tratto dal sito del MOVIMENTO LIBERTARIO: clicca qui
di Leonardo Facco
Che “l’Italia non è un paese per giovani” lo ha capito anche Jacopo Morelli, presidente dei giovani industriali, il quale lo ha dichiarato a Santa Margherita Ligure. Io ci ho dedicato un capitolo, due anni fa, del mio libro “Elogio dell’evasore fiscale”, in cui con dati alla mano ne davo prova provata. Ciò che Morelli non ha ancora capito, o finge di non capire, è che l’Italia non è neppure un paese per imprenditori e/o liberi professionisti (dove con questo termine non intendo la pletora di iscritti agli ordini filo-statali), né tantomeno per artigiani.
La crisi, da due anni a questa parte, sta falcidiando l’impresa privata ed il lavoro. Le casse integrazioni speciali continuano a registrare picchi verso l’alto. Eppure, per i dipendenti pubblici è come se nulla stesse accadendo, la sera arrivano a casa e si coricano senza patemi d’animo, tanto c’è sempre qualche fesso costretto a lavorare e a pagare i loro stipendi.
Ergo, non solo impiego sicuro per eccellenza e con orario “corto” rispetto al privato: il lavoro pubblico negli ultimi anni è stato conveniente anche sul lato economico. Capito? Le retribuzioni reali lorde dei dipendenti pubblici, infatti, secondo le tabelle allegate alla Relazione annuale di Bankitalia, sono cresciute del 22,4% dal 2002 con un tasso di oltre tre volte superiore a quello del totale dei lavoratori dipendenti (+6,8%).
Riprendiamo i dati dalla stampa: “Così in media i dipendenti pubblici che potevano contare nel 2002 su 23.813 euro nel 2010 hanno raggiunto i 29.165 euro (dati deflazionati con l'indice dei prezzi al consumo) portando a casa nel periodo un aumento di oltre 5.200 euro (il 22,47%). Nel complesso – secondo la tabella sulle retribuzioni reali per unità standard di lavoro dipendente – i lavoratori dipendenti sono passati da 21.029 euro nel 2002 a 22.467 (+6,8%) ma con grandi differenze tra i vari comparti. Al top per percentuale di aumento ci sono i travet seguiti dai lavoratori dell’industria (da 21.047 euro medi nel 2002 a 23.275 nel 2010 con un +10,5%) e del commercio (+6,8%, ma con appena 20.733 euro nel 2010). Il settore che nel 2010 aveva in media la retribuzione reale più alta resta quello dell’intermediazione monetaria e finanziaria (39.106 euro con un aumento reale rispetto al 2002 del 4,79%), seguito dalla pubblica amministrazione e dalla sanità e altri servizi sociali ma a distanza (26.600 euro per quest'ultimo settore con un aumento reale del 6%). In fondo alla lista restano i lavoratori dipendenti dei servizi domestici presso le famiglie (11.948 euro con un +2,7% reale dal 2002), ma il comparto che è rimasto completamente al palo per quanto riguarda gli aumenti reali è quello dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni”.
Ultimo aggiornamento (Lunedì 13 Giugno 2011 14:51)