ATTUALITA

L’UOMO SARA’ RIDOTTO A PURO OGGETTO DELLA SOCIETA’

Risultati immagini per UOMO OGGETTO«I pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno
cresceranno inevitabilmente nel tempo…».
 
Nel radiomessaggio natalizio del 1952, Pio XII esternava le sue preoccupazioni per la spersonalizzazione dell'uomo moderno «che la società riduce a puro oggetto; vittima di una meccanizzazione delle coscienze».
Su questa strada, proseguiva il messaggio, «… non troveranno posto che l'ingiustizia e il disagio, con tutte le immaginabili sciagure provocate dalla fame e dalla disoccupazione».
Questo grave problema era motivo di costante preoccupazione, da parte del Pontefice.
Un giorno, parlando con un gruppo di collaboratori dichiarò: «… i pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno sono ancora allo stato embrionale… ma cresceranno inevitabilmente nel tempo.
E, quando l'uomo sarà spersonalizzato, sarà considerato come un oggetto…
E sarà acquistato e usato, come si usa un oggetto».
E ancora: «La società dei consumi non accetta l'uomo con una sua idea… l'uomo capace di difendere le sue convinzioni; perché l'uomo dev'essere solamente uno strumento di lavoro, di produzione, di profitto…».
In alcuni discorsi, pronunciati dal Pontefice nel 1954 e 1955, emerge ancora questa sua preoccupazione per «l'uomo spersonalizzato», per «l'uomo oggetto».
«Il costo che l'uomo dovrà pagare per un illusorio benessere materiale è troppo alto, perché dovrà spesso sacrificare la sua personalità e la sua dignità…
Il consumismo farà dell'uomo un oggetto.
Ma le conseguenze non si vedranno a breve distanza di tempo…
Sarà necessario almeno mezzo secolo prima che l'uomo si renda conto dell'inganno…
O meglio, che alcuni uomini si rendano conto dell'inganno, perché la massa, formata dall'uomo-oggetto, non si renderà conto di questa tragica realtà».
E c'è una frase ancora più significativa, pronunciata dal pontefice in occasione del radiomessaggio natalizio del 1955: «La politica consumistica è un mezzo per ridurre in schiavitù l'uomo».

 

NON AVRETE PIU’ LA DEMOCRAZIA MA LA CORRUZIONE

Risultati immagini per CORRUZIONE«L'uomo onesto diventerà una rarità, perché la
corruzione finirà per abbracciare il mondo…».
 
«Quando il Millennio sarà alla fine, l'uomo onesto diventerà sempre più raro, perché la corruzione finirà per abbracciare il mondo intero…».
Nei messaggi di Pio XII, come in questo caso, si scorge la preoccupazione maggiore per i tempi che riguardano «la prossima generazione», cioè per un tempo che va collocato appunto tra la fine e l'inizio del Millennio.
«Anche l'Italia», disse un giorno il Pontefice «sarà presa nel vortice della corruzione…
La democrazia finirà per diventare un paravento… per nascondere malefatte di ogni genere.
Uomini disonesti, guidati da Satana, saliranno nei posti più alti della politica.
Inganneranno il popolo e rovineranno l'economia…».
E ancora: «Arriverà un tempo in cui non esisterà Paese senza scandali; senza una storia vergognosa…
Il decadimento politico porterà inevitabilmente al decadimento morale…
Arriverà un tempo in cui la corruzione sarà legge di vita».
Questa preoccupante, tragica premonizione, la troviamo anche in altri messaggi profetici.
Si potrebbe parlare di un mosaico che si sta componendo.
E ormai mancano poche tesserine per avere il quadro completo.
Nei vaticini del Monaco Olivetano si dice a questo proposito che: «… Il Millennio finirà nella corruzione e nell'odio, ladri e impostori occuperanno i posti di comando…
E gli ordini saranno impartiti da Satana; perché questo sarà il tempo di Satana».
In altri vaticini del XVII secolo si dice ancora che: «Quando morirà il Millennio, moriranno l'onestà e la giustizia…
E sarà necessaria almeno una generazione prima che le piante velenose possano essere completamente sradicate».
 

I PAPI VERRANNO DA LONTANO

«Saranno necessari ancora due o tre Papi… e poi
il vicario di Cristo verrà da lontano…».
Nel 1953 Pio XII riuscì a formare quello che venne chiamato «il mappamondo vivente».
Riuscì cioè a superare la tradizione secondo la quale la maggioranza dei cardinali doveva essere italiana.
Il Pontefice nominò difatti diversi cardinali stranieri.
E così i piatti della bilancia cambiarono posizione: alcuni decenni prima si contavano settanta cardinali italiani e solamente sedici stranieri.
Con le ultime nomine di Pio XII si era invece arrivati a quarantaquattro cardinali stranieri e ventisette italiani.
Fra i nuovi cardinali italiani c’era anche il Nunzio di Francia, monsignor Roncalli, che succederà a Pio XII.
E vennero anche nominati cardinali due presuli che non ebbero la possibilità di presenziare alle cerimonie: l’arcivescovo di Varsavia, monsignor Wyszynski, e l’arcivescovo di Zagabria, monsignor Stepinac.
«Ho aperto le porte al mondo», disse allora Pio XII «perché la Chiesa è universale… la tradizione del Papa italiano non potrà certamente esaurirsi in breve tempo; saranno necessari ancora due o tre Papi.
E poi il Vicario di Cristo verrà da lontano…».
Il vaticinio si è già avverato. Dopo la scomparsa di Pio XII, sono stati eletti tre Pontefici: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I.
E il quarto successore arrivò dalla «martoriata Polonia» e assunse il nome di Giovanni Paolo II.
Al termine del Concistoro del 1953, un vaticanista scrisse che «il Pontefice si era intrattenuto soprattutto con il neocardinale Roncalli». Ma non era stato possibile conoscere l’oggetto del «prolungato dialogo con Sua Santità».
Forse Pio XII aveva intuito che il cardinale Roncalli, appena nominato, sarebbe stato il suo successore.

 

QUANDO SI DISTRUGGE LA FAMIGLIA… SI DISTRUGGE L’UOMO.

Risultati immagini per FAMIGLIASatana colpirà nel cuore la società
«Nel tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia,
sarà il tempo in cui la famiglia entrerà in crisi…».
 
«Satana colpirà nel cuore la società, distruggendo la famiglia…
E quando si distrugge la famiglia, si distrugge l'uomo…».
Queste parole vennero pronunciate dal Pontefice nel 1951.
Pio XII aveva esternato in più occasioni le sue preoccupazioni «per i pericoli ai quali andava incontro la famiglia».
Un giorno, parlando a un gruppo di genitori disse: «Diffidate di coloro che parlano molto della famiglia e del tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia, perché sarà questo il tempo in cui la cellula della società entrerà in crisi… in agonia».
E qui è significativo ricordare un recente «Studio sulla famiglia italiana», condotto dal CSS (Centro Studi Sociali): «La parola famiglia entra con sempre maggiore frequenza nelle pagine dei giornali.
I progetti di legge a sostegno della famiglia sono stati triplicati nel giro di cinque anni, mentre il numero delle famiglie che si sciolgono continua ad aumentare…».
Pio XII «vedeva» pertanto bene.
E «vedeva» bene anche quando dichiarava che: «… Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano la famiglia fondata su leggi naturali, cristiane…
Perché si cercherà un surrogato della famiglia tradizionale, tanto da trasformare il focolare domestico in una comunità d'interessi, priva d'amore…».
Ed è proprio la famiglia tradizionale che si sta disgregando.
Al suo posto si cercano di legittimare «fantasiose unioni di persone», che possono anche avere interessi comuni, ma non sono vincolate dall'amore.
Tutto questo Pio XII lo aveva profetizzato.
E le amare conseguenze si vedranno nei prossimi anni.

 

LA CRISI DEGLI INTERVENTI SOCIALI INVESTIRA’ L’EUROPA

«Gli spazi dove avrebbe dovuto operare in primo
luogo la carità saranno occupati da strutture burocratiche
che sfrutteranno le miserie dei più diseredati…».
 
La «giustizia sociale» è un filo invisibile che attraversa quasi tutti i messaggi di Pio XII.
E su alcuni punti di questi messaggi sembra di cogliere una preoccupazione «… per le difficoltà che emergeranno nella realizzazione di un efficiente Stato sociale, in grado di aiutare concretamente le persone meno fortunate, gli invalidi, i vecchi, gli orfani».
«È necessaria una grande sensibilità», disse un giorno il Pontefice «per realizzare idonee strutture sociali…
Ed è necessaria una giusta valutazione dei bisogni reali, considerando soprattutto la tendenza a burocratizzare in senso negativo, anche gli spazi sui quali avrebbe dovuto operare la carità…».
Forse, in queste parole, si cela il vaticinio sull'allontanamento delle religiose dagli ospedali, dalle case di riposo per le persone anziane e dagli asili infantili.
«Gli spazi dove avrebbe dovuto operare in primo luogo la carità», sono stati – come aveva previsto il Pontefice – occupati dalle strutture burocratiche che spesso sfruttano le miserie della povera gente.
E così si è arrivati alla crisi dello Stato sociale.
Ed è una crisi che sta maturando nei nostri giorni e finisce per coinvolgere tutta l'Europa, compresa la Germania, dove la stessa DGB ha finito per proporre un programma di austerità, per il sociale.
E le vere vittime sono, ancora una volta, i più diseredati.
Coloro che non hanno più nemmeno la forza di chiedere.
Perché i politici che hanno portato allo sfascio lo Stato sociale riusciranno sempre a rifarsi una nuova verginità.
Tutto questo, Pio XII l'aveva profetizzato.
Ma aveva profetizzato anche «il ritorno della carità, nei luoghi di sofferenza…».
I tempi non sono ancora arrivati.
Ma un giorno, quando le strutture burocratiche saranno allo sfacelo vedremo ritornare le religiose negli ospedali e negli ospizi.
 

BUROCRAZIA E CORRUZIONE … SOLO NELLA SEMPLICITA’ LA SALVEZZA!

 
«I politici parleranno sempre e dovunque della volontà di semplificare la vita e soprattutto di semplificare i rapporti del
cittadino con la pubblica amministrazione.
Ma la realtà sarà ben diversa, perché ogni tentativo di semplificazione finirà per complicare ulteriormente la vita».
E ci sono altri «pensieri profetici» di Pio XII sul «pericolo di scivolare verso il caos burocratico».
«L'angoscia non verrà portata dalle guerre o dalle carestie, ma da un tipo di vita esageratamente complicata…
La tecnologia, da sola, non semplificherà la vita, poiché è necessaria una precisa, determinata, volontà politica…».
E ancora: «Si arriverà a trasformare l'uomo in un numero… ma questo non significa salvarlo dal caos.
È la semplicità della vita che va difesa.
E, salvando la semplicità, si combatterà anche la corruzione… perché una burocrazia complicata, pesante, farraginosa, finirà per creare larghi spazi alla corruzione».
Queste parole, viste alla luce della realtà dei nostri giorni, lasciano scorgere un chiaro contenuto profetico.
L'uomo è stato trasformato in un numero: il codice fiscale che accompagna dalla culla alla bara.
Ma questa operazione non ha risolto i problemi burocratici, che sono sempre più complicati, sempre più difficoltosi, tanto da creare nel cittadino un'avversione verso la pubblica amministrazione.
In questo ginepraio di leggi, di decreti, di norme, di circolari, ha trovato compiacenti spazi la corruzione.
A tutti i livelli.

 

IL GRANDE PROBLEMA SARA’ LA CINA

«La Cina è una bomba demografica e quando finirà
per esplodere, metterà in crisi il mondo intero».
 
«Quando cadranno gli idoli di Mosca, inizieranno a scricchiolare anche gli idoli di Pechino…
All'esaltazione subentrerà l'anarchia e milioni di cinesi cercheranno rifugio in tutto il mondo, aggravando spesso la situazione già precaria di altri Paesi…».
«Il primo, grave pericolo del terzo Millennio sarà la Cina…
E sarà coinvolta anche l'Europa, anche l'Italia…».
«Quando si presenterà il problema cinese, non ci sarà più al mondo una potenza in grado di fronteggiarlo; e non ci sarà un Paese in grado di costituire una catena di solidarietà…
Sarà un quadro estremamente preoccupante».
«Un numero sempre maggiore di asiatici, soprattutto di cinesi, premerà alle frontiere dei Paesi industrializzati, soprattutto europei, mettendo in crisi economie che un tempo erano fiorenti».
«Le grandi emigrazioni della fine del Millennio turberanno il mondo.
La maggior parte dei Paesi non sarà preparata ad ospitare un numero sempre maggiore di persone…
La civiltà orientale conviverà con la civiltà occidentale».
«Sarà la fine di un tempo, sarà la fine degli isolamenti tradizionali della civiltà occidentale…».
Sono frasi che Pio XII ha pronunciato tra il 1946 e il 1952.
Sono visioni profetiche, sulla Cina e sull'emigrazione dei popoli poveri verso i Paesi industrializzati.
Questa preveggenza si sta già avverando, seppur in modo lento.
Quando crollerà anche il regime cinese – come profetizzato dal Pontefice – emergerà il problema, in tutta la sua drammaticità.

 

L’ISLAM SARA’ SEMPRE PIU’ PRESENTE IN EUROPA

«Sarà costruito un grande tempio islamico nella culla del cattolicesimo…».
C’è una profezia del XVII secolo che prevede «La grande moschea, nel cuore del cattolicesimo».
«… L’ombra dell’Islam», dice il messaggio «segnerà le gradinate di San Pietro… nel tempo in cui sarà prossimo un grande evento».
Anche Pio XII aveva previsto la costruzione del «grande tempio islamico, nella culla del cattolicesimo».
E, se analizziamo alcune sue parole, riportate dai biografi del Pontefice, dobbiamo dire che si può scorgere un vaticinio «sul rinnovarsi delle guerre di religione».
Perché sarà soprattutto «l’islamismo che cercherà d’invadere l’Europa, per genuflettere la civiltà cristiana».
La prima parte di questi vaticini si è già avverata.
Mercoledì 21 giugno 1995 è stata difatti inaugurata la grande moschea di Roma.
E, com’era profetizzato, si tratta di «un grande tempio».
Vennero impiegati difatti quasi vent’anni per costruirla.
E oggi, con la sua possibilità di contenere oltre duemila persone, è considerata la più grande moschea d’Europa.
Va messo poi in risalto il fatto che non si tratta della prima moschea in Italia, perché ne esistono già una cinquantina, con oltre duecento posti di aggregazione.
È il primo passo verso la conquista islamica dell’Europa?
I messaggi profetici sembrano rispondere positivamente.
Anche se una parte del mondo cattolico è convinta della pacifica convivenza tra cristianesimo e islamismo.
L’infiltrazione islamica sarà, forse, facilitata da questa spaccatura tra coloro che considerano possibile la convivenza tra cristiani e islamici e coloro che la rigettano completamente.

 

LA MINACCIA DELLE ACQUE DIVENTERA’ SEMPRE PIU’ PREOCCUPANTE

«La catastrofe del Polesine dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme…
invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Nel novembre 1951 il Po ruppe gli argini allagando oltre centomila ettari di terreno.
Molte furono le vittime, mentre i danni vennero valutati intorno a ventisette miliardi, che per quel tempo era una cifra da capogiro.
Pio XII volle che la Chiesa si applicasse in ogni modo per aiutare le persone che erano rimaste senza casa, senza mezzi.
E soprattutto per la ricostruzione.
In quelle giornate di dolore, Pio XII invitò più volte a pregare, «… affinchè il flagello delle acque non ritorni a minacciare l’uomo».
Sempre in quel periodo, Pio XII dichiarò che: «La catastrofe del Polesine dovrebbe essere un insegnamento… dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Sono parole dal contenuto profetico, che vennero ricordate dodici anni dopo, quando nel 1963, si registrò la tragedia del Vajont.
Un paese intero – Longarone – venne cancellato dalle acque.
Duemilacinquecento furono i morti.
E anche questa volta la Chiesa si mise al servizio delle persone maggiormente colpite dalla tragedia.
La minaccia delle acque, in seguito anche all’irresponsabile abbandono delle campagne e al disboscamento, continuò negli anni futuri. Alcuni ecologisti sostengono, a questo proposito, che il vero «flagello delle acque» deve ancora venire.
E, forse, si tratta di quel «flagello» per il quale Pio XII aveva invitato a pregare già nel 1951.

 

IL MONDO AVRA’ BISOGNO SOPRATTUTTO DI GRANDI E ABILI DIPLOMATICI

Il filo dei rapporti  diplomatici  diverrà sempre più sottile
«Il mondo, per i prossimi anni, ha bisogno soprat­tutto di grandi, di abili diplomatici».
«Il filo dei rapporti diplomatici tra i Paesi industrializzati diventerà sempre più sottile e spesso darà l’impressione di spezzarsi da un momento all’altro…
Sarà un delicato gioco di equilibri…
Ma il carico, fra una cinquantina di anni, sarà così elevato da rendere il filo quasi inesistente».
Sono parole pronunciate da Pio XII nel 1956. ‘   
Il contenuto profetico è chiaro.
E riguarda un tempo vicino al Duemila.
In altra occasione, il Pontefice dichiarò che: «II mondo, per i prossimi anni, ha bisogno soprattutto di grandi diplomatici, perché le tensioni tra le grandi potenze arriveranno a livelli preoc­cupanti… e solamente l’abilità dei diplomatici potrà scongiurare catene di conflitti e di sangue…».
E ancora: «Quando inizierà a delinearsi la nuova realtà politica e sociale nei Paesi dell’Est, la diplomazia dovrà essere in grado di avviare un nuovo dialogo…
E non sarà facile, perché saranno da superare preconcetti da ambo le parti…».
Pio XII «vede» già il post-comunismo.
E si preoccupa per «l’inserimento» dei Paesi che per molto tempo sono rimasti soggetti all’Unione Sovietica.
E una preoccupazione costante, quasi come se «i tempi difficili» non siano quelli del crollo dell’Unione Sovietica, ma del periodo successivo, quando «si tratterrà di riprendere pietra su pietra, per edificare un nuovo edificio».
Ma questa volta l’edificio sarà costruito su misura umana.

 

IN ITALIA ASSISTERETE AL DISFACIMENTO DI UNA CLASSE POLITICA

Risultati immagini per CLASSE POLITICA ITALIANA«La classe politica di domani farà una fine ingloriosa,
lasciando ampi margini al ritorno di una dittatura. .. ».
 
Alla fine degli anni Quaranta, iniziarono a delinearsi delle «incomprensioni» tra la Democrazia Cristiana e la Chiesa.
Mentre De Gasperi, nei suoi discorsi, continuava a ribadire che la Democrazia Cristiana non costituiva una emanazione dell'autorità ecclesiastica, Pio XII sosteneva che la Chiesa aveva il diritto-dovere d'intervenire «per garantire il giusto equilibrio tra dovere e obbligo, da una parte, tra diritto e libertà dall'altra».
Con la morte di De Gasperi, avvenuta nel 1954, le preoccupazioni di Pio XII aumentarono.
«Finisce un tempo…», esclamò un giorno Pio XII «e non vediamo un futuro roseo… soprattutto la classe politica di domani avrà molti problemi.
Porterà il Paese alla rovina…
E farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini per il ritorno di una dittatura…».
Sono parole profetiche che si riferiscono al nostro tempo.
La Democrazia Cristiana, a quarant'anni dalla morte di De Gasperi, si è «sciolta come neve al sole».
Il Partito Socialista è finito proprio miseramente.
E parecchi parlamentari sono passati dal banco di Montecitorio al banco degli accusati.
L'Italia, con i suoi debiti che superano il milione di miliardi, è sull'orlo della bancarotta.
Questo quadro estremamente preoccupante, così profeticamente descritto da Pio XII, lascia ampi margini per il ritorno di una dittatura.
E sarà la dittatura «di chi sciupa il pane… che finirà per razionare il pane a chi ne ha sempre avuto poco».
Ma anche questo è necessario che avvenga, per preparare le coscienze al grande rinnovamento.

 

QUANDO IL PONTEFICE SARA’ ITINERANTE

«Arriverà un giorno in cui il Pontefice sarà itine­rante… raggiungerà le terre più lontane e più abban­donate…».
La tradizione esigeva che il Segretario di Stato rimanesse co­stantemente a fianco del Pontefice.
Ma quando il cardinale Pa­celli divenne Segretario di Stato, questa tradizione radicata nel tempo cambiò completamente.
Il cardinale Pacelli, dopo le sue esperienze di Nunzio Apo­stolico in Germania, era fermamente convinto dell’efficacia del «contatto diretto» con le persone che affrontavano i grandi pro­blemi della politica e con il popolo, con la gente, con i fedeli sparsi nel mondo, che mai avrebbero avuto la possibilità d’in­contrare il Pontefice.
Così, il cardinale Pacelli, avviò quella che negli ambienti va­ticani veniva chiamata «la rivoluzione itinerante».
Quale Delegato Pontificio, rappresentò il Pontefice in Fran­cia, in Brasile, negli Stati Uniti d’America.
E in tante altre parti del mondo.
Pio XI aveva ben accolto «questo nuovo modo di gestire i rapporti con l’estero», anche alla luce degli ottimi risultati che si raccoglievano ovunque.
Rientrando dal Congresso Eucaristico Internazionale di Bue­nos Aires il cardinale Pacelli, che Pio XI chiamava bonariamen­te «l’oratore di Pentecoste», nell’entusiasmo del momento, dis­se che: «… arriverà un giorno nel quale il Pontefice sarà itine­rante, raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate, incontrerà i fedeli e i capi di Stato… e questa semina finirà per da­re frutti abbondanti e preziosi».
E così è avvenuto, soprattutto per il pontificato di Giovanni Paolo II, durante il quale il Pontefice ha visitato, come aveva profetizzato Pio XII, «le terre più lontane e più abbandonate».

DALLA CIVILTA’ DEL MATERIALISMO ALLA CIVILTA’ DELLO SPIRITO

Vivrete nella civiltà dello Spirito
«Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito.
E imparerà a vivere in una dimensione di pace…».
«La politica del grande consumismo finirà per disorientare l’uomo, che si aggrapperà ancora di più ai beni materiali e ai piaceri della vita, trascurando i contenuti profondi della vita stessa… Assistiamo all’attuazione di un progetto inquietante, perché si tende a condizionare l’uomo a un tipo di vita superficiale, rivolta esclusivamente all’esterno».
Sono parole pronunciate dal Pontefice nel 1952. Parole che meritano una riflessione.
E la stessa cosa si può dire per altre «considerazioni», questa volta dal contenuto profetico, che risalgono allo stesso periodo: «Si vuole orientare l’uomo a vivere un’esistenza materialistica… dove contano solamente i beni materiali. Su questa strada, la vita finirà per diventare un’angoscia senza fine».
Nelle «visioni» del Santo Padre c’è però, probabilmente, «qualcosa» che invita alla speranza. E questo traspare in alcune «considerazioni».
«Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione diversa… Sarà in quel tempo che nuovi valori saranno considerati… Sarà in quel tempo che s’impareranno ad apprezzare le cose che non si vedono, perché sono eterne».
Ma prima di approdare «alla spiaggia dello spirito» dovranno certamente passare alcune generazioni.
Questo si può capire, leggendo altri messaggi profetici. Nelle lettere profetiche della Monaca di Dresda si dice, a questo proposito, che: «… Giungerà un tempo in cui lo spirito guiderà il mondo… E grandi saranno gli uomini, se sapranno vivere di umiltà e di fede».
Per arrivare alla civiltà dello spirito sarà necessario però distruggere la civiltà della materia: la civiltà che ha prodotto l’angoscia collettiva.

 

LA DISOCCUPAZIONE ESPLODERA’ ALLA FINE DEL MILLENNIO…

Risultati immagini per DISOCCUPAZIONE«II grave problema della disoccupazione ricomparirà in tutta la sua drammaticità, alla fine del Millennio…».
In tutti i discorsi elettorali del dopoguerra, il complicato, grave problema della disoccupazione veniva posto al primo piano.
I  sindacati parlavano di «mina vagante», i politici parlavano di «problema centrale».
Ma gli indici della disoccupazione, soprattutto giovanile, continuavano a crescere, soprattutto al sud, dove si considerava che almeno la metà dei giovani si trovasse senza un lavoro.
Le cose migliorarono sensibilmente al nord, con l'opera di ricostruzione.
E si iniziò a parlare di benessere.
Alcuni politici, con una visione limitata della realtà italiana, iniziarono allora a parlare della disoccupazione come di «un problema che ci si sta lasciando alle spalle… un problema superato».
Ma Pio XII non era dello stesso parere.
Il Pontefice «era capace di vedere molto lontano», e dichiarava: «La disoccupazione è un problema tutt'altro che risolto… anzi riemergerà drammaticamente alla fine del Millennio, quando le macchine sempre più sofisticate sostituiranno l'uomo e il benessere sarà all'ultima frontiera…».
Questa preveggenza si sta avverando ai nostri giorni.
I dati statistici presentano difatti percentuali di disoccupati in continuo aumento.
Un terzo dei giovani è senza lavoro.
Mentre il lavoro nero è una piaga che sta dilagando.
In alcune località del Meridione, si supera abbondantemente la percentuale del 50 per cento dei disoccupati.
II benessere, come aveva profetizzato il Santo Padre, non ha sconfitto la disoccupazione, che riemerge «in tutta la sua drammaticità».
 

 

LA SCIENZA NON PUO’ SOSTITUIRSI A DIO

«Ci sono dei limiti che la scienza non può valicare…
Alcune premesse lasciano scorgere inquietanti ricerche scientifiche…
Si cercherà di sostituire Dio con le equazioni matematiche».
Pio XII sapeva vedere lontano, difatti in queste parole profetiche, pronunciate all’inizio degli anni Cinquanta, si riflettono le ricerche scientifiche, soprattutto nel campo della biologia e della fisica, dei nostri giorni.
Oggi, con la Theory of Everything, «la teoria del tutto», si ha la presunzione di svelare il mistero dell’universo, per arrivare a sostituire Dio con una formula matematica.
In altre parole, non più «Dio Redentore», ma «Massimo Matematico».
Questa ricerca scientifica, priva di etica, la troviamo anche in altri vaticini.
Un messaggio della fine Ottocento, attribuito a una suora di clausura, dice che: «Alla fine del Millennio, l’uomo si sentirà potente, al punto tale da violare i grandi misteri dell’Eterno…
Ma l’uomo che si sentirà potente sarà più fragile di sempre perché questo sarà il tempo in cui le forze della natura si scateneranno per riportare il Creato alla sua bellezza originale…
Perché alla fine del Millennio… la terra sarà avvelenata e l’uomo si dibatterà in una ragnatela di difficoltà e di dolori.
Alla fine, risorgerà l’umiltà. E l’uomo, nella disperazione dei cieli fumosi, ritornerà a rivolgersi a Dio…
Perché i disastri provocati dall’uomo potranno essere sanati solamente con un intervento divino…».

A PROPOSITO DELLA MONARCHIA IN ITALIA

9 maggio 1946.
Mancano ventiquattro giorni al referendum della monarchia e Vittorio Emanuele III abdica in favore del fi­glio Umberto II.
La notizia giunge in Vaticano. E Pio XII ha una reazione im­mediata: «È troppo tardi!» esclama.
E in queste parole c’è un vaticinio: c’è la netta sensazione che la monarchia non sarebbe riuscita a farcela.
«È una decisione che non serve più», commentò il Pontefice «perché, anche se Vittorio Emanuele III esce dalla storia, la monarchia non si salva».
Sono parole che il Papa pronunciò certamente con disagio, perché era noto «l’apprezzamento del Pontefice per la monar­chia», mentre nella sua segreteria c’era un orientamento repub­blicano.
E questo si può dire anche per monsignor Montini, il futuro Paolo VI.
Gli osservatori politici non condividevano il parere del Pon­tefice, che alcuni giornali riportarono dopo la sua morte.
L’abdicazione del re, in favore del figlio Umberto, «luogote­nente del regno», aveva disorientato l’opinione pubblica e sem­brava che da questo gesto la monarchia potesse trarre nuovi ar­gomenti per la campagna del referendum.
«Il re», dichiarò allora uno storico «si era compromesso con il fascismo e il nazismo, mentre il figlio Umberto nessuno potrà mai accusarlo di essersi compromesso con il passato regime…».
Si sperava insomma che, con questo gesto estremo e con l’e­silio del re, la monarchia avesse la partita vinta.
Poche persone andarono a salutare l’ex re che s’imbarcava sull’incrociatore «Duca degli Abruzzi», diretto in Egitto.
Finiva un tempo.
Ma finiva anche la monarchia, come aveva profetizzato il Pontefice.

 

LE DIFFICOLTA’ DELLE NUOVA GENERAZIONE SARANNO MOLTE…

Risultati immagini per NUOVA GENERAZIONE«Il pericolo che corre la prossima generazione sarà quello di crescere senza i due supporti fondamentali: la fede e l’umiltà… Se mancano questi due cardini, la vita sarà difficile; e alle pri­me difficoltà, l’uomo si fletterà su se stesso, rinunciando a lot­tare…».
Sono parole pronunciate da Pio XII nel 1950. Si tratta di una visione profetica. E la conferma la troviamo nelle recenti di­chiarazioni di un noto educatore che, analizzando «il problema droga», arriva a questa preoccupante conclusione: «… abbiamo una generazione fragile; una generazione con poche speranze, perché priva di fede… Una generazione con mille problemi, coinvolta in una competizione frenetica, devastante, nella quale non ha alcun posto l’umiltà…».
Parlando a un gruppo di madri cattoliche, nel 1950, il Ponte­fice ricordava anche: «… che i giovani vanno educati a vivere una vita interiore; vanno educati alla preghiera e alla meditazio­ne, perché l’uomo che nei momenti difficili non riesce a rifu­giarsi nella preghiera, vive male e non riesce a donare la pace alle persone che gli sono vicine…».
Anche qui Pio XII aveva «visto» giusto.
La conferma ci viene data anche da Giovanni Paolo II, che rivolgendosi soprattutto ai giovani, ha ripetutamente dichiarato che: «… oggi si vive male, perché non si è più capaci di vivere una vita interiore».
Tutto è all’insegna dell’esteriorità.
Nel mondo serpeggia una specie di culto blasfemo per le cose materiali, per i piaceri della carne.
Manca la fede, manca la spiritualità, manca l’umiltà: ecco la tragedia della nuova generazione.
Una tragedia che Pio XII aveva profetizzato.
Una tragedia che coinvolgerà, purtroppo, un numero sempre maggiore di giovani, spingendoli spesso sulla strada disperata della droga.

 

A PROPOSITO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA… “DI CRISTIANO HA SOLAMENTE L’INVOLUCRO.”

Risultati immagini per COSTITUZIONE ITALIANAÈ una Costituzione che non diventerà longeva «Di cristiano ha solamente l'involucro… ».
Nel 1943 un gruppo di laureati cattolici elaborava a Camaldoli un codice di etica sociale ispirato al messaggio evangelico che, in un secondo tempo, verrà considerato dai «padri della Costituzione».
I primi appunti di questo codice etico d'ispirazione evangelica vennero sottoposti al Pontefice, il quale fece un commento molto significativo: «L'amore per il prossimo e la giustizia devono essere i cardini di una Costituzione degna di essere ispirata ai principi cristiani…».
E quando, quattro anni dopo, la Costituzione venne approvata, alcuni giornali attribuirono a Pio XII un giudizio che provocò alcune polemiche: «Di cristiano ha solamente l'involucro…».
Sull'onda di questo giudizio, scaturì un vaticinio, sempre attribuito a Pio XII: «È una Carta Costituzionale che non diventerà longeva… cinquant'anni, un po' meno o un po' più».
Quarantanove anni dopo — la Costituzione è stata approvata il 27 dicembre 1947 — s'inizia a parlare di un nuova Costituente, perché la Costituzione «non corrisponde più alle esigenze politiche del nostro tempo».
Sono parole che farebbero rabbrividire l'onorevole Terracini, già presidente dell'Assemblea Costituente, il quale, in una intervista del 1947 dichiarava che: «La nuova Costituzione è quanto di meglio possa essere dato a un popolo civile, moderno e democratico…
È una Costituzione che coinvolgerà certamente più generazioni».
Pio XII non era dello stesso parere, perché sentiva che, nella migliore delle ipotesi, la Costituzione del 1947 avrebbe coinvolto una generazione.

 

2013.06.13 – NAPOLITANO (IL PRESIDENTE STRANIERO ITALIANO) INCITA ALLA REPRESSIONE …

La crisi macina persone, posti di lavoro e condizioni di vita. 
Napolitano non trova di meglio che invitare i prefetti – quindi la polizia – a esercitare maggiore repressione. 
Democratico, no?imagesCAAPEDCZ
Il discorsetto di prammatica alla platea durante la cerimonia di apertura della Conferenza dei Prefetti si è trasformato nella milionesima "esternazione" del destrutturatore più consapevole della Costituzione nata dalla Resistenza.  
Giorgio Napolitano a infatti sollecitato i Prefetti perché prestino attenzione, nella gestione dell'ordine pubblico, all'acuirsi "dell'esasperazione estremistica e della violenza eversiva" legate alla drammatica crisi economica. 
Episodi di disperazione ce ne sono stati diversi, negli ultimi tempi, Gente che si suicida, a decine; e un solitario sparatore fuori palazzo Chigi. 
Ma di "violenza eversiva" – il solito scambio semantico di chi ignora il vocabolario: "sovversivi" sono i rivoluzionari, che stanno fuori dalle istituzioni e vogliono sostituirle con altre; "eversivi" sono i golpisti, coloro che hanno già la forza all'interno delle istituzioni e la usano per stravolgerle in senso reazionario) – nemmeno l'ombra, a meno che Napolitano non abbia sentito un "tintinnar di sciabole" tra i suoi corazzieri.
Imperterrito, ha proseguito sulla stessa canzone.
"Alle difficoltà per molti versi drammatiche delle imprese e del mondo del lavoro si accompagnano tensioni da affrontare con forte attitudine all'ascolto e alla mediazione. 
Ma non c'è dubbio – ha aggiunto – che vi si leghino anche sia il rincrudirsi di certe tipologie di delinquenza comune sia il manifestarsi di focolai di esasperazione estremistica e perfino di violenza eversiva".
"Quello delle ricadute della grave recessione che purtroppo persiste e di un conseguente ampio disagio sociale – ha concluso Napolitano – è dunque il fronte principale su cui dispiegare oggi l'impegno delle Prefetture e dei Prefetti".
Tradotto per i non prefetti: la polizia deve pensare soprattutto a reprimere le manifestazioni di protesta. 
Siccome di "uscita dalla crisi" non se ne vede l'ombra, preparate i manganelli…

Tratto da (clicca qui)

2013.06.13 – SOLO UN ALTRO POVERO PAZZO DI STRANIERO CHE GIRA ARMATO DI COLTELLO, FA DANNI E MINACCIA…INSOMMA, TUTTO NORMALE!!!

Verona, un delirante 26enne semina il panico per il centro con un coltelloarresto polizia-2 (1)
Mezz'ora di terrore e di continue segnalazioni al 113 per fermare un giovane nigeriano che aveva cominciato una folle corsa alle Golosine. 
Lo hanno fermato vicino al teatro Romano dopo un rocambolesco inseguimento
Andrea Francato 7 Giugno 2013 
Delirava in mezzo alla strada con un coltello in mano. 
Un 26enne di origine nigeriana sembrava impazzito. 
L'hanno trovato così i poliziotti delle Volanti, nei pressi del Teatro Romano, in via Regaste Redentore. 
O meglio, sono riusciti a fermarlo dopo 30 minuti di terrore. Si, perchè l'uomo aveva cominciato a seminare il panico ieri pomeriggio in via Carlo Alberto dalla Chiesa, zona Golosine, rubando un coltello in un negozio. 
Riuscito a scappare, con l'auto della sua ex ragazza ha cominciato poi a correre addosso alle auto ferme ai semafori e in transito verso il centro: prima in via Albere, dove l'automobilista, vittima dell'incidente, era sceso per chiedere spiegazione e per tutta risposta il 26enne gli aveva puntato il coltello allo stomaco. 
Scena ripetuta in via Mameli, dove un altro conducente è stato prima tamponato e poi minacciato. 
E' in zona Valdonega che il giovane straniero decide di lasciare l'auto per proseguire a piedi. Sudato, agitatissimo, vagava senza meta. 
Durante il suo percorso delirava, urlava frasi senza senso. 
Quando si era trovato di fronte una bambina l'aveva scaraventata a terra.
 Sembrava cercasse qualcuno da uccidere. 
Intanto in questura cominciavano a piovere segnalazioni e denunce che descrivono i movimenti del giovane.
La sua folle corsa è finita nei dintorni del teatro Romano, intercettato dai poliziotti delle Volanti che, pistola alla mano, gli avevano intimato di calmarsi e gettare a terra la lama. 
Dopo averlo portato in ospedale per una visita psichiatrica, il 26enne è stato condotto in carcere a Montorio. 
Le accuse per lui sono di danneggiamento aggravato, porto d'armi abusivo e minacce aggravate. 
Ulteriori accertamenti clinici saranno eseguiti sulle condizioni psichiche dell'uomo. 
I dirigenti della Questura scaligera hanno sottolineato che le numerose segnalazioni al 113 da parte dei cittadini "hanno evitato che la vicenda degenerasse in tragedia come è successo alcune settimane fa a Milano".