1929.12.08 – GOFFREDO PARISE

"Il Veneto è la mia Patria.
Sebbene esista una repubblica italiana, quest'espressione astratta non è la mia Patria.
Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, non perché penso all'italia, benzì perché penso al Veneto".
Goffredo Parise.
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LA VITA
Goffredo Parise nasce a Vicenza l'8 dicembre del 1929; la mamma Ida Wanda Bertoli, ragazza madre, cerca con grandi sacrifici di riempire il vuoto della mancanza del padre, cosa non facile in una Vicenza contadina. Il ragazzo trascorre un'infanzia molto difficile, appartata e senza amicizie, situazioni che gli segnano il carattere già sensibile ed introverso e che si riflettono in seguito sui suoi studi non troppo lusinghieri.
Nel 1937 muore il nonno e la madre sposa il giornalista Osvaldo Parise, direttore del «Giornale di Vicenza»; il piccolo Goffredo, sempre alla ricerca di una figura paterna, gli si affeziona ed è ricambiato. Parise dopo otto anni lo riconosce come figlio, ma nonostante questo cambiamento affettivo, a scuola Goffredo viene sempre promosso con voti appena sufficienti.
Goffredo appena quindicenne partecipa alla resistenza in provincia di Vicenza; finita la guerra frequenta il liceo e in seguito si iscrive a vari indirizzi universitari senza arrivare mai ad una laurea (sarà laureato «ad honorem» solo nel 1986 dall'Università di Padova).
Tramite alcune conoscenze il padre adottivo lo introduce al mondo della carta stampata. Goffredo incomincia a scrivere per quotidiani come «l'Alto Adige» di Bolzano, «l'Arena» di Verona e il «Corriere della Sera» e in questo periodo il giovane capisce la sua vera passione: l'inclinazione a scrivere storie. Inizialmente sono resoconti critici, ironici e deformanti, di alcuni aspetti della vita di provincia; in seguito il suo interesse si sposta verso l'analisi di varie forme d'alienazione.
Dottore mancato, dunque, Parise nel 1950 cambia radicalmente il suo modo di porsi, e si dedica alla narrativa; si trasferisce a Venezia e in una stanza in affitto scrive il suo primo libro, il «cubista» Il ragazzo morto e le comete, pubblicato dall'amico Neri Pozza (il quale però suggerisce cambiamenti che Parise si rifiuta di fare).
Dopo un'iniziale stroncatura sia dalla critica sia dal pubblico, e in special modo di quello vicentino che definì lo scrittore «matto da legare», convinto delle sue idee, Parise pubblica nel 1953 il libro La grande vacanza, con una lusinghera recensione sul «Corriere della sera» di Eugenio Montale: «…affascinato dall'abilità di Parise e dal suo calarsi nell'infanzia senza modi nostalgici e crepuscolari»; questo libro viene definito nel 1968 da Carlo Bo autentica poesia.
Nel 1953 si trasferisce a Milano, dove lavora alla casa editrice di Livio Garzanti, e dove conosce Leo Longanesi che lo incoraggia a continuare a scrivere. Con il romanzo Il prete bello (1954), lo scrittore acquisisce grande notorietà non solo in Italia, ma, con decine di traduzioni, anche all'estero e in tutto il mondo. Intanto, è diventato amico di Eugenio Montale, Nico Naldini e altri; e si sposa il 29 agosto 1957 con Mariolina Sperotti, detta «Mariola», giovane vicentina. Testimone di nozze è l'amico Giovanni Comisso.
Cominciano gli anni di spostamenti e viaggi. Tornando a Vicenza, incontra Guido Piovene, con il quale diventa amico, scoprendo però di non voler più tornare nella sua città. Dopo una vacanza a Capri, è indeciso se tornare a Milano o a Venezia o andare a Roma, dove vive un altro amico, Carlo Emilio Gadda, del quale diventerà nel 1964 vicino di casa (in via della Camilluccia). Nel 1956 pubblica Il fidanzamento e nel 1959 Amore e fervore (che poi verrà intitolato Atti impuri). Nel 1961 fa un lungo viaggio in America, dove Dino De Laurentiis vorrebbe che scrivesse un film per il regista Gian Luigi Polidoro. È insieme colpito e deluso da New York, ma soprattutto è affascinato dai viaggi e, appena uscito Il padrone (1966), visita la Cina, il Laos, il Vietnam, la Malesia, e di nuovo New York, Londra, Parigi, Giacarta, Tokio, Mosca (reportage in parte raccolti postumi in Lontano).
È ormai uno scrittore affermato e frequenta intellettuali, scrittori, registi e pittori nella Roma degli anni Sessanta. Ma i suoi punti di riferimento sono Gadda e Moravia, e poi nel 1963 ha incontrato Giosetta Fioroni che considera la sua nuova compagna (con la moglie il matrimonio è naufragato da tempo). In occasione de Il padrone è passato da Garzanti a Feltrinelli, e qui publica anche Il crematorio di Vienna (1969). Gira con una decapottabile rossa, fa scherzi, va a sciare, o al mare, e gli piace stare in giro. Intanto ha scoperto una casa nel bosco di Salgareda, nel trevigiano, e riesce a trovare il modo per comprarla. Escono I sillabari, il primo volume nel 1972 presso Einaudi e il secondo nella collana «Medusa» di Mondadori, che raramente pubblica italiani, ma nella quale Parise voleva essere incluso perché vi aveva letto i suoi amati Ernest Hemingway e William Somerset Maugham, che con Yasunari Kawabata e Truman Capote (ma anche Lev Tolstoj e Charles Darwin) sono i suoi principali riferimenti non italiani.
Nel 1986, dopo aver lasciato L'odore del sangue da pubblicare postumo, scopertosi malato, senza più forze per scrivere, detta una trentina di poesie a Omaira Rorato (un'amica che vive a Ponte di Piave, dove Parise passa gli ultimi giorni) e a Giosetta Fioroni, poi in agosto muore.
CASA DI CULTURA GOFFREDO PARISE
Lascio la mia casa di Ponte di Piave, sita in via Verdi n. 1 al Comune di Ponte di Piave alle seguenti condizioni:
a) Il Comune di Ponte di Piave dovrà farne una casa di cultura intestata a mio nome e si caricherà di tutti gli oneri inerenti la manutenzione.
b) La casa dovrà essere custodita e avere una targa così concepita: “Casa di cultura Goffredo Parise” per studi. Poiché lascio la casa con tutto quanto contiene (mobili, libri, quadri, eccetera) essa, a giudizio del Comune potrà essere aperta ed eventualmente ospitare studiosi delle mie opere
c) Il Comune approva che le mie ceneri siano sepolte sotto la statua che sta nel giardino dove sarà posta una piccola lapide in marmo…
Queste le ultime volontà di Goffredo Parise in merito alla sua abitazione di Ponte di Piave, nella quale si era trasferito nel 1984.
Nasce così la Casa di Cultura Goffredo Parise , che promuove la figura e l'opera dello scrittore veneto e ne cura l'archivio, fonte inesauribile di studio sull'Autore.
 
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