Palmanova si trova in Friuli a 20 km da Udine, 28 km da Gorizia e 55 km da Trieste (oggi nel punto di incontro tra l'autostrada A23 Udine-Tarvisio e A4 Torino-Trieste)
Palmanova, città di fondazione, ha una precisa data di nascita: 7 ottobre 1593.
Palmanova, città di fondazione, ha una precisa data di nascita: 7 ottobre 1593.
Tale data fu scelta dai rappresentanti della Repubblica di Venezia in quanto ricordava due eventi importanti nella storia della Repubblica, il primo, di carattere religioso, era la ricorrenza di Santa Giustina, che diventerà patrona della nuova città, il secondo, di carattere civile, era l'anniversario della vittoria di Lepanto sui Turchi il 7 ottobre 1571.
Con la scelta di quest'ultimo avvenimento la Serenissima voleva lanciare un messaggio inequivocabile sulla funzione della nuova fortezza quale argine alle invasioni ottomane, non solo della Repubblica ma dell'intera cristianità.
La Repubblica Veneta dà vita così ad un eccezionale complesso monumentale, una delle più ambiziose realizzazioni della cultura rinascimentale.
Con la scelta di quest'ultimo avvenimento la Serenissima voleva lanciare un messaggio inequivocabile sulla funzione della nuova fortezza quale argine alle invasioni ottomane, non solo della Repubblica ma dell'intera cristianità.
La Repubblica Veneta dà vita così ad un eccezionale complesso monumentale, una delle più ambiziose realizzazioni della cultura rinascimentale.
La grandiosità, la bellezza architettonica delle linee, la funzionalità e anche la modernità della "macchina militare" rendono Palmanova unica ed esemplare nei confronti di altre città "stellate" che vengono costruite in Europa fino ad almeno la metà del Settecento.
La fortezza di Palmanova è stata concepita e realizzata come struttura fortificata di confine e, per diverso tempo, ha mantenuto il suo ruolo dissuasivo.
La fortezza di Palmanova è stata concepita e realizzata come struttura fortificata di confine e, per diverso tempo, ha mantenuto il suo ruolo dissuasivo.
Ad esempio, durante la guerra di Gradisca, anche se vengono sollevati dubbi nei riguardi della sua efficienza, nessuno ha il coraggio di farsi avanti e metterla alla prova con un assedio.
L'accesso alla Città di Palmanova è possibile attraverso le tre Porte Monumentali attribuite all'architetto Vincenzo Scamozzi, non per una precisa documentazione ritrovata che comprovi la paternità del grande architetto civile vicentino, ma per il ruolo che egli ebbe a servizio di Venezia, per la sua documentata presenza a Palmanova e per quanto egli ha scritto nel suo trattato " Dell'Idea dell'Architettura Universale" (1615).
Le Porte sono gli unici edifici visibili dall'esterno della Fortezza e conservano ancora in parte le caratteristiche architettoniche originarie.
La loro facciata esterna, di fattura piuttosto accurata, contrasta con il rigore e la semplicità delle forme presenti all'interno che esaltano, invece, una funzionalità piuttosto militare.
L'accesso alla Città di Palmanova è possibile attraverso le tre Porte Monumentali attribuite all'architetto Vincenzo Scamozzi, non per una precisa documentazione ritrovata che comprovi la paternità del grande architetto civile vicentino, ma per il ruolo che egli ebbe a servizio di Venezia, per la sua documentata presenza a Palmanova e per quanto egli ha scritto nel suo trattato " Dell'Idea dell'Architettura Universale" (1615).
Le Porte sono gli unici edifici visibili dall'esterno della Fortezza e conservano ancora in parte le caratteristiche architettoniche originarie.
La loro facciata esterna, di fattura piuttosto accurata, contrasta con il rigore e la semplicità delle forme presenti all'interno che esaltano, invece, una funzionalità piuttosto militare.
I rivellini davanti alle tre porte, realizzati nella seconda metà del Seicento, determinarono un nuovo modo di accedere alla Fortezza.
Sui fianchi, cioè fra queste fortificazioni ed il fossato, furono alzate due controporte con funzioni diverse.
La prima aveva la funzione di difendere una strada coperta che correva attorno il rivellino, l'altra serviva per il transito di carri e persone per cui aveva una carreggiata più ampia. Sul filo del fossato, queste controporte di transito avevano un locale per il corpo di guardia e feritoie per i fucilieri.
Erano anche munite di rastelli (cancelli) ed erano rinforzate all'esterno da un fossato asciutto con "ponte levadore".
Due di queste controporte esistono ancor oggi: una a Porta Aquileia e l'altra a Porta Cividale, entrambe del tipo che serviva a controllare la strada coperta.
Sui fianchi, cioè fra queste fortificazioni ed il fossato, furono alzate due controporte con funzioni diverse.
La prima aveva la funzione di difendere una strada coperta che correva attorno il rivellino, l'altra serviva per il transito di carri e persone per cui aveva una carreggiata più ampia. Sul filo del fossato, queste controporte di transito avevano un locale per il corpo di guardia e feritoie per i fucilieri.
Erano anche munite di rastelli (cancelli) ed erano rinforzate all'esterno da un fossato asciutto con "ponte levadore".
Due di queste controporte esistono ancor oggi: una a Porta Aquileia e l'altra a Porta Cividale, entrambe del tipo che serviva a controllare la strada coperta.
A Porta Udine restano alcuni ruderi e tracce tuttora visibili.
L'unicità della fortezza di Palmanova sta nel fatto di poter mostrare concretamente al visitatore le innovazioni che nei secoli la scienza delle fortificazioni andava immaginando.
Se nel tardo Cinquecento l'uso dell'artiglieria richiedeva ampi, bassi e possenti terrapieni per proteggere una città, qui Venezia li realizzò.
Gli architetti diedero a queste mura la forma di baluardi a punta di freccia e li collegò con le cortine.
L'unicità della fortezza di Palmanova sta nel fatto di poter mostrare concretamente al visitatore le innovazioni che nei secoli la scienza delle fortificazioni andava immaginando.
Se nel tardo Cinquecento l'uso dell'artiglieria richiedeva ampi, bassi e possenti terrapieni per proteggere una città, qui Venezia li realizzò.
Gli architetti diedero a queste mura la forma di baluardi a punta di freccia e li collegò con le cortine.
Ne uscì un ennagono ai cui vertici sporgevano i baluardi affinché potessero essere difesa uno dell'altro (stella a nove punte).
Tutto il circuito fu ulteriormente protetto da un largo fossato e per entrare in città tre ingressi furono situati al centro di altrettante cortine.
Partendo da Porta Udine, dove si può ancora vedere nella sua naturale sede la grande ruota che serviva al sollevamento del ponte levatoio, si gira a destra alla prima trasversale e s'imbocca la Strada delle Milizie.
Questa correva circolarmente a ridosso delle mura e permetteva copertura e rapido movimento delle truppe e dei materiali.
Tutto il circuito fu ulteriormente protetto da un largo fossato e per entrare in città tre ingressi furono situati al centro di altrettante cortine.
Partendo da Porta Udine, dove si può ancora vedere nella sua naturale sede la grande ruota che serviva al sollevamento del ponte levatoio, si gira a destra alla prima trasversale e s'imbocca la Strada delle Milizie.
Questa correva circolarmente a ridosso delle mura e permetteva copertura e rapido movimento delle truppe e dei materiali.
Sulla strada si affacciamo i Quartieri Militari ed edifici per uso dell'artiglieria posizionata sulle fortificazioni.
Sulla piazza, segnata dal piccolo fossato della Roggia, si affacciano i principali edifici, che nell'idea degli architetti Veneziani dovevano rappresentare la mente della città: il Palazzo del Provveditore Generale, costruito, come testimonia la data sulla chiave di volta del portone d'ingresso nel 1598 fu inizialmente la sede del nobile rappresentante della Serenissima, massima autorità civile e militare della città, e via via dei generali comandanti e podestà.
A fianco del Palazzo del Provveditore, senza soluzione di continuità, c'è la Loggia della Gran Guardia, che ospitava il corpo di guardia a tutela della piazza e del Provveditore.
Il Palazzo del Governatore dell'Armi era sede dell'autorità militare e dell'armeria della fortezza durante il periodo della Repubblica Veneta.
Sulla piazza, segnata dal piccolo fossato della Roggia, si affacciano i principali edifici, che nell'idea degli architetti Veneziani dovevano rappresentare la mente della città: il Palazzo del Provveditore Generale, costruito, come testimonia la data sulla chiave di volta del portone d'ingresso nel 1598 fu inizialmente la sede del nobile rappresentante della Serenissima, massima autorità civile e militare della città, e via via dei generali comandanti e podestà.
A fianco del Palazzo del Provveditore, senza soluzione di continuità, c'è la Loggia della Gran Guardia, che ospitava il corpo di guardia a tutela della piazza e del Provveditore.
Il Palazzo del Governatore dell'Armi era sede dell'autorità militare e dell'armeria della fortezza durante il periodo della Repubblica Veneta.
La Repubblica Veneta costruì inoltre dodici quartieri per la guarnigione, ai quali vennero dati nomi di Santi.
In Borgo Udine vi è l'imponente Palazzo del Ragionato (o Camera Fiscale) che fu sede del Tesoriere della fortezza per la Serenissima.
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La Rievocazione Storica in costume, che cade la seconda domenica di luglio, ricorda un avvenimento del luglio 1602, quando il Provveditore Gerolamo Capello fece per la prima volta innalzare al centro della Piazza d'Arme, su un albero di galea, il vessillo della Serenissima Repubblica di Venezia.
In Borgo Udine vi è l'imponente Palazzo del Ragionato (o Camera Fiscale) che fu sede del Tesoriere della fortezza per la Serenissima.
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La Rievocazione Storica in costume, che cade la seconda domenica di luglio, ricorda un avvenimento del luglio 1602, quando il Provveditore Gerolamo Capello fece per la prima volta innalzare al centro della Piazza d'Arme, su un albero di galea, il vessillo della Serenissima Repubblica di Venezia.