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Lettera inviata tramite posta alla presidenza della Reppublica Italiana
Palazzo del Quirinale
Roma
Palazzo del Quirinale
Roma
Sig.presidente della Repubblica italiana, che cosa dovrei festeggiare; i 150 anni di colonizzazione che la Sardegna ha subito?
Ma davvero nutre la pretesa che i sardi festeggino una ricorrenza così sciagurata?
Dovrebbe avere l’ onesta di ammettere una volta per tutte che l’unità d’Italia, per gli italiani e per noi sardi è stata un fallimento totale.
Una entità geopolitica di incerta credibilità sin dalla sua costituzione, creata dalla volontà di una banda di assassini (Savoia) al solo scopo di espandere i propri domini sulla penisola italica, responsabile di indicibili atrocità contro le popolazioni del sud, e che ha costretto la nostra terra a subire un destino di sventure e privazioni, non può e non potrà mai essere festeggiata!
Dovremmo ringraziare quest’Italia per avere trascinato un popolo mite come il nostro in due sanguinose guerre mondiali, e in tutte quelle che ancora oggi si combattono in cui i sardi sono in prima linea come “carne da macello”?
Dovremmo ringraziarla per averci fatto fare l’inebriante esperienza con fenomeni che difficilmente la Sardegna avrebbe vissuto se fosse stata per conto suo: guerre, dittature, persecuzioni politiche ,terrorismo rosso, terrorismo nero, emigrazione di massa, mafia, camorra, n,drangheta; corruzione nell’amministrazione, nei settori industriali e finanziari, e non ultima fenomeni striscianti di razzismo nei nostri confronti (vedi vicende pastori a Cagliari e Civitavecchia): la lista potrebbe continuare all’infinito.
Oppure festeggiare la politica coloniale tesa a depredare le risorse della nostra terra con politiche palesemente sperequative alle quali è seguito il danno psicologico di far credere ai sardi che “erano dei mantenuti” e che “senza l’Italia sarebbero morti di fame”: risorse depredate e danno psicologico che ancora oggi sono difficili da quantificare in termini di “mancato sviluppo.
Forse dovremmo ringraziarla per averci imposto un modello di sviluppo completamente avulso al contesto culturale della Sardegna, al solo scopo di foraggiare con danaro pubblico individui loschi legati a vostri potentati politici ed economici, facendo si che poi fallissero: vedi la chimica.
Dovremmo ringraziarla per averci espropriato enormi estensioni di territorio per scopi militari, così da trasformarci nella più grande base militare d’Europa, in cui, tutti gli anni, si vomitano tonnellate di sostanze chimiche pericolosissime (Quirra, Teulada) che inducono alla morte fratelli e sorelle che hanno avuto l’unica colpa di credere alle vostre false promesse di sviluppo: gli stessi che hanno visto i loro luoghi della memoria trasformati in aree infernali dove si sperimentano armi che poi vengono utilizzate contro popolazioni verso le quali i sardi non nutrono nessuna avversione.
Inoltre che dire del nostro patrimonio culturale? …: distrutto scientificamente in quanto ritenuto un ostacolo al processo di omologazione di un popolo oggettivamente “diverso”, al quale, ancora oggi, viene negato, mediante la mancata applicazioni delle leggi, il diritto di usufruire dei “vostri – nostri” mezzi d’informazione con la lingua dei padri.
La nazionalità italiana, oggi, per noi significa distruzione della nostra nazione attraverso il danneggiamento e l’esproprio arbitrario del suo patrimonio ambientale, storico e culturale.
E’ questo che dovremmo festeggiare?
Sig. presidente noi non festeggeremo l’unità di uno stato che per 150 anni ha dimostrato di essere un nemico lontano, che ha prodotto, alla terra millenaria dei sardi, solo sofferenze ed eventi nefasti, palesando un irreparabile rottura che potrà essere risanata solo con la nostra indipendenza.
Ma davvero nutre la pretesa che i sardi festeggino una ricorrenza così sciagurata?
Dovrebbe avere l’ onesta di ammettere una volta per tutte che l’unità d’Italia, per gli italiani e per noi sardi è stata un fallimento totale.
Una entità geopolitica di incerta credibilità sin dalla sua costituzione, creata dalla volontà di una banda di assassini (Savoia) al solo scopo di espandere i propri domini sulla penisola italica, responsabile di indicibili atrocità contro le popolazioni del sud, e che ha costretto la nostra terra a subire un destino di sventure e privazioni, non può e non potrà mai essere festeggiata!
Dovremmo ringraziare quest’Italia per avere trascinato un popolo mite come il nostro in due sanguinose guerre mondiali, e in tutte quelle che ancora oggi si combattono in cui i sardi sono in prima linea come “carne da macello”?
Dovremmo ringraziarla per averci fatto fare l’inebriante esperienza con fenomeni che difficilmente la Sardegna avrebbe vissuto se fosse stata per conto suo: guerre, dittature, persecuzioni politiche ,terrorismo rosso, terrorismo nero, emigrazione di massa, mafia, camorra, n,drangheta; corruzione nell’amministrazione, nei settori industriali e finanziari, e non ultima fenomeni striscianti di razzismo nei nostri confronti (vedi vicende pastori a Cagliari e Civitavecchia): la lista potrebbe continuare all’infinito.
Oppure festeggiare la politica coloniale tesa a depredare le risorse della nostra terra con politiche palesemente sperequative alle quali è seguito il danno psicologico di far credere ai sardi che “erano dei mantenuti” e che “senza l’Italia sarebbero morti di fame”: risorse depredate e danno psicologico che ancora oggi sono difficili da quantificare in termini di “mancato sviluppo.
Forse dovremmo ringraziarla per averci imposto un modello di sviluppo completamente avulso al contesto culturale della Sardegna, al solo scopo di foraggiare con danaro pubblico individui loschi legati a vostri potentati politici ed economici, facendo si che poi fallissero: vedi la chimica.
Dovremmo ringraziarla per averci espropriato enormi estensioni di territorio per scopi militari, così da trasformarci nella più grande base militare d’Europa, in cui, tutti gli anni, si vomitano tonnellate di sostanze chimiche pericolosissime (Quirra, Teulada) che inducono alla morte fratelli e sorelle che hanno avuto l’unica colpa di credere alle vostre false promesse di sviluppo: gli stessi che hanno visto i loro luoghi della memoria trasformati in aree infernali dove si sperimentano armi che poi vengono utilizzate contro popolazioni verso le quali i sardi non nutrono nessuna avversione.
Inoltre che dire del nostro patrimonio culturale? …: distrutto scientificamente in quanto ritenuto un ostacolo al processo di omologazione di un popolo oggettivamente “diverso”, al quale, ancora oggi, viene negato, mediante la mancata applicazioni delle leggi, il diritto di usufruire dei “vostri – nostri” mezzi d’informazione con la lingua dei padri.
La nazionalità italiana, oggi, per noi significa distruzione della nostra nazione attraverso il danneggiamento e l’esproprio arbitrario del suo patrimonio ambientale, storico e culturale.
E’ questo che dovremmo festeggiare?
Sig. presidente noi non festeggeremo l’unità di uno stato che per 150 anni ha dimostrato di essere un nemico lontano, che ha prodotto, alla terra millenaria dei sardi, solo sofferenze ed eventi nefasti, palesando un irreparabile rottura che potrà essere risanata solo con la nostra indipendenza.
A si biri mellus
08 gennaio 2011
08 gennaio 2011
Sergio Gabriele Cossu (vai al suo profilo su facebook)
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