2011.07.16 – IL VENETO PUO’ ESSERE UNO STATO A SE’

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«Il Veneto può essere uno Stato a sè».
Il presidente della Provincia di Belluno, Bottacin: «Siamo in grado di mantenerci da soli»
lug 12th, 2011
A margine della presentazione del volume “Il lavoro e i suoi percorsi”, oggi a Villa Patt di Sedico, il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin, ha fatto il punto della situazione per quanto concerne la situazione economica del territorio: «Ogni anno regaliamo allo Stato decine di miliardi di euro in tasse.
Se ci tenessimo tutti i nostri soldi saremmo autosufficienti: il Veneto può essere uno Stato a sè».
«Una sentenza della Corte Europea aveva già dichiarato che per le realtà in grado di mantenersi da sé, potevano essere adottate fiscalità di vantaggio: è il caso della famosa sentenza delle Azzorre – ha spiegato Bottacin – .
Accadesse anche per la nostra terra, sarebbe l’occasione di uscire da un guado in cui è stata portata da decenni di politica che non ha saputo cogliere i segnali che arrivavano dalla popolazione».
«Tavoli strategici, incontri, proteste: tutto per ottenere prime pagine sui giornali, e poi?
Per anni ci si è guardati allo specchio senza ascoltare le realtà economiche che chiedevano una politica pragmatica, che indicasse le vie da seguire e le percorresse con decisione – ha continuato Bottacin – .
Così facendo le industrie hanno perso il passo nei mercati internazionali e sono state soppiantate dai concorrenti.
La crisi che stiamo attraversando, che molti non si sono accorti essere mondiale, ha accelerato la resa dei conti e l’Italia oggi è chiamata a pagare l’aver vissuto – per troppo tempo – al di sopra delle proprie possibilità».
«Non è facile ripartire, perché ci si deve confrontare con le realtà vicine, come il Trentino Alto Adige, che da sessanta anni gode di risorse economiche che ci vengono negate.
Questo ha fatto diventare quel che sono oggi quelle terre: terre a cui è stato concesso molto, tanto, troppo; terre dove facevano esplodere le montagne per costruire le piste da sci», ha detto ancora Bottacin.
«Le manovre correttive che dobbiamo mettere in atto devono correggere gli errori del passato, ma devono essere azioni decisive e coraggiose – ha concluso Bottacin – .
Non più “soluzioni a metà”, ma passi decisi per indicare la rotta, assumendosi responsabilità.
Basta navigare “a vista” e tirare a campare: il territorio, le sue aziende e l’intero tessuto sociale reclamano risposte vere e concrete».