L'atto del dare
Luang Por Phosrisuriya Khemarato[1]
traduzione italiana a cura di Saratò della traduzione tailandese inglese.
Luang Por Phosrisuriya Khemarato[1]
traduzione italiana a cura di Saratò della traduzione tailandese inglese.
Dare e dimenticare è bene.
Soltanto pensando di dare, il beneficio è già stato in parte realizzato.
Quando il dare viene attuato, a quel punto tutto è perfetto.
Se sei un donatore sin dall'inizio, non si presenteranno problemi.
Risolverai problemi invece che crearne altri.
I problemi nascono quando sei deluso nel prendere (per sé, attrarre a sé, trattenere a sè ecc.).
Ogni scenario che coinvolge il prendere crea sempre problemi.
Inizia dai problemi mentali, che si trasformano in avidità, desideri, voleri e attaccamenti.
È un fautore di problemi che inizia nella mente e si manifesta nel mondo esterno.
Quando il prendere diviene intenso, si litiga, si contesta, si compete l'un l'altro e nei casi peggiori si finisce per distruggersi in tutti I modi.
Prendi esempio dai Buddha e dai Maha Bodhisattva[2], che sempre danno e si sacrificano[3].
Sii un donatore e non un essere senziente.
Sii un Bodhisattva[4] che benedice gli esseri senzienti, fino a che la delusione del prendere non esista più nella tua mente.
In tal modo non rimani deluso nel prendere o nel perdere nulla.
Soltanto pensando di dare, il beneficio è già stato in parte realizzato.
Quando il dare viene attuato, a quel punto tutto è perfetto.
Se sei un donatore sin dall'inizio, non si presenteranno problemi.
Risolverai problemi invece che crearne altri.
I problemi nascono quando sei deluso nel prendere (per sé, attrarre a sé, trattenere a sè ecc.).
Ogni scenario che coinvolge il prendere crea sempre problemi.
Inizia dai problemi mentali, che si trasformano in avidità, desideri, voleri e attaccamenti.
È un fautore di problemi che inizia nella mente e si manifesta nel mondo esterno.
Quando il prendere diviene intenso, si litiga, si contesta, si compete l'un l'altro e nei casi peggiori si finisce per distruggersi in tutti I modi.
Prendi esempio dai Buddha e dai Maha Bodhisattva[2], che sempre danno e si sacrificano[3].
Sii un donatore e non un essere senziente.
Sii un Bodhisattva[4] che benedice gli esseri senzienti, fino a che la delusione del prendere non esista più nella tua mente.
In tal modo non rimani deluso nel prendere o nel perdere nulla.
Non rimani deluso nell'avere o essere alcunchè e ti permetti di essere completo interiormente.
Esteriormente sii di beneficio per il mondo; sii un modello per la società.
Sii un donatore, un prodigo.
Puoi prodigarti nel senso di dare cose materiali oppure nell'impiegare le tue energie e forze per il pubblico, le religioni e la gente; o anche le tue
capacità mentali, intellettive, saggezza e doti innate o talenti, accumulati durante numerosi periodi di vita, come strumenti per aiutare, per
risolvere ciò che causa problematiche, per indicare la retta via verso l'illuminazione e per terminare la sofferenza.
Questi sono tutti sacrifici.
Non usi capacità, talenti e doti innate per ottenere, per competere o per entrare in conflitto con altri.
I problemi nel mondo e nelle società derivano tutte dalla delusione nel prendere/attrarre a sé.
Non importa per quale gruppo, setta o nazione nei mondi e nel Samsara; non importa in quale piano di esistenza, “prendere/attrarre a sé” è il
problema.
Lo sai quale è veramente la delusione del prendere?
Quali tipologie di desideri karmici include?
L'attaccamento sta nel prendere/attrarre a sé.
Vi sono delusioni e avidità.
Quando non riesci a ottenere qualcosa, lotti e ne consegue l'ira.
L'intero sistema dei desideri karmici consiste nel prendere/attrarre a sé: il centro di produzione di tutti i desideri karmici.
Perciò ti dico di prodigarti cosicchè problemi non si manifesteranno, tutti i problemi si risolveranno da sé, sia che siano personali o pubblici.
Saranno risolti e spazzati via dal prodigarsi e nel dare.
I desideri e abitudini karmiche si risolvono interiormente mentre esteriormente si risolvono i conflitti e le competizioni.
Così non hai da litigare o lottare con nessuno.
Attualmente gli esseri senzienti si prodigano ancora in maniera limitata e ristretta.
Considerano il dare solamente come offerte e donazioni ai religiosi ed istituzioni religiose e non vedono ancora il dare e prodigarsi per il mondo
e il Samsara, per gli umani e non umani.
Il dare e prodigarsi non è ancora sufficientemente ampio, sicché i problemi personali e pubblici non possono eseere fissati completamente.
Devi praticare il dare.
Questo risolverà tutto di per sé.
Continua a dare, continua a prodigarti che non nuoce.
A proposito del dare e prodigarsi innoqui, dovresti considerare di contenere il tuo agire (in senso
lato pensieri, parole, atti) in modo tale da limitare al massimo i danni al prossimo e preferibilmente di non provocare danno alcuno.
Se non sei ancora in grado di agire innocuamente, contieniti al massimo; è come se non fossi ancora completo, non ancora sufficientemente
prudente, non ancora sufficientemente affilato come arma al prodigarsi e al donare.
Benedici tutti, nessuno escluso.
Conduci fuori dalla sofferenza tutti gli esseri senzienti.
Sii astuto nei riguardi delle necessità degli umani e nonumani, quindi sii generoso e caritatevole fino a quando nessuno sarà in difficoltà e il tuo
agire non causi problemi a nessuna anima.
Se ciò non ti riesce, causa il meno possibile.
Comunque tu faccia, sii un donatore e prodigati da ora in avanti.
Una persona problematica per la società è quella avida, quella che ha aspettative e pretese.
Se la mentalità del prendere/ottenere è predominante in una persona, essa è e rimane un problema per la società.
Non importa se ciò che vuole è materiale o spirituale, astratto come fama e onore o qualsiasi cosa per cui compete in questo mondo e nel
Samsara.
Se tu sei quel tipo di persona, cagionerai sofferenza a prescindere da dove stai.
Anche la felicità e la vita comfortevole che ottieni e mantieni per te stesso e la tua ristrettta cerchia a discapito degli altri, cagiona sofferenza. Il
prendere/ottenere è problematico per ognuno a questo mondo.
Quando ti prodighi per il prossimo, umano o non umano che sia, dai via anche i tuoi desideri.
Non dare per ottenere meriti, ringraziamenti e buon auspicio, che non è ancora puro donare/prodigarsi.
È come se barattassi desideri con meriti.
Dai e dimentica.
Aiuta e lascia andare.
Supporta e lascia passare.
Non sperare di ottenere nulla in cambio.
Questo è completezza nella tua mente.
Lascia che il perdere e il vincere si affievoliscano e si esauriscano da soli, in modo tale che non ci sia più delusione nell'ottenere e nel perdere.
Cosicchè i componenti elementari divengono improvvisamente puri, la mente diviene pura istantaneamente, come gli elementi costituenti
originari, come I quattro elementi di terra, acqua, aria e fuoco, che sono puri in sé giacché non non sono delusi nel prendere o perdere alcunchè.
Non hai bisogno di cercare sicurezza, giacché il tuo dare e prodigarsi è sicurezza in sé e per sé, non cagiona sofferenze, è di per sé innocuo.
Prendi ad esempio il fare offerte caritatevoli.
Se sai come farle, ti sbarazzi naturalmen dei tuoi desideri; tuttavia, nota bene, non sai come farlo. Vai dalla carità all'osservanza dei precetti fino
alla meditazione o preghiera.
Pensi di dover salire i gradini (di una scala immaginaria di crescita spirituale) perché non sai come fare offerte caritatevoli, dato che preghi per
qualcosa di ritorno.
Ogni volta che dai, ti aspetti qualcosa in cambio.
Quandi sacrifichi qualcosa, c'è sempre una speranza per qualcosa celata da qualche parte.
Questo tipo di carità non elimina i desideri.
Quando non riesci a sbarazzartene, va a provare le pratiche meditative, ecc.
Prodigarsi e dedicarsi al prossimo.
È qui che trovi la naturale risposta.
Dare è dare, non è dare per ottenere o sacrificarsi nella speranza di qualcosa in cambio.
Di cosa ancora?
Sappi come dare, come prodigarti e sarai puro di cuore e privo di desideri.
Il noccio del problema, dal passato al presente, rimane solamente il prendere/ottenere.
Sapere come dare, come prodigarsi e l'atto in sé rimuove il desiderio, a prescindere da chi sei, seguace di una religione, frequentatore di templi
e chiese o no, prete, monaco o no.
Non sperare in nulla sì che mente si rilassa e termina in sé gli attaccamenti. A prescindere da cosa, la mente smette da sola di attaccarsi o
doversi staccare.
I meriti e la buona sorte che hai acquisito nel dare e prodigarti, dichiara, versando acqua a terra[5], di volerli condividere per i giorni avvenire con
gli altri esseri senzienti nel mondo e nel Samsara.
Non mancare di farlo e continua a dare ciò che è sottile, spirituale quanto potente e sarai completo interiormente.
Anche gli attaccamenti delusivi ai regni sottili come quelli grossolani scompariranno naturalmente, gradualmente.
Che sia pure il desiderio del paradiso o del nirvana, smetterai di agognare ad essi prevenendo ogni delusione.
Quando le delusioni scompaiono, il nirvana è istantaneo.
Il non attaccamento è in accordo al nirvana (estinzione) che già è (reale, oltre la percezione sensoriale).
Non sarai più deluso nell'essere triste o felice.
Termina le delusioni e allora porrai fine al Samsara ma se ancora permangono, non avrà fine.
Non ci sono eccezioni riguardo alle delusioni relative al raggiungimento del nirvana o del paradiso ed esse permangono come problemi.
Alcune persone usano le delusioni per mentire a sé stesse e agli altri riguardo al raggiungimento del nirvana o del paradiso in questo o quel
modo.
Non sono consapevoli che la delusione di raggiungerli è il problema, è il desiderio karmico.
Considerando la meditazione, la coscienza, la consapevolezza e la conoscenza, in esse permane ancora il desiderio di completezza e
perfezione, il desiderio di terminare le sofferenze e di ottenere il nirvana.
Questo desiderio origina i blocchi e gli impedimenti al nirvana così com'è, fino a quando ti arrendi ai desideri e volontà (ossia li accetti senza
tentare di soddisfarli).
Basta con le aspettative e le pretese!
“No” a tutto ciò, nessuno coinvolgimento mentale con essi, istante per istante.
Non in futuro!
Concludi qui e ora, risplendi di luce e conduci fuori dalla sofferenza.
Non lasciare che essi circolino.
No!
Oggi giorno la tua mente non la smette, non si arrende, non lascia andare, ti domina creando una
vita problematica a te a agli altri.
Cancella questo programma delusivo del “prendere/ottenere”.
Alcuni imparano e usano le lingue pali o sanscrito (similmente greco, latino) a tal punto da non comprenderne il significato.
Usa un linguaggio per comunicare che sia comune alla gente e largamente comprensibile ai più di oggi e non di ieri.
Benedizioni a voi!
Esteriormente sii di beneficio per il mondo; sii un modello per la società.
Sii un donatore, un prodigo.
Puoi prodigarti nel senso di dare cose materiali oppure nell'impiegare le tue energie e forze per il pubblico, le religioni e la gente; o anche le tue
capacità mentali, intellettive, saggezza e doti innate o talenti, accumulati durante numerosi periodi di vita, come strumenti per aiutare, per
risolvere ciò che causa problematiche, per indicare la retta via verso l'illuminazione e per terminare la sofferenza.
Questi sono tutti sacrifici.
Non usi capacità, talenti e doti innate per ottenere, per competere o per entrare in conflitto con altri.
I problemi nel mondo e nelle società derivano tutte dalla delusione nel prendere/attrarre a sé.
Non importa per quale gruppo, setta o nazione nei mondi e nel Samsara; non importa in quale piano di esistenza, “prendere/attrarre a sé” è il
problema.
Lo sai quale è veramente la delusione del prendere?
Quali tipologie di desideri karmici include?
L'attaccamento sta nel prendere/attrarre a sé.
Vi sono delusioni e avidità.
Quando non riesci a ottenere qualcosa, lotti e ne consegue l'ira.
L'intero sistema dei desideri karmici consiste nel prendere/attrarre a sé: il centro di produzione di tutti i desideri karmici.
Perciò ti dico di prodigarti cosicchè problemi non si manifesteranno, tutti i problemi si risolveranno da sé, sia che siano personali o pubblici.
Saranno risolti e spazzati via dal prodigarsi e nel dare.
I desideri e abitudini karmiche si risolvono interiormente mentre esteriormente si risolvono i conflitti e le competizioni.
Così non hai da litigare o lottare con nessuno.
Attualmente gli esseri senzienti si prodigano ancora in maniera limitata e ristretta.
Considerano il dare solamente come offerte e donazioni ai religiosi ed istituzioni religiose e non vedono ancora il dare e prodigarsi per il mondo
e il Samsara, per gli umani e non umani.
Il dare e prodigarsi non è ancora sufficientemente ampio, sicché i problemi personali e pubblici non possono eseere fissati completamente.
Devi praticare il dare.
Questo risolverà tutto di per sé.
Continua a dare, continua a prodigarti che non nuoce.
A proposito del dare e prodigarsi innoqui, dovresti considerare di contenere il tuo agire (in senso
lato pensieri, parole, atti) in modo tale da limitare al massimo i danni al prossimo e preferibilmente di non provocare danno alcuno.
Se non sei ancora in grado di agire innocuamente, contieniti al massimo; è come se non fossi ancora completo, non ancora sufficientemente
prudente, non ancora sufficientemente affilato come arma al prodigarsi e al donare.
Benedici tutti, nessuno escluso.
Conduci fuori dalla sofferenza tutti gli esseri senzienti.
Sii astuto nei riguardi delle necessità degli umani e nonumani, quindi sii generoso e caritatevole fino a quando nessuno sarà in difficoltà e il tuo
agire non causi problemi a nessuna anima.
Se ciò non ti riesce, causa il meno possibile.
Comunque tu faccia, sii un donatore e prodigati da ora in avanti.
Una persona problematica per la società è quella avida, quella che ha aspettative e pretese.
Se la mentalità del prendere/ottenere è predominante in una persona, essa è e rimane un problema per la società.
Non importa se ciò che vuole è materiale o spirituale, astratto come fama e onore o qualsiasi cosa per cui compete in questo mondo e nel
Samsara.
Se tu sei quel tipo di persona, cagionerai sofferenza a prescindere da dove stai.
Anche la felicità e la vita comfortevole che ottieni e mantieni per te stesso e la tua ristrettta cerchia a discapito degli altri, cagiona sofferenza. Il
prendere/ottenere è problematico per ognuno a questo mondo.
Quando ti prodighi per il prossimo, umano o non umano che sia, dai via anche i tuoi desideri.
Non dare per ottenere meriti, ringraziamenti e buon auspicio, che non è ancora puro donare/prodigarsi.
È come se barattassi desideri con meriti.
Dai e dimentica.
Aiuta e lascia andare.
Supporta e lascia passare.
Non sperare di ottenere nulla in cambio.
Questo è completezza nella tua mente.
Lascia che il perdere e il vincere si affievoliscano e si esauriscano da soli, in modo tale che non ci sia più delusione nell'ottenere e nel perdere.
Cosicchè i componenti elementari divengono improvvisamente puri, la mente diviene pura istantaneamente, come gli elementi costituenti
originari, come I quattro elementi di terra, acqua, aria e fuoco, che sono puri in sé giacché non non sono delusi nel prendere o perdere alcunchè.
Non hai bisogno di cercare sicurezza, giacché il tuo dare e prodigarsi è sicurezza in sé e per sé, non cagiona sofferenze, è di per sé innocuo.
Prendi ad esempio il fare offerte caritatevoli.
Se sai come farle, ti sbarazzi naturalmen dei tuoi desideri; tuttavia, nota bene, non sai come farlo. Vai dalla carità all'osservanza dei precetti fino
alla meditazione o preghiera.
Pensi di dover salire i gradini (di una scala immaginaria di crescita spirituale) perché non sai come fare offerte caritatevoli, dato che preghi per
qualcosa di ritorno.
Ogni volta che dai, ti aspetti qualcosa in cambio.
Quandi sacrifichi qualcosa, c'è sempre una speranza per qualcosa celata da qualche parte.
Questo tipo di carità non elimina i desideri.
Quando non riesci a sbarazzartene, va a provare le pratiche meditative, ecc.
Prodigarsi e dedicarsi al prossimo.
È qui che trovi la naturale risposta.
Dare è dare, non è dare per ottenere o sacrificarsi nella speranza di qualcosa in cambio.
Di cosa ancora?
Sappi come dare, come prodigarti e sarai puro di cuore e privo di desideri.
Il noccio del problema, dal passato al presente, rimane solamente il prendere/ottenere.
Sapere come dare, come prodigarsi e l'atto in sé rimuove il desiderio, a prescindere da chi sei, seguace di una religione, frequentatore di templi
e chiese o no, prete, monaco o no.
Non sperare in nulla sì che mente si rilassa e termina in sé gli attaccamenti. A prescindere da cosa, la mente smette da sola di attaccarsi o
doversi staccare.
I meriti e la buona sorte che hai acquisito nel dare e prodigarti, dichiara, versando acqua a terra[5], di volerli condividere per i giorni avvenire con
gli altri esseri senzienti nel mondo e nel Samsara.
Non mancare di farlo e continua a dare ciò che è sottile, spirituale quanto potente e sarai completo interiormente.
Anche gli attaccamenti delusivi ai regni sottili come quelli grossolani scompariranno naturalmente, gradualmente.
Che sia pure il desiderio del paradiso o del nirvana, smetterai di agognare ad essi prevenendo ogni delusione.
Quando le delusioni scompaiono, il nirvana è istantaneo.
Il non attaccamento è in accordo al nirvana (estinzione) che già è (reale, oltre la percezione sensoriale).
Non sarai più deluso nell'essere triste o felice.
Termina le delusioni e allora porrai fine al Samsara ma se ancora permangono, non avrà fine.
Non ci sono eccezioni riguardo alle delusioni relative al raggiungimento del nirvana o del paradiso ed esse permangono come problemi.
Alcune persone usano le delusioni per mentire a sé stesse e agli altri riguardo al raggiungimento del nirvana o del paradiso in questo o quel
modo.
Non sono consapevoli che la delusione di raggiungerli è il problema, è il desiderio karmico.
Considerando la meditazione, la coscienza, la consapevolezza e la conoscenza, in esse permane ancora il desiderio di completezza e
perfezione, il desiderio di terminare le sofferenze e di ottenere il nirvana.
Questo desiderio origina i blocchi e gli impedimenti al nirvana così com'è, fino a quando ti arrendi ai desideri e volontà (ossia li accetti senza
tentare di soddisfarli).
Basta con le aspettative e le pretese!
“No” a tutto ciò, nessuno coinvolgimento mentale con essi, istante per istante.
Non in futuro!
Concludi qui e ora, risplendi di luce e conduci fuori dalla sofferenza.
Non lasciare che essi circolino.
No!
Oggi giorno la tua mente non la smette, non si arrende, non lascia andare, ti domina creando una
vita problematica a te a agli altri.
Cancella questo programma delusivo del “prendere/ottenere”.
Alcuni imparano e usano le lingue pali o sanscrito (similmente greco, latino) a tal punto da non comprenderne il significato.
Usa un linguaggio per comunicare che sia comune alla gente e largamente comprensibile ai più di oggi e non di ieri.
Benedizioni a voi!
[1]
Venerabile Gran Maestro dell'ultima Verità del Buddha, Monastero Rombodhidharma, Nong Hin, Loei province, Thailand.
www.rombodhidharma.com
[2]
Da intendersi con più ampio respiro a tutti i maestri di vita illuminati di tutti i tempi.
[3]
Da intendersi la sacralità del dare, donare, dedicare, prodigarsi a e per ogni essere vivente e non nel senso di offerta di animali morti e bruciati al
tempio o di qualcuno al posto tuo.
[4]
Il Bodhisattva è un essere illuminato, libero dalla ruota delle reincarnazioni, che ha deciso di ritornare continuamente in vita sulla Terra per aiutare
gli esseri senzienti a liberarsi.
[5]
L'acqua viene usata come veicolo di trasmissione delle energie sottili verso i regni di vita inferiori (animale, demoni e anime perse).
Venerabile Gran Maestro dell'ultima Verità del Buddha, Monastero Rombodhidharma, Nong Hin, Loei province, Thailand.
www.rombodhidharma.com
[2]
Da intendersi con più ampio respiro a tutti i maestri di vita illuminati di tutti i tempi.
[3]
Da intendersi la sacralità del dare, donare, dedicare, prodigarsi a e per ogni essere vivente e non nel senso di offerta di animali morti e bruciati al
tempio o di qualcuno al posto tuo.
[4]
Il Bodhisattva è un essere illuminato, libero dalla ruota delle reincarnazioni, che ha deciso di ritornare continuamente in vita sulla Terra per aiutare
gli esseri senzienti a liberarsi.
[5]
L'acqua viene usata come veicolo di trasmissione delle energie sottili verso i regni di vita inferiori (animale, demoni e anime perse).