ATTUALITA

SIAMO TUTTI CITTADINI DI KOBANE

Nella battaglia di Kobane migliaia di persone, la stragrande maggioranza civili, si stanno opponendo alla conquista della città da parte dell'esercito dell'IS.
Si tratta di un nuovo dramma, epocale, di cui potrebbero parlare i nostri libri di storia. Alcuni giornalisti si sono spinti a paragonare la battaglia di Kobine a quella di Stalingrado. Di certo la caduta di questa città siriana ma a poche decine di metri dal confine turco, rappresenta nell'immaginario di molte persone un fatto di grande rilievo per quattro fondati motivi.
womankurdistanIl primo perché l'accerchiamento di questa cittadina mostra una forza dirompente dell'esercito "nero" dell'IS. È da fine giugno che si è iniziato a parlare quotidianamente di questo nuovo fanatismo e a quanto sembra poco si è riusciti a fare per circoscriverne il raggio d'azione.
Il secondo perché le due potenze regionali, Turchia ed Iran, si stanno silenziosamente sfidando, con la conseguenza di lasciare la popolazione curda in balia di un nemico più organizzato e meglio equipaggiato. Pochi giorni fa infatti la Turchia ha dichiarato che interverrebbe militarmente solo se si arrivasse ad una deposizione di quello che rimane del regime di Assad. Allo stesso tempo l'Iran ha annunciato che potrebbe intervenire in difesa dei curdi solo con l'autorizzazione di Assad. Una contrapposizione che spiega quello che realmente c'è in palio. L'influenza geopolitica in un'area in balia dell'anarchia.
Il terzo motivo è che l'Unione Europea, presa dalle audizioni dei futuri Commissari Europei, non è riuscita a partorire un'idea o un'ipotesi seria per affrontare il problema. Una silente pigrizia che fa male. Neanche la simbolica manifestazione dei curdi che vivono in Europa, avvenuta davanti al Parlamento Europeo, ha suscitato una qualsivoglia azione. Eppure, uno degli slogan di campagna elettorale alle scorse elezioni europee (maggio 2014) era proprio AZIONE.
Ancora una volta la nostra immaturità e l'incapacità di pianificare una politica estera lungimirante apre la strada a domande e ad attacchi di ogni tipo.
Il quarto motivo di rilievo che spinge a definire Kobane una ferita grande è la condizione dei curdi. Divisi da decenni in quattro paesi, gasati da Saddam, repressi dalla Turchia, piegati da Assad e accettati a forza dall'Iran, questo popolo, forse il più europeo del medioriente vive una nuova stagione di repressione. Il pensiero va inevitabilmente ai giovani e alle giovani (tante!) che stanno combattendo in queste ore per la difesa della propria città e della propria cultura. Oggi in Europa non possiamo non sentirci tutti cittadini di Kobane, tutti curdi, tutti al fianco dell'eroica resistenza che si oppone al fanatismo di testi mal interpretati e che per uno strano gioco delle parti sembra essere stato abbandonato dai propri vicini, oltre che dall'occidente.
Tratto da (CLICCA QUI)
 

L’EUROPA IMPONE – CORSI DI MASTURBAZIONE AI BAMBINI DI 4 ANNI

Una folle imposizione dell'Europa per insegnare ai piccoli tutto sul sesso, anche quello gay
Non mi capacito di tale decisione …
Con tutti i problemi che ci sono, non riesco a capire come possono partorire tali folli idee … Non penseranno sul serio che sia la soluzione …
Pensano ad insegnare nelle scuole  e anche negli asili, il sesso e la masturbazione, anche tra stessi sessi a dei fanciulli in erba, invece di cambiare i testi di storia raccontando la verità sul risorgimento, e per quanto riguarda la mia terra, l'orrore itaGliano nei confronti del Popolo Veneto e della Serenissima Veneta Patria, e per tutti i Polpoli della penisola
come possono permettersi di imporre una tale importantissima decisione che casomai aspetta ai genitori…

I corsi di masturbazione<br /><br />
per bimbi di quattro anni

 

 

 

 

D’ora in avanti la masturbazione sarà promossa in tutte le scuole materne ed elementari d’Europa come forma di educazione sessuale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), di comune accordo con l’agenzia governativa tedesca per l’Educazione sanitaria, sta infatti diffondendo presso tutti i ministeri della Salute e dell’Istruzione d’Europa un documento, chiamato «Standard di Educazione Sessuale in Europa», che invita a una maturazione della consapevolezza sessuale già nei primissimi anni di età, attraverso una conoscenza del proprio corpo e un’esplorazione delle relazioni sessuali – sia etero sia omo – infantili. Il testo, redatto da diciannove esperti, è rivolto a «responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie» e rappresenta una sorta di vademecum per guidare i bambini verso una piena crescita sessuale nel periodo compreso tra 0 e 15 anni.
Nelle 83 pagine del documento vengono definite le varie fasce d’età e, per ciascuna, stabiliti gli obiettivi da raggiungere e i relativi compiti dell’insegnante. 
Ai bimbi dagli 0 ai 4 anni, si legge, «gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”». Dai 4 ai 6 anni i bambini dovranno invece essere istruiti «sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso», «parlando di argomenti inerenti la sessualità con competenza comunicativa». 
La vera crescita avverrà coi bimbi tra i 6 e i 9 anni, cui i maestri terranno lezioni su «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi». Su questo aspetto i bambini tra 9 e 12 anni dovranno già avere ampia competenza, diventando esperti nel «loro utilizzo» e venendo informati su «rischi e conseguenze delle esperienze sessuali non protette (le gravidanze indesiderate)». Ecco il decisivo balzo in avanti: nella fascia puberale tra i 12 e i 15 anni gli adolescenti dovranno acquisire familiarità col concetto di «pianificazione familiare» e conoscere il difficile «impatto della maternità in giovane età», con la consapevolezza di «un’assistenza in caso di gravidanze indesiderate e la relativa «presa di decisioni» (leggi aborto). Non solo: a quell’età, ormai matura secondo l’Oms, i ragazzi dovranno essere informati sulla possibilità di «gravidanze anche in relazioni omosessuali» e sull’esistenza del sesso inteso come «prostituzione e pornografia», venendo messi in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità». Il protocollo diffuso dall’Oms lancia anche un monito affinché «l’educazione sessuale venga effettivamente realizzata in termini di luoghi, tempi e personale», sebbene non occorra una preparazione ad hoc della classe docente e «gli insegnanti di educazione sessuale non siano professionisti di alto livello».
Queste direttive sono già state recepite a livello comunitario nella risoluzione Estrela votata giorni fa al Parlamento europeo e ora in discussione in Commissione. Nel testo presentato dall’europarlamentare socialista Edite Estrela, la masturbazione viene infatti indicata come metodo di educazione sessuale, prendendo atto del fatto che «i ragazzi più giovani sono esposti, sin dalla più tenera età, a contenuti pornografici soprattutto su Internet». 
Il rapporto Estrela, inoltre, invita l’Ue a «prevenire le gravidanze indesiderate» e a garantire «il diritto d’aborto», combattendo «l’abuso dell’obiezione di coscienza» da parte del personale sanitario. Contro questa risoluzione si sono schierati numerosi europarlamentari, tra cui l’italiano Sergio Silvestris (Pdl), che coi loro emendamenti hanno determinato un rinvio e un riesame del testo in Commissione. Intanto anche contro il documento dell’Oms si sta sollevando un’opposizione della società civile: sia la fondazione CitizenGo sia il sito hatzeoir.org stanno raccogliendo firme per fermare la diffusione del testo, definito «corruttore dell’integrità e della salute dei minori».
di Gianluca Veneziani

 

FONTE: CLICCA QUI

EBOLA … LE VERITA’ NASCOSTE

Pubblico senza commentare che è meglio…

Mike Adams: Le 5 grandi menzogne su Ebola, taciute da media e governo
 
da NaturalNews.com,  un memo anche per noi per stare svegli sul tema, "prepararci" e non berci i soliti cocktail di occultamenti e menzogne…
 Purtroppo tutta la disinformazione su Ebola, diffusa dal governo americano e dai mass media, complici, renderà questa pandemia di gran lunga peggiore. Questo perché al pubblico non viene detta la verità su come Ebola si diffonde e come le persone possono cercare di prevenire la sua trasmissione.
Media e governo [Adams è cittadino americano] sono più occupati  proteggere gli interessi finanziari delle aziende farmaceutiche, che la salute pubblica.  Quindi alla gente non viene detta la verità su come Ebola si diffonde e quindi come essi possono migliorare la loro capacità di sopravvivenza in una pandemia globale.
 Nel seguito le 5 grandi bugie “in corso” attualmente su Ebola. Ricordo il mio corso online gratuito su come “prepararsi” e difendersi per questo problema: www.BioDefense.com
Menzogna #1)
Ebola non arriverà mai negli USA  
Già smentita…questa settimana  il CDC [Ente Americano per il controllo delle malattie] ha confermato che c’è un paziente con Ebola in un ospedale a Dallas, Texas. Non solo Ebola si è già diffuso in USA ma uno scienziato di primo piano che lavora per la FDA [Federal Drug Administration] ora dice che tutto cio’ è solo l’inizio, e che Ebola si diffonderà in America. [1]
Come stampato nel The Extinction Protocol:
“..sembra che in molti siano stati esposti prima che il paziente venisse messo in isolamento ed è molto possibile che uno o piu’ di questi contatti verranno infettati," ha aggiunto. Ma ancora: “è solo una questione di tempo, perché il virus mortale dall’Africa arrivi in USA.
Menzogna #2)
Ebola si diffonde solo via contatto diretto con i fluidi del corpo
 Questa vergognosa menzogna medica costerà presto le vite di milioni di innocenti. In verità,  
 Ebola può diffondersi nell’aria a brevi distanze,  via aerosol e particelle aeree.
 Ebola si puo’ diffondere anche via superfici contaminate.
Quando un paziente infetto entra in contatto con una superficie, per esempio la maniglia di una porta o la tastiera di un bancomat… puo’ lasciare dietro di sé il virus Ebola, che all’aperto sopravvive per alcuni minuti o ore, a seconda delle condizioni ambientali (temperatura, umidità.)…
Un’altra persona che quindi tocchi la stessa superficie può infettarsi istantaneamente toccandosi semplicemente gli occhi o la bocca.
La capacità di Ebola di diffondersi via superfici contaminate è la ragione per cui le vittime in Africa si sono infettate nei taxi, per esempio…
Significa anche che ogni forma di trasporto pubblico (aerei, ambulanze, metro) possono “covare” il virus ed accelerare  quindi la diffusione di una epidemia
Come tutti i virus, Ebola viene distrutto dalla luce solare. Ma può restare vitale, per un tempo sorprendentemente lungo, in ambienti in cui la luce solare non arriva mai. Per esempio nelle metropolitane …incubatrici perfette per le trasmissioni virali. 
Menzogna #3)
non preoccupatevi: le autorità sanitarie hanno tutto sotto controllo
La menzogna omnicomprensiva su Ebola, che viene ripetuta dal governo americano … “abbiamo tutto sotto controllo, non preoccupatevi”. Naturalmente il fatto che una persona infettata da Ebola sia stata trasportata in aereo nel paese, abbia poi camminato per Dallas per 10 giorni (portandosi dietro Ebola…)  contraddice palesemente le false premesse delle autorità sanitarie, che affermano di avere tutto sotto controllo.
In verità Ebola è totalmente fuori controllo ed è questa la ragione precisa  per cui  la sua improvvisa comparsa in un ospedale di Dallas, ha sorpreso tutti… 
Quel che fa riflettere sulla faccenda, è che nonostante sia stato speso del denaro per la “sicurezza nazionale” ("homeland security," ) il DHS (Department of Homeland Security ) non ha modo di bloccare l’ingresso di Ebola in USA , inclusa la nostra frontiera meridionale ampiamente spalancata.
Se il governo USA ha tutto sotto controllo, perchè ha comprato 160,000 “tute Ebola”, ovvero per materiale pericoloso?
Perchè Obama di recente ha firmato un ordine esecutivo, che autorizza il governo a mettere in quarantena forzata chiunque mostri sintomi di malattia infettiva?
Mentre al pubblico si può facilmente mentire e dire che tutto è sotto controllo, a porte chiuse ai massimi livelli di governo, tutti sanno che la pandemia potrebbe rapidamente diventare un killer globale che nessuno riesce a fermare.
 
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Menzogna #4)
L’unica difesa contro Ebola è un vaccino o un farmaco
Questa menzogna può uccidere milioni di persone se la pandemia Ebola peggiora. In un’asta disperata per assicurarsi che Ebola generi milioni di dollari di profitto per i produttori di vaccini e per le aziende farmaceutiche, il CDC, l’FDA e persino la FTC (Federal Trade Commission: commissione federale per il commercio) puntualmente censurano le informazioni veritiere sui trattamenti naturali che potrebbero dare qualche speranza (per esempio come l’argento colloidale)
Aziende che offrono olii  essenziali estremamente benefici, e prodotti con argento colloidale, sono già state minacciate di arresto e procedimento penale, da parte della  FDA. I mainstream media restano complici nella oppressione sistematica delle cure naturali  e stampano la propaganda della FDA mentre evitano totalmente di riportare in modo equiibrato  le cose in modo da illustrare le eccellenti capacità antivirali di molte erbe medicinali come ho descritto nell’episodio 6 del mio Pandemic Preparedness, vedi www.BioDefense.com.
Se vogliamo veramente fermare ora la diffusione di questa pandemia virale, sia il governo che i media dovrebbero spingere i cittadini adaumentare le proprie difese immunitarie, incitandoli a consumare cibi più nutritivi, spezie, superfoods e piante antivirali (che includono menta, basilico, rosmarino, cannella, origano… giusto per citarne alcuni).
Tutti dovrebbero essere sollecitati ad avere sufficiente vit D  in circolo e chi avesse bassi valori, ovvero quasi tutti oggi in America,  dovrebbe essere sollecitato a prendersi integratori di Vit D.
Ma invece di spingere il pubblico ad aumentare il proprio sistema immunitario e incrementare le proprie difese naturali conto Ebola, a tutti viene detto in modo ridicolo di “lavarsi le mani” e attendere che un’azienda farmaceutica appronti il vaccino per Ebola.
Menzogna #5)
Ebola è apparso dal nulla, è stata una combinazione casuale della natura
La versione di Ebola dei tempi moderni è che se circola in modo cosi aggressivo, è che possa essere un virus bioingegnerizzato.
Secondo uno scienziato che ha scritto una storia in prima pagina sul maggiore quotidiano della Nigeria:
"Ebola è un organismo geneticamente modificato (un OGM)," ha dichiarato il Dr. Cyril Broderick, Professore di patologia  delle piante, nel suo scritto pubblicato in prima pagina sul Liberian Observer. [2]
Procede,  spiegando:
"[Horowitz] ha confermato che esiste una industria medico-militare americana, che fa test di armi biologiche, camuffate da vaccinazioni amministrative, per controllare le malattie e migliorare la salute  dei “negri africani oltre oceano” 
A ulteriore conferma di questa affermazione sulla ricerca di ingegneria genetica, il governo USA ha depositato, nel 2010,  ilbrevetto Ebola e ora rivendica la proprietà intellettuale sulle varianti di Ebola.
 
Questo brevetto è il nr CA2741523A1 (vedi al link.)
Significa che il governo americano rivendica anche tutto il controllo sulla ricerca su Ebola , poiché ogni progetto di ricerca che coinvolga  una duplicazione del virus , violerebbe il brevetto del governo.
Infatti, la vasta capacità di trasmettersi del ceppo di Ebola che attualmente sta circolando (se paragonato alle epidemie precedenti negli anni scorsi), ha convinto molti che questo ceppo sia una variante “armata” che è scoppiata sia a causa di protocolli contaminati nei laboratori del governo, oppure intenzionalmente impiegata come arma di controllo della popolazione
Molti scienziati americani, hanno fatto apertamente riferimento alla depopolazione globale, attraverso l’uso di armi geneticamente ingegnerizzate, come Ebola. 
Il Dr. Eric Pianka della University of Texas ad Austin, pare abbia sostenuto l’uso di Ebola per spazzare via il 90% della popolazione  umana, secondo Life Site News.
Sembra che presto il suo desiderio sarà realizzato. Se l’attuale esplosione di Ebola continua, la popolazione globale sarà in serio pericolo e milioni potrebbero morire.
Coloro che desiderano sopravvivere alla pandemia globale, dovrebbero impure come “prepararsi” ora, ascoltando i capitoli audio al mio corso online gratuito: www.BioDefense.com
by Mike Adams
traduzione Cristina Bassi, per www.thelivingspirits.net
 
 

E ZAIA VUOLE SMARCARSI DALL’EMBARGO DECISO DA MOSCA.

Il 6 ottobre 2014 l'Ansa pubblica una nota circa la decisione della giunta regionale veneta (ente italiano) che, dando mandato a Zaia (presidente italiano dell'ente straniero italiano "regione veneto"), lo invita a seguire le vie diplomatiche e istituzionali perché il Veneto esca dall'embargo.
Beh a questi italiani ripetiamo che ogni iniziativa da loro intrapresa non ha nulla a che fare con il Popolo Veneto, con la sua millenaria Repubblica e l'attuale vergognosa e distruttrice occupazione italiana di cui, proprio loro, sono i legali rappresentati e corresponsabili.
L'articolo inoltre palesa la solita opportunistica retorica di chi è abituato a "galleggiare" politicamente … e si parla ancora una volta solo di convenienze e mai di principi e ideali da salvaguardare.
Troppo comodo ricordarsi della Russia solo perché adesso non conviene o perché si è già in campagna elettorale …  questo è un tipico atteggiamento italiano e di certo non di noi Veneti!
Cari italiani, cara giunta regionale veneta, caro Zaia, non rappresentate il Popolo Veneto e oggi stesso lo ribadiremo al Governo Russo.

WSM
Venetia, 7 ottobre 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

​Mr President Vladimir Putin
23, Ilyinka St. – Moscow, 103132, Russia

Sig. Presidente
Siamo a scriverLe ancora una volta perché ci indigna l’iniziativa del presidente dell’ente straniero italiano “Regione Veneto” e della sua giunta, di cercare un compromesso politico per evitare ulteriori conseguenze dannose determinate dall’embargo contro i paesi europei.
Ci indigna innanzitutto la solita opportunistica retorica di chi è abituato a "galleggiare" politicamente per una mera questione di convenienza e mai di principi e ideali da salvaguardare.
Troppo comodo ricordarsi della Russia solo perché adesso non conviene o perché si è già in campagna elettorale …  questo è un tipico atteggiamento italiano e di certo non di noi Veneti!
Dobbiamo inoltre ribadire che la giunta della regione veneto e il suo presidente Luca Zaia, rappresentano istituzioni straniere italiane d’occupazione, non rappresentano il Popolo Veneto e neppure la realtà territoriale della Nazione Veneta ancora oggi occupata e soffocata dallo stato italiano.
Tanto si doveva per rispetto del Popolo Russo e del Popolo Veneto.
WSM
Venetia, 7 ottobre 2014
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio

www.mlnv.org

2014.10.06 - ANSA - ARTICOLO SU UCRAINA EMBARGO VENETO E ZAIA

Tratto da (CLICCA QUI)

 

CONTAGI – COSA CI TENGONO NASCOSTO?

La sicurezza sanitaria passa in secondo piano quando il rischio di essere aditati come razzisti è molto alto.
Ma soprattutto perché i media continuano ininterrottamente da mesi a pubblicizzare il fatto che non ci sono rischi di contagio con l'arrivo dei barconi?
E' possibile che solo ora passino certe circolari (poco pubblicizzate ovviamente), proprio in concomitanza dell' espansione a livello mondiale del virus EBOLA ???
Fa pensare che il vero pericolo di contagio sia riferito proprio al virus EBOLA…
Perché non si deve sapere!!!
Personalmente non intendo accettare niente che venga deciso da questa ItaGlietta, ma se questo loro silenzio dovesse provocare rischi sanitari per la la povera gente inerme, non so proprio quale potrebbe essere la reazione di un popolo stanco della loro invasione che dura da troppo tempo …

Lavarsi bene le mani dopo aver starnutito. Persino dopo un colpo di tosse e dopo aver utilizzato il bagno. Usare guanti e mascherine. Evitare ambienti chiusi e, soprattutto, nessun contatto con sudore, sangue e altri liquidi organici delle persone sconosciute. E’ un crescendo di precauzioni igienico-sanitarie l’ultima circolare della Polizia Muncipale diffusa dopo il picco di «malattie della povertà», come le ha definite l’osservatorio dell’Istituto di Medicina solidale. Sono così rigide da scatenare quasi una psicosi per il potenziale contagio da virus che erano scomparsi in Italia da almeno 50 anni. E che oggi sarebbero tornati attivi dopo l’ingresso nel nostro di paese delle centinaia di migranti provenienti dall’Africa. In molti l’hanno già ribattezzata la «circolare anti-virus»: una sorta di vademecum per scongiurare il contagio da scabbia, epatiti, tigna e tubercolosi, che sono proprio le malattie in aumento.
LE PATOLOGIE
Dunque le patologie infettive veicolate dai grandi flussi migratori,e l’allarme ebola, fanno paura anche ai piani alti del Corpo della Municipale, tanto da stilare un decalogo di misure preventive da attivare tra i dipendenti operativi a maggior rischio di contaminazione. È per questo che nelle sette pagine della circolare distribuita lo scorso 26 settembre, si parla esplicitamente del «rischio derivante da esposizione ad agenti biologici ed ai parassiti umani», tratteggiando anche l’identikit di quei soggetti che presentano tosse persistente, evidenti alterazioni sulla cute – bolle o pustole – ed una profusa sudorazione.
L’ALLARME
L’allarme a Roma inizia a dilagare di pari passo con gli interventi straordinari scattati nelle ultime ore per le strade, dal trasporto di nuovi extracomunitari da un centro d’accoglienza all’altro, fino alle operazioni di controllo nei campi nomadi. Uomini e donne che operano in condizioni limite e che spesso finiscono in ospedale, come è accaduto giovedì mattina a due vigilesse del VI gruppo Torri. Erano impegnate in alcuni interventi di pulizia della struttura per i rom di via di Salone, quando sono state colte da malore. Una delle agenti è stata ricoverata al Policlinico Tor Vergata per una evidente intossicazione: il referto prescrive due giorni di riposo per lo stato di nausea ed il vomito. «L’emergenza però non è soltanto dettata dai campi rom – afferma il segretario romano del Sulpm, Stefano Giannini – è soprattutto accentuata dal gran numero di stranieri, e delle etnie più svariate, con cui ci troviamo ogni giorno ad operare. Questa circolare è inaccettabile, soprattutto perché si dimentica che i vigili urbani non vengono riconosciuti come una categoria a rischio». Secondo Giannini, inoltre, nella direttiva vengono elencati «senza alcun parere dell’Asl» quali sono le sostanze nocive per la salute, i virus e i batteri, «ma le misure per poter far fronte a queste infezioni sono irrisorie, se si considera che non possiamo girare tutto il giorno con mascherine e che nelle nostre auto mancano i vetri divisori previsti per le forze dell’ordine».
FONTE: CLICCA QUI

COSA ABBIAMO CAPITO DELLA CRISI UCRAINA ???

Che cosa avete capito della crisi ucraina?
Verosimilmente che il popolo ucraino si è ribellato contro un presidente arrogante e autoritario, Viktor Yanukovich, il quale ha cercato di reprimere la protesta, uccidendo decine di persone, ma che alla fine è stato destituito.
La Russia si è arrabbiata e per ripicca ha invaso la Crimea.
Confusamente tu, lettore, avrai capito che il popolo vuole entrare nell’Unione europea, mentre Yanukovich e, soprattutto, Mosca si oppongono.
Fine.
La realtà, però, è un po’ diversa e assai più interessante.
Per capire cosa stia succedendo davvero occorre partire da un po’ più lontano, da una ventina d’anni fa, quando una delle menti più raffinate dell’Amministrazione Usa, Zbigniew Brzezinski – ancora oggi molto influente – indicò nell’Ucraina un Paese fondamentale nei nuovi equilibri geostrategici; da sottrarre alla Russia e portare nell’orbita della Nato e dell’America.
Allora iniziò una grande partita a scacchi tra Washington e Mosca.
Anzi, una lunga guerra, combattuta con armi non convenzionali.
Ad esempio usando le “rivoluzioni pacifiste”.
Il metodo si ispira alle teorie dell’americano Gene Sharp e fu applicato per la prima volta in Serbia nel 2000 in occasione della caduta dell’allora presidente Slobodan Milosevic.
Funziona così: proteste di piazza in apparenza spontanee sono in realtà pianificate con cura e guidate per il tramite di Organizzazioni non governative, Associazioni umanitarie e partiti politici; in un crescendo di operazioni pubbliche amplificate dai media internazionali e con appoggi all’interno delle istituzioni, in particolare dell’esercito, che finiscono per provocare la caduta del “tiranno”.
L’esperimento serbo piacque molto al Dipartimento di Stato che decise di sostenerlo altrove: nel 2003 in Georgia (Rivoluzione delle Rose) e l’anno dopo in Ucraina, quando, a Natale, il candidato progressista Viktor Juschenko (ricodate? Quello col viso butterato) sconfisse in piazza proprio Yanukovich, durante la Rivoluzione arancione.
Un capolavoro, che però, risvegliò Putin, il quale si accorse di tali metodi e, ossessionato dal timore che potessero essere usati nelle strade di Mosca contro di lui, avviò la “nuova guerra fredda” con gli Stati Uniti.
I rapporti da cordiali divennero glaciali.
E i suoi servizi pianificarono la riconquista dell’Ucraina, usando, a loro volta, strumenti non convenzionali quali ricatto del gas, sabotaggio dell’economia, disagi sociali, tecniche spin per demotivare e indebolire i partiti della coalizione arancione.
Risultato: nel 2010 Yanukovich fu eletto presidente e l’Ucraina lasciò l’orbita americana per tornare in quella russa.
Arriviamo così ai giorni nostri, con l’emergere di un’ulteriore, sorprendente variante.
La protesta da pacifica, diventa, almeno in parte, violenta.
Per opera di chi?
Non certo direttamente di soldati stranieri sul campo, bensì di estremisti.

E che estremisti!
Come ormai noto, ad assaltare i ministeri di Kiev non sono stati i pensionati ucraini, bensì milizie paramilitari neonaziste, ben istruite e ben armate.
I pacifisti sono serviti da corollario, soprattutto mediatico, ma a rovesciare Yanukovich sono stati guerriglieri antisemiti, fanatici e ultraviolenti.
Autentiche canaglie, il cui tempismo è stato perfetto: la sommossa ha raggiunto il suo apice durante i Giochi di Sochi ovvero nell’unico momento in cui la Russia non poteva permettersi rovinare il ritorno di immagine delle Olimpiadi.
Kiev bruciava ma il Cremlino era costretto a tacere.
Operazione sofisticata e magistrale, ufficialmente senza paternità, che però – ammainate le bandiere olimpiche – ha innescato la risposta del Cremlino, meno raffinata ma altrettanto spregiudicata.
Obama non immaginava che Putin potesse occupare la Crimea, così come il Cremlino non si aspettava la guerriglia filoamericana di Kiev.
Si sono sorpresi a vicenda.
E non finisce qui.
La guerra, sporca e asimmetrica, durerà a lungo sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale che assisterà a tutto senza capire, ancora una volta, nulla.

FONTE
http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/03/04/ucraina-il-segreto-che-nessuno-spiega-e-che-dovreste-sapere/
Pubblicato da  Giacomo Gabellini

 

STORIA VENETA FOR DUMMIES!

Di questi tempi la sintesi e la semplificazione sono tutto, basti pensare che le forme di comunicazione si sono adattate a messaggi inferiori ai 160 caratteri, a tutto svantaggio della ricchezza dei contenuti, sostituita da un'immediatezza, che troppo spesso fa rima con pochezza.
Per questo motivo, trovo interessante presentare in modo semplificato l'evoluzione storica della situazione del nostro Popolo, con un piccolo scorcio sugli eventuali scenari futuri.
Immaginate una famiglia, che chiameremo casualmente Veneti; è una famiglia di agricoltori che di generazione in generazione, grazie alla loro abilità, ha edificato una bella dimora, sovrastante i campi rigogliosi.
Negli anni, diverse volte hanno dovuto difendersi dai manigoldi, ma grazie all'astuzia e la forza del capofamiglia, che godeva del rispetto dei vicini, se la sono sempre cavata, anzi, spesso hanno contribuito alla sicurezza di tutta la regione.
Facciamo un salto avanti nel tempo
Il capofamiglia è ormai anziano, nella casa vivono i due figli con le loro famiglie, che però ormai sono abituati alla rendita dei campi e pensano che le cose andranno sempre bene, anche se qualche intonaco andrebbe sistemato, da un pezzo ci si dimentica di chiudere il cancello in fondo alla via, e i nipoti sono più alle feste paesane a ballare che non a lavorare nei possedimenti di famiglia.
Così una mattina i Veneti vengono svegliati da un trambusto, escono sul balcone e vedono un centinaio di straccioni intenti a mangiare dalle piante dell'orto.
Qualche anno prima nessuno di loro avrebbe visto il giorno seguente, ma il vecchio Veneto ormai non era più in forze e i suoi figli non avevano mai ammazzato una mosca; in più, gli straccioni erano comandati da un capo-straccione, che si chiamava "l'infame", e che sapeva il fatto suo, tanto che anche qualche nipote pensò di aggiungersi alle sue schiere, visto che gli straccioni lavoravano ancora meno di loro.
In un battibaleno, gli straccioni abbatterono la porta, spaccarono tutte le ossa al primo figlio perché aveva osato protestare, misero TUTTO quello che trovarono dentro a dei sacchi, lasciando solo quello che non si poteva trasportare, spaccarono un po' di quello che restava, poi uscirono e chiamarono il nonno, a cui l'infame disse: "Qui da oggi non c'è più nulla di tuo, regalerò la tua casa ad un'altra famiglia, gli Austriaci, e di quello che crescerà sui campi verranno a prendere una parte ad ogni raccolto, altrimenti…" e indicò il figlio che ancora rantolava dal dolore tra le braccia della moglie.
Infine se ne andarono. 

 

NON VOTARE: ANCORA PROVE DI BROGLI SUL REFERENDUM SCOZZESE

Anche questo dovrebbe far riflette quanti ancora credono alla fantomatica via referendaria in voga negli ultimi anni.
Non credete ai partiti politici che si professano indipendentisti. Siamo già Veneti e non italiani, non lo siamo mai diventati!
Votare in ambito italiano, che sia un referendum o che siano elezioni regionali, non ha alcun valore e alcun senso.

WSM
Venetia, 03 ottobre 2014
Enrico Pillon, Segretario di Stato del Governo Veneto Provvisorio


Ancora prove di brogli sul referendum scozzese. Un uomo scozzese ha trovato buste piene di voti “si” nell'immondizia e lo storico americano Martin Armstrong scrive sul suo blog come sulla base delle informazioni e del modello imposto, l'UE si è adoperata per garantire che la Scozia rifiutasse la separazione dal Regno Unito per i timori di un possibile contagio a livello europeo.
A quanto pare gli scrutatori inviati dall'UE non erano affatto indipendenti, ma erano lì per assicurarsi che il voto andasse in una direzione.

TRATTO DA QUI

 

 

A LONDRA TROPPI ITALIANI FERMATELI O LASCEREMO L’UE

Il referendum più importante, quello sull'indipendenza della Scozia, lo ha vinto dopo una grande paura. «Un sollievo andare a letto primo ministro del Regno Unito e svegliarsi primo ministro del Regno Unito».
Le due ore dopo il risultato sono state «le più felici dell'anno», ha ammesso il capo del governo britannico.
Ma ora c'è un altro referendum sul quale David Cameron non intende giocarsi la carriera e perdere la faccia.
È il voto, rischioso, che ha promesso per il 2017, garantendo ai cittadini britannici la facoltà di scegliere se restare nell'Unione europea o lasciarla. Sul rapporto con l'Europa, sul flusso di immigrati che arriva dal Vecchio continente, oltre che sull'economia, si combatterà la battaglia cruciale delle elezioni di maggio 2015. Prima di arrivare al referendum, i Tory dovranno vincere le politiche. Ma proprio sui nodi centrali del referendum potrebbero perderle. Ecco perché oggi il primo ministro parlerà al Congresso dei Tory a Birmingham annunciando il suo piano per sfidare le regole europee. Il premier vuole più controlli sulle proprie frontiere e maggiori poteri per limitare l'immigrazione in arrivo dal continente. E ha già avvertito: se non riuscirà a rinegoziare il rapporto con Bruxelles, è pronto a fare campagna elettorale per l'uscita del Regno Unito dall'Unione.
Il messaggio ha due destinatari: gli euroburocrati, a cui Cameron chiede maggiori concessioni – pena l'addio all'Ue – ma soprattutto gli elettori di centrodestra sempre più tentati dal cambio di casacca a favore degli euroscettici dell'Ukip, il partito di Nigel Farage che ha sbaragliato tutti alle europee. Dopo lo sgambetto del parlamentare Mark Reckless, che ad apertura di Congresso ha annunciato l'addio proprio perché il primo ministro «ha deluso il Paese sulla riforma dell'Europa e l'immigrazione», ieri è arrivato lo schiaffo dell'ex vicesindaco di Londra (2008-2012) ed ex membro dei Tory Richard Barnes, anche lui favorevole all'uscita dalla Ue e assoldato dall'Ukip.
In molti prevedono e minacciano che nei prossimi mesi altri seguiranno.
Ecco perché Cameron tenta oggi di fermare l'emoraggia flirtando con i «nemici» di Bruxelles per recapitare un messaggio chiaro: solo se voterete Tory potrete avere di più dall'Europa, cioè una posizione «riformata» in seno alla Ue «che io credo sia la risposta migliore per la Gran Bretagna». Ma se questo non accadesse avrete la garanzia di un referendum per lasciarla, una consultazione in cui io certo non mi batterò per chiedervi di restare. Le parole pronunciate ieri non lasciano dubbi: «Il Regno Unito è mille volte più importante della Ue. Siamo franchi, l'Unione non sta funzionando adeguatamente per noi adesso». E sempre con riferimento alla Scozia: «Quella era una questione strappacuore. Restare nell'Unione è una questione di importante pragmatismo». Tradotto: non mi si spezzerebbe il cuore se dovessimo lasciarla.
«Al centro» della rinegoziazione, Cameron fa sapere che ci sarà l'immigrazione dall'Europa e non quella da fuori, come negli anni passati. Il premier si batterà per avere una deroga alle regole sulla «libertà di movimento» che ora permettono ai cittadini europei, tra cui moltissimi italiani, di lavorare nel Regno Unito: «La nostra economia è cresciuta molto più in fretta di quella di altri Paesi europei che non stanno crescendo affatto. Paradossalmente non abbiamo tanti immigrati da Romania e Bulgaria ma un numero altissimo di italiani, spagnoli e francesi».
Urge una riforma, insomma. Anche perché intanto il sindaco di Londra Boris Johnson – che a maggio correrà per un seggio a Westminster provando di avere aspirazioni da premier – ha già detto che senza riforma, la Gran Bretagna starebbe meglio fuori dall'Unione.

TRATTO DA QUI

 

VACCINO!!! – SILENZIO GUAI A CHI NE PARLA (IN “ITAGLIA”)

Molti paesi al Mondo hanno ritirato migliaia di lotti di vaccino

e cosa fa la "Itaglia" ?

Tace e nessun Media ne deve parlare e se lo fa , lo deve fare in modo da creare confusione

Cosa devono tenere nascosto alle nostre famiglie?


Vaccino

Tutto questo è davvero sconvolgente, e siamo davvero disgustati dai giornalisti italiani. Ormai non è un mistero che il loro compito è quello di distrarre ognuno di noi, con notizie secondarie, per distoglierci dai veri problemi. La realtà è sempre raccontata in maniera imprecisa, ci dicono solo quello che conviene…MA AVVOLTE NEPPURE QUELLO FANNO….Sembra davvero assurdo tutto questo, ma purtoppo è quello che accade ogni giorno nel nostro paese. Cambiano i giornalisti, cambiano le parole.. ma la realtà è sempre più nascosta!

La notizia che stiamo per raccontarvi è davvero assurda. In ben 19 paesi del mondo sono stati ritirati migliaia di lotti di vaccino…ma nel Bel Paese nessuno ne parla. O meglio, quei pochi che ne parlano riportano la notizia in modo più che ambiguo.Tutto questo è davvero sconvolgente, e siamo davvero disgustati dai giornalisti italiani. Ormai non è un mistero che il loro compito è quello di distrarre ognuno di noi, con notizie secondarie, per distoglierci dai veri problemi. La realtà è sempre raccontata in maniera imprecisa, ci dicono solo quello che conviene…MA AVVOLTE NEPPURE QUELLO FANNO….Sembra davvero assurdo tutto questo, ma purtoppo è quello che accade ogni giorno nel nostro paese. Cambiano i giornalisti, cambiano le parole.. ma la realtà è sempre più nascosta!

Degli oltre 2 milioni di vaccini esavalenti ritirati in mezzo mondo, destinati a neonati di 3 mesi. Ancora infatti oggi non ne parla alcun quotidiano pur sapendo che valanghe di genitori hanno chiesto comprensibili rassicurazioni alle varie ASL. La notizia ufficiale del ritiro è esplosa a livello globale nella settimana dal 6 al 13 ottobre 2013, con successivo aggiornamento in data 16 ottobre a seguito delle forti pressioni esercitate dagli stessi genitori nei confronti delle autorità preposte e della ditta produttrice.

La seconda segnalazione dell’azienda produttrice del vaccino antinfluenzale esavalente, la olandese Crucell, che ha riscontrato “potenziali pericoli” per la salute in due lotti del vaccino antinfluenzale Inflexal V, arrivando così alla decisione di ritirare l’intera produzione, riporta la data del 1 ottobre.

Ovviamente quest’ultima notizia viene amplificata da tutti i media solo inritaro, soprattutto ridosso del ritiro preventivo dell’ Infanrix Hexa. La voce ormai si era propagata, il giro di voci aveva raggiunto molti paesi…OVVIAMENTE, NON IL NOSTRO!! Ormai il nostro paese è troppo impegnato a combattere con una politica ormai senza senso, e una campagna PRO-VACCINO antinfluenzale pur contro ogni evidenza scientifica di utilità!

Il nostro “efficiente” Ministero della Salute dimentica, così come la Farmacovigilanza dell’AIFA, è che in caso di ritiro di lotti vaccinali classificati con difetto di CLASSE I (il più pericoloso e dannoso per la salute) vige una incontestabile disposizione EMEA riguardante i ritiri di prodotti dal mercato e la gestione non conforme che impone di allertare il prima possibile tutti i paesi, anche i non non interessati al commercio dei vaccini incriminati. E’ MAI POSSIBILE CHE L’ITALIA NON SA TUTTO CIO’? E’  possibile che sia l’unica ad esserne all’oscuro?

Sicuramente dietro questa vicenda c’è qualcosa che va al di la delle nostre competenza, ed è per questo che ancora una volta chiediamo il vostro aiuto nel diffondere questa notizia, così che arrivi agli organi competenti. Non possiamo continuare a subire restando in silenzio. In gioco c’è la sicurezza dei nostri figli…

Intanto, vi lasciamo un altro link utile che vi potranno aiutare a far chiarezza sul caso. AIUTATETI A DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA. Grazie!

FONTE: (CLICCA QUI)

ALTRO: http://www.comilva.org/news/ritiro_infarix_exa_italia_no_problem

 

LA VERA STORIA SICILIANA

Sec. IX-X
Gli Arabi occupano la Sicilia : la Sicilia subisce un vero e proprio processo rivoluzionario in tutti i settori della vita sociale, economica ed amministrativa.
Risorge la cultura in tutte le sue branche dalla poesia all’astronomia e alla medicina.
Gli Arabi rinvigoriscono tutte le attività produttive dall’agricoltura al commercio.
Palermo sotto gli Arabi si copre di meraviglie che ricordano l’architettura orientale.
Ci hanno lasciato un grande bagaglio culturale .

Sec. XI-XII Fine del periodo arabo: le cause vanno cercate nelle lotte interne che travagliarono i vari califfati e sultanati a cominciare dal 910.
I Normanni rendono la Sicilia uno Stato indipendente, su basi feudali, con ottime leggi, con un Parlamento che decide le proprie sorti ed entra nel consesso delle Nazioni.
La notte di natale del 1130 Ruggero il Normanno, al palazzo reale del Cassaro viene incoronato re di Sicilia per volontà di Dio e della Nazione.

Quel giorno nasceva in Sicilia il primo Stato d’Europa del tutto organico ed unitario, prototipo di tanti altri che sarebbero sorti nei secoli successivi.
Sec. XIII : a Iesi nasce una stella :Federico II di Svevia e di Sicilia.
Con lui la Sicilia conosce uno dei periodi più floridi per le sue leggi , risorgono arti , letteratura ,le Università . ( scuola poetica siciliana ed embrione della lingua italiana).
Grande tolleranza religiosa tra cristiani, musulmani ed ebrei.
Dopo la morte di Federico II e la tragica fine di Corradino ultimo erede della casa sveva , ai Siciliani arrivò il nuovo re, Carlo d’Angiò, mai desiderato nell’Isola.
Forte decadenza in Sicilia , ma il popolo Siciliano, dopo 16 anni di lacrime, si libera degli Angioini con la guerra del Vespro (31 marzo 1282).
Dopo Palermo e Corleone , si sollevò anche Messina: morirono circa 24.000 francesi.
Il popolo di Sicilia si era liberato da sé da un governo oppressivo che non aveva mai voluto. Dei francesi furono risparmiati soltanto quelli di Sperlinga , dove a tutt’oggi si parla una lingua simile al francese.

Nasce la bandiera siciliana , giallo rossa con la trinacria al centro, simbolo della libertà del popolo siciliano e che oggi ha 732 anni.
Sec. XIV: su invito dei Siciliani, per contrastare i francesi che fanno ogni sforzo x rientrare, i re di Aragona, tengono la corona di Sicilia fino al 1410.
Sec. XV : alla fine della dinastia spagnola degli aragonesi si succede in Sicilia la dinastia dei castigliani.
Sec. XVI: nel 1516 la corona di Sicilia passa dai castigliani di Spagna a Carlo V della casa austriaca degli Asburgo che vede unite le corone asburgica e spagnola.
Nel XVI secolo si intensificarono le relazioni con gli altri stati italici incrementando gli studi umanistici, l’arte e i commerci.
I Siciliani partecipano alla difesa di malta e alla Vittoria di Lepanto.

Sec. XVII: età dei vicerè. Grande impulso e nuova urbanistica ai comuni : nasce il barocco siciliano.
Vennero costruite nuove città e restaurate quelle distrutte dal terremoto.

Sec. XVIII: La Sicilia diviene oggetto delle decisioni europee, passa dal dominio spagnolo ad Amedeo di Savoia, poi a Carlo d’Austria ed infine ai Borboni.
Nel pieno della rivoluzione francese, in Sicilia si stava preparando una rivoluzione contro i regnanti ma la congiura fu scoperta e nel 1795 il capo della rivoluzione, Francesco Paolo Di Blasi fu giustiziato.
Il re Ferdinando I fugge da Napoli nel 1798 e si rifugia a Palermo, dove i suoi uomini ebbero premura di togliere gli isolani dagli uffici e insediarsi loro.
Inglesi in Sicilia: Il re Ferdinando preoccupato x l’imminente arrivo di Napoleone chiama in aiuto gli inglesi, quali accettano e prima della Sicilia occupano Malta che con tutte le isole vicine appartenevano alla Sicilia.
Arrivo del generale Lord Bentinck capo del contingente militare inglese che assume il potere dell’isola sorretto dalla forza militare di 14.000 uomini che impose al re di abrogare tutti i decreti anti costituzionali e di affidare il potere al principe ereditario Francesco. Il Bentinck, che aveva le redini del comando, rimaneggiò il ministero, togliendo i napoletani e mettendo i Siciliani e diede incarico all’abate Paolo Balsamo di elaborare una nuova costituzione per la Sicilia.
La nuova costituzione (1812) era del tutto rivoluzionaria per la Sicilia, infatti respingeva l’assolutismo illuministico e prendendo le mosse dalla legislazione e ideologia inglese si apriva allo spirito delle nuove istituzioni.
La nuova costituzione prevedeva che la Sicilia doveva essere indipendente da qualsiasi altro stato.
Intanto Napoleone sconfitto a Lipsia veniva dichiarato decaduto, e il comandante Bentinck richiamato a Londra.
Nel Giugno 1815 si concludeva il Congresso di Vienna che imponeva la restaurazione e il ritorno all’assolutismo.
Fu allora che il re lasciò la Sicilia e ripartì per Napoli dove dichiarò abrogata la costituzione siciliana del 1812 assumendo per la Sicilia il nome di Ferdinando I , e quello di re delle due Sicilie.
Con un voltafaccia senza precedenti nel 1816 dichiarò decaduta la carta costituzionale della Sicilia ed abrogata ogni libertà.
In un solo colpo aveva tradito due volte la Sicilia: una prima volta rieleggendo Napoli capitale del regno , ove si era subito portato, grazie agli accordi del congresso di Vienna; una seconda , abrogando una Costituzione da lui giurata.
Il re “ Lazzarone” ripagava così i Siciliani per l’ospitalità con il tradimento.

I Siciliani non dimenticheranno e renderanno ai Borboni il giusto servizio.
In Sicilia , il re cercò di unificare le leggi dei due regni e vi pose innanzitutto che Fonte del diritto era il sovrano.
I Siciliani perdettero la prerogativa di essere amministrati dai loro conterranei e obbligati alla coscrizione militare che creò molta agitazione in popolo non assuefatto a obblighi militari.

Insoddisfatti i Siciliani delle nuove leggi borboniche nel 1820, si sollevarono in varie parti dell’Isola.
Il motivo maggiore della rivolta siciliana fu la perduta indipendenza dell’Isola e il dovere sottostare agli ordini provenienti da Napoli; l’imposizione delle leggi napoletane del Borbone avevano prodotto uno scontento generale.

Il 15 e 16 luglio 1820, insorse la città di Palermo e la rivolta ben presto si estese in vari paesi del palermitano.
Per sedare Palermo, da Napoli partì, al comando di un esercito, il generale Florestano Pepe, per condurre all’obbedienza la Giunta che si era rivolta per aiuto alla flotta britannica del Mediterraneo.
Le promesse di indipendenza furono prevaricate ancora una volta con l’uso della forza e la rivolta si riaccese e continuò fino al 5 ottobre.
La Giunta intanto trattava la resa a patto che in Sicilia si potesse riunire un Parlamento Siciliano che era stato soppresso e trattasse delle condizioni della futura Sicilia.
Ovviamente Napoli non accettò questa proposta .

Sec. XIX: Intanto in Sicilia ricominciano le manifestazioni di indipendenza allo scopo di riacquistare la completa indipendenza da Napoli.
Numerosi erano stati i tentativi di insurrezione in Sicilia dopo quella del 1820.

1847-1848 Al popolo siciliano fu rivolto l’appello all’insurrezione armata per la causa comune a sostegno delle riforme negate dai Borboni.
Il 10 gennaio 1848 comincia la rivolta : a Palermo si combatteva per il distacco da Napoli.
L’esercito borbonico fu costretto a chiudersi nelle caserme e i rivoluzionari riuscirono ad occupare la prefettura .
A capo del comitato rivoluzionario venne messo Ruggero Settimo e si richiese la riunione del Parlamento di Sicilia per rimettere in vigore la costituzione siciliana del 1812.

Dopo Palermo insorsero anche Messina, Agrigento, Catania, Caltanissetta , Trapani , quasi tutte le altre città della Sicilia isole comprese fino a Pantelleria e Lampedusa.
Alla fine di gennaio i Siciliani ai quali il Borbone aveva concesso l’autogoverno, pretesero e ottennero dal re Ferdinando la costituzione.
Fu indetto il primo parlamento a Palermo per il 27 marzo e si diede origine al primo ministero retto da Ruggero Settimo.
La prima dichiarazione che il Parlamento approvò all’unanimità fu:
“ Ferdinando di Borbone e la sua dinastia sono per sempre decaduti dal trono di Sicilia.
La Sicilia si reggerà a governo costituzionale …

In piena epoca in cui si discuteva di confederazioni di Stati italici, non risulta che nel Parlamento Siciliano si sia mai trattato di unità nazionale italiana.
Come nel 1837 ( rivolta del colera) anche in questa maggiore sollevazione del 1848 la Sicilia non ebbe forze sufficienti per difendersi contro quelle, molto superiori ed organizzate borboniche.
Nel settembre successivo un grosso esercito borbonico al comando di Carlo Filangeri principe di Satriano occupò Messina e in breve tutta l’Isola.
Nonostante la disperata difesa di Palermo, i Borboni circondarono la città.

Il governo di Sicilia si sciolse e Ruggero Settimo dovette abdicare e rifugiarsi in esilio.
La Sicilia riportata alla sottomissione dei Borboni non ebbe però mantenute le promesse fatte quando i Siciliani si erano arresi.

L’imposta sul macinato era fortemente sgradita ai Siciliani e risultava quanto mai esosa in quanto il divieto ai contadini di fare il pane in casa produceva che essi pagassero la tassa due volte.
Il 22 maggio 1859 moriva a Caserta Ferdinando II re delle due Sicilie.
Era salito al trono nel 1830. Nel 1848, impaurito dalla rivoluzione, concesse ai sudditi la costituzione nella speranza di riacquistare la Sicilia, ma quando gli avvenimenti gli furono favorevoli, disdisse quella costituzione e ritornò all’assolutismo.

Nel 1848 divenne violento nel reprimere la rivoluzione di Sicilia.
Gli successe Francesco II che si trovò a scegliere tra l’assolutismo o il liberalismo e che ci consegnò nelle mani dei Savoia.
Questi sono stati i Borboni.

L’estremo lancio della popolazione isolana nei confronti dei mille va intesa, pertanto, come una rivincita dell’Isola sui Borboni, affossatori delle libertà e della indipendenza siciliana.
Purtroppo, i Savoia, faranno di peggio, perché considereranno la Sicilia terra di conquista, come una vera e propria colonia, situazione che persiste a tutt’oggi con lo stato italiano.
Quindi il regno delle due Sicilie inizia nel 1815 e finisce nel 1860.

AnTuDo!!!
Animus Tuus Dominus ( il coraggio è il tuo Signore)
Questa frase nasce durante il vespro Siciliano e viene ancora oggi usata dai separatisti salutando con le prime 3 dita della mano che indicano la <Trinacria

RIFLESSIONI SULLA SITUAZIONE “OCCIDENTE – RUSSIA”

Come risponde la RUSSIA alle varie dichiarazioni di guerra?
Perché si punta il dito sempre verso la Russia e Putin?
Perché i media accusano sempre l’Est per la situazione di belligeranza attuale?
Vanno fatte alcune osservazioni e vanno prese in considerazione  più elementi della scacchiera …….


Il contesto

Ascoltare Poroshenko pochi giorni fa e poi Obama all’ONU non lascia dubbio alcuno sul fatto che l’impero anglo-sionista sia in guerra contro la Russia. Eppure molti credono che la risposta russa a questa realtà sia inadeguata. Vengono costantemente rivolte accuse a Putin riguardo alla politica russa nella crisi in Ucraina. Ciò che propongo di seguito è un piccolo promemoria riguardo a Putin, i suoi doveri e le sue opzioni.

Innanzitutto, Putin non venne mai eletto a poliziotto del mondo o salvatore, ma solo alla presidenza russa. Sembra ovvio, eppure molti sembrano dare per scontato che Putin sia moralmente obbligato a fare qualcosa per proteggere la Siria, la Novorussia o qualsiasi altra parte del mondo sia sotto attacco. Non è così. Sì, la Russia è de facto a capo dei BRICS e dei paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, ma Putin ha il dovere morale e legale di occuparsi prima di tutto del suo popolo.

Secondo, la Russia è ora ufficialmente nel mirino dell’impero anglo-sionista, il quale include non solo 3 paesi nucleari (USA, Regno Unito, Francia) ma anche la più potente forza militare (USA+NATO) e le maggiori economie del mondo (USA+EU). Credo possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che la minaccia rappresentata da un simile impero non sia da poco, e che la Russia abbia ragione a essere molto cauta nell’occuparsene.

Criticare Putin senza capire

Ora, sorprendentemente, molti di quelli che accusano Putin di essere un rammollito, un venduto o un ingenuo affermano anche che l’Occidente stia preparando contro la Russia una guerra nucleare. Se è davvero così, sorge la domanda: se esiste un rischio reale di guerra, nucleare o no, Putin sta facendo la cosa giusta non facendo il duro o minacciando? Alcuni direbbero che l’Occidente vuole la guerra qualsiasi cosa faccia Putin. D’accordo, giusto; ma in questo caso la cosa giusta da fare non è proprio guadagnare più tempo possibile prima dell’inevitabile?!

Terzo, sulla questione degli USA contro l’ISIL, in diversi accusano Putin di pugnalare alle spalle Assad supportando la risoluzione USA al consiglio di sicurezza dell’ONU. Ma Putin cosa doveva fare? Mandare l’aviazione russa in Siria a proteggere i confini siriani? E Assad cos’ha fatto? Ha forse inviato la sua aviazione per cercare di fermare gli USA, o ha fatto un accordo a bassa voce: bombardate “loro”, non noi, e io protesterò senza far nulla? Ovviamente la seconda. Di fatto, Putin e Assad hanno esattamente la stessa posizione: protestare la natura unilaterale degli attacchi, pretendere una risoluzione ONU e nel frattempo guardare tranquillamente lo zio Sam scagliarsi contro la sua stessa progenie e cercare di distruggerla.

Aggiungerei che Lavrov molto logicamente ha affermato che non esistono “terroristi buoni”.

Egli sa che l’ISIL non è altro che la continuazione dell’insorgenza siriana creata dagli USA, a sua volta una continuazione della creatura statunitense al-Qaeda.

Da un punto di vista russo, la scelta è semplice: cos’è meglio, che gli USA usino le loro forze e i loro uomini per uccidere i pazzi wahabiti, o che lo faccia Assad? E se l’ISIL vince in Iraq, quanto ci vorrà prima che vada in Cecenia? O in Crimea? O in Tatarstan? Perché mai un soldato russo o siriano dovrebbe rischiare la morte, se l’aviazione statunitense è disposta a farlo per loro? Se è piacevolmente ironico che gli USA debbano ora bombardare la loro stessa creatura, che lo facciano. Perfino Assad ne è chiaramente contento.

Infine, ONU o non ONU, gli USA avevano già preso la decisione di bombardare l’ISIL. Quindi che senso avrebbe avuto bloccare una risoluzione perfettamente buona dell’ONU? Sarebbe stato un autogol. Di fatto, questa risoluzione può perfino essere usata dalla Russia per impedire che gli USA e il Regno Unito fungano da base arretrata per gli estremisti wahabiti (la risoluzione lo bandisce, e stiamo parlando di una risoluzione obbligatoria del consiglio di sicurezza dell’ONU, capitolo VII).
Eppure, alcuni dicono ancora che Putin ha sacrificato Assad. Quanto stupidi bisogna essere per avere idee simili sulla guerra e la politica? E se Putin voleva sacrificare Assad, perché non l’ha fatto l’anno scorso?

Di fatto, credo siano in corso allo stesso tempo tre fenomeni:
1) Una campagna anti-Putin iniziata dagli agenti governativi di USA e Regno Unito con il compito di manipolare i social media.
2) Una campagna anti-Putin spontanea guidata da certi circoli russi nazionalisti-bolscevichi (Limonov, Dugin ecc.).
3) Una sincera perplessità, angoscia e frustrazione da parte di persone oneste e ben intenzionate che davvero non trovano alcun senso nell’attuale posizione della Russia.

E’ a questo terzo gruppo che dedico l’articolo per cercare di spiegare la posizione russa.

Spiegare una politica apparentemente illogica

Nell’introduzione ho affermato che ciò che sta avvenendo è una guerra contro la Russia, guerra non sparata (finora?) e non in vecchio stile guerra fredda. In pratica ciò che gli anglo-sionisti stanno facendo è piuttosto chiaro, e molti commentatori russi sono già arrivati a questa conclusione: gli USA sono impegnati in una guerra contro la Russia nella quale combatteranno fino all’ultimo ucraino.

Perciò per l’impero il successo non dipende dal risultato in Ucraina, perché questa guerra non è per l’Ucraina.

Per l’impero il successo sarebbe il cambiamento di regime in Russia. Vediamo come intende ottenere questo risultato.

Il piano originario era semplicistico, in stile tipicamente neo-con americano: rovesciare Yanukovich, portare l’Ucraina nell’UE e nella NATO, estendere la NATO fino al confine russo e occupare militarmente la Crimea.

Quel piano è fallito.

La Russia ha accettato la Crimea e l’Ucraina è collassata in una violenta guerra civile accompagnata da una crisi economica terminale.

Perciò i necon statunitensi sono ricorsi al piano B.

Anche il piano B era semplice: far intervenire la Russia militarmente nel Donbass e usare l’intervento come pretesto per una piena guerra fredda 2, che creasse tensioni stile anni ’50 tra Est e Ovest, giustificasse le politiche occidentali con la paura e tagliasse completamente i crescenti legami economici tra Russia e UE.

Solo che anche quel piano è fallito: la Russia non ha abboccato all’esca e, anziché intervenire direttamente nel Donbass, ha cominciato una grandiosa operazione segreta per supportare le forze anti-naziste in Novorussia.

Il piano russo ha funzionato e le forze di repressione della giunta sono state sonoramente sconfitte dalle forze armate novorusse, anche se quest’ultime soffrivano di un’enorme inferiorità di fuoco, armamenti, specialisti e uomini (gradualmente, l’aiuto russo segreto ha cambiato tutto questo).

A quel punto i plutocrati anglo-sionisti sono davvero andati su tutte le furie, rendendosi conto che il loro piano stava fallendo e che non potevano fare nulla per salvarlo (un’opzione militare era completamente impossibile, come ho spiegato in precedenza).

Hanno provato con sanzioni economiche, tuttavia ciò ha solo aiutato Putin a varare riforme necessarie da tempo.

Ma il peggio è che, ogni volta che l’Occidente si aspettava che Putin facesse qualcosa, egli ha fatto l’esatto contrario:

  • Nessuno si aspettava che Putin usasse la forza militare in Crimea con un’operazione fulminea che passerà alla storia.
  • Tutti (me compreso) si aspettavano che Putin inviasse forze in Novorussia. Non l’ha fatto.
  • Nessuno si aspettava contro-sanzioni russe che colpissero il settore agricolo dell’EU.
  • Tutti credevano che Putin ricambiasse, dopo le ultime sanzioni.

Non l’ha fatto.

Qui c’è una regolarità, un modello che è alla base di tutte le arti marziali: primo, non segnalare mai le tue intenzioni; secondo, usa le finte; terzo, colpisci quando e dove il tuo avversario non se lo aspetta.

Al contrario, ci sono due cose profondamente radicate nella mentalità politica occidentale che Putin non fa mai: minacciare e mettersi in posa.

Per esempio, mentre gli USA sono praticamente in guerra con la Russia, la Russia supporta volentieri una risoluzione USA sull’ISIL, se è a suo vantaggio.

E i diplomatici russi parleranno di “nostri partner americani” o “nostri amici americani” mentre al contempo fanno più di tutto il resto del mondo messo assieme per rovesciare l’impero anglo-sionista.

Un’occhiata veloce al passato di Putin

Come ho scritto in precedenza, al contrario di altri blogger e commentatori io non sono né un sensitivo né un profeta e non posso dirvi cosa Putin pensa o cosa farà domani.

Ma posso dirvi cosa Putin ha già fatto, in ordine sparso:

– spezzato la schiena all’oligarchia appoggiata dagli anglo-sionisti in Russia.
– ottenuto un successo veramente miracoloso in Cecenia (che nessuno, compresi i profeti, aveva previsto).
– letteralmente resuscitato l’economia russa.
– ricostruito l’esercito russo, le forze di sicurezza e di intelligence.
– gravemente compromesso la capacità delle ONG straniere di sovvertire la Russia.
– fatto di più per la de-dollarizzazione del pianeta di qualsiasi altro prima di lui.
– reso chiaramente la Russia il leader sia dei BRICS che dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
– sfidato apertamente il monopolio informativo della macchina di propaganda occidentale (ad esempio con RussiaToday).
– fermato un imminente aggressione USA/NATO contro la Siria inviando una forza di spedizione navale russa (che dette alla Siria piena copertura radar dell’intera regione).
– reso possibile ad Assad prevalere nella guerra civile siriana.
– rigettato apertamente il “modello di civiltà universale” occidentale, e dichiarato il suo supporto per un altro modello basato sulla religione e la tradizione.
– respinto apertamente un “Nuovo Ordine Mondiale” unipolare guidato dagli anglo-sionisti, e dichiarato il suo supporto per un ordine mondiale multipolare.
– supportato Assange (attraverso RussiaToday) e protetto Snowden.
– creato e promosso un nuovo modello di alleanza tra cristianesimo e islamismo, indebolendo così il paradigma dello “scontro di civiltà”.
– cacciato a pedate gli anglo-sionisti da luoghi chiave del Caucaso (Cecenia, Ossezia) e dell’Asia Centrale (la base di Manas in Kyrgyzstan).
– dato alla Russia i mezzi per difendere i suoi interessi nell’Artico, compresi i mezzi militari.
– istituito un’alleanza strategica a tutto spettro con la Cina, al centro sia dell’OCS che dei BRICS.
– dato all’Iran gli strumenti per sviluppare un programma nucleare civile.
– ristabilito il supporto politico ed economico russo per Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Brasile, Nicaragua e Argentina.
– sgonfiato molto efficacemente la rivoluzione colorata filo-USA in Russia.
– organizzato il “Voentorg” che ha armato la forze novorusse.
– dato rifugio a centinaia di migliaia di rifugiati ucraini.
– inviato in Novorussia aiuti umanitari di importanza vitale.
– fornito supporto di fuoco diretto e forse perfino copertura aerea alle forze novorusse in luoghi chiave (ad esempio nel “calderone meridionale”).
– parlato apertamente della necessità della Russia di “rendersi sovrana” e prevalere sulla quinta colonna filo-statunitense.
– sta attualmente varando leggi che impediscono agli interessi stranieri di controllare i media russi.
– sta lavorando con la Cina per creare un sistema finanziario completamente separato dall’attuale controllato dagli anglo-sionisti (ad esempio il commercio in rubli o renmimbi).

E la lista continua ancora. C

iò che sto cercando di illustrare è che l’odio degli anglo-sionisti per Putin ha un’ottima ragione: la sua lunga storia di lotta efficace contro di loro.

Perciò, a meno che pensiamo che Putin abbia improvvisamente cambiato idea o che abbia esaurito l’energia o il coraggio, l’idea che di soppiatto abbia fatto inversione di marcia non ha senso.

Le sue politiche attuali invece il senso ce l’hanno, come cercherò di spiegare ora.

Imperativi che la Russia non può ignorare

Innanzitutto, considero la seguente sequenza indiscutibile:

Primo, la Russia deve prevalere nell’attuale guerra anglo-sionista contro di essa.

Quello che vuole l’impero è il cambiamento di regime e poi il completo assorbimento della Russia nella sfera di influenza occidentale, oltre a una probabile frammentazione.

Ovvero viene minacciata la stessa esistenza della civiltà russa.

Secondo, la Russia non sarà mai al sicuro con un regime russofobo al potere a Kiev.

I fanatici nazionalisti ucraini hanno dimostrato che è impossibile negoziare con loro (hanno rotto letteralmente tutti i concordati firmati finora); il loro odio per la Russia è totale (come evidenziato dalle loro costanti allusioni all’uso di ipotetiche armi nucleari contro la Russia).

Di conseguenza:

Terzo, il cambiamento di regime a Kiev è l’unico modo in cui la Russia può ottenere i suoi obiettivi vitali.

Sottolineo ancora che ciò che è in gioco non è la Novorussia, e nemmeno il futuro dell’Ucraina.

E’ in gioco un confronto planetario (l’unica tesi di Dugin che condivido totalmente).

Il futuro del pianeta dipende alla capacità dei paesi BRICS/OCS di sostituire l’impero anglo-sionista con un ordine internazionale multipolare molto diverso.

In questi sforzi la Russia è cruciale e indispensabile (senza di essa qualsiasi sforzo in tal senso è destinato a fallire) e il futuro della Russia si decide ora in base a cosa farà in Ucraina.

Il futuro dell’Ucraina dipende in gran parte da cosa succederà in Novorussia, ma non del tutto.

Paradossalmente, la Novorussia è più importante per la Russia che per l’Ucraina.

Ecco perché: per il resto dell’Ucraina, la Novorussia è perduta.

Per sempre.

Nemmeno uno sforzo congiunto Putin-Obama potrebbe impedirlo.

Di fatto gli ucraini lo sanno e questo è il motivo per cui non provano nemmeno a conquistare il cuore della popolazione locale.

Detto questo, credo che sia Kiev che Mosca abbiano interesse a mantenere la finzione di un’Ucraina unita.

A Kiev serve per non apparire completamente sconfitta dagli odiati moscoviti.

Ma alla Russia?

Cosa fareste se foste al posto di Putin?

Ponetevi questa domanda: se foste Putin e il vostro obiettivo fosse il cambiamento di regime a Kiev, preferireste che la Novorussia fosse parte dell’Ucraina oppure no?

Direi che avere la Novorussia all’interno sarebbe molto meglio per le seguenti ragioni:

1. la rende parte dei processi ucraini, come le elezioni e i media nazionali.
2. evidenzia il contrasto con le condizioni nel resto dell’Ucraina
3. rende molto più facile influenzare il commercio, gli affari, i trasporti, ecc.
4. crea un centro politico alternativo a Kiev.
5. rende più facile agli interessi russi (di tutti i tipi) penetrare in Ucraina.
6. rende impossibile erigere un “muro” da guerra fredda.
7. vanifica le accuse secondo cui la Russia vuole la partizione dell’Ucraina.
In altre parole, mantenere la Novorussia formalmente in Ucraina è il modo migliore per apparire conformi alle pretese anglo-sioniste mentre al contempo si sovverte la giunta al potere. In un recente articolo ho definito cosa la Russia potrebbe fare senza incorrere in alcuna conseguenza importante:
1. Opporsi politicamente al regime ovunque: all’ONU, sui media, ecc.
2. Esprimere supporto politico per la Novorussia e qualsiasi opposizione ucraina, continuando la guerra di informazione.
3. Impedire che la Novorussia cada (aiuto militare segreto).
4. Mantenere senza pietà la pressione economica sull’Ucraina.
5. Indebolire il più possibile l’”asse di cortesia” USA-EU.
6. Aiutare la Crimea e la Novorussia a prosperare economicamente e finanziariamente.

Quale sarebbe comunque l’alternativa?

Qualcuno crede davvero che una Novorussia indipendente potrebbe vivere con un minimo di serenità e sicurezza senza un cambio di regime a Kiev?

Se la Russia non si può permettere la giunta al potere a Kiev, credete che possa la Novorussia?

Inoltre, mentre la Russia potrebbe facilmente sconfiggere l’esercito ucraino, difficilmente sarebbe una vittoria significativa.

All’esterno scatenerebbe un enorme peggioramento del clima politico internazionale, mentre all’interno i russi dovrebbero sopprimere i nazionalisti ucraini con la forza. Potrebbe farlo, la Russia?

La risposta è: sì, ma a che prezzo?

E’ un vecchio trucco della CIA quello di usare i social media per promuovere l’estremismo nazionalista in Russia.

Un patriota e giornalista ben conosciuto e rispettato, Maksim Shevchenko, ha organizzato un gruppo di persone per tracciare i numeri IP di alcuni dei blog e siti nazionalisti radicali più influenti nell’internet russo.

Ha scoperto che la maggior parte era basata in USA, Canada e Israele.

Che sorpresa !

O forse nessuna sorpresa?

Per gli anglo-sionisti è perfettamente sensato supportare gli estremisti e i nazionalisti rabbiosi in Russia.

O riescono a influenzare l’opinione pubblica, o almeno possono essere usati per attaccare il regime al potere.

Personalmente non vedo alcuna differenza tra Udaltsov o Navalnii da una parte e Limonov o Dugin dall’altra.

Il loro unico effetto è di far infuriare la gente contro il Cremlino.

Non importa quale sia il pretesto per la rabbia; per Navalnyi sono le “elezioni rubate”, per Dugin è “la Novorussia pugnalata alla schiena”.

E non importa quali tra di loro siano agenti pagati o semplicemente “utili idioti” (Dio li giudicherà), ma ciò che importa è che le soluzioni da essi invocate non sono affatto soluzioni, solo pretesti per screditare il regime al potere.

Nel frattempo, non solo Putin non ha venduto, pugnalato alla schiena, scambiato o altrimenti abbandonato la Novorussia, ma è Poroshenko che mantiene a malapena il potere, e il “Banderastan” che sta andando in rovina.

Ma gli oligarchi?

Ho già affrontato la questione in un articolo recente (Vedi: The Vineyard of the saker ), ma credo sia importante ritornarvi sopra, e la prima cosa che è necessario capire nel contesto russo o ucraino è che gli oligarchi sono un fatto della vita.

Questo non significa che la loro presenza sia una buona cosa; solo che Putin, Poroshenko o qualsiasi altro cerchi di compiere qualcosa laggiù deve tenerne conto.

La grande differenza è che, mentre a Kiev un regime controllato dagli oligarchi è stato sostituito da un regime di oligarchi, in Russia l’oligarchia può solo influenzare, ma non controllare, il Cremlino.

Gli esempi di Khodorkovsky o Evtushenkov mostrano che il Cremlino può ancora buttare giù un oligarca quando necessario.

Una cosa però è prendere uno o due oligarchi e un’altra è toglierli dall’equazione ucraina, cosa impossibile.

Quindi per Putin ogni strategia ucraina deve prendere in considerazione la presenza e il potere degli oligarchi ucraini e delle loro controparti russe.

Putin sa che gli oligarchi sono leali solo a se stessi, e che la loro unica “patria” è dove si trovano ad essere le loro proprietà.

Per Putin, ex ufficiale del KGB, questa mentalità è un vantaggio, perché potenzialmente gli permette di manipolarli.

Qualsiasi ufficiale dell’intelligence sa che le persone possono essere manipolate con un numero finito di approcci: ideologia, ego, risentimento, sesso, uno scheletro nell’armadio e, ovviamente, i soldi.

Da punto di vista di Putin, per esempio, Rinat Akhmetov è un tipo che impiegava qualcosa come 200.000 persone nel Donbass, che chiaramente ottiene ciò che vuole, e la cui lealtà formale a Kiev e all’Ucraina è solo una copertura per la sua lealtà vera: il denaro.

Ora, non serve che Putin ammiri o rispetti Akhmetov; gran parte degli ufficiali di intelligence disprezza in silenzio quel tipo di persone, ma Ahkmetov per Putin è una persona assolutamente cruciale con cui parlare ed esplorare le opzioni e, forse, da usare per ottenere un obiettivo strategico nazionale russo nel Donbass.

I russi parlano ai loro nemici.

Con un sorriso amichevole.

Ci sono molte voci di negoziati segreti tra Rinat Akhmetov e vari ufficiali russi.

Non ho alcun dubbio che sia così.

Un blogger russo crede che Akhmetov sia già stato “persuaso” (leggi: comprato) da Putin e che sia disposto a giocare con le nuove regole, secondo cui “comanda Putin”.

Forse.

Ma c’è una quinta colonna in Russia?

Sì, assolutamente.

Prima di tutto si trova all’interno dello stesso governo Medvedev, e perfino nell’amministrazione presidenziale.

Ricordiamoci sempre che Putin fu messo al potere da due forze in competizione: i servizi segreti e il grande capitale.

Se è vero che Putin ha tremendamente indebolito il “grande capitale” (quelli che io chiamo gli “integrazionisti atlantici”), essi sono ancora lì, sebbene più controllati, più attenti e meno arroganti di quando Medvedev era formalmente in carica.

Il grande cambiamento degli anni recenti è che la lotta tra i patrioti (i “sovranisti eurasiatici”) e la quinta colonna è venuta allo scoperto, ma è lungi dall’essere finita.

E non dovremmo mai sottovalutare queste persone: hanno molto potere, molto denaro e un’incredibile capacità di corrompere, minacciare, screditare, sabotare, insabbiare, calunniare ecc.

Sono anche molto intelligenti, possono ingaggiare i migliori professionisti e sono molto, molto bravi nelle campagne politiche scorrette.

Per esempio, la quinta colonna fa di tutto per dar voce all’opposizione nazionalista-bolscevica (sia Limonov che Dugin hanno spazi regolari sulla TV russa) e si dice che finanzi molti dei media nazionalisti-bolscevichi (come i fratelli Koch pagavano il Tea Party negli USA).

Un altro problema è che, sebbene questi tizi stiano oggettivamente facendo il gioco della CIA, non ci sono prove a riguardo.

Come mi ha detto molte volte un amico saggio: la maggior parte delle cospirazioni sono in realtà collusioni, e queste sono molto difficili da provare.

Ma la comunione di interessi tra la CIA e l’oligarchia russa e ucraina è talmente ovvia da essere innegabile.

Il vero pericolo per la Russia

Perciò ora abbiamo il quadro generale. Putin deve fronteggiare allo stesso tempo:

1) una campagna psicologica di USA, Regno Unito e alleati che combina la demonizzazione mediatica di Putin con una campagna nei social media che lo discredita per la sua passività e mancanza di risposte adeguate all’Occidente.
2) un gruppo piccolo ma molto vocale di nazionalisti-bolscevichi (Limonov, Dugin ecc.) che hanno trovato nella causa novorussa la perfetta opportunità di colpire Putin per non condividere la loro ideologia e le loro “soluzioni” “chiare, semplici e sbagliate”.
3) una rete di potenti oligarchi che cerca di usare l’opportunità offerta dalle azioni dei primi due gruppi per promuovere i propri interessi.
4) una quinta colonna per la quale quanto sopra è una fantastica opportunità per indebolire i sovranisti eurasiatici.
5) la delusione di molte persone sincere che credono la Russia stia agendo come un inerte sacco da boxe.
6) una stragrande maggioranza di persona in Novorussia che vogliono la completa indipendenza formale da Kiev, e che sono sinceramente convinte che ogni negoziato con Kiev sia un preludio al tradimento russo degli interessi della Novorussia.
7) il fatto oggettivo che gli interessi russi e novorussi non sono gli stessi.
8) il fatto oggettivo che l’impero anglo-sionista è ancora molto potente e perfino potenzialmente pericoloso.

E’ molto, molto difficile per Putin bilanciare queste forze in modo tale che il vettore risultante sia conforme agli interessi strategici della Russia.

Direi che non c’è soluzione al rompicapo se non la completa separazione tra la politica ufficiale dichiarata e le azioni reali.

L’aiuto segreto alla Novorussia (il Voentorg) ne è un esempio, ma solo un esempio limitato, perché ciò che la Russia deve fare ora va oltre le azioni sotto banco: deve sembrare che la Russia faccia una cosa mentre fa l’esatto contrario.

In questo momento è nell’interesse strategico russo:
1) Supportare una soluzione negoziata per un’Ucraina unita non allineata con ampie autonomie locali, al contempo opponendosi politicamente al regime ovunque: ONU, media, opinione pubblica, e supportando sia la Novorussia che qualsiasi opposizione ucraina.
2) Dare agli oligarchi russi e ucraini una ragione per, se non supportare, almeno non opporsi a tale soluzione (ad esempio non nazionalizzando le proprietà di Akhmetov nel Donbass), al contempo assicurandosi che ci sia letteralmente abbastanza “potenza di fuoco” per tenere gli oligarchi sotto controllo.
3) Negoziare con l’UE l’implementazione dell’accordo di associazione dell’Ucraina all’UE, al contempo aiutando l’Ucraina a suicidarsi economicamente, assicurandosi che venga applicata la giusta quantità di strangolamento economico per impedire al regime di risollevarsi.
4) Negoziare con l’UE e la giunta di Kiev per la fornitura di gas, al contempo assicurandosi che il regime lo paghi abbastanza da andare in fallimento.
5) Apparire non aggressiva verso gli USA, al contempo cercando il più possibile di creare tensioni tra gli USA e l’UE.
6) Apparire disponibile a fare affari con l’impero anglo-sionista, al contempo costruendo un sistema internazionale alternativo non centrato sugli USA o sul dollaro.

Come vedete, ciò va ben oltre un regolare programma di azioni clandestine.

Stiamo parlando di un programma molto complesso, multi-livello, per ottenere il più importante obiettivo russo in Ucraina (il cambiamento di regime) e nel frattempo inibire il più possibile i tentativi anglo-sionisti di ricreare una grave e duratura crisi est-ovest, nella quale l’UE praticamente si fonderebbe con gli USA.

Conclusione: una chiave di lettura delle politiche russe?

La maggior parte di noi pensa in termini di categorie da superpotenza.

Dopotutto, i presidenti statunitensi da Reagan a Obama ci hanno tutti servito una dieta di grandi dichiarazioni, operazioni militari quasi continue seguite da sessioni del Pentagono, minacce, sanzioni, boicottaggi ecc.

Direi che questo è stato il marchio della “diplomazia” occidentale dalle crociate all’ultima campagna di bombardamenti contro l’ISIL.

Russia e Cina hanno una tradizione diametralmente opposta.

Per esempio, in termini di metodologia Lavrov ripete sempre lo stesso principio: “vogliamo trasformare i nostri nemici in neutrali, i neutrali in partner e i partner in amici”.

Il ruolo dei diplomatici russi non è di preparare la guerra, ma di evitarla.

Se per gli USA la diplomazia è solo uno strumento per consegnare minacce, per la Russia serve a disinnescarle.

Non sorprende affatto quindi che la diplomazia statunitense sia così primitiva da rasentare il comico.

Dopotutto, quanta raffinatezza è necessaria per dire “obbedisci o altrimenti…”?

Qualsiasi teppistello di strada lo sa fare.

I diplomatici russi somigliano molto di più agli specialisti artificieri: devono essere estremamente pazienti, attenti e concentrati.

E soprattutto non devono permettere ad alcuno di far loro fretta, o salterà tutto in aria.

La Russia è ben consapevole che l’impero anglo-sionista è in guerra con essa, e che la resa non è più un’opzione (se mai lo è stata).

La Russia capisce anche di non essere una vera superpotenza, tantomeno un impero.

Essa è solo un paese molto potente che sta cercando di opporsi all’impero senza scatenare un confronto frontale con esso.

Il suo obiettivo di lungo termine è di abbattere l’impero.

Quello di medio termine è di creare le condizioni per il cambio di regime a Kiev.

Quello di breve termine è di impedire che la giunta di Kiev invada la Novorussia.

Il metodo preferito per ottenere tutti questi obiettivi è la negoziazione con tutte le parti coinvolte, e il prerequisito è di impedire che l’impero riesca a creare una crisi continentale acuta.

Se si tengono a mente questi principii base, si comincia a capire il senso degli apparenti zig-zag, contraddizioni e passività delle politiche russe.

Se la Russia riuscirà ad ottenere i suoi obiettivi resta una domanda aperta.

In teoria, un attacco riuscito della giunta alla Novorussia potrebbe costringere la Russia ad intervenire.

E c’è sempre la possibilità di un ennesimo “false flag”, forse nucleare.

Nelle attuali circostanze penso che la politica russa sia solida e la migliore realisticamente ottenibile, ma solo il tempo lo dirà.

Scusatemi se mi ci sono volute più di 6.400 parole per spiegare tutto questo, ma in una società dove la maggior parte dei “pensieri” viene espressa dai “tweets” era un compito ingrato far luce sul diluvio di malintesi e luoghi comuni, per di più manipolati dai social media.

Spero che quanti di voi erano confusi dalla posizione apparentemente illogica della Russia ora potranno capirne meglio il senso.

FONTE (CLICCA QUI)

 

CHE POTERE HA IL POVERO POPOLO?

Alla faccia della sovranità dei popoli;
Alla faccia della libertà di opinione;
Alla faccia della democrazia;
Insomma alla facciaccia del popolo povero che deve solo ubbidire e non deve mai alzare la testa


Gli esperti dei think-tank stanno chiedendo all’UE che si prepari a combattere scioperi e proteste sociali con la forza militare.
A causa dell’ aggravarsi delle disuguaglianze provocate dall’economia globalizzata e dai crescenti conflitti militari all’interno delle frontiere della Ue, questo tipo di manifestazioni inevitabilmente dovranno aumentare. Lo conferma uno studio dell’Istituto per la Sicurezza dell’Unione Europea: gli autori, senza mezzi termini, affermano che di fronte a questi sviluppi l’esercito dovrà essere utilizzato sempre più per compiti di polizia, in modo da poter proteggere i ricchi dalla collera dei poveri, riferisce Denis Krassnin. La ricerca, “Prospettive per la difesa europea 2020”, pubblicata già nel 2008, cioè un anno dopo il quasi-collasso del sistema finanziario globale, rende chiaro (fin dal titolo) che gli accademici e i politici sono perfettamente consapevoli delle possibili implicazioni “rivoluzionarie” della crisi. Ecco perché «stanno lavorando sui diversi scenari sociali che potranno essere utilizzati per opporsi alle prossime prevedibili reazioni della vasta maggioranza della popolazione».

«Nel quadro coordinato delle politiche di sicurezza – si legge – si stanno fondendo le responsabilità delle forze di polizia con quelle delle forze armate, Catherine Ashtone si stanno creando delle capacità comuni per affrontare le proteste sociali». La radio tedesca “Deutschlandfunk” ha appena parlato di questo studio, precisando che ufficialmente questo “progetto” dovrebbe riguardare solo interventi in paesi al di fuori della Ue. «Ma ai sensi dell’articolo 222 del Trattato di Lisbona, esiste una base giuridica, creata appositamente per il dispiegamento di unità militari e paramilitari all’interno di Stati membri della Ue, in crisi». Il trattato, spiega Krassnin in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”, è stato scritto da un gruppo di docenti universitari ed esperti nel settore della sicurezza europea, per la difesa e la politica estera. Nella prefazione, redatta dal “ministro degli esteri” dell’Ue, Catherine Ashton – sono definiti quali saranno i parametri a lungo termine che seguirà la politica di sicurezza dell’Unione Europea.

Il contributo più ampio, dal titolo “L’Unione Europea e l’ambiente di sicurezza globalizzato”, riassume l’indirizzo del progetto: Tomas Ries, direttore dell’Istituto Svedese per gli Affari Internazionali, indica che la Ue dovrebbe sempre «combattere i problemi sociali con mezzi militari». Durante la guerra fredda, racconta Krassnin, il professor Ries svolgeva mansioni di esperto di organizzazione per le forze armate del nord Europa. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ha rivolto le sue attenzioni allo studio della politica di sicurezza globale. Secondo Ries, la principale minaccia per la “sicurezza” europea si annida nella violenza di un prevedibile «conflitto provocato dalle disuguaglianze tra le classi socio-economiche che esistono nella società globale». Conflitti frutto di «asimmetriche tensioni verticali nel villaggio globale». In parole povere, conclude Krassnin, il principaleTomas Ries“problema per la sicurezza” nell’economia mondiale globalizzata è la lotta di classe.

Per illustrare queste “tensioni verticali asimmetriche”, Ries ha rappresentato le disuguaglianze sociali in un grafico. Nella parte superiore ci sono le multinazionali, il “Fortune Global 1000”, o le mille aziende che incassano la maggior parte del fatturato del mondo. Ha calcolato che, tutte insieme, queste multinazionali rappresentino in percentuale lo 0,001% della popolazione, cioè appena 7 milioni di persone. E ha evidenziato che tra loro e la grande massa della popolazione mondiale, quasi 7 miliardi di individui, esiste una distanza enorme, incolmabile. «Visivamente – aggiunge Krassnin, sempre citando Ries – appare evidente che saranno inevitabili conflitti sociali, economici e politici che scaturiranno da questa disuguaglianza». La ricetta di Ries? Semplice: il tecnocrate svedese «raccomanda di mettere la Ue “in simbiosi” con le multinazionali». Il potere di queste aziende «è in costante crescita nei settori della tecnologia e dell’economia», ma ormai «stanno acquisendo una forte influenza anche in altre aree». Dettaglio fondamentale: «Queste multinazionali hanno bisogno dello Stato e lo Stato ha bisogno di loro».

Con la crisi finanziaria, osserva Krassnin, gli Stati hanno già fatto la loro parte per entrare “in simbiosi” coi super-poteri, facendo «pagare alla popolazione i debiti delle banche» e quindi peggiorando ulteriormente le condizioni di quella che un tempo si sarebbe chiamata “classe operaia”. «Come conseguenza di questi attacchi contro i fondamentali diritti sociali», aggiunge Krassnin, secondo Ries si svilupperanno inevitabilmente dei conflitti sociali che colpiranno importanti aree delle infrastrutture. Esempi: «Uno sciopero dei netturbini a Napoli, in Italia, uno sciopero dei vigili del fuoco a Liverpool, in Inghilterra, e dei controllori del traffico aereo negli Stati Uniti». In tutte queste situazioni, «l’esercito è già stato utilizzato per mantenere in funzione le infrastrutture». Anche se questo non era in realtà un lavoro di competenza dei militari, Ries avverte che nei prossimi anni l’esercito dovrebbe essere utilizzato a livello nazionale con sempre maggiore frequenza: il «lavoro di polizia» che dovranno svolgere le truppe sarà necessario sempre più frequentemente a causa di queste tensioni, si legge nel testo.

«Dal momento in cui queste righe sono state scritte, i soldati sono già stati schierati contro i lavoratori in sciopero in Spagna e in Grecia ed è stata dichiarata la legge marziale per costringerli a tornare di nuovo al lavoro». Questo è “inevitabile”, perché «i ricchi dovevano essere protetti dai poveri», sostiene il professore. Dal momento che «la percentuale della popolazione povera e frustrata dovrà continuare ad essere molto elevata, le tensioni tra questo mondo e il mondo dei ricchi è destinata ad aumentare, con tutte le prevedibili relative conseguenze». E visto che «difficilmente entro il 2020 saremo in grado di superare il gap che causa questo problema», cioè i «difetti funzionali della società», ecco che «dovremo proteggere maggiormente la nostra incolumità». Chiaro? «Quando scrive “difetti funzionali”, Ries intende le conseguenze sociali del sistema di profitto globale, come anche le guerreGrecia, polizia antisommossache servono per garantire la funzionalità del sistema». Per Krassnin, «queste sono solo due delle componenti fondamentali del sistema capitalistico, che obbligano un numero sempre maggiore di persone alla povertà o a dover scappare dal proprio paese e diventare dei rifugiati».

Proteggere i ricchi dai poveri? Ries la descrive come «una strategia contro i perdenti del sistema». Benché ammetta che sul piano morale tutto questo sia «estremamente discutibile», secondo Ries non ci sarà nessun’altra via d’uscita «se non saremo capaci di superare le origini di questo problema». La visione del professore è quella dell’élite, «disposta a tutto pur di difendere i propri privilegi e le ricchezze contro l’opposizione del resto della popolazione», annota Krassnin. E attenzione: «Ries non propone solo un regime militare europeo per reprimere gli scioperi, ma anche un rafforzamento massiccio dei singoli Stati membri dell’Ue», in vista di una guerra. «Entro il 2020, al più tardi, la Ue dovrà espandere significativamente le proprie capacità militari», per affrontare «combattimenti ad alta intensità». La pace tra le grandi potenze, infatti, «dipende interamente dal funzionamento dell’economiamondiale: se il sistema dovesse rompersi, anche il tranquillo ordine politico andrebbe distrutto». Questo è dunque lo scenario a cui si prepara l’Unione Europea. Un ottimo modello operativo? Il golpe in Ucraina contro Mosca, che ha consegnato «poteri forti ai politici». Ulteriori sviluppi? Uno su tutti: «La guerra, all’estero e in patria».

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BASTA LA NATURA PER AVERE TUTTO – LA CANAPA PER LE NUOVE TECNOLOGIE ENERGETICHE

La moltitudine di utilizzi della CANAPA è sempre stata tenuta più nascosta possibile 

perchè?

………………..

Ora anche questa grande scoperta:  Meglio del litio e più economiche del grafene


canapa grafene batteriaDagli scarti di lavorazione della canapa si può realizzare oggi un materiale per supercondensatori con prestazioni superiori al grafene. I ricercatori della University of Alberta in Canada hanno presentato i risultati delle proprie ricerche in una conferenza organizzata a San Francisco dall’American Chemical Society e riportati sul sito web in questo articolo e inquesto studio.  Proseguono quindi gli studi già citati in questo nostro articolo di Canapa Industriale. I super-condensatori stanno rivoluzionando i sistemi di alimentazione elettrica grazie a materiali super-conduttori come il grafene, e la produzione di questo nanomateriale è costosa quanto importante per l’evoluzione dei dispositivi elettrici ed elettronici. Il Regno Unito ha recentemente avviato un programma di ricerca sul grafene da 50 milioni di sterline, ma oggi sembra ci sia un’alternativa più economica ed ecologica.

La fibra di canapa è costituita per il 70% da cellulosa cristallina. Questa può essere trasformata in nanosheets, elettrodi in lamine sottilissime con grande superficie esposta e alta capacità di trasporto e conservazione dell’energia. I risultati di queste ultime ricerche evidenziano una capacità di raggiungere e mantenere densità energetiche nettamente superiori a quelle dei dispositivi commerciali come le batterie Li-ion a ioni di litio. Nelle applicazioni per batterie, questo si traduce intempi di ricarica molto inferiori agli attuali standard. Il nuovo materiale risulta efficiente in un intervallo di temperature più elevato e la capacità dei supercondensatori di caricare e scaricare rapidamente l’intera massa di energia li rende fondamentali per l’efficienza delle batterie nei veicoli elettrici, anche per la possibilità di ricaricare le batterie in frenata.

David MitlinAltro risultato interessante della ricerca riguarda il costo di produzione dei nanosheet di canapa, inferiore a quello di un materiale non rinnovabile come il grafene grazie a processi molto più semplici. All’interno dei centri di ricerca non si vede solo canapa nel futuro di dispositivi elettronici: i ricercatori canadesi hanno condotto altri esperimenti con diversi scarti domestici e dell’industria agricola, realizzando materiali ad alte prestazioni elettriche con torba, gusci di uovo e anche bucce di banana. Gli scienziati hanno compreso le caratteristiche strutturali nella fibra dei diversi materiali organici e tramite processi che chiamano di sintesi idrotermica, simili alla cottura in pentola a pressione, riescono ad ottenere pellicole di nanomateriali con vaste applicazioni per l’industria elettronica.

Secondo il Dottor David Mitlin (nella foto), a capo del gruppo di ricerca dell’Università dell’Alberta, il compito degli scienziati è comprendere quali strutture organiche sono più adatte alle diverse applicazioni. Le bucce di banana possono trasformarsi in blocchi densi di carbonio, che gli scienziati chiamano pseudografite, adatti per le batterie a ioni di sodio. Al contrario, la fibra di canapa può realizzare fogli sottilissimi con una grande area superficiale che determina l’altissima conduttività elettrica e capacità di immagazzinamento necessarie per i supercondensatori.

FONTE  (CLICCA QUI)

GRECIA: IL 58,3% DELLA POPOLAZIONE E’ DIVENTATO POVERO E IN MISERIA

ATENE – Ad ormai oltre sei anni dall’inizio della crisi economica e della recessione che hanno colpito la Grecia, sottoposta alla “cura” della Troika formata da UE-BCE-FMI, piu’ della meta’ della popolazione, per la precisione il 58,3%, e’ oggi nella più assoluta poverta’.
E’ questo l’allarmante quadro della situazione economica delle famiglie greche che emerge da un rapporto appena pubblicato dall’Ufficio Bilancio del Parlamento di Atene e diffuso dai media ellenici.
Dal documento si evince che circa 6,3 milioni di greci (su una popolazione totale di poco meno di 11 milioni secondo l’ultimo censimento del 2011) sono poveri e poverissimi e quasi 2,5 milioni di essi vivono addirittura gia’ al di sotto della soglia di poverta’, in vera e propria miseria.
A questi, si aggiungono, stando al rapporto, 3,8 milioni sono in pericolo diretto di oltrepassare tale soglia.
Con “soglia di poverta'” si definisce il reddito minimo che una famiglia di quattro persone deve guadagnare ogni mese per pagare affitto e generi di prima necessita’, come alimenti, trasporti, vestiario e istruzione base per i figli.
Questo è il catastrofico risultato delle “riforme” imposte alla Grecia dall’Unione Europea con l’appoggio della Bce e l’avallo del Fondo Monetario Internazionale, diretto dalla strega Lagarde e da cui proviene l’attuale ministro dell’Economia italiano, Padoan.
La Grecia è l’esempio allucinante della trasformazione per colpa dell’euro e della Ue, di una nazione in un gigantesco lager a cielo aperto.
A imperitura infamia delle oligarchie che comandano a Bruxelles.

TRATTO DA QUI

L’ANGOSCIA CONTINUA … ALLA RICERCA DI DEBORAH

L’ANGOSCIA CONTINUA
Ricerche nella notte per Deborah, studentessa sparita nel nulla da 48 ore.
Al setaccio le telecamere —> http://goo.gl/Rsx6SZ

Trovata l’auto vicino al lago di Santa Croce: la ragazza ieri alle 18 era attesa in aula all’ateneo di Feltre.

FARRA D’ALPAGO (Belluno)
Apprensione e paura in Alpago: oltre un centinaio di persone fra Vigili del fuoco, Soccorso alpino, Guardia di finanza, Corpo forestale e Belluno emergenza ha preso parte dalle 4 di questa mattina, nella zona di Farra D’Alpago, alla ricerca della ragazza di 22 anni – Deborah Mareggiato – di cui non si hanno più notizie da ieri.
Da quanto si è appreso la giovane, fidanzata, era uscita di casa per andare a sostenere un esame di tecniche di prevenzione all’università di Feltre, colloquio che sarebbe stato in programma alle 18.
Sino a questo momento è stata rinvenuta l’auto della giovane non distante dal lago di Santa Croce.

Deborah abita a Belluno, è una ragazza splendida e dinamica, volontaria di Valbelluna Emergenza, iscritta alla facoltà di Infermieristica a Feltre
È anche per questo sul luogo converge anche il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco presenti con l’unità di comando locale per il coordinamento delle ricerche.
Impegnati complessivamente al momento venti persone dei vigili del fuoco, tra cui i cinofili, personale della topografia applicata al soccorso (Tas) e volontari del corpo.
Già operativo l’elicottero del reparto volo di Venezia per la ricerca dall’alto.
Sul posto anche altri soccorritori tra cui carabinieri, soccorso alpino, forestale e altri volontari.

Le ricerche proseguiranno nella notte, con il Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino di presidio al campo sportivo di Puos d’Alpago: ancora nulla è emerso in merito alla scomparsa di Deborah, fa sapere in serata il Soccorso Alpino.
L’ultimo a sentirla al telefono nel pomeriggio è stato il suo ragazzo.
Dalle 20, dopo alcuni squilli, il cellulare è risultato spento e, passate un certo numero di ore, è stato inutile tentare di risalire alla cella telefonica.
Alle 17 di ieri un testimone ha visto la ragazza seduta su una panchina a Farra e questa mattina, tra le 9 e le 10.30, sono state tre le segnalazioni, poi verificate, della sua possibile presenza in località tutte prossime al Fadalto.
Alle cinque, quando i famigliari preoccupati ne hanno segnalato la sparizione, una volta avviate, le ricerche si sono concentrate attorno al lago di Santa Croce, nelle cui vicinanze (in prossimità del ponte sul Tesa all’ingresso di Farra d’Alpago) è stata rinvenuta la sua vettura. Le perlustrazioni hanno riguardato l’intero perimetro del lago e i suoi versanti, da Cornei a dove sfocia, i canali del Rai e Cellina, l’oasi ecologica, la Sella del Fadalto, con il sorvolo della zona da parte dei due elicotteri del Suem di Pieve di Cadore e dei vigili del fuoco e il controllo delle gallerie del treno della Polfer.
Numerose le unità cinofile sul posto compresi i bloodhound che hanno seguito alcune tracce proprio in direzione Fadalto.

Se nulla di nuovo dovesse emergere nelle prossime ore, altre squadre si aggiungeranno domattina a partire dalle 7.
Al momento della scomparsa Deborah indossava un paio di leggings scuri, una camicetta grigio chiara, una giacca blu e calzava stivaletti alla caviglia marrone.
Chiunque avesse sue informazioni è pregato di contattare i carabinieri.

Tratto da (CLICCA QUI)

PRUDENZA E ALCOLICI NON VANNO DACCORDO E SPESSO E’ TARDI PER CAPIRLO

Mamma,
sono uscita con amici.
Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici.
Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cosi ho bevuto una Sprite.
Mi son sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici.
Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto.
Quando la festa e finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia machina con la certezza che ero sobria.
Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava…
Qualcosa di inaspettato!
Ora sono qui sdraiata sull’asfalto e sento un poliziotto che dice: “Il ragazzo che ha provocato l’incidente era ubriaco”.
Mamma, la sua voce sembra così lontana…
Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando,con tutte le mie forze, di non piangere.
Posso sentire i medici che dicono: “Questa ragazza non ce la farà”.
Sono certa che il ragazzo alla guida dell’altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocita.
Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire…
Perchè le persone fanno tutto questo, mamma?
Sapendo che distruggeranno delle vite?
Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente.
Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, di a papà di essere forte.
Qualcuno doveva dire a quel

ragazzo che non si deve bere e guidare…
Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva…
La mia respirazione si fa sempre piu debole e incomincio ad avere veramente paura…
Questi sono i miei ultimi momenti,e mi sento così disperata…
Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente.
Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene per questo…
Ti voglio bene e…. addio.

Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all’incidente.
La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva…scioccato.
Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza.
Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli…
Potresti perdere l’opportunita, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo.
Questo piccolo gesto può fare la differenza.