Vittoria schiacciante dei “sì” al referendum per l’indipendenza nell’Ucraina orientale: il 95,98% dei votanti si è espresso a favore dell’autoproclamata repubblica di Lugansk, mentre l’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk ha raccolto l’89,07% dei consensi.
Dati che, pur non essendo ancora definitivi, aprono adesso nuovi problemi nella già caotica situazione del Paese.
Oggi sia la regione di Donetsk che quella di Lugansk, tramite i leader filorussi, hanno fatto sapere che non parteciperanno alle presidenziali del 25 maggio, appuntamento che l’Ue ritiene invece importantissimo per porre le basi di una normalizzazione.
Il presidente ad interim Oleksandr Turchinov ha ribadito che il referendum è “una farsa propagandistica, senza effetti giuridici”, sottolineando che le autorità di Kiev “continueranno il dialogo con coloro che nell’Ucraina dell’Est non hanno sangue sulle mani e sono pronti a difendere i loro obiettivi in modo legale”.
Pur invitando al dialogo, il Cremlino ha fatto sapere di rispettare “l’espressione della volontà della popolazione della regione di Donetsk e Lugansk” e “sottolinea l’alta affluenza della popolazione nonostante i tentativi di far fallire il voto”.
Oggi sia la regione di Donetsk che quella di Lugansk, tramite i leader filorussi, hanno fatto sapere che non parteciperanno alle presidenziali del 25 maggio, appuntamento che l’Ue ritiene invece importantissimo per porre le basi di una normalizzazione.
Il presidente ad interim Oleksandr Turchinov ha ribadito che il referendum è “una farsa propagandistica, senza effetti giuridici”, sottolineando che le autorità di Kiev “continueranno il dialogo con coloro che nell’Ucraina dell’Est non hanno sangue sulle mani e sono pronti a difendere i loro obiettivi in modo legale”.
Pur invitando al dialogo, il Cremlino ha fatto sapere di rispettare “l’espressione della volontà della popolazione della regione di Donetsk e Lugansk” e “sottolinea l’alta affluenza della popolazione nonostante i tentativi di far fallire il voto”.