ATTUALITA

2022.05.13 – O.M.S.; UN GRANDE PERICOLO !

VI CHIEDIAMO DI CONDIVIDERE QUESTO VIDEO IL PIÙ POSSIBILE: LA LORO STRATEGIA E’ PROPRIO QUELLA DI FAR PASSARE LA COSA SOTTO SILENZIO
Il 22 maggio si voterà per dare poteri speciali all’O.M.S. che potrà di fatto “commissariare” gli stati ed imporre tutto ciò che vuole ai cittadini.
E’ un pericolo enorme ed incombente di cui non sta parlando nessuno!

 

 

2022.05.09 – UCRAINA, L’ALTRA VERITÀ”, LO SPECIALE CON CAPUOZZO, FRACASSI E MAZZUCCO – SOTTOTRACCIA

Questa puntata di Sottotraccia è uno ‘speciale’ dedicato al documentario di Massimo Mazzucco, “Ucraina, l’altra verità“.

Il filmato propone i fatti che hanno portato al conflitto attuale.
La grande capacità divulgativa di Mazzucco ha condotto in breve tempo il documentario ad essere virale in rete nonostante lo “shadow ban operato da Youtube che ha messo il contenuto in ombra sulla piattaforma. La visione del documentario è preceduta dalla presentazione con il giornalista, regista e scrittore Franco Fracassi. Al termine un interessante dibattito con l’autore e il giornalista di lungo corso Toni Capuozzo, che recentemente è stato al centro di numerose polemiche per aver voluto proporre un approccio alla questione Ucraina, che interroga i fatti senza accontentarsi della narrazione di una sola delle parti in conflitto.

VEDI IL FILMATO

se il filmato fosse rimosso da youtube, clicca sul seguente link CLICCA QUI

VAI SL SITO DI MASSIMO MAZZUCCO


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Alla fine ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti a mantenere tutte le promesse che vi avevamo fatto. Siamo riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, per voicon voi e grazie a voi.
Byoblu canale unico nazionale del Digitale Terrestre (262): fatto!
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Byoblu sta finalmente diventando una realtà sufficientemente grande e strutturata per poter giocare alla pari con le grandi testate mainstream. Byoblu sta finalmente diventando quel canale di informazione che abbiamo sempre sognato come Popolo, come Paese e di cui la storia recente della nostra società ha sempre avuto bisogno.
È per questo che proprio ora, nel momento di massimo sforzo – come un grande aereo che si appresta a spiccare il volo – abbiamo bisogno della spinta di tutti. Abbiamo proprio bisogno di voi!
Non lasciamo cadere questo progetto proprio adesso, a un passo dalla meta.
Aiutaci a raggiungerla, facciamo insieme quest’ultimo passo.
Grazie!

2022.05.09 – “DRAGHI? È SOLO UN COMMESSO”, MELUZZI SPIFFERA VERI MANDANTI DEL POTERE GLOBALE ▷ “ECCO CHI COMANDA”

L’élite ha sempre avuto un ruolo chiave nella gestione del potere. Dalla città-stato greca all’impero romano, dal rinascimento all’età vittoriana, da sempre il sistema di potere globale è stato controllato da gruppi ristretti in grado di gestire risorse e uomini.

Qual è oggi il vero nucleo del potere contemporaneo? ▷ ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE: https://bit.ly/2MeYWI7

▷ ULTERIORI APPROFONDIMENTI SU: https://www.radioradio.it/

Il prof. Alessandro Meluzzi ricostruisce in modo analitico i processi storici delle strutture di potere.

La sua analisi sottolinea gli strumenti utilizzati dall’élite per imporsi sulle masse.

Oggi è il controllo della moneta la vera chiave di volta del meccanismo politico-economico del nostro secolo.

Giungendo a minimizzare la reale caratura della figura di Mario Draghi, Meluzzi scava nelle profondità dei rapporti di forza globali arrivando al cuore dei veri mandanti del potere globale.

L’analisi del prof. Alessandro Meluzzi

2022.05.09 – IN DONBAS COMBATTETE PER LA PATRIA E PER IL SUO FUTURO

“In Donbas combattete per la patria e per il suo futuro”

“Oggi, le milizie del Donbass, insieme ai soldati dell’esercito russo, stanno combattendo sulla loro terra, dove Svyatoslav e Vladimir Monomakh, i soldati Rumyantsev e Potemkin, i soldati Suvorov e Brusilov, dove gli eroi della Grande Guerra Patriottica – Nikolay Vatutin, Sidor Kovpak e Lyudmila Pavlichenko si sono battuti fino alla morte.

Mi rivolgo ora alle nostre forze armate e alla milizia del Donbass.

State combattendo per la madrepatria, per il suo futuro, affinché nessuno dimentichi le lezioni della seconda guerra mondiale.

Affinché non ci sia posto nel mondo per i boia, i punitori e i nazisti”, le parolòe di Putin nel corso del suo intervento per il Giorno della Vittoria.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

TRATTO DA

2022.05.03 – NON PERMETTIAMO SIMILI GRAVISSIME ILLAZIONI

 

Oggetto: 2022.05.03 – BORTOTTO SERGIO (in qualità di Presidente del MLNV-GVP)  – SPN – 13151319517

DENUNCIANTE
Nome: SERGIO
Cognome: BORTOTTO (in qualità di Presidente del MLNV-GVP)
in qualità di: PERSONA INFORMATA

CIRCOSTANZE
data iniziale del fatto segnalato:03.05.2022
luogo iniziale del fatto segnalato:email del MLNV-GVP
soggetti ritenuti responsabili:IGNOTI
Precisazione:i soliti ignoti

DENUNCIA QUANTO SEGUE
ricevuta in data odierna alle ore 13.27, via mail pervenuta sulla casella spam del Movimento de Liberasione Nasionale del Popolo Veneto (MLNV) e del Governo Veneto Provvisorio (GVP), una comunicazione avente per oggetto “PROCEDIMENTI LEGALI” e inviata da <andrea.teixeira-pinto@etu.univ-montp3.ft> e inviata a M.ufficio.stampa@giustizia.it che cita testualmente:
“Salve signore e signori
Vi allego il file (jpeg) della vostra citazione giudiziaria.
Si prega di rispondere al seguente indirizzo e-mail: requete@cybergendarmerie.eu
Direzione generale della polizia 2022

L’allegato (acquisito in copia) e su una presunta carta intestata dell’EUROPOL per una CONVOCAZIONE, e sottoscritta da MME CATHERINE DE BOOLE DIRECTRICE D’EUROPOL OFFICE e più sotto vi è una dicitura riportante il seguente testo:
GEN. Teo LUZI
Generale di Corpo d’armata
Comandante Generale dei Carabinieri
Uffico Centrale Nazionale

Tanto si segnala per le gravissime, denigratorie e infamati accuse così testualmente riportate:
“A seguito di analisi e lavori effettuati dalla nostra Brigata per la Protezione dei Minori (BPM) sulla rete informatica, sono state identificate alcune tracce dei vostri dati identificativi e siete oggetto di diversi procedimenti legali in vigore.

– PORNOGRAFIA INANTILE
– SITO PORNOGRAFICO
– CYBERPORNOGRAFIA
– PEDOFILIA
– ESIBIZIONISMO
– STUPRO E VIOLENZA SESSUALE
– MOLESTIE SESSUALI

siete pregati di farvi sentire per posta “requeete@cybergendarmerie.eu”
Scrivendoci le sue giustificazioni in modo che possano essere esaminte e verificate per valutare le sanzioni (schei???), questo entro un termine rigoroso di 72 ore.
Dopo questo periodo, saremo obbligati a trasmettere il nostro rapporto lla signora Myriam QUEMENER, magistrato presso il servizio penale della Corte d’Appello di Versailiers, esperta del Consiglio d’Europa in criminalità informatica, di stabilire un mandato di arresto contro di lei, di trasmetterlo alla Gendarmeia più vicina al suo luogo di residenza per il suo arresto e di schedarla come delinquente sessuale, di trasmettere ils uo dossier a diverse reti televisive nazionali per la diffusone dove la sua famiglia, i suoi parenti e tutto il mondo vedrà ciò che fa davanti asl suo computer.
Ora siete avvertiti.

Firmato come sopra indicato.

Considerato che simili comunicazioni sono perveneute anche ad altri membri di questo Direttivo e di autodeterminati, si segnala per quanto di competenza e per l’ulteriore a praticarsi, considerate le gravi illazioni tendenziose e ispirate da finalità estorsive.
Per i fatti suesposti si chiede la registrazione a ruolo giudiziario dei responsabili se ne sussistono le ragioni.
SERGIO BORTOTTO (in qualità di Presidente del MLNV-GVP)

REPUBLICA VENETA MOVIMENTO DE LIBERASIONE NASIONALE DEL POPOLO VENETO GOVERNO VENETO PROVISORIO

La presente comunicazione (contrassegnata dal codice 13151319517) è pervenuta a seguito dalla compilazione del modulo on-line, predisposto dal Proveditorato Generale de la Polisia Nasionale Veneta del Governo Veneto Provisorio.

REPUBLICA VENETA MOVIMENTO DE LIBERASIONE NASIONALE DEL POPOLO VENETO GOVERNO VENETO PROVISORIO

 

scriveremo:

2022.04.25 – LA POLISIA NASIONALE VENETA DENUNCIA PREFETTO E QUESTORE DI VENEZIA

2022.04.25 – APM 131435131134 – PREFETTO VENEZIA, QUESTORE VENEZIA, VICE CAPO DI GABINETTO QUESTURA DI VENEZIA

Oggetto: AVVISO A PUBBLICA MENZIONE NR.131435131134 – con riferimento a quanto accaduto e segnalato alla Polisia Nasionale Veneta e comprovato dall’ atto del 2022-04-20 CAT.A.4/GAB. O.P./2022 emesso da QUESTORE DI VENEZIA e VICE CAPO DI GABINETTO COMM.C. OLMI GIOVANNI accorso in data 19 APRILE 2022 e PREFETTO pro tempore DI VENEZIA

at
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO dei Ministri italiano
Palazzo Chigi – Piazza Colonna 370 – 00187 Roma – Italia

at
PREFETTO DI VENEZIA, QUESTORE DI VENEZIA e VICE CAPO DI GABINETTO QUESTURA DI VENEZIA, COMM.C. OLMI GIOVANNI

e per l’ulteriore a praticarsi

Segreteria di Stato del Governo Veneto Provvisorio – sede

Divisione Federale Investigativa
Proveditorato Generale de la Polisia Giudisiaria
presso il Dipartimento de Giustisia – sede

Il fatto d’impedire la “Processione di San Marco” da tenersi in Piazza San Marco a Venezia nel pomeriggio del 25 aprile 2022, evidenziando che il decreto del Prefetto di Venezia nr.420/GAB/2009, per i “ponti festivi”, sottrae l’intero centro storico a “qualsiasi manifestazione pubblica con cortei”, senza eccezione alcuna in relazione alla natura della manifestazione, negandone il consenso, è grottesco perché palesa la natura di un vero e proprio provvedimento radicato da discriminazione istituzionale, contro il Popolo Veneto.

Il 25 aprile di ogni anno è la Festa Nazionale del Popolo Veneto perché, prima di tutto e di qualsivoglia pretesa italiana, è San Marco Evangelista, Patrono della Serenissima Repubblica di Venezia.

E’ palese come il razzismo istituzionale italico continua a perseverare, visto e considerato che l’italia, quale stato straniero occupante che è, asservisce in nostri territori alle sue celebrazioni parlando anche della storica Piazza San Marco a Venezia, quindi anche una palese violazione delle disposizioni del prefetto straniero italiano a Venezia.

Ricorrenza del 25 aprile: il programma istituzionale italiano delle celebrazioni … Le manifestazioni principali si svolgeranno, come di consueto, a Venezia, in piazza San Marco (alle 9.30) e in Campo del Ghetto Nuovo (alle 12.15), e a Mestre, in piazza Ferretto (alle 10.45).
L’ammainabandiera nelle due piazze, alle ore 18.30, con gli onori resi dal Picchetto militare, concluderà la giornata. per non parlare degli altri appuntamenti sul territorio Veneziano che rimandiamo per una specifica visualizzazione al sito del comune di Venezia:
https://live.comune.venezia.it/it/2022/04/ricorrenza-del-25-aprile-il-programma-istituzionale-delle-celebrazioni

Vi ricordiamo che nel diritto internazionale contemporaneo, l’annessione illegale di un territorio da parte di una potenza occupante si deve considerare privo di effetti giuridici.

Fino al termine della prima guerra mondiale e alla messa al bando dell’uso della forza come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, l’annessione poteva essere la conseguenza legale della sconfitta militare e debellatio dell’avversario.

Ma non è questo il caso dell’italia che non ha mai vinto una guerra, tantomeno contro la Serenissima Repubblica di Venezia.

In passato, l’annessione poteva anche fare seguito all’occupazione militare di territori che non sono sotto sovranità di alcuno Stato (res nullius) ma certamente non è questo il caso della Serenissima Repubblica di Venezia.

La Dichiarazione sulle relazioni amichevoli, adottata nel 1970 dall’AG dell’Onu con risoluzione 2625 (XXV), stabilisce con chiarezza che il territorio di uno Stato non sarà oggetto di acquisizione da parte di un altro Stato a seguito della minaccia o dell’uso della forza.

La conquista non costituisce un titolo di acquisto della sovranità nel caso in cui il ricorso alla forza che ha portato all’occupazione è consentito dal diritto internazionale.

Nel settore dell’uso della forza, l’affermazione del principio di autodeterminazione ha avuto una duplice conseguenza. Da un lato, esso ha ampliato la portata de divieto di cui all’art.2 pag. 4, della Carta delle Nazioni Unite, proibendo agli Stati di ricorerre alla minaccia, o all’uso della forza contro il Popoli che invocano il diritto di autodeterminazione.

Dall’altra parte, i Movimenti di Liberazione in lotta per l’autodeterminazione hanno il diritto di ricorrere alla forza per reagire contro lo Stato che impedisce con la forza l’esercizio del diritto di autodeterminazione.

La Repubblica Veneta oggi è di fatto occupata territorialmente, militarmente e amministrativamente da uno stato straniero che è l’italia. Il Popolo Veneto “condivide” questa condizione di forzata sudditanza con la quasi totalità delle Nazioni degli altri Popoli presenti nella penisola italica ben prima dell’occupazione da parte dello stato straniero italiano.

La nauseante menzogna sul risorgimento italiano è ancora oggi frutto di una mistificazione mirata a controllare le verità storiche da parte della casta politica e massonica… si pensi ad esempio alla contraddizione sui festeggiamenti per i 150 dell’unità d’italia 1861/2011 quando a quella data la stessa Roma non ne faceva ancora parte e le battaglie della terza guerra d’indipendenza vennero combattute nel 1866…. ben cinque anni dopo.

La Repubblica Veneta di fatto non ha mai cessato di esistere e il Popolo Veneto ha perso la propria sovranità causa il susseguirsi di occupazioni militari da parte di potenze straniere, nonostante la propria rivendicata neutralità ai conflitti in corso all’epoca dei fatti.

Considerato pertanto che non esiste norma del diritto internazionale che prevede l’annessione violenta, militare o colonizzatrice di territori di una nazione da parte di una potenza straniera è diritto del Popolo Veneto tornare LIBERO e SOVRANO sui propri territori.

Il bottino di una rapina è sempre un provento illecito anche a distanza di anni…e questa realtà è inconfutabile.

alcune considerazioni:
Con imperialismo culturale si intende l’imposizione di una lingua e conseguentemente di una cultura da parte di una nazione (o gruppo etnico) nei confronti di un’altra. L’imperialismo si sviluppa e consiste nell’azione da parte dei governi ad imporre la propria egemonia su altri paesi per sfruttarli dal punto di vista economico assumendone il pieno controllo monopolistico delle fonti energetiche ed esportazione soprattutto di capitali.


PREMESSO

che l’antica Repubblica Veneta, anche detta “Serenissima”, fondata nell’anno 697, non ha mai cessato di esistere e “de jure” è tutt’ora esistente su tutti i propri Territori.

Che ogni Movimento di Liberazione Nazionale è l’organo deputato dal diritto internazionale a rivendicare il diritto all’autodeterminazione di un Popolo soggetto all’occupazione di uno stato straniero, ovvero da un regime razzista e/o colonialista.

Che questo MOVIMENTO DE LIBERASIONE NASIONALE DEL POPOLO VENETO (MLNV), fondato il 29 settembre 2009, ha rivendicato il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto con “denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Veneta da parte dello stato straniero italiano – Rivendicazione di sovranità del Popolo Veneto”, depositate presso la sede O.N.U. di Ginevra in data 28 settembre 2010 e presso la sede O.N.U. di New York il 27 novembre 2011.

Che nessuna opposizione è mai stata avanzata contro la rivendicazione di sovranità di questo Popolo Veneto denunciata dal MLNV, né dallo stato occupante italiano né dall’ONU né da qualsiasi altro stato terzo.

Che questo MLNV, così come disposto dal diritto internazionale, dovendo dotarsi di un apparato istituzionale ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo aggiuntivo (1977) alla Convenzione di Ginevra del 1949, in data 4 febbraio 2012 ha così istituito il GOVERNO VENETO PROVISORIO (GVP).

Che ogni Cittadino del Popolo Veneto che, in libertà di coscienza e volontà, ha dichiarato la propria sovranità come essere umano, di essere di nazionalità e cittadinanza Veneta e identificando come unica valida autorità sui territori occupati della Serenissima Patria il Governo Veneto Provvisorio (GVP) costituito ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo addizionale (1977) alle convenzioni di Ginevra del 1949 sotto l’egida di questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) che con la pubblicazione all’Albo Ufficiale del GVP, avvenuta in data 15 maggio 2014, ha invalidato ogni notifica prodotta dalle autorità d’occupazione straniere italiane sui territori della Repubblica Veneta.

Che ogni Cittadino del Popolo Veneto chiede la pubblicazione a mezzo ALBO UFFICIALE del Governo Veneto Provvisorio con valore di notificazione e l’iscrizione a ruolo giudiziario dei responsabili dell’emissione dell’atto e della successiva notifica o del suo tentativo, al fine di assicurare l’ulteriore a praticarsi in seno alla Giustizia Veneta.

OSSERVATO PERTANTO CHE OGNI CITTADINO DEL POPOLO VENETO

Ha pubblicamente espresso la capacità a manifestare validamente e coscientemente la propria volontà nel compimento di atti giuridici di cui è palesemente consapevole.

Ha manifestamente pronunciato e notificato ad ogni autorità d’occupazione straniera italiana il proprio diritto a non essere costretto/a a eseguire alcunché in relazione a qualsiasi tipo di provvedimento da esso emanato.

Non è suddito/a dello stato italiano e non è obbligato/a in alcun modo verso di esso.

Come essere umano, manifestamente di nazionalità e cittadinanza Veneta, ha anche il dovere morale di opporsi ad ogni artifizio e inganno che lo induca ad essere reso/a in schiavitù o asservito in qualsivoglia maniera alle autorità d’occupazione straniere italiane.

Non si identifica con l’imposta cittadinanza italiana e non si sente obbligato/a a riconoscere l’illegale giurisdizione dello stato straniero italiano.

Ha manifestamente esercitato il diritto e potere di rappresentare se stesso/a.

Si è riconosciuto/a Veneto/a per diritto naturale identificandosi nel Popolo Veneto quale comunità di Genti Venete liberamente accomunate da un duraturo sentimento di appartenenza, avente un riferimento comune ad una propria cultura, lingua e una propria tradizione storica e sviluppate su un territorio geograficamente determinato costituito dalle proprie terre d’origine.

Si riconosce di Nazionalità Veneta quale espressione dell’identità del Popolo Veneto di cui sente e dichiara di far parte.

Riconosce come la propria Nazionalità Veneta sia conforme e si manifesti con il concetto di Nazione Veneta, destinata a identificare, qualificare e valorizzare la pluralità della comunità dei Popoli universalmente intesa come umanità;

APPURATO

che in fatto e in diritto lo stato italiano sui Territori della Repubblica di Venezia rimane ad oggi uno stato straniero occupante, a nulla rilevando sotto il profilo della legittimazione dell’esercizio della sua sovranità sui Territori della Serenissima Patria gli anni di illecita e illegittima occupazione razzista e colonialista.

Che secondo il principio consuetudinario del Diritto Internazionale uno Stato si estingue a livello internazionale solo quando si ha un mutamento rilevante di tutti e tre i suoi elementi costitutivi (territorio, popolazione e apparato di governo) e che tale requisito non si configura per il Popolo Veneto che non è estinto ma esiste tutt’oggi e reclama il proprio posto come Nazione fra le Nazioni.

Che il Popolo Veneto è sottoposto al regime militare straniero nonostante facesse parte di uno Stato indipendente e comunque in possesso di uno status distinto da quello italiano.

PROVATO/A

L’illegale e reiterata occupazione “ab origine” dei Territori della Sovrana Repubblica di Venezia, per la frode posta in essere contro il Popolo Veneto e con la quale il regno italico ha annesso “manu militari” i Territori della stessa.

La reiterata e dolosa inosservanza e trasgressione del principio di autodeterminazione che rende nulli i trattati che, occupandosi di trasferimento di territori, non includono una disposizione che preveda una previa consultazione della popolazione interessata – (il “plebiscito” del 1866 è ben noto per essere stato una truffa nei confronti del Popolo Veneto perché la consultazione è avvenuta in stato di occupazione militare, con inganno e l’estorsione di una scelta non libera e già stabilita, anche nei falsi risultati resi pubblici prima ancora del suo concretarsi).

La reiterata dolosa responsabilità di tutte le più alte cariche istituzionali italiane che insistentemente ignorano e disconoscono l’esistenza del Popolo Veneto e che anche per il tramite del loro massimo Organo di Giustizia hanno sentenziato che “il Popolo Veneto avrebbe cessato di esistere in virtù del Plebiscito del 1866, scegliendo di diventare popolo italiano” nonostante sia loro ben noto il falso storico di questo avvenimento, che di fatto è stato una frode commessa dal regno italiano, poi ammessa dallo stesso Conte Thaon di Revel, plenipotenziario del re d’italia di allora e responsabile dell’operazione, che ammise in un suo successivo memoriale, il raggiro commesso.

La reiterata dolosa inosservanza e trasgressione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani con la conseguente condizione di messa in schiavitù di Esseri Umani in specie di Nazionalità Veneta.a reiterata dolosa inosservanza e trasgressione del diritto all’ autodeterminazione con valore “jus cogens”, di cui è detentore il Popolo Veneto.

Non esiste prova documentata che ogni singola Persona di Nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto sia un cittadino italiano e che abbia firmato un contratto regolarmente valido con l’entità correntemente identificata con il nome di “stato italiano” e che obblighi loro a seguire le sue emanazioni politiche, penali, civili, commerciali, fiscali, stradali e qualsivoglia altra sua norma.

La reiterata dolosa inosservanza e trasgressione della disposizione per cui lo stato occupante italiano non può disporre dell’utilizzo del territorio della Repubblica di Venezia e delle sue risorse naturali.

La reiterata dolosa inosservanza e trasgressione della disposizione che vieta allo stato occupante di stipulare accordi internazionali, relativi al territorio su cui è stanziato il Popolo Veneto, in particolare con la cessione di porzioni di esso a soggetti e sovranità straniera, (es. Eurogendfor).

La reiterata dolosa inosservanza e trasgressione della disposizione per cui gli stati che opprimono popoli soggetti a dominio coloniale, a occupazione militare straniera o a governo razzista, sono obbligati a consentire l’esercizio del diritto all’autodeterminazione, in particolare a non impedire l’esercizio di questo diritto con mezzi coercitivi.

La reiterata dolosa inosservanza e trasgressione del divieto di cui all’art.2, par.4 della Carta delle Nazioni Unite, che proibisce agli Stati di ricorrere alla minaccia o all’uso della forza contro i Popoli che invocano il diritto all’Autodeterminazione.

La reiterata dolosa inosservanza e trasgressione delle disposizioni per cui i Movimenti di Liberazione Nazionale sono destinatari delle norme sulla protezione e immunità degli individui che agiscono in nome e per conto loro.

Dal 1934 l’allora Regno d’Italia è divenuto una CORPORATION con denominazione “REPUBLIC OF ITALY” CIK#: 0000052782” perché registrata presso la Securities Exchange Commission (S.E.C.) – (sec.gov), quale corporation di tipo governativo, ovvero una azienda privata spogliata di qualsiasi sovranità e che grazie alla registrazione alla S.E.C., l’attuale stato italiano è soggetto alle leggi e le regole internazionali dell’Uniform Commercial Code (U.C.C.), agendo anche per il tramite del proprio copyright, dimostrando che non agisce come stato di diritto (stato italia e/o Repubblica Italiana), ma in qualità di “Company” e/o “Corporation”, vale a dire “società Privata” iscritta alla S.E.C. .

PRESO ATTO

Che il reiterarsi di tali illeciti, nel loro insieme, concorre a concretare il reale rischio del delitto di democidio nei confronti del Popolo Veneto in ragione dell’aberrante finalità politiche dello stato italiano tese alla sua cancellazione, soppressione ed estinzione.

Che lo stesso stato straniero occupante razzista e colonialista italiano ha sancito l’illecita e illegale permanenza della sua occupazione sui Territori della Repubblica di Venezia con il decreto legislativo 13.12.2010, n. 212, in vigore dal 16 dicembre 2010, che ha espressamente abrogato a tutti gli effetti il regio decreto italiano 04.11.1866, n. 3300, “col quale le provincie della Venezia e di Mantova fanno parte integrante del regno d’italia.

RICHIAMANDOSI

Alla “Denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Veneta da parte dello stato straniero italiano – Rivendicazione di sovranità del Popolo Veneto” di questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) datata 27.09.2010 e depositata alla sede O.N.U. di Ginevra in data 28.09.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011.

All’Ultimatum del MLNV datato 13.12.2010 e notificato allo stato straniero, colonialista e razzista italiano e alla sede O.N.U. di Ginevra in data 14.12.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011.

Atteso pertanto che il principio di legalità è applicabile al diritto di autodeterminazione per il Popolo Veneto e che tale diritto concreta il potere di esercitarlo nelle forme e modi contemplati.

QUESTO MLNV

Ha stabilito che nel dar seguito all’adempimento dei propri doveri che si è dato nei confronti della Serenissima Patria, rimanendo con inflessibile osservanza nell’alveo delle norme di diritto internazionale e uniformandosi al principio di stretta legalità:

ha il dovere di ripristinare la legalità su tutti i propri Territori:

di non usare violenza o di far uso della guerra di liberazione nonostante sia prevista e conforme alla legge.

Rinnega e rigetta l’illegale e imposta autorità delle istituzioni italiane.

Riconosce l’esclusiva legalità a qualsiasi relazione e negozio giuridico che determina uguali doveri fra le parti rispetto anche all’illegale e illegittima possibilità e pretesa di asservimento e sottomissione in schiavitù in qualsivoglia maniera e forma di qualsiasi Persona umana.

Tutti gli effetti di atti giuridici, sia pubblici che privati, recettizi e non, normativi e precettivi, discrezionali, dovuti e necessari, compresi quelli di provvedimenti amministrativi e giurisdizionali siano essi unilaterali, bilaterali, plurilaterali e collegiali, e anche degli stessi negozi giuridici di diritto privato che si estrinsechino quali manifestazione di pensiero attraverso la parola, orale o scritta o altri segni, operazioni o atti materiali o atti reali, ossia comportamenti umani diversi dalle dichiarazioni che riguardino atti negoziali espressione di dichiarazioni di volontà o di conoscenza, di giudizio, di desiderio o d’autorità e d’imperio non possono produrre asservimento e sottomissione in schiavitù in qualsivoglia maniera e forma di qualsiasi Persona umana.

La mancanza della prova documentale da tempo dettagliatamente richiesta e che dimostri la legittima e legale pretesa anche di qualsivoglia riscossione di natura economica e/o fiscale intimata ad ogni Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto non possono essere neppure condizionatamente accettate e produrre gli effetti che ne deriverebbero.

Qualsiasi documentazione riferita ad atti giuridici, sia pubblici che privati, recettizi e non, normativi e precettivi, discrezionali, dovuti e necessari, compresi quelli di provvedimenti amministrativi e giurisdizionali siano essi unilaterali, bilaterali, plurilaterali e collegiali, e anche degli stessi negozi giuridici di diritto privato che si estrinsechino quali manifestazione di pensiero attraverso la parola, orale o scritta o altri segni, operazioni o atti materiali o atti reali, ossia comportamenti umani diversi dalle dichiarazioni che riguardino atti negoziali espressione di dichiarazioni di volontà o di conoscenza, di giudizio, di desiderio o d’autorità e d’imperio deve essere trasparente, di facile comprensione, anche trascritta in lingua Veneta e priva di ambiguità interpretative rispetto anche a definizioni giuridiche.

Tutti gli atti giuridici, sia pubblici che privati, recettizi e non, normativi e precettivi, discrezionali, dovuti e necessari, compresi quelli di provvedimenti amministrativi e giurisdizionali siano essi unilaterali, bilaterali, plurilaterali e collegiali, e anche degli stessi negozi giuridici di diritto privato che si estrinsechino quali manifestazione di pensiero attraverso la parola, orale o scritta o altri segni, operazioni o atti materiali o atti reali, ossia comportamenti umani diversi dalle dichiarazioni che riguardino atti negoziali espressione di dichiarazioni di volontà o di conoscenza, di giudizio, di desiderio o d’autorità e d’imperio, anche in difetto degli adempimenti richiesti col presente documento entro e non oltre novanta giorni dalla sua pubblicazione all’ALBO UFFICIALE del Governo Veneto Provvisorio avente effetto di notifica a pubblica menzione sono a tutti gli effetti nulli, inesigibili, inesistenti e devono comunque ritenersi estinti.

IL MLNV AVENDO RECEPITO E CONFORMANDOSI

Al principio naturale per cui ogni essere umano è Persona ed espressione della propria personalità derivante dalla propria originale individualità;

al principio naturale per cui ogni Persona è sovrana di sé stessa e unica titolare della propria identità;

al principio naturale per cui l’esistenza di ogni Persona costituisce un imprescindibile diritto naturale universalmente efficace e come tale non può che essere libera;

al principio naturale per cui ogni Persona è libera di scegliere di non far parte di una società per la quale non nutra sentimenti di appartenenza, non identificando con essa le proprie radici etniche e un comune riferimento culturale, di lingua, tradizioni e storia;

alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789;

alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata a Parigi il 10 dicembre 1948;

al principio di autodeterminazione dei Popoli che è stato accettato e iscritto nell’articolo 1.2 della Carta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (firmata a San Francisco il 26 giugno 1945 ed entrata in vigore il 24 ottobre 1945);

al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici – New York 16 dicembre 1966, ratificato anche dallo stato straniero occupante italiano con legge 881/77 del 25 ottobre 1977;

al principio di uguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei Popoli di cui alla risoluzione dell’Assemblea Generale dell’O.N.U. nr.2625 del 24.10.1970;

ai principi stipulati con la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Helsinki, 1° agosto 1975)

RITIENE CHE tutti gli atti e/o i provvedimenti di qualsiasi natura posti in essere da una qualsiasi autorità straniera italiana nei Territori occupati della Repubblica Veneta sono privi di qualsiasi effetto giuridico in quanto posti in essere in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio; ogni e qualsiasi atto e/o provvedimento, comunque denominato, in ogni sua fase e/o grado del procedimento, posto in essere da una qualsiasi autorità e/o ente e/o società privata e/o pubblica straniera italiana di occupazione, sui Territori della Repubblica Veneta è a tutti gli effetti INESISTENTE, ovvero tamquam non esset e pertanto anche ogni sua autorità e provvedimenti da essa emanati sono abusivi e appunto per questo sono vietati.

Il Movimento de Liberasione Nasionale del Popolo Veneto (MLNV) per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Veneto Provisorio (GVP)

ATTESTA E CERTIFICA

che ogni essere umano, che abbia formalizzato la propria Dichiarazione di Sovranità Personale e di Nazionalità Veneta, non è e non può essere di proprietà privata dello stato straniero italiano né può essere in qualsivoglia maniera da esso asservita e sfruttata come pretenderebbe il governo straniero italiano registrato alla SEC quale Governo Aziendale (Governo Corporativo) – società corporativa privata (corporation) e che agisce relativamente al Trust governativo, rivestendo cioè il ruolo di beneficiario e non quello di fiduciario; per l’effetto, ogni Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto non può essere un trust dello stato straniero italiano e quindi non può essere associata e/o identificata mediante il nome registrato all’anagrafe dello stato straniero italiano e quindi non può essere privata della capacità giuridica, della cittadinanza Veneta e del suo nome.

SI VIETA PERTANTO

il trattamento dei dati personali della persona umana in oggetto e deve intendersi negato il consenso all’utilizzo del suo nome per il trattamento dei dati personali nonché la raccolta, elaborazione, raffronto, modificazione, comunicazione e la loro diffusione agli agenti, ai rappresentanti, ai funzionari, agli organi e a qualsiasi “autorità” e/o ente e/o società privata e/o pubblica facente parte o che agisce in nome e per conto dello stato straniero occupante italiano anche in qualità di “ex Corporation” e se ne chiede l’immediata cancellazione da qualsiasi banca dati sia digitale che cartacea.

SI AVVISA E NOTIFICA

agli agenti, ai rappresentanti, ai funzionari, agli organi e a qualsiasi “autorità” e/o ente e/o società privata e/o pubblica facente parte o che agisce in nome e per conto dello stato straniero occupante italiano dell’attuale situazione;

CHE è FATTO LORO DIVIETO

in ragione dell’attuale stato di fatto e di diritto, di porre in essere qualsiasi atto, azione, omissione e/o procedura di qualsivoglia maniera ai danni della persona umana  e in particolare di ogni Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto.

Il persistere e/o proseguire nell’attuazione di tali comportamenti, atti, azioni, omissioni e/o procedure di qualsivoglia maniera, anche tese alla riscossione di natura economica e/o fiscale per conto dello stato straniero occupante italiano verranno attribuite a ciascuno specifiche responsabilità per:

aver agito in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della Repubblica Veneta contro appartenenti al MLNV e contro Persone, in specie di Nazionalità Veneta e/o che dichiarino di far parte del Popolo Veneto con vessazioni, minacce, mediante illegali, strumentali e persecutori accertamenti fiscali, ingiunzioni di pagamento e procedure coattive di riscossione di imposte, tributi e sanzioni in nome e per conto dello stato straniero occupante razzista e colonialista italiano e di altri suoi enti pubblici impositori, e/o in concorso con questi.

Per aver posto in essere reiterati atti di forza e di aggressione contro il MLNV e contro Persone, in specie di Nazionalità Veneta e/o che dichiarino di far parte del Popolo Veneto mediante le illegali e persecutorie ingiunzioni e procedure predette.

Per aver posto in essere illeciti contro la sovranità del Popolo Veneto, contro l’integrità territoriale e contro la personalità della Nazione Veneta.

Per aver commesso il reato continuato e aggravato di devastazione e saccheggio nel territorio della Nazione Veneta.

La responsabilità dell’esecuzione di tali norme criminose verrà ascritta personalmente e singolarmente a ciascuno dei responsabili anche se in concorso fra loro, nei modi, tempi e condizioni che saranno ritenute di adottarsi per assicurarli alla Giustizia Veneta per i provvedimenti indennizzanti e giudiziari del caso, con tutti i propri beni, presenti e futuri e fino alla settima generazione e valutati approssimativamente a partire dal minimo di € diecimila per ogni giorno dalla loro formazione con decorrenza esecutiva passati novanta giorni dalla data di pubblicazione all’albo ufficiale del Governo Veneto Provvisorio.

E’ FATTO OBBLIGO

agli organi e a qualsiasi “autorità” e/o ente e/o società privata e/o pubblica facente parte o che agisce in nome e per conto dello stato straniero occupante italiano anche in qualità di “ex Corporations” di non procedere ulteriormente in qualsivoglia maniera col recapitare, notificare, intimare, iscrivere a ruolo e/o limitare anche parzialmente e in qualsivoglia maniera il legittimo godimento dei diritti umani, civili e politici di ogni Persona di nazionalità Veneta e/o che dichiari di far parte del Popolo Veneto

APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA

Si rammenta che le violazioni e gli illeciti commessi da agenti/organi/funzionari stranieri italiani contro cittadini del Popolo Veneto e/o contro il MLNV e i suoi militanti integrano illeciti internazionali imputabili anche allo stato italiano.

Atteso il principio di responsabilità collettiva contemplato dal diritto internazionale, la responsabilità per qualsiasi violazione del diritto internazionale commessa da un qualsiasi organo dello stato straniero occupante italiano si intende estesa all’intera comunità statale e quindi allo stesso stato, che possono patire le conseguenze dell’illecito.

Per l’effetto, allo stato straniero occupante italiano è estesa la responsabilità di tutti tali atti di imputazione e di qualsiasi atto di aggressione, di forza e/o di guerra posto in essere contro il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e/o contro i cittadini del Popolo Veneto.

VISTI

gli atti antecedenti e propugnanti il presente avviso a pubblica menzione;

ASSODATO CHE

la successiva formale denuncia, denominata DECLARATION ON FACTS e relativa chiusura e pignoramento della Repubblica Italiana, con riferimento e per causa UCC DOC. #2012127914 e UCC DOC. #2013032035, mai confutata dall’attuale stato italiano entro il termine previsto, è diventata ora Legge Internazionale con piena validità giuridica in tutto il pianeta.

Il documento nr. WA DC UCC Doc# 2012113593 depositato in U.C.C., è diventato legge internazionale e dispone a tutti gli effetti quanto segue:

“Se il Rispondente dovesse scegliere di agire in nome e per conto di una entità pignorata, causando al Proponente (in questo ogni Cittadino del Popolo Veneto che sia rigettante o denunciante) qualsiasi danno come qui stabilito, il Rispondente, nella sua individuale e illimitata capacità, viene ad esserne assolutamente responsabile.

Simili azioni possono dare luogo ad azioni legali portate avanti contro il Rispondente, ai sensi dell’ordine pubblico UCC1-305, incluso ma non limitatamente all’UCC COMMERCIAL BILL (vincolo/ipoteca) sul patrimonio del Rispondente”.

Pertanto, qualora qualsiasi individuo perseveri nel perseguire eventuali azioni per conto di una Banca pignorata o di “Governo pignorato”, causando ad un altro e qualsiasi individuo ogni danno ipotizzabile come qui rigettato, egli è a titolo personale e senza alcuna pregiudiziale assolutamente responsabile dei suoi atti”.

PRESO ATTO

dell’intenzionale inosservanza dei termini previsti dalle norme UCC e da qualsiasi altra ipotizzabile violazione dei diritti umani, civili e politici del Cittadino/a del Popolo Veneto che pubblicamente ha già rigettato/segnalato l’illecito

CONFIGURANDOSI

Il reiterarsi degli illeciti già rigettati/segnalati, si procederà con la dichiarazione di arresto di tutti gli attori protagonisti, per aver posto in essere e/o favorito, l’esecuzione di tali norme criminose con l’aggravante della manifesta ostilità nei confronti di Esseri Umani, della Nazione Veneta e del Popolo Veneto.

Si fa presente che il presente atto verrà pubblicato a mezzo l’ALBO UFFICIALE del Governo Veneto Provvisorio con valore di notificazione e l’iscrizione a ruolo giudiziario/dichiarazione di arresto dei responsabili con decorrenza esecutiva passati novanta giorni dalla data di pubblicazione.

TENUTO CONTO

della “Denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Veneta da parte dello stato straniero italiano – Rivendicazione di sovranità del Popolo Veneto” di questo Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) datata 27.09.2010 e depositata alla sede O.N.U. di Ginevra in data 28.09.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011;

dell’Ultimatum del MLNV datato 13.12.2010 e notificato allo stato straniero, colonialista e razzista italiano e alla sede O.N.U. di Ginevra in data 14.12.2010 e alla sede O.N.U. di New York in data 27.11.2011;

del decreto del GVP nr.01 – 2012.06.01 – Soggettività del MLNV
del decreto del GVP nr.04 – 2013.04.09 – Nullità assoluta dei provvedimenti di pignoramento italiani
del decreto del GVP nr.05 – 2019.01.06 – Nullità assoluta di tutti i provvedimenti italiani
del decreto del GVP nr.07 – 2019.04.18 – Delega di Ufficiale Federale Pubblico;
de UCC Doc. N°2012127914 del 28.11.2012. (cancellazione dei governi sulla carta rif. dichiarazione dei fatti)

Quale Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto e del Governo Veneto Provvisorio, istituito dal MLNV ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo addizionale (1977) alle Convenzioni di Ginevra del 1949,

R E C L A M O

Che lo stato italiano rispetti il diritto al riconoscimento della personalità giuridica di ogni Cittadino del Popolo Veneto che si sia autodeterminato sotto l’egida di questo MLNV e del GVP.

Che lo stato italiano rispetti il diritto all’autodeterminazione che ha il Popolo Veneto anche perché è una norma ius cogens, cioè diritto inderogabile, un principio supremo e irrinunciabile del diritto internazionale, per cui non può essere derogato mediante convenzione internazionale.

Che lo stato italiano ottemperi ai propri doveri riguardo alle norme di diritto internazionale da esso stesso ratificato con la legge nr.881/1977 visto e considerato che tale principio vale come legge dello Stato che prevale sul diritto interno (Cass. pen. 21-3 1975).

Non si sottovaluti infine che nel settore dell’uso della forza, l’affermazione del principio di autodeterminazione, ha ampliato la portata del divieto di cui all’art.2 par.4 della Carta delle Nazioni Unite, proibendo agli stati di ricorrere anche alla sola minaccia oltre che all’uso della forza contro i Popoli che invocano il diritto all’ autodeterminazione … e di violazioni in tal senso ne sono state compiute molte dalle autorità italiane pur agendo in difetto assoluto di giurisdizione.

Noi Veneti, non siamo mai diventati italiani e nessuno ci può imporre una nazionalità e una cittadinanza che non ci appartiene anche perché è una violazione dell’art.15 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (firmata a Parigi il 10 dicembre 1948 e la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri).

Così è e così sia.
WSM
Con onore e rispetto.
Venetia 25 Aprile 2022
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del GVP

PRECISAZIONE A PUBBLICA MENZIONE:

Si precisa che gli atti di denuncia/segnalazione pervenuti alla Polisia Nasionale Veneta (1) e i rigetti di notifica non sono dei ricorsi posti in essere in ambito italiano e sono atti espressioni di volontà attraverso i quali i Cittadini del Popolo Veneto, che liberamente e coscientemente si sono autodeterminati e hanno dichiarato la propria Nazionalità e Cittadinanza Veneta, si oppongono all’esercizio di qualsiasi attività che ritengono illegale anche da parte di autorità e forze militari e/o di polizia italiane operanti in difetto assoluto di giurisdizione nei Territori della Serenissima Patria, ovvero di violazione, in proprio danno, di diritti umani, civili e politici, ovunque nel mondo.

Per quanto di competenza, questo GVP viene attivato sul fronte dell’iscrizione a ruolo giudiziario dei responsabili che, secondo il denunciante sono responsabili degli eventi e delle conseguenze derivanti dagli atti posti in essere in proprio danno.

POLISIA NASIONALE VENETA
Istituzione del Governo Veneto Provisorio (GVP), apparato istituzionale di cui è dovuto dotarsi il Movimento de Liberasione Nasionale del Popolo Veneto (MLNV) ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo addizionale (1977) alle Convenzioni di Ginevra del 1949.
il rigetto è l’atto formale attraverso il quale ogni Cittadino del Popolo Veneto si oppone e contrasta l’illegalità dell’azione posta in essere dalle forze e autorità di occupazione straniere italiane che agiscono in difetto assoluto di giurisdizione e lo fa informando delle loro responsabilità i destinatari secondo le norme vigenti, anche riferite a quelle dell’U.C.C. .

N.B.: I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti.
In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.

 

2022.04.16 – UCRAINA. UNO SCOMODO TESTIMONE

Eugenio Miccoli intervista Giorgio Bianchi (EMi_story – 2018)
Giorgio Bianchi, fotoreporter, giornalista e documentarista è stato bloccato la mattina del primo maggio all’aeroporto di Kiev.
Per il Governo ucraino è persona non gradita.
E per cinque anni non potrà fare ritorno in Ucraina dove si stava recando per un documentario sul Donbass.
Giorgio e la sua fotocamera hanno visto molte cose come , ad esempio ciò che è successo davvero a Maidan.
Cose che lui ci rivela in questa intervista esclusiva dove non nasconde nulla, neppure le sconvolgenti immagini che ha scattato.
È facile allora capire perché Giorgio, in Ucraina, sia persona non gradita.
È solo un altro modo per definire un testimone scomodo.
03/04/2018 Roma, intervista e montaggio di Eugenio Miccoli
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GUARDA QUESTO FILMATO

2022.04.12 – «NATA NEL LUGANSK E DA 20 ANNI A VERONA, MI FA MALE L’IPOCRISIA SULLA GUERRA IN UCRAINA»

tratto da un articolo di VERONASERA segnalatoci.

Col timore che l’articolo possa essere cancellato lo pubblichiamo; l’orginale lo trovi qui

Mi chiamo Polina e sono una ragazza nata in provincia di Lugansk, vivo da 20 anni a Verona.
Ho pensato di inviare questa lettera perché i fatti che accadono oggi in Ucraina e Donbass mi toccano profondamente. Ho amici e parenti che lavorano in quella zona, combattono e non ho mai smesso di andare a visitarli, eccetto negli ultimi due anni.
Lì ho vissuto, ho frequentato la scuola. Conosco quel territorio e penso che l’informazione per essere giusta debba provenire da fonti diverse e non solo da un unico canale europeo
».
Un altro punto di vista su una guerra che ha scosso l’Europa, e non solo, a partire dalla fine febbraio. Polina è una trentenne che da tempo vive nella provincia scaligera ma, come lei stessa ha detto, è nata in una delle zone dove si è acceso il conflitto odierno. Proprio la situazione del Donbass infatti era al centro dell’offensiva lanciata dal Cremlino, insieme alla possibile entrata dell’Ucraina nella NATO, ritenuta da Putin un pericolo per la Russia, il quale si è spinto ora fino alle porte di Kiev, capitale della nazione presieduta da Zelenski.

«Non pretendo in alcun modo alla assoluta ragione o unica conferma dei fatti, ma chiedo solo di valutare che dall’altra parte vi è un’altra verità, di cui la rete mediatica nazionale non parla», spiega Polina nella sua missiva inviata alla nostra redazione e prosegue: «La guerra in Donbass prosegue da 8 anni e fino ad oggi contiamo più di 15.000 civili morti. Da 8 anni Donbass è bombardato dalle autorità di Kiev e alterna le notti tra la camera da letto e scantinati. Ciò che oggi vediamo nei media, che ci riempie di immagini di dolore al fine di urtare la sensibilità dell’opinione pubblica e creare un unico nemico dell’Europa, in realtà non succede da qualche giorno, ma si svolge da 8 anni proprio nel Donbass, a cura del governo di Kiev e nel totale silenzio stampa occidentale.
Ci parlano dell’Ucraina come uno Stato sovrano, della nazionalità ucraina come un’identità di un unico popolo, ma per chi ci vive e ci ha vissuto non è assolutamente così e ci sono le ragioni per dire ciò.
L’Ucraina è una Paese diviso in due, ovest ucraino ed est russo e le radici di questa divisione sono molto profonde. Una breve riassunto dei fatti storici:

  • Ucraina dell’ovest fu parte dell’impero Asburgico, mentre l’est, parte dell’impero Russo.
  • Durante la Rivoluzione russa la zona del Bacino del fiume Don si sollevò al controllo zarista e nel febbraio 1918 costituí la Repubblica Sovietica del Donec-Kivoj Rog che venne annessa dai bolscevichi alla Repubblica Sovietica Ucraina.

Vivendo all’interno di un unico Stato URSS (e voglio chiamarla Stato perchè era questa la percezione contrariamente a quello che oggi potrebbe essere una Unione di Stati, quale è l’UE) che faceva capo a Mosca, le fratture segnate dalla storia precedente, quella degli imperi vennero cancellate. O meglio, non furono evidenti in quanto tutte le Repubbliche facevano capo a un unico centro il Partito Comunista di Mosca.
Con la dissoluzione dell’Urss, a partire dal 1991 quello che oggi chiamiamo Ucraina ha intrapreso la sua strada attuando una serie di politiche volte all’artificiale “ucrainizzazione” del Paese che hanno portato alla Rivoluzione arancione del 2004 dove l’oppositore Jushenko (sostenuto soprattutto nella sponda ovest) contestò i risultati delle presidenziali nei confronti del Presidente Kuchma e Yanukovich, preferenze espresse soprattutto nell’est del Paese
».

Un contesto complicato quello descritto da Polina, che col tempo avrebbe visto le divisioni interne alla nazione accentuarsi sempre più: «Col passare degli anni andava delineandosi una sempre maggiore spaccatura tra la popolazione dell’Ucraina occidentale interessata ad un avvicinamento con l’Unione Europea, e l’Ucraina orientale, composta da popolazione russa.
La situazione si fece evidente anche nelle elezioni presidenziale del 2010, dove le popolazioni occidentali votarono l’europeista Julia Timoshenko, e le popolazioni orientali votarono per Viktor Janukovic, che prevalse.
Nell’Ucraina occidentale quindi si diffonde una narrazione fortemente nazionalista e identitaria, che porta ad un ulteriore inasprimento fra le due parti del paese ed evidenzia la contrapposizione tra cattolicesimo e ortodossia, la lingua Ucraina e la lingua russa.
Proprio qui nell’ovest vengono riabilitati i battaglioni Pravyi Sektor, Azov, e altri a forte stampo nazista dichiarato esplicitamente, vi sono diverse foto pubblicate con svastiche, il sole nero e altri simboli del periodo più buio della nostra storia.
Non per niente proprio in queste zone durante la seconda guerra mondiale vi erano collaborazionisti della Germania nazista che facevano capo a Stepan Bandera. Lo riportava anche un articolo di La Stampa nel 2014.
La situazione esplose nelle proteste dell’Euromaidan nel 2014, con il conseguente colpo di Stato che destituì Janukovic, costretto alla fuga, e vide l’instaurarsi di un governo nazionalista, fortemente anti russo, a guida di Petro Poroshenko.
Da questo momento furono emanati una serie di atti ufficiali che portano a una forzata ucrainizzazione attraverso:

  • Il divieto dell’uso della lingua russa nelle scuole (quando l’est del paese la scuola era solo russa con lo studio dell’ucraino come seconda lingua “straniera” insieme all’inglese).
  • Tutti i documenti pubblici dovevano essere redatti e compilati in Ucraino, cosa che comportó ulteriori difficoltà per la popolazione russofona, per esempio mia nonna per poter compilare moduli per ottenere un documento dalle amministrazioni locali, da un giorno all’altro si ritrovò a non poterlo più fare, ma c’era sempre qualche carina segretaria che si offriva a compilare il documento in Ucraino al posto suo a pagamento.
  • L’insegnamento della lingua russa venne vietato su tutto il territorio.
  • Venne vietata la libera professione della religione cristiana ortodossa legata al patriarcato di Mosca.
  • Le autonomie concesse dai governi precedenti vennero tutte revocate.

Iniziarono a diffondersi episodi di grande violenza nei confronti dei russi, il più celebre la strage di Odessa del 2.05.2014. Città di lingua e cultura russa, dove tra i 50 e i 150 russi vennero bruciati vivi nella Casa del Sindacato. Le immagini di questo crimine sono atroci. Ma nessun criminale fino ad oggi venne punito».

Da lì, secondo Polina, inizierebbe la guerra che noi vediamo oggi dopo l’invasione russa: «Coloro che nei telegiornali vengono chiamati “separatisti” o ancor peggio “ribelli” e “terroristi” sono i miei genitori, sono i miei amici. La loro colpa è essere russi e russofoni ed aver opposto resistenza ad un governo illegittimo fortemente russofobo che per diversi anni ha voluto cancellare l’identità russa delle popolazioni dell’est obbligandoli a sentirsi ciò che non sono, sradicare la loro origine e obbligarli a riconoscere una storia che loro non appartiene, vedere in Stepan Bandera il loro eroe. (Nel 2010, il presidente “arancione” Viktor Juščenko conferì la medaglia di eroe dell’Ucraina alla memoria di Bandera. Vi è un video della primavera del 2014 dove il nuovo presidente Poroshenko instauratosi in seguito al golpe dichiara esplicitamente che “noi” avremo lavoro e “loro” no, “noi” avremo le pensioni e “loro” no, i “nostri” figli andrano all’asilo e scuole i “loro” si rifugeranno negli scantinati. È una dichiarazione di odio, divisione e esplicita russofobia, nonchè minaccia)».

La trentenne dunque s’interroga sulle diverse reazioni avute dal mondo, ma anche sul lavoro svolto dalla diplomazia negli ultimi anni: «Mi chiedo oggi, perché questi fatti sembrano così sconosciuti in Italia? Per quale motivo una popolazione che oggi rappresenta un buon 20% se non di più dell’Ucraina si è vista privata dei loro diritti e la loro identità in un totale silenzio europeo?
In tutti questi anni l’Unione Europea insieme agli Stati Uniti ha finanziato questo odio e violenze mandando miliardi di dollari e tonnellate di armi in silenzio. Pensavo che lo scopo primario fosse la Pace, almeno è quello che voleva Schuman quandò nel 1950 pronunciò le seguenti parole: “Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.”
Nessuno ha visto, o ha fatto finta di non vedere il genocidio, l’odio e le descriminazioni che stavano perpetrando una parte dell’Ucraina.
Mi fa male l’ipocrisia che vedo in questi giorni. Manifestazioni di pace per l’Ucraina, certo tutti vogliamo la pace. Ma perchè nessuno la chiedeva per Donbass? O sono forse persone di seconda categoria? Sono stati descritti come terroristi, ossia quelli violenti che devono essere eliminati per assicurare “la nostra pace”, “la nostra Europa”. Lì sono morte persone, anche lì dormivano nei scantinati ma non da 5 giorni ma per ben 8 lunghi anni. Per difendere la propria identità.
Stessa situazione, impatto mediatico diverso.
La guerra va sempre condannata ma a quanto pare si preferisce condannare azioni belliche avviate da Paesi che non siano alleati degli Stati Uniti.
Tant’è che oggi l’Europa della Pace e dei diritti aumenta le tensioni e l’escalation con il rischio di scatenare un conflitto internazionale mandando altri armi e sostegni alla guerra. Ma siamo sicuri di volere la pace?
Penso che dovremmo tutti fare una riflessione, oggi, sul perchè di questo silenzio e fallimento della diplomazia.
Il mondo è cambiato e non possiamo pensare che in un mondo interconnesso come quello attuale, una politica di escalation possa favorire l’Occidente e punire quello che consideriamo nemico.
Questa politica di odio, sanzioni e tentativi di emarginazione di un Paese deve essere fermata per il rispetto nei confronti di tutte le vittime del Donbass e Odessa, discriminati, morti in silenzio.
In conclusione, ritengo che se veramente vogliamo la pace, dobbiamo fare tutti un passo indietro. Capire i motivi del fallimento della diplomazia, assumere le nostre colpe e lavorare alla pace e non alla guerra, come accade negli ultimi giorni
».

2022.04.05 – LA FALSA NOTIZIA SUI CIVILI UCCISI A BUCHA IN UCRAINA …

NON CREDETE AI MEDIA ITALIANI.

 

2022.02.26 – SIETE DEI FALSI E FALSA E’ LA VOSTRA INFORMAZIONE
Siete ancora qui a sparare a zero sulla Russia, che manda i propri uomini e i propri mezzi a difendere dal genocidio i Popoli del Dombass, che democraticamente hanno scelto di essere liberi e sovrani, autodeterminati com’è loro diritto, con valore jus cogens del diritto internazionale … continua

 

2022.02.26 – UCRAINA: LA NARRAZIONE RIDICOLA E FUMETTISTICA DEI MEDIA OCCIDENTALI … continua

 

UCRAINA. LA VERITÀ CHE NON CI PIACE (O NON CI FANNO) SENTIRE … continua


basta credere alle menzogne di questi  mass media, aprite gli occhi, e pensate alla povera gente che ci rimette sempre in prima persona…

 

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E’ SPAVENTOSO! BIOLAB IN UCRAINA – MINISTRO DELLA DIFESA DELLA FEDERAZIONE RUSSA

Non ascoltate quello che si dice in occidente, in Europa e in italia.
Tutto è mistificato e comprenderete un’altr verità.

BioLAb in Ucraina – ministro della difesa della Federazione Russa

BRIEFING DEL MINISTERO DELLA DIFESA RUSSO … DETTAGLI SUI LABORATORI PER LA PROLIFERAZIONE DI ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA!
CONDIVIDIAMO AL MASSIMO, TUTTI DEVONO SAPERE LA VERITA’!!!

L’America è finanziatrice di queste atrocità, la verità non può essere nascosta per sempre. Ora vediamo cosa farà il fallito Biden, dovrà rispondere al mondo di questo crimine. In America tutti stanno apprendendo questa realtà, i media non riusciranno a nascondere a lungo la verità.

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L’ARRESTO DI UN NOTA MILITANTE NEO-NAZI DELL’AZOV (UCRAINA), NOME IN CODICE “LA PESTE”

Non ascoltate quello che si dice in occidente, in Europa e in italia.
Tutto è mistificato e comprenderete un’altr verità.

L’arresto di Julia Paevskaja, nota militante neo-nazi dell’Azov, nome in codice “La Peste”.
l video dell’arresto di una donna, membro del battaglione AZOV, nome di battaglia “La Peste”.
Cercava di fuggire, portando con sè due bambini, ai quali ha ucciso i genitori

Fonte: canale telegram donbass

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2022.03.31 – LA STRAGE DI ODESSA DIVENTA UN INCENDIO CASUALE: WIKIPEDIA RISCRIVE LA STORIA

LA STRAGE DI ODESSA DIVENTA UN INCENDIO CASUALE_ WIKIPEDIA RISCRIVE LA STORIA

Ai tempi di Wikipedia riscrivere la storia a proprio piacimento è semplicissimo. È sufficiente entrare a fare parte dell’élite degli utenti autorizzati e si possono modificare eventi storici acclarati secondo i propri gusti personali.

Da “massacro” a “incendio casuale”

È quello che è successo alla pagina Wikipedia dedicata al rogo di Odessa, un evento che risale al 2 maggio 2014 e strettamente collegato all’attuale conflitto tra Russia e Ucraina. Bene fino a circa un mese fa Wikipedia forniva una precisa versione dei fatti. Il rogo di Odessa veniva infatti definito come un massacro presso la Casa dei sindacati in Ucraina ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti filo occidentali ucraini ai danni dei manifestanti sostenitori del precedente governo filo russo.

È bastato un mese, inframmezzato dall’inizio delle ostilità tra Russia e Ucraina insieme ad un allineamento della stampa occidentale su posizioni anti russe, per far riscrivere la pagina Wikipedia sulla strage di Odessa. Ora la versione fornita dall’enciclopedia della Wikimedia Foundation è completamente diversa.

Adesso il rogo di Odessa non è più un massacro, ma un semplice incendio verificatosi presso la Casa dei sindacati a seguito di violenti scontri armati tra le fazioni di militanti filo russi e di sostenitori del nuovo corso politico ucraino che ha portato alla morte di 42 persone.

La nuova versione di Wikipedia in contrasto con le fonti ufficiali

Insomma secondo il nuovo corso dell’enciclopedia online sembra che l’incendio scoppiato alla casa dei sindacati di Odessa sia stato un evento casuale, scaturito non si sa bene per quale fenomeno: un po’ di vento? Un improvviso processo di autocombustione? O un fulmine che casualmente ha colpito proprio la casa dei sindacati?

Lascia stupefatti poi l’incredibile piroetta che Wikipedia compie nel descrivere i gruppi ucraini coinvolti negli scontri di Odessa. Da estremisti e neonazisti sono infatti diventati degli innocui sostenitori del nuovo corso politico ucraino. Una versione dei fatti decisamente in contrasto con quanto emerge da tutti i rapporti ufficiali sulla vicenda, compreso il report dell’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU.

Secondo questo documento tra i gruppi ucraini c’erano diversi esponenti del partito politico Pravyj Sektorche è anche un gruppo paramilitare dichiaratamente neonazista. Non solo. Secondo le ricostruzioni ufficiali i militanti filo russi, numericamente inferiori, si sono rifugiati all’interno della casa dei sindacati di Odessa e sono stati poi circondati dai gruppi ucraini. Sempre secondo le ricostruzioni, dai gruppi ucraini sono partiti diversi colpi di pistola contro l’edificio, nonché un fitto lancio di molotov.

Solo un ristretto gruppo può modificare la pagina

Le indagini non hanno ancora portato ad accertare la responsabilità dell’incendio al 100%, tuttavia non si può negare che un gruppo di filonazisti abbia preso d’assalto un palazzo con molotov e pistolettate, creando quindi tutti i presupposti per la morte di quelle 42 persone. Insomma una versione dei fatti evidentemente occultata dall’enciclopedia del web.

Ora la pagina Wikipedia dedicata al rogo di Odessa risulta bloccata, questo significa che le modifiche possono essere fatte solo dalla stretta cerchia di rollbacker, di utenti convalidati e autoverificati. Si tratta di un ristretto gruppo di persone, spesso nascoste dietro l’anonimato e generalmente scelte dagli amministratori. Ecco come la storia può essere oggi facilmente manipolata da una fondazione con sede a San Francisco.

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Claudio Messora

UCRAINA. LA VERITÀ CHE NON CI PIACE (O NON CI FANNO) SENTIRE

Dario Rivolta.

di Dario Rivolta * –

Non avrei voluto continuare a scrivere di Ucraina né parlare ancora di questa guerra che non piace a nessuno. I morti, le distruzioni, la miseria e i drammi che implica sono un colpo al cuore per tutti. Tuttavia, il vergognoso servilismo della stampa dominante e l’ipocrisia di chi si dispera solo per i morti di una parte e non dell’altra, non consentono alla mia coscienza di analista di politica internazionale e di osservatore critico della realtà di tacere in merito alle falsità che continuano ad essere diffuse. La propaganda è sempre stata in ogni guerra uno degli strumenti usati per attirare il consenso verso se stessi e cercare di nullificare quello dei “nemici”. Non ci sarebbe quindi da stupirsi che anche questa volta ognuno vi ricorra. Ciò che mi fa specie è che vastissimi settori della nostra società, i nostri politici di ogni partito, il nostro attuale governo siano tutti diventati attori protagonisti di una tragedia che recitano come fosse una farsa.
Capisco chi sinceramente piange nel vedere le immagini di famiglie in fuga e di bambini impauriti e a volte uccisi da bombe, di cui nemmeno capiscono perché e da dove vengano. Non comprendo però perché non abbiano mostrato la stessa sensibilità quando, sotto bombe molto simili e altrettante distruzioni, ciò avveniva in un’altra regione della stessa Ucraina: il Donbass.
Una possibile spiegazione forse esiste: le immagini della guerra di oggi sono profuse a iosa da tutte le televisioni, i discorsi dei politicanti anti-Russia sono continuamente ripetuti in tutti i telegiornali e sembrano tutti concordare tra loro. Del Donbass non si parlava o lo si descriveva solo come una inspiegabile ribellione di alcuni fanatici. Come accettare che possa esistere un diverso punto di vista se chi volesse esprimerlo viene preventivamente censurato o messo alla berlina da chi gestisce il monopolio della verità?
C’è sempre un po’ di pigrizia in ciascuno di noi nell’andare a cercare documenti passati ed è molto più comodo accettare ciò che viene proposto al momento. Se poi il racconto che si sente o si legge sembra convincente e tutti lo ripetono tale e quale, perché mettersi contro la vulgata generale se farla propria è così comodo? Vorrei allora aiutare questi cuori sensibili invitandoli a guardare anche questo video, girate nel 2015 da una giornalista francese nel Donbass. È impossibile che l’abbiate già visto perché, guarda caso, è stato censurato appena fu proposto poiché non rientrava nella narrativa che faceva comodo a chi detiene il vero potere. È in lingua francese, ma le immagini parlano da sole e comunque per noi italiani capire la parlata dei “cugini” non è così difficile.

Se volete veramente vederlo è meglio che vi affrettiate perché temo che, vedendolo scaricato da un po’ di persone, “qualcuno” lo elimini anche da YouTube.
Naturalmente è più facile, e sembra naturale, affermare che la Russia sia un prepotente aggressore guidata da un autocrate, forse pazzo, che sta cercando di ricomporre con la forza l’impero che fu sovietico e che, come prossimo obiettivo, guarderà ai Paesi Baltici, alla Polonia e magari anche oltre. Peccato che questa narrativa sia totalmente falsa e solo frutto di quella propaganda cui accennavo poco sopra.
La verità, verificabile da chiunque si prenda la briga di scorrere gli avvenimenti degli ultimi vent’anni o di guardare le mappe dell’Europa e i confini della NATO come erano negli anni novanta e come sono oggi, è che nessuno può nascondersi cosa sia veramente accaduto in questi anni e il perché di ciò che accade oggi.
Nessuno vuole o può nascondere i morti civili in tutto il territorio ucraino da che le truppe russe vi sono entrate. Le immagini di palazzi sventrati e di persone di ogni età che si rifugiano negli scantinati sono vere (esattamente lo stesso di quanto accadeva nel Donbass sotto il tiro delle artiglierie dell’esercito ufficiale ucraino) ed è terribile e scandaloso che ciò succeda a pochi chilometri da casa nostra, nell’Europa che si pensa civilizzata. Ma rendersi conto del perché stia succedendo non è superfluo o poco importante.
Il conflitto Russia-Ucraina è stato coltivato da anni, ma non per l’appetito di un feroce Putin che voleva sentirsi il nuovo zar, bensì perché gli Stati Uniti e i loro “amici” polacchi hanno continuato a usare l’Ucraina come parte del loro strategico disegno di annientare la Russia o di renderla un vassallo dei propri interessi politici ed economici.
Questa guerra poteva essere certamente evitata. Bastava concordare che l’Ucraina restasse neutrale e indipendente come lo fu l’Austria dal dopoguerra. Perché si voleva a tutti i costi che entrasse a far parte della NATO? A chi servirebbe? E per fare cosa? Se lo domandino tutti i pacifisti di oggi e trovino una risposta sincera!
La domanda che Mosca sta avanzando da più di vent’anni per le normali vie diplomatiche è di non avere basi NATO sulla porta di casa. Questa domanda noi occidentali abbiamo sempre fatto finta di non sentirla e, al contrario, abbiamo continuato a incoraggiare gli oligarchi e i politici ucraini convincendoli che si trattava di una questione di tempo. La NATO e la UE li stavano aspettando a braccia aperte. Nel frattempo, mandavamo quantità crescenti di armi, invitavamo i loro soldati a partecipare alle manovre militari congiunte con l’Alleanza e inondavamo quel Paese di soldi e di “consiglieri” civili e militari.
I veri criminali, i responsabili delle morti che dobbiamo vedere con raccapriccio siamo proprio noi, gli americani e gli europei. Ancora peggio: tutti abbiamo sempre saputo che, in caso di attacco russo (che volevamo credere “impossibile” nei fatti) l’esercito ucraino non sarebbe stato in grado di far fronte a quello russo, molto più forte. Tutti i nostri politici che hanno incontrato negli ultimi mesi i vertici di Kiev hanno continuato a rassicurarli, sapendo di mentire, che non li avremmo abbandonati. In realtà, nessuno in Europa o negli USA ha mai veramente pensato che la NATO avrebbe mandato, nemmeno all’occorrenza, proprie truppe. Farlo, lo sapevamo, avrebbe significato, come lo stesso Biden ha detto, l’inizio di una terza guerra mondiale e noi non lo volevamo.
Anche oggi tutti sappiamo che, prima o poi, il governo ucraino dovrà cedere e venire a patti con gli inviati di Putin. Perché allora continuare a mandare altre armi, glorificare la loro (inaspettata) resistenza, fingere di poter vincere pur essendo consci che ogni giorno di guerra in più significa altri bombardamenti e altre morti? La spiegazione sta nel fatto che, ancora una volta, da parte occidentale questa è una guerra per procura. A nessuno, a Washington e a Bruxelles, interessa la sorte degli ucraini: l’obbiettivo è Putin in persona.
Ogni giorno in più di guerra è un danno per il regime moscovita. Putin aveva sottovalutato la resistenza ucraina e pensava che in una settimana o poco più l’Ucraina sarebbe stata così sopraffatta da essere costretta a venire a patti. Il prolungamento della guerra sta spolpando, anche grazie alle sanzioni, le capacità economiche e militari della Russia ma è soprattutto l’impatto sull’opinione pubblica di quel Paese ciò cui gli americani puntano. La speranza è che le immagini cruente della guerra e il numero di morti tra i soldati russi inneschi nel popolo russo una crescente disapprovazione verso il loro presidente. Pochi giorni prima dell’invasione, il Levada Center (una società indipendente di sondaggi con sede a Mosca) aveva rilevato che una grande maggioranza di russi sosteneva il riconoscimento delle Repubbliche separatiste e incolpava l’Ucraina e la NATO per quel conflitto. Questi sentimenti hanno cominciato a cambiare dopo lo scoppio di questa guerra e la popolarità di Putin, al suo massimo dopo l’assimilazione della Crimea, ha iniziato una caduta sempre più visibile. Ecco, è questo il vero obiettivo degli USA: togliere di mezzo, attraverso uno sconvolgimento interno magari innescato da quegli oligarchi che sono particolarmente colpiti dalle sanzioni occidentali, un leader che è riuscito a riportare il suo Paese al livello di potenza internazionale, che ha ridato al suo popolo umiliato un senso di appartenenza e di orgoglio nazionale. In particolare, un leader (ecco la sua massima colpa) che ha saputo impedire che multinazionali straniere si impadronissero delle immense ricchezze naturali del suo Paese. Non è un democratico, si dice. Ed è certamente vero che reprime i suoi oppositori. Tuttavia ad ogni elezione (magari con risultati gonfiati ma sostanzialmente veri, come dimostrano tutti i sondaggi indipendenti) la maggior parte degli elettori lo ha riconfermato. Eppure, se teniamo così tanto alla democrazia come noi la intendiamo, come mai stringiamo a noi come cari alleati i Sauditi, Erdogan, e perfino l’ungherese Orban o il polacco Kaczynski? Forse perché loro sono più disponibili ad ascoltare i “suggerimenti” che arrivano da oltre-oceano?
Non mi meravigliano i giornalisti che chiudono volutamente gli occhi davanti alla realtà delle cose, devono pensare al proprio portafoglio o alla loro carriera. Quel che mi stupisce è il becero conformismo di tanta gente che nemmeno vuol veder un poco al di là dell’indottrinamento assillante che li circonda e non si accorge che le libertà di espressione che pensavamo acquisite una volta per sempre ci vengono ridotte ogni giorno di più. Prima con l’emergenza Covid, ora con quella ucraina.

* Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.

Tratto da qui

DIVIETO DI USARE LA MINACCIA O LA FORZA CONTRO I MOVIMENTI DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Tanto per non sembrare superflui e ricordare all’italia quali sono i cuoi obblighi rispetto alla Legge.
Nel settore dell’uso della forza, l’affermazione del principio di autodeterminazione ha avuto una duplice conseguenza.
Da un lato,  esso ha ampliato la portata de divieto di cui all’art.2 pag. 4, della Carta delle Nazioni Unite, proibendo agli Stati di ricorerre alla minaccia, o all’uso della forza contro il Popoli che invocano il diritto di autodeterminazione.
Dall’altra parte, i Movimenti di Liberazione in lotta per l’autodeterminazione hanno il diritto di ricorrere alla forza per reagire contro lo Stato che impedisce con la forza l’esercizio del diritto di autodeterminazione.
Anche allo stato italiano è fatto divieto, quindi proibito, di ricorrere all’uso della forza contro i Popoli che invocano il diritto di autodeterminazione.
L’art.2 pag. 4 della Carta delle Nazioni Unite precisa altresì che gli stati, quindi compreso quello italiano, non può ricorrere neppure alla minaccia, ovvero all’intimidazione contro i Popoli che invocano il diritto di autodeterminazione.
Per intimidazione e minaccia deve intendersi anche la provocazione, quale sfida o istigazione da parte dello stato occupante nei confronti dei Popoli che invocano il diritto di autodeterminazione.
Lo stato italiano sfida ogni giorno il Popolo Veneto e calpesta deliberatamente i suoi diritti previsti per legge.
La sua è una sfida intenzionale.
L’intimidazione è destinata a trascinarci tutti in un forzato confronto con le sue istituzioni che agiscono illegalmente sui nostri territori.
Come quasi tutti i tiranni, anche lo stato italiano, ha necessità di “giustificare” il proprio operato ma, essendo una “falsa democrazia”, lo deve fare con il pretesto dell’ordine pubblico o magari anche del terrorismo.
Il Popolo Veneto va quindi piegato dalla paura, dal timore di una aggressiva, folle e illegittima reazione da parte dello stato occupante.
Per lo stato italiano il Popolo Veneto non esiste (come se bastasse una sentenza della loro corte costituzionale a cancellare ciò che siamo).
Questa è una incontrovertibile offesa ed è nostro diritto che lo stato italiano si scusi con il Popolo Veneto per tanta arrogante e oltraggiosa insolenza.
Ma perché tanta imprudenza?
Ci hanno abituati che ad ogni azione corrisponde una reazione.
Ciò nonostante, per ogni dispotismo il presupposto di ogni repressione è fondato sul principio che non può esserci confronto se non ci sono gli “sfidanti”.
Il sistema è sempre lo stesso.
Lo stato dominante ha bisogno di trascinare il “confronto” (che tale non è) sul piano della forza perché è quello a cui sono abituati, dove si sentono più forti e possono pretestuosamente “sopprimere” gli avversari e calpestare i loro ideali.
Ma se i nemici non ci sono come potrebbe giustificare tanta veemenza?
Ricordate il caso “Polisia Veneta”???
Ecco un tangibile esempio di tale strategia.
Pur sapendo di mentire, polizia e magistratura, con la complicità di taluni italianissimi mezzi di informazione mediatica, hanno presentato questo Movimento di Liberazione Nazionale come un accozzaglia di sprovveduti, di malviventi, armati e pronti alla guerra.
Una indegna, impunita e ipocrita commedia.
Ma si sa che lo stato italiano è fondato sulla frode fin dal suo inizio ed è abituato a sopprimere con violenza chi vi si oppone … è una ineluttabile dinamica perché nell’esercizio di una forza sono sempre coinvolti due rivali.
E’ in questa dualità che si confrontano il bene e il male, il giusto e il malavitoso, la democrazia e la tirannia.
Questo è il percorso del MLNV, che scioglie i nodi con il sistema e non accetta compromessi o “allettanti scorciatoie”.
Non sono solo i soldi a nuocere, ma anche l’ambizione del potere.
Il ripristino di una Nazione è spesso giocata sul tavolo di avvoltoi e imbonitori, con interessi inimmaginabili.
Un Popolo, rimane spesso il protagonista assente del proprio destino.
WSM
Venetia, giovedì 1 novembre 2018
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

2022.02.16 – PISA, ARMI AL POSTO DI AIUTI UMANITARI … PORTUALI BLOCCANO IL VOLO PER L’UCRAINA

Pisa, armi al posto di aiuti umanitari: gli aeroportuali bloccano volo per l’Ucraina.

Nelle scorse ore è emerso che dal Cargo Village sito presso l’aeroporto civile di Pisa sarebbe dovuto partire un volo contenente casse di armi, munizioni ed esplosivi,

in contrasto con lo scopo stesso del viaggio, data la sua natura umanitaria. Infatti, il volo avrebbe dovuto fornire cibo, medicinali, e altri prodotti utili alla popolazione ucraina, in difficoltà a causa dei combattimenti delle ultime settimane.

Ai lavoratori dell’aeroporto “Galileo Galilei” di Pisa era stato chiesto di caricare degli aiuti umanitari destinati all’Ucraina.

Quando si sono ritrovati però di fronte a casse contenenti materiale bellico hanno deciso di non eseguire l’ordine.

L’Unione Sindacale di Base (USB) è stata tra i primi a raccogliere le testimonianze dei lavoratori e a segnalare l’accaduto, manifestando in un comunicato la propria volontà di denunciare “con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura umanitaria per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina“.

tratto da: “CLICCA QUI

2022.03.08 – DISCRIMINAZIONE PATITA DA UN PROF. UNIVERSITARIO

Riceviamo e pubblichiamo

Gentili Socie/Soci, Avvocati, Medici, Simpatizzanti,

per conoscere la violenza acefala di questo governo del male, trasmettiamo la “Comunicazione” limpida e dettagliata del Prof. Marco Mamone Capria, docente di matematica all’Università degli Studi di Perugia, (studioso di storia e filosofia della scienza e presidente della “Fondazione Hans Ruesch per una medicina senza violenza”), colpito dalla covid-dittatura in quanto non ha ceduto al ricatto del dogma vaccinale, anzi ha esplorato e pubblicato l’ampia problematica del danno vaccinale.
E’ stato votato con la fiducia il decreto dell’infamia che ha istituito l’obbligo vaccinale illegale e illegittimo per chi ha più di 50 anni e chiusure di ogni servizio, negozi, uffici postali, banche…
Dobbiamo liberarci da questo governo illegittimo e infame che perseguita la parte sana e intelligente del paese e in particolare gli esponenti della conoscenza obiettiva.

Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
www.antipredazione.org

——– Messaggio Inoltrato ——–

Mittente: mamone@dmi.unipg.it
Oggetto: Comunicazione

Cari amici, collaboratori e “compagni di strada”,

   come diversi di voi – compresi visitatori del sito che non avevo mai
sentito prima – hanno prontamente notato, l’indirizzo del sito Scienza e
Democrazia/Science and Democracy non è più attivo da alcuni giorni. La
spiegazione è quella che potete immaginarvi, ma merita che ci spenda
qualche parola.

L'atmosfera dell'università è diventata in questi due anni sempre più
asfissiante, con l'introduzione di una serie di regole e vincoli
burocratici come non si erano mai visti prima. In particolare
quest'anno, per la prima volta in vent'anni di esistenza del sito (la
norma ai applica ad ogni sito di membro dell'università di Perugia, ma ce
ne sono pochi, e per ampiezza e durata il mio era unico), avrei dovuto
chiedere
al mio Consiglio di Dipartimento di approvare la continuazione del sito,
spiegando le ragioni per cui ritengo che le sue finalità erano in armonia
con quelle dell’università. Già che questo andasse esplicitato fa capire
in che stato si trovi oggi l’università italiana.

Ora, può anche darsi che con una serie di contatti personali diretti avrei
potuto ottenere una votazione favorevole, ma sarebbe stata comunque
un'autorizzazione vigilata – il contrario di ciò che il sito era stato da
sempre e il contrario dello spirito dell'università come essa è stata nei
suoi momenti migliori. Inoltre, devo dire che i miei cosiddetti colleghi
hanno dato prova in questo biennio di un conformismo e appiattimento alle
follie governative così impermeabile a ogni argomento che ottenere una
loro approvazione mi avrebbe procurato una crisi di identità.

Pertanto ho scelto di spostare il sito, tale e quale, come "canale" del
sito della Fondazione Hans Ruesch per una Medicina senza Vivisezione, di
cui sono presidente da un quindicennio. Penso che i visitatori del sito
guadagnino a scoprire materiale collegato e affine (compresi diversi miei
articoli che non avevo ripubblicato su Scienza e Democrazia).

In pratica al posto dell'indirizzo

http://www.dmi.unipg.it/mamone/sci-dem

adesso l'indirizzo è

http://www.hansruesch.net/sci-dem

e ogni link a un articolo del vecchio sito passa da:

http://www.dmi.unipg.it/mamone/sci-dem/ [+++]

a

http://www.hansruesch.net/sci-dem/[+++]

che ha anche il pregio di essere più semplice e più breve.

I due siti hanno sempre avuto molto in comune (oltre alla segnalazione
reciproca), e non è un caso che la problematica del danno vaccinale sia
stata esplorata in convegni di Scienza e Democrazia nel 2003, 2005, 2008 e
2011.

All’ultimo di questi convegni intervenne il dottor Dario Miedico,
recentemente radiato con una “sentenza” dell’Ordine dei medici che resterà
una eterna macchia per l’intera professione, e che era stato relatore
(insieme ad altri studiosi e attivisti che sono diventati meglio noti al
pubblico nel biennio successivo) al convegno “Il punto sui vaccini – verso
le elezioni europee” che con la Fondazione avevo organizzato nel 2019.

Aggiungo che uno studioso statunitense che oggi è meritatamente noto a
livello internazionale per i suoi articoli sulla trasparenza dei dati e i
conflitti di interesse nella ricerca medica – sto parlando di Peter Doshi
– fece una delle sue prime apparizioni pubbliche al convegno di Scienza e
Democrazia a Napoli nel 2005. In quell’occasione presentò un ottimo
intervento sulla questione delle statistiche dell’influenza, poi apparso
anche, in forma abbreviata, sul British Medical Journal (oggi BMJ) di cui
è adesso un caporedattore. È da allora, per inciso, che ho cominciato a
occuparmi sistematicamente della questione, ed ecco come mai quando si è
cominciato a parlare di covid-19 non sono affatto stato colto di sorpresa,
e ho sentito il dovere di intervenire in varie sedi contro l’abuso della
credulità popolare e la sua strumentalizzazione a fini autoritari che ha
soffocato l’intera vita civile, in Italia e altrove -- ma in Italia più
che altrove -- negli ultimi due anni.

È chiaro che una certa consapevolezza della reale natura della presunta
“pandemia” si è diffusa, ma non starei a scrivere questa lettera se
avessimo già vinto la battaglia delle idee a livello di opinione pubblica
e di pubblica amministrazione.

Una testimonianza personale. In data 16 febbraio la mia amministrazione
(università di Perugia) mi ha comunicato «l'immediata sospensione dal
diritto di svolgere l'attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari
e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di
sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o
emolumento, comunque denominati».

In pratica, per «inadempimento dell’obbligo vaccinale» (nel mio caso
*totalmente irrilevante dal punto di vista sanitario*, non dovendo io
accedere per nessuna parte del mio lavoro alle strutture universitarie),
mi tagliano lo stipendio, per di più assumendo assurdamente che qualcosa
che la Costituzione riconosce esplicitamente come diritto-dovere – quello
al lavoro, appunto – *possa essere sospeso*: di fatto un cittadino
italiano, rimanendo tale, non potrebbe rinunciarvi nemmeno se lo volesse!

L'inevitabile domanda è: è possibile che un errore così fondamentale dal
punto di vista del diritto costituzionale e dello statuto dei lavoratori
possa essere commesso a fini repressivi dalla pubblica amministrazione, e
non certo solo quella della mia università?

La risposta, oggi, è: purtroppo sì, è possibile, anche se spero che chi
l’ha commesso e continua a commetterlo – consapevolmente e per complicità
con governi illegittimi che emanano da due anni norme palesemente
incostituzionali – ne debba pagare le conseguenze in un giorno non tanto
lontano. Di sicuro il diversivo della questione ucraina non aiuterà a far
risvegliare una cittadinanza per la maggior parte inebetita e abulica.

Devo aggiungere una precisazione. Sono perfettamente consapevole che mi
sarebbe bastato sottopormi a un po’ di tamponi per risultare prima
“malato” e poi “guarito” dal covid-19, ed evitare quindi, almeno per
alcuni mesi, il provvedimento da cui sono stato colpito. Conosco parecchie
persone che hanno fatto del loro meglio -- per così dire -- per risultare
“positivi” e poi “negativizzarsi”, eludendo quindi per qualche mese la
vaccinazione e la sospensione dello stipendio.

Non critico questo modo di guadagnare tempo (e non impoverirsi)
nell’attesa di tempi migliori, e in molti casi individuali penso che sia
stata una scelta doverosa o quasi.

Per quanto riguarda il mio caso, però, dato ciò che penso e ho argomentato
in dettaglio a proposito della fragilità scientifica dei tamponi, mi
sarebbe sembrato come presentare un certificato astrologico su una
congiunzione planetaria favorevole al mio tema natale – e questo per poter
vedere riconosciuto economicamente un lavoro che è mio diritto-dovere
svolgere, che  *continuo a svolgere*, e che nessuno potrà sospendermi
finché avrò voglia e possibilità materiale di svolgerlo.

Ha detto un moralista francese del XVII secolo che l’ipocrisia è l’omaggio
che il vizio rende alla virtù. L’Italia oggi sta morendo anche di
ipocrisia, e penso che, in generale ma soprattutto tra i lavoratori della
conoscenza,  chi può permetterselo, e fintanto che può, dovrebbe evitare
di contribuirvi.

                      Con i migliori saluti,

                                      Marco Mamone Capria


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2022.03.08 – FESTA DELLA DONNA … MA VA!

Quest’anno non ho auguri da fare per la festa della donna, ovvero non ho voglia di fare gli auguri a tutte le donne in quanto tali.
L’amara esperienza vissuta mi porta a reprimere questo sentimento più per alcune donne della mia ex famiglia di orgine, che ancora non si sono rese conto di quale male mi hanno fatto credendosi paladine di giustizia e di aver agito nel giusto.
Rimangano convinte della loro insipienza ma hanno spento in me ogni rigurigito di perdono.
… omissis …
Sergio