NEWS – ETICA, MORALE E RELIGIONE

ECCO PERCHÉ LA RUSSIA HA DECISO DI DIRE SÌ ALLA VITA

Che sembrino lontani o meno i tempi della Guerra fredda, il confronto tra Occidente e Russia è ora più che mai attuale, ma cambia totalmente la prospettiva: in questa intervista ad Alexey Komov (ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie) sono i veri valori umani che emergono, non la sete di potere.
I “senza Dio” di un tempo varano la costruzione di migliaia di chiese, monasteri e luoghi di culto, difendono la sacralità della famiglia e non si nascondono dietro il "politicamente corretto": si deve fare quello che serve ed è giusto, senza preoccuparsi di strumentalizzazioni.
Questo è l’atteggiamento di chi vuole guidare un popolo, una nazione e, se dovesse servire, essere modello per altri.
Forse il regime sovietico, da cui sono fuori usciti i Russi, può insegnare e dare conferma che ad un passo dal baratro tutti cambiamo.
WSM
Venetia, 31 Marzo 2014
Enrico Pillon, Delegato del MLNV e Provveditore Generale – Segretario di Stato del GVP

Alexey Komov (Congresso mondiale Famiglie): «La svolta “life-friendly” di Mosca?

Putin asseconda solo la rinascita del nostro popolo dopo il regime sovietico.
E pazienza se voi europei non capite»
«Noi russi abbiamo vissuto sulla nostra pelle le conseguenze di un’ideologia che ci aveva fatto credere che saremmo stati felici senza Dio.
Siamo arrivati a un centimetro dal suicidio umano e demografico. Adesso vogliamo tornare indietro».
Alexey Komov è l’ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie, la più grande piattaforma internazionale per la difesa della famiglia naturale.
In Italia per un convegno su Russia ed Europa organizzato a Rovereto dalla rivista Notizie Pro Vita, ha accettato di spiegare a Tempi le ragioni della svolta “life-friendly” di Mosca dopo il crollo del comunismo.
In effetti negli anni Novanta, dopo settant’anni di regime, la Russia aveva indici di sviluppo umano da agonia.
Fino alla vigilia della Rivoluzione bolscevica del 1917 il cristianesimo ortodosso era il fulcro della società russa.
Nell’Ottocento l’ideologia marxista, partorita in Occidente, fece breccia nel cuore di alcuni intellettuali e borghesi russi.
Secondo il materialismo comunista la scienza sarebbe riuscita a rendere l’uomo padrone di tutto.
Non c’era più posto per la Chiesa che ricorda la dipendenza da Dio e dalle leggi naturali per la realizzazione dell’uomo e del bene comune.
Perché la Russia ora guarda a queste idee con grande sospetto?
Perché fummo i primi a conoscerle.
Dopo la Rivoluzione d’ottobre fu legalizzato l’aborto, il divorzio, la famiglia come “affare” di Stato.
Sull’orlo del precipizio ci siamo voluti fermare.
Però la svolta “confessionale” di Putin e l’idea di fare della Russia una sorta di baluardo della cristianità non gode di buona stampa in Occidente.
Senta, innanzitutto il governo sta approvando leggi che proteggono l’essere umano, cosa che si dovrebbe pretendere da ogni sovrano.
Poi la valorizzazione del cristianesimo deriva dal fatto che Putin si è accorto che nel degrado assoluto l’unica cosa che ha resistito è stata la Chiesa ortodossa.
La Russia ha provato il dolore di vivere senza Dio, per questo non crede più al comunismo e rigetta l’ateismo.
Non a caso oggi il 77 per cento dei russi dichiara di credere in Dio e il 69 per cento è battezzato.
Negli ultimi vent’anni sono state ricostruite trentamila chiese, seicento monasteri e altre duecento chiese sorgeranno presto a Mosca.
Capisco che l’Occidente non capisca, visto quello che succede da voi.
Però è così, il governo non sta imponendo nulla.
E Putin sta solo prendendo atto del sentimento religioso riemergente nel popolo russo.
In Russia vige ancora un sistema autoritario che ha ben poco di compatibile con la nostra democrazia.
La “vostra” democrazia?
In Occidente siete arrivati al punto di vedervi costretti per legge, e senza che nessuno abbia chiesto il vostro parere, a insegnare ai vostri figli che secondo questa “teoria del gender” non esistono “la mamma” e “il papà”, ma solo genitori A e B, che possono essere anche dello stesso sesso, e che si deve “scegliere” se essere “bambini” o “bambine”.
Però senza discriminazioni, perché tutti devono essere uguali…
Ecco, quando sento queste cose, quando sento che questa sarebbe “democrazia”, ripenso a me bambino.
Ricordo che camminando per strada vedevo gli edifici progettati dalla nostra “grande democrazia socialista”, ed erano tutti brutti, tutti grigi, tutti uguali.
Poi da qualche parte spuntava ancora qualche chiesa, bellissima, e subito sorgeva in me il desiderio di entrarci, di andare a rifugiarmi lì.
Oggi le parti si sono invertite.
Il popolo russo non cede all’ideologia Lgbt perché è molto meno ingenuo di quello europeo.
La gente sa bene come gli intellettuali possono arrivare a imporre ideologie disumane.
È sufficiente legiferare secondo il diritto naturale per cambiare un paese?
Tuttora in Russia c’è una grande crisi demografica.
Vent’anni fa siamo arrivati a quattro milioni di bambini abortiti ogni anno.
Ora siamo scesi a circa due milioni.
La politica da sola non basterà mai.
Ma per fermare l’ingiustizia è necessario vietarla per legge.
E comunque a ridurre i numeri dell’aborto sono stati anche il divieto del governo di pubblicizzarlo, il fatto che le leggi prevedano il finanziamento dei Centri di aiuto alla vita, lo stanziamento di una somma pari a dieci mila euro per il secondo figlio e concessioni demaniali a chi ne ha più di tre.
Per il resto è compito dei cristiani e degli uomini di buona volontà ricostruire il tessuto sociale.
Qual è la situazione della famiglia oggi in Russia?
La situazione sta migliorando, ma ancora la metà dei matrimoni finisce in divorzi. La cultura di massa che passa attraverso la televisione, i film americani, le riviste e i media digitali condizionano le nuove generazioni.
Anche in Russia i media restano i principali educatori…
La Russia rischia sanzioni per le sue leggi “contro la propaganda e il proselitismo gay”.
Non teme il suo isolamento a livello internazionale?
No, perché la maggioranza dei russi la pensa esattamente come Putin.
Il quale non ha nulla da temere perché il nostro paese dispone di un importante deterrente nucleare ed è lo snodo fra l’Europa e l’Asia.
La nostra forza è sotto gli occhi di tutti.
Basti pensare che insieme a papa Francesco siamo riusciti a frenare la guerra in Siria e a bloccare il piano di Obama di bombardare Damasco.
E mi lasci dire che noi russi abbiamo anche un senso messianico della nostra presenza nel mondo.
Messianismo che può essere pericoloso, come quando volevamo esportare ovunque il comunismo, ma che ritorna utile ora che vogliamo ritrovare le nostre radici cristiane.
E degli arresti delle Pussy Riot o degli attivisti di Greenpeace che dice?
Non sono sintomi di un “regime”?
Le persone pensano anche che noi russi non abbiamo l’acqua, che viviamo in povertà e che c’è corruzione ovunque.
Invece in Russia la qualità dei servizi è ottima, la tassazione è al 40 per cento, la popolazione sta mediamente bene, costruiamo molto, importiamo e la materia prima è sfruttata con intelligenza.
C’è libertà di impresa e anche di espressione.
Mentre in Occidente in certi ambienti non potete neppure indossare una croce.

TRATTO DA QUI

 

DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA RUSSIA VLADIMIR PUTIN SU FAMIGLIA, MATERNITA’ E INFANZIA DEL 17 FEBBRAIO 2014


41d4c08e38c33ca70d08A proposito di valori, etica, famiglia naturale e responsabilità politica dei governi … 
Vladimir Putin ha tenuto una riunione Presidium del Consiglio di Stato sulla famiglia, la maternità e la politica dell'infanzia, in particolare per quanto riguarda l'attuazione delle Maggio 2012 – ordini esecutivi presidenziali.
Prima dell'inizio della riunione, il Presidente Putin ha visitato la Cherepovets Steel Mill (Severstal), dove ha discusso il sostegno per la maternità con i lavoratori dello stabilimento.

Discorso il Stato Consiglio Presidio riunione sulla famiglia la maternità l'infanzia della politica

PRESIDENTE della Russia Vladimir Putin:
Buon pomeriggio, colleghi.
Prima di tutto, permettetemi di ringraziare il Consiglio di Stato Presidio per affrontare questo tema di sostegno statale per le famiglie, la maternità e l'infanzia. Il miglioramento della situazione demografica negli ultimi anni rende questa una questione fondamentale e qualcosa su cui stiamo lavorando, e quindi è sempre importante tenerlo al centro della nostra attenzione.
Ho visitato l'acciaieria poco prima di questo incontro e ha parlato con i dipendenti lì. Nel complesso sono positivi nelle loro valutazioni, ma hanno comunque alcune domande e preoccupazioni particolari, e vorrebbero vedere alcune modifiche o integrazioni. Spero che avremo la possibilità di discutere tutte queste cose oggi.
Mettere in atto le giuste condizioni per un aumento delle nascite, la protezione della maternità e dell'infanzia, e rafforzare la famiglia come istituzione sociale sono compiti prioritari per la Russia. Essi sono di cruciale importanza per il presente e il futuro del nostro Paese e richiedono un lavoro sistemico e coordinato da parte delle autorità a tutti i livelli, così come dal pubblico, dai nostri cittadini. Questo lavoro deve avere obiettivi chiari e comuni e una chiara comprensione di come noi li raggiungeremo.
E 'opportuno che il Consiglio di Stato Presidio sta discutendo questi temi, tempestivo anche perché il governo è attualmente in fase di stesura di un documento concetto di politica familiare.
"Mettere in atto le giuste condizioni per un aumento delle nascite, la protezione della maternità e dell'infanzia, e rafforzare la famiglia come istituzione sociale sono compiti prioritari per la Russia."
Il compito principale per lo Stato in questo settore è quello di creare le condizioni per il benessere stabile di famiglie. Diversi fattori sono coinvolti: in primo luogo si tratta del reddito familiare, l'alloggio, l'accessibilità e la qualità dell'istruzione e della sanità, la salute fisica e spirituale dei bambini e degli adulti, e molte altre cose.
Questo principio dovrebbe costituire il fondamento del concetto e la politica statale sulle famiglie. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di cambiare in modo significativo gli obiettivi della politica della famiglia nel suo complesso. Fino ad ora, è stato diretto principalmente a coloro che si sono trovati in una situazione difficile e hanno bisogno di sicurezza sociale.
Questo è senza dubbio un aspetto molto importante del nostro lavoro che deve essere continuata, e sarà continuata. Tuttavia, lo Stato deve creare le condizioni per elevare gli standard di vita e la qualità della vita per le normali famiglie russe, per aumentare il loro prestigio nella società, tenendo presente che, da parte dello stato, è soprattutto la famiglia che dovrebbe essere responsabile per i bambini di vive.
Vorrei mettere a fuoco una serie di questioni che richiedono la nostra attenzione e discussione. Molto è stato fatto ultimamente per aumentare l'importanza della famiglia, per stabilire il suo ruolo guida nel portare i figli. Abbiamo istituito premi statali e regionali speciali per le famiglie numerose.
Siamo particolarmente felici di notare che il tasso di natalità continua a crescere. L'anno scorso – abbiamo citato questi numeri in numerose occasioni – 1,9 milioni di bambini sono nati, quasi 5.000 in più rispetto al 2012. Per la prima volta dal 1991, la Russia ha visto una crescita naturale della popolazione. Questo è il risultato sia di un calo del tasso di mortalità e un aumento del tasso di natalità.
Ovviamente è meraviglioso quando nascono i bambini, ed è importante per loro di essere circondati da amore.Essi dovrebbero crescere sani e di ricevere una formazione solida in modo che possano applicare i loro talenti e capacità che entrano nell'età adulta e iniziare una famiglia propria.
I media, i partiti politici e le organizzazioni pubbliche dovrebbero prendere parte attiva nella promozione dei valori della genitorialità responsabile e vita sana. C'è un enorme campo di applicazione del lavoro per loro qui.Suggerisco di discutere oggi gli sforzi necessari per sviluppare tale informazione orientato alla famiglia e la politica dell'istruzione.
La questione chiave è quello di aumentare i redditi delle famiglie con bambini. Questo è direttamente collegato allo sviluppo economico e la creazione di nuovi impianti di produzione e, di conseguenza, posti di lavoro di alta qualità.Questa è la nostra priorità a lungo termine che dobbiamo concentrarci ora.
In primo luogo abbiamo bisogno di creare le condizioni per i genitori avere una carriera attiva. Dobbiamo propagare gli sforzi di quei datori di lavoro che forniscono posti di lavoro le donne che hanno figli e ai genitori di bambini disabili.
Questo non è solo il supporto alle famiglie con bambini, ma è anche un investimento: la reputazione di un'azienda dipende in gran estendere la sua attenzione alle esigenze dei dipendenti. Tra l'altro, qui in Regione di Vologda, a Cherepovets, famiglie con figli ricevono diversi tipi di sostegno.
Così, a Severstal, che abbiamo visitato in precedenza, le donne incinte sia sono alleviati o vengono reindirizzati al lavoro luce, mentre il loro stipendio medio viene mantenuto. Le stesse donne erano felici di segnalare questa di oggi. PhosAgro esegue un programma simile.
"Il compito principale dello Stato in questo settore è quello di creare le condizioni per il benessere stabile di famiglie".
Un altro grave problema è la mancanza di scuole. Così, oggi meno della metà di tutte le scuole materne del paese dispongono di servizi per i bambini di età inferiore ai tre anni.Sappiamo ciò che questo comporta: facciamo di tutto per aiutare le madri con formazione continua o di formazione lavoro, adottare misure per aiutare nel loro lavoro, e tutti questi sforzi vada sprecato perché non riescono a trovare strutture per l'infanzia. Forse, dovremo considerare di estendere i benefici sociali per le donne dai 18 mesi ai 3 anni dopo il parto.
E 'sempre meglio creare le condizioni adeguate, ma devono essere tali che le persone possono ottenere buoni posti di lavoro e di ricevere una retribuzione più elevata, piuttosto che dipendere dai sussidi sociali. Tuttavia, questo dovrebbe essere fatto correttamente, in modo che le persone hanno una vera sicurezza sociale. Se, tuttavia, non siamo in grado di organizzare correttamente il loro occupazione e fornire servizi prescolari, dovremmo considerare aumentare le prestazioni sociali. Scuole materne e asili non sono attualmente disponibili per oltre 1,5 milioni di bambini. Dobbiamo sviluppare il sistema di assistenza all'infanzia per i bambini di età inferiore ai tre anni.Ciò richiede il sostegno di progetti di business rilevanti e aiutare i gruppi di volontariato di partecipare a questi sforzi.
Ora, oltre a scuole materne per i bambini 3-7 anni. Questo era uno dei nostri problemi più acuti, e non è stato ancora completamente risolto, anche se stiamo lavorando su di esso. Complessivamente, dal 1 ° gennaio 2014, 425.000 bambini a livello nazionale erano in lista d'attesa per la scuola materna di assistenza all'infanzia. La lista d'attesa è sempre più breve, anche se non così velocemente come vorremmo a. Tuttavia, stiamo facendo qualche progresso.
Tuttavia, il problema rimane in un numero di regioni. Vorrei chiedere ai capi di quelle regioni a prestare particolare attenzione a questo problema. La situazione è particolarmente difficile in 17 regioni della Federazione russa, dove il numero di bambini in lista d'attesa per la custodia dei bambini in età prescolare supera il 10% del numero complessivo di bambini dai 3 ai 7. Io non nomino queste regioni ora, come sono sicuro che la loro leadership è consapevole della situazione.
Abbiamo anche bisogno di analizzare l'efficacia delle prestazioni sociali per le famiglie con bambini. Come ho già detto, questi benefici sono principalmente sotto forma di assegni, che sono di solito molto modesta e hanno poco impatto sul bilancio familiare.
Credo che dovremmo prendere in considerazione la proposta del gruppo di lavoro del Consiglio di Stato di aumentare le indennità per le famiglie con bambini sulla base di un contratto sociale. Per essere precisi, vorrei davvero suggerisco di ampliare le fasce di popolazione che possono beneficiare di tali prestazioni, piuttosto che aumentare le quote stesse.
Un altro problema è l'assistenza alle famiglie numerose. L'anno scorso 65 regioni della Federazione Russa ha lanciato una misura assolutamente nuovo a fianco del programma di capitale di maternità. Così, per la nascita del loro terzo e ogni bambino consecutivo, una famiglia riceve un assegno di circa 7.000 rubli al mese fino a quel bambino raggiunge l'età di 3.
In 50 regioni della Federazione Russa che hanno una situazione demografica sfavorevole, le quote sono co-finanziati dal bilancio federale. Intanto i criteri per tali indennità differiscono: in alcune regioni, si basano su reddito pro capite della famiglia, in altri – il tasso di sussistenza di un bambino in una determinata regione. Abbiamo bisogno di discutere quale di questi approcci è più giustificato e aiutare le famiglie a fare un uso migliore degli aiuti governativi.
Ancora un altro problema è l'instabilità familiare. Ogni anno circa 51.000 genitori in Russia sono limitati nei loro diritti parentali, o sono completamente spogliati di tali diritti. Come risultato, circa 62.000 bambini sono orfani mentre i genitori sono ancora vivi – che noi chiamiamo questi bambini orfani sociali.
Abbiamo fatto tanto l'anno scorso per risolvere questo, di mettere i bambini in affidamento o in famiglie sostitutive.Tuttavia, il nostro compito principale – e sono certo che sarete d'accordo – è quello di riunire i bambini con i loro genitori naturali. Questo non è un lavoro facile. A volte è più facile per i servizi sociali per isolare questi bambini dalle loro famiglie disfunzionali. Tuttavia, dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare la famiglia, per aiutare le persone che si sono trovati in una situazione difficile tornare alla vita normale.
Uno speciale fondazione federale è in funzione dal 2008, che fornisce il supporto per i bambini che si sono trovati in situazioni difficili. Vorrei sentire quello che le regioni ei comuni stanno facendo a questo proposito.
Vorrei dire qualche parola sulle organizzazioni non commerciali che supportano le famiglie con bambini. Essi assistono nella formazione dei genitori e l'occupazione; aiutano le famiglie numerose e prendere parte a risolvere i problemi affrontati dai bambini con disabilità. Queste persone meritano ogni rispetto per il loro impegno disinteressato, e il governo dovrebbe certamente sostenerli nel loro lavoro onorevole. Consideriamo quello che le autorità locali, regionali e federali possono fare qui.
Infine, vi è un certo numero di argomenti sul nostro ordine del giorno che si occupano di alloggio per orfani e sostegno ai genitori di bambini disabili. Dobbiamo considerare tutti questi problemi oggi – questo è qualcosa che i nostri cittadini hanno a che fare con praticamente su base giornaliera.
"La questione fondamentale è quello di aumentare i redditi delle famiglie con figli. Ciò è direttamente collegato allo sviluppo economico e la creazione di nuovi impianti di produzione e, di conseguenza, posti di lavoro di alta qualità. Questa è la nostra priorità a lungo termine che abbiamo bisogno di concentrarsi su oggi . "
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VLADIMIR PUTIN : Thank you very much.
C'è una buona ragione per cui stiamo tenendo questo incontro qui a Cherepovets, in Regione di Vologda: Governatore Regione di Vologda sig Kuvshinnikov è il capo del gruppo di lavoro del Consiglio di Stato su questa particolare questione.
Vorrei ringraziare lui e tutti coloro che hanno preso parte a questo lavoro. Ho visto i documenti preparati: si avvicina il lavoro con grande cura, considerata la situazione attuale in ogni dettaglio e si avvicinò con proposte interessanti. Oggi abbiamo raccolto a considerare tutte queste proposte, che abbiamo toccato nel corso del nostro lavoro. Tutto ciò che parliamo oggi è stato discusso durante i preparativi per questo incontro.
Non ho intenzione di passare attraverso tutto ciò di cui abbiamo parlato ancora una volta. Vorrei solo notare che i nostri sforzi comuni per risolvere i problemi demografici, per rafforzare le famiglie, per sostenere la maternità e l'infanzia non finiscono qui con questo incontro. Signor Savchenko [Belgorod Regione Governatore] ci ha appena detto perché.
Siamo in alcuni momenti difficili considerando il fatto che la percentuale di saggio, il numero di russi che saranno presto entrare nell'età adulta e le famiglie della propria partenza sarà minore rispetto al periodo precedente. Meno persone sono nate nel 1990 e questo crea alcuni problemi.
Di conseguenza, alcuni anni fa, abbiamo iniziato a formulare la nostra politica, suggerendo vari modi per stimolare il tasso di natalità. Il nostro compito è quello di trovare nuove soluzioni a questo problema, perché è sicuramente non è stato ancora risolto.
Prendiamo, per esempio, la situazione con asili. Dobbiamo assolutamente sostenere quelle famiglie e quelle donne che vogliono sia allevare i figli e portare avanti le loro carriere. Un certo numero di fattori che li motivano: i giovani non vogliono perdere le loro competenze, vogliono mantenere il loro posto sul mercato del lavoro e di progredire nella loro carriera.
Tuttavia, ci sono altri problemi qui che non dovremmo ignorare. Purtroppo, nonostante tutti i nostri sforzi per incoraggiare le famiglie ad avere figli, la nascita di un bambino è un pesante onere finanziario per una famiglia.Sono sicuro che tutti voi siete consapevoli di questo.
Circa il 20% dei bambini vive in famiglie che hanno regolarmente per superare tali problemi come l'acquisto di nuovi vestiti e calzature, ottenere l'accesso ai servizi medici e pagare per le medicine. Il 16% dei bambini vive in famiglie che lottano anche con soddisfare le loro esigenze nutrizionali, e un gran numero di bambini ora vivono in famiglie che hanno problemi abitativi. Queste sono tutte le condizioni fondamentali per il normale sviluppo della società e della famiglia, e dei bambini in particolare. Dobbiamo tenere questo in mente.
Questo non significa, naturalmente, che tutti dobbiamo fare è prendere i soldi dal bilancio federale e allocare alla cieca per risolvere questi problemi. Perché no? Poiché questo non è spesso la soluzione più efficiente. Dobbiamo unire gli sforzi di comuni, autorità regionali e federali, così come la comunità imprenditoriale, il modo in cui viene fatto qui a Severstal e in altre aziende.
Dobbiamo coordinare i nostri sforzi per cercare soluzioni efficienti, in modo che il pubblico possa essere coinvolto in questo lavoro pure. Ho tutte le ragioni per credere che ce la possiamo fare, come abbiamo dimostrato in passato. Come ho già detto, circa sette o otto anni fa nessun tipo di progresso in questo campo sembrava impossibile.
Tuttavia, la situazione è cambiata, e stiamo facendo progressi, anche se può essere lento. Non dobbiamo cessare i nostri sforzi, dobbiamo considerare tutte le proposte fatte oggi e quelli che i governatori si avvicinò con quanto hanno preparato per questo incontro, e andare avanti.
Grazie.

Tratto da (CLICCA QUI)

OSHO – RISCHIAVA DI RISVEGLIARE TUTTI I POPOLI DEL MONDO – (DA UN POST DI FACEBOOK DEL 23 AGOSTO 2013)


Una congiura internazionale all'insegna del disprezzo dei diritti civili. La morte misteriosa per avvelenamento e un missing time di 24 ore in un carcere americano..

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A ventuno anni, dopo un intenso e personale percorso interiore, consegue quella che in Oriente è chiamata "Illuminazione", la realizzazione del Sé.

Percorre l'India come un predicatore, raduna fino a centomila persone. Demolisce i dogmi delle religioni, parla di comunismo. Nel 1968 comincia a parlare di sessualità, delineando un percorso unico e totalmente rivoluzionario.

Arrivano gli occidentali, prima timidamente poi come un fiume di persone accomunate da un profondo bisogno di interiorità, di silenzio, di risposte al crollo di valori e convenzioni che in quegli anni in Occidente travolgeva le nuove generazioni.

Le sue tecniche dinamiche scuotono le radici dell'essere, le sue terapie divelgono le catene della personalità per riscoprire il gusto del silenzio, l'oceano della realtà finalmente slegata dal passato e dal futuro in un presente senza confini in cui percepire il divino che danza e gioca dentro se stessi.

VITA SOCIALE IN ARMONIA

Nel 1981 Osho entra in una fase di silenzio fisso, sconfinato, un maestro muto per carpire il significato di un messaggio senza parole. In quell'anno improvvisamente parte dall'India. Si stabilisce in un ranch di duemilacinquecento ettari nel deserto nello Stato dell'Oregon (USA). Un oceano di discepoli, da tutto il mondo, si riversa in questa landa deserta dell'America puritana e bigotta. 

Nei tre anni successivi, grazie al lavoro volontario di migliaia di persone che si avvicendano nella comune, viene costruita una città totalmente autosufficiente. Nonostante i turni massacranti, migliaia di persone lavorano, amano, cantano, danzano, giocano e si abbracciano intorno al silenzio di quest'uomo. 

Tutto questo, oltre a suscitare l'interesse delle fasce più libertarie della società americana, comincia ad irritare i gruppi conservatori ed a provocare un'aperta ostilità dei fondamentalisti cristiani, molto forti in Oregon, come del resto nel Governo degli Stati Uniti, allora guidato da Ronald Reagan.

COSPIRAZIONE CONTRO OSHO

Nel frattempo il silenzio di Osho aveva permesso che assumesse forza e potere Sheela Silverman, sua segretaria dal 1980. Sheela aveva organizzato e trattato l'acquisto del ranch e gestito totalmente la nascita e lo sviluppo della comune. 

Progressivamente perduto di vista il progetto iniziale, ne fece un impero nel quale esercitare il proprio illimitato potere. Quando nel 1984 Osho riprende improvvisamente a parlare è un colpo durissimo per Sheela e per il suo gruppo di fedelissimi. Nei mesi successivi Osho smaschera il complotto. Sheela fugge dagli Stati Uniti nel Settembre 1985. 

ARRESTATO COME UN CRIMINALE DA UN GOVERNO CRIMINALE

L'F.B.I. entra nella comune su richiesta di Osho per indagare sui gravi crimini compiuti da Sheela, ma questo accende la miccia di un'azione d'attacco da tempo premeditata e studiata. Già dalla metà del 1985, circolava voce che il Governo investigasse su violazioni delle leggi sull'immigrazione nella comune. 

I gruppi fondamentalisti cristiani si erano scatenati con manifestazioni e minacce.

Presagendo attentati alla vita del maestro, Osho è ospitato momentaneamente presso la casa di una discepola a Charlotte, nella Carolina del Nord, ma qui, il 28 Ottobre, viene arrestato a mitra spianati, ammanettato ed incatenato per reati sull'immigrazione. Violando le normali procedure, gli viene negato il rilascio su cauzione ed è trattenuto nel carcere di Charlotte fino al quattro Novembre, quando viene annunciato il suo trasferimento a Portland, a cinque ore di volo. 

Ma quella notte Osho non arriva a Portland…

Chi è "STATO"?

Solo il 6 Novembre, il suo avvocato riesce a rintracciarlo nel penitenziario di El Reno, dove era stato costretto a registrarsi sotto il nome di "David Washington".

Il giorno seguente, viene trasferito da El Reno a Portland, ed il giorno successivo, l'otto Novembre, rilasciato. Il 14 Novembre, il giudice Leavy di Portland emette la sentenza. Espatrio immediato. Multa di quattromila dollari. Dieci anni di carcere con il beneficio della sospensione. Non mettere più piede negli Stati Uniti. 

Ma ecco il mistero. Osho delle due notti passate nel carcere di El Reno ne ricorda solo una. Cos'è successo durante la notte perduta dalla sua memoria?

AVVELENATO E CACCIATO 

Nel Dicembre 1985 Osho lascia gli Stati Uniti e si dirige in India. Ma immediati problemi ai visti d'ingresso dei discepoli lo portano velocemente in Nepal.

Da qui, nel 1986, inizia la peregrinazione attraverso il mondo, una peregrinazione che durerà otto mesi e che toccherà 21 paesi. Ovunque gli viene negato il diritto di ingresso o è espulso in seguito a brevissime permanenze. Il primo Agosto 1986 ritorna in India. 

Una grande esplosione di energia coinvolge l'intero lavoro proposto da Osho, una multiforme varietà di attività terapeutiche, di tecniche meditative, fanno di Poona il centro di terapia e di meditazione più grande del mondo. 

Ma dal periodo dell'incarcerazione, la salute va progressivamente peggiorando, con sintomi anomali che preoccupano seriamente il suo medico personale. Nei quattro anni successivi Osho patisce una degenerazione fisica e sofferenze sempre maggiori…

GOVERNO AMERICANO E MAGIA NERA

Viene diagnosticato un avvelenamento da Tallio, ed i sintomi indicano chiaramente conseguenze di una contaminazione radioattiva. 

Nel Novembre 1987 Osho afferma pubblicamente di essere stato avvelenato dal Governo degli Stati Uniti. Arriva al 1990 in condizioni tali da non poter più parlare alla sua gente, debolissimo, vive tra la vita e la morte per settimane. Si presenta ai discepoli solo per pochi minuti, per condividere il silenzio. 

Negli ultimi giorni di Dicembre del 1989, Osho lamenta il fatto di percepire la recitazione insistente di un mantra [] durante la silenziosa meditazione serale. Nonostante numerose ricerche ed annunci, il fatto si ripete nelle sere successive. 

Osho considera questo evento un attentato alla sua vita, asserendo che l'attacco proviene dagli stessi individui che hanno distrutto la comune in America, che la CIA vi è coinvolta e che si sta facendo uso di "magia nera", affermando che stanno cercando di colpire il suo centro vitale. 

Il 17 Gennaio esce nell'auditorio solo per salutare i discepoli. 
Il 18 Gennaio non riesce nemmeno a fare questo. 
Il 19 Gennaio Osho lascia il corpo. 

di Carlo Barbera 

"Le lacrime che dai nostri occhi Vedrete sgorgare.
Non crediatele mai segni di disperazione.
Promessa sono solamente promessa di lotta"

Tratto da (CLICCA QUI)

 

2013.12.24 – GESU’ ALMENO CACCIO’ I MERCANTI DAL TEMPIO…


Debole e inadeguato il ragguaglio del papa a proposito della protesta dei Popoli della penisola iniziata il nove dicembre.
Troppo comodo auspicare la non-violenza dei dimostranti e fingere  di non sapere la verità sugli abusi, le atrocità, i crimini, il razzismo e gli inganni commessi quotidianamente dallo stato italiano contro i Popoli di cui illegalmente occupa e colonizza le rispettive patrie terre da oltre cento e cinquant’anni.
Gesù, almeno, ha avuto il coraggio di cacciare i mercanti dal tempio.
WSM
Venetia, 24 dicembre 2013
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio


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2013.12.15 – UN DOCUMENTARIO DENUNCIA SUI CAMPI DI RECUPERO GAY …


Un film shock che racconta l’inquietante realtà dei campi di riforma per gay, divenuti “soluzione” sempre più diffusa per i genitori di ragazzi omosessuali negli U.S.A.
“Rapito per Cristo” è l’avvincente documentario che denuncia le esperienze di diversi adolescenti americani dopo essere stati portati via dalle loro case e spediti nelle “scuole terapeutiche”  della Repubblica Dominicana al fine di essere trasformati in sani adulti cristiani in un contesto fuori dalla legislazione degli Stati Uniti.
Il docufilm è stato diretto da Kate S. Logan e prodotto da Lance Bass (ex Nsync) ed è attualmente coinvolto in una campagna Kickstarter per poter essere interamente finanziato.
Campi di disciplina, veri e propri riformatori in cui i ragazzi vengono tormentati a suon di sermoni e lavori forzati. 
Una “culture shock therapy” dai metodi così estremi che spesso i ragazzi cercano di rimuovere il tragico vissuto dalla propria mente rifiutando addirittura qualsiasi rapporto o legame con i compagni di disavventure.
Una dittatura che prevede punizioni corporali per chi non rispetta le regole ed il severo programma. 
Il tutto in un clima opprimente di conformità ed impotenza.
Tra gli studenti passati da qui ci sono David, un adolescente gay rapito da casa sua durante le notte, e Tai, una ragazza di Haiti mandata via dalla sua famiglia dopo aver raccontato degli abusi subiti da parte di una donna da bambina.
“Questi ragazzi avevano paura di parlare, paura di raccontare ai genitori cosa stava succedendo, si sentivano soli ed indifesi, senza possibilità di fuga – ha raccontato la regista all’Huffington Post – Speriamo che gli spettatori siano indignati dalle storie e pronti a lottare. 
Tantissimi ragazzi sono morti e continuano a morire in questi campi , e quelli che sopravvivono ne restano traumatizzati.  
Vogliamo mobilitare la gente ad impegnarsi affinchè la legge intervenga per impedire questa tortura”
Il film affronta un tema molto delicato di cui pochi americani sono realmente consapevoli, l’ascesa di un trattamento inappropriato ed offensivo utilizzato nei confronti di adolescenti turbati. 
Molte di queste scuole hanno abusato dei propri allievi in cambio di ingenti somme di denaro ma è giunto il momento di dire la verità.

Tratto da (CLICCA QUI)

2013.09.07 – DIGIUNO PER LA PACE … IL MLNV E’ ANCHE CON PAPA FRANCESCO!

DIGIUNO PER LA PACE IL MLNV E' COL PAPA


«Con l’idolo del potere in ogni violenza facciamo rinascere Caino» Papa Francesco chiede la pace in Siria

settembre 7, 2013 Redazione
Oltre 40 mila persone alla veglia di preghiera per la Siria. Il pontefice: «Abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte»
Papa Francesco a Rio de Janeiro«Quando l’uomo pensa solo a se stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’indifferenza, al conflitto». Sabato sera, nella veglia di preghiera al termine della giornata di digiuno per la pace nel mondo e in particolare in Siria, papa Francesco ha rivolto un appello potente al cuore di ogni uomo, sia esso il semplice cristiano, il non credente o il potente del mondo. All’invito lanciato domenica scorsa all’Angelus hanno risposto oltre 40 mila persone in piazza San Pietro, senza contare le adesioni dei cristiani nelle diocesi di tutto il mondo.
L’ARMONIA DELL’UNIVERSO.
Il Papa ha mosso la sua riflessione partendo dalla Genesi e dalla descrizione dell’«armonia» dell’universo. «Questo nostro mondo – ha detto – nel cuore e nella mente di Dio è la casa dell’armonia e della pace ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi a casa. Perché è cosa buona. Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono, ma soprattutto gli umani fatti ad immagine e somiglianza di Dio sono una unica famiglia in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale». Quando si rompe questa armonia e il mondo precipita nel caos al punto che l’altro diventa il nemico in famiglia e tra le nazioni? «Questo accade quando l’uomo smette di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà ma guarda solo se stesso. Quando l’uomo pone se stesso al centro e si mette al posto di Dio allora guasta tutte le relazioni e apre la porta alla violenza, alla indifferenza e al conflitto».
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RINASCE CAINO.
«Essere persona umana significa essere custodi gli uni degli altri. Quando c’è il caos il fratello da custodire e da amare diventa l’avversario da combattere, da sopprimere. Quante guerre hanno segnato la nostra storia. Basta vedere la sofferenza di tanti fratelli e sorelle. In ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti. Anche oggi ci lasciamo guidare dagli idoli, dall’egoismo, dai nostri interessi; e questo atteggiamento va avanti: abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le nostre ragioni per giustificarci. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte! La violenza, la guerra portano solo morte, parlano di morte! La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte!».
UN’ALTRA STRADA E’ POSSIBILE. 
«E a questo punto mi domando: è possibile percorrere la strada della pace? Invocando l’aiuto di Dio sotto lo sguardo di Maria Salus Populi Romani regina della pace voglio rispondere: sì, è possibile per tutti. Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: sì, è possibile per tutti. Vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande fino a chi governa le nazioni, dicessimo: sì, lo vogliamo. Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana – la mia fede cristiana – mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace».
La meditazione del Papa è stata preceduta dalla recita del rosario, da letture bibliche, da commenti ai misteri di santa Teresa di Gesù Bambino, da momenti di silenzio e da assoli di musica d’arpa e di violino. Dopo la meditazione del Papa, la veglia è proseguita con l’adorazione eucaristica.
Ecco il testo integrale della meditazione del pontefice:
«Dio vide che era cosa buona» (Gen 1,12.18.21.25). Il racconto biblico dell’inizio della storia del mondo e dell’umanità ci parla di Dio che guarda alla creazione, quasi la contempla, e ripete: è cosa buona. Questo, carissimi fratelli e sorelle, ci fa entrare nel cuore di Dio e, proprio dall’intimo di Dio, riceviamo il suo messaggio. Possiamo chiederci: che significato ha questo messaggio? Che cosa dice questo messaggio a me, a te, a tutti noi?
1. Ci dice semplicemente che questo nostro mondo nel cuore e nella mente di Dio è la “casa dell’armonia e della pace” ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi “a casa”, perché è “cosa buona”. Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono, ma soprattutto gli umani, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazione con il Dio che è amore, fedeltà, bontà si riflette su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta armonia all’intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro. Questa sera, nella riflessione, nel digiuno, nella preghiera, ognuno di noi, tutti pensiamo nel profondo di noi stessi: non è forse questo il mondo che io desidero? Non è forse questo il mondo che tutti portiamo nel cuore? Il mondo che vogliamo non è forse un mondo di armonia e di pace, in noi stessi, nei rapporti con gli altri, nelle famiglie, nelle città, nelle e tra le nazioni? E la vera libertà nella scelta delle strade da percorrere in questo mondo non è forse solo quella orientata al bene di tutti e guidata dall’amore?
2. Ma domandiamoci adesso: è questo il mondo in cui viviamo? Il creato conserva la sua bellezza che ci riempie di stupore, rimane un’opera buona. Ma ci sono anche “la violenza, la divisione, lo scontro, la guerra”. Questo avviene quando l’uomo, vertice della creazione, lascia di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà e si chiude nel proprio egoismo. Quando l’uomo pensa solo a sé stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’indifferenza, al conflitto. Esattamente questo è ciò che vuole farci capire il brano della Genesi in cui si narra il peccato dell’essere umano: l’uomo entra in conflitto con se stesso, si accorge di essere nudo e si nasconde perché ha paura (Gen 3,10), ha paura dello sguardo di Dio; accusa la donna, colei che è carne della sua carne (v. 12); rompe l’armonia con il creato, arriva ad alzare la mano contro il fratello per ucciderlo. Possiamo dire che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? Possiamo dire questo, che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? No, non esiste la “disarmonia”: o c’è armonia o si cade nel caos, dove c’è violenza, contesa, scontro, paura…
Proprio in questo caos è quando Dio chiede alla coscienza dell’uomo: «Dov’è Abele tuo fratello?». E Caino risponde: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). Anche a noi è rivolta questa domanda e anche a noi farà bene chiederci: Sono forse io il custode di mio fratello? Sì, tu sei custode di tuo fratello! Essere persona umana significa essere custodi gli uni degli altri! E invece, quando si rompe l’armonia, succede una metamorfosi: il fratello da custodire e da amare diventa l’avversario da combattere, da sopprimere. Quanta violenza viene da quel momento, quanti conflitti, quante guerre hanno segnato la nostra storia! Basta vedere la sofferenza di tanti fratelli e sorelle. Non si tratta di qualcosa di congiunturale, ma questa è la verità: in ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti! E anche oggi continuiamo questa storia di scontro tra i fratelli, anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello. Anche oggi ci lasciamo guidare dagli idoli, dall’egoismo, dai nostri interessi; e questo atteggiamento va avanti: abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le nostre ragioni per giustificarci. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte! La violenza, la guerra portano solo morte, parlano di morte! La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte!
Dopo il caos del Diluvio, ha smesso di piovere: si vede l’arcobaleno e la colomba porta un ramo di ulivo. Penso anche oggi a quell’ulivo che rappresentanti delle diverse religioni abbiamo piantato a Buenos Aires, in Piazza de Mayo nel 2000, chiedendo che non sia più caos, chiedendo che non sia più guerra, chiedendo pace.
3. E a questo punto mi domando: E’ possibile percorrere un’altra strada? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere: Sì, è possibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana – la mia fede cristiana – mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello – ma, penso ai bambini: soltanto a quelli … guarda al dolore del tuo fratello – e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità. Risuonino ancora una volta le parole di Paolo VI: «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!… non più la guerra, non più la guerra!» (Discorso alle Nazioni Unite, 4 ottobre 1965: AAS 57 [1965], 881). «La pace si afferma solo con la pace: la pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità» (Messaggio per Giornata Mondiale della pace 1976: AAS 67 [1975], 671). Fratelli e sorelle, perdono, dialogo, riconciliazione sono le parole della pace: nell’amata Nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo! Preghiamo, questa sera, per la riconciliazione e per la pace, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace, e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace. Così sia.
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ABORTO, NO … GRAZIE!

L'aborto è un crimine, un delitto contro la persona umana.
Il diritto alla vita del nascituro deve essere garantita.
Sotto il profilo etico, morale e giuridico, non può essere condivisa alcuna pretesa o giustificazione all'interruzione volontaria della gravidanza non determinata da una condizione di pericolo attuale per la salute della madre o del nascituro.
La Nazione ha il dovere di promuovere la vita del nascituro tutelando i più indifesi dei propri membri.
La Nazione concorre e garantische il sostegno alla madre e alla famiglia del nascituro anche se gravata da eventuale precaria condizione economica o altro disagio personale e/o familiare.
Questa è la ferma posizione del MLNV. 
 
 
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ART.17: LA SOGGETTIVITA’ GIURIDICA PRIMARIA
L’OGVP riconosce ad ogni essere umano vivente la soggettività giuridica primaria che lo qualifica come persona e come tale titolare dei diritti fondamentali dell’uomo comunemente riconosciuti.
Ogni persona, fin dal proprio concepimento, senza alcuna distinzione di sesso, razza, condizione fisica e psichica, acquisisce unicità e soggettività giuridica primaria divenendo titolare dei diritti fondamentali dell’uomo che l'ordinamento veneto riconosce come naturali, incedibili e inalienabili.
L'OGVP identifica e riconosce come persona tutti gli esseri umani viventi a prescindere dalla capacità di mettere in atto quelle particolari qualità o funzioni proprie della natura personale, quali la razionalità, l’autocoscienza, l’autonomia.
A tutti gli esseri umani sono riconosciuti come innati i diritti soggettivi assoluti così come sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Tali diritti valgono erga omnes, cioè verso tutti, e sono fondamentalmente di due tipi:
– DIRITTI DELLA PERSONALITA' o diritti fondamentali dell'uomo, tutti di natura non patrimoniale (diritto alla vita, all'integrità fisica, alla salute, all'immagine, all'onore, alla privacy, diritti di libertà personale, di pensiero, di religione, di associazione, di riunione…).
– DIRITTI PATRIMONIALI i quali hanno ad oggetto i beni; sono diritti sulle cose e il principale fra questi diritti è il diritto di proprietà che garantisce al soggetto il potere pieno ed esclusivo di godere delle utilità ricavabili da un bene entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dalla legge.
 
ART.10
La Repubblica Federale Veneta, consapevole che la forza di un Popolo si commisura al benessere dei più deboli dei propri membri, promuove e concorre a garantire la soddisfazione dei primari bisogni umani, quali:
il diritto alla vita

MA COSE' L'ABORTO
L'aborto è l'interruzione prematura di una gravidanza.
Questa può avvenire per cause naturali (aborto spontaneo) o essere provocata artificialmente (aborto provocato o interruzione volontaria della gravidanza).
La parola aborto deriva dal latino abortus, vocabolo composto dal participio passato del verbo orior, "nascere" e dalla particella negativa ab-, quindi letteralmente "morire nel nascere".
In Italia, si definiva, in passato, come aborto un'interruzione della gravidanza avvenuta entro il 180º giorno dal concepimento.
Attualmente tale indicazione in medicina è superata, e si preferisce indicare con tale termine l'interruzione della gravidanza in cui il feto non abbia raggiunto un peso minimo di 500 grammi all'atto dell'espulsione o estrazione dal corpo della donna, oppure, se il peso non è conosciuto, che non abbia raggiunto la 22ª settimana di gestazione o in alternativa l'altezza di 25 cm.
Si parla invece di parto prematuro o nascita pretermine nel caso di un parto che si verifichi a partire dalla 22ª e prima della 37ª settimana di gestazione compiuta e, in caso di morte del feto in utero, dopo la 22ª settimana di età gestazionale non si parla più di aborto, ma di morte endouterina fetale.
L'Interruzione volontaria di gravidanza (IVG) o aborto provocato consiste nell'interruzione dello sviluppo dell'embrione o del feto e nella sua rimozione dall'utero della gestante.
Può essere provocato per via chirurgica o chimica.
La pratica dell'aborto volontario viene svolta in buona parte del mondo, a discrezione della donna nei primi mesi della gestazione.
Può essere motivata da ragioni di ordine medico, come la presenza di gravi malformazioni al feto, di pericolo per la salute della madre, nel caso in cui il feto sia frutto di una violenza carnale ai danni della madre o per altri motivi indipendenti dalla condizione di salute della madre o del feto: come la condizione economica, familiare o sociale.
In alcuni contesti, specialmente in Asia e Africa, viene praticato l'aborto selettivo a scapito di embrioni e feti di sesso femminile.
Le cause del fenomeno sono ragioni di carattere economico, socio-culturali, o la politica del figlio unico nel caso cinese.
Alcuni paesi in cui il fenomeno è particolarmente diffuso adottano politiche per tentare di limitarlo, come aiuti economici a chi ha figlie femmine (India) o divieto di effettuare esami per determinare il sesso del nascituro a scopo selettivo (Cina).
 
COME SI PONE LA CHIESA
La Chiesa cattolica, sulla base di riferimenti scritturali e apostolici, ha sempre considerato la vita un dono del Signore, e dunque un bene in sé di cui all'uomo non è dato disporre: ne consegue che l'aborto, come scelta volontaria dell'uomo volta a impedire lo sviluppo della vita, equivale ad un omicidio ed è considerato peccato mortale gravissimo.
La vita di ogni essere umano è una ricchezza per l'umanità ed è un bene indisponibile per l'uomo.
Anzi, questi è chiamato a difenderla dal concepimento alla morte naturale.
Allo stesso modo i cosiddetti metodi di contraccezione d'emergenza, che impediscono l'annidamento del concepito nell'utero materno, vengono considerati abortivi perché impediscono lo sviluppo iniziale della vita del nascituro.
Papa Giovanni Paolo II ha spiegato la posizione cattolica nell'enciclica Evangelium Vitae, specialmente nei numeri 58-63 e 68-74.
Nella nota del 1993 Circa l' "isolamento uterino" ed altre questioni, emessa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, si afferma che è lecito eseguire l'asportazione dell'utero, nel solo caso che il suo danneggiamento (in seguito al parto, per esempio) rappresenti un grave pericolo attuale per la vita o la salute della donna.
Questa pratica (o l'equivalente legatura delle tube) non è ammessa in mancanza di un pericolo in atto, come misura preventiva per la salute della donna in caso di gravidanza futura, perché, mancando una ragione terapeutica attuale, tale pratica si configurerebbe come «sterilizzazione diretta», sempre vietata dalla morale cattolica.

2013.08.03 – LE OTTO (8) COSE CHE IL SUPERMERCATO NO VUOLE CHE TU SAPPIA.


I RICERCATORI DEL MARKETING

Hanno lavorato anni per essere sicuri che l’ acquirente comune guardi più prodotti possibili durante la spesa, perché più vedono, più comprano.
Fare la spesa nel supermercato sembra una attività innocua.
Tutti facciamo la spesa almeno una volta a settimana senza però prestare troppa attenzione a ciò che accade dietro le quinte del supermercati.
Il nostro modo di comprare è diventato una scienza fra le più studiate e con il maggior numero di ricercatori nel mondo.
“I ricercatori del marketing hanno lavorato per anni per essere sicuri che l’ acquirente comune guardi più prodotti possibili durante la spesa, perché più vedono, più comprano”, questo è ciò che ha detto Marion Nestle, autrice di What to Eat: An Aisle-by-Aisle Guide to Savvy Food Choices and Good Eating.
Quindi se vuoi essere un acquirente intelligente leggi questi trucchetti e segreti nascosti nel supermercato.
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1. I carrelli della spesa sono sporchi.
In accordo con gli studi fatti sui carrelli, più del 60% di questi danno rifugio a batteri coliformi (la specie di batteri che si ritrova sulle toilette pubbliche!). Il Dr. Chuck Gerba, microbiologo dell’ Università di Arizona dice :”Questi batteri potrebbero venire dalle verdure non ancora lavate, dai salumi non ancora spellati, dalle mani sporche dei clienti o dai bambini che si siedono nei carrelli. Basta pensare che dove avete messo i broccoli pochi minuti prima si trovava il sedere di un bambino”. Secondo gli studi fatti da Gerba e sui collaboratori, i carrelli della spesa hanno più batteri di tutte le superfici da loro studiate, incluse le tavolette del wc e i poggiatesta dei treni. Per evitare di sporcarsi con questi fastidiosi batteri Gerba suggerisce di pulire il manico del carrello con dei fazzoletti igienizzati e di lavarsi le mani dopo aver fatto la spesa.
 
2. I cibi “amici dei bambini” sono disposti alla loro altezza.
Chiunque faccia la spesa con dei bambini sa che deve porre attenzione alle cose che questi prendono e buttano nel carrello. Marion Nestle dice :”Dico sempre ai genitori di non fare mai la spesa con i figli. Le scatole con su disegnati dei cartoni animati sono sempre posizionati negli scaffali più bassi dove anche i bambini ai primi passi possono arrivare”. Un viaggetto nel corridoio dei cereali ve lo confermerà, Tara Gidus della American Dietetic Association dice: “I cereali zuccherati sono al livello degli occhi dei bambini, mentre quelli salutari e ricchi di fibre sono negli scaffali più alti “. E’ la stessa situazione che si ritrova ai registratori di cassa dove le caramelle e le gomme sono strategicamente posti per incoraggiare acquisti impulsivi di adulti e bambini che posso facilmente afferrare questi piccoli prodotti.
 
3. Affettano e tagliano i cibi in modo da poter aumentare il prezzo.
Nel reparti cibi freschi possiamo trovare delle belle fette di anguria già tagliate o verdure e insalata fresca lavate e tagliate. Nella zona macelleria il petto di pollo come anche le bistecche sono già affettate e anche marinate, pronte per essere cotte. Non si può negare che questi cibi già tagliati rendano la vita più facile a anche i nutrizionisti concordano sul fatto che ciò fa aumentare il consumo di vegetali o frutta e quindi è una buona cosa per la salute. Bisogna però almeno tener presente che si sta pagando un sovraccarico di prezzo abbastanza elevato (alcune volte più del doppio, basta leggere il prezzo al kilo e non della singola confezione) per una cosa che potremmo fare da soli.
 
4. I cibi che fanno bene alla salute sono nascosti!
L’esempio classico è quello della pasta integrale che è posta negli scaffali più bassi o anche i cibi biologici che spesso hanno un piccolissimo scaffale tutto loro vicino ai cibi etnici.
 
5. Le esposizioni alla fine della corsia sono lì per distrarti dalla tua missione.
Marion Nestle dice: “Le compagnie alimentari pagano i negozi per posizionare i loro prodotti dove possono essere visti più facilmente, come ad esempio nelle esposizioni alla fine delle corsie”. Il concetto è quello di posizionare oggetti ad alto profitto o anche gruppi alimentari come le cioccolate per ispirare acquisti compulsivi; e anche se alcune volte queste esposizioni sono usate per promuovere articoli in offerta le persone comprano anche se non ci sono offerte. Il Dr. Brian Wansink direttore del Laboratorio Food and Brand dell’ Università di Cornell e autore di Mindless Eating dice :” Le persone comprano il 30% in più di prodotti che sono posizionati nelle esposizione di quelli a metà del corridoio, anche perché pensiamo che il vero affare si trova alla fine”.
 
6. Gli affari non sempre sono affari.
Chi può resistere ad offerte tipo “Compra 5 e ne hai uno gratis”, o “3 per un Euro”? Apparentemente solo poche persone. Il Dr. Brian Wansink dice: “Ogni volta che vediamo un numero in un cartello pubblicitario su uno scaffale compreremo circa il 30% in più di quel prodotto di quanto intendevamo comprare” e quindi se compri di più di quanto hai bisogno non sarà necessariamente un affare! O ancora peggio ti farà consumare di più, sempre Brian Wansink ci dice : “Una volta che il prodotto è in casa lo mangerete anche senza volerlo… è così un peccato buttare il cibo”. Infine se una scatola ad esempio di tonno è pubblicizzata ad un prezzo più basso di un’altra fate attenzione alla quantità di tonno nella scatola e cercate di leggere qual’è il prezzo al kilo. Aggiungo un commento del post su questo tema di protonutrizione:” Avendo studiato marketing conosco questi trucchi ed altri, alcuni dei quali sono effettivamente molto efficaci. Uno ad esempio è mettere l’indicazione “Promozione” “Offerta speciale” o simile senza per questo variare il prezzo del prodotto. Immancabilmente il tasso di rotazione di quel prodotto aumenterà in quando il consumatore tende a non memorizzare i prezzi dei prodotti, particolarmente se non si tratta di un bene ad acquisto ripetuto. La cosa funziona ancora meglio se questi prodotti con riduzione di prezzo non effettiva sono all’interno di una più ampia offerta promozionale con prodotti che hanno avuto un effettiva riduzione e gli esempi potrebbero continuare. Conoscendoli si riesce a non subirne gli effetti negativi ed a volte a sfruttarli a proprio vantaggio.”
 
7. Camminerai nel negozio seguendo una strada obbligata
Non solo il percorso come tutti sanno è sempre obbligato a causa della disposizione degli scaffali ma nei grandi supermercati spesso siamo obbligati a seguire un percorso senza accorgercene. Il percorso “obbligato” è infatti creato senza barriere architettoniche ma seguendo i bisogni primari degli acquirenti tipo il pane, la pasta, il latte e le verdure; seguendo questi percorsi ci troveremo con il 60-70% di prodotti in più di quanto avevamo preventivato.
8. Non puliscono sempre come dovrebbero.
Gli ispettori dell’ Ufficio di Igiene spesso (almeno spero) controllano i supermercati alla ricerca di eventuali irregolarità. Potete però fare una piccola ispezione da soli. Vi può bastare passare il dito sulla parte alta degli scaffali per ritrovarlo pieno di polvere. Se poi vedete delle mosche sappiate che possono portare dei batteri e, infine, se c’è polvere sulle confezioni evitate di comprarle.
 
Tratto da (CLICCA QUI)

2013.07.04 – PAGINA CONTRO LA MADONNA E FACEBOOK SOSTIENE CHE NON OFFENDE NESSUNO.


… e parte la petizione.23d99a1c34_Virgin-Mary-Aborted-227x300

Continuano a crescere le pagine Facebook create apposta per offendere i valori cristiani.
Una, in particolare, si intitola “Virgin Mary should’ve aborted”, la Vergine Maria avrebbe dovuto abortire.
Come immagine di fondo presenta un fotoritocco in cui la Madonna sta fumando erba. 
Penoso.
Quella del profilo, invece, è riportata qui a fianco. 
La didascalia: “Maria: «È okay, Giuseppe, non sono una prostituta.
Il signore è venuto su di me è mi ha messa incinta». 
Giuseppe: «Sì, okay, qualcuno è venuto su di te, ma non pensavo che fosse il signore». 
(Mary: “it’s ok Joseph, I’m not a whore. The lord came upon me and I conceived.”; Joseph: “Yeah okay someone *came upon you* but I don’t think it was the lord.”)
Al solito, non si capisce a chi dovrebbe piacere o chi dovrebbe divertire. 
Eppure i “like” sono circa 1.900.
Dispiace riportare questi dettagli. 
Non è per dare pubblicità a iniziative simili, che meriterebbero solo l’oblio, ma è per descrivere quanto sia diffusa e superficiale la “cristianofobia”. 
Soprattutto alla luce delle reazioni di Facebook.
Questa pagina ha, infatti, una storia particolare da raccontare. 
Una storia che speriamo possa far scuola.
Dopo lo sdegno di trovarsi di fronte a contenuti così vergognosi, un utente (che ringraziamo per averci informati) ha deciso di fare qualcosa di pratico.
Ha segnalato la pagina come abuso e ha scritto al centro assistenza di Facebook.
La risposta che ha ottenuto è a dir poco sorprendente: “Grazie per il tempo dedicato a segnalare qualcosa che ritieni possa violare le Regole della nostra Comunità. 
Segnalazioni come la tua sono importanti per rendere Facebook un ambiente sicuro ed accogliente. 
Abbiamo rivisto la pagina che hai segnalato per vedere se conteneva discorsi o simboli di odio e troviamo che non violi le nostre Regole in merito ai discorsi di odio (found it DOESN’T violate our community standard on hate speech)”.
La didascalia riportata più sopra, quindi, non violerebbe nessuna regola per un ambiente sicuro e accogliente.
Questa risposta rivela in modo chiaro quale sia l’attenzione di Facebook verso i propri contenuti. 
Soprattutto indica come la “violazione” sia un concetto basculante che obbliga al rispetto di tutto e tutti, tranne dei simboli cristiani. 
In modo diretto fa capire quanto sia inutile rivolgersi al Centro di Assistenza e in modo indiretto fa pensare: e se invece ci fosse stato scritto “La madre di un gay avrebbe dovuto abortire”?
Non censurare una pagina di questo tipo è una sconfitta del rispetto in generale.
Questo è disgustoso, conclude l’utente. 
E lo diciamo anche noi.
Ma l’utente non si è fermato e ha fatto partire una petizione on-line, dal titolo “Cancella la pagina di Facebook Virgin Mary Should’ve Aborted”. 
Nel momento in cui scriviamo, la petizione ha già superato le 3.000 firme in pochi giorni. 
Un risultato davvero ottimo, che speriamo possa aumentare in fretta e incoraggiare iniziative analoghe.
Speriamo sia la prima pagina ad essere tolta per offesa diretta ai valori cristiani, cancellata grazie all’intervento vigoroso dell’utenza.
A proposito. 
Vi ricordate la pagina contro il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, dal titolo “Il Tossico che ha annunciato il Papa – L’uomo che si è fatto la fumata bianca”?
È ancora lì, con i suoi 45.537 “Mi piace” e nessuno l’ha tolta.
Neanche questa offende, evidentemente.
 
Tratto da (CLICCA QUI)
 

QUANDO SI DISTRUGGE LA FAMIGLIA… SI DISTRUGGE L’UOMO.

Risultati immagini per FAMIGLIASatana colpirà nel cuore la società
«Nel tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia,
sarà il tempo in cui la famiglia entrerà in crisi…».
 
«Satana colpirà nel cuore la società, distruggendo la famiglia…
E quando si distrugge la famiglia, si distrugge l'uomo…».
Queste parole vennero pronunciate dal Pontefice nel 1951.
Pio XII aveva esternato in più occasioni le sue preoccupazioni «per i pericoli ai quali andava incontro la famiglia».
Un giorno, parlando a un gruppo di genitori disse: «Diffidate di coloro che parlano molto della famiglia e del tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia, perché sarà questo il tempo in cui la cellula della società entrerà in crisi… in agonia».
E qui è significativo ricordare un recente «Studio sulla famiglia italiana», condotto dal CSS (Centro Studi Sociali): «La parola famiglia entra con sempre maggiore frequenza nelle pagine dei giornali.
I progetti di legge a sostegno della famiglia sono stati triplicati nel giro di cinque anni, mentre il numero delle famiglie che si sciolgono continua ad aumentare…».
Pio XII «vedeva» pertanto bene.
E «vedeva» bene anche quando dichiarava che: «… Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano la famiglia fondata su leggi naturali, cristiane…
Perché si cercherà un surrogato della famiglia tradizionale, tanto da trasformare il focolare domestico in una comunità d'interessi, priva d'amore…».
Ed è proprio la famiglia tradizionale che si sta disgregando.
Al suo posto si cercano di legittimare «fantasiose unioni di persone», che possono anche avere interessi comuni, ma non sono vincolate dall'amore.
Tutto questo Pio XII lo aveva profetizzato.
E le amare conseguenze si vedranno nei prossimi anni.

 

2013.06.12 – IL BUSINESS DELL’AFFIDAMENTO DEI FIGLI DELLE FAMIGLIE DISAGIATE … MALEDETTI GIU LE MANI DALLE FAMIGLIE!

Ho letto questo posto su Facebook.

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TOLGONO I FIGLI ALLE FAMIGLIE BISOGNOSE E LI RINCHIUDONO NELLE CASE FAMIGLIE DOVE COSTANO ALLO STATO 200,00 € AL GIORNO.
MA SE DESSERO ANCHE SOLO 50,00 € AL GIORNO ALLA FAMIGLIA, NON SI RISPARMIEREBBE SUI COSTI E SUI TRAUMI CHE SEGNERANNO A VITA QUESTI BAMBINI?
ANCHE QUESTO E' BUSINESS!!!
DICIAMO BASTA.
BASTA, forse è troppo poco, queste famiglie hanno il diritto di essere aiutate e non di vedersi portare via i figli che grazie allo stato italiano non sono in grado di "sostenere".

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2012.01.23 – PROSTITUZIONE DI STATO O STATO DI PROSTITUZIONE?


Lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione è un crimine, un delitto contro la persona.
Sotto il profilo etico, morale e giuridico, non può essere condivisa l'induzione, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione.
Ogni relazione di natura sessuale, determinatasi liberamente fra persone mature e consenzienti, non può che conformarsi al reciproco rispetto per il diritto alla dignità, alla reputazione personale, all'igiene e alla salute nonché alla sicurezza individuale.
In nessun caso, la prostituzione in tutte le sue forme e manifestazioni, deve costituire limitazione ai diritti individuali e collettivi  relativi al contesto ambientale e sociale in cui viene ad esercitarsi.
Questa è la ferma posizione del MLNV. 

Fenomeno o piaga sociale che sia la prostituzione è una realtà che ci accompagna ovunque nel mondo… da sempre.

 

Ciò che è peggio però è lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione, la condizione di schiavitù di persone umane lasciate in balia di aguzzini e organizzazioni criminali che lucrano di questo mercato.
Ogni giorno nelle strade d'italia la "macelleria umana" espone impunemente la propria merce, ne vende la carne e ne trae il profitto.
Impedire la prostituzione è probabilmente impraticabile per uno stato.
Impedire che il crimine ne tragga profitto questo invece è fattibile e dovrebbe essere un dovere per lo stato.
Legittimare la prostituzione e organizzarne il settore significa prima di tutto impedire che i proventi alimentino il crimine.
Se è poi legalizzata perchè non dovrebbe essere altrettanto equamente tassata???

Con il termine prostituzione si indica l'attività di chi offre prestazioni sessuali, dietro pagamento di un corrispettivo in denaro. L'attività, fornita da persone di qualsiasi orientamento sessuale, può avere carattere autonomo, professionale, abituale o saltuario.
Strettamente legato alla prostituzione è il suo sfruttamento, o lenocinio, praticato per trarre profitto dall'attività di chi offre il servizio, da parte di persone che generalmente si presentano come protettori, o "lenoni". 
Inoltre vi sono altre figure legate al fenomeno della prostituzione per cui può configurarsi, al posto dello sfruttamento vero e proprio, il reato di favoreggiamento.
La prostituzione nel mondo è regolamentata giuridicamente in modo estremamente variegato: passando da società che contemplano una legalizzazione completa, ad altre che ne reprimono lo svolgimento per mezzo della pena di morte.

La parola "prostituzione" deriva dal verbo latino prostituĕre (pro, "davanti", e statuere, "porre"), e indica la situazione della persona (in genere schiava) che non "si" prostituisce, ma che, come una merce, viene "posta (in vendita) davanti" alla bottega del suo padrone. Questa origine richiama quindi la condizione storicamente più abituale della prostituta, la quale non esercita autonomamente la sua professione, ma vi è in qualche modo indotta da soggetti che ne sfruttano il lavoro traendone un proprio guadagno (c.d. "protettori").
L'uso del termine non è univoco e a seconda del Paese, del periodo storico o del contesto socio-culturale può includere qualsiasi atto sessuale e qualsiasi tipo di compenso (anche non in denaro) o indicare coloro che svolgono atti sessuali fuori dal matrimonio, o uno stile di vita simile a coloro che offrono le prestazioni o chi intrattiene atti sessuali disapprovati. 
Può indicare anche un comportamento zelante più del dovuto nei confronti di un superiore, finalizzato all'ottenimento di gratifiche lavorative o economiche.
Niccolò Tommaseo fissò una distinzione fra meretrice e prostituta: 
la prima guadagna del corpo suo e qui l'illustre linguista richiama il termine latino mereo
mentre prostituta è legata a prostat cioè colei che per guadagno o per libidine, si mette in mostra, e provoca a sozzure.

 


IN ITALIA

 

È con un decreto del 1859, voluto da Camillo Benso conte di Cavour per favorire l'esercito francese che appoggiava i piemontesi contro l'Austria, che si autorizza l'apertura di case controllate dallo Stato per l'esercizio della prostituzione in Lombardia. 
Il 15 febbraio 1860 il decreto fu trasformato in legge con l'emanazione del "Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzione".
Nascono le cosiddette "case di tolleranza", perché tollerate dallo Stato. 
Ne esistono di tre categorie: prima, seconda e terza. 
La legge fissava le tariffe, dalle 5 lire per le case di lusso alle 2 lire per quelle popolari, e altre norme come la necessità di una licenza per aprire una casa e di pagare le tasse per i tenutari, controlli medici da effettuare sulle prostitute per contenere le malattie veneree.
Ancora, il testo definitivo della legge Crispi, approvato il 29 marzo 1888 vietava di vendere cibo e bevande, e feste, balli e canti all'interno delle case di tolleranza e l'apertura di case in prossimità di luoghi di culto, asili e scuole. 
Le persiane sarebbero dovute restare sempre chiuse. 
Da qui i bordelli presero il nome di "case chiuse". Giovanni Nicotera, ministro degli Interni, nel 1891, deciderà di ridurre le tariffe per limitare la prostituzione libera, che non subiva il controllo sanitario.
Nel 1900 si leva qualche voce per la chiusura delle case di tolleranza a seguito dell'attentato dell'anarchico Bresci a re Umberto I.
Bresci avrebbe trascorso alcuni giorni a meditare in un bordello prima dell'attentato, ma le minacce di chiusura pronunciate dal Presidente del Consiglio Saracco rientrano. 
Sarà Filippo Turati, nel 1919 a riaprire la querelle, ma per tutto il fascismo non si registrarono variazioni di merito nella legislazione sulla prostituzione se non una disposizione di Benito Mussolini degli anni trenta che imponeva ai tenutari di isolare le case con muri detti "del pudore" alti almeno dieci metri.
Il 20 settembre 1958, a seguito di un lungo dibattito nel Paese, è stato introdotto il reato di sfruttamento della prostituzione e le case di tolleranza sono state chiuse con la cosiddetta legge Merlin di Angelina Merlin del Partito Socialista. 
La legge punisce lo sfruttamento della prostituzione o lenocinio. 
L'art. 3, n. 8), della legge n. 75/1958 equipara il favoreggiamento allo sfruttamento: infatti punisce "chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui" (art. 3, n. 8, l. 75/1958).
Da allora numerosi sono stati i tentativi di modificare la legge. 
Nel 2003 un disegno di legge di Umberto Bossi e Stefania Prestigiacomo varato dal Consiglio dei ministri vietava la prostituzione nelle strade, ma la ammetteva nelle case private e al chiuso e non avrebbe ripristinato le case di tolleranza. 
Nella Legislatura passata, l'8 febbraio 2007, l'onorevole Franco Grillini ha presentato una proposta di legge, tesa a disciplinare l'esercizio della prostituzione e ad affermare la dignità e il diritto alla sicurezza e salute delle persone che si prostituiscono.

Sono quattro i modelli giuridici, con sfumature dalle più tolleranti alle più repressive, adottati per regolare la prostituzione.

 

Sistema proibizionista o criminalizzante
Consiste nel vietare la prostituzione e nell'applicare – alla prostituta, al cliente o ad entrambi – pene pecuniarie o detentive.
Il sistema è sostenuto da teorie che rivendicano la necessità di tutelare in tal modo la morale pubblica o la dignità della donna.
Sistema abolizionista
Il sistema chiama lo Stato fuori dalla disputa, senza proibire o regolamentare l'esercizio della prostituzione. La prostituzione in questo sistema è scoraggiata.
Sistema regolamentarista
È un sistema teso alla legalizzazione e regolamentazione della prostituzione che può avvenire con modalità differenti (come la statalizzazione dei bordelli, i quartieri a luci rosse, ecc).
La legalizzazione sovente include l'imposizione di tasse e restrizioni, più o meno ampie, nell'esercizio della prostituzione anche con l'individuazione di luoghi preposti all'esercizio dell'attività e la prescrizione di controlli sanitari obbligatori per prostitute e prostituti per la prevenzione e il contenimento delle malattie veneree e l'obbligo di segnalare attività e residenza.
Sistema neo-regolamentarista/decriminalizzante
È teso alla rimozione di leggi al fine di depenalizzare l'attività sessuale fra adulti consenzienti nei contesti commerciali.
Secondo la commissione Affari sociali della Camera, le prostitute sarebbero in Italia dalle 50 000 alle 70 000. 
Almeno 25 000 sarebbero immigrate, 2 000 minorenni e più di 2 000 le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi. 
Il 65% delle prostitute lavora in strada, il 29,1% in albergo, il resto in case private. 
Il 94,2% delle prostitute sarebbero donne, il 5% transessuali e lo 0,8% travestiti.
L'indagine non calcola il numero di prostituti maschi o escort. 
I sondaggi dimostrano anche che la maggiore concentrazione di prostitute è nell'area di Milano con il 40% e di seguito Torino con il 21%.
Per quanto riguarda i clienti, uno studio commissionato nel 2007 dal Dipartimento Pari Opportunità ha rilevato che sono circa nove milioni gli italiani che, con motivazioni e cadenze diverse, frequentano prostitute.
In Italia sono operative diverse associazioni di prostitute che offrono aiuto, sostegno e consulenza a coloro che esercitano la prostituzione. 
Tra queste il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute (CDCP) nato nel 1982.

NEL RESTO DEL MONDO

 

Nei casi estremi, secondo alcuni codici in particolare di paesi musulmani, la prostituzione è sanzionata con la "pena di morte"; in altri paesi avviene il fenomeno diametralmente opposto, in quanto le prostitute pagano regolarmente le tasse e sono sindacalizzate, ad esempio nei Paesi Bassi, e in questi paesi i bordelli possono farsi pubblicità.
La situazione legale in Germania, in Svizzera (dove la discussione sull'età minima per prostituirsi è al centro di uno scontro vivace tra chi sostiene che la soglia debba essere abbassata a 16 anni e chi sostiene debba essere mantenuta a 18, e in Nuova Zelanda è simile a quella dell'Olanda. 
Nello Stato australiano del Nuovo Galles del Sud, qualsiasi persona di età superiore ai 18 anni può offrire prestazioni sessuali in cambio di denaro.
In un altro Stato australiano, Victoria, una persona che desideri svolgere l'attività di prostituta può richiedere una regolare licenza. 
Le prostitute che lavorano in una propria attività o in attività altrui devono essere registrate. 
Le "sex-workers" individuali non necessitano di alcuna registrazione o licenza.
In alcuni paesi, lo statuto legale della prostituzione può variare in base all'attività: in Giappone, per esempio, la prostituzione "vaginale" è contro la legge, mentre il sesso orale a pagamento è legale e chi lo compie non esercita la prostituzione. 
In Turchia la prostituzione di strada è legale, così come la prostituzione nei bordelli regolati dal governo. 
Tutti i bordelli devono avere una licenza così come la devono avere le lavoratrici.
Nel Regno Unito la prostituzione non è formalmente illegale ma diverse attività di contorno lo sono. 
In Inghilterra e in Galles sono illegali:
per una prostituta attirare clienti in strada o in un luogo pubblico, mettendo così di fatto fuori legge la prostituzione,
per un potenziale cliente richiedere persistentemente, anche se da un veicolo motorizzato,
possedere o dirigere un bordello,
la prostituzione minorile, per il cliente (dove il minore è definito tale in quanto più giovane di 18 anni)
infine è illegale il controllo della prostituzione (lenocinio).
Una situazione simile si verifica in Scozia, dove la prostituzione in sé non è illegale bensì le attività associate. 
Un progetto di legge che istituisse delle zone di tolleranza per la prostituzione era stato promosso nel Parlamento Scozzese, ma non è riuscito a diventare legge.
In solo uno Stato degli Stati Uniti, ovvero il Nevada, è considerato legale comprare e vendere prestazioni sessuali. 
Bordelli legali sono presenti in diverse contee del Nevada. 
In Canada, la prostituzione in sé è legale, ma anche in questo caso la maggior parte delle attività collaterali non lo sono. 
Non è legale ad esempio vivere esclusivamente di prostituzione senza essere di alcuna utilità alla società (strumento questo per ostacolare il fenomeno del lenocinio) ed è illegale inoltre (per ambo le parti) negoziare in un luogo pubblico, (incluso nei bar). 
Per mantenere una parvenza di legalità, le agenzie di accompagnamento organizzano un incontro tra l'accompagnatrice (o accompagnatore) e il cliente. 
La Corte Suprema Canadese ha stabilito nel 1978 che, per essere condannati per adescamento, l'atto deve essere “pressante e persistente”. 
Allo stesso modo in Bulgaria la prostituzione in sé è legale, ma la maggior parte delle attività collegate (come il lenocinio) sono fuorilegge.
In Svezia, Norvegia e Islanda è illegale comprare servizi sessuali, ma è legale vendere servizi sessuali. 
La ragione di questa legge è nella protezione delle prostitute, poiché molte di loro sono state forzate a prostituirsi da qualcuno o dalle necessità economiche. 
Chi si prostituisce generalmente è visto dai governi come persona oppressa, mentre i loro clienti sono visti come oppressori. 
La Svezia è stata il primo paese a introdurre questo tipo di legislazione nel 1999. 
Nel caso di prostituzione minorile, in Olanda essere clienti (a meno che il cliente sia egli stesso minore di 16 anni) o protettori è illegale, ma in tal caso non è illegale prostituirsi. 
Nella maggior parte dei paesi dove la prostituzione è criminalizzata, chi si prostituisce viene arrestato e perseguitato più dei clienti.
In Brasile e Costa Rica, la prostituzione in proprio è legale, ma guadagnare dalla prostituzione altrui è illegale. 
La prostituzione è legale per i cittadini in Danimarca, ma è illegale trarne profitto. 
In questo paese la prostituzione non è regolata come nei Paesi Bassi, bensì il governo cerca attraverso interventi sociali di portare le persone fuori da essa indirizzandole verso altri mestieri, e cerca di ridurre al contempo l'introito delle attività criminali e altri effetti collaterali negativi derivanti dalla prostituzione.
In Thailandia la prostituzione è illegale così come stabilito dal Prevention and Suppression Act, B.E. 2539 del 1996.
Nel 1949, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la “Convenzione per la soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione altrui”, affermando che la prostituzione forzata è incompatibile con la dignità umana, richiedendo a tutte le parti coinvolte di punire i protettori e i proprietari dei bordelli e gli operatori e di abolire tutti i trattamenti speciali o la registrazione delle prostitute. 
La convenzione fu ratificata da 89 paesi ma la Germania, i Paesi Bassi e gli Stati Uniti non parteciparono.

Tratto da: (CLICCA QUI)

 

2011.12.19 – NATALE 2011 – AUGURI NONOSTANTE TUTTO

NATALE 2011 (questa è veramente azzeccata).
dalla bacheca Facebook di Caterina Fabbrizzi:
Finito di fare il presepe: ho messo: 5 case distrutte dai terremoti, 4 case alluvionate, 4 container dove far vivere la gente sfollata, 25 banche, 82 chiese; il bue e l'asinello non me li posso permettere vista la tassa sugli animali domestici. Ho messo la grotta, ma senza Gesù, considerato che Giuseppe e Maria con il loro lavoro non arrivano a fine mese e l'ici sulla grotta è una spesa in più e i…..loro genitori con la riduzione della pensione non possono più aiutarli. Ho messo 1500 re magi rigorosamente in auto blu.Mi sembra finito!!!

Auguri nonostante tutto!

IL VATICANO CHIEDE UNA RIFORMA DEL SISTEMA FINANZIARIO E MONETARIO INTERNAZIONALE


…PROPRIO COME STA SCRITTO NELL'APOCALISSE DI GIOVANNI!!!
SEGUIRA' MARCHIO DEL NUOVO TIRANNO MONDIALE
SULLA FRONTE O SULLA MANO DESTRA!!!

ROMA

Il Vaticano chiede una «riforma del sistema finanziario e monetario internazionale», «una autorità pubblica universale» che governi la finanza.
Chiede «multilateralismo» non solo in diplomazia ma per «sviluppo sostenibile e pace».
Denuncia il rischio di una generazione di «tecnocrati» che ignori il bene comune.
Il Vaticano chiede inoltre di tornare al «primato della politica» sulla «economia e la finanza».
E tra gli obiettivi a medio termine propone la creazione di una Banca centrale mondiale.
Lo afferma un documento di Giustizia e pace sulla gravità della crisi mondiale in corso, pubblicato questa mattina.
L'autorità mondiale che governi la finanza, e la riforma del sistema finanziario che, in prospettiva dovrebbe portare a una Banca centrale mondiale, per il Vaticano deve «avere una impostazione realistica», essere «messa in atto con gradualità», per giungere a sistemi monetari e finanziari efficienti ed efficaci, mercati liberti e stabili, disciplinati da un «adeguato quadro giuridico».
Deve nascere da un «accordo libero e condiviso» e con una «fase preliminare di concertazione» per far emergere una «istituzione legittimata» e «super partes».
Tutto ciò viene prospettato nel documento "Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di una autorità pubblica a competenza universale", del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, una quarantina di pagine che sviluppano intuizioni e prospettive della dottrina sociale della Chiesa, da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, presentato in sala stampa vaticana dal cardinale Peter Turkson e dal mons.Mario Toso, presidente e segretario di Giustizia e pace.
«Logica vorrebbe» per il Vaticano che questa autorità mondiale si sviluppasse «avendo come punto di riferimento l'Organizzazione delle Nazioni Unite».
Nella nuova autorità politica mondiale, dovrebbero convivere politiche di «governance» e di «shared government», cioè il coordinamento orizzontale e una autorità super partes.

2011.07.06 – LA FORZA DEI REFERENDUM…DIRITTI GAY NEL LIECHTENSTEIN RAFFORZATI DOPO REFERENDUM


segnalato da Enzo Trentin dell'Accademia degli Uniti
 
di Thomas Benedikter
 
Di regola gli argomenti e i risultati di votazioni referendarie in Svizzera e nel Liechtenstein in Italia vengono medialmente percepiti solo quando utilizzabili in chiave contraria alla democrazia diretta.
Uno „strabismo politico“ che condanna gli svizzeri quando, dopo un lungo dibattito pubblico e un complesso percorso procedurale, vietano la costruzione di nuovi minareti, ma fa passare in sordina tante iniziative popolari tese a rafforzare i diritti di minoranze e di stranieri.
Dei loro immediati vicini, il Liechtenstein, mini-stato pure dotato di un avanzato sistema di democrazia diretta, non si parla neanche.
Quindi va bene far uno strappo.
Il 19 giugno scorso, comunque, in un referendum confermativo (cioè ogni legge approvata dal Parlamento può essere sottoposta a votazione popolare se lo richiedono 1000 dei 36.000 cittadini) i cittadini del Liechtenstein con una maggioranza del 70% si sono espressi a favore del rafforzamento dei diritti delle coppie omosessuali.
A differenza dell’Italia a partire dal 1 settembre 2011 le coppie gay in questo stato – membro dell’ONU – potranno far registrare il loro stato civile che sarà parificato in termini fiscali, di diritto previdenziale e ereditario.
Un’iniziativa popolare di nome „Vox populi“ aveva impugnata la relativa legge, approvata nel marzo 2011, paventando il pericolo di un’erosione della famiglia tradizionale.
I Liechtensteinesi, società piuttosto conservatrice, non hanno prestato ascolto alla „Vox populi“ e nel referendum confermativo hanno confermato la legge voluta dal Parlamento di Vaduz.
In generale l’episodio ricorda che i diritti di partecipazione diretta non vanno misurati con il metro dei risultati che producono che sempre riflettono le posizioni diffusi in una società in un determinato storico.
Possono piacere o meno, ma non è certamente colpa dello specchio se riflette chi lo guarda.
Ci sarà sempre un’élite che giudica „il popolo“ troppo poco maturo per poter decidere direttamente dei problemi che riguardano tutti.
È importante invece concepire la democrazia diretta come una procedura necessaria per far partecipare i cittadini alle decisioni.
Riconoscendo a tutti la capacità di giudizio su questioni generali iniziative popolari e referendum confermativi dovrebbero entrare nel armamentario normale di ogni democrazia moderna.
 

2011.06.03 – STATO LAICO O RELIGIONE DI STATO?


L’argomento è molto importante e credo che la storica posizione assunta in merito dalla Repubblica di Venezia meriti di essere tenuta seriamente in considerazione e di tramandarne tradizione e principi.
 
NELLA REPUBBLICA VENETA
Sebbene la popolazione fosse a maggioranza cattolica, lo stato rimase laico e caratterizzato da un’estrema tolleranza nei confronti di altri credi religiosi e non vi fu nessuna azione per eresia nel periodo della Controriforma.
Questo atteggiamento indipendente e laico pose la città spesso in contrasto con lo Stato della Chiesa, figura emblematica fu Paolo Sarpi che difese la laicità dello stato veneto dalle pretese egemoniche del papato.
La Repubblica veneziana, stretta a nord dall’Impero, in Italia dalla prevalenza spagnola e papale, in Oriente dalla potenza turca, era ormai avviata a un lungo declino politico ed economico.
Alla prudente politica dei vecchi patrizi, rassegnati alla compromissione con l’Impero e il papato, si sostituì quella degli innovatori, i cosiddetti «Giovani», decisi a sottrarre la Serenissima all’invadenza ecclesiastica nell’interno e a rilanciarne le fortune commerciali nell’Adriatico, compromesse dal controllo dei porti esercitato dallo Stato pontificio e dalle azioni degli Uscocchi, i pirati cristiani croati appoggiati dall’Impero.
Il 10 gennaio 1604 il Senato veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della Signoria; il 26 marzo 1605 un’altra legge proibiva l’alienazione di beni immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo solo un centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della Repubblica, e limitava le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di particolare gravità.
Avvenne che il canonico vicentino Scipione Saraceno, colpevole di molestie a una nobile parente, e l’aristocratico abate di Nervesa, Marcantonio Brandolini, reo di omicidi e di stupri, fossero incarcerati.
Il 10 dicembre 1605 il papa Paolo V emanò due brevi richiedenti l’abrogazione delle due leggi e la consegna al nunzio pontificio dei due ecclesiastici, affinché secondo il diritto canonico fossero giudicati da un tribunale ecclesiastico.
Il nuovo doge Leonardo Donà fece esaminare il 14 gennaio 1606 i due brevi da giuristi e teologi, fra i quali il Sarpi, affinché trovassero modo di controbattere alle richieste della Santa Sede.
Il 28 gennaio venne nominato teologo canonista proprio il Sarpi e lo stesso giorno il suo scritto: Consiglio in difesa di due ordinazioni della Serenissima Repubblica, venne inviato al Papa. Il Sarpi difese le ragioni della Repubblica con numerosi scritti: sono di questi mesi la Scrittura sopra la forza e validità delle scomuniche, il Consiglio sul giudicar le colpe di persone ecclesiastiche, la Scrittura intorno all’appellazione al concilio, la Scrittura sull’alienazione dei beni laici agli ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti nella sua successiva Istoria dell’interdetto.
In quell’opera è contenuta anche la traduzione in italiano, fatta dal Sarpi stesso, del trattato di Jean Gerson sulla validità della scomunica, che fu attaccato dal cardinale Bellarmino, al quale fra’ Paolo rispose allora con l’Apologia per le opposizioni del cardinale Bellarmino.
Mentre il frate servita Fulgenzio Micanzio – suo futuro biografo – iniziava a collaborare con Paolo Sarpi, il 6 maggio, dopo che il 17 aprile Paolo V aveva scomunicato il Consiglio veneziano e fulminato con l’interdetto lo Stato veneto, Venezia pubblicò il Protesto del monitorio del pontefice, scritto ancora da Sarpi, nel quale il breve papale Superioribus mensibus è definito «nullo e di nessun valore», mentre impedì la pubblicazione della bolla pontificia.
Obbedendo alle disposizioni del papa, il 9 maggio i gesuiti rifiutarono di celebrare le messe a Venezia e la Repubblica reagì espellendoli insieme con cappuccini e teatini: «partirono la sera alle doi di notte, ciscuno con un Cristo al collo, per mostrare che Cristo partiva con loro.
Concorse moltitudine di populo e quando il preposto, che ultimo entrò in barca, dimandò la benedizione al vicario patriarcale si levò una voce in tutto il populo, che in lingua veneziana gridò loro dicendo “Andé in malora!” ».
A Roma si sperava che l’interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti veneziani ma «li gesuiti scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun altro ordine partì, li divini uffizi erano celebrati secondo il consueto  il senato era unitissimo nelle deliberazioni e le città e populi si conservarono quietissimi nell’obbedienza»
Venezia era alleata, in funzione anti-spagnola, con la Francia, ed era in buoni rapporti con l’Inghilterra e con la Turchia.
Fingendosi veneziani, il 10 agosto soldati spagnoli, per provocare la rottura delle relazioni turco-veneziane, sbarcarono a Durazzo, saccheggiandola, ma la provocazione fu facilmente scoperta e i turchi offrirono a Venezia l’appoggio della loro flotta contro il papa e la Spagna.
Il 30 ottobre l’Inquisizione intimò a Sarpi di presentarsi a Roma per giustificare le molte cose «temerarie, calunniose, scandalose, sediziose, scismatiche, erronee ed eretiche» contenute nei suoi scritti ma il frate naturalmente si rifiutò.
Invano il papa – che il 5 gennaio 1607 aveva scomunicato Sarpi e Micanzio – si dichiarava favorevole a portare guerra a Venezia: la sua unica alleata, la Spagna, minacciata da Francia, Inghilterra e Turchia, non poteva sostenerla in quest’impresa e si giunse così alle trattative diplomatiche, favorite dalla mediazione del cardinale francese François de Joyeuse.
Il 21 aprile Venezia rilasciò i due ecclesiastici incarcerati e ritirò il suo Protesto al papa in cambio della revoca dell’interdetto, mentre le leggi promulgate dal Senato veneziano restarono in vigore e i gesuiti non poterono rientrare nella Repubblica.
 
CHI E’ STATO PAOLO SARPI? (vedi “Veneti ieri e oggi”: clicca qui )
 
LO STATO LAICO
La parola laicità, in senso politico e sociale, denota la rivendicazione, da parte di un individuo o di una entità collettiva, dell’autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui.
Laico è, in questo senso, chi ritiene di poter e dovere garantire incondizionatamente la propria e l’altrui libertà di scelta e di azione, particolarmente in ambito politico, rispetto a chi, invece, ritiene di dover conciliare o sottomettere la propria e l’altrui libertà all’autorità di un’ideologia o di un credo religioso.
Per religione di Stato si intende un credo religioso imposto dal potere centrale (Stato confessionale) a tutti i cittadini di una nazione, o che comunque gode di un particolare riconoscimento a livello istituzionale rispetto ad altre religioni presenti nel territorio.
Il termine, riferito ad una struttura politica o amministrativa, ne esprime l’autonomia dei principi, dei valori e delle leggi da qualsiasi autorità esterna che ne potrebbe determinare, compromettere o perlomeno influenzare l’azione.
La laicità, per estensione, si configura anche come assenza di un’ideologia dominante nell’opera di governo di uno Stato, e come equidistanza dalle diverse posizioni religiose ed ideologiche presenti.
Ad esempio, nel caso di un regime totalitario, definire lo Stato come “laico” è un errore, in quanto in esso vi è posto solo per l’ideologia ufficiale e l’ideologia non ha l’imparzialità dell’atteggiamento veramente laico.
La maggiore o minore laicità di uno Stato può essere pertanto valutata sulla base del rispetto dei seguenti criteri:
la legittimità di uno Stato laico non è subalterna rispetto ad altri poteri quali istituzioni religiose o partiti politici confessionali ideologici.
  • uno Stato laico rifugge da qualsiasi mitologia ufficiale, ideologia o religione di Stato;
  • uno Stato laico è imparziale rispetto alle differenti religioni e ideologie presenti al suo interno, e garantisce l’eguaglianza giuridica di tutti i cittadini, senza discriminarli sulla base delle loro convinzioni e fedi;
  • uno Stato laico riconosce e tutela i diritti di libertà di tutti i suoi cittadini: libertà di pensiero, di parola, di riunione, di associazione, di culto, ecc. compatibilmente con le proprie leggi e ordinamenti;
  • le leggi di uno Stato laico non devono essere ispirate a dogmi o altre pretese ideologiche di alcune correnti di pensiero, ma devono essere mosse dal fine di mantenere la giustizia, la sicurezza e la coesione sociale dei suoi cittadini.
Il dibattito sulla laicità si è recentemente riacceso in ambito italiano attorno alla regolamentazione di alcuni temi importanti, tra i quali:
La presenza o meno di simboli religiosi negli edifici pubblici di proprietà statale.
La possibilità o meno di fare riferimento nelle dichiarazioni ufficiali alla fede religiosa eventualemente professata.
La possibilità di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. In questo caso si registra la proposta di introdurre anche l’insegnamento di altre culture religiose.
La possibilità di regolamentare o ritornare a discutere su alcuni temi eticamente sensibili, come il divorzio, l’aborto, la somministrazione della pillola ru486, la fecondazione medicalmente assistita, le unioni civili per coppie eterosessuali e omosessuali, l’eutanasia, prescindendo o meno dalle convinzioni etiche più o meno restrittive di una parte del Paese.
In italia, secondo una interpretazione ancora più laicista inoltre, pur non essendo un tema di stretta attualità, la laicità dello stato è in discussione ogni volta che una norma o una legge viene in qualche modo influenzata da convinzioni morali, e non solo religiose.
In questa tipologia rientra ad esempio, almeno in parte, qualche articolo del codice penale: artt. 527 e 529 (Atti osceni), Art. 528 (Pubblicazioni e spettacoli osceni), Art. 531(Prostituzione e favoreggiamento) e Legge Merlin e così via.
Tali articoli non trovano una corrispondente formulazione nella legislazione di tutti gli altri paesi europei.
Secondo tale interpretazione infatti, uno Stato laico è quello dove le religioni, le ideologie o la morale di una parte anche maggioritaria della popolazione non devono influire sulla società nel suo complesso, ma hanno valore solo per le persone, e al limite per le comunità formate da quelle persone che credono in una certa religione, in una certa ideologia o in una certa morale.
Lo Stato laico deve prodigarsi perché nessuna parte della società prevarichi su un’altra, anche se minoritaria, per ragioni ideologiche. In altri termini: la democrazia non può essere usata per negare i diritti delle minoranze.
La posizione laica viene spesso confusa con una posizione antireligiosa, spesso chiamata anche laicista.
Tuttavia come ci possono essere persone che aderiscono a un credo religioso e sono laiche, è anche possibile che esistano degli atei non laici, ovvero che ritengono che il proprio punto di vista debba essere assolutizzato.
Si confonde inoltre spesso la laicità con una posizione morale.
In realtà la laicità non detta linee di condotta morale, ma è un principio che permette a posizioni diverse, in particolari diverse posizioni morali e religiose, di convivere.
Queste confusioni rendono difficile formulare i problemi sulla fine della vita che sono al centro di molti dei dibattiti attuali.
Per esempio, si sostiene spesso che alcuni dei temi su cui la morale laica e quella religiosa entrano in conflitto si dovrebbero ricondurre al bilanciamento tra difesa della vita ed interessi degli individui coinvolti.
In realtà il conflitto è tra una concezione per cui alcuni individui ritengono di poter imporre a tutti gli altri la propria visione sull’origine o la fine della vita (siano essi abortisti o antiabortisti, favorevoli o contrari all’eutanasia) e una concezione per cui gli individui, proprio perché hanno visioni completamente diverse, devono rispettare le scelte altrui. (tratto da wikipedia: clicca qui )
 
IL CRISTIANESIMO COME RELIGIONE DI STATO
La religione cristiana venne imposta per la prima volta come religione di Stato dell’Impero Romano nel 391 dall’imperatore Teodosio I.
Da allora in poi il potere dei vescovi, esponenti del potere della Chiesa cristiana, andò crescendo specie con la Prammatica Sanzione di Giustiniano, tanto che per secoli numerosi episcopati mantennero un dominio temporale su più o meno territori: è il caso degli Arcivescovi di Salisburgo o di Trento, e soprattutto del Papa con lo Stato Pontificio.
La Pace di Augusta del 1555, e poi quella di Westfalia del 1648, stabilirono ufficialmente il principio della religione di Stato con la massima latina cuius regio eius religio.
Attualmente, il Cattolicesimo viene riconosciuto come religione di stato a Malta, nel Liechtenstein, nel Principato di Monaco, in Argentina e in altri paesi dell’America centrale e meridionale.
 
LA RELIGIONE DI STATO IN ITALIA
Il Cattolicesimo venne riconosciuto religione di Stato con l’articolo 1 dello Statuto albertino del 1848, dapprima in vigore nel solo Regno di Sardegna e poi esteso al nascente Regno d’Italia.
Dal 1948 la Costituzione Repubblicana garantisce, nell’articolo 3, l’uguaglianza degli individui a prescindere anche dalla religione, il che rappresenta l’abolizione de facto della religione di Stato in Italia, cui si giunse ufficialmente con la revisione dei Patti Lateranensi del 1984 (Protocollo addizionale, punto 1), e con la sentenza 203/1989 della Corte Costituzionale, che sancisce che la laicità è il principio supremo dello Stato abolendo così la religione di stato.
(tratto da wikipedia: clicca qui )

2011.05.17 – L’ESPOSIZIONE DEL CROCEFISSO NELLE AULE SCOLASTICHE ITALIANE

L'obbligo di affiggere i crocifissi nelle scuole fu istituito con i Regi Decreti 965/1924 e 1297/1928, ai sensi dello Statuto albertino, in epoca fascista.
Il Consiglio di Stato si espresse a favore della presenza dei crocifissi nelle scuole nel 1988, nonostante il Cattolicesimo non fosse più religione di stato.
Ma nel 1997 la Corte Costituzionale dice l'esatto contrario, esprimendo parere contrario sulla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche, specie durante le votazioni.
Il 3 novembre 2009 la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo ha stabilito che la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche costituisce "una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni" nonché una violazione alla "libertà di religione" degli alunni.
La direttiva è contenuta in una sentenza emessa su un ricorso presentato da una cittadina finlandese naturalizzata italiana.
Il 18 marzo 2011, la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo con sentenza d'appello definitiva ha accolto il ricorso presentato dall'Italia, assolvendola dalla precedente accusa e stabilendo che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche non costituisce una "violazione dei diritti umani".
Ciò premesso fa riflette che con tutti i veri problemi che ci sono sui diritti umani l'italia, che per prima calpesta il diritto all'utodeterminazione del Popolo Veneto e degli altri Popoli della penisola , ricorre alla Corte europea e questa in men che non si dica si pronuncia… che solerzia!
Esporre il crocifisso nelle aule scolastiche o in altri luoghi pubblici, dunque,  è un fattore strettamente religioso o che riguarda la nostra cultura e le nostre tradizioni popolari?
 
Il crocifisso nelle scuole italiane By Rai Vaticano | Aprile 9, 2011 – questo articolo e i commenti sono tratti da: clicca qui
 
A distanza di quasi un mese dalla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo sulla esposizione obbligatoria del crocifisso nelle aule scolastiche, non si placano le polemiche sollevate dalle associazioni atee, particolarmente attive contro i simboli religiosi e nelle campagne contro Benedetto XVI, specie in occasione di un viaggio apostolico del Papa.
Avviene però che quanto più inveiscono contro di Lui, tanto più la gente è interessata ad ascoltarlo.
Come infatti notavano Gramsci e Lenin, “è un errore affermare esplicitamente posizioni atee nei Paesi di tradizione cristiana, perché si contribuisce a ravvivare le radici culturali e la fede in quei fedeli presso i quali si era assopita”.
Ricordiamo che con la sentenza del 18 marzo scorso sul caso Lautsi contro l’Italia, la Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo ha rovesciato, con una maggioranza di 15 voti contro 2, il verdetto di prima istanza, che aveva ritenuto contraria all’articolo 2 del Protocollo 1 annesso alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo l’esposizione del Crocifisso nelle scuole pubbliche italiane.
L’articolo 2 del Protocollo tutela “il diritto dei genitori a che venga assicurato ai propri figli un insegnamento conforme alle loro convinzioni religiose e filosofiche”.
La sentenza di primo grado aveva suscitato aspre critiche negli ambienti cattolici non solo italiani, ma anche di altri paesi in cui la religione cattolica è preponderante.
Otto governi sono intervenuti a sostegno del ricorso presentato dal nostro esecutivo.
Anche un laico o un ateo può essere portato a considerare che la presenza del crocifisso nelle scuole italiane sia del tutto tollerabile.
Probabilmente nella odierna sentenza la Corte Europea si è rifatta alla decisione del 15 febbraio del 2001 sul caso Dahlab contro la Svizzera.
In questa vicenda la Corte aveva ritenuto che fosse legittima l’interdizione fatta ad una insegnante di indossare un foulard islamico in classe, interdizione motivata dalla necessità di preservare il sentimento religioso prevalente degli allievi.
Altro argomento trattato dalla Corte è che la presenza del Crocifisso non è associata in Italia ad un insegnamento obbligatorio, poiché nelle scuole italiane viene parallelamente offerto uno spazio ad altre religioni.
Nella stessa sentenza si rileva poi che i simboli religiosi nelle scuole pubbliche sono espressamente previsti in Italia, Austria e Polonia e sono tollerati in Grecia, Irlanda, Malta, San Marino e Romania.
L’eurodeputato Oreste Rossi, combattivo promotore del ricorso, ha espresso al nostro blog ”grande soddisfazione, perché è stato riaffermato l’obbligo di presenza del crocefisso.
Esso non può essere ritenuto indottrinamento da parte dello Stato, in quanto è un simbolo essenzialmente passivo, e la sua influenza sugli alunni non può essere paragonata all’attività didattica degli insegnanti”.
Anche padre Federico Lombardi è intervenuto sull’argomento, riconoscendo che “secondo il principio di sussidiarietà è doveroso garantire ad ogni Paese un margine di apprezzamento quanto al valore dei simboli religiosi nella propria storia culturale e identità nazionale e quanto al luogo della loro esposizione.
In caso contrario, in nome della libertà religiosa, si tenderebbe a limitare o persino a negare questa libertà.
Una gran parte degli europei sono convinti del ruolo determinante dei valori cristiani nella loro storia, ma anche nella costruzione unitaria europea e nella sua cultura di diritto e libertà”.
Giancarlo Cocco
 
Alcune considerazioni personali espresse on-line su questo articolo:
 
Non è il Crocifisso ad essere appeso alla pareti ma le pareti ad essere appesi al Crocifisso.
 
Se togli il Crocifisso crolla la società, la civiltà, l’uomo stesso….
 
Non riesco a capire il perchè di tante polemiche sul crocifisso…
 
Facciamo tante storie per vedere se è giusto lasciare esposto o no il crocifisso , quando ti volti da qualsiasi parte e quante cose vediamo che offendono o sono provocatorie??
Ricordiamo invece che il crocifisso è un “simbolo”!
E’ forse il simbolo di qualcosa offensiva per la dignità umana, la giustizia, la fraternità, l’Amore?
E’ un simbolo polisemico, come ha sostenuto la difesa dell’Italia davanti alla CEDU.
E perciò è normale che qualcuno vi possa vedere un’offesa per la dignità umana, la giustizia, la fraternità, l’amore.
Anche la falce e il martello è un simbolo in cui molti vedono libertà, giustizia, fraternità e amore.
Molti, ma non tutti.
Per cui è giusto che non sia esposto nelle aule scolastiche. 
Anche la Croce Rossa, per il rispetto di tutti, ha cambiato il simbolo.
 
Io ritengo che questa campagna denigratoria contro il CROCIFISSO (in maiuscolo perchè lo rispetto) sia pretestuosa, perchè probabilmente mossa da determinati gruppi che cercano, evidentemente, di assestare colpi decisivi a quanto di positivo e sacro resta di un genere umano ormai sempre più in declino.
Mi domando: Perchè nessuno contesta le scritte sui muri degli edifici, delle case, delle scuole, dei cimiteri, che inneggiano alla violenza, agli insulti, all’ odio e al diprezzo del prossimo?
Non turbano le coscienze?
 
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