DONECK
GIULIETTO CHIESA – LA CRISI UCRAINA
LA CRISI IN UCRAINA IN 10 MINUTI … ???
PUTIN: AVETE LETTO COSA CHIEDE L’UE ALL’UCRAINA PER ADERIRE ?
I “NEMICI” DELLA “RIVOLUZIONE” IN UCRAINA
Quotidianamente vi raccontiamo della mentecatta follia che sta portando alla distruzione questo Paese: bombardamenti sui civili, persecuzioni politiche, disastro economico, liste nere con i nomi dei “cattivi” che il regime invita ad eliminare.
In questa ricchissima platea di mostruosità, vi proponiamo uno degli ultimi siti realizzati dagli sgherri della giunta golpista di Kiev.
Lo slogan del sito recita: “СПИСОК ВОРОГІВ УКРАЇНИ — НА ЇХ ЧЕКАЄ ТРИБУНАЛ!” – “ELENCO DEI NEMICI DELL’UCRAINA – IN ATTESA DEL LORO TRIBUNALE!”.
Vediamolo, questo elenco. Al loro interno troviamo i nomi di molti giornalisti ucraini che sono dovuti scappare dal Paese per mettere in salvo la propria vita.
Al primo posto della classifica troviamo Marine Le Pen, leader del movimento politico francese Fronte Nazionale. Al secondo posto il Premier greco Alexis Tsipras. Addirittura al sesto posto il giornalista italiano GIULIETTO CHIESA, che precede di una posizione il Presidente cinese Xi Jiping. Al n°9 Donald Trump, al n°14 Silvio Berlusconi, al n°17 Matteo Salvini. Al n°18 Graham Phillips.
Sembrerebbe un’arlecchinata, ma questi miserabili fanno sul serio.
APPELLO DEL MINISTERO DEGLI ESTERI DELLA REPUBBLICA POPOLARE DI DENECK AI GOVERNI E AI POPOLI DEL MONDO
“Il 24 aprile 2014, nella citta’ di Slavjansk, i gruppi armati ucraini, che seguono gli ordini criminosi della giunta di Kiev, hanno messo in atto un crudele attacco nei confronti dei cittadini della Repubblica Popolare di Donec’k, servendosi dell’aviazione e di mezzi corazzati.
Con il loro brutale operato, le autorita’ illegittime di Kiev hanno calpestato i principi fondamentali del diritto internazionale, riportati nel Preambolo allo Statuto delle Nazioni Unite, e che sono alla base della sicurezza dell’intero mondo postbellico.
Le vie diplomatiche per la risoluzione del conflitto sono esaurite.
Oggi sappiamo cosa intendono le autorita’ di Kiev per “dialogo nazionale”.
A tal proposito vogliamo dichiarare quanto segue: simili azioni da parte di Kiev, degli Stati Uniti e della missione dell’OSCE non ci hanno colti di sorpresa. Avevamo gia’ affermato in precedenza che la posizione dell’Unione Europea (che predomina anche all’interno dell’OSCE) e’ la prova che a Bruxelles non intendono fornire ulteriore assistenza per lo sviluppo dei principi democratici in Europa, ma sono pronti a ostacolare la libera espressione di volonta’ del popolo di Donbass e della Novorossija.
Allo stesso tempo, la posizione e le azioni degli Stati Uniti d’America, di cui riteniamo evidente il carattere criminoso, meritano una condanna distinta da parte della comunita’ internazionale.
Esortiamo personalmente la comunita’ internazionale a condannare questi criminali, i quali dovranno essere puniti di conseguenza, sarebbe a dire: il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il Vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Segretario di Stato John Kerry, il Direttore della CIA John Brennan, e con loro i funzionari della giunta di Kiev, cioe’ il Presidente facente funzioni Oleksandr Turchinov, il Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e della Difesa Andrij Parubij, il Ministro degli Interni Arsen Avakov, il leader del “Pravyj Sektor” Dmytro Yarosh, l’oligarca Ihor Kolomojskij e coloro che dalle indagini risultano essere criminali di guerra.
Il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare di Donec’k E. Gubareva.
http://novorossia.su/node/619Tratto da (CLICCA QUI)
LA REPUBBLICA POPOLARE DI DONETSK CHIEDE COLLABORAZIONE AI PAESI DELL’ALLEANZA BOLIVARIANA.
Nel documento, reso pubblico alle 17 locali di oggi, il Ministero degli Esteri della RPD, fa riferimento ai mesi di guerra a cui è sottoposta la giovane repubblica, indicando nei paesi NATO e negli USA in particolare i mandanti del majdan (così simile alle "ribellioni" che ci sono state in Venezuela) e i burattinai dei golpisti ucraini:
"La Repubblica Popolare di Donetsk è pronta a invitare i governi degli Stati membri dell'ALBA, per cominciare a stabilire relazioni bilaterali complete e a pieno titolo, il cui esito sarà l'amicizia e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra i nostri paesi.
Noi crediamo che solo grazie agli sforzi congiunti di tutto il mondo libero si potrà resistere alle aspirazioni egemoniche di Washington e dei suoi servi. I nostri popoli costruiranno il futuro che hanno scelto, senza pressioni e minacce esterne".
2015.01.06 – SI CONSOLIDA LA COLLABORAZIONE COL GOVERNO DI DONECK
Proponiamo anche l'altra e-mail qui pervenuta.
Presidente del Comitato delle Comunicazioni Sociali presso il Consiglio dei Ministri della Repubblica Popolare di Donetk.
Viva San Marco
Venetia, 29 dicembre 2014
Sergio Bortotto Presidente del MLNV e del GVP
A NATALE IL GOVERNO DI DONESTK SCRIVE AL GOVERNO VENETO PROVVISORIO
COSA ABBIAMO CAPITO DELLA CRISI UCRAINA ???
Confusamente tu, lettore, avrai capito che il popolo vuole entrare nell’Unione europea, mentre Yanukovich e, soprattutto, Mosca si oppongono.
Fine.
La realtà, però, è un po’ diversa e assai più interessante.
Arriviamo così ai giorni nostri, con l’emergere di un’ulteriore, sorprendente variante.
La protesta da pacifica, diventa, almeno in parte, violenta.
Per opera di chi?
Non certo direttamente di soldati stranieri sul campo, bensì di estremisti.
E che estremisti!
Come ormai noto, ad assaltare i ministeri di Kiev non sono stati i pensionati ucraini, bensì milizie paramilitari neonaziste, ben istruite e ben armate.
I pacifisti sono serviti da corollario, soprattutto mediatico, ma a rovesciare Yanukovich sono stati guerriglieri antisemiti, fanatici e ultraviolenti.
Autentiche canaglie, il cui tempismo è stato perfetto: la sommossa ha raggiunto il suo apice durante i Giochi di Sochi ovvero nell’unico momento in cui la Russia non poteva permettersi rovinare il ritorno di immagine delle Olimpiadi.
Kiev bruciava ma il Cremlino era costretto a tacere.
Operazione sofisticata e magistrale, ufficialmente senza paternità, che però – ammainate le bandiere olimpiche – ha innescato la risposta del Cremlino, meno raffinata ma altrettanto spregiudicata.
Obama non immaginava che Putin potesse occupare la Crimea, così come il Cremlino non si aspettava la guerriglia filoamericana di Kiev.
Si sono sorpresi a vicenda.
E non finisce qui.
La guerra, sporca e asimmetrica, durerà a lungo sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale che assisterà a tutto senza capire, ancora una volta, nulla.
FONTE
http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/03/04/ucraina-il-segreto-che-nessuno-spiega-e-che-dovreste-sapere/
Pubblicato da Giacomo Gabellini
UCRAINA SCONFITTA DALLA RESISTENZA DEL DONBASS
TERRORISTI DEL BATTAGLIONE AZOV DELLA GIUNTA UCRAINA SCONFITTI DALLA RESISTENZA DEL DONBASS
Il video riporta il momento della ritirata di una unità del naz-battaglione "Azov" della giunta ucraina vicino al villaggio di Yasinovata.
Sul casco di uno dei cadaveri è stata trovata la videocamera che ha ripreso i momenti della battaglia.
Si tratta di un mercenario proveniente dal Belgio.
LA CRISI UCRAINA SECONDO GIULIETTO CHIESA
UCRAINA, IL VOLO MH17 E’ STATO ABBATTUTO DA PROIETTILI (ANSA)
MESSAGGIO DI UN PATRIOTA DEL DONBASS E DELLA NOVOROSSIYA
Un patriota del Donbass e della Novorossiya indirizza un messaggio agli oligarchi ed ai nazisti ucraini.
A SMALL TRIBUTE FOR THE PEOPLE OF NOVOROSSIYA!
LE VERITA’ TACIUTE SULLA SITUAZIONE UCRAINA
ECCO COSA E’ ACCADUTO ALL’AEREO MALESE ABBATTUTO IN UCRAINA
Ecco le prove!
Aereo malese abbattuto in Ucraina.
Obama ha un versione ma no fornisce prove!
Ecco il video della conferenza stampa che spiega l'abbattimento dell'aereo malese precipitato in Ucraina!
UCRAINA-RUSSIA: LA VERITA’!
CRISI UCRAINA-RUSSIA: MOTIVI CULTURALI E LA CRIMEA
Dei suoi 45 milioni di abitanti, quasi il 20% è di origine russa e parla abitualmente russo, oltre che ucraino.
La percentuale di russi è più bassa nelle regioni occidentali e più alta in quelle orientali e sud-orientali, raggiungendo il suo massimo nella penisola della Crimea, vero pomo della discordia della vicenda.
Lo stesso sistema politico e partitico ucraino ha risentito fortemente di questa divisione etnica, che ha tagliato l’asse di competizione tradizionale sinistra-destra non tanto in partiti russi ed in partiti ucraini, quanto piuttosto in partiti filo-russi, favorevoli ad un ritorno della Repubblica nella sfera di influenza di Mosca, e partiti filo-occidentali, che guardano principalmente all’Unione Europea e alla Nato come partner della propria collocazione internazionale.
Così, in seguito alle proteste di queste ultime settimane, il governo del presidente Janukovic, considerato filorusso, è stato costretto alla fuga dai manifestanti ed è stato sostituito da uno di solidarietà nazionale considerato più filo-occidentale; questo passaggio di potere ha portato a rafforzare ulteriormente la frattura creatasi all’interno del Paese, tanto che alcune regioni hanno cominciato a parlare più o meno apertamente di secessione.
Poiché la crisi si basa su fattori culturali e relativi alla collocazione internazionale, per cercare di capire quale sarà l’esito del conflitto diviene fondamentale analizzare il comportamento dei principali attori internazionali.
Un comportamento che tuttavia si è caratterizzato per posizioni confusionarie e a tratti contraddittorie.
Quest’ultima rappresenta il nodo cruciale della questione.
A lungo amministrata da Mosca e ceduta all’Ucraina in base ad un accordo tra Chruschev e la Repubblica Socialista di Ucraina nel 1954, nella regione la presenza di cittadini di origine russa è estremamente forte.
Quasi il 60% della popolazione è infatti di origine russa mentre i due terzi di essa parla abitualmente il russo, lingua ufficiale nella zona, e la ritiene la propria lingua madre.
Nella penisola sono molto forti gli interessi del governo di Mosca.
In base ad un accordo ventennale da poco rinnovato, i governi di Kiev e di Sinferopoli (la capitale della Repubblica Autonoma di Crimea) concedono alla Russia l’utilizzo di numerosi basi militari, in particolare quella navale di Sebastopoli che stanzia la maggior parte della flotta russa ed è il centro nevralgico degli interessi russi nel mediterraneo ed in medio oriente.
Per Putin potrebbe dunque essere troppo forte la tentazione di lasciar perdere il sostegno al governo ucraino (Janukovic si è sempre pronunciato contro la secessione) e fare in Crimea ciò che è stato fatto in altre regioni come l’Abcasia e l’Ossezia del Sud: supportarne l’indipendenza e la secessione per annetterle o consolidare la loro presenza nella sfera di influenza russa.
Potrebbe quindi sostenere le posizioni indipendentiste del nuovo governo della Crimea anche a costo di incorrere in uno scontro armato con l’Ucraina e nella reazione delle potenze occidentali.
È difficile capire in maniera chiara quali saranno gli sviluppi; l’Ucraina, in profonda crisi politica, finanziaria ed economica, difficilmente avrà la forza di sostenere un conflitto armato con la Russia, se non adeguatamente supportata, e l’atteggiamento ambiguo tenuto dalle forze occidentali sembra indicare la disponibilità di queste ad accettare la divisione del paese in due entità, collocate in due sfere di influenza distinte, una ad occidente ed una ad oriente.
CRISI UCRAINA … ECCO COSA LA U.E. TENTA DI CAMUFFARE.
La realtà Ucraina coinvolge l'UE in uno scenario oscurato dall'informazione dei più tradizionali mass media.