ATTUALITA

2013.08.01 – PER L’EX PREFETTO ADINOLFI, NEO-PENSIONATO ITALICO, IL MLNV E’ ANTISTORICO E ANACRONISTICO… DA CHE PULPITO ARRIVA LA PREDICA!

Oggetto: comunicato.
 
Ormai il prezzolato giornaletto di regime “la tribuna”, con le sue esilaranti, grottesche e azzardate sparate, non ci stupisce nemmeno più.1365012119151
Le perle giornalistiche della nota pennivendola (s)venduta Tomè Sabrina non potevano mancare nemmeno nell’articolo che porta la sua firma pubblicato lo scorso 31 luglio sul commiato del prefetto straniero italiano a Treviso Adinolfi Aldo, personaggio già iscritto a ruolo giudiziario dalla Divisione Federale Investigativa della Polizia Giudiziaria del Governo Veneto Provvisorio di questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) per i suoi ripetuti illegittimi e razzisti attacchi contro il MLNV e in particolare contro lo scrivente cittadino Veneto.
Nell’intervista all’ex autorità di occupazione straniera italiana non poteva risparmiarsi – chissà perché – una domanda faziosa sulla “Polisia Veneta”.
Vorremmo credere che la pennivendola si riferisca alla vera “Polisia Veneta”, quella fondata più di un decennio fa da tale Luciano Franceschi della life, noto “venetista” balzato agli onori della cronaca per aver sparato alcuni colpi di pistola al direttore di una banca nel padovano, dopo aver parcheggiato l’auto nelle vicinanze con dentro proprio la divisa della “Polisia Veneta” (quella vera). Ma si è talmente abituati a vedere il giornaletto la tribuna, nei suoi articoli spazzatura, associare detta fantomatica ed evanescente “Polisia Veneta” a questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV), che con quella nulla ha a che spartire, che si può ragionevolmente ritenere che la pennivendola si riferisca proprio al MLNV.
Per inciso, non si “capisce” come mai in occasione del primo blitz delle digos messo a segno giovedì 5 novembre 2009 nella “brillante” operazione “Polisia Veneta”, al venetista Franceschi non sia mai stata sequestrata quella pistola poi utilizzata nel delitto, mentre ai militanti del MLNV sono state rubate anche le pistole sportive e da collezione legalmente detenute.
Così come appare strano che questi non sia stato sequestrato e sorvegliato a vista per ore negli uffici delle digos, come invece lo sono stati tutti i militanti del MLNV.
Ma tant’è.
Ma ecco la domanda a dir poco bizzarra, fuorviante, tendenziosa e pacchiana rivolta all’ex prefetto straniero italiano: “accanto alla lega è cresciuto negli anni scorsi anche un movimento di “estremismo federalista” come la Polisia Veneta.
Folklore o spia d’allarme?”.
Allora:
1)         il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) non è per nulla un movimento di “estremismo federalista”, ma un vero e proprio soggetto di diritto internazionale, come tutti gli altri movimenti di liberazione nazionale del mondo, legittimato ad agire in nome dell’intero Popolo Veneto per la liberazione della Nazione Veneta dall’occupazione straniera colonialista e razzista italiana, sulla scorta del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto.
Repetita juvant, si dice, ma come si vede è del tutto inutile per i somari prezzolati.
2)         il MLNV è stato fondato da Patrioti Veneti che nulla hanno da condividere o da spartire con il partito politico straniero italiano denominato “lega nord”, ed è cresciuto semmai agli antipodi di quel partito.
3)         Folkloristica sarà la pennivendola con la sua settaria domanda.
4)         Spie d’allarme si possono percepire agevolmente nel clima rovente dei cittadini Veneti esasperati dallo stato straniero colonialista e razzista italiano e dal suo governo Bilderberg.
Veniamo ora alla risposta dell’ex prefetto italiano: “né l’uno, né l’altro.
E’ un movimento antistorico e anacronistico, che non tiene conto dei mutamenti del paese, delle sue battaglie per l’unità, dei sacrifici fatti dagli italiani, della costituzione”.
Ma la pennivendola ha riportato correttamente?
L’ex prefetto italiano ha proprio detto “movimento, etc. etc.”?
Ma come?
Ma le autorità di polizia e giudiziaria straniere italiane non sono state fin dalla costituzione del MLNV tutte concordi nel ritenere che in realtà si trattasse di un’associazione militare con tanto di uniformi, addestramenti sui monti – con sbalzi, rotolamenti, passi del leopardo e puntamenti – equipaggiamenti militari e armamenti da guerra?
Da ridere per non piangere.
E, per amor di verità, anacronistica e antistorica è proprio la figura del prefetto, vera e propria autorità di occupazione in rappresentanza di un centralista governo straniero colonialista e razzista italiano, triste retaggio dell’omologo d’oltralpe di secoli orsono.
Il MLNV, all’opposto, è proprio al passo con i tempi, ora maturi per far valere il legittimo e sacrosanto ripristino della sovranità del Popolo Veneto sui Territori della mai estinta Repubblica di Venezia, ancora oggi in stato di occupazione da parte dell’italia con i suoi prefetti antistorici e anacronistici.
In realtà, poi, dei mutamenti del paese-italia ne stiamo tenendo tutti conto: dell’inasprirsi delle politiche fiscali, razziste e colonialiste poste in essere dallo stato straniero italiano contro il Popolo Veneto nei Territori della Repubblica di Venezia ne teniamo conto, eccome.
Non va perso nulla.
Così come teniamo conto delle cosiddette battaglie per l’unità, ovvero di quei massacri veri e propri, con tanto di campi di concentramento, contro uomini, donne e bambini nelle nazioni preunitarie sparse lungo la penisola italica: veri e propri crimini contro l’umanità commessi dall’allora regno mafioso e massonico d’italia, divenuto in seguito repubblica italiana, con il suo esercito di stupratori assassini.
Valga per tutti a mo’ di esempio il massacro di civili ad opera dei militari italiani a Ponte Landolfo, nella Nazione DuoSiciliana.
Così come teniamo conto dei sacrifici degli italiani, rectius di tutte quelle persone dei Popoli Italici massacrate, stuprate, violentate, torturate e uccise dal regno d’italia in nome delle sue mire espansionistiche “unitarie”, e di tutti i recenti suicidi causati da scellerate e mirate politiche monetarie, finanziarie e bancarie.
Su un punto ci si vede costretti a concordare con l’ex prefetto italiano Adinolfi: è vero, della costituzione italiana non ne teniamo conto, proprio perché non ha alcun valore giuridico sui Territori della Repubblica di Venezia in quanto propria dello stato straniero occupante razzista e colonialista italiano.
Al MLNV, semmai, preme tener conto della Costituzione della ripristinata Repubblica di Venezia. Fatevene tutti una ragione.
Un suggerimento al neo pensionato ancora alle spalle del Popolo Veneto:  non abusi delle cantine di quella ridente cittadina della pedemontana trevisana, e si goda questi giorni di mezza estate: non dureranno per sempre.
Venetia, giovedì 1 agosto 2013
Viva San Marco!
dott. Paolo Gallina – Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 
 

Tanto per non ripeterci…

2012.11.12 – I PREDONI ITALIANI, IGNORANTI E PREPOTENTI NON SI SMENTISCONO.
Tanto per non smentire la propria ignoranza in materia e confermare l'arrogante pretesa di credersi padroni in casa d'altri il prefetto straniero italiano a Treviso, sempre tale Adinolfi, ha ritirato il procedimento adottato contro il Dr. Paolo Gallina, Vice Presidente del MLNV, e da lui stesso intrapreso allo scopo di sospendere la qualità di agente di pubblica sicurezza in relazione al suo lavoro di Comandante della Polizia Locale.
Ancora una volta l’autorità d’occupazione straniera italiana a Treviso non smentisce l’iniqua indole della propria tirannide e con contorta quanto derisoria motivazione valuta di non dar luogo, per ora, all’adozione del provvedimento cautelare preannunciato con la comunicazione dell’avvio del procedimento, (c’è da chiedersi se questa gente abbia studiato per fare il lavoro che fa)… (CLICCA QUI per leggere il resto del comunicato del 12 novembre 2012 proprio su tale personaggio)
 

2013.07.31 – ATTENUANTE RAZZIALE PER I ROM? NELLA SERENISSIMA NON ERA COSI’ ANZI… SI POTEVA UCCIDERLI!

Remi-Nikolic-300x99Il rom Remi Nikolic è stato condannato a 15 anni di carcere per omicidio volontario (ha investito e ucciso il vigile milanese Nicolò Savorino) anziché 26, come richiesto dalla pubblica accusa, perché  cresciuto in “un contesto di vita familiare caratterizzato dalla commessione di illeciti da parte degli adulti di riferimento” e cioè “nella sostanziale totale assenza di scolarizzazione”.
Per la prima volta in Italia ci troviamo di fronte a un caso di “attenuante razziale”.
Ha scritto Enrico Lattolla del Giornale:  “se a delinquere è un rom è giusto comprenderlo e graziarlo”.
Insomma, sembra di leggere tra le righe, Nikolic va capito perché è un rom.
E come rom ha conosciuto fin da piccolo il mondo dell’illegalità e si è nutrito di modelli negativi, senza che la scuola – che sempre in quanto rom non ha mai frequentato – riuscisse a sradicare la mala pianta.
Considerazioni, quelle del giudice, che sembrano contraddire parte delle stesse motivazioni di condanna, nelle quali Nikolic viene descritto come un ragazzo tutt’altro che sprovveduto o in balìa delle circostanze.
Nelle settanta pagine di documento depositato il 10 maggio, infatti, c’è un breve ma significativo capitolo dedicato proprio alla «maturità» del 17enne.
«Il collegio – scrivono i giudici – rileva che le modalità di commessione dei reati e la natura dei reati, la cui antigiuridicità è percepibile anche da soggetti minimamente sviluppati (e l’imputato era quasi maggiorenne), non possono far dubitare che Nikolic fosse in grado di comprendere il disvalore sociale dei reati che andava commettendo e di adeguarvi le proprie azioni».
E allora qualcosa non torna.
Se Nikolic era maturo per capire che stava commettendo un crimine, allora non può essere un’attenuante – soprattutto a 17 anni e 8 mesi – il il modello negativo rappresentato dai genitori, dall’ambiente in cui è cresciuto, o l’assenza di istruzione.
Il giudice nei riguardi dei rom ha dimostrato un atteggiamento contrario alla prassi delle Serenissima Repubblica di Venezia che dal 1559 in poi concesse ai suoi sudditi di uccidere impunemente i cosiddetti “cingani” o zingari, i rom di allora.
Il tema è stato affrontato in uno studio pubblicato nella rivista “Acta Histriae” redatta dal vicentino Claudio Povolo, docente al dipartimento di storia dell’università Ca’ Foscari di Venezia.
Un libro che tratta del tema “Retoriche di devianza. criminali, fuorilegge e deviati nella storia (ideologie, storia, diritto, letteratura, iconografia)”.
Il tema dei rom è trattato da Benedetto Fassanelli, nell’intervento “Considerata la mala qualità delli cingani erranti.
I rom nella repubblica di Venezia: retoriche e stereotipi”.
Lo studio cerca di leggere il rapporto tra rom e giustizia a partire dalla legislazione veneziana cinquecentesca in materia di cingani.
Essa è caratterizzata dalla previsione di severe misure penali, cui però sembra corrispondere un’irrilevante attività giudiziaria.
Gran parte dell’attività repressiva, infatti, era “delegata” ai privati ed adeguatamente incentivata da misure premiali e impunità.
Il bando cui sono ex lege sottoposti i rom, denota, quanto alle retoriche criminali delle magistrature veneziane, il “luogo per gli zingari”. La vita al bando, per i rom banditi pressoché da tutti gli stati di antico regime, non può che svolgersi all’interno di confini preclusi o in transito su di essi.
La figura criminale del cingano si definisce in tre diverse deliberazioni del Senato delle Serenissima tra il 1549 e il 1588.
I cingani sono presenti in Europa dai primi decenni del XV secolo (la prima testimonianza in Italia è del 1422) e fin da subito si delineano i tratti d’immagine dello zingaro frutto di curiosità sospetto e timore.
Nascono in questo periodo gli elementi cruciali dello stereotipo – erranza, furto, inganno, chiromanzia – che sono inseriti in una normalità quotidiana.
Il 21 dicembre 1549 il Senato, considerando il “molto danno e non poco dispiacere” provocato ai sudditi dalla “pratica de i cingani erranti, che vanno alloggiando in campagna, et nelle ville del Stato Nostro”, concede ai rettori di Terraferma dieci giorni di tempo per “mandarli fuora dalli Territori a loro commessi”.
L’erranza e il vagabondaggio sono i soli elementi che descrivono la pratica dei cingani e il Senato si assume l’esclusiva facoltà di concedere licenze di transito ai rom, vietando a chiunque altro di rilasciare tali patenti sia scritte che a voce.
Nel 1559 questa immagine del cingano subisce una pesante variazione.
Il Senato stabilisce che “li detti zingari, così huomeni, come femine, che saranno ritrovati nell territorij nostri, possono essere impune amazati” e che gli esecutori di tali omicidi “non habbino ad incorrer in alcuna pena”.
Osserva Fasanelli: “L’esplicita previsione dell’impune occidi (uccidere impunemente) sancisce l’eccezionalità del crimine e, in quanto misura straordinaria, connota di per sé la figura criminale: la aggrava e, allo stesso tempo, pone l’espulsione in secondo piano nella strategia penale-repressiva dedicata agli zingari”.
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2013.07.30 – EURO-RIGORE AD OGNI COSTO … PREPARIAMOCI A DIFENDERE LA NOSTRA LIBERTA’!


E' inutile far finta di niente … prepariamoci a difendere il nostro diritto alla libertà.

Euro-rigore ad ogni costo: ora si prepara anche l’esercito
L’Italia sta per subire uno choc socio-economico così forte da provocare disordini e rivolte: la profezia che Gianroberto Casaleggio ha affidato a Gianluigi Nuzzi è così realistica che se ne starebbe occupando persino l’esercito, nell’eventualità di dover rinforzare l’ordine pubblico in previsione di sommosse, provocate dal regime europeo dell’austerity. 
Lo sostengono Eugenio Orso e Anatolio Anatoli, che nel loro blog analizzano la recentissima “Direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013” emanata dal ministero della difesa, retto dall’ex Pdl Mario Mauro, ora montiano. 
L’aspetto sconcertante, osservano i due analisti, riguarda l’impegno diretto delle forze armate verso obiettivi non propriamente militari: e cioè il rispetto assoluto dei trattati europei dell’austerity a cominciare dalla intangibilità dell’Eurozona, condizioni che vengono elevate al rango di elementi-chiave per la sicurezza nazionale.
La premessa è fosca, in una cornice di guerra imminente: «Non può essere ignorata la possibilità, per quanto remota, di un coinvolgimento del paese e del sistema di alleanze del quale siamo parte in un confronto militare su vasta scala e di tipo “ibrido”, ovvero che implichi sia operazioni convenzionali, sia operazioni nello spettro informativo, sia operazioni nel dominio cibernetico», afferma il ministero.
«Elemento irrinunciabile della politica nazionale è anche il pieno rispetto degli impegni assunti in sede europea». 
Impegni che il ministero della difesa considera «finalizzati a garantire la stabilità di lungo periodo della moneta comune e, con essa, dell’intero sistema economico comunitario». 
Proprio la stabilità dell’Eurozona «deve essere considerata come essenziale per il perseguimento del fine ultimo, costituito dalla sicurezza del sistema internazionale e delle relazioni politiche ed economiche che in questo si sviluppano».
L’Italia, pertanto, «deve operare con determinazione per azzerare il deficit di bilancio e ricondurre nei tempi previsti il debito pubblico entro i limiti stabiliti a livello europeo». 
Strano che ad occuparsi di questo tema non sia il ministero dell’economia, ma quello della difesa. 
«Il mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio lungo un arco di tempo pluriennale – conclude la nota – rappresenterà, quindi, un vincolo ineludibile nella definizione delle scelte in materia di difesa che, negli anni, saranno adottate». 
Mettendo insieme questi punti e sapendo leggere fra le righe, scrivono Orso e Anatoli, il quadro che ne esce è a dir poco preoccupante: «Obbiettivo primario è il pareggio di bilancio, il mantenimento e la difesa dell’euro a qualsiasi costo (anche a costo del sangue della popolazione) e il conseguente mantenimento dell’Italia, checché ne dica il popolo, nel lager dell’Eurozona, fondamentale spazio globalista in cui rinchiudere i popoli europei adattandoli, con le buone o con le cattive, al nuovo ordine neocapitalistico».
Il vincolo ineludibile della disciplina di bilancio nel lungo periodo informa anche le scelte in materia di difesa e di impiego delle forze armate, perché, sempre leggendo fra le righe, «la minaccia risulta chiara: se il popolo ridotto allo stremo si ribellerà – a partire dall’autunno inverno di quest’anno, poniamo – non si esiterà a impiegare la forza, armata, per ridurlo a più miti consigli, in un possibile conflitto “ibrido” in cui molte saranno le armi impiegate, accanto a quelle convenzionali». 
Ed ecco che quella “possibilità remota” di coinvolgimento militare in un conflitto «diverrebbe drammaticamente concreta», al punto che «la forza militare nazionale sarebbe impiegata, da uno spregevole governo collaborazionista degli occupatori del paese, contro lo stesso popolo italiano, a vantaggio, come si scrive nel testo riportato, della stabilità di lungo periodo della monetacomune, controllata da entità private euroglobaliste, nonché del mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio (ormai recepita in Costituzione) lungo un arco di tempo pluriennale».
Per Orso e Anatoli, il messaggio è inequivocabile: «In presenza di disordini sociali estesi, ai quali la repressione poliziesca e dei carabinieri non riuscirà a far fronte, scenderanno in campo le forze armate». 
Scenario possibile? 
«Se ti tolgono il lavoro, la sicurezza, la possibilità di un minimo di pianificazione dell’esistenza e persino il cibo», è facile che si possa ricorrere all’uso di armi magari improprie, per «spaccare tutto, cercando di fermare i tuoi nemici», scrivono i due blogger, che accusano i politici italiani di essere «collaborazionisti dell’euro-nazismo, dell’atlantismo, dell’Occidente, del libero mercato globale e della liberaldemocrazia». 
Autunno caldo: «Il rischio di estesi sociali disordini, in Italia, è quindi un rischio reale», anche se Letta e Napolitano «continuano a negare l’evidenza».
Fonte: nocensura.

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costretti a combattervi

2013.07.27 – INCIDENTE AL PRIMO MINISTRO UNGHERESE VIKTOR ORBAN … FATALITA’???


Incidente al convoglio del Primo Ministro Ungherese Viktor Orban in Romania20130727-213604
Premessa: nell'ultimo incontro Bilderberg si e' parlato di colpire il governo Orban.
Il convoglio che accompagna il primo ministro Viktor Orbán, in cammino verso la Balvanyos Summer University con scorta della polizia rumena, ha subito un incidente il Venerdì pomeriggio tra Kelementelke e Erdőszentgyörgy in Romania.
L'auto con a bordo il primo ministro non è stato coinvolto nell'incidente.
Il Capo Stampa del primo ministro, Bertalan Havasi, ha detto che il convoglio stava dirigendo verso Tusnádfürdő quando si è verificato l'evento sfortunato.
Il Console Generale ungherese in Csíkszereda, il suo vice e tre persone dell'Ufficio del Primo Ministro stavano viaggiando in macchina coinvolta nell'incidente e sono stati portati in ospedale in Romania.
In considerazione del fatto che il convoglio è stato scortato dalla polizia rumena e l'inchiesta della scena è stata effettuata anche da loro, ulteriori informazioni su ciò che è accaduto può essere fornita dalle Forze di Polizia rumene, dal Capo Stampa del Primo Ministro.
Ungheria: Orban sfugge alla morte, discorso alla Nazione sul Nuovo Ordine Mondiale
Mentre in Italia il governo complice di chi sta derubando i popoli Europei prepara l’esercito a sommosse popolari, in Ungheria Urban che ha il coraggio di dire la verità ha subito un attentato!!!
A voi articolo tratto da Imola Oggi, penso sia ora di scendere in piazza!!!
Saluti
Roland Marcoli
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Orban – Discorso alla Nazione, a poche ore dall’Attentato scampato
Budapest
Cari amici lettori, per chi non l’avesse ancora capito l’Europa sta vivendo il periodo più buio della sua millenaria storia…
Il più buio anche perchè il più occultato e mistificato (quanto dissacrante ed asfissiante).
Insomma viviamo in una prigione totale e molti ancora non se ne rendono conto, plagiati dai media di regime.
Tutti i fantasmi che qualcuno pensava fossero stati fugati – sulla scia di testi di storia completamente distorti, falsi ed alterati – stanno prendendo corpo, e sotto le mentite spoglie di agnelli che lavorano per una presunta e miracolistica unificazione europea, i mostri e gli spettri più cupi del passato stanno tornando minacciosamente a galla per una sorta di attacco finale ai popoli.
L’attentato – perchè di attentato si tratta!
– a Viktor Orban, in tal senso, sembra essere unito a un doppio filo rosso con questa tesi, che qualcuno – erroneamente – bollerà come “complottista”, ma che alla fine è la pura e semplice realtà dei fatti.
Negli ultimi giorni, non dimentichiamolo, in Ungheria era stato chiuso l’ufficio del Fondo Monetario Internazionale. Sarà stata una strana coincidenza?
Per molti no!
Sarà una strana coincidenza il fatto che il Bilderberg abbia affrontato il “problema Ungheria” nell’ultimo suo incontro?
Mah!!! Certo, vietare gli OGM e puntare sulla rinazionalizzazione della Banca Centrale non sono cose da poco!
Che dite!

L’Incidente-Attentato
Come raccontato (vedi articolo in allegato – Venerdì 26 Luglio) nel pomeriggio di ieri, in Romania, il convoglio che accompagnava il Primo Ministro unhgherese Viktor Orbán, in viaggio verso la Balvanyos Summer University, con tanto di poliziotti rumeni a scorta del convoglio, ha subito un gravissimo incidente-attentato.
Tra i feriti, il Console Generale ungherese in Csíkszereda, ed altri 4 “fidati uomini del Premier”.
Rimasto miracolosamente illeso il Premier.
L’Uomo della Sovranità.
Ma l’uomo della sovranità e dell’indipendenza per antonomasia, l’uomo che ha osato – tra l’altro – come detto vietare i distruttivi OGM nel proprio Paese (e la voglia di trasferirsi a vivere in Ungheria a questo punto è davvero tanta, anche per chi scrive) l’uomo che è diventato un esempio e modello per centinaia di milioni di europei schiacciati, sviliti e distrutti dall’usura internazionale e dal golpe masso-mafioso dei poteri occulti che dominano l’Europa, nelle ultime ore ha preso la situazione di petto ed ha parlato alla Nazione in diretta TV. Senza alcun pelo della lingua Orban ha esordito parlando del Nuovo Ordine Mondiale e di cosa gli stati devono fare per liberarsi da questo diabolico cancro mondialista, proteso a distruggere non solo le nazioni e le costituzioni, ma le famiglie, “la Famiglia“, e gli stessi uomini.
Come?
Sovvertendo la natura e la società in nome del “progresso”; distruggendo il creato (vedi OGM, per l’appunto) e modificando lo stesso DNA umano; creando debiti fittizi ed inestinguibili e iniziando più o meno in tutto il mondo (vedi paradigma Siriano, per tutti), guerre senza fine e logica.
Guerre spacciate per missioni di Pace e missioni per “l’esportazione della democrazia”.
Cosiddette “primavere”.
Più simili però a gelidi e taglienti Inverni.
L’Abbraccio con la Nazione – Tutti protagonisti, cittadini e idee
Ma Orban nell’occasione ha chiamato a raccolta tutta la Nazione, tutti gli Ungheresi di buona volontà, sono stati chiamati a dare il proprio contributo in termini pratici e di idee per contrastare il male assoluto che vuol distruggere e schiavizzare la Nazione, come fatto già con la Grecia ed in buona parte con Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro, Italia.
Guarda caso le nazioni a più antica tradizione cristiana. Anche questo qualcuno lo chiama caso!?
Orban, scampata la morte per miracolo, ha ammonito del fatto che ogni idea proveniente dal popolo e dagli amici della nazione, dotata di senso pratico e spessore morale e/o legale sarà ben accetta per il governo e diventerà la protagonista principale delle sue politiche, per il bene del popolo.
Una sorta di nuovo, fantastico e rivoluzionario modello di università a cielo aperto, libera e aperta come mai.
Lezione di Storia
Orban, nella sua compita e puntuale digressione sul pericolo ed il male concreto del Nuovo Ordine Mondiale in via di completamento ha affrontato il tema anche dal punto di vista storico, ricordando agli Ungheresi – accorti per l’occasione da tutta la Nazione – come nel 1918 il percorso fu segnato dall’ascesa degli Stati Uniti e dal formarsi di nuovi equilibri mondiali, guidati da poteri occulti. Le Guerre mondiali – ha notato in pratica il Prermier – portarono all’instaurazione di un “Nuovo Mondo” in Europa. Non a caso – aggiungiamo – il 1943 fu l’anno del colpo di stato angloamericano ai danni dell’Italia (come raccontato negli ultimi articoli dedicati a MUOS ed F35 – vedi allegati), ”Nel 1990 – ha poi continuato il Premier ungherese – l’impero sovietico ha cessato di esistere nel mondo bipolare e gli Stati Uniti si sono imposti all’Europa in una posizione dominante”.
Per il vero – aggiungiamo – il golpe USA-CIA nel Vecchio Continente(come detto in più articoli – vedi allegato) iniziò con il Piano Kalergi, ancor prima della nascita dell’UE.
Ma questa è una storia di cui già abbiamo detto.
Orban nel suo intervento ha poi parlato di due principali difetti/errori (orrori) fatali all’Europa di oggi: il centralismo europeista che ha preso in contropiede molti popoli che non immaginavano una tale deriva, nonché il sistema di moneta comune, apripista della cosiddetta “crisi”.
Beh, non ci resta che gridare: “Forza Orban!
Gorza Ungheria!
L’Italia e gli Italiani ora hanno un modello da seguire.
E non esistono più alibi e mezze misure per nessuno!
Né per la politica, né per la cosiddetta “antipolitica”.
A buon intenditor…
Tratto da (CLICCA QUI) e da (CLICCA QUI)
e tanto per capire meglio…
Ungheria – Mossa Strategica di Orban contro l'Usura internazionale.
Il braccio destro del premier ungherese è stato nominato capo della Banca Centrale Magiara.
Budapest –
La notizia è di quelle forti, e potrebbe andar a guastare il sonno a Mario Draghi, Manuel Barroso, Christine Lagarde e a tutta l'eurocasta.
Il premier ungherese Victor Orban nelle scorse ore ha assestato un duro colpo alla "democratica" Ue e all'intera Troika –  tornando a sfidare i tecnocrati di Bruxelles, Francoforte e Parigi – opponendosi all’usura internazionale con una chiara mossa: la nomina del suo braccio destro  ed ex ministro dell`Economia Matolcsy a presidente della Banca Centrale Magiara.
Orban, dunque, pare deciso a riprendere le redini della politica monetaria del suo Paese, dichiarandosi apertamente in guerra contro l’usura internazionale e continentale e contro lo strapotere della BCE.
Il premier già nell'estate scorsa, tuttavia, era stato costretto ad una clamorosa marcia indietro "forzata" sotto la minaccia di sospensione dei fondi Ue piovuta perentoriamente da Bruxelles sul cielo di Budapest.
Il premier sotto minaccia era dunque tornato sui suoi passi, mettendo nel cassetto i suoi rivoluzionari propositi di porre la Banca Centrale sotto il controllo del Parlamento, strappandola dalle mani dei privati della BCE.
D'altra parte, ad onor di cronaca, c'è da notare come Orban abbia avuto in molteplici occasioni il coraggio di condannare l'arroganza dell’Unione europea, della Bce e della tecnocrazia dominante, ma con magri risultati.
Che sia giunta l'ora propizia?
A sperarlo sono davvero in tanti, e non solo a Budapest.
Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
Tratto da (CLICCA QUI)

 

 

 

 

2013.07.05 – DECRETO DEL FARE: CHI INQUINA NON PAGHERA’ PIU’.


Decreto Fare: chi inquina non pagherà più!bonifiche1
Addio Bonifiche, il Governo Letta condanna per Decreto la tutela delle falde acquifere: chi inquina non pagherà più 

Appello al Ministro dell'Ambiente Orlando per la tutela della qualità dell'acqua 
Altro che il principio “chi inquina paga”, con il cosiddetto “Decreto del Fare” festeggiano gli inquinatori, viene messa a rischio la salute dei cittadini e la qualità dell'acqua delle falde, un patrimonio comune di straordinaria importanza per la vita del paese.
Da circa un anno si erano moltiplicati i tentativi per inserire di straforo nei vari decreti urgenti, senza alcun confronto pubblico preliminare con i cittadini, una contro-riforma sulle bonifiche. 
Ora il Governo Letta e le lobby industriali hanno introdotto nel cosiddetto “Decreto del Fare” una norma di modifica del testo Unico sull'Ambiente D.lgs. 152/2006 che fa ritornare all'anno zero il settore delle bonifiche.
Si legge nel decreto “Nei casi in cui le acque di falda determinano una situazione di rischio sanitario, oltre all'eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione”. 
La qualità dell'acqua è subordinata alle logiche economiche, da oggi se chi inquina è d'accordo, si attenuerà l'inquinamento senza eliminare le sue fonti. 
E' assolutamente grave che venga inserito il principio della sola “attenuazione” dell'inquinamento anche in presenza di rischio sanitario conclamato.
In Italia circa il 3% del territorio è gravemente inquinato e classificato nei Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche in cui gli interventi sono gestiti direttamente dal Ministero dell'Ambiente. 
In realtà oltre a queste situazioni estreme (da Priolo a Bussi, passando per Taranto, Brindisi, Brescia ecc.) si aggiungono una miriade di siti inquinati o potenzialmente inquinati sparsi su tutto il territorio nazionale la cui procedura di bonifica nella stragrande dei casi viene seguita dai comuni (si stimano in diverse migliaia, da discariche incontrollate a pozzi inquinati).
Recentemente lo Studio SENTIERI dell'Istituto Superiore di Sanità ha dimostrato l'enorme impatto sanitario dell'inquinamento, con migliaia di morti in più rispetto all'atteso nei 37 siti monitorati.
In questo contesto che richiederebbe la messa in cantiere della vera grande opera, la bonifica del territorio italiano, il Governo Letta ha introdotto una norma sull'inquinamento delle falde acquifere che azzera ogni possibilità di bonifica definitiva delle aree inquinate, subordinando gli interventi di bonifica agli interessi economici di chi inquina anche in caso di concreto rischio sanitario.
Secondo Enzo Di Salvatore, professore di Diritto Costituzionale all'Università di Teramo «Subordinare l'eliminazione della fonte di inquinamento oltreché a possibilità tecniche anche al presupposto che ciò sia economicamente sostenibile per il privato che inquina si sostanzia in una prevalenza degli interessi economici del privato sul diritto alla salute e all'ambiente salubre. 
Ciò viola anche il diritto dell'Unione europea e segnatamente il principio chi inquina paga».
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua lancia un appello al Ministro dell'Ambiente Orlando, che ha dichiarato il tema della tutela dell'acqua tra quelli prioritari per il suo mandato, affinché il Governo riveda profondamente una posizione del tutto inaccettabile su un bene comune come l'acqua.
Il Forum chiede ai parlamentari di tutti i gruppi di intervenire per stralciare o almeno modificare profondamente le norme dal provvedimento nell'iter di conversione in legge in modo da rendere le norme realmente utili alla tutela della qualità dell'acqua.
Il Forum metterà in campo una serie di iniziative per contrastare quest'attacco all'accesso all'acqua potabile che l'ONU ha sancito essere un diritto umano, essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani.
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2013.07.08 – VALDASTICO SUD, 27 AVVISI DI GARANZIA PER IL SOTTOFONDO DELL’AUTOSTRADA


Valdastico sud, 27 avvisi di garanzia per il sottofondo dell'autostradaVALDASTICO 1
Il lavoro di indagine partito dai comitati finalmente trova sbocco e conferma in grande: c'era un fondo di verità su quanto dicevamo… Questo dimostra l'importanza del lavoro dei cittadini dal basso che acquisendo conoscenze tecniche e scientifiche senza bisogno di grandi esperti preposti al controllo che non vedono mai nulla di quello che accade nel territorio sotto i loro piedi, si fanno carico della salute e dell’ambiente contando sulle proprie forze.

L'ipotesi di reato è falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata 
06/07/2013 
VICENZA.  
La Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha inviato 27 avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta presenza di materiali inquinanti non inertizzati che potrebbero essere stati utilizzati come fondo nella costruzione della Valdastico sud. 
Gli avvisi non sarebbero ancora arrivati a molti degli indagati, ma l'inchiesta -come riportato in passato dal giornale- è in corso. 
Le ipotesi di reato sono falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata. 
L'atto da parte della Dia era dovuto in quanto, per verificare l'eventuale presenza di rifiuti non inertizzati, si renderà necessario un esame tecnico irripetibile, un carotaggio del fondo autostradale che poi sarà analizzato. 
Di conseguenza gli indagati devono potersi tutelare nominando eventualmente dei periti di parte. 
Tra gli indagati ci sono i vicentini Attilio Schneck, in quanto presidente dell'autostrada Brescia-Padova all'epoca dei fatti, Antonio Beltrame (Acciaierie Afv di Vicenza), Fabio Zanotto (Egi Zanotto di Marano), Paolo Cornale (Ac.S.G. Palladio di Vicenza) e Mauro Saccon (R&C di Altavilla Vicentina).
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2013.07.19 – COSI’ LA REGIONE VENETO ESPROPRIA I COMUNI


RETE STRADALE DEL VENETO19 LUGLIO 2013

Deregulation: così la Regione Veneto espropria ai Comuni caselli e stazioni
Caselli autostradali, stazioni delle ferrovie regionali e svincoli d’ingresso alle superstrade espropriati: la Regione Veneto li fa suoi, e decide di sottrarre ai Comuni la gestione urbanistica dei terreni in un raggio di 2 chilometri. 
Roba astrusa, materia da esperti? 
Mica tanto, visto che i caselli e gli svincoli – soprattutto quelli progettati nel reticolo di “grandi opere” a quattro corsie che la Regione e il suo assessore alla mobilità Chisso hanno autorizzato con il project financing – in Veneto abbondano e ce ne saranno sempre di più. 
La norma è contenuta nell’articolo 38 del Ptrc, il piano territoriale regionale di coordinamento, in pratica il grande “piano regolatore” del cemento e delle strade del Veneto.
La giunta di Luca Zaia ha ereditato il Ptrc dalla giunta Galan. 
Quest’ultima lo aveva adottato nel 2009, in scadenza di mandato. 
Poi, proprio a causa della valanga di osservazioni piovute dai mille comitati resistenti del Veneto, non era riuscito a portarlo ad approvazione in consiglio regionale. 
Ora il Piano ha ripreso il proprio iter. 
Ma non si è fermata nemmeno la mobilitazione dal basso. 
Lunedì 15 luglio il Ptrc è stato presentato a Vicenza, nella sala convegni di Confartigianato, dal vicepresidente della Regione Marino Zorzato: dalla platea sono emersi tutti i dubbi di ambientalisti e comitati verso quell’articolo, e non solo.
Maria Pia Farronato, attivista del comitato No Valsugana e dell’associazione LABC di Romano d’Ezzelino, lancia l’allarme: «L’anno scorso i comitati di tutto il Veneto avevano raccolto 3500 firme contro l’articolo 38 delle norme tecniche del Ptrc. 
Ma ora, con la “variante paesaggistica” approvata in aprile dalla giunta di Zaia, le cose sono ancora peggiorate: la Regine non si prende solo le aree attorno ai caselli delle autostrade, ma anche gli accessi alla “rete primaria”, cioè le superstrade». 
Che vuol dire “variante paesaggistica”? 
Semplice: il Ptrc nasceva come piano urbanistico e della mobilità, da completare con un ulteriore piano, quello del paesaggio, di cui il Veneto non è ancora dotato nonostante sia un obbligo prescritto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004. 
Nei mesi scorsi però la giunta regionale ha deciso di non attendere oltre: anziché realizzare un piano paesaggistico ex novo, ha riformato il Ptrc dando a quest’ultimo una “valenza paesaggistica”. 
Lo ha fatto adottando il 15 aprile una “variante parziale” al Ptrc stesso.
Il piano riformato non cambia gli assiomi di base: tutto l’impianto ruota intorno ai “progetti strategici” su cui la giunta regionale potrà disporre di arbitrio assoluto quanto a tempi e modi di intervento. 
Ma mentre nella precedente versione del Ptrc l’articolo 5 ne elencava dodici (dal porto di Venezia alle “cittadelle aeroportuali”, dagli hub della logistica alle ville palladiane), nella nuova versione si aggiunge che «la Giunta Regionale provvede con propri atti all’individuazione dei progetti strategici», che è come dire che può fare e disfare la lista senza limite alcuno.
Una logica basata su una deregulation spinta e sull’esproprio delle prerogative degli enti locali. 
Una logica che, nelle intenzioni di Zorzato e della giunta, sarebbe motivata dalla necessità di mettere fine al caos urbanistico dei mille campanili e delle milleuna zone industriali che infestano il territorio veneto. 
Ma secondo i comitati i rischi sono ben maggiori: «La Regione dice che vuole “fare tenuta” bloccando gli appetiti degli enti locali – sostiene Maria Pia Farronato – In realtà la Regione alza una barriera ancora più pesante: Pat e Piani degli Interventi su vaste aree dei comuni perdono qualsiasi potere d’intervento, si tratta di un vero e proprio “vincolo d’esproprio” dove la Regione si arroga il diritto di istituire “piani strategici” a proprio piacimento. 
Senza alcun meccanismo di controllo. 
Basta un passaggio in giunta regionale e si passa sopra alla volontà popolare e degli enti locali». 
Il pericolo inizia ad essere sentito anche dai comuni: quello di Fontaniva, in provincia di Padova, si appresta ad approvare una mozione per l’abrogazione dell’articolo 38. 
Sarebbe la prima in Veneto.
Secondo la rete dei comitati anti-cemento “Altrove” «il richiamo ai progetti strategici, soprattutto per quanto concerne la norma di cui all’articolo 38 che attribuisce alla Regione la possibilità decidere le trasformazioni urbanistiche in prossimità dei caselli autostradali e degli accessi alle superstrade, per un raggio di 2 km dalla barriera stradale, una enorme ed imprecisata quantità di ambiti territoriali, sembra finalizzato a consentire la realizzazione indiscriminata di nuovi centri commerciali (vedi anche commi 1.a e 1.b dell’art. 46 e comma 1.g dell’art. 67 delle Norme) e quindi nuove speculazioni immobiliari decisamente contrastanti con la finalità dichiarata di riduzione del consumo di suolo».
Maria Pia Farronato e l’associazione LABC hanno provato ad applicare l’articolo 38 sul territorio del loro comune, Romano d’Ezzelino: il risultato (spiegato sul loro blog) è quello che si vede nell’immagine qui a lato. 
Tracciando i cerchi di 2 chilometri di diametro a partire dai punti d’accesso alla futura Nuova Valsugana (che da Romano d’Ezzelino vedrebbe partire un tunnel sotto il monte Grappa in direzione nord), si vede come la quasi totalità del territorio comunale venga di fatto tolta dalla competenza urbanistica municipale. 
Un rischio contro cui l’associazione ha iniziato a raccogliere firme anche con una petizione on line.
di Giulio Todescan il 19 lug 2013
Nuova Vicenza
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2013.07.27 – NO DAL MOLIN – IL MOVIMENTO DI CITTADINI E IL PRESIDIO PERMANENTE



NO DAL MOLIN 3No Dal Molin è un movimento di cittadini e di associazioni contrari alla realizzazione della nuova base dell'esercito statunitense nell'aeroporto Dal Molin di Vicenza, che andrebbe a consolidare gli altri insediamenti statunitensi già presenti sul territorio vicentino come la Caserma Ederle e la base Site Pluto di Longare.
Andrebbe a insediarsi nella zona nord di Vicenza, confinante con il comune di Caldogno nell'attuale aeroporto Dal Molin di Vicenza che dovrebbe servire agli USA per riunire la 173ª Brigata aviotrasportata.
Nel 2004 gli Stati Uniti d'America avanzano la richiesta di ampliare la base di Vicenza; il governo italiano, allora presieduto da Silvio Berlusconi, coinvolge il sindaco di Vicenza Enrico Hüllweck, che esprime parere favorevole. 
Solo nel 2006, dopo la valutazione del progetto da parte del Comitato Misto Paritetico Regionale, i vicentini vengono a conoscenza del progetto: nasce una forte opposizione, che sfocia nella costituzione del movimento No Dal Molin. 
Nonostante ciò, il sindaco Hüllweck fa approvare dal consiglio comunale un'opinione favorevole alle richieste statunitensi. 
Il via libera definitivo giunge dal governo presieduto da Romano Prodi il 16 gennaio 2007: gli oppositori all'ampliamento dichiarano trattarsi di un «editto di Bucarest». 
Quella stessa sera un gruppo di militanti del movimento danno vita ad una fiaccolata che si conclude con l’occupazione dei binari della stazione ferroviaria. 
La stessa notte viene eretto il tendone che ospiterà da quel giorno in avanti il presidio permanente No Dal Molin. 
Il 17 febbraio 2007 si svolge la seconda manifestazione nazionale contro la base statunitense: in un percorso ad anello attorno al centro cittadino sfila un corteo che secondo gli organizzatori comprende centocinquantamila persone provenienti anche da altri paesi europei e dagli Stati Uniti, con la partecipazione del premio nobel per la letteratura Dario Fo.
Alla manifestazione del 17 febbraio 2007 seguono marce, azioni dirette e tre festival realizzati nella tarda estate del 2007, del 2008 e del 2009; vengono occupate simbolicamente la Basilica Palladiana (marzo 2007) e la prefettura vicentina (gennaio 2008), mentre nel gennaio 2009 i No Dal Molin occupano per tre giorni l’area civile dell’aeroporto.
NO DAL MOLIN 3 - AEREOPORTO DI VICENZA
Alle elezioni amministrative dell’aprile 2008, il centrosinistra vince le elezioni facendo leva sui temi legati alla base e prospetta alla cittadinanza la possibilità concreta di fermare la costruzione della nuova base militare americana. 
Il neo Sindaco Achille Variati propone al Consiglio comunale un nuovo ordine del giorno sul progetto e promuove una consultazione popolare per dar voce alla cittadinanza. 
Ma il referendum viene bloccato, quattro giorni prima del suo svolgimento, dal Consiglio di Stato che accoglie il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Difesa contro l'ordinanza del Tar del Veneto e, di fatto, dichiara l’approvazione all'installazione militare un «atto politico, come tale insindacabile dal giudice amministrativo». 
Il movimento No Dal Molin la sera stessa dell’annullamento organizza una manifestazione di piazza e indice una consultazione autogestita per il 5 ottobre. 
Decine di gazebo vengono allestiti da centinaia di volontari per il voto di fronte agli edifici che avrebbero dovuto ospitare il referendum. 
Alla chiusura dei seggi si conteranno quasi 25 000 votanti (il 28% degli aventi diritto di voto nel Comune di Vicenza), la quasi totalità dei quali (circa il 95%) si esprime contro la realizzazione della nuova base militare statunitense.
Nel febbraio 2009 viene aperto il cantiere per la realizzazione della nuova base. 
Il 10 febbraio decine di cittadini tentano di bloccare gli accessi all’aeroporto, ma 400 agenti in assetto antisommossa li respingono e compiono 16 fermi.
A fine gennaio del 2010 degli attivisti del movimento No Dal Molin si infiltrano nella base militare americana in via di ampliamento e una decina di essi inscena una protesta incatenandosi a una gru e montando su un carrello adibito ai lavori. 

NO DAL MOLIN 4I manifestanti denunciano anche con l’ausilio di fotografie le pozze d’acqua presenti nel cantiere che segnalerebbero un danneggiamento della falda acquifera causata dai lavori. 
La denuncia induce il sindaco Variati a sollecitare, da parte degli organismi preposti, «risposte precise e documentate».
Si comincia a fare largo l’idea di un parco che possa compensare l’impatto dei lavori di ampliamento. 
In aprile, il Consiglio comunale della città vicentina vara un documento – su cui converge gran parte delle forze politiche – in cui si chiede la realizzazione di infrastrutture: una tangenziale, una linea di trasporto pubblico a elettricità, il potenziamento dell’università locale e la creazione di un’area verde.
Il comune e la provincia di Vicenza trovano un accordo con il governo italiano per un piano di compensazioni che prevede, tra l'altro, la costruzione di un nuovo tratto autostradale tangenziale alla città e, grazie a una delibera del Cipe, il finanziamento di 11 milioni e mezzo di Euro per opere nel parco a est dell'aeroporto, che il comitato No Dal Molin vorrebbe trasformato in Parco della Pace.
Il 7 luglio viene ufficialmente siglato a Roma il protocollo di intesa fra gli enti locali interessati, i Ministeri competenti e l’ANAS.
Il documento ratifica gli impegni già sottoscritti: la creazione di un’area verde collocata in posizione est rispetto alla base, la costruzione di una tangenziale nord-est e l’apertura di un tavolo tecnico relativo al trasporto pubblico elettrico. 
Il presidio No Dal Molin definisce l’accordo "una vittoria dei movimenti che in questi anni si sono battuti contro la base Usa".

Vedi anche:

– Gruppo Donne del Presidio "No Dal Molin" (CLICCA QUI)
– lettera delle Donne del presidio "No Dal Molin" a Michelle LaVaughn Robinson Obana (CLICCA QUI)
– coordinamento dei Comitati dei Cittadini (CLICCA QUI)

NO DAL MOLIN 2

È possibile sostenere il Presidio Permanente No Dal Molin
con una donazione sul conto corrente presso la Banca Popolare Etica di Vicenza:
Conto intestato all’Associazione Mettiamo Radici al Dal Molin
IBAN IT51M0501811800000000128288 
causale “donazione”.
Per informazioni scrivici all’indirizzo sostegno@nodalmolin.it

 

 

2013.07.25 – ABUSIVI SIETE VOI … NON IL PRESIDIO “NO DAL MOLIN”


DAL MOLINAVETE PROPRIO RAGIONE… GLI ABUSIVI SONO LORO INSIEME A TUTTO LO STATO STRANIERO ITALIANO CHE OCCUPA ILLEGALMENTE E ILLECITAMENTE LA NOSTRA PATRIA E NON I CITTADINI CHE DIFENDONO IL LORO TERRITORIO.

La Procura indaga per abuso edilizio. 
Ma il Presidio continuerà a essere la casa comune di chi difende Vicenza dalla guerra
Non c’è che dire; quella vicentina è una Procura che sa essere solerte e pignola. 
Su determinate questioni, ovviamente. 
Tra le sue priorità, quella di aprire indagini contro i cittadini che si oppongono alla militarizzazione del territorio: in questi anni le denunce notificate sono centinaia.
Questa volta, le indagini riguardano le strutture del Presidio Permanente NoDalMolin. 
Con Il Giornale di Vicenza, quotidiano embedded di Vicenza, che gongola nel dedicare addirittura un doppio paginone alla notizia, mentre per uno scarico palesemente abusivo sul fiume Bacchiglione ha dedicato poche righe.
Lo stesso scarico per il quale è depositato – da molti mesi – un esposto in Procura. 
Immobile, sotto pile di documenti. 
Perché quella vicentina sembra essere una Procura piuttosto codarda: solerte nel dedicare uomini e mezzi per indagare i vicentini che difendono la terra che vivono, ma ben attenta a non aprire fascicoli che hanno a oggetto le costruzioni militari.
In ogni caso, nessun problema.
Siamo abituati a ricevere denunce.
E abbiamo imparato che quando è lo Stato a essere illegale nelle sue azioni – l’imposizione della nuova base Usa al Dal Molin è un caso eclatante – agire il conflitto significa anche sfidare quella che loro chiamano legalità.
Il Presidio Permanente è nato abusivo e lo è stato per un lungo periodo. 
Non passava giorno, nei suoi primi mesi, senza che l’ex sindaco Hullweck minacciasse di mandare le ruspe per demolirlo. 
Se piantare due tendoni in un campo di sorgo per ospitare assemblee, dibattiti, conferenze e centinaia di persone significa essere abusivi, ebbene, continueremo a esserlo. 
E’ solo che ci pare un pò, come dire, alterato il metro di giudizio: che ne dice la Procura (o Il Giornale di Vicenza, o il consigliere Rucco, puntuale presentatore di esposti contro i NoDalMolin in Tribunale) di un enorme scarico in cemento armato realizzato dagli statunitensi, in violazione a qualunque autorizzazione, sul fiume Bacchiglione? 
Nulla, appunto.
Sembra che la Procura abbia buon tempo da dedicare a due tendoni che ospitano democrazia. 
Vorrà dire, chissà, che in questa città non succede altro di legalmente rilevante. 
Don’t panic, non resterete senza lavoro: dopo il Festival il Presidio – in questi giorni smontato proprio per l’evento in programma a fine agosto – tornerà al suo posto, nel campo che abbiamo acquistato collettivamente a Ponte Marchese; se possibile, più bello di prima.

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Vedi anche NO DAL MOLIN

2013.07.23 – COLPO DI SCENA IN VALDASTICO

VALDASTICO


A rischio la concessione di A4 Holding

Colpo di scena in Valdastico 
L'A31 Nord -tra Piovene e Trento- è ancora una nebulosa: non esiste il tracciato finale, e quel che c'è -fino al confine tra Vicenza e il Trentino- dev'essere ancora definito per il 60%.
È quel che si legge nella delibera Cipe di marzo 2013, pubblicata (solo) il 19 luglio. Stabilisce, tra l'altro, che entro il 30 giugno 2013 sarebbe arrivato il "progetto definitivo", mai pervenuto
Continua l'infinità telenovela della Valdastico Nord, il prolungamento fino a Trento dell'autostrada A31, che oggi si ferma a Piovene Rocchette, nel vicentino. Prevede la realizzazione della galleria più lunga d'Europa, e un rischioso passaggio sotto il lago di Lavarone. 
Un reportage di Ae, nel febbraio del 2013, pose l'attenzione sul problema di fondo: la realizzazione del progetto “è una garanzia” solo per il concessionario, A4 Holding, una società il cui primo azionista è Intesa Sanpaolo, che altrimenti avrebbe perso -al 30 giugno 2013- anche il permesso di gestire l'A4, nella ricca e trafficata tratta tra Brescia e Padova.
Sostenendo questa tesi, il Comitato No Valdastico Nord aveva protestato quando, il 18 marzo scorso, il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) aveva “approvato” i primi 18,9 chilometri, fino all'ultimo comune veneto prima del confine con il Trentino: lo consideravano un tentativo di prolungare, comunque, la concessione in essere, fino al 2026.
Venerdì 19 luglio, però, è arrivato un vero colpo di scena: con la pubblicazione della delibera Cipe, avvenuta con quattro mesi di ritardo, si è scoperto che il Comitato avrebbe approvato -di fatto- solo 7,7 chilometri di autostrada.
Troppo pochi per considerarlo uno stralcio funzionale.
Sufficienti, invece, per rinnovare la richiesta del Comitato No Valdastico Nord: la decadenza della concessione, arrivata alla sua naturale scadenza.
Riportiamo qui il comunicato:
“La delibera del 18 marzo scorso con cui il Cipe ha approvato il tratto Piovene Rocchette-Valle dell’Astico è stata finalmente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì 19 luglio.
'Ma con una sostanziale sorpresa -evidenzia Renzo Priante del Comitato No Valdastico Nord-: a dispetto infatti degli enfatici titoli di giornale di allora, si scopre che più che un sì, si è trattato di un ‘ni’.
Certo, non è stata una bocciatura completa”.
Priante fa notare che il Cipe ha formalmente ratificato 18,9 chilometri del tracciato, ma, di fatto, ha approvato solo il 40% (7,7 chilometri): gli altri 11,2 chilometri, infatti, non sono ancora definiti con chiarezza in quanto “oggetto di prescrizione localizzativa da parte del ,inistero dell'Ambiente.
'Come si fa dunque a chiamarlo stralcio funzionale -aggiunge Priante- quando non si sa neanche dove passa più della metà del tracciato approvato? Alla faccia della trasparenza e della partecipazione dei cittadini. È evidente quindi che la delibera del Cipe è stato un favore più che un’approvazione, tanto più che, a conti fatti, non è stato approvato neanche il 20% dei 39 chilometri necessari per arrivare a Trento'”.
Il comunicato continua.
Ora prestate attenzione ai tempi, dato che la delibera è stata pubblicata il 19 luglio 2013: “La delibera del Cipe dello scorso 18 marzo stabiliva che entro il 30 giugno 2013 il ministero delle infrastrutture e dei trasporti trasmettesse al Cipe stesso il progetto definitivo dell'intera tratta Valdastico Nord, condizione essenziale per mantenere la scadenza della concessione al 2026, e in ottemperanza all'impegno preso con la Commissione europea.
'Ora anche questa foglia di fico è caduta -osserva Priante-, perché nessun progetto definitivo da Piovene a Trento è stato trasmesso al Cipe nei termini previsti: la concessione deve pertanto intendersi scaduta.
Tuttavia abbiamo subito assistito a scene in cui gli amici degli amici chiedono ancora favori allo Stato e al ministro Lupi per ottenere proroghe, deroghe e rinvii, come se non gli fossero già stati accordati tre anni di tempo per trovare l'intesa con Trento e come se non ci fosse l'Europa a vigilare su questi malcostumi tipicamente italiani, che già ci hanno fatto pagare pesanti sanzioni.
Ci auguriamo che venga finalmente abbandonato questo progetto del prolungamento verso Trento -conclude Priante-, mal fatto, imposto con la forza dello Stato ad una Provincia federalista davvero, e nascosto a sindaci e cittadini.
Auspichiamo una gara aperta che conduca ad una nuova concessione autostradale: solo così si avrà la certezza di non vedere realizzate opere inutili e di riservare le esigue risorse a disposizione per infrastrutture essenziali per lo sviluppo socio-economico del Paese'”.
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2013.07.25 – IMBROGLIARE IL POPOLO E’ COME TRADIRLO – QUESTA GENTE E QUESTE ASSOCIAZIONI NON RAPPRESENTANO IL POPOLO VENETO


C’è da chiedersi se questa "gente" sappia in realtà ciò che dice o se il miraggio di careghe (poltrone politiche) annebbia il buono senso.sciacallo falso

Innanzitutto queste associazioni, movimenti e partiti politici, che sono tutte costituite in ambito italiano e sostengono e/o si candidano a elezioni politiche o amministrative nell'ambito dello stato straniero italiano, non possono rappresentare in alcun modo il POPOLO VENETO, male che vada rappresentano i propri sostenitori, accoliti, coscritti o iscritti al partito.
Ancor meno nessuna autorità d'occupazione straniera italiana (quindi neppure il tanto decantato Luca Zaia, presidente della regione veneto, che è un ente straniero italiano e tanto meno il consiglio regionale veneto), può rappresentare in alcun modo il POPOLO VENETO.
Mi sembra evidente che il presidente della regione veneto Luca Zaia, abbraccerebbe di tutto pur di far sopravvivere il suo partito italiano "lega nord" … c'è da chiedersi cosa questo partito abbia fatto fino ad ora per il ripristino di sovranità del Popolo Veneto.
A Luca Azzano Cantarutti consiglierei di fare meno propaganda politica.
Loro non sono tutti coloro che rivendicano il diritto dei Veneti di decidere del proprio futuro e oggi non si è concretizzato un bel nulla … è l’ennesima bufala, un vero e proprio tradimento nei confronti del Popolo Veneto la cui sete di libertà viene ancora una volta usata per scopi politici ed elettorali.
Ma vi rendete conto che queste gente tenta di illudere il Popolo Veneto di sostenerli in un’iniziativa per chiedere di decidere su un proprio diritto?
Ma se è un diritto previsto per legge, perché mai il Popolo Veneto dovrebbe fare un referendum per chiedere l’applicazione di un diritto?
Se l’autodeterminazione è un diritto il Popolo Veneto non deve raggiungere nessuna maggioranza per reclamarne l’applicazione.
Il referendum per l’indipendenza è l’ennesimo bluf creato ad arte per far ancora perdere tempo al Popolo Veneto, tra sagre, costexine, vin bon, spot elettorali e combriccole di partiti, tutto serve a creare confusione e a far spartire un po’ di spazio mediatico a questa gente che sa benissimo che un referendum del genere non può essere chiesto allo stato straniero italiano e il cui esito, fosse anche favorevole, non avrà alcun risvolto per la loro italia.
L'avvocato italiano Alessio Morosini, inoltre, dice cose giuste ma razzola male.
​E' risaputo ed è legge che il Popolo Veneto è sovrano e l'autodeterminazione è istituto del diritto internazionale che non necessità del vaglio italiano … ma perché allora questa eminenza del diritto italiano non spiega alla gente per quale ragione si candida a elezioni straniere italiane con un partito politico italiano qual è "indipendenza veneta" (registrato per le elezioni politiche al ministero dell'interno italiano come partito autonomista, altro che indipendentista).
Perché l'avvocato italiano Alessio Morosini non spiega quali sono i soggetti previsti dal diritto internazionale che possono rivendicare in nome di un intero popolo il diritto all'autodeterminazione avendo la Patria occupata da uno stato straniero, colonialista e razzista qual è l'italia???
Occhio gente, occhio Veneti … non fatevi più ingannare.
Quello del referendum per l'indipendenza è l'ennesimo espediente adoperato per far parlare di loro … presto ci saranno ancora elezioni amministrative da sostenere e non c'è vaniloquio migliore di quello di sostenere il diritto all'indipendenza della nostra Patria, ma a questa gente non importa un bel niente della nostra libertà, (http://www.mlnv.org/main/partiti-politici-no-grazie).
Volpi e sciaccali, avete oltrepassato il limite.
Usate almeno un pò di decenza e di coerenza perché se avete deciso di essere italiani, continuate a fare gli italiani e un "domani" restateci … in italia.
WSM
Venetia, 25 luglio 2013
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
 
ricordiamo chi sono: 
Indipendenza Veneta, Liga Veneta Repubblica, Veneto Stato, 16° Reggimento Treviso e Raixe Venete

ed ecco il comunicato apparso:
CONFERENZA STAMPA ” IL VENETO DECIDA ” : Palazzo Ferro Fini – Venezia – Giovedì 25 luglio 2013 ore 12.00
IL VENETO DECIDA
Il Veneto si unisce attorno al referendum indipendentista
IL 25 luglio 2013 costituisce una data destinata a rimanere negli annali dell’indipendentismo veneto.
Questa mattina a Venezia, nella sede del Consiglio regionale del Veneto a Palazzo Ferro Fini, è stata presentata l’iniziativa denominata “Il Veneto decida”, nata per sostenere il diritto dei Veneti di poter decidere del proprio futuro attraverso il referendum per l’indipendenza.
Indipendenza Veneta, Liga Veneta Repubblica, Veneto Stato, 16° Reggimento Treviso e Raixe Venete hanno dichiarato all’unisono l’unità di intenti che, dopo anni di divisioni e frammentazioni, va ad unire sigle di movimenti politici, culturali e identitari che sino ad oggi non erano riusciti a trovare momenti di sintesi, giungendo divisi ad ogni appuntamento importante.
Ora invece l’appoggio alla Legge referendaria 342, concepita, scritta e sostenuta da Indipendenza Veneta (primo firmatario Valdegamberi), diventa trasversale e coinvolge non solo il mondo politico ma anche culturale ed identitario di tutto il Veneto, vista la presenza delle due storiche associazioni identitarie, Raixe Venete ed il 16° Reggimento Treviso.
Il documento oggi presentato, “IL VENETO DECIDA” rimane comunque un segnale forte anche e soprattutto sotto il profilo politico, poiché in appoggio alla legge referendaria sono intervenuti – oltre ai movimenti promotori – anche consiglieri regionali della Lega nord (Cristiano Corazzari), che ha portato anche i saluti e gli auspici del Presidente Luca Zaia, del PDL (Remo Sernagiotto) ed il primo firmatario della Legge referendaria, Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare)
A rappresentare Indipendenza Veneta sono intervenuti Luca Azzano Cantarutti, Pietro Bortolin, Nicola Vianello e Stefano Guercini, anche in rappresentanza del presidente onorario Alessio Morosin (ammalato) e del vice Segretario Giuliomaria Turco, assente per motivi di lavoro, che hanno sottolineato come Indipendenza Veneta sia stata capace di unire i Veneti attorno al progetto referendario.
“Da molti anni i Veneti reclamavano l’unione di intenti fra tutti coloro che rivendicano il diritto dei Veneti di decidere del proprio futuro – dichiara Luca Azzano Cantarutti – e finalmente oggi si è concretizzata.
Il progetto di legge referendaria 342 vede ora il sostegno di un ampio schieramento veneto, politico, culturale e sociale, e certamente porterà sul tavolo del Consiglio regionale il peso della società veneta che chiede a gran voce di poter decidere!”.
“Il Consiglio Regionale non si arroghi la responsabilità di impedire o ritardare il diritto dei veneti di decidere democraticamente sul quesito dell’indipendenza del popolo e del territorio veneto.
Il 30 luglio 2013 si discuta e voti il PdL 342: ogni rinvio è proceduralmente ingiustificabile e politicamente inaccettabile.
Il popolo veneto è sovrano e l’autodeterminazione è istituto del diritto internazionale che non necessita di vaglio italiano” ha dichiarato Alessio Morosin.

 

2013.07.25 – LA FONDAZIONE KESHE E I SUOI OBBIETTIVI

Pubblicato in data 13/set/2012
La Fondazione Keshe ha rilasciato recentemente un video divulgativo sui principi di funzionamento della tecnologia rivoluzionaria che è già stata creata e sarà messa a disposizione dell'umanità.
La traduzione italiana riportata in questo articolo vi permetterà di comprendere le nuove possibilità che si aprono in campo sanitario, ambientale, dei trasporti ed energetico che cambierà tutta la nostra vita. 
La Keshe Foundation è stata fondata da Mehran Keshe, nato in Iran e laureato in ingegneria nucleare alla University of London.
Negli ultimi 40 anni le sue ricerche si sono concentrate sulle dinamiche del plasma caricato elettricamente e utilizzato come fonte di energia e di campi gravitazionali.


La KESHE FOUNDATION (registrata in Olanda è un'organizzazione no-profit.

 

 

 

(vai al sito: CLICCA QUI)
KESHE FONUDATION
E 'il titolare di tutti i diritti intellettuali di MT Keshe relativi alla sua tecnologia. 
L'obiettivo principale di questa fondazione è quello di condividere i benefici di tutti gli aspetti delle sue tecnologie in cinque diversi settori legati al benessere del genere umano e di educazione al mondo.
Obiettivi della Fondazione Keshe sono per risolvere i principali problemi del mondo di oggi:
  • Il riscaldamento globale / problema CO2 (raggiunto)
  • La carenza di energia (raggiunto)
  • I problemi idrici (raggiunto)
  • Problemi alimentari (per lo più raggiunti)
Uno degli obiettivi della Fondazione Keshe è quello di fornire reattori al plasma in "Oasi Quote", che fornirà una soluzione integrata per i bisogni umani di base come l'acqua potabile, l'alimentazione, la luce e il calore. 
Oggi 1,6 miliardi di persone non hanno energia elettrica e ogni giorno 4.000 bambini in Sud Africa muoiono da acqua contaminata.
Allo stesso tempo, la Fondazione è impegnata principalmente nel fare viaggi nello spazio profondo una realtà nei prossimi anni e portandola alla portata di tutti. In questo campo la tecnologia di propulsione artificiale è diventata una cosa del passato.

LEGGETE L'ANNUNCIO IMPORTANTE DELLA FONDAZIONE KESHE (CLICCA QUI)

MEHRAN TAVAKOLI KESHE
Nato in Iran nel 1958 , figlio di un ingegnere a raggi X, è stato introdotto al mondo della radiazione e la scienza nucleare in giovanissima età.
Nel 1981 si diploma presso Regina Mary College, Università di Londra, come un ingegnere nucleare specializzato in reattore sistema di controllo della tecnologia.
Ha trascorso gli anni da allora completamento di un sistema per la produzione di gravità ed energia utilizzando un radioattivo reattore a idrogeno che è pulito e sicuro.
Ha coperto tutti gli aspetti della progettazione di un nuovo sistema nucleare plasma fin dall'inizio alla sua fase attuale. 
Ciò ha incluso la progettazione, il combustibile, il collaudo e applicazioni pratiche.
Dal 2002 si è concentrato sul completamento della gamma della sua tecnologiaper il lancio nel mondo scientifico e industriale.
Nel settembre 2004 è stato invitato da un paese leader occidentale, attraverso le sue organizzazioni uffici governativi, per presentare la sua tecnologia per la valutazione.
Da novembre 2004 a marzo 2005 la sua tecnologia era considerata dagli scienziati di un'università.
Nel marzo del 2005 , il rapporto dall'università dichiarato che la produzione di energia attraverso questa nuova tecnologia è fattibile .
Nel mese di aprile 2005 , attraverso le organizzazioni governative, partner di sviluppo commerciale è stato trovato a studiare la praticità di sviluppo di questo sistema. 
Accordo è stato raggiunto tra le due parti e la società di sviluppo ha ritenuto che il sistema è pratico e funzionale, come è stato riportato nello studio di fattibilità da parte dell'università.
Entro il 17 settembre 2005 la valutazione preliminare del sistema era completo e le parti hanno concordato che erano pronti per procedere con la produzione fisica del primo sistema di energia gravitazionale.
Brevetti europei e internazionali per la tecnologia sono stati applicati per i primi di ottobre 2005 per tutti gli aspetti del possibile utilizzo della nuova tecnologia, che coprono alcune centinaia di applicazioni .
Alla fine del 2005 e l'inizio del 2006 molti reattori al plasma statici sono stati costruiti per confermare i principi teorici della tecnologia. 
Questi reattori statici tutto il lavoro a temperatura ambiente ed a pressione atmosferica normale, e fornire tensione e corrente.
Dall'inizio del 2006 vari prototipi di dinamiche reattori al plasma specificamente progettati per ottenere ascensore e movimento sono stati costruiti e testati con successo.
Attraverso lo sviluppo di questi nuovi sistemi, i depositi di nano-carbonio sono stati generati, e la spettroscopia Raman ha confermato che questi sono in Sp2 e Sp3 forma.
L'utilizzo di reattori al plasma per motivi di salute è stato testato, in collaborazione con i medici , e alcuni dei risultati raggiunti in questi studi può essere visto nella sezione Salute di questo sito web.
Una carta è stata pubblicata sulla cattura diretta di CO2 e CH4 dall'ambiente , dove la CO2 e CH4 erano in uno stato liquido a temperatura ambiente e pressione ambiente. 
La CO2 e CH4 sono stati dimostrati mediante IR e spettroscopia XRD eseguita da una università belga.
Nel luglio 2009 il primo libro l'ordine universale della creazione di materia è stata pubblicata.
Nei primi mesi del 2011 il secondo libro La Struttura della Luce è stato pubblicato.
Nel mese di ottobre 2011 il terzo libro L'origine dell'Universo è stato pubblicato.
Nel 2006 la proprietà intellettuale relativi a questa tecnologia sono stati trasferiti al Stichting Fondazione Keshe in Olanda.L'obiettivo principale di questa fondazione è la distribuzione dei costi di licenza di cinque diversi settori connessi al benessere dell'umanità e del mondo e l'educazione .


 

2013.07.24 – ZEITGEIST MOVEMENT – PARADISO O OBLIO.


Pubblicato in data 17/giu/2012

Paradise or Oblivion è un documentario realizzato da The Venus Project.
Questo documentario dettagli le cause dei disturbi di valore e sintomi sistemici pregiudizievoli causati dal nostro attuale sistema stabilito.
Questo video di presentazione sostiene un nuovo sistema socio-economico, che viene aggiornato ad oggi la conoscenza, con il lavoro per tutta la vita di ingegnere sociale, futurista, Inventor e Industrial Designer Jacque Fresco, che egli chiama Resource-Based Economy.
I dettagli di film della necessità di diventare troppo grande per i metodi datati e inefficaci della politica, diritto, economia, o qualsiasi altro "stabilimento" nozioni di cose umane, e utilizzare i metodi della scienza, in combinazione con l'alta tecnologia, di provvedere ai bisogni di tutti mondo le persone.
Non si basa sulle opinioni dell'elite politica e finanziaria o illusorie cosiddette democrazie, ma sul mantenimento di un equilibrio dinamico con il pianeta che potrebbe in ultima analisi di fornire abbondanza per tutti.
Paradise or Oblivion , da The Venus Project, introduce lo spettatore ad un sistema di valori più appropriato che sarebbe necessaria per abilitare questa cura e approccio olistico a beneficio della civiltà umana.
Questa alternativa supera la necessità di un ambiente monetario-based, controllato, e la scarsità-oriented, che ci troviamo oggi.
Questo NON è il "film importante" che il Progetto Venus si sta adoperando, ma è piuttosto un documentario per introdurre gli obiettivi e le proposte di nuove persone.
 
 

2013.07.24 – NIKOLA TESLA – L’ENERGIA LIBERA ED ILLIMITATA.


La free energy e' energia libera e gratuita per tutti.
E' una fonte di energia illimitata, non inquinante e che non produce scorie, rifiuti e rumore.
Non ha costi tranne quello del generatore e può essere utilizzata per qualsiasi cosa.
E' l'energia definitiva, l'unica speranza per un futuro sostenibile ed un vero progresso per l'umanità.
Molti scienziati sono d'accordo che la free energy esiste e aspetta solo di essere utilizzata, ma allora perché la ricerca non va in questa direzione?
La scoperta di una fonte di energia libera, gratuita e illimitata, provocherebbe una rivoluzione epocale, qualcosa così lontano dal nostro modo di pensare, che il cervello non può neanche immaginare come sarebbe il mondo con la free energy.
Ci sarebbero enormi ripercussioni al livello sociale, economico e politico.
Provate ad immaginare se da un giorno all' altro il petrolio, l'energia atomica e qualunque altro tipo di energia inquinante diventassero obsolete.
Definire questo una rivoluzione epocale e' riduttivo, pensate a quali interessi economici ci sono dietro l'energia inquinante.
Ecco perché la ricerca a favore della free energy non trova finanziatori.
Non mi stancherò mai di dire che quello che succede nel mondo non e' frutto del caso, il mondo va nella direzione decisa da pochi uomini di potere, lo stesso vale per la ricerca scientifica, solo la scienza servile al potere e all'armamento bellico viene finanziata.
I ricercatori indipendenti si trovano a dover lottare contro le istituzioni economico/politiche e contro la scienza tradizionale che non ritiene possibile la free energy, perché apparentemente va contro le leggi della termodinamica e della conservazione dell'energia, nonostante che in fisica quantistica sia stato dimostrata l'esistenza del vuoto quantistico, per cui contravvenendo alla legge di conservazione, un elettrone e il suo compagno di antimateria, il positrone, possono emergere dal nulla, congiungersi e quindi svanire.
Senza ombra di dubbio il pioniere della free energy e' stato il grande Nikola Tesla.
A distanza di un secolo la sua storia ci insegna, che esistono uomini senza scrupoli che vogliono costringerci in un mondo dove tutto e' scarso.
La scarsità rende potente chi possiede quel poco e schiavo chi ne necessita, questo rende possibile dare un prezzo ad una cosa che non ha valore, trasformando un diritto naturale in un bene da acquistare. Riflettete su questo.
La teoria dell'energia cosmica di Tesla
Ricostruire la teoria dell'Energia cosmica di Tesla è spesso difficile.
I suoi documenti così come i suoi progetti sono stati rubati e ben nascosti, per poi divenire "riservati per motivi di sicurezza nazionale", mentre i suoi 700 brevetti, al cui interno troviamo sporadicamente dei riferimenti, sono stati resi introvabili, come se si fossero dissolti nel vuoto, o nel forzieri delle società degli Illuminati.
In occasione del suo 79° compleanno, nel 1938, cinque anni prima della sua morte, annunciò la più grandi scoperte della sua vita e disse che presto le avrebbe donato a tutto il mondo, non appena avesse completato lo sviluppo degli aspetti più segreti.
Tesla si riferiva alla Teoria Dinamica della Gravità e all'Energia del Cosmo, che era poi la scoperta di una Verità fisica nuova, non c'è energia se non quella che riceviamo dall'ambiente.
Nella sua breve introduzione alla teoria Tesla precisò che si riferiva a molecole ed atomi così come ai più grandi corpi stellari, "… a tutti i corpi presenti nell'universo in ogni fase della loro esistenza dalla formazione all'ultima disintegrazione".
La teoria della relatività spesso si riferisce ad "energia pura" in qualche "forma", ma in realtà l' energia è un "potenziale" astratto che è sempre nel futuro.
Come si può distinguere le forze dell'universo in ciò che è puro o ciò che ha una forma?!
Nei suoi scritti troviamo spesso espressioni poetiche, dall'enfasi di un vero visionario, come quella che descrive la terra come la "stella della nascita umana", e che usando il "fulmine di Giove", ( dio del cielo Indoeuropeo ) l'uomo "annichilisce il tempo e lo spazio", alludendo one all'uso dell'elettro-propulsione ("fulmini"), per viaggiare velocemente e annullare tempo e spazio.
Tesla dunque ha delineato la sua Teoria Dinamica della Gravità in una prosa onirica, di straordinaria bellezza.

2013.07.24 – ZEITGEIST MOVEMENT, IL DISEGNO DEL FUTURO.


Pubblicato in data 17/giu/2012

Jacque Fresco (New York, 13 marzo 1916), è un designer statunitense.
Si occupa di design architettonico e industriale nonché di ingegneria industriale.
Jacque Fresco è considerato un artista futurista, scrittore, inventore e pioniere nel campo dell'ingegneria dei fattori umani.
Residente a Venus, in Florida, USA, ha lavorato come disegnatore e inventore in un ampio numero di aree, dalle innovazioni biomediche ai sistemi sociali integrati.
La sua visione ottimista e il suo desiderio di creare soluzioni che diano massimo beneficio al maggior numero di persone provengono dall'aver vissuto gli anni della Grande Depressione.
Verso la metà degli anni '70 fondò, insieme a Roxanne Meadows, il Venus Project (Progetto Venus) e l'organizzazione no profit Future by Design.
Attualmente scrive e presenta conferenze su temi che spaziano dal disegno olistico di città sostenibili all'efficienza energetica, utilizzo delle risorse naturali e automazione avanzata, soffermandosi sui benefici che ne trarrebbe la società.

 

2013.11.06 – AUTOVELOX ILLEGALI (ANCHE PER L’ITALIA) – AGGIORNAMENTO


Fotolia_45273268_Subscription_XXLFatto salvo quanto disposto dal DECRETO nr.01 del 1 giugno 2012 del Governo Veneto Provvisorio, istituito ai sensi dell'articolo 96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, la cui violazione costituisce reato federale per violazione della sovranità del Popolo Veneto, illecito internazionale e violazione dell'ultimatum notificato dal MLNV al governo straniero italiano e all'ONU in data 14.12.2010 nonché violazione dei fondamentali diritti umani, civili e politici dei Cittadini del Popolo Veneto in totale ed evidente spregio alle stesse norme del "Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici" adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966, e ratificato anche dallo stato italiano con legge n. 881/77.

Con l'intento di evitare ulteriori vessazioni, nonché spreco di risorse dei Cittadini Veneti, già costretti all'umiliazione e alla violenza dell'occupazione italiana, il Dipartimento dei Trasporti del GVP fa presente quanto segue:

L'installazione di numerose postazioni di presunta rilevazione di velocità nei territori dei suddetti comuni risulta irregolare, oltre che per la legge Veneta, anche per la legge italiana, e vanno perciò considerate nulle le contravvenzione sollevate mediante l'utilizzo delle stesse.
“Dopo i segnali di inizio del centro abitato, non è consentita l’installazione dei dispositivi di cui all’art. 4 comma I del DL n. 121/2002 (conv. in Legge n. 168/2002), se non su strade urbane di scorrimento, come definite dall’art. 2, c. 3, lett. D), del Codice, e previo decreto prefettizio di individuazione ai sensi del medesimo art. 4, c. 2, del citato Decreto Legge n. 121/2002“.
“Essi (i dispositivi di controllo elettronico della velocità) possono, tuttavia, essere installati prima di tali segnali a congrua distanza da essi e nel rispetto di quant’altro prescritto dalla Direttiva Maroni.
E’ fatto salvo il caso di dispositivi presidiati dagli organi di polizia stradale, per i quali l’accertamento delle violazioni è consentito su strade di ogni tipo senza ulteriori formalità“.
Ad affermarlo è stato il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, nella persona dell’Ing. Sergio Dondolini della Direzione Generale per la Sicurezza Stradale.

Le multe fatte con gli autovelox automatici installati sulle strade urbane sono annullabili anche quando l’apparecchiatura è autorizzata dal prefetto. 
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione. Il nodo riguarda le modalità con cui vengono effettuati i rilevamenti di velocità “da remoto”, cioè in assenza di agenti accanto agli autovelox (piazzati in postazioni protette). La norma stabilisce che tali controlli sono sempre possibili sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali (art. 4 legge 168/02), ma non sulle strade urbane, dove sono ammessi solo i tradizionali appostamenti di pattuglie munite degli apparecchi di rilevazione.
In questi casi, per installare gli autovelox automatici occorre che ci sia l’autorizzazione prefettizia, in base alla pericolosità del tratto e al flusso del traffico che impediscono di fermare subito i trasgressori.

 

CAMBIO DI ROTTA 
Per aggirare i limiti posti dalla norma, alcuni Comuni hanno chiesto ai prefetti di autorizzare postazioni automatiche anche su strade cittadine che non hanno le caratteristiche per poter essere classificate come “strade urbane di scorrimento”, così come previsto dal Codice della Strada (in genere devono avere carreggiate separate, semafori a ogni incrocio e per la sosta occorrono apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata). 
La tesi sostenuta dagli Enti locali è quella secondo cui, ai fini del controllo della velocità, la classificazione di strada urbana di scorrimento deriva dall’autorizzazione prefettizia a installare l’apparecchiatura. 
La Cassazione ha però bocciato questa interpretazione. 
E, in queste circostanze, il giudice di pace è chiamato a disapplicare il provvedimento dell’autorità amministrativa.
I criteri in base ai quali una strada urbana può essere classificata come “di scorrimento” sono stabiliti dall’articolo 2, comma 3 del Codice della Strada e il prefetto non può non tenerne conto. 
In questi casi, autorizzare l’installazione di postazioni automatiche costituisce una violazione delle leggi in vigore e comporta l’illegittimità delle sanzioni comminate.

AGGIORNAMENTO 06/11/2013:

IL MINISTERO ITALIANO SUI "VELO OK"/"SPEED CHECK":

 "i manufatti in questione non sono inquadrabili in alcune delle categorie previste dal nuovo codice della strada e dunque per essi non risulta essere concessa alcuna omologazione ovvero approvazione ai sensi dell’articolo 45 c 6 del codice e dell’articolo 192 c2 c3 del regolamento. L’eventuale impiego come componenti della segnaletica non può essere autorizzato in quanto i manufatti non sono riconducibili ad alcuna delle fattispecie riconosciute dal vigente regolamento. Nel caso di installazione a bordo strada deve essere valutata la possibilità che tali manufatti possano costituire ostacolo e pertanto esiste l’opportunità di proteggerli adeguatamente ai sensi della vigente normativa in materia di dispositivi di ritenuta".
 

Nessuna delle seguenti postazioni è a norma:

  • Via Alcide De Gasperi – Montecchio Maggiore
  • SS246, incrocio Via Ponte Poscola – Ghisa – Montecchio Maggiore
  • SP35 – Castelgomberto
  • Via San Daniele – Sovizzo
  • Via degli Alpini – Sovizzo
  • SP12 – Brendola
  • Viale Venezia – Trissino

Chiediamo alla popolazione di segnalare altre eventuali postazioni


Qualsiasi altra postazione che non risponda ai requisiti del C.d.S. italiano inoltre è considerata illegale, queste includono tutte le postazioni installate dopo il cartello a sfondo bianco e scritte nere indicante l'inizio del centro urbano, fatto salvo le strade urbane di scorrimento, che secondo il C.d.S. italiano sono a minimo due corsie per senso di marcia a carreggiate separate e senza intersezioni piane.


WSM
Venetia, 24 luglio 2013
Davide Giaretta
Provveditore Generale del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

 

 

2013.07.23 – SIAMO IN GUERRA MA POCHI LO SANNO …

la-politica-economica-del-governo-mondiale-L-sQTGj_Diceva Albert Einstein: " Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale, ma la quarta si combatterà con la clava." Persino il genio creatore della Teoria della relatività non aveva compreso quanto fosse relativo il concetto di "guerra" e quanto subdolo e cinico potesse essere un Potere che voleva mantenersi al potere.
La più grande guerra del nuovo millennio non si combatte con armi atomiche, missili o carri armati; si combatte con un'arma che ogni giorno ci passa tra le mani e che noi  abbiamo assurto a nuovo dio: il denaro. 
A lui offriamo sacrifici umani, adorandolo nella moderna Matloock che si chiama banca, da cui aristocratici sacerdoti, burocrati e tecnocrati,  stabiliscono per noi non più il Paradiso, tanto caro alle antiche religione, ma la lenta e inarrestabile discesa agli inferi.
Questo è l’elenco degli azionisti di Bankitalia, BCE e Federal Reserve.
Questo è l'elenco dei nuovi armamenti con cui si combatte la guerra finanziaria.
 
AZIONISTI BANKITALIA
– GRUPPO INTESA 27,2 %
– GRUPPO SAN PAOLO 17,23 %
– GRUPPO CAPITALIA 11,15 %
– GRUPPO UNICREDITO 10,97 %
– ASSICURAZIONI GENERALI 6,33 %
– INPS 5,0 %
– BANCA CARIGE 3,96 %
– BNL 2,83 %
– MONTE DEI PASCHI DI SIENA 2,50 %
– CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE 1,85 %
– RAS 1,33 %
– GRUPPO LA FONDIARIA 2,0 %
– GRUPPO PREMAFIN 2,0 %
 
AZIONISTI DELLA BCE BANCA CENTRALE EUROPEA
Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%)
Banca d’Olanda (4,43%)
Banca Nazionale della Germania (23,40%)
Banca nazionale d’Austria (2,30%)
Banca della Grecia (2,16%)
Banca del Portogallo (2,01%)
Banca della Spagna (8,78%)
Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Francia (16,52%)
Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%)
Banca d’Inghilterra (15,98%) (Non ha l’euro)
Bankitalia (14,57%)
 
AZIONISTI DELLA FEDERAL RESERVE
Rothschild Bank di Londra
Kuhn Loeb Bank di New York
Warburg Bank di Amburgo
Israel Moses Seif Banks d’Italia
Rothschild Bank di Berlino
Goldman, Sachs di New York
Lehman Brothers di New York
Warburg Bank di Amsterdam
Lazard Brothers di Parigi
Chase Manhattan Bank di New York
 
Tutte le banche azioniste della Federal Reserve (banche private) controllano attraverso le loro compartecipazioni tutte le banche centrali dell’Unione Europea (banche private!). Un esempio:
Goldman Sachs è il maggior azionista di Unicredit,  che è a sua volta azionista di Bankitalia che possiede una parte della BCE.
Chi controlla l’emissione del denaro controlla ogni aspetto della vita politica-econimca-sociale delle nazioni.
Non sono i governi democraticamente eletti a governare il mondo: sono le banche.
Per questo motivo nessun governo viene ormai più eletto attraverso il voto, ma insediato dalle entità sovranazionali che tutto decidono e tutto gestiscono.
Chi ancora crede che il nemico da annientare siano i politici sta soltanto disperdendo le sue forze contro un nemico fittizio e al contempo lascia che il Vero Potere continui a saccheggiarci indisturbato.
Se non si punta contro il giusto obiettivo non si può fare centro. Ecco perché le cose non cambiano mai.
 
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