In data 12/03/2014 ho partecipato, in compagnia del Provveditore Generale Montanari, ad una serata organizzata dal Tea Party Veneto in collaborazione con il Movimento 9 Dicembre e l'associazione partitica Veneti Indipendenti, nata dai partiti italiani Veneto Stato, Liga Veneta Repubblica e Futuro Popolare.
La serata è stata incentrata su due temi fondamentali, la "disobbedienza" fiscale e l'indipendenza del "Veneto" (poi vedremo il perché dei virgolettati).
La sensazione che scaturisce dall'incontro, per un "addetto ai lavori", è quella di grande confusione, o meglio di poca chiarezza e trasparenza.
Innanzitutto si continua a voler tenere il piede in due scarpe, mi spiace dirlo, da buoni italiani, abituati da sempre ad avere una bandiera di scorta nel caso la guerra girasse male, l'unica bandiera in grado di ottenere la loro fedeltà assoluta è quella della loro squadra (ovviamente italiana) di calcio, e a volte nemmeno quella.
Quindi ecco un susseguirsi di "legalmente", "legalità", "secondo le norme", che ovviamente sono quelle dell'occupante italiano, non certo quelle internazionali o quelle del buonsenso e della convivenza civile, che rispetto al codice del paese con "la costituzione più liberticida del mondo" sono diametralmente opposte.
Ad ogni modo, almeno per gli italiani, il discorso è valido, se essi vogliono arrabattarsi con ravvedimenti operosi vari e altre amenità della burocrazia italiota, sicuramente una non collaborazione, o almeno una parvenza di ostacolo ai funzionari italiani, sono sempre ben accette.
Interessante anche l'intervento di Don Marino Ruggero, parroco del padovano, che nella sua semplicità e onestà, ha dato un messaggio molto più forte, se per pagare le tasse non puoi mangiare, non pagare le tasse; se non hai di che vestire i tuoi figli, non pagare le tasse.
Altro che "ravvedimento operoso".
Naturalmente siamo ancora nella fase "italiana" della serata, quindi c'è la speranza di un escalation quando si toccherà il tasto indipendenza.
Per tacciare ogni speranza passiamo quindi alla parte "indipendentista" della serata, se così si può dire, di cui si fa unico portavoce tale avvocato Luca Azzano Cantarutti, fuoriuscito dal partito Indipendenza Venta, ora volto di una nuova compagine che raccoglie altri partiti italiani sotto il nome di Veneti Indipendenti.
Firmatario di una qualche legge della regione amministrativa italiana veneto, si produce in una scenetta che personalmente ho trovato aberrante, un'accozzaglia di qualunquismi da osteria, da indipendentismo leghista per capirci.
Immancabile il riferimento assoluto e unico alla regione veneto come un'entità in qualche modo rappresentativa del Popolo Veneto (questo sempre accuratamente evitato, in quanto è dominante l'idea di "residenti della regione" per ovvi motivi elettorali).
Cosa che non è, non è mai stata e non sarà mai.
La regione veneto non ha nulla a che fare col Popolo Veneto, se non il suo posizionamento entro parte degli antichi confini della nostra Repubblica, e un nome fuorviante.
Non ci facciamo mancare i soliti accostamenti totalmente errati con Catalogna e Scozia, vicine nella lotta ma a distanze abissali sul piano tecnico-giuridico.
Ciliegina sulla torta il saluto dello stesso avvocato con un motto che suonava come "forza veneto libero" o qualcosa del genere, si vede che il nostro "Viva San Marco" non ha moltra presa sugli elettori italiani…
Qualche nota positiva dagli interventi del già citato Don Marino, da Gabriele Perucca, che fortunatamente rimarca l'importanza della nostra veneticità prima di tutto e dell'imprenditore Andrea Polese, esempio vivente del VERO sciopero fiscale, quello che se ne infischia di leggi e regolamenti.
Emblematico lo scambio di battute avuto con una giornalista del programma Agorà (intervento che ovviamente non è stato mandato in onda), che resta decisamente interdetta, nel momento in cui le si fa notare che per un Veneto non esiste un "residuo fiscale" né una regione veneto, che Bergamo e Brescia le considera parte della sua Patria, per un Veneto esistono i Veneti, che prima di tutto sono un Popolo, e non dei residenti geografici, ed esiste una Patria, che non si deve "staccare", che non è un "nuovo stato europeo", ma una Nazione antichissima, che deve essere liberata da un giogo pesantissimo, quello italiano.
Un messaggio che evidentemente fa paura a molti e non solo oltre i nostri confini.
WSM
Venetia, 16 Marzo 2014
Davide Giaretta
Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio
La serata è stata incentrata su due temi fondamentali, la "disobbedienza" fiscale e l'indipendenza del "Veneto" (poi vedremo il perché dei virgolettati).
La sensazione che scaturisce dall'incontro, per un "addetto ai lavori", è quella di grande confusione, o meglio di poca chiarezza e trasparenza.
Innanzitutto si continua a voler tenere il piede in due scarpe, mi spiace dirlo, da buoni italiani, abituati da sempre ad avere una bandiera di scorta nel caso la guerra girasse male, l'unica bandiera in grado di ottenere la loro fedeltà assoluta è quella della loro squadra (ovviamente italiana) di calcio, e a volte nemmeno quella.
Quindi ecco un susseguirsi di "legalmente", "legalità", "secondo le norme", che ovviamente sono quelle dell'occupante italiano, non certo quelle internazionali o quelle del buonsenso e della convivenza civile, che rispetto al codice del paese con "la costituzione più liberticida del mondo" sono diametralmente opposte.
Ad ogni modo, almeno per gli italiani, il discorso è valido, se essi vogliono arrabattarsi con ravvedimenti operosi vari e altre amenità della burocrazia italiota, sicuramente una non collaborazione, o almeno una parvenza di ostacolo ai funzionari italiani, sono sempre ben accette.
Interessante anche l'intervento di Don Marino Ruggero, parroco del padovano, che nella sua semplicità e onestà, ha dato un messaggio molto più forte, se per pagare le tasse non puoi mangiare, non pagare le tasse; se non hai di che vestire i tuoi figli, non pagare le tasse.
Altro che "ravvedimento operoso".
Naturalmente siamo ancora nella fase "italiana" della serata, quindi c'è la speranza di un escalation quando si toccherà il tasto indipendenza.
Per tacciare ogni speranza passiamo quindi alla parte "indipendentista" della serata, se così si può dire, di cui si fa unico portavoce tale avvocato Luca Azzano Cantarutti, fuoriuscito dal partito Indipendenza Venta, ora volto di una nuova compagine che raccoglie altri partiti italiani sotto il nome di Veneti Indipendenti.
Firmatario di una qualche legge della regione amministrativa italiana veneto, si produce in una scenetta che personalmente ho trovato aberrante, un'accozzaglia di qualunquismi da osteria, da indipendentismo leghista per capirci.
Immancabile il riferimento assoluto e unico alla regione veneto come un'entità in qualche modo rappresentativa del Popolo Veneto (questo sempre accuratamente evitato, in quanto è dominante l'idea di "residenti della regione" per ovvi motivi elettorali).
Cosa che non è, non è mai stata e non sarà mai.
La regione veneto non ha nulla a che fare col Popolo Veneto, se non il suo posizionamento entro parte degli antichi confini della nostra Repubblica, e un nome fuorviante.
Non ci facciamo mancare i soliti accostamenti totalmente errati con Catalogna e Scozia, vicine nella lotta ma a distanze abissali sul piano tecnico-giuridico.
Ciliegina sulla torta il saluto dello stesso avvocato con un motto che suonava come "forza veneto libero" o qualcosa del genere, si vede che il nostro "Viva San Marco" non ha moltra presa sugli elettori italiani…
Qualche nota positiva dagli interventi del già citato Don Marino, da Gabriele Perucca, che fortunatamente rimarca l'importanza della nostra veneticità prima di tutto e dell'imprenditore Andrea Polese, esempio vivente del VERO sciopero fiscale, quello che se ne infischia di leggi e regolamenti.
Emblematico lo scambio di battute avuto con una giornalista del programma Agorà (intervento che ovviamente non è stato mandato in onda), che resta decisamente interdetta, nel momento in cui le si fa notare che per un Veneto non esiste un "residuo fiscale" né una regione veneto, che Bergamo e Brescia le considera parte della sua Patria, per un Veneto esistono i Veneti, che prima di tutto sono un Popolo, e non dei residenti geografici, ed esiste una Patria, che non si deve "staccare", che non è un "nuovo stato europeo", ma una Nazione antichissima, che deve essere liberata da un giogo pesantissimo, quello italiano.
Un messaggio che evidentemente fa paura a molti e non solo oltre i nostri confini.
WSM
Venetia, 16 Marzo 2014
Davide Giaretta
Vice Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio