2023.07.19 – UN MEDICO AUSTRALIANO TROVA ALTRE PROVE DEL GRAFENE NEI VACCINI: PIANO PER UNO STERMINIO DI MASSA

di Cesare Sacchetti

Il dottor David Nixon appare essere un tipo piuttosto mite e ragionevole. È un medico australiano che lo scorso anno ha avuto modo di studiare e di fare ciò che molti altri suoi colleghi si sono rifiutati di fare probabilmente perché più fedeli a quel giuramento di omertà, e non tristemente a quello di Ippocrate, che governa larga parte del mondo medico.

Ha preso dei campioni di vaccini Pfizer e li ha analizzati al microscopio. Ciò che ha trovato il dottor Nixon in quei campioni è, a suo dire, “inquietante”.

Quando il medico australiano ha iniziato ad esaminare sotto il vetrino del microscopio il contenuto di quelle fiale ha trovato quello che in realtà non avrebbe dovuto esserci.

Stando alle immagini mostrate, nei vaccini si vedono delle strutture meccaniche che si muovono e che si assemblano come se fossero state programmate per farlo.

Tali strutture interagiscono e reagiscono ad impulsi esterni, soprattutto di carattere elettromagnetico.

Quando tali strutture vengono circondate da una gabbia di Faraday smettono improvvisamente di muoversi.

La gabbia di Faraday è quel contenitore o schermo che isola un determinato ambiente dai campi elettromagnetici.

Questo sistema viene, ad esempio, utilizzato per proteggere delle stanze o altri ambienti simili da potenziali orecchie indiscrete che vogliono ascoltare ciò che viene detto in quel luogo.

Attraverso le sue proprietà isolanti, questa tecnologia impedisce ai dispositivi elettronici di trasmettere e comunicare con il mondo esterno.

La scoperta del dottor Nixon sembra chiaramente indicare che dentro i sieri ci siano dei nanobot o microcircuiti che ovviamente non sono stati dichiarati dai produttori delle case farmaceutiche che hanno brevettato tali sieri.

Lo scorso anno il medico ha messo a disposizione i risultati delle sue ricerche nel corso di una diretta fatta per il canale della giornalista australiana Maria Zee e in quell’occasione Nixon è sembrato concordare che ciò che c’è all’interno del siero ricorda molto il grafene.

La prima scoperta del grafene nei vaccini: lo studio del professor Campra

Questo riporta indietro alla prima ricerca fatta al mondo in questo campo e la prima ad affermare che nei vaccini Covid ci sia questo materiale.

Lo studio in questione intitolato “Rilevazione del grafene nei vaccini Covid” fu scritto dal ricercatore spagnolo Pablo Campra, biologo e chimico dell’università di Almeria, che esaminò diversi lotti dei vaccini Covid che gli furono messi a disposizione da persone presumibilmente appartenenti alle case farmaceutiche produttrici oppure dai ministeri dei Paesi che hanno distribuito poi il siero.

Campra ha pubblicato uno studio molto esaustivo e dettagliato ricco di immagini al microscopio basate sulla tecnologia microraman che si è rivelata apparentemente molto efficace per individuare la presenza del grafene.

Il biologo spagnolo nella ricerca pubblicò anche i numeri dei lotti dei vaccini delle case farmaceutiche che ha analizzato in modo da poter fornire un’informazione che può essere verificata attraverso il codice seriale in questione in una eventuale controversia con le case farmaceutiche che fino ad ora si sono guardate bene dal citare in giudizio Campra.

Sono stati analizzati in particolari almeno quattro lotti della Pfizer con numeri di lotti quali EY3014, FD8271, F69428 e FE4721 assieme ad un vaccino Astrazeneca con numero seriale ABWO411 e un’altra fiala del vaccino Moderna con la sigla numerica 3002183.

Le corrispondenze dei risultati risultano essere abbastanza univoche.

In ognuno dei campioni indicati sopra è stata riscontrata la presenza di strutture grafeniche.

Nelle immagini rilevate con il microscopio nella ricerca di Campra si mostra quella che viene definita nello studio come una “intricata massa di lamine translucide piegate sopra sé stesse.”

In una successiva ricerca collegata a questa, il biologo ha mostrato altre immagini delle analisi fatte con il microscopio elettronico.

Per poter accertarsi della presenza del grafene, Campra fa il confronto tra le immagini delle analisi dei vaccini e quelle di immagini del grafene rilevate al microscopio in altre ricerche. La corrispondenza sembra essere perfetta.

In entrambi i casi si vede chiaramente la presenza del metallo in questione.

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