contro le inefficienze e la totale mancanza di trasparenza. 
Ma poi, vogliono restare anonimi. 
Tuttavia, rimangono i fatti. 
E il primo è la questione criminale dei tempi per la registrazione dei medicinali innovativi, dilatati dal rimbalzo dei dossier tra una commissione e l’altra: servono dai dodici ai quindici mesi per avere l’autorizzazione dall’Aifa dopo che le autorità europee hanno dato il via libera, e già non si capisce a cosa serva una simile duplicazione; poi c’è bisogno di un altro anno per entrare nei prontuari delle Regioni, e di questo l’Agenzia non ha responsabilità. 
Ma il dato è drammatico: circa 300 giorni di attesa per i pazienti italiani. 
Per le aziende è un danno spaventoso, per i malati è una tragedia.
Ne dà notizia un rapporto di Farmindustria, l’associazione delle aziende farmaceutiche di qualche settimana fa, ma la situazione non è cambiata da quando “l’Espresso” ha denunciato questi ritardi nel novembre scorso dando voce a medici e associazioni di malati. 
E da quando il direttore generale dell’Aifa, professor Luca Pani, ci rispose che i confronti con gli altri paesi europei non reggono in quanto l’Aifa si occupa anche di definire i prezzi. 
Il che, però, non diminuisce il disagio dei malati.
Nel fare i confronti con l’Europa, Farmindustria annota oggi come le procedure negli altri paesi Ue siano meno farraginose, certamente anche a livello di regioni e ospedali oltre che a livello centrale, ma anche e soprattutto che altrove è chiaro cosa sia innovativo, quali siano le regole che sovraintendono ad approvazione e prezzo. 
Dal punto di vista dei malati, ciò che conta è che le medicine davvero nuove, che apportano un maggiore beneficio clinico di quelle in commercio, in settori importanti come l’oncologia, le malattie infettive, metaboliche e del cervello, siano messe a disposizione di chi soffre il più rapidamente possibile, mentre le altre possono aspettare.
Ma come individuare i farmaci realmente salvavita per i quali non si può aspettare? 
Fino a qualche anno fa i tecnici dell’Agenzia usavano un algoritmo, che poi è sembrato inadeguato e per questo lo si è abbandonato per andare alla ricerca di un nuovo più potente strumento che le consenta di farlo tenendo conto delle caratteristiche del farmaco e dello scenario della malattia. 
Ma nonostante i reiterati annunci questa macchina magica è ancora ferma ai box.
Fonte: espresso.repubblica.it

GENOCIDIO DA CONTROLLO ALIMENTARE – IL PIANO DI KISSINGER DEL 1974

Genocidio da controllo del cibo, il piano di Kissinger del 1974 – di Joseph Brewda

Il 10 dicembre 1974 il Consiglio Nazionale della Sicurezza americano, che allora faceva capo a Henry Kissinger, completò uno studio segreto di 200 pagine che titolò “Memorandum 200 per la Sicurezza Nazionale: crescita della popolazione mondiale, cosa comporta per la sicurezza e per gli interessi degli Stati Uniti all’estero” (NSSM 200). Lo studio affermava, falsamente, che la crescita della popolazione nei cosiddetti Paesi Meno Sviluppati (Less Developed Countries, o LDCs) rappresentava una grave minaccia per la sicurezza degli USA. Il presidente Gerald Ford nel novembre del 1975 applicò ufficialmente la NSSM 200 alla sua linea politica, in cui si delineava un piano segreto teso a ridurre la crescita demografica in quei Paesi attraverso il controllo delle nascite e, implicitamente, con guerre e carestie. Nel frattempo Brent Scowcroft aveva rimpiazzato Kissinger come consulente nazionale per la sicurezza (si tratta dello stesso Scowcroft che mantenne quel posto anche durante l’amministrazione Bush), a lui fu affidato l’incarico di attuare quel piano. Al direttore della CIA, George Bush, fu ordinato di appoggiare Scowcroft, e così fu ordinato alle Segreterie di stato, del Tesoro, della Difesa, e dell’Agricoltura. Peraltro, gli argomenti fasulli avanzati da Kissinger non erano originali. Una delle fonti principali era stata la Commissione Reale sulla Popolazione che Re Giorgio VI aveva creato nel 1944 “per considerare quali misure dovessero essere adottate, nell’interesse nazionale, per condizionare l’andamento demografico”. La commissione giudicò che l’Inghilterra sarebbe stata profondamente minacciata dalla crescita demografica nelle sue colonie, siccome “una nazione molto popolosa ha decisamente più vantaggi nella produzione industriale rispetto ad una meno popolata” e metteva in guardia che la combinazione di crescita demografica e industrializzazionedelle colonie “può in effetti risultare decisiva sul prestigio e l’autorevolezza dell’Ovest”, specialmente per quanto riguardava “le forze armate e la sicurezza”.

Le conclusioni della NSSM 200 furono simili, sostenendo come gli Stati Uniti fossero minacciati dalla crescita demografica nelle ex colonie, indicando specificamente 13 “Paesi chiave” in cui gli USA avevano un “interesse politico e strategico speciale”: India, Bangladesh, Pakistan, Indonesia, Thailandia, Filippine, Turchia, Nigeria, Egitto, Etiopia, Messico, Brasile e Colombia. La NSSM 200 asseriva che la crescita demografica di questi Paesi era particolarmente preoccupante perché avrebbe presto contribuito ad incrementare il loro potere politico, economico e militare. La Nigeria, ad esempio: “Già il Paese più popolato del continente, con circa 55 milioni di abitanti nel 1970, la popolazione nigeriana potrebbe arrivare a 135 milioni alla fine del secolo, e tanto basta ad incrementare il ruolo politico e strategico della Nigeria, perlomeno in Africa”. Oppure il Brasile: “La popolazione brasiliana è quella predominante nel continente”. Lo studio metteva in guardia circa “un crescente potere del Brasile in America Latina e sulla scena mondiale nei prossimi 25 anni”.

Cibo come arma

Kissinger sollecitava diverse misure per far fronte a questa presunta minaccia, in particolare l’applicazione del controllo delle nascite, insieme al relativo programma di decrescita demografica, ed avvertiva che: “È probabile che la crescita demografica aumenti notevolmente prima di cominciare a diminuire”, anche mettendo in atto tali misure. Un secondo provvedimento, mirato a certi Stati, era quello di limitare le provviste alimentari nei loro confronti, anche per indurli ad applicare la politica di controllo delle nascite: “Abbiamo già avuto precedenti che hanno tenuto conto della pianificazione famigliare nella valutazione delle richieste di assistenza all’AID (Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale) e ai gruppi consultivi. Siccome la crescita demografica è la ragione principale della richiesta di cibo, assegnando scarse risorse tratte dalla PL480 (conosciuta anche come Food for Peace, Cibo in cambio della Pace), si scoprirebbe quali misure uno Stato prende per il controllo delle nascite, come pure quanto cibo produce. Per la sensibilità di tale approccio è importante che il modo e la sostanza di questi provvedimenti non appaiano coercitivi”.

“Forse avremo bisogno di programmi obbligatori, e questa possibilità dovrebbe essere considerata ora”, continua il documento, aggiungendo “può il cibo essere considerato uno strumento del potere nazionale?… Gli Stati Uniti sono preparati ad accettare unrazionamento del cibo per aiutare gente che non può o non vuole controllare la crescita della propria popolazione?”. Kissinger prevedeva un ritorno alla carestia, che avrebbe reso superfluo l’uso esclusivo del controllo delle nascite. “Un incremento rapido della popolazione e un’insufficiente produzione di cibo nei Paesi in via di sviluppo, associato al brusco deperimento, verificatosi nel 1972 e 1973, della situazione globale correlata, hanno sollevato forti preoccupazioni circa la capacità del mondo dicibarsi adeguatamente per il resto del secolo e oltre”, asserì.

Tuttavia la scarsità di cibo non è un fatto naturale, ma il diretto risultato della politica finanziaria dell’Occidente: “Investire capitali per irrigazione ed infrastrutture e l’organizzazione necessaria ad un continuo aumento della produzione agricola potrebbero essere al di là delle reali possibilità di molti tra i Paesi del Terzo Mondo. Per alcune aree sotto forte pressione demografica ci sono poche o nulle prospettive che gli introiti derivanti dal commercio con l’estero possano sopperire alla costante domanda d importazione di cibo. È dubbio che – continuava un compiaciuto Kissinger – i Paesi che offrono aiuti siano preparati a sopperire a lungo termine alla quantità massiccia di cibo richiesta”. Di conseguenza, “una carestia su larga scala come non succedeva da decenni,del tipo che si pensava ormai eliminata per sempre” era prevedibile, un periodo di fame che effettivamente si è riproposto.

Titolo originale:”Kissinger’s 1974 plan for food control genocide”

2012.10.2O – COSA E’ SUCCESSO A INDYMEDIA PIEMONTE?


Avete letto dello scandalo della casa farmaceutica Sandoz, indagata per aver pagato medici in tutta Italia per aumentare i dosaggi, anche a bambini, di farmaci dopanti?
Se nei giorni scorsi non avete visto questa storia, la trovate qui.
A quanto pare, questa bella scoperta è partita da un articolo apparso per la prima volta su Indymedia Piemonte.
Provate ad andare su Indymedia Piemonte…
Non si apre?
Beh, certo: e' stato oscurato!
Ma non per la vicenda farmaceutica.
Per un'altra, che fa altrettanto schifo.
 
"L'Independent Media Center (rete di mezzi di comunicazione di massa indipendenti), chiamata anche Indymedia o IMC, è una rete di mezzi di comunicazione di massa e di giornalisti.
Fu creata nel novembre del 1999 per supportare le proteste del movimento no-global contro la World Trade Organization a Seattle. Nel 2002, a tre anni dalla fondazione, le IMC sparse per il mondo erano 89, localizzate in 31 stati e 6 continenti.
Nei soli Stati Uniti d'America si trovavano ben 39 Indipendent Media Center, mentre in Canada 11." (fonte: wikipedia)
In Italia, Indymedia è un network suddiviso più o meno per regioni.
La scorsa estate, la sezione Piemonte è stata oscurata dai provider italiani, su richiesta del Tribunale della Libertà di Milano.
Il motivo?
Aver pubblicato dei "leaks" (documenti) che mettevano in evidenza (a detta dell'articolista) come una società internazionale di trasporti marittimi, ricercasse collaborazioni anche mafiose per accedere meglio ad alcuni mercati.
Fortunatamente, la rete è grande, e lalmeno parte della documentazione oscurata, se volete farvi un idea, la trovate qui, con tanto di fotocopie dei fax della società dei trasporti.
E' questa società che ha ottenuto la chiusura dal Tribunale della Libertà.

Indymedia Piemonte si occupava anche di NOTAV, e diffondeva molte altre notizie scomode, come quella sui farmaci. Immaginiamo con quale riluttanza sia stato dato l'ordine d'oscuramento…
Senza contare che questa sentenza, apre la strada ad un'ondata di chiusure di siti, magari su esposti di politici indagati.

Per capire meglio cosa è successo ad Indymedia Piemonte, e quali sono le implicazioni per la giustizia in Italia, riportiamo un articolo dell'avvocato Sarzana.
La Wikileaks italiana: I provider italiani impugnano di fronte al Tribunale della libertà di Milano il sequestro preventivo delle pagine del network internazionale Indymedia e richiedono l'intervento della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sugli ordini di inibizione.
Come si ricorderà il 13 giugno 2012, tutti gli Internet Service provider nazionali ( nella fattispecie 271 imprese tra Provider nazionali ed aderenti ad ASSOPROVIDER) ricevevano un fax dal Nucleo di Polizia tributaria di Milano con la quale si ordinava l'inibizione, per i cittadini italiani all'accesso di alcune sezioni del network di comunicazione Indymedia.
La vicenda veniva ripresa da diversi organi di stampa, scatenando anche una ridda di voci sul perché le sezioni fossero ancora presenti su internet, sul perchè alcuni provider avessero nel frattempo dato adempimento e altri no, http://piemonte.indymedia.org/article/15270 sino a giungere ad articoli dubbiosi sullo stesso sequestro, nonostante vi fosse un provvedimento esplicito del GIP di Milano, Criscione. http://www.articolo21.org/2012/06/web-indymedia-piccolo-giallo-su-alcune-pagine-che-i-pm-vorrebbero-oscurare/
Cosa è accaduto e cosa accadrà.
Indymedia aveva pubblicato dei leaks che delineavano ( a detta dell'articolista anonimo) uno scenario da spystory legato all'attività di una multinazionale con sede a Genova, che avrebbe coinvolto apparentemente anche nomi molto noti della finanza italiana, il tutto suffragato da documentazione riservata che era stata pubblicata integralmente sulle sezioni Toscana e Piemonte del portale.
La storia era stata poi ripresa da testate quali Milano Finanza.
La società aveva poi querelato l'articolista anonimo e la stessa indymedia ottenendo a giugno di quest'anno anche il sequestro di intere sezioni del portale www.indymedia.org ( nella fattispecie le sezioni Toscana e Piemonte dello stesso network) nonostante all'interno dell'articolo sequestrato si fosse dato apparentemente conto di tutte le ragioni della stessa società multinazionale.
La stessa Indymedia ha infatti una policy che consente a chiunque si ritenga leso di disporre rettifiche e/o variazioni agli articoli postati da soggetti terzi rispetto alla propria organizzazione.
Tale policy, nonostante l'autore dell'articolo non avesse niente a che fare con la stessa Indymedia, è sembrerebbe essere stata stata rispettata tant'è che nell'articolo sottoposto a sequestro sono contenute le repliche inviate dalla società, le risposte della redazione e tutto l'iter della notizia e i documenti a supporto degli stessi.
Nonostante ciò, a distanza di quattro anni dalla querela e a quasi quattordici anni dai fatti, IL GIP di Milano, disponeva il 24 maggio scorso il sequestro preventivo delle pagine incriminate.
L'ordine però non veniva rivolto alla stessa Indymedia o al provider che pubblica il portale di Indymedia, ma a tutti i provider italiani di accesso.
In sostanza è come se venisse chiesto a diverse società che gestiscono autostrade di bloccare gli accessi ad un determinato paese, a seguito del verificarsi di un reato all'interno di una stanza di una specifica abitazione invece di sequestrare la singola casa e/o la stanza ove è stato commesso il reato.
Quest'ordine, diversamente dal sequestro o dalla cancellazione di singoli post o singole frasi è in grado di ottenere, senza conivolgere le testate o gli articolisti ( che possono anche difendersi ed argomentare sulla verità dei fatti) la cancellazione di interi siti internet o di sezioni ( anche molto estese, con centinaia di articoli) di siti internet
Perché questo?
Perché tecnicamente i provider di accesso ( cioè coloro che ci danno accesso ad internet) non possono agire sulla singola frase o sul singolo articolo ma devono necessariamente inibire l'accesso ai cittadini italiani di tutto il sito o a sezioni del sito facilmente riconoscibili ( come la sezione piemonte o toscana di indymedia).
Il blocco opera infatti solo a livello di DNS e di numero IP, ovvero dei dati che identificano con precisione un indirizzo internet completo e non una singola frase o una singola pagina.
E' quello che avviene con i siti di pedofilia che sono all'estero.
Cosa comporta tutto questo?
Se passa questa forma di inibizione noi ci troveremo ( come già accaduto nel caso del portale del Vajont http://www.lidis.it/newsdetail.asp?ID=1301 e oggi di Indymedia) che qualsiasi articolo di stampa on line, ritenuto diffamatorio potrà portare come conseguenza la chiusura dell'intera testata.
Il provider di accesso non può distinguere all'interno di una testata con centinaia di articoli le singole frasi o i singoli articoli, per impedire a tutti i propri clienti di avere accesso a quell'articolo per cui se la cancellazione non viene fatta dalla testata o dal provider dove è pubblicato il sito, l'intero sito ( o la sezione incolpevole) sarà inibita.
Senza che la testata, l'articolista, o l'hosting provider lo sappiano.
Vediamo le conseguenze.
Pensiamo ad esempio alle prossime elezioni politiche.
Uno o più candidati che hanno avuto ( o hanno) problemi con la giustizia, potrebbero richiedere ad un Magistrato l'eliminazione di uno o più articoli ritenuti diffamatori, in via preventiva, giusto in tempo per essere eletti, ottenendo ( come nel caso del Vajont e di in indymdedia) la "scomparsa" di intere sezioni di siti o dello stesso sito, se il portale è all'estero.
Cosa fanno i provider:
I provider Italiani di CONFCOMMERCIO ( aderenti ad Assoprovider) hanno deciso di impugnare il 22 giugno di fronte al Tribunale del Riesame di Milano, attraverso i legali dello Studio legale Sarzana www.lidis.it, coadiuvati in questa iniziativa dall'Avv. Marco Scialdone, il sequestro Indymedia, per portare all'attenzione della Magistratura e dell'opinione pubblica le gravi conseguenze sulla libertà di espressione e sulle prerogative della stampa on line connesse ad ordini di inibizione di questo tipo.
Contemporaneamente gli stessi Provider hanno deciso di investire il Tribunale di Milano della questione in via pregiudiziale della legittimità degli ordini di inibizione a carico dei provider richiedendo allo stesso Giudice Meneghino di devolvere la questione alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, così da chiarire se le norme Comunitarie consentano ai giudici nazionali di disporre ordini di inibizione di tal fatta.
Fulvio Sarzana di S. Ippoto
www.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati
fonte:http://www.fulviosarzana.it/blog/la-wikileaks-italiana-i-provider-italiani-impugnano-di-fronte-al-tribunale-della-liberta-di-milano-il-sequestro-preventivo-delle-pagine-del-network-internazionale-indymedia-e-richiedono-l%E2%80%99int/
 

2012.10.20 – IN ITALIA 3 MILIONI DI “NUOVI MALATI DI MENTE”…


La denuncia non è di qualche movimento anti-psichiatrico, ma dal Dott. Allen Frances del coordinatore della task-force del DSM IV, che sta per essere soppiantato dalla nuova edizione, la quale conterrà molte più malattie mentali classificate.
Frances (team DSM) "Ormai i produttori di droghe legali sono più responsabili delle dipendenze dei produttori di droghe illegali". + 40% per i disturbi bipolari, raddoppiate le diagnosi di iperattività infantile.
Poma (Giù le Mani dai Bambini): "In Italia siamo a rischio con 3 milioni di potenziali nuovi pazienti, non dobbiamo commettere gli errori fatti in USA".
Costa (psichiatra La Sapienza): "Tra le nuove possibili sindromi, il lutto e la dipendenza da caffè: noi medici e specialisti siamo vittima delle mode diagnostiche lanciate dalle multinazionali, attenzione perché è a rischio l'indipendenza della classe medica"
"La semplice tristezza e l’astinenza da caffeina stanno per diventare malattie mentali.
La prossima edizione del manuale, il DSM-V, in uscita nel 2013, potrebbe far diagnosticare come malati mentali milioni di persone sane, affette da normalissimi problemi di tristezza o sofferenza".
La dichiarazione sarebbe normale se rilasciata da un fervente attivista di un movimento anti-psichiatrico, ma diventa eccezionale se consideriamo che è di un "big-boss" della psichiatria americana, Allen Frances, coordinatore del team di specialisti che ha curato l'edizione attualmente in uso del Manuale Diagnostico per le Malattie Mentali, utilizzato per perfezionare diagnosi da psichiatri di tutto il mondo, la cui 5^ revisione vedrà appunto la luce tra meno di 18 mesi.
"Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria inflazione diagnostica – prosegue Frances, che è intervenuto al convegno "Pharmageddon" organizzato presso la Comunità di San Patrignano – e già oggi, ogni anno, il 25% della popolazione statunitense – circa 45 milioni di persone – si vede diagnosticare un disordine mentale, eventualità che sale al 50% degli abitanti se consideriamo le persone anziane.
Nel DSM-IV (l'edizione attualmente in uso del Manuale, curata da Frances, ndr) abbiamo cercato di essere il più cauti possibile ma non abbiamo comunque evitato l’aumento delle patologie e la conseguente tendenza all'incremento delle diagnosi, a cause della quale i disordini bipolari sono 'aumentati' del 40% rispetto a quanto avveniva con la precedente edizione del Manuale (il DSM-III, ndr), quelle di autismo sono cresciute del 25%, e quelle di ADHD, la Sindrome da iperattività e deficit di attenzione dei bambini, sono addirittura raddoppiate, mentre gli antipsicotici sono venduti con un giro d’affari di 50 miliardi di dollari all’anno".
Quella di Frances è una vera confessione-shock, con anche il sapore di un "j'accuse" verso molti Suoi colleghi: "Ormai i produttori di droghe legali sono più responsabili delle dipendenze delle persone rispetto ai produttori di droghe illegali.
Il problema non è nella malafede dei membri della Commissione del DSM – prosegue lo psichiatra – ma nella loro appartenenza all’élite del settore psichiatrico: non si rendono conto che le loro indicazioni, in mano a medici frettolosi e non sempre competenti e con la pressione irresponsabile delle industrie farmaceutiche, possono portare a gravi abusi.
Le nostre attuali conoscenze fra l’altro non ci permettono la prescrizione preventiva degli psicofarmaci, e sarebbe quindi importante che i medici non eseguano le diagnosi con disinvoltura e valorizzino le terapie relazionali rispetto a quelle farmacologiche", ha concluso l'esperto americano.
Sul punto è intervenuto Luca Poma, giornalista e portavoce di "Giù le Mani dai Bambini" (www.giulemanidaibambini.org), il più rappresentativo comitato indipendente per la farmacovigilanza pediatrica nel nostro paese: "La situazione è assai preoccupante, perchè come ha dichiarato sul Corriere della Sera il giornalista Mario Pappagallo 'un mondo di pazzi sarebbe un gran bel mercato', dal momento che solo in Italia ci sarebbero almeno 3 milioni di nuovi potenziali 'pazienti', e non pochi tra loro sono in fascia pediatrica.
Ci renderemo conto a brevissimo – e a spese della salute nostra e dei nostri bambini – di quanto ciò sia assolutamente vero", ha concluso Poma.
Anche Emilia Costa, decana di psichiatria, già titolare della 1^ Cattedra dell'Università "La Sapienza" di Roma e Primario di Psicofarmacologia all'Umberto I°, era nel panel dei relatori di "Pharmageddon", e ha commentato ironicamente: "Dovrei fare istanza al team di colleghi del DSM V affinché inseriscano una nuova patologia, la "bulimia da diagnosi", perchè questo è quello che sta accadendo in America, con influssi concreti anche in Italia: una sistematica medicalizzazione del disagio ad opera di 'inventori di categorie diagnostiche' che sono tra l'altro in palese conflitto d'interessi.
I miei corrispondenti oltreoceano mi dicono che persino un lutto, che è parte della vita di una persona, potrebbe essere diagnosticato come episodio depressivo sul nuovo Manuale, e che tra le patologie che stanno valutando di inserire c'è anche una non meglio precisata 'astinenza da caffeina'.
Tutto ciò è folle, noi medici e specialisti siamo vittime delle mode diagnostiche lanciate dalle multinazionali: attenzione – ha concluso l'esperta italiana – perché è veramente a rischio l'indipendenza della classe medica".
Intanto, il Wall Street Journal annuncia che l'American Academy of Pediatrics ha stilato le nuove linee guida per la diagnosi della contestata Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (bambini agitati e distratti), che suggeriscono di consigliare la prescrizione di Ritalin (metilfenidato) anche a bambini in età prescolare, fin dai 4 anni.
Le linee guida americane sono poi recepite in molti paesi del mondo.
 
Per media relation: 338/7478239 – portavoce@giulemanidaibambini.org
Luca Yuri Toselli
Coordinatore operativo
Campagna Nazionale "GIU' LE MANI DAI BAMBINI"
Non ETICHETTARE tuo figlio, ASCOLTALO!
www.giulemanidaibambini.orgwww.donttouchthechildren.org 
 

2012.10.18 – AI AI AI … AIDS !!! MA SIAMO SICURI? LA SOTTACIUTA VERITA’ SULL’AIDS.


 
“LA COSA PIU’ IMPORTANTE E’ NON SMETTERE MAI DI DUBITARE”
Albert Hinsten
Dopo più di vent’anni e centoventimiliardi di dollari investiti nella ricerca sull’ AIDS, gli scienziati non riescono a spiegare come e perchè l’ HIV causerebbe l’ AIDS.
Dei trenta (30) kits per il test dell’ HIV in uso attualmente, nessuno è stato convalidato da un rilevamento diretto di HIV in un essere umano.
Nel luglio del 2002, alla 14ma conferenza mondiale sull’ AIDS i ricercatori hanno rivelato che la maggiore causa di morte fra i sieropositivi in America è l’insufficienza epatica dovuta ai trattamenti farmacologici contro l’ AIDS.
Esiste un altro lato dell’ AIDS?
Decidi da solo/a.
Ti consigliamo questo video: CLICCA QUI
e ancora altre testimonianze incredibili …
LA BALLA DELL’ HIV E’ AL CAPOLINEA.
 
… “come me hanno smesso di prendere i farmaci per l’AIDS e sono guariti”…
(Maria Papagiannidou, nel 1985 fu una delle prime pazienti con HIV… sono passati 24 anni e desidero dire che ce ne sono altri come me)
… “l’AZT è un farmaco che usarono per anni e non lasciò sopravissuti, praticamente non lasciò sopravissuti”…

Intervento del Prof. Marco Ruggiero (Professore Ordinario di Biologia Molecolare presso Università degli Studi di Firenze) durante la conferenza HIV INFORMA “Hiv e Aids: Tutto quello che non vi hanno detto”. Bari 16 Maggio 2011. www.hivinforma.it :
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Beppe Grillo parla dell’Aids,e di Veronesi:

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la scienza del panico… quello che non ti hanno mai detto.

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Isolare retrovirus e trovare loro un leit-motiv patologico era di moda negli anni 70/80.
Si pensava che qualsiasi cosa causasse la trascrizione dal RNA al DNA era da considerarsi eccezionale e dovesse attribuirsi ad una sorta di contaminazione virale (da cui il termine “retrovirus”).
Ma questo si dimostrò un errore, poiché fu verificato verso la meta’ degli anni ’80 che la medesima attività enzimatica era presente in tutta la materia vivente provando così che la transcriptasi inversa non aveva niente a che fare con i retrovirus per sé.
(Franchi 1997)
Nel 2001 arrivarono i risultati del Progetto per la mappatura del Genoma Umano è stato chiaro che stava per essere irrimediabilmente buttato a mare il concetto stesso di “retrovirus”.
Ma negli anni ’70 lo sforzo di innumerevoli gruppi di ricerca era quello di correlare l’attivita’ anomale di cui non si sapeva niente (di trascrizione inversa) al cancro.
Quando Nixon dichiaro’ la guerra al cancro nel 1971, che ingenti somme di denaro stavano andando in questo tipo di ricerca.
Le cose funzionavano cosi’: ogni volta che l’attività transcriptasica inversa veniva rivelata si riteneva che i retrovirus fossero presenti. Ma dopo dieci anni di fallimenti, si cambio’ pista.
In quel momento storico, con somme ingenti che non avevano dato nessun risultato, era quasi obbligata una conversione di tutte quelle strutture e dipartimenti e investimenti all’immensa balla della ricerca sull’AIDS!
Fu chiaro in quel momento storico a tutti i partecipanti che formulare una qualsiasi ipotesi di un ruolo dei retrovirus in una patologia umana sarebbe stato appoggiato dal sistema con tutte le sue forze politiche ed economiche disponibili!
Servivano categorie in cui si potessero trovare facilmente persone che erano molto malate per attribuire su loro l’epidemia dell’ipotetico retrovirus assassino.
Gallo dimostro’ che almeno si poteva attribuire ad un test di frammenti di HIV la malattie dei drogati.
28 anni dopo si parla sempre di meno di HIV, Gallo non ricevette il premio Nobel perche’ i test da lui brevettati avevano delle evidenti forzature.
Un tessuto pieno di retrovirus e’ la placenta.
Gallo riusci’ ad isolare l’attivita’ retrovirale solo quando tessuti placentari erano aggiunti.
Gli ultimi sviluppi dimostrano ormai inequivocabilmente che il passaggio da RNA a DNA non è affatto una ABERRAZIONE, piuttosto è ciò che potrebbe spiegare la complessità umana.
Il DNA sarebbe allora come una sorta di libreria dove il RNA va a prendere le informazioni che gli servono per governare la cellula.
L’intero gruppo cui l’HIV apparterrebbe, i retrovirus, non ha niente di patologico e non e’ un gruppo di virus.
Era ritenuto tale fino all’inizio degli anni ottanta.
La questione è stata ben sintetizzata nel 1998 dal virologo Stephen Lanka: “…studiando la biologia evolutiva trovai che ognuno dei nostri genomi, e quelli delle maggiori piante e animali, è il prodotto della cosiddetta trascrizione inversa: RNA che si trascrive nel DNA. L’intero gruppo di virus cui l’HIV apparterrebbe, i retrovirus nei fatti non esiste per nulla”.
Allucinazione di massa pilotata: H.I.V. , ovvero “La scienza del panico”, realizzato nel 2011, durata 80 minuti.

http://vimeo.com/36086158

Un documentario di Isabel Otaduy Sömme e Patrizia Monzani (con Arantxa Martinez)

http://www.youtube.com/embed/oF0-MwgxHQQ frameborder=0 width=400 height


2012.01.19 – VISITE NON DISDETTE MULTE PER 7 MILA… L’USL 8 INCARICA EQUITALIA PER LA RISCOSSIONE!!!


di Davide Nordio

Non solo devi pagare comunque il ticket, ma sarai segnalato ad Equitalia che ti farà pagare sanzioni e oneri e per giunta finirai in una «black list» di utenti che, con la loro disattenzione o la loro superficialità, sono responsabili delle lunghe liste d’attesa.
L’idea era stata lanciata qualche giorno fa dal direttore generale della Usl 8 Renato Mason.
«Proprio il mancato rispetto delle prenotazioni – denunciava il dg dell’Usl – costituisce il principale problema delle liste d’attesa.
Chi non si preoccupa di cancellare la propria prenotazione fa attendere inutilmente gli altri, l’Usl procederà con il recupero del relativo ticket e della quota fissa».
L’Usl ha ragione da vendere: da poco è stato pure inaugurato un sistema che ricorda qualche tempo prima della visita la prenotazione effettuata con una telefonata al recapito comunicato. Inoltre è possibile disdirla in qualunque momento, anche a notte fonda, in quanto è stato installato un risponditore automatico.
Chi non si presenta all’appuntamento ha ora ben poche scusanti.
Ma lo 0,7 insiste e non si fa vedere.
Cifra irrisoria?
Non tanto, se si considera che nel 2011 sono stati un milione le visite e gli esami erogati dall’Usl 8 e sono stati 7mila gli utenti che hanno allungato senza motivo le liste d’attesa.
Ma se prima si poteva farla franca, oggi non più.
Quando una visita non viene disdetta per tempo, scatta la richiesta di pagamento.
Prima una comunicazione «bonaria» che invita a pagare ticket e quota fissa entro dieci giorni.
Poi la cosa passa nelle mani di Equitalia: con l’iscrizione a ruolo per il pagamento, al dovuto saranno aggiunti importi per sanzioni e oneri.
Chi avesse la fortuna di scampare a tutto questo, non canti vittoria.
Già, perché verrà inserito in una vera e propria «black list».
L’Usl installerà un sofisticato software nel centro unico di prenotazione (cup) che terrà debita traccia dell’utente «smemorato»: e al momento in cui si presenterà a chiedere una prestazione, la malefatta emergerà in tutto il suo fulgore.
E finchè non pagherà il dovuto, non potrà accedere ad alcuna visita o esame.
Dura lex, sed lex, dicevano gli antichi.
Ma se questo serve ad abbassare i tempi di attesa, ben venga, dirà più di qualcuno. In effetti da questo punto di vista l’Usl 8 ha una eccellenza da difendere: secondo i dati comunicati a fine anno, il rispetto dei tempi massimi d’attesa fissati dalla Regione è pari al 99,5 per cento.
Si attende mediamente sette giorni per una prestazione di massima priorità che deve essere erogata nel tempo massimo di dieci, diciannove giorni quanto siamo nel limite dei 30/60 giorni, cinquantasette giorni quando la prestazione deve essere programmata entro sei mesi.
Ma quanto potrebbe recuperare in termini di soldi l’Usl 8 dall’operazione«prenotazione non disdetta»?
Il calcolo è presto fatto: gli inadempienti sono 7 mila, il ticket per una visita mediamente 20 euro, la quota fissa 5 o 10 euro a seconda del reddito.
Calcolando una media di 27 euro, siamo già a 189 mila euro, non proprio bruscolini di questi tempi.
E l’importo è sicuramente maggiore perché vi sono anche prestazioni che superano i 40 euro.
Tuttavia pare che siano soprattutto le visite a essere disattese senza motivo, mentre per esami più impegnativi la prenotazione pare sostanzialmente rispettata.
O, se non altro, disdetta per tempo: una possibilità adottata dal 12 per cento degli utenti, ovvero 120 mila all’anno.

da LA TRIBUNA DI TREVISO clicca qui

2011.10.19 – VISTO CHE AI DISABILI SONO STATI DIMEZZATI I FONDI…

link importante … fatelo girare….

  
Visto che ai disabili sono stati dimezzati i fondi a loro disposizione, mentre i nostri cari politici del CAZZO……… non si tolgono un fottuto centesimo dal loro "misero" stipendio per mandare l'italia a puttane, vorrei che..la gente capisse che i bambini disabili non hanno una malattia, la disabilità e' una condizione.
Essi non cercano cure, ma accettazione..e nemmeno pietà.
Solo rispetto.
Il 93% di persone non CONDIVIDERA' questo nella sua bacheca.
Farai parte del 7% che lo farà e lo lascerà almeno un giorno?
Fallo in favore di tutti i bambini con disabilità.
Io l'ho fatto e non intendo cancellarlo!!!!!!!!!!