2025.01.22 – L’AUTODETERMINAZIONE NON E’ SOLO UN DIRITTO MA UN DOVERE STORICO VERSO LE GENERAZIONI FUTURE.

Prove documentali e fonti storiche, ci confermano che l’annessione dei Territori della Serenissima Repubblica de la Venethia al Regno d’Italia nel 1866 fu una frode preordinata.
Il plebiscito del 21-22 ottobre 1866 non rispettò i principi di autodeterminazione sanciti dal diritto internazionale e, pertanto, non può essere considerato un atto legittimo di adesione all’Italia.

IL CONTESTO STORICO E IL TRATTATO DI VIENNA (3 ottobre 1866)
Il Trattato di Vienna, firmato il 3 ottobre 1866, stabiliva che:

  • L’Impero Austriaco avrebbe ceduto i Territori Veneti alla Francia, la quale avrebbe poi garantito alla popolazione veneta il diritto di autodeterminarsi tramite un plebiscito autogestito.
  • La sovranità dei Veneti veniva riconosciuta non solo dall’Austria e dalla Francia, ma anche dal Regno d’Italia e dal Regno di Prussia

La Dichiarazione di Leboeuf (19 ottobre 1866)
Il commissario francese Leboeuf proclamò ufficialmente la cessione dei territori con la seguente formula:
“A nome di Sua Maestà l’Imperatore dei Francesi ed in virtù dei pieni poteri e mandato che ha voluto conferirmi […] dichiariamo di rimettere la Venezia a sé stessa, affinché le popolazioni padrone dei loro destini, possano esprimere liberamente, con suffragio universale, il loro volere a riguardo dell’annessione della Venezia al Regno d’Italia.”
Tale dichiarazione sanciva ufficialmente che il Veneto non era più sotto il controllo di nessuna potenza straniera e che la consultazione popolare avrebbe dovuto essere autonoma e libera.

LA FRODE DEL PLEBISCITO
L’Annessione già decisa prima del voto
Il 19 ottobre 1866, due giorni prima del plebiscito, la Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia riportava già l’annessione del Veneto all’Italia. Questo dimostra che il risultato era preordinato e che il voto popolare fu solo una formalità.
Nella Gazzetta Ufficiale del Regno d’italia stampata a Firenze, si legge: “La bandiera reale italiana sventola dalle antenne di Piazza San Marco, salutata dalle frenetiche grida della esultante popolazione. Generale Di Revel.”
A questa comunicazione seguì la risposta ufficiale del Presidente del Consiglio Bettino Ricasoli:
“Il Governo del Re saluta Venezia esultante mentre la bandiera nazionale italiana sventola dalle antenne di Piazza San Marco, simbolo di Venezia restituita all’Italia, dell’Italia restituita finalmente a se stessa.”
Il Documento del Conte Tahomn di Revel

Il plenipotenziario del re, Conte Tahomn di Revel, inviò un documento ufficiale che conferma che l’annessione era già avvenuta prima del plebiscito, rendendo il voto una mera formalità priva di valore giuridico.

L’INTERFERENZA ITALIANA E LA MANIPOLAZIONE DEL PLEBISCITO

Il governo italiano temeva fortemente l’opzione dell’indipendenza e mise in atto metodi coercitivi per influenzare il voto. Secondo fonti storiche:

  • Non vi fu reale campagna informativa sulle opzioni disponibili.
  • Non fu ammessa un’opzione per l’indipendenza sulla scheda referendaria.
  • L’esercito italiano era già presente nei territori prima del voto, esercitando pressione sulla popolazione.

Conseguenze Giuridiche e il Diritto all’Autodeterminazione
L’art. 1 della Carta delle Nazioni Unite sancisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli.
Poiché:
– Il plebiscito fu manipolato e privo di validità democratica;
– Il Regno d’Italia non rispettò gli accordi internazionali;
– La popolazione veneta non ebbe la possibilità di scegliere liberamente;
Il diritto dei Veneti all’autodeterminazione rimane attuale e valido, poiché l’annessione del 1866 fu una violazione del diritto internazionale.
La storia dimostra che nel 1866 l’alternativa per i Veneti non era tra un Veneto italiano o un Veneto austriaco, ma tra un Veneto italiano e un Veneto indipendente. Il plebiscito non fu libero né democratico, e l’annessione al Regno d’Italia fu una violazione del diritto internazionale.
Il popolo veneto mantiene il diritto legittimo di autodeterminarsi, e questa verità storica deve essere riconosciuta dalla comunità internazionale.
Ecco l’impegno del MLNV nei confronti della Serenissima Patria: L’autodeterminazione non è solo un diritto: è un dovere storico verso le generazioni future.

semo strachi  de l’ocupaxion tajana!
Fora l’italia dalla Nasione Veneta.