«Arriverà un giorno in cui l’uomo parlerà con gli
angeli… E in quel giorno proverà una gioia tale che
nessuna parola al mondo può descriverla».
Nel 1956, dopo il soggiorno estivo a Castelgandolfo, Pio XII parlò a un gruppo di seminaristi francesi.
«I tempi», disse il Pontefice «tendono ad allontanare l’uomo dalla spiritualità, per renderlo schiavo delle cose terrene…
Il vostro compito sarà pertanto quello di riavvicinare l’uomo alle cose eterne, alle cose che non si vedono, ma che esistono, ed esisteranno in eterno… Bisogna allargare gli orizzonti dell’uomo…
Bisogna far capire all’uomo che non è solo, perché legioni di angeli sono sulla terra.
E verrà giorno in cui gli uomini parleranno con gli angeli…».
Era il tempo in cui il Pontefice aveva avuto «visioni celesti».
E, probabilmente, si sentiva avvolto in un’atmosfera soprannaturale.
«Gli angeli», disse un giorno «sono così vicini a noi che, nei momenti di pace profonda, riusciamo a sentire la loro presenza…».
Il Pontefice viveva in una dimensione mistica, che solamente i grandi spiriti riescono a «sentire».
Molti vaticini parlano delle «presenze angeliche sulla terra», soprattutto nel tempo in cui «la terra sarà aperta per essere lavata e purificata».
In un vaticinio del XVI secolo, ritrovato in una chiesa della Lorena dopo la rivoluzione francese, si dice che «alla fine del Millennio, legioni di angeli scenderanno sulla terra, per contrastare la strada ai demoni…».
E gli uomini «sentiranno» la battaglia tra le forze del bene e le forze del male.
«Sentiranno», ma non «vedranno» la battaglia finale.
Saranno gli angeli a vincere.
E, da quel momento in poi, l’uomo imparerà a parlare con gli angeli.
Perché le distanze tra il cielo e la terra saranno accorciate.