LA VERA STORIA SICILIANA

Sec. IX-X
Gli Arabi occupano la Sicilia : la Sicilia subisce un vero e proprio processo rivoluzionario in tutti i settori della vita sociale, economica ed amministrativa.
Risorge la cultura in tutte le sue branche dalla poesia all’astronomia e alla medicina.
Gli Arabi rinvigoriscono tutte le attività produttive dall’agricoltura al commercio.
Palermo sotto gli Arabi si copre di meraviglie che ricordano l’architettura orientale.
Ci hanno lasciato un grande bagaglio culturale .

Sec. XI-XII Fine del periodo arabo: le cause vanno cercate nelle lotte interne che travagliarono i vari califfati e sultanati a cominciare dal 910.
I Normanni rendono la Sicilia uno Stato indipendente, su basi feudali, con ottime leggi, con un Parlamento che decide le proprie sorti ed entra nel consesso delle Nazioni.
La notte di natale del 1130 Ruggero il Normanno, al palazzo reale del Cassaro viene incoronato re di Sicilia per volontà di Dio e della Nazione.

Quel giorno nasceva in Sicilia il primo Stato d’Europa del tutto organico ed unitario, prototipo di tanti altri che sarebbero sorti nei secoli successivi.
Sec. XIII : a Iesi nasce una stella :Federico II di Svevia e di Sicilia.
Con lui la Sicilia conosce uno dei periodi più floridi per le sue leggi , risorgono arti , letteratura ,le Università . ( scuola poetica siciliana ed embrione della lingua italiana).
Grande tolleranza religiosa tra cristiani, musulmani ed ebrei.
Dopo la morte di Federico II e la tragica fine di Corradino ultimo erede della casa sveva , ai Siciliani arrivò il nuovo re, Carlo d’Angiò, mai desiderato nell’Isola.
Forte decadenza in Sicilia , ma il popolo Siciliano, dopo 16 anni di lacrime, si libera degli Angioini con la guerra del Vespro (31 marzo 1282).
Dopo Palermo e Corleone , si sollevò anche Messina: morirono circa 24.000 francesi.
Il popolo di Sicilia si era liberato da sé da un governo oppressivo che non aveva mai voluto. Dei francesi furono risparmiati soltanto quelli di Sperlinga , dove a tutt’oggi si parla una lingua simile al francese.

Nasce la bandiera siciliana , giallo rossa con la trinacria al centro, simbolo della libertà del popolo siciliano e che oggi ha 732 anni.
Sec. XIV: su invito dei Siciliani, per contrastare i francesi che fanno ogni sforzo x rientrare, i re di Aragona, tengono la corona di Sicilia fino al 1410.
Sec. XV : alla fine della dinastia spagnola degli aragonesi si succede in Sicilia la dinastia dei castigliani.
Sec. XVI: nel 1516 la corona di Sicilia passa dai castigliani di Spagna a Carlo V della casa austriaca degli Asburgo che vede unite le corone asburgica e spagnola.
Nel XVI secolo si intensificarono le relazioni con gli altri stati italici incrementando gli studi umanistici, l’arte e i commerci.
I Siciliani partecipano alla difesa di malta e alla Vittoria di Lepanto.

Sec. XVII: età dei vicerè. Grande impulso e nuova urbanistica ai comuni : nasce il barocco siciliano.
Vennero costruite nuove città e restaurate quelle distrutte dal terremoto.

Sec. XVIII: La Sicilia diviene oggetto delle decisioni europee, passa dal dominio spagnolo ad Amedeo di Savoia, poi a Carlo d’Austria ed infine ai Borboni.
Nel pieno della rivoluzione francese, in Sicilia si stava preparando una rivoluzione contro i regnanti ma la congiura fu scoperta e nel 1795 il capo della rivoluzione, Francesco Paolo Di Blasi fu giustiziato.
Il re Ferdinando I fugge da Napoli nel 1798 e si rifugia a Palermo, dove i suoi uomini ebbero premura di togliere gli isolani dagli uffici e insediarsi loro.
Inglesi in Sicilia: Il re Ferdinando preoccupato x l’imminente arrivo di Napoleone chiama in aiuto gli inglesi, quali accettano e prima della Sicilia occupano Malta che con tutte le isole vicine appartenevano alla Sicilia.
Arrivo del generale Lord Bentinck capo del contingente militare inglese che assume il potere dell’isola sorretto dalla forza militare di 14.000 uomini che impose al re di abrogare tutti i decreti anti costituzionali e di affidare il potere al principe ereditario Francesco. Il Bentinck, che aveva le redini del comando, rimaneggiò il ministero, togliendo i napoletani e mettendo i Siciliani e diede incarico all’abate Paolo Balsamo di elaborare una nuova costituzione per la Sicilia.
La nuova costituzione (1812) era del tutto rivoluzionaria per la Sicilia, infatti respingeva l’assolutismo illuministico e prendendo le mosse dalla legislazione e ideologia inglese si apriva allo spirito delle nuove istituzioni.
La nuova costituzione prevedeva che la Sicilia doveva essere indipendente da qualsiasi altro stato.
Intanto Napoleone sconfitto a Lipsia veniva dichiarato decaduto, e il comandante Bentinck richiamato a Londra.
Nel Giugno 1815 si concludeva il Congresso di Vienna che imponeva la restaurazione e il ritorno all’assolutismo.
Fu allora che il re lasciò la Sicilia e ripartì per Napoli dove dichiarò abrogata la costituzione siciliana del 1812 assumendo per la Sicilia il nome di Ferdinando I , e quello di re delle due Sicilie.
Con un voltafaccia senza precedenti nel 1816 dichiarò decaduta la carta costituzionale della Sicilia ed abrogata ogni libertà.
In un solo colpo aveva tradito due volte la Sicilia: una prima volta rieleggendo Napoli capitale del regno , ove si era subito portato, grazie agli accordi del congresso di Vienna; una seconda , abrogando una Costituzione da lui giurata.
Il re “ Lazzarone” ripagava così i Siciliani per l’ospitalità con il tradimento.

I Siciliani non dimenticheranno e renderanno ai Borboni il giusto servizio.
In Sicilia , il re cercò di unificare le leggi dei due regni e vi pose innanzitutto che Fonte del diritto era il sovrano.
I Siciliani perdettero la prerogativa di essere amministrati dai loro conterranei e obbligati alla coscrizione militare che creò molta agitazione in popolo non assuefatto a obblighi militari.

Insoddisfatti i Siciliani delle nuove leggi borboniche nel 1820, si sollevarono in varie parti dell’Isola.
Il motivo maggiore della rivolta siciliana fu la perduta indipendenza dell’Isola e il dovere sottostare agli ordini provenienti da Napoli; l’imposizione delle leggi napoletane del Borbone avevano prodotto uno scontento generale.

Il 15 e 16 luglio 1820, insorse la città di Palermo e la rivolta ben presto si estese in vari paesi del palermitano.
Per sedare Palermo, da Napoli partì, al comando di un esercito, il generale Florestano Pepe, per condurre all’obbedienza la Giunta che si era rivolta per aiuto alla flotta britannica del Mediterraneo.
Le promesse di indipendenza furono prevaricate ancora una volta con l’uso della forza e la rivolta si riaccese e continuò fino al 5 ottobre.
La Giunta intanto trattava la resa a patto che in Sicilia si potesse riunire un Parlamento Siciliano che era stato soppresso e trattasse delle condizioni della futura Sicilia.
Ovviamente Napoli non accettò questa proposta .

Sec. XIX: Intanto in Sicilia ricominciano le manifestazioni di indipendenza allo scopo di riacquistare la completa indipendenza da Napoli.
Numerosi erano stati i tentativi di insurrezione in Sicilia dopo quella del 1820.

1847-1848 Al popolo siciliano fu rivolto l’appello all’insurrezione armata per la causa comune a sostegno delle riforme negate dai Borboni.
Il 10 gennaio 1848 comincia la rivolta : a Palermo si combatteva per il distacco da Napoli.
L’esercito borbonico fu costretto a chiudersi nelle caserme e i rivoluzionari riuscirono ad occupare la prefettura .
A capo del comitato rivoluzionario venne messo Ruggero Settimo e si richiese la riunione del Parlamento di Sicilia per rimettere in vigore la costituzione siciliana del 1812.

Dopo Palermo insorsero anche Messina, Agrigento, Catania, Caltanissetta , Trapani , quasi tutte le altre città della Sicilia isole comprese fino a Pantelleria e Lampedusa.
Alla fine di gennaio i Siciliani ai quali il Borbone aveva concesso l’autogoverno, pretesero e ottennero dal re Ferdinando la costituzione.
Fu indetto il primo parlamento a Palermo per il 27 marzo e si diede origine al primo ministero retto da Ruggero Settimo.
La prima dichiarazione che il Parlamento approvò all’unanimità fu:
“ Ferdinando di Borbone e la sua dinastia sono per sempre decaduti dal trono di Sicilia.
La Sicilia si reggerà a governo costituzionale …

In piena epoca in cui si discuteva di confederazioni di Stati italici, non risulta che nel Parlamento Siciliano si sia mai trattato di unità nazionale italiana.
Come nel 1837 ( rivolta del colera) anche in questa maggiore sollevazione del 1848 la Sicilia non ebbe forze sufficienti per difendersi contro quelle, molto superiori ed organizzate borboniche.
Nel settembre successivo un grosso esercito borbonico al comando di Carlo Filangeri principe di Satriano occupò Messina e in breve tutta l’Isola.
Nonostante la disperata difesa di Palermo, i Borboni circondarono la città.

Il governo di Sicilia si sciolse e Ruggero Settimo dovette abdicare e rifugiarsi in esilio.
La Sicilia riportata alla sottomissione dei Borboni non ebbe però mantenute le promesse fatte quando i Siciliani si erano arresi.

L’imposta sul macinato era fortemente sgradita ai Siciliani e risultava quanto mai esosa in quanto il divieto ai contadini di fare il pane in casa produceva che essi pagassero la tassa due volte.
Il 22 maggio 1859 moriva a Caserta Ferdinando II re delle due Sicilie.
Era salito al trono nel 1830. Nel 1848, impaurito dalla rivoluzione, concesse ai sudditi la costituzione nella speranza di riacquistare la Sicilia, ma quando gli avvenimenti gli furono favorevoli, disdisse quella costituzione e ritornò all’assolutismo.

Nel 1848 divenne violento nel reprimere la rivoluzione di Sicilia.
Gli successe Francesco II che si trovò a scegliere tra l’assolutismo o il liberalismo e che ci consegnò nelle mani dei Savoia.
Questi sono stati i Borboni.

L’estremo lancio della popolazione isolana nei confronti dei mille va intesa, pertanto, come una rivincita dell’Isola sui Borboni, affossatori delle libertà e della indipendenza siciliana.
Purtroppo, i Savoia, faranno di peggio, perché considereranno la Sicilia terra di conquista, come una vera e propria colonia, situazione che persiste a tutt’oggi con lo stato italiano.
Quindi il regno delle due Sicilie inizia nel 1815 e finisce nel 1860.

AnTuDo!!!
Animus Tuus Dominus ( il coraggio è il tuo Signore)
Questa frase nasce durante il vespro Siciliano e viene ancora oggi usata dai separatisti salutando con le prime 3 dita della mano che indicano la <Trinacria