1700 – LA POLIZIA E IL CONSIGLIO DEI DIECI A VENEZIA


Venezia aveva sempre avuto una polizia molto efficiente che faceva capo ad uno speciale Consiglio, il “Consiglio dei Dieci” al cui spionaggio non sfuggiva nulla.
Finchè la gloriosa Serenissima era stata una potenza il Consiglio dei Dieci non doveva far altro che assolvere i compiti di un normale servizio informazioni e tenere sotto controllo gli stranieri e i cittadini che avevano rapporti con gli agenti veneziani all’estero.
Da quando però Venezia aveva perso il suo rango, lo spionaggio servì solo come strumento di difesa del potere.
Il Consiglio divenne spregiudicato: violava il domicilio dei cittadini, corrompeva servitori, apriva la corrispondenza, seguiva persino gli amanti.
Erano oggetto di spionaggio soprattutto gli intellettuali che come al solito erano i più sensibili alle nuove idee, idee pericolose per la casta dominante.
La rivolta contro questo sistema era alle porte.
Nel 1780 due nobili, Pisani e Contarini, denunciarono il regime poliziesco, pubblicamente.
All’origine della loro denuncia c’erano sicuramente dei motivi personali.
Erano dei Barnabotti, così venivano chiamati i nobili decaduti cui lo Stato concedeva gratuitamente un alloggio nel quartiere di San Barnaba.
I due proposero radicali e democratiche riforme e misure fiscali che riducessero il potere del Consiglio dei Dieci.
Il Consiglio prima di reagire, esitò perché l’opinione pubblica aveva accolto con entusiasmo le proposte dei due nobili ribelli e nei quartieri popolari c’era aria di sommossa.
Ma quando la polizia arrestò i due facendoli sparire nelle carceri, nessuno si mosse e non poteva essere altrimenti dal momento che a Venezia non vi era una classe media in grado di fornire un movimento riformista.
La borghesia era composta esclusivamente di “statali”, legati alla classe dominante di cui copiavano i costumi e gli atteggiamenti.
L’altra borghesia, quella del commercio e delle professioni composta soprattutto di ebrei, era scaduta da tempo ed era inoltre strettamente tenuta sotto controllo dal Consiglio dei Dieci.
La società veneziana non aveva fatto altro, finito il suo periodo d’oro, che difendere i privilegi di casta ed in questo modo aveva diviso la società in dominanti e dominati, padroni e servi, senza un ceto intermedio.
 
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