Oggetto: LETTERA APERTA E PUBBLICA 0160216163309332
All’attenzione di
ex superiori e colleghi,
Autorità istituzionali competenti
– Governo della Repubblica Italiana
– Ministro dell’Interno
– Capo della Polizia di Stato
– Questore pro tempore di Treviso
– Autorità sanitarie e soggetti istituzionali coinvolti nei procedimenti disciplinari che hanno condotto alla mia destituzione dalla Polizia di Stato
Io sottoscritto Sergio Bortotto, nato il 15.07.1961 a Vicenza – Vi, Cittadino autodeterminato, nella piena titolarità della propria soggettività giuridica originaria e in conformità alle norme e ai principi di autodeterminazione riconosciuti dal diritto internazionale, autodeterminatesi presso il Dipartimento Anagrafe, Istituzione del Governo Veneto Provisorio costituito dal Movimento de Liberasione Nasionale del Popolo Veneto (MLNV) ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo addizionale (1977) alle convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949), con attribuzione del seguente codice unico personale 0000000234501000,
Scrivo questa lettera dopo venticinque anni, non per rancore e non per vendetta, ma perché il tempo trascorso non ha cancellato i fatti, né le loro conseguenze.
Dal 2000 in avanti, la mia vita personale, professionale ed economica è stata segnata da una sequenza di procedimenti disciplinari, valutazioni, atti e silenzi che hanno prodotto un esito definitivo: la mia destituzione dalla Polizia di Stato.
Ho atteso a lungo che fosse la Giustizia istituzionale a fare il proprio corso.
Oggi posso affermare, con serenità e dolore insieme, che quel corso, per me, non c’è stato.
Già nel 2011 ho reso pubblica, con nome e cognome, una testimonianza dettagliata di quanto stava accadendo, nell’articolo intitolato
“L’altra faccia della Polizia italiana”, tuttora consultabile online.
A quella esposizione pubblica non seguì alcuna risposta nel merito,
nessuna verifica indipendente, nessuna assunzione di responsabilità.
Negli anni successivi, e in modo ancora più formale, ho reso pubblici più Avvisi a Pubblica Menzione – Affidavit, nei quali ho ribadito e giurato la verità dei fatti, indicando ruoli, passaggi procedurali, responsabilità e conseguenze:
– Affidavit del 21 novembre 2024
– Affidavit del 31 gennaio 2025
Anche a fronte di tali atti solenni e pubblici, il silenzio è rimasto totale.
Questo dato, oggi, non è più neutro.
È storicamente e moralmente rilevante.
In questo contesto, un ruolo determinante è stato svolto anche da valutazioni sanitarie redatte nell’ambito della Polizia di Stato, rivelatesi decisive per l’avvio e l’esito di procedimenti disciplinari successivi.
In particolare, valutazioni redatte dal medico di Polizia dott. Sartore hanno inciso in modo sostanziale su tali procedimenti, pur presentando elementi di contraddizione e mancato riscontro che, ad oggi, non hanno mai trovato chiarimento istituzionale.
Da quegli atti sono derivate conseguenze irreversibili sulla mia vita.
Una domanda che non ha mai avuto risposta
Non scrivo questa lettera per chiedere risarcimenti, né per invocare punizioni.
Scrivo per porre una domanda che il tempo non ha cancellato:
come vive in coscienza chi ha firmato, avallato, utilizzato o taciuto
di fronte ad atti rivelatisi infondati, contraddittori o non chiariti,
sapendo che da essi dipendevano la carriera, la dignità e l’esistenza di un uomo?
Dal 2000 ad oggi, nessuno ha ritenuto di dover rispondere nel merito.
Questo silenzio ha permesso che le conseguenze di quei fatti continuassero a produrre effetti fino ad oggi.
Perché scrivo ora?
Scrivo ora perché ho compreso che il silenzio non protegge
e che chi subisce un torto e non lo contesta, lo accetta.
Io non ho mai accettato.
Ho parlato, scritto, denunciato, giurato pubblicamente.
Scrivo ora perché questa vicenda non può essere cancellata,
né ridotta a pratica archiviata, né sepolta sotto il peso del tempo.
Questa lettera non chiede risposte.
Non chiede favori.
Non chiede riabilitazioni.
Afferma una verità documentata.
E affida alla coscienza di ciascuno il peso delle proprie scelte.
Perché se la Giustizia istituzionale può mancare, la memoria no.
Questa lettera è un atto di verità, non un appello.
E così deve restare.
Con onore e in fede
Sergio Bortotto

già Ispettore della Polizia di Stato
Presidente del Movimento de Liberasione Nasionale del Popolo Veneto
Presidente del Governo Veneto Provvisorio
