Dopo "gli allargamenti" della protesta rivoluzionaria annunciata nelle giornate scorse, il fronte della ribellione perde un altro pezzo.
Già nella tarda serata di ieri si era registrato il ripensamento del leader dell'Aias Giuseppe Richichi che deve aver riconsiderato le evidenti positività presenti nell'intesa sottoscritta da Anita, Unatras e movimento cooperativo.
Aver risolto la questione del recupero dell'accisa, della conferma delle risorse per le imprese, della ricostituzione dell'Albo con i nuovi compiti assegnati di coordinamento ed aver costituito un tavolo di confronto con il compito di individuare le possibili soluzioni ai problemi dei trasportatori isolani, non sono chiacchiere ma fatti concreti.
Proprio quelli che attendeva Richichi.
Ora e' divenuta ufficiale anche la dissociazione di Forza d'urto, altra organizzazione che aveva aderito alla protesta.
Quello che potrà succedere lunedì, dunque, rientra quindi sempre piu' in una iniziativa politica di protesta rivoluzionaria nella quale i temi relativi ai problemi dell' autotrasporto sono marginali.
Ciò che interessa loro è la protesta fin a se' stessa.
Ma questo non può trovare la condivisione degli imprenditori del trasporto.
L'adesione di una forza politica di estrema destra contribuisce a classificare sempre piu' l'eventuale iniziativa (si potrebbero registrare ulteriori defezioni) come una ribellione di matrice politica.
Abbiamo due speranze: la prima che il rinsavimento colpisca anche i dirigenti di quelle piccole associazioni di autotrasportatori che ancora sembrano non aver compreso di essere solo "degli utili idioti"; la seconda che qualche consigliere smetta di generare aspettative e diffondere ricostruzioni irreali.
Forse non lo ha ancora ben compreso ma la partita e' delicata